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Full text of "Il R. Archivio generale di Venezia"

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Lt<\\  i^%0^,M\ 


J^acbatti  CoUrgc  Librare 


FRDM   THE  GlfT  OF 

FRANCIS   SKINNER 

(Clui  of  lillà)  , 

OK    BOSrtlN 

FOR   BOOK.S  ON   VENICE 


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IL 


VENEZIA 


VENEZIA 
mM-  stahii..  tip.  pi  piethoj 


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IL 


R.  ARCHIVIO  GENERA 


^ 


DI 


VENEZIA 


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VENEZIA 

PREM.   8TABIL.  TIP.  DI  PIETRO  NARATOVICU 

IR73. 


ZtfJL  H^t>^-'fi 


Eagione  del  libro. 


//  Regio  Ministero  deU Istruzione  Pubblica^  in  una  lettera 
dei  /.  itiglio  p.  p.  esprimeva  alla  Direzione  sottoscritta  il  desi- 
derio die,  insieme  cogli  altri  Istituti^  fosse  rappresentato  nel- 
r  Esposizione  Universale  in  Vienna  del  i815  il  R.  Archivio 
Generale  di  Venezia  «  tanto  lodato  per  la  sua  importanza  e  pel 
suo  ordinamento.  » 

E  aggiungeva  che,  quanto  al  modo^  reputava  il  piti  conve- 
niente «  una  relazione  sulla  instituzione ,  vicende,  importanza 
»  scientifica  di  esso  Archivio^  e  su  quant altro  possa  dare  un 
»  concetto  di  qxmnto  vi  si  fa  e  si  trova  di  più  prezioso.  » 

Questa  relazione  si  doveva  trasmettere  al  Ministero  entro 
il  mese  di  njovembre  iS12. 

La  Direzione^  posto  ordine  alla  parte  amministrativa  del 
lavoro  ^,  non  potè  accingervisi  che  nel  settembre^  onde  questo 
libro.,  di  stampa  non  breve  né  agevole,  è  quasi  tutto  opera  di  circa 
tre  mesi. 

Ciò  le  varrà  a  scusa  delle  imperfezioni  ch'esso  potesse  avere., 
le  quali  verranno  toUe  in  edizioni  successive.  Frattanto  le  è 


^  La  Direzione  dovette  aiche  preparare  alcune  notizie  sulla  Scuola  di 
Paleografia  e  Storia  Veneta,  anaessa  a  questo  Archivio  Generale,  per  la  mede- 
sima Esposizione  Universale  in  \ienna. 


graixi  di  aver  avuto  occasione,  per  ì<i  prima  volta^  di  riunire 
in  un  volume^  stampato  in  Italia^  e  per  impulso  del  Govei'no 
Nazionale^  le  principali  notizie  di  una  instituzione  illustrata 
finora  quasi  esclusivamente  da  dotti  di  altre  nazioni. 

iVe,  senza  laiuto  degli  esperti  ed  operosi  officiali  di  questo 
Archivio,  sarebbesi  potuto  metter  assieme.,  in  un  periodo  di  tempo 
sì  breve,  queste  pagine  ;  per  ciò  anche  a  loro  va  attribuita  parte  di 
quel  merito  qualunque  cui  per  avventura  esse  potessero  aspirare. 

Dalla  Direzione  del  R.  Archivio  Generale  di  Venezia 


TEODORO  TODERINI  direttole, 

BARTOLOMEO  CECCHETTI  CAPOBEzigNE. 


/ 


INDICE. 


PARTE  I. 


1.  Storia  degli  archivii  veneti  antichi pag.      1 

2.  Magistrati  della  ex-Bepublica  Veneta  ' »      95 

3.  Note  statistiche  degli  archivii  veneti  antichi ....        „     105 

4.  Prospetti  di  confronto  tra  i  magistrati  della  cx-Repu- 

blica  veneta  e  i  moderni „     165 

5.  Cenni  sugli  UfiSzii  dei  Governi  succeduti  alla  Republica 

Veneta,  e  note  statistiche  degli  archivii  rispettivi  ; 

di  Agostino  Cottin »     171 

APPENDICE. 

6.  Scritture  in  cifra,  usate  dalla  Republica  Veneta;  di  Luigi 

Pasini pag.  289 

7.  Delle  fonti  per  la  storia  delle  provincie  delFex  Stato 

Veneto  ;  di  Tomaso  Luciani  e  di  Riccardo  Predelli.        n    329 


PARTE  II. 


1.  Andamento  delF  Ufficio pag.  367 

2.  Ordinamento  materiale  e  scientifico »    375 

Studio ^387 


—    VI    — 


4.  Scuola  di  paleografia  e  storia  veneta pag.  413 

5.  Quesiti  proposti  dalla  Giunta  per  TEsposizione  Univer- 

sale in  Vienna  del  1873 n    419 

6.  Note  e  documenti ^    425 

7.  Bibliografia  degli  archivii  delF  ex  Stato  veneto     .    .  ^    465 


PARTE  m. 


I.  Prospetto. 

II.  Chiostro  detto  della  Trinità. 
m.  Sale. 

lY.  Pianta  terrena  dell'  edificio  ad  uso  del  R.  Archivio 
Generale  ai  Frari. 
V.  Mezzadi  del  pianterreno. 
VI.  Primo  piano. 
VII.  Secondo  piano.  * 


--.^T  \'\n  r\/ì.o/^^^  .^^ 


PARTE  PRIMA. 


,> 


I. 


STORIA  DEGLI  ARCHIVI  VENETI  ANTICHI 


1200»1872. 


SOMMARIO 


Intboduzionb.  —  I.  Antichità  ;  —  li.  Volumi  antichi  ;  —  III.  Capitolari  di 
magristrati  ;  —  IV.  Registri  antichi  di  vari  magistrati  ;  —  V.  Volumi 
antichi  del  Maggior  Consiglio,  del  Collegio,  del  Senato,  e  della  Quaranta 
Criminale  ;  —  VI.  Copie  delle  leggi  in  volumi  ;  «  compilazione  delle 
^6firgì  •  ;  —  VII.  Inventarli  antichi  di  archivi  —  rubriche  di  scritture, 
disegni  e  modelli  ;  —  VIII.  Volumi  e  documenti  perduti  e  distrutti,  in- 
cendi, distruzione  di  documenti  publici  o  privati  decretata,  documenti  tra- 
fugati; —  IX.  Cancellerie  (Ducale,  Secreta^  Inferiore)  ;  —  X.  Consiglio 
dei  Dieci,  Inquisitori  di  Stato  ;  -  XI.  Archivi  giudiziari  ;  —  XII.  Annali  ; 
istoriografl  publici  ;  —  XIII.  Scarti  od  espurghi  ;  —  XIV.  Sec.  XIX.  ~ 
Costituzione  e  vicende  principali  deirArchivio  generale  di  Venezia. 


<:*=<!b€5>C»<i^ 


INTRODUZIONE 


Jja  storia  degli  archivi  ha  stretto  rapporto  collo  svolgi- 
mento della  civiltà. 

Ogni  popolo  eenti  il  bisogno  di  serhar  ricordo  delle  proprie 
vicende,  ad  ammaestramento  e  conforto  degli  avvenire.  Donde 
la  scrittura,  dal  seguo  ideografico  al  lineare-fonetico. 

Lo  studio  delle  reliquie  dei  tempi  trascorsi,  fornì  gli 
elementi  e  i  canoni  scientifici  airarcheologia  e  all'archivistica. 
Ogni  Governo  riconobhe  la  necessità  di  raccogliere,  coordi- 
nare  e  conservare  le  carte.  Furore  di  plebi,  eccitate  dagli 
avversari  di  un  ordinamento  politico,  distrusse  in  breve  tempo 
il  frurttj  di  cure  lunghe  e  amorose,  ~  e  codici  e  carte  prege- 
voli finirono  sul  fuoco.  D'altra  parte  la  noncuranza  e  l'igna- 
via dì  rozzi  custodi  produssero,  in  un  tempo  piii  lungo,  gli 
effetti  medesimi.  Cosi  documenti  preziosi,  non  solo  por  inte- 
resse storico,  ma  per  uso  amministrativo,  deperirono,  e  anda- 
rono dispersi:  e  alla  luce  de'  nuovi  tempi  parve  quasi  una 
utopia  la  paziente  opera  degli  antichi  spesa  a  raccogliere  i 
dettami  della  esperienza,  o  a  confortare  le  generazioni  future 
nell'opera  faticosa  del  progresso,  col  racconto  delle  glorie 
patrie,  e  delle  azioni  lodevoli. 

La  stampa,  potente  ministra  di  civiltà,  mentre  sorse  a 

moltiplicare  le  opere  intellettuali,  e  a  farne    parte  a  tutti  i 

I  popoli,  tolse  roccasioue  e  l'uso  agli  estensori  dei  documenti 


-  4  — 

pubblici,  dei  codici  scientifici,  ed  agli  alluminatori,  di  tracciar 
con  diligenza  ogni  scrittura,  come  un  piccolo  monumento  di 
forme  elette  ed  artistiche.  La  facilità  di  riprodurre  l'opera  dello 
scrittore,  le  leggi  ed  altri  atti  del  Governo,  col  mezzo  della 
stampa,  tolse  perciò  anche  alla  venustà  delle  carte.  Né  può 
farsi  sempre  confronto  tra  le  scritture  antiche,  e  quelle  dei 
moderni,  senza  che  queste  non  ne  scapitino. 

Ma  dopo  i  fatti  politici,  che  sulla  fine  del  secolo  scorso 
impressero  alla  società  un  nuovo  indirizzo,  si  riaccese  quel- 
r  antico  affetto  alle  memorie  e  agli  studi  che  è  ingenito 
nell'anima  dell'uomo.  Nobile  senso  che  lega  il  passato  all'av- 
venire coi  più  dolci  vincoli  dell'ammirazione  e  della  grati- 
tudine. Gli  archivi  furono  raccolti,  ordinati  e  studiati.  Si 
volle  cancellare  ogni  traccia  dei  tempi  barbari,  antichi  e 
moderni,  ricostituendo  l'edificio  eretto  dall'antichità;  onde 
l'Archivio  fosse  l'imagine  del  Governo  come  questo  lo  era, 
in  molti  paesi,  del  popolo. 

Venezia  riguardo  agli  Archivi,  non  ebbe  molto  a  patire 
dai  torbidi  politici  alla  caduta  della  sua  Republica:  e  se  in 
seguito  le  furono  tolti  pregevoli  documenti ,  l'atto  doloroso  fu 
poi  largamente  riparato. 

Ma  nei  ricchi  archivi  di  Venezia  non  vi  ha  solo  da  attin- 
gere materiali  per  la  storia  universale.  Un  esame  diligente 
fa  conoscere  l'amore  cho  la  Republica  avea  posto  ai  docu- 
menti del  suo  passato  ;  il  lavoro  paziente  de'  suoi  cancellieri 
e  dei  notai  ;  la  bellezza  dei  codici,  veri  monumenti  che  atte- 
stano da  sei  secoli  il  posto  che  spetta  a  Venezia  in  questa 
parte  gentile  e  feconda  della  civiltà. 

Le  presenti  notizie  intorno  quegli  archivi ,  speriamo 
varranno  ad  onorare  Venezia,  e  a  togliere  dall'obblio  qualche 
nome  che  merita  di  essere  ricordato. 


Antichità,. 

Carlo  Curtius,  in  una  scrittura  «  Il  Metroon,  archivio  di 
Stato  in  Atene  '  » .  eh'  egli  intitolò  assai  modestamente 
ricerca  archeologica,  ha  raccolto  le  principali  notizie  risguar- 
danti  le  antichità  e  le  vicende  degli  archivi. 

Lasciamo  al  dotto  prussiano,  ennmerarp  le  cure  amore- 
voli de'  popoli  civili  per  la  conser\'aziono  delle  memorie  sto- 
riche, e  il  culto  universale  della  scrittura  e  di  tutti  gP  inge- 
gni, che  furono  usati  a  riprodurre  con  segni  materiali  P  opera 
del  pensiero. 

Le  iscrizioni  sepolcrali,  votive  e  commemorative,  ed  i 
monumenti  innalzati  nelle  città  della  terraferma  veneta,  prima 
Hello  incursioni  dei  barbari  (se  raancas.scro  allo  storico  altri 
argomenti]  basterebbero  a  dimostrare  con  abbondanza  di  prove, 
r  antica  civiltà  di  quelle  genti  che  nel  secolo  V.  e  nei  suc- 
cessivi, scelsero  ad  asilo  e  a  soggiorno  le  isole  di  Venezia. 

Non  è  dunque  strano,  che  le  istituzioni  politiche  ed  am- 
ministrative dei  reneii  secondi,  fossero  sin  dalle  origini  impron- 
tate deU'  antica  civiltà.  Più  presto  non  si  saprebbe  dar  ragione 
dell'  imbarbarimento  dello  arti  e  dell'  oscura  vita  di  quel  popolo 
nei  primi  secoli  della  sua  autonomia,  se  non  fosse  ragionevole 
supporre,  che  esso  dovesse  concentrare  le  sue  forze  nelle  in- 
dustrie, nei  commerci  e  nella  difesa  del  breve  ano  Stato  da 
□uovi  invasori. 

Se  pertanto  ci  mancano  lapidi,  monunienti  e  scritture  del 
primo  periodo  della  crrnsocifizimie  veneta,  del  governo  speciale 
dello  isolette,  delle  ronc-Zw»' o  comizi  gfueralì,  dei  primi  atti  del 
governo  republicano,  non  ò  da  supporre  che  mai,  o  di  rado,  — 
come  accade  di  notare  anche  presso  popoli  moderni  —  si  afti- 


■  Berlino,  Weldmanii,  ]B(J8. 


dassero  alla  scrittura  le  deliberazioni  del  Governo,  o  i  privati 
negozi. 

Poiché,  con  tale  supposizione,  i  patti  internazionali  fra  la 
Kepubblica  ed  altri  Stati,  del  secolo  IX,  cioè  di  circa  trecento 
anni  dalle  prime  immigrazioni  dei  veneti  in  queste  isole  —  ci 
farebbero  apparire  d'  un  tratto  civile  e  potente  im  popolo  che 
poco  prima  sarebbe  giaciuto  oscuramente  nella  barbarie  e  nel- 
r  inerzia  politica. 

Fu  sventura  che  le  tumultuose  elezioni  e  deposizioni  dei 
primi  dogi,  il  trasferimento  della  sede  del  Governo  da  Eraclea 
a  Malamocco  (742),  e  a  Venezia  (810),  le  sommosse  e  gl'in- 
cendi, abbiano  distratto  quasi  intieramente  le  scritture  dei 
primi  sei  secoli  del  dominio  veneto.  Onde  rari  sono  gli  origi- 
nali 0  gli  esemplari  degli  atti  diplomatici  e  delle  leggi,  prima 
del  1200,  e  per  ciò  manca  ogni  guida  neir oscura  storia  delle 
origini  e  dello  svolgimento  della  nazione. 

Gli  usi,  le  costumanze,  la  tempra  morale  dei  veneziani, 
le  loro  gesta  civili  e  politiche,  il  linguaggio,  in  quel  lungo  e 
importante  periodo,  ci  souo  perciò  poco  meno  che  ignoti.  Né 
valgono  ad  illustrare  quella  oscura  storia,  frasi  e  denomina- 
zioni sparse  nel  testo  farraginoso  degli  antichi  istrumenti 
privati,  che  custoditi  gelosamente  nei  chiostri,  sfuggirono 
agli  incendi  e  alle  dispersioni. 

La  nitida  scrittura  e  la  forma  regolare  e  legale  delle 
carte  venete-,  del  secolo  XI  e  dei  precedenti  (quale  possiamo 
riconoscerla  dagli  esemplari  di  esse)  attestano  il  grande  pregio 
in  cui  si  teneano  i  documenti  publici,  che  si  conservavano  nel 
Palazzo  Ducale  e  nel  Tesoro  della  Basilica. 

A  ricomporre  tuttavia,  per  quanto  è  possibile,  la  storia 
primitiva  di  Venezia  e  dei  Veneti,  si  dovrebbe  risalire  alle 
inscrizioni  del  periodo  romano,  sparse  nelle  città  della  Terra- 
ferma; alle  monete  imperiali  ed  autonome;  alle  più  antiche 
carte  di  materia  politica  e  giuridica,  orìgmah\  o  trascritte  nei 
volumi  detti  Paitt  e  nel  codice  TrevJsaneo. 

Le  scritture  private,  che  formano  parte  degli  archivi  dei 


conventi  soppressi  dalla  Repubblica  veneta  o  dal  primo  Regno 
d'Italia,  anteriori  al  1100,  sommano  a  circa  trecento;  e  sono 
in  parecchio  centinaia  quelle  del  secolo  XII. 

Fino  dai  tempi  rcmtjti  il  Governo  e  i  cittadini  usavano 
di  far  estenderò  nitidamente  e  con  tutte  le  forme  legali,  i  propri 
atti.  Non  v'  avea  certamente  difetto  di  notai  e  di  cancellieri. 
.■Vlcuni  decreti  dell'  antico  Maggior  Consiglio  [cwiciwie),  giunti 
fino  a  noi  in  originale,  sono  aoUoscì-itti  dal  doge,  da  magistrati, 
da  gran  numero  di  maggiorenti  e  di  popolani.  Ogni  tenue 
cedola  è  segnata  almeno  da  due  testimoni.  Sono  scritture  re- 
golari, alcune  splendide  e  gentili  per  venustà  e  dolcezza  di 
linee. 

Orso,  vescovo  di  Olivolo,  nel  suo  testamento  del  febbraio 
853,  lascia  alla  èasiìiea  del  beato  Lorenzo  di  Venezia,  alcuni 
eodici  (liói'os  eorisrrip^). 

Nel  1013  Giovanni  e  Domenico  di  Martino  Falier  danno 
al  monastero  di  s.  Michele  arcangelo  di  Brondolo,  la  chiesa  di 
B.  Benedetto,  e  fra  gli  oggetti  che  le  appartengono,  sono  indi- 
cati tutti  i  li&ri  grandi  e  piccoli,  dhiìvmli  e  noUumali.  In  carte 
del  secolo  XIll  è  cenno  di  qualche  òi5liolera. 

Già  anticamente  s' invigila  sui  falsari,  e  si  sottopongono 
ad  esame  grafico,  i  Òreri  notarili. 

Il  doge  Enrico  Dandolo  nella  sna  jìromiss'orìe.  del  21  giu- 
gno 1192  (il  più  antico  capitolare  dei  dogi  rimastoci)  giurava: 
«  De  universis  chartulis  falsis  que  nobis  estense  fuerint,  stu- 
»  diosi  erimus  {ad  earum  excerpHoTiem)  faciendam  secundum 
»  usum  patriae  nostrae.  » 

Un  Pietro  Fmnm.,  cappellano  di  s.  Marco  e  notaio,  viene 
deposto  dal  suo  ufficio,  solenìiemente,  nel  giovedì  santo  del 
1164,  da  Michele  Bonoso,  per  ordine  del  doge  Vitale  Michiel 
IL  '.  Addì  15  luglio  1224  si  fa  obbligo  al  doge  di  far  giu- 
stizia delle  carte  false  '.  E  vi  hanno  casi  parecchi  di  tali  giu- 


'  CIÒ  6  rÌMinluto  lo  an  documento  de 
fhìi'ìo  del  convento  dì  S.  Zaccaria. 

">  De  chartulis  qae  ìnveniuntur  taìee, 
(■dendam  •  libtr  pltgioruw  Comunii,  p  ! 


1178  dicembre,  spettante  all'or 


teoeatur  eipreeaim  ad  Justiciam 
2,  doc.  256. 


dizi.  Da  ciò  il  nome  di  Esaminatori  ad  alcuni  giudici  i  qnali 
ebbero  sino  dal  secolo  XII  principale  incarico  di  esaminare  la 
legalità  ed  autenticità  dei  documenti,  e  in  prova  di  essa,  di 
sottoscriverli. 

Per  diminuire,  ai  falsari  la  facilità  di  alterare  i  docu- 
menti, l'imperatore  Federico  II,  nel  1231,  obbligava  i  notai 
a  trascrivere  su  pergamena  i  loro  atti  estesi  su  carta  di 
cotone.  Il  vecchio  titolo  però  di  òomÒidne,  rimasto  nel  lin- 
guaggio cancelleresco,  dice  abbastanza  che  quella  legge  non 
ebbe,  né  in  Sicilia  né  in  altre  parti  d'Italia,  piena  esecuzione. 

La  Republica  veneta  la  decretò,  nel  1*291  '.  Ma  l'uso  che 
si  faceva  di  quella  carta  nel  tempo  anteriore,  e  che  si  con- 
tinuò in  appresso,  (u  molto  limitato.  Appena  qualche  liber- 
colo di  carta  bambagina,  e  [lOchi  volumi  che  contengono  scrit- 
ture di  lieve  importanza,  ci  attestano  che  nel  medio  evo  la 
pergamena  non  dominò  sola  fra  noi  nel  regno  della  scrittura. 

Moltissimi  notai  avevano  sede  in  Venezia,  d'autorità 
veneta,  apostolica  e  imperiale.  Fungevano  presso  i  magistrati 
e  nelle  cancellerie  del  Governo. 

È  naturalo  adunque  il  supporre  che  da  tempi  remoti,  e 
certamente  dal  princìpio  del  secolo  IX,  notai  e  cancellieri 
negli  Uffici  scrivessero  regolarmente  leggi,  termÌ7ta:Ì07ti,  pro- 
cessi, atti  diversi,  e  li  ordinassero,  costituendo  cxtsì  collezioni 
ed  archivi.  Già  il  cronista  Andrea  Dandolo  \  scrivendo  d'un 
incendio  al  quale  soggiacque  nel  1200  il  Tesoro  attiguo  alla 
Basilica  di  san  Marco,  accennava  che  «  reliquias  plures  et 
(lucalia  privilegia  concremavit.  » 

Tuttavia,  volendo  scrivere  la  storia  degli  archivi  veneti 
sulla  base  dei  documenti,  non  possiamo  risalire  a  tempo  ante- 


Pletto  ZloDi  doge,  nel  mese  di  luglio  lfiS6  fece  inwHvero  nel  Mei-  pic- 
ftoriiiH  (doc.  397,  e.  47  t.)  d'aver  comandato  al  pudici  del  Proprio  e  ni  loro 
notalo,  di  Don  rilasciar  ad  Ola  Gritti  di  a.  Giustina,  alcun  eeemiiliire  di  certo 
carte  dtk  essa  osate  in  giodiilo,  o  dlchìBrato  dai  oottà/alst. 

•  Magg.  Cena.  3  marao  1291.  Libro  d'Oro,  II,  UO  t. 

'  Codice  già  della  libreria  Tlepolo  poi  del  fti  conte  Girolamo  Dandolo 
ora  collocato  nel  Museo  Ciiico  di  Veneiia.  V,  a.  e.  103. 


d 


riore  al  1200.  Io  quel  secolo  cbbei-o  hiogo  le  riforme  più 
importanti  dello  Statuto,  ad  opera  di  Ranieri  Daudolo,  vice- 
doge del  padre  Enrico;  poi  del  doge  Jacopo  Tiepolo  e  dei 
successori;  vennero  ordinate  le  leggi,  regolata  la  materia 
cancelleresca  degli  Uffici,  poeto  ordine  insomma  anche  alle 
parti  secondarie  del  congegno  governativo. 

Perciò  la  Signoria,  cioè  il  Doge  e  i  suoi  Consiglieri, 
stabilirono,  che  si  dovesse  tener  ricordo  di  alcuni  atti  diplo- 
matici '  e  delle  cauzioni  prestate  al  Governo  per  oggetti 
diversi,  in  un  volume  detto  liber  Cojnunis^  o  dei  pieggi  [ple- 
giornm),  pregevole  registro  che  per  isfortima  abbraccia  un 
periodo  assai  breve  (1223-1253)'. 


II. 


Volumi  antichi. 

La  legislazione  veneta  degli  archivi,  come  quella  degli 
altri  Stati,  rjsguarda  la  costituzione  delle  serie  dei  documenti 
e  degli  archivi  speciali;  l'ordinamento,  la  custodia  e  T ammi- 
nistrazione di  essi. 

Della  consistenza  e  delle  vicende  degli  archivi  veneti 
ne'  tempi  antichi ,  poche  notizie  giunsero  fino  a  noi.  Solo  è 
dato  supporre  che,  trasferita  in  Venezia  la  sede  del  Governo, 

■  Al  presente  te  oarU  dlplom&ticlie  aciolle  (Atti)  o  riUDlte  in  Tolumi  nel 
R.  Areli.  Gen.  di  Veoezìa,  sono  coordinai  in  sei  serie-,  1.°  dei  Poeta;  3."  Atti 
diplamatici,  lecoads  serie:  3,"  Atti  diplomatid  restituiti  dal  Goveroo  Austriaco 
nel  1668;  4."  MiscellaDea  manoscritti;  5°  Miscellan  a  codici;  6.°  Miscellaneu 
codici  restituiti  dal  Gov.  Austr.  nei  1B69.  Ora.  si  sta  uoificando  tntte  queste 

^  In  un  inventario  antico  degli  archivi  castoditi  nella  «  Secreta  »  oltre 
SI  volumetto  delle  «  pieggiarie  et  altro,  1222  »  se  ne  trova  segnato  colla  lettera 
■i  UBO  che  comprendeva  il  periodo  1511  -  15^1. 

Del  liter  iiìegiorum,  1223-1S53,  liB  cominciato  a  pubblicare  il  regesto  il 
talente  ufficiale  nel  R.  Arch.  Gen.  di  Venezia  signor  Riccardo  Predelli.  nel  pe- 
riodico "  Archivio  Veneto  »  del  1872. 

Io  es  o  n  e.  41  t.  e  44  t.  si  trovano  elenchi  di  documenti  diplomatici  af- 
fidati ad  inviati  ad  Acri  e  a  Boma. 


si  provvedesse  a  raccogliere  e  a  conservare  con  cura  i  docu- 
menti public!  e  i  privati,  nel  palazzo  del  doffe,  nei  loCrali  ove 
teneano  ragione  i  magistrati,  e  nei  conventi.  Infatti  l'esi- 
stenza (li  archivi  o  collezioni  di  volumi  e  di  ruotoli,  ci  è 
attestata  dalle  stesse  serie  dì  elidici  nei  quali  sono  trascritti 
i  docnmeuti  piii  importanti  di  politica,  dì  diritto  internazio- 
nale, di  Governo,  quali  nel  secolo  XIII  i  ■paUÌ  e  i  commemo- 
ì-iali.  E  nelle  leggi  del  secolo  medesimo  troviamo  ricordo  fre- 
quente di  capi-lalari  dei  magistrati,  di  volumi  dei  loro  atti 
per  esteso  e  per  estratto,  n  in  mòrica  ;  di  leggi  in  esemplari 
moltiplici;  e  di  tutti  quegli  amminicoli  cancellereschi  ai  quali 
non  si  può  pensare,  se  non  si  abbia  prima  bene  ordinata  la 
materia  degli  Uffici. 

Nel  126(j  (30  giugno)  il  Maggior  Consiglio  decreta  che 
tutti  i  decreti  o  consigli  (consulta)  autentici,  debbano  venir 
trascritti,  onde  se  ne  abbia  un  esemplare  anche  nella  Qua- 
rantia.  Nel  1271  (26  agosto),  e  nel  1292  (25  febbraio  '  ), 
che  gli  Avogadori  di  Comun  restituiscano  i  documenti,  dopo 
usati  nelle  discussioni,  tengano  nel  toro  Ufficio  un  libro  nel 
quale  si  notino  le  accuse,  le  testimonianze,  le  cause  da  essi 
placitate  in  Maggior  Consiglio,  le  leggi  e  le  correzioni.  Do- 
vevano restituire  le  sentenze  ricevute  da  qualche  magistrato; 
se  ne  volessero  far  uso  ad  agio,  ne  domandassero  una  copia. 

Nella  fine  dello  stesso  secolo  Xlll  (decreto  1291,  3  marzo 
citato)  veniva  imposto  agli  officinli  all' arwar  di  trascrivere, 
.«(  pergamena^  lo  cifre  degli  aeerì  del  Goeenìo:  <•.  id  quod 
receptiun  esset  per  predecessores  suos,  >■  note  che  erano  pri- 
ma registrate  su  carta  di  bambagia.  Ma  la  leggo  più  impor- 
tante, ò  dovuta  al  doge  Giovanni  Dandolo,  che  sebbene  cre- 
duto fautore  del  popolo,  mostrò  di  volet  sopratutto  In  rego- 
larità la  disciplina  e  il  buon  governo.  Addi  27  ottobre  1283 
{M.  C,  Comvne  /.),  egli  publicava  un  decreto  nel  quaJf,  dopo 
aver  accennato  cBe  le  leggi  si  trovavano  allora  disjierse  in 
dieci    lOri,  dice  che  per  procurare  chiarezza  nei  giudizi  e 


'  M.  e.  Bifron»  e.  21  e  81  t. 


nell'  amroinistrMione,  egli  aveva,  per  autorità  del  può  Consi- 
;  ffUo  minore  e  del  maggiore,  eletto  cinque  patrizi  affine  di 
por  ordine  a  quell'  oscura  e  confusa  collezione. 

Giacomo  Querini,  N  icolò  Milani,  Marco  da  Canale,  Lo- 
renzo Belli  ed  Enrico  Doro,  furono  incaricati  di  quella  compi- 
lazione e  della  scelta.  Aljolirono  alcune  leggi  perchè  cadute  in 
disuso,  scelsero  fra  altre  affini,  le  più  acconcie,  fecero  corredare 
i  volumi  di  rubriche.  R  i  volumi  furono  dapprima  due:  uno 
detto  Còmum  I.  l'altro  Coiuune  II;  gli  altri  recano  titoli  can- 
cellereschi capriccioei  e  bizzarri. 

Ma  rubriche  cartacee  dei  consigli  esistevano  già  prima  ' 
.  come  dice  il  cronista  Dandolo,  anche  liÒrì  di  leggi.  E  di 
questi  il  Fraetus  (1240-1282),  che  contiene  molte  parti  can- 
cellate dagli  scrivani  d'  ordiuo  del  doge,  e  (T  altri  a  ciò  eletti,  e 
che  si  ebbe  probabilmente  a  guida  nella  nuova  compilazione 
del  1283. 

Neir  archivio  dell'  Avogaria  di  Comun  si  trovano  altri 
volumi  delle  leggi  del  Maggior  Consiglio  trascritte  su  perga- 
mene in  folio  massimo,  dal  principio  del  secolo  XIV  in  seguito. 
Altre  copie  dei  volumi  del  Maggior  Consiglio  furono  fatte  nei 
tempi  posteriori  ', 


'  Per  es.  una  contiene  Ih   indicazioni  dei  consigli  (parti  o  deliberazioni) 
I  I.  A  tulto  CCCLXXU  dal  30  Inolio  1S68  al  28  dicembre  1S69, 

*  Qui  abbiamo  biso^o  di  ripetere  che  in  queate  indicaxioni  vediamo  benis- 
30  tntta  la  via  che  sarebbe  da  percorrere  per  giungere  alla  necessaria  esat- 
ta, ma  nellu  brevità  del  tempo  ci  è  Irapossibple  fare  di  più.  Qaeeki  libru  è  un 
t>rìmo  faggio,  cbe  nessuuo  può  (ìtrcl  culpa  dì  aver,  per  dovere,  tentato. 
Lo  serie  dei  volumi  delle  doliberazigni  del  Mag^or  Consig-lio  souo  tre  : 
1.  aulica,  conh-mporanea  in  parte  alle  minute.  È  coatituitn  di    12  volumi 
idi  cui  ntio  6  tioppio.  p.  Hi  custodiva  gifk  Biiticamente,  come  adesso,  nella  Can- 
celleria Secreta).  Eccone  i  nomi  ; 

OpBiun«  /.  123S-13B2  ;  l'vmuKe  I,  altro  esemplare  con  documenti  meno  aa- 

lichlemoltl  cancellati;  fomunt  II.  1248-1282;  Freeliit  1240-1282  Luna  Za- 

I    mtla  Pilotua  1288-1299;  bagnai  et  Capi-iromun  1299.1808;  PfesliiUr  1308-1318; 

'    CUriemé  titXUi  1316-1318: /'rcnMt>  1318-1325;  Spirilus  1325-1349;  iVat>«ffa 

I3S0-1S84:  Salnn,u>  1349-1378. 

Ai  volume  Nosella  fìi  segulbi  la  serie  degli  originali  appartenenti  all'ar- 
chivio pifoprio  del  Maggior  Consiglio,  nel  quale  si  custodiscono  anche  gli  eeem- 


Sotto  il  principato  dello  stesso  doge  Giovanni  Dandolo, 
il  Maggior  Consiglio  stabiliva  (1291,18  dicembre)  che  venisse 
istituito  un  libro  nel  quale  fossero  trascritti  i  prirìlegi,  i patti 
e  tutte  le  carte  delle  giurisdizioni  dol  Comune,  Ma  quel  codice 
non  può  essere  il  prezioso  liòer  Alòus.  che  contiene  special- 


plari  dei  vr>lumi  :  Luna  ;  Zanata  ;  PìIosue  ;  MagnuB  et  Capricor.  :  Preebiter  ;  Cle- 
ri(.-U3  clvlcus  ;  Fronesis  :  BpiritUH  ;  NoTetla. 

I  volumi  orì^Duli  «odo:  Leona  1384-141S;  Urta  U15-U54;  Begina 
1455-1419;  Siella  1460-1502;  Dedit  1503-1521;  Diana  1522-1536;  NoBut 
1537-1551  ;  Jìocea  1552-1565;  Jnnelut  1566-1574  ;  Angtiu»  16G&-77;  Frlgeriut 
1571-1588;  flarianui  1588-1600;  Firul  1601-160(5  ;  ^«/efniu»  1607-1S16;  Ar- 
cangclus  1617-1624;  (J(/uAuwt(j  primujr  1625-1630;  0»oioni«./fii«»  1625-1630; 
Padavinut  1631-1039;  Marcia  1640-1647;  V^anolus  1648-1657;  Ballannut  patir 
1658-1669;  Ballarinu»  Jilitti  1670-1686;  Miina  1687-1696;  Su>eneUUM  1697- 
1704;  nacenti  1705-1716:  Fieforifl  1717-1722;  Catnlia  1723-1731;  Jaannet 
1732-1747;  Sarlolinut  1748-1761;  Colombo  1762-1779;  Gabrifl  1780-1793. 

Inflno  n^ir  archivio  dell' Avogaria  di  Cotnat]  si  custodiEcoiio  1  aeguenli 
reeistri  delle  deliberazioni  dello  eteseo  Maggior  Consiglio,  in  esemplari  del 
secoli  XIV  .XVn  ; 


S./ron> 

-   1232 

a  Aprile        - 

1300 

Gennaio 

Cerbtrui 

-  1282 

28  ApJBto       - 

1299 

12 

Uagnut 

-   1294 

3  Dicembre  - 

1308 

20 

Agosto 

Neptunut 

-  1312 

6  Magtrio 

1324 

26 

Aprile 

Srutut 

-  1324 

27  Aprile         - 

1334 

11 

Febbraio 

Pktlipieui 

-  1335 

5  MarM 

1349 

7 

Aprile 

Spirti  tt* 

-  1371 

6  MflftBlo     - 

1442 

29 

Sett«mbre 

Fabrieiut 

/   -  1634 

28  Mano 

1631 

31 

Ottobre 

Fabrieiut 

//  -   1«S1 

10  Novembre  - 

1712 

7 

Aprile 

A 

-  1309 

-^ 

1418 

31 

Mario 

C 

—  1415 

12  Gennaio     — 

1464 

Ottobre 

D 

-   1464 

25  Noveiribre  — 

1504 

10 

Febbraio 

B. 

-  1496 

21   Agosto       — 

1702 

26 

Agosto 

F. 

—   1424 

6  Mono         — 

1578 

28 

Febbraio 

e. 

-  1553 

7  Novembre  - 

1569 

19 

Agosto 

1. 

-   1611 

9  Settembre 

1119 

4 

Maggio 

p. 

-  1324 

3  Agosto       - 

1545 

2 

Marzo 

r.z 

-  1647 

C  Novembre  — 

1643 

6 

Febbraio 

Baemiilarì  moderni  delle  deliberaxion)  del  M.  C.  si  conservano  ancbe  presso 
r  archivio  della  <'  Compilaxìone  delle  leggi  v  Lo  studioso  farà  bene  a  con- 
sultare, al  bisogno,  tutte  le  serie  antiche. 


* 


mente  le  copie  dei  trattati  fra  la  Republica  e  1'  Oriente ,  come 
il  liòer  Blancus  ooinpiende  quelli  coli'  Occidente.  Perchè  al 
hber  Alhìts  precede  un  decreto,  senza  data,  ma  del  doge  Andrea 
Dandolo  (134^1-1354)  dio  dà  ragione  dell'  opera.  I  documenti 
più  anticlii  trascrittivi  sono  delia  seconda  metà  del  secolo  IX. 

Sulla  fine  del  secolo  SUI,  o  nei  primi  anni  del  successivo, 
furono  intraprese  due  collezioni  preziosissime:  dei  Patti  e  dei 
ComniemoHaU. 

Abbiamo  dettocheidocumenti  originali  dei  rapporti  politici 
di  Venezia  cogli  altri  Stati,  furono  custoditi  dapprima  nel  Te- 
soro della  Basilica  di  s.  Marco.  In  seguito  nel  palazzo  ducale  e 
(quando  fu  institiiita)  nella  Cancelleria  Ducale  (Sez.  Secreta). 
Molte  carte  originali,  relative  specialmente  alla  Basilica,  rima- 
sero nell'archivio  dei  procuratori  di  S.  Marco  de  sufra.  Per  in- 
curia di  questi  deperirono,  fino  a  che  nel  1636  l'abate  cassinese 
Fortunato  Olmo  ebbe  incarico  di  toglier  dal  lezzo  in  cuigiaeetam 
le  carte  ancora  integre,  e  di  ordinarle,  L' Olmo  collaborava  con 
altri  ufficiali  nella  Cancelleria  Secreta,  e  compilò  nel  1647  un 
«  Direttorio  et  arte  per  intender  le  publiche  scritture  »  ecc., 
Ubro  del  quale  parleremo,  e  eh'  era,  pei  tempi,,  di  molta  erudi- 
zione. Nel  1642-43,  addi  7  gennaio,  l'Olmo  presentava  ai  Pro- 
curatori de  stipm  una  relazione  del  lavoro  quasi  terminato,  e 
chiedeva  un  compenso  che  pare  gli  si  volesse  negare,  perchè  il 
di/eOo  preso  jtella  visione  di  tante  belle  scritture,  dovesse  valergli 
per  pa//mìiento.  Egli  compilò  t'inventario  di  duecento  e  piiì 
«crittnre  pubbliche,  di  quasi  altrettante  della  Procuratia,  e  di 
tremila  e  più  volumi  o  filze. 

«  Ridotto  che  sia  il  negotio  a  perfettione  (così  scriveva  il 
»  Dall'Olmo),  potranno  l'Eccellenze  Vostre  lllustrisaime  insti- 
»  tuirc  una  Cancelleria  o  officio  per  dar  le  copie  di  testamenti 
»  e  scritture  che  vi  saranno  in  numero  grandissimo,  a  partico- 
»  lari  interessati. ...» 

Le  carte  pubbliche  più  antiche,  coordinate  da  lui,  furono 
poscia  raccolte  in  due  volumi  consegnati  alla  Libreria  Publica, 
ora  Biblioteca  Marciana,  e  assunsero  i  numeri  LXXI  e  LXXU 
della  claase  XIV  latina. 


Quei  documenti  sono  fra  i  pochi  antichi  originali  di  Vene- 
zia che  ci  rimangono  '. 

Un  provvedimento  che  rende  benemerita  della  storia  la 
Republica  di  Venezia,  è  l'uso  di  far  trascrivere  dalle  filze  o 
dagli  originali  le  carte  più  impoj-tanti,  su  volumi  pergaraeni,  in 
nitida  scrittura  e  con  abbondanza  di  rubriche  e  d' inventari 
particolari  e  generali. 

Sul  dorso  delle  carte  originali  si  scriveva  un  numero 
romano  entro  un  circoletto,  p.  e.  (cLini),  oppure  un  segno 
convenzionale. 

Poi  si  copiavano  in  volumi,  e  si  corredavano  d' inventar!. 
Sulla  pergamena  o  carta  originale  si  notava  la  registrazione 
eseguita  (Veggasi,  p.  es,,  il  codice  428  della  Miscellanea  Codici 
nel  R.  Archivio  generale,  eh'  è  un  inventario  di  carte  diplo- 
matiche relative  a  Stati  diversi,  eoa  note  circa  la  trascrizione 
di  essi  nei  Cbnimemoria/i,  segnate  sugi'  involucri  che  li  copri- 
vano). 

I  libri  ilfiMus  ed  alòvs,  i  sette  libri  dei  patti,  quelli  di 
Trieste,  di  Ferrara,  e  di  Cremona,  negli  ultimi  tempi  della  Re- 
publica  Veneta  erano  considerati  come  collezioni  stanche. 

Non  v'ha  un  ordine  esatto  nella  serie  dei  documenti  che 

■  Dell' iaventario  del  Dall'Olmo  ai  conserva  nel  R.  Archivio  Geaerole 
fra  carte  di  materia  archiristica,  uno  minuta:  »  1641,  3  dicembre.  " 

Gran  parl«  di  quei  documenti  andò  nuovamente  confusa  e  Di  trovata  uet 
IBIS  sotto  il  tetto  della  Baaillcn,  «opra  la  secutidu  arcate  delia  facciata  prin- 
cipale verso  l'Orologio,  ed  In  una  Bufflttit  o  piombi  del  palano  ducale,  sopra 
il  locale  già  di  reaidenis  della  (tuarantia  flvii  nopd.  Trasportati  allora  Del- 
l' es  convenlo  di  S.  Giovaiini  Laterano  dov'  era  collocalo  1'  Architio  Notarile, 
la  I.  R.  Proaura  della  Corte  di  Appello  oomiai)  una  commissione,  composta 
dj  Girolamo  Romano,  ordinatore  ilell'  Archivio  Giudliiorio,  Marco  Solari  com- 
mesao  dipendente  dell'Archivio  poi i lieo- go vernali vo,  Filippo  Mademi  viceooD- 
aervalore  dell'Archivio  Notarile,  perchè  aeporasBero  i  documenti  notanti  da 
quelli  jxililici.  La  separazione  fu  eseguita  senza  criteri  sdenUAci.  Vennero 
consegnate  all' Archivio  Notarile  carte  spettanti  all'Archivio  politico,  perchè 
Cline  (rome  quasi  tutte  le  carte  publiche]  da  nalal.  Bd  ora  sono  oonaervate 
nel  R.  Archivio  Nnterile  (specialmente  nella  Casaclla  1.  notai  antichi,  dal 
1038)  e  oeir  Archivio  Generale  {Vueali  rd  alti  diplomatica).  Si  può  leggere 
in  propofllte  il  rapporto  del  Moderni  alla  Procum  di  Appello  al  N.  023,  del 
l'i  agosU  1814,  Arch.  Proc.  di  App.  —  uel  R.  Ardi.  Gener   di  Veneiia 


-   15  — 

vi  furono  copiati.  Approfittando  di  alcune  carte  vuote,  s' intro- 
dussero nei  volumi  scritture  e  memorie  diverse  ^. 

V  hanno  parecchi  indici  dei  patti  ^.  Ma  il  più  accurato 
e  nitido  è  un  inventario  compilato  nel  1538,  nel  quale  i  docu- 
menti sono  notati  per  regioni,  provincie  e  tempi  ^. 

GP  indici,  estratti  dalFesemplare  dei  Patti,  che  si  conserva 
ael  R.  Archìvio  di  Corte  e  Stato  in  Vienna,  furono  publicati 
dal  Thomas  nel  1855  *.  Quella  copia  fu  eseguita  nel  secolo 
XVII,  e  venne  ceduta  al  Governo  Austriaco  per  virtù  del  trat- 
tato intemazionale  14  luglio  1868. 

Nei  CommemMnali  si  trascrissero  dal  1295  al  1787  atti 
diplomatici,  ducali,  bolle,  carte  notevoli  —  memx/iràbilia. 

Sono  trentatre  volumi,  quasi  tutti  in  gran  foglio  di  per- 
gamena ^. 

*  n  liber  blancus  è  un  codice  in  fol.  di  e.  288,  e  colla  rubrica,  292. 

V*ha  un  elenco  dei  patti  in  Buropam  ;  un  indice  deUe  cose  e  delle  materie, 
scritto  in  inchiostri  violetto,  roseo,  verdastro  e  nericcio. 

—  Al  liher  albus  precede,  come  al  blancus,  un  prologo  alquanto  letterario 
ed  enfatico  del  doge  Andrea  Dandolo  (1343-1354)  nel  quale  è  detto  :  «  prìvi- 
>"  legia,  jurisditiones,  et  pacta  sanctissimae  urbis  nostrae  diversis  retro  tem- 
9  poribus  a  praedecessoribus  nostris  et  nobis  honorabiliter  procurata,  vigili 
»  perquirente  examine  invenimus,  ea  per  multa  librorum  volumina,  rerum,  lo- 
«  oomm  vel  temporum  discretione  non  habita,  in  certis  sed  in  propriis  verius 
»  sedibus  pervagari  ....  —  ea  quae  ad  Romaniae,  Syriae,  Harmeniae  et  Cipri 
•'  provincias  pertinebant,  in  presenti  volumine  specialiter  inserentes.  » 

Ha  rubriche  (elenchi)  degli  Stati  di  Europa ,  Asia,  Africa,  Siria,  Fé- 
nieia;  delle  materie  e  delle  cose;  è  di  carte  CCLXXV.  Tempi,  1123-1348, 
cioè  dalla  creazione  del  mondo  6656-6827.  Da  carte  252  a  275  ha  vari  docu- 
menti relativi  a  Trieste  e  air  Istria.  -  La  Rubrica  è  comune  ai  due  codici 
Blancus  ed  Albus. 

'  Per  es.  un  «  Index  rerum  [domi)  forisque  gestarum  in  libros  .... 
pactorum  a  secretis.  »  Volumetto  cartaceo  corroso,  che  fU  con  miglior  ordine 
trascritto  nell*  indice  pergamene  dei  Patti. 

5  Un  elegante  libricciuolo  in  16.°  contiene  la  rubrica,  o  registro  dei  patti  : 
Libellus  rerum  quae  ad  ordinem  dispositionemque  indicis  in  pactorum  libros  IX 
a  secretis  ])ertinent  veneti  Senatus. 

*  Tafel  e  Thomas  :  Indici  dei  libri  Pacta  I-VII  ed  Albus  e  Blancm  nel 
«  Der  Doge  Andreas  Dandolo.  »  Monaco,  1855. 

'*  Quattro  volumi  di  «  Memorie  antiche  importanti  »  possono  supplire  in 
parte  al  vacuo  dei  commemoriali,  e  contengono  notizie  su  «  relazioni  di  Casti- 
glia,  case  regnanti,  fortezze,  precedenze  diplomatiche  e  cose  storiche  dei  Regni.  » 


-  16  - 

Se  ne  hanno  indici  antichi  latini  ai  quali  precedono  al- 
cune avvertenze. 

H  signor  prof.  A.  S.  Minotto  ne  intraprese  un  regesto  in 
latino  ^  Nel  R.  Arch.  Generale  ne  fii  cominciato  nell'  anno 
1870  uno  in  italiano,  dall'  officiale  Riccardo  Predelli,  e  si  con- 
tinua. 

Anche  dei  Commemoriali  fu  curata  dalla  Republica  Veneta 
la  trascrizione  ;  ma  non  fii  portata  più  oltre  al  voi.  X  e  al  1417, 
sebbene  l'importanza  di  tale  opera  si  facesse  di  frequente 
sentire. 

Per  esempio  Nicolò  Contarini,  sopraintendente  alla  Se- 
creta, nel  3  dicembre  1626  proponeva  un  compenso  ad  Alvise 
Zancaruol  e  a  Giorgio  Porro  i  quali  per  decreto  del  Consiglio 
dei  Dieci  avevano  trascritto  alcuni  volumi  dei  Commemoriali, 
eh'  erano  ridotti  in  lettere  cadenti^  corrose  e  quasi  qf  atto  inintel- 
ligibili  ...  «  Essi  hanno  fatto  grande  opera  »  e  il  decreto  del 
Consiglio  Eccellentissimo  «  è  stato  veramente  degno  della 
»  sua  gran  sapienza;  perchè  nelli  libri  che  si  procura  di  ritor- 
»  nar  alla  luce  e  levarli  dalle  tenebre  ....  si  contengono 
»  molte  singolari  preheminentie  della  Republica,  molti  attestati 
»  di  papi,  imperatori  et  altri  principi  delle  opere  egregie  de' 
»  nostri  maggiori,  molte  deliberationi  di  gran  momento  di 
»  Consigli,  giurisditioni  confessate  da  Pontefici,  molti  privi- 
»  legi,  molte  ragioni  che  tiene  il  Serenissimo  Dominio  in 
»  molti  paesi  e  città  ;  e  pur  queste  cose  tanto  pretiose  erano 
»  sotterate  nell'  oblivione  ...» 


^  n  prof.  Minotto  diede  notizia  del  suo  lavoro  nella  memoria  «  I  Com> 
memoriali  deirArohivio  Generale  di  Venezia  »  eoe.  —  Venezia,  tip.  Visentini, 
1S67,  8."  '.Atti  deir  Ateneo  veneto,  voi.  Ili,  punt.  3).  Ha  poi  cominciato  la 
pubblicazione  dei  regesti  :  «  Acta  et  diplomata  e  R.  Tabularlo  Veneto,  usque 
ad  rfoedium  saeculum  XV  summatlm  regesta  :  «  Documenta  ad  Forun^ulii 
Patriarcbatum  Aquilejensem,  Tergestum,  Istriam,  Goritiam  spectantia  ;  voi.  I, 
sect.  1.  Venetiis,  Cecchini  1870  ;  id.  ad  Belunum,  Cenetam,  Feltria,  Tarvi- 
sium  spectantia,  voi.  II,  sect.  1  e  2  ;  id.  ib.  1871. 


17   - 


III. 

Capitolari  di  magistrati. 

Abbiamo  detto  che  V  esistenza  dei  capitolari  dei  magistrati 
nel  secolo  XIII  e  prima,  è  documento  della  regolare  ammini- 
strazione del  Governo  e  dell'  esistenza  degli  archivi.  Perchè  in 
quei  volumi,  che  comprendevano  dapprima  soltanto  gli  obbli- 
ghi del  magistrato,  coordinati  in  un  tutto  completo,  si  tra- 
scrissero in  seguito,  per  esteso,  i  decreti  dei  Consigli  o  di 
Uffici  superiori;  sicché  da  ultimo,  moltiplicati  in  numero  fino 
a  costituire  serie  copiose,  si  cangiarono  in  altrettanti  volumi 
della  legislazione  generale  o  speciale  ad  un  ramo  di  ammini- 
strazione Ora  è  agevole  dedurre  da  queste  pratiche  di  ordine^ 
anche  queir  altra  e  fondamentale  di  raccogliere  e  coordinare  i 
documenti,  senza  di  che  sarebbero  riuscite  inutili  le  collezioni 
delle  leggi,  ed  impossibile  ai  magistrati  di  giustificare  la  pro- 
pria gestione. 

A  far  capo  dal  secolo  XIII  noi  troviamo  raccolti  nel  liòer 
plegionim  alcuni  di  quei  capitolari  p.  e.  degli  elettori  dei  Capi 
di  contrade  e  dei  consiglieri  di  Venezia  (doc.  n.  703  e  704). 

Nella  fine  del  secolo  stesso,  i  decreti  del  Maggior  Consi- 
glio ci  ricordano  per  esempio  i  capitolari  : 
dei  msdomini  al  fontego  dei  tedeschi  (1284,  8  luglio,  M.  C. 

Luna  39); 
degli  elettori  (1286,  20  agosto,  Zaneta,  15)  ; 
dei  msdomini  da  mar  (1287,  11  nov.,  36  t.)  ; 
»  ìnasseri  alla  moneta  d^  argento  (1287, 15  nov.,  Zaneta,  37  t.)  ; 
»  consoli  dei  mercanti  (1287  16  die,  Zaneta,  38  t); 
»  signori  di  notte  al  Crimin/il  e  dei  V  allapace^  corretti  (1290, 

4  magg.,  Zaneta  74  e  1291,  17  marzo,  Pilosus  p.  8); 
degli  officiali  sopra  F armamento  (1291,  3  marzo,  Pilosus,  7  t.); 

»        »         »    Rialto  (1292,  27  sett.,  Pilosus,  24  t.)  ;      • 
dei  Consiglien^  del  quale  già  citammo  uno  precedente  (1292 

15  genn.,  Pilo^s,  26  t.  )  ; 

»    visdomini  alla  l'emana  (1292,  14  fcbbr.,  Pilosus,  27  t.)  ; 

2 


~  18  - 

degli  officiali  alle  merci  (al  commercio)  del  Levante  (1292,  26 

febb.,  PHosus,  28)  ; 
dei  gitidici  del  Procurator  (1294,  1  ed  8  agosto,  correzione  del 

capitolare,  Pilosus,  e.  43  t.)  ; 
Capitolare  degli  iifflciali  al  frumento   (1296,  13  nov.  Pilosus 

e.  65,  t.). 
»    Cancellieri  (1317, 16  luglio  Clericus  civicus,  e.  110 1.); 

Cotesti  capitolari  erano  in  fascicoli  di  poche  carte,  o  in 
ruotoli. 

Parecchi  di  essi  ci  pervennero  nel  medesimo  esemplare 
antico  ^  Furono  riformati  nel  1376. 


IV. 


Registri  antichi  di  vari  magistrati. 

Nel  secolo  decimoterzo  tutti  i  magistrati  veneti  avevano 
certamente  registri  dei  propri  atti.  Troviamo,  come  dissi,  nel 
1270  *,  fatto  obbligo  agli  avogadori  di  Commi,  di  registrare 
in  un  volumetto  tutte  le  accuse,  le  testimonianze,  le  cause  pia- 
citate  in  Maggior  Consiglio,  i  consigli  o  decreti,  e  le  correzioni 
di  essi  ;  nel  1285  ^  ai  camerlenghi  di  tener  nota  in  un  libro, 
degli  argenti,  dei  tappeti,  delle  sete^  e  d' altro  che  non  fosse 
denaro,  e  appartenesse  al  Comune.  Nel  1291  *  si  fa  aggiun- 
gere al  capitolare  dei  consiglieri,  che  si  scrivano  in  un  volume 
come  accennammo  «  omnes  jurisdictiones  Comunis  Vene- 
»  tiarum ,  et  specialitor  Ducatus^  et  omnia  privilegia  que 
»  faciunt  ad  jurisdictionem  Comunis  Venetiarum  ».  Altri  do- 

*  Sono  raccolti  in  un  volume  (Miscellanea  Codictf  Arch.  Gen.,  cod. 
133)  e  no  fa  publicato  1*  elenco  nel  «  Doge  di  Venezia  »  di  B.  Cecchetti 
(Venezia,  Naratovich,  1864,  p.  85).  Ora  si  aggiunge  il  titolo  di  alcuni  altri 
che  esistevano  nel  secolo  XV  e  nel  principio  di  questo  secolo,  e  che  anda- 
rono dispersi.  (Veggansi  in  fine  i  documenti  sotto  il  N.  I). 

«  1270,  26  ag.  M.  C,  Bifrons,  21,  e  a  t. 
5  1285,  3  marzo,  M.  C.  Luna  e.  54  t. 

♦  1291,  18  die.  M.  C.  Pilosus  e.  16  t. 


--  19  - 

cumenti  congeneri  vengano  copiati  per  autorità  del  doge,  e 
dei  Consigli  minore  e  maggiore  ;  i  consiglieri  curino  che  siano 
conservati.  Quindi  abbiamo  memoria  di  registri  e  quaderni 
dei  lasciti  a  favore  del  Governo  *  dei  visdomini  da  mar  ' 
dei  salinieri  di  Chioggia  ^  di  commissioni  ai  rettori  ^  del 
resto  rilasciate  ad  essi  su  ruotoli  di  pergamena  in  tempi  ben 
anteriori. 

Presso  i  Cingile  alla  pace  si  tenevano  tre  registri,  due  dei 
èanditi^  ed  uno  delle  sentenze^  tutti  di  ufta  identica  copia.  Sor- 
gevano perciò  dubbi,  per  correzioni  eseguite  nell'  uno  e  nel- 
r  altro  no.  Nel  1340  ^  il  Maggior  Consiglio  stabiliva  che  se 
ne  istituisse  uno  solo  per  le  sentenze  e  pei  banditi. 

Nel  1358  6  s' ingiungeva  a  due  camerlenghi,  coli'  aiuto 
di  due  scrivani,  di  registrare  le  cedule  di  assegno  di  danaro, 
scrivendovi  su  V  anno  e  il  giorno  del  pagamento. 

V  aveano  fin  dal  1319  ^  presso  la  Quarantia  registri  dei 
patrizi  che  aspiravano  ad  entrare  nel  Maggior  Consiglio  prima 
dell'età  normale,  mediante  il  sorteggio  e  la  grazia  estratta  nel 
giorno  di  s.  Barbara,  —  cioè  della  òaìla  (f  oro.  I  procuratori  di 
s.  Marco  de  citra  e  de  ultra  tenevano  inventari  dei  beni  dei  de- 
funti, e  quaderni  *;  i  registri  di  carico  e  scarico  dei  metalli 
(rame^  stagno^  ecc.)  i  visdomini  da  mar.  ® 

Un  notaio  era  deputato  «  ad  scribendum  rectores  et  offi- 
»  ciales  et  alios  qui  eliguntur  tam  ambaxatores,  et  de  Consilio 
»  Rogatorum  »  *^  e  un  secolo  dopo  si  instituiva  un  volume 
da  custodirsi  nella  Cancelleria  Ducale,  per  registrarvi  le  date 


*  M.  C.  1293  17  maggio.  Libro  d' Oro  H.  139. 
<  M.  C.  1289-90  12  gennaio  m.  v.  Zaneta  69. 

3  M.  e.  1289  ult.  febbp.  m.  v.  Zaneta  70  t. 

*  M.  C.  1292  4  ott.  Pilosus  24  t. 

="•  1340,  6  genn.  m.  v.,  Spiritus  e.  113  t. 

«  1358,  21  sett.  M.  C,  Novella,  e.  64. 

'  1319,  25  nov.  M.  C,  Fronesis,  27  t. 

»  1322,  20  febbr.  m.  v.  M.  C,  Fronesis,  104. 

9  1324,  10  febb.  m.  v.^M.  C,  Fronesis,  148  t. 

*«  1437,  14  sett.  M.  C,  Ursa  114  t. 


-  20  - 

delV  entrata  e  dell'  uscita  di  carica  dei  rettori  \  Non  occorre 
far  rilevare  V  importanza  di  questi  volumi  per  compilare  la 
serie  dei  magistrati  ordinari  e  dei  rettori  nello  Stato;  i  super- 
stiti corrispondono  ad  una  matricola  del  personale.  Aveano 
anticamente  capitolari  e  registri  gli  vociali  agV  imprestidi  '. 

Nel  1412  3  il  Consiglio  dei  Dieci  istituiva  un  quaderno 
pergamene  per  alfabeto  e  con  rubrica,  nel  quale  si  dovevano 
iscrivere  i  nomi  delle  persone  «  de  quibus  Consilium  habebit 
»  agore  per  denuncitm  vel  accusationem  factam  »  e  le  deli- 
berazioni rispettive.  Ordinava  che  fossero  rubricate  le  scrit- 
ture e  i  processi  esistenti  nella  cassa  superiore  della  Quaran- 
tia;  né  si  potessero  aprire  le  casse  dove  si  conservavano  le 
carte  del  Consiglio  dei  Dieci  se  non  presenti  due  dei  capi  che 
ne  avevano  essi  soli  le  chiavi.  Un  libro  delle  denuncio  s' isti- 
tuiva nel  1442  «  cum  nomine  denunciantis.  »  * 


<  Altri  volumi   antichi   dei  Reggimenti  e  dei    Consigli  (libri  ofQciorum 
re^minum  et  Conslliorum)  avevano  i  titoli  segruenti: 
Universum  vetus,  1456-74;  —Universum  novum,  1475-92;  — 
Offlciorum  vetus,  1492-1523;  —  Offlciorum  novum,  1523-1536;  - 
Bulletinorum  P.,  1472-90;  II,  1491-1524;  III,  1524-1536;  — 
Regiminum  vetus,  1492-1523;  novum  1524-1536;  — 

Introytus  Regriminum,  vetus  I,  1437-91  ;  II,  1491-1524  ;   novum,   1524-36  ;  — 
Consiliorum  vetuSy  1492-1521;  novurn,  1522-1536. 

^  I.  Capitulare  dominorum  de  super  imprestitis  (Hubeus  parvus),  di  e.  37, 
1255-1346,  21  febbr.  m.  v. 

II.  Coeruleus  (nobilium  virorum  dominorum  officialium  imprestitorum) 
Coerulei  nomen  assumpsit  iste.  Prima  data,  1255,  1  agosto  —  1450,  18  mag- 
gio; di  e.  37. 

III.  Niger  tnagnus,  docum.  dal  1254,  29  die.  —  1529,  17  marzo  con  copie 
di  leggi,  e  con  note  del  sec.  XVI,  dal  1171,  di  e.  74,  alcune  non  scritte. 

IV.  Rubens  magnus,  1447,  9  luglio  —  1520,  8  genn.  m.  v.,  di  carte  148. 

V.  Conditiones  capital ium  imprestitorum  de  ratione  montis  novi  solum- 
modo,  et  erit  cathasticus  primus  montis  novi;  1482,  26  sett.  —  1498,  5  otto- 
bre; di  e.  98. 

VI.  Niger  parvus  vocabitur  iste.  Contiene  parti  del  Senato  e  del  C.  X. 
intomo  gr  imprestidi  ;  di  e.  35. 

VII.  Suhrubeus  parvus  nomen  istius  erit.  —  Parti  del  Senato,  1509,  21 
settembre;  —  1533,  14  marzo;  di  e.  39. 

3  28  settembre.  C.  X.  Misti  reg.  9,  e.  93. 

4  31  agosto,  C.  X.  Misti  reg.  12,  e.  115  t. 


-  21    - 


V. 


Volumi  antichi 

del  Maggior  Consiguo,  del  Collegio,  del  Senato 
e  della  Quarantla  Criminale. 

Se  è  da  deplorare  che,  tranne  poche  e  ben  note  costituzioni^ 
quali  la  prima  legge  criminale  e  la  prima  annonaria,  manchino 
i  più  antichi  monumenti  della  legislazione  veneta,  non  è  mi- 
nore il  danno  che  viene  agli  studi  dalle  lacune  nelle  serie  degli 
stessi  archivi  che  il  tempo  ha  risparmiato.  Possediamo  però  la 
collezione  completa  delle  deliberazioni  del  Consiglio  maggiore  dal 
1232  al  1797. 1  primi  volumi,  come  accennammo,  sono  il  Co- 
mune I  e  II,  nei  quali  i  decreti  si  trovano  coordinati  sotto  la 
classe  dei  magistrati  ai  quali  hanno  attinenza.  I  titoli  sono 
trascritti  nel  principio  a  modo  di  rubrica,  e  riportati  sopra  la 
copia  di  ciascun  decreto.  Negli  altri  le  parti  o  leggi  sono 
disposte  in  ordine  di  tempo. 

Presso  parecchi  magistrati  veneti,  si  notavano  atti  o  ri- 
cordi diversi,  in  volumi  detti  notatarìi;  contengono  le  scritture, 
a  così  dire,  del  giorno.  Marino  Sanudo  ci  lasciò  di  suo  pugno 
un  volumetto  cartaceo  (di  e.  38)  che  comprende  estratti  di 
notatorii  di  Collegio  1291-1393:  Notaòilia  in  notatorio  rosato^ 
rosa^  secando,  tertio,  quarto^  sexto^  7.'"'  antiquo^  9^  —  Forse  furono 
estratti  da  una  serie  particolare,  o  meglio,  da  quella  delle  con- 
sulte del  doge  coi  consiglieri^  non  della  Signoria  e  dei  Savii  cioè 
del  Collegio  ;  perchè  la  instituzione  dei  notatorii  di  Collegio  fu 
decretata  soltanto  nel  1318  *  e  il  primo  volume,  pergamene, 
comprende  il  periodo  1327,  3  marzo  1333,  23  novembre. 

Segue  in  antichità  e  in  grado  gerarchico  alla  serie  di 
quei  volumi,  quella  dei  Misti  del  Senato  «  continentes  res 
«  terrestres  et  maritimas.  »  Erano  sessanta;  i  primi  tredici 

1  2  luglio  M.  e.  ClericuS'Civicus,  e.  153  t. 


-  22  — 

andarono  bruciati  ;  contenevano  gli  atti  dal  1293  al  1331  *. 
La  denominazione  di  quei  volumi,  la  cui  serie  si  arresta  al 
1440  (pari  nel  titolo  alla  più  antica  dei  decreti  del  Consiglio 
dei  X)  è  appropriata  alle  materie  diverse  che  vi  si  compren- 
dono, relative  ai  dominii  di  Venezia,  del  Dogado  e  di  una  parte 
della  Terraferma,  o  del  Levante,  dell'  Istria  e  della  Dalmazia, 
di  amministrazione  generale,  o  politica. 

Circa  un  secolo  prima  che  si  abbandonasse  la  serie  dei 
Mtsti^  cioè  dal  1345  si  cominciò  a  trascrivere  in  volumi  se- 
parati, e  segnati  con  lettere  di  alfabeto,  alcune  deliberazioni  del 
Senato  in  materia  secreta,  dette  perciò  Secreti.  Ma  la  col- 
lezione generale  dei  registri  pergameni  {numerales)  comincia 
soltanto  dal  1401  ';  essa  corrisponde  dal  1510  al  1630,  colle 
filze  delle  minute  ^  La  serie  alfabetica  era  di  diecinove  vo- 
lumi,  detti  liòri  alfabetici  ^  che  contenevano  decreti  di  materie 

^  Essi  comprendevano  i  documenti  degli  anni  seguenti: 

Libri  Rogatorum   comunes  in   bombicinis,    primus,    1293   aprilis  ;  — 

secunduB,  1303  martii;  —  tertius,  1307  julii;  —  quartus,  1313  febr.  ;  —  quin- 

tus,  1317  maii;  —  sextus,  1320  aprilis;  —  septimus,  1322  martii;  —  octavus, 

1824  aprilis;  —  nonus,  1325  martii;  —  decimus,  1326  octobris;  —  undecimus, 

1838  28  maii;  —  duodecimus,  1329  martii;  —  tertiusdecimus,  1330  martii;  — 

quartus  decimus,  1331  martii  ;  — 

JBxtra  in  membranis,  RogatoTum 
XV  1832  martii  eto. 

—  Per  un  caso  curioso,  ci  resta  parte  del  primo  dei  suddetti  libri,  cioè 
da  e.  101  a  e.  193  (ultima  nella  rubrica)  e  recto  194.  Veggasi,  circa  altri 
Yolumi  antichi  perduti,  il  documento  li  in  fine. 

^  Il  primo  comincia:  Liber  secretorum  Consilii  Rogatorum,  inceptus  in 
millesimo  quadringentesimo  primo,  indicione  nona,  ducante  Serenissimo  domino 
Michaele  Steno  dei  gratia  inclito  duce  Venetiarum  etc.  diebus  et  mensibus 
inAascriptis.  MCCCCI   nonae  indictionis,  die  decimo   Aprilis  —  quarto  maii 

Mccccim. 

3  Quello  del  1509,  1  giugno,  a  21  febbraio,  N.  XLII  era  stato  deposto 
«  apud  dominos  capita  Consilii  X  cum  sua  filcia  de  mandato  publico.  »  Ora 
manca  la  filza. 

^  Libri  Secretorum  Senatus  alpbabetici  (anteriori   alla  serie  1401-1630). 

A,  credentiae  et  partes  captae  in  Consilio  Rogatorum  et  XL."  prò  facto 

Jadrae,  1345ag.  —48;  (esiste). 

B,  in  Consilio  Rogatorum  et  XL.",  1348  marzo-150  (esiste). 

C,  »        y>        XXV  Sapientum  electorum  per  Maius  Consilium  centra 

Januam;  1350  febbr.  —  52. 


-  23  — 

particolari.  Ce  ne  rimasero  quattro  soli  '.  Abbandonati  i  misti 
nel  1440,  le  parti  del  Senato  vennero  distribuite  in  volumi 

D.  in  Consilio  Ro^torum  et  sapientum  contra  Januam  1352  ott.  —  53. 

B.  »  »        de  XXX  contra  Januam,  1353  dee.  —  55; 

F.  »  »  »  XXV      »      Januenses,  1355  maprg.  —  57; 

G.  »  »        Rogatorum  et  XL."  contra  regem  Hungariae ,   135*7 

magg.  63; 
M.  »        »  »  »      super    facto   rebeUionis   insulae 

Cretae,  1363  nov.  67; 
/.  »        »  »  »      contra  Tergestum ,  1367  luglio 

-  70; 
X  »        »  »  et  Zontae,  1370  luglio  —  73; 

X.  »        »  »  et  additionis,  1376  maggio  —  76  3  febbr. 

(esiste). 
Z.  bis     »        »  »  »  1373-78; 

■^.  _—_—.__— ^^___  13  .  . 

N,  13  . . 

0.  in  Consilio  Rogatorum  et  addicionis,  1384  sett.  —  85 

P.  »        »  »  »  1385  ott.  —  86 

Q.  •        »  »  »  1386  ott.  —  87 

B.  »        »  »  »  1388  marzo  —  97;  (esiste). 

S.  »        »  »  »  1397  app.  —  1400  febbr. 

In  fine  hujusce  libri  sunt  Statuta  Tridenti,  non  compaginata. 

Poi  il  primo-1401  aprile  e  la  serie  continua  sino  al  1630. 

Nel  secolo  XVII  (Inventario  della  Secreta,  1669,  p.  19,  Armario  XV)  non 

esìatevano   più   tutti  1  volumi   sopra   enumerati,  nò   i    superstiti  recavano  le 

lettere  medesime: 

Armarlo  IV.   JLW, 

Colto  Secondo. 

Deliberazioni  antiche  del  Senato  segnate  per  alfabeto. 

N.  27  e  28  —  1354  -  fin  1359. 
A.   principia  1335  —  aprile  —  agosto. 

è  di  cose  spettanti  air  Istria. 
1345  —  agosto  —  fin  marzo  1348. 
1348  —  marzo  —    »  febbr.  1350. 

è  anco  del  Consiglio  di  XL. 
1376  —  marzo    —  fin  febbr.  - 
1388  —  maggio  — -   »   aprile  1397. 

Deliberazioni  secreto  del  Collegio. 
1382  —  genn.  —  fin  sett.  1385. 

—  intitolato  Petrus  Gradonico  :  sono  lettere 

Ducali  —  principia  1308  sett.  —  luglio  1310. 
Deliberazioni  del  Consiglio  di  XL. 
1299  —  luglio  -     1303. 

di  Pieggiarie  et  altro  come  in  sommario,  1222. 
Pieggiarie  --  1511  —  fin  1531. 

*  A.  1345,  indicione  13,  mensis  augusti. 

liber  iste  continet  credentias  et  partes  captas  in  Consilio  Rogatorum  et 

XL  tempore  illustris  domini  domini  Andree  Dandulo  incliti  Venetiarum  ducis 

temporibus  infrascriptis,  prò  facto  Jadrae;  da  XXVIIII  agosto  1345 —MCCCXL Vili 

XX  un  marzo. 


B. 

» 

C, 

» 

D. 

» 

B. 

» 

F. 

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a. 

libro 

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L. 

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M. 

PieflTfi 

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1 


—  25  - 

D  volume  più  antico  rimasto  comprende  il  periodo  dal 
1347,  23  luglio  al   1370,  9  ottobre,  poi  all' 8  agosto  1375, 

Di  recente  si  sono  troyati  due  quinternetti  delle  parti  suddette  da  1352 
gennaio  m.  y.  fino  a  1354,  23  marzo,  di  e.  18;  e  da  1366,  6  marzo  a  1366, 
15  gennaio  m.  y.  di  e.  22. 

—  Di  queste  parti  alcune  che  non  esistono  più  nei  regristri,  si  troyano 
trascritte  in  un  oodicetto  di  pugno  di  Marino  Sanudo:  «  Leggi  e  processi 
criminali  antichi,  specialmente  contro  ecclesiastici  »  1333  sin  1491;  p.  es. 
alcune  relatiye  allo  sfregio  fotto  al  doge  Marino  Falier  da  Michieletto  Steno 
ed  altri  (1354,  20  noy.).  Da  una  rubrica  che  si  serba  neir  archiyio  del  Mag- 
gior Consiglio  risulterebbe  che  nel  secolo  XV  non  esistessero  più  diecisette 
dei  primi  19  yolumetti  della  XL.»  1  quali  infatti  si  troyano  indicati  come 
■egne: 

Libri  Consilii  de  XL: 

Primus  —  secundus  -  tercius  —  quartus  -  quintus  -  sextus  —  septimus  — 
octayus  --  nonus  —  decimus  —  undecimus  -  duodecimus,  1312  decembris  — 
tertiusdecimus  —  quartusdecimus  —  quintusdecimus  -  sextusdecimus  -  deci- 
musseptìmus,  1326,  octobris  —  decimusoctayus   -  decimusnonus  — 

XX,  1333  julii  -  1337  martii  ; 
XXI,  1337  decembris  —  1341  januarii; 
XXII,  1342  martii  -  1343  februarii; 
XXIII,  1344  martii  —  1347  julii; 
XXIIII,  1347  julii  -  1352  febr.; 

XXV,  1352  januarii  (sic)  —  1355  junii  ; 

XXVI,  1355  junu  —  1358  julii; 
XXVII,  1358  julii  —  1361  aprilis; 

XXVUI,  1361  aprilis  —  1365  febr.  ; 
XXVIin,  1366  martii  —  1370  ootobr.  ; 

XXX,  1370  octobr.  -    1375  aprilis; 

XXXI,  1375  noy   —  1382  decembr.  ; 
XXXII,  1382  jan.  —  1390  aprilis; 

XXXUl,  1390  aprilis  —  1397  mail; 
XXXIUI,  1397  mali  —  1409  febr.  ; 
XXXV,  1410  martii  —  1421  aprilis; 
XXXVI,  1422  martU  —  1441  octobr. 

Nella  rubrica  suddetta  si  trovano  indicate  anche  queste  serie  di  registri  : 

Proposta  Majoris  Consilij, 


1.  1324  aprilis; 

2.  1325  may  ; 

3.  1329  Jung; 

4.  13...  aprilis; 

5.  1288  may  ; 


6. 

7. 
8. 

9.  1295  may  ; 
10. 


-  26  — 


ed  è  il  quaderno  XXIV.**  andarono  adunque  perduti  i  primi 
ventitre  ed  altri  dei  successivi. 


11.  1345 

12. 

13. 

14. 

15.  1352 

17.  • 

18.  1358 
19. 

20.  1363 

21.  1366 

22.  1368 

23.  1871 

24.  1375 

25.  1378 

26.  1382 

27.  1385 

28.  1389 


ms4j; 


marty; 

septembris  ; 

deoembris; 
matj; 
aprilis  ; 
juny  ; 
marty  ; 
ma^; 
jtiny  ; 
noyembris  ; 
juiy; 


29.  1392 

30.  1395 

31.  1397 

32.  1399 

33.  1401 

34.  1404 

35.  1406 

36.  1410 

37.  1414 

38.  1418 

39.  1424 

40.  1431 

41.  1437 

42.  1442 

43.  1448 

44.  1454 

45.  1459 


ma^; 
marty  ; 
maij; 
may  ; 
augusti; 
maij  ; 
july  ; 

septembris  ; 
jaltì; 

decembris  ; 
aprilis  ; 
marty  ; 
aprilis  ; 
mart^; 

id. 

id 
augusti. 


decimus,  1391  octobr.  ; 
undecimus,  1397  decembr.  ; 
duodecimus,  1406  aprilis; 
terciusdecimus,  1414  martij; 
quartusdecimus,  1424  novembr.  ; 
quintusdecimus,  1439  martii; 
sextusdeoimus,  1444  martii; 
decimus  septimus,  1453  mali. 


Natatoria  (?) 

Primus,  1330  septembris; 
secundus,  1341  febr.; 
tercius,  1344  aug.; 
quartus,  1348  decembris; 
quintus,  1358  juiy  ; 
sextus,  1360  octobris; 
septimus,  1367  martij; 
octavus,  1375  juiy  ; 
nonus,  1381  nov.  ; 

Aggiungo  infine  le  note  dei  reg^istri  di  Senato^  Incanti  di  galere  e  del 
primo  delle  Taglie: 

1469,  11  genn.  in  Rogatis  -  1489,  febbr.  17. 

Liber  incantuum  galearum  a  mercato,  inceptus  ducante  Serenissimo  Prin- 
cipe et  Excellentissimo  domino,  domino  Cbristoforo  Mauro,  dei  gratia  inclito 
duce  Tenetiarum  etc.  di  e.  134. 

Id.  Agost.  Barbarigo. 

1488,  3  febbr.  —  1496,  17  febbr.  —  di  o.  59. 

Liber  incantuum  quartus  —  inceptus  die  XXX  mail  1525  —  1548,  28 
aprile  —  di  e.  105. 

Galearum  onerariarum  incantus. 

Liber  quintus,  duce  Francisco  Donato,  1548,  31  genn.  —  1569,  8  giu- 
gno —  di  e.  59. 

Talearum  terrestrium  et  maritimarum  excellentissimi  Senatus,  incipit  a 
mense  martii  MDXLUII,  duce  Sereniss.  D.  D.  0.  Pietro  Landò. 

1  marzo  1544  —  1547,  28  febbraio  m.  v. 


w^^mmmm'mm^m 


-  27  - 


VI. 

Copia  delle  leggi  in  volumi,  «  compilazione  delle  leggi.  » 

Pei  tempi  antichi,  dobbiamo  parlare  del  contenuto  degli 
archivi,  per  indurne  V  esistenza  del  contenente. 

Fu  cura  del  Governo  veneto  di  raccogliere  e  far  estendere 
nitidamente,  e  talora  con  isplendidezza,  le  leggi  o  le  determi- 
nazioni dei  magistrati  inferiori,  che  per  V  autorità  ad  essi  de- 
legata acquistavano  vigore  di  legge.  Come  volevasi  che  in 
ciascuna  adunanza  del  Maggior  Consiglio  le  cose  da  trattarsi 
fossero  raccolte  in  scrittura  *  —  che  equivaleva  ad  un  ordine 
del  giorno  —  così,  dopo  deliberate,  se  ne  moltiplicavano  gli 
esemplari  :  tutti  i  consigli  (è  come  abbiamo  detto  una  legge  del 
30  giugno  1266)  qiie  sunt  autentica  supra  palacio.,  vengano 
trascritti,  e  si  conservino  in  Quarantia  come  si  trovano  in 
palazzo.  Due  notai  veneti  debbano  assistere  per  ciò  alle  adu- 
nanze di  quel  Consiglio. 

Circa  alla  conservazione  dei  documenti,  si  commetteva 
la  copia  delle  scritture  pubbliche  dai  registri  di  carta  di  co- 
tone '  in  volumi  di  pergamena;  circa  alla  epurazione  delle 
I^gi,  era  data  facoltà  e  fatto  dovere  ai  consiglieri,  di  togliere 
quelle  spirate  o  cadjite  in  disuso. 

Per  cancellare  i  decreti  del  Maggior  Consiglio,  dissueti  o 
aboliti,  si  eleggeva  un  notaio  che  doveva  scrivere  sotto  di  essi, 
in  nome  di  chi  li  aveva  cancellati,  se  per  volere  unanime  dei 
commissarii  o  di  alcuni  di  essi,  e  tracciare  il  segno  del  suo 
tabellionato.  Anche  i  commissarii  dovevano  sottoscrivere,  o  il 
notaio  in  loro  vece,  se  non  sapevaiw  scrìvere.  ^  Ciò  non  dà,  per 
vero,  un  concetto  molto  favorevole  della  cultura  di  quei  sindaci 
della  vecchia  legislazione  veneta. 

<  1264,  5  luglio,  M.  C.  D'  Oro,  1,  58. 

«  Leggre  cit.  1291,  3  marzo,  M.  C,  Pilosus  e.  7.  t. 

3  1280,  3  agosto,  M.  C,  D'  Oro  /,  193. 


-  28    - 

Quando  a  quando  il  Governo  eleggeva  correttori  delle  leggi 
e  dei  capitolari  de'  magistrati.  Nel  1401  *  il  Maggior  Consiglio 
incaricava  gli  avogadori  di  Comun  di  cancellare  le  postille  al 
margine  dei  volumi  degli  statuti  (capitolari)  delle  giudicature 
ed  ufficila  fatte  da  particolari  per  illustrazione  propria,  e  decre-^ 
tava  che  non  se  ne  scrivessero  in  avvenire  altre. 

Nel  1302  5  il  Maggior  Consiglio  decretava  :  «  debeant 
colligi  in  unum  omnia  statuta,  ordines,  et  Consilia  que  spectant 
ad  navilia,  ad  modum  navigandi  et  ad  mercadantiam  et  de  ipsis 
fieri  duo  libri  per  se  »  ;  uno  da  custodirsi  in  Cwrìa  majori,  l'altro 
presso  ì  provveditori  in  Rialto  (?);  e  quegli  ordinamenti  dovevano 
leggersi  publicamente  ciascun  anno  colà  nel  giorno  di  s.  Mi- 
chele. 

Le  collezioni  dei  decreti  fondamentali,  per  ciascun  magi- 
strato, si  formavano  gradualmente,  poiché  i  notai  dei  diversi 
Uffici  dovevano  intervenire  alle  adunanze  del  Maggior  Consi- 
glio, per  registrare  le  deliberazioni  spettanti  al  proprio  Ufficio  '• 
Vi  assistevano  quelli  della  Quarantia  ;  e  almeno  uno  dell'  Avo- 
garia. 

I  giudici  di  palazzo  erano  obbligati  a  porre  in  iscritto  le 
loro  sentenze  o  ter?ninazimii  \  affinchè  «  semper  per  scripturam 
appareat  quod  terminatum  est.  » 

Ingiimzioni  simili,  a  volerle  pazientemente  ricercare,  tro- 
veremmo fatte  a  tutti  i  magistrati,  e  raccomandata  poi  loro  la 
chiarezza  materiale  della  scrittura  ^  e  da  certa  epoca,  1'  uso  del 
volgare.  —  Gli  esami  o  costituti  eseguiti  nel  Consiglio  dei 
Dieci  dal  Collegio  criminale,  è  conveniente  che  vengano  estesi 
con  grande  proprietà,  perchè  siano  airintelligenza  di  tutti.  Per- 


<  1401,  3  magerio,  M.  C,  Leona  e.  115  t. 

*  1302,  19  genn.,  M.  C,  Magnus  et  Caprtcornus,  p.  41. 

3  1304,  17  firenn.,  M.  C,  Magnus  et  Capricornus^  e.  75  t. 

*  M.  C,  1340,  24  agosto,  Spiritus,  e.  Ili  t. 

•'  Il  Senato  nel  1665  26  agosto  (Roano  VI,  63  t.)  decretava  che  le  parti 
estese  dai  segretari!  fossero  senza  cassazioni,  e  tutte  scritte  del  medesimo 
carattere.  Qualunque  aggiunta  volessero  far?i  i  Savii,  sia  estesa,  prima  di  leg- 
gerla al  Senato,  dal  seg^tario. 


_^ M .^-*—  w»^  —  - '  ■«  ■  !■>  ^'m  L^w»i  «j     '^  r* 


ciò  tutti  i  processi «  scribantur  de  cetero  per  notarios 

huius  Consilii  in  lingua  materna^  videlicet  in  vulgari.  *  » 

Le  sentenze,  terminazioni  ed  altri  atti  si  estendano  in  vol- 
gare^ come  saranno  pronunciati  dal  giudice  '. 

Il  Consiglio  dei  Dieci,  addì  15  novembre  1486  '  volle  che 
Zaccaria  de  Antiquis,  e  Bernardino  de  Ambrosiis,  due  rubrica- 
tori  della  Secreta,  per  un  certo  termine,  in  un  libro  pergamene 
«  solicitissime  et  diligentissime  direxisse  et  suas  rubricas  et 
juxta  propriam  phantasiam  uniuscujusque  ipsorum  extendisse 
ordinatissime  et  perfectissiìm  omnes  leges  et  ordines  et  declara- 
tiones  per  tempora  facias per  Conisilia  et  Dominium  nostrum  sicuti 
iUas  habent  jam  collectas  in  particularibus  libris  eorum  :  et 
semper  omnia  et  precipue  debeant  omnia  ordinamenta  perti- 
nentia  ad  maius  Consilium,  electiones  et  regulamenta  illius 
scorsimi  in  eodem  libro  ita  disponere  quod  in  omnem  eventum 
et  casum  praesto  semper  haberi  et  intelligi  possint  omnia  in 
quacumque  materia  et  casu.  » 

Notai  appositi  erano  incaricati  nella  Secreta  «  ingrossandi 
literas  sécretarum  deliberationum  Consilii  nostri  Rogatorum, 
et  copias  secretas  »  *. 

Citeremo  ancora  pochi  esempì.  Il  Senato,  nel  1675,  ^  incarica 
il  segretàrio  della  Camera  dei  confini,  di  far  continuare  la  copia 
in  registri,  di  tutti  i  decreti  propri  relativi  ai  confini,  coi  dise- 
gni ecc.  Il  Consiglio  dei  Dieci,  nel  1735,  ^  determina  che  si  pon- 
gano «  in  maggior  chiarezza  le  leggi  generali  che  servon  di 
base  alle  elettioni  nel  Maggior  Consiglio,  nel  Senato,  nel  Colle- 
gio, »  e  se  ne  formi  un  repertorio  nuovo.  Cotali  volumi  furono 
detti  libri  d!  oro  (vecchio  e  nuovo),  i  quali  comprendevano  le 
leggi  del  M.  C,  come  altri  contenenti  del  pari  leggi  statutarie, 
si  denominarono  libri  Roano  per  le  parti  del  Senato,  e  Verde  per 


*  e.  X  1472  2  aprile,  Misti,  n.  17,  p.  156. 

«  M.  C.  1668,  11  marzo.  Ballar inus  pater,  p.  229. 

3  C.  X.  Misti,  n.  23,  p.  62,  e  v.  anche  1479  30  giufirno. 

*  1498,  30  marzo,  C.  X.,  Misti,  r.  27,  p.  155. 

^  1675,  30  marzo  1,  Senato,  Rettori,  reg.  50,  e.  15  t. 
6  20  luglio  e.  X.  Comuni,  reg.  185,  e.  88  t. 


-  30  - 

quelle  del  Collegio.  La  copia  era  sopravegliata  dal  Cancellier 
Grande  ;  riuscì,  pel  libro  doro^  di  venti  tomi,  riveduti  diligen- 
temente dai  segretari  del  Cons.  dei  Dieci,  che  doveano  rilasciar 
certificato  della  perfezione  del  libro. 

Nel  1740  '  il  Senato, accennando  essergli acuore  la  trascri- 
zione delle  leggi  statutarie  del  Maggior  Consiglio  dal  1244  al 
1739,  della  cui  revisione  era  stato  incaricato  il  Segretario  Gi- 
rolamo Vignola,  —  raccomandava  si  usasse  della  maggior  esat- 
tezza e  nitore  ;  e  prescriveva  ogni  piccola  particolarità,  perfino 
della  carta  e  del  numero  dei  fogli. 

Cotesti  intelligenti  amanuensi  si  pagavano  allora  egregia- 
mente. Giangirolamo  Zuccate,  Cancellier  grande,  informa  che 
Angelo  Maria  Giacomazzi,  inasser  custode  della  Cancelleria  Du- 
cale, ha  compiuto  in  due  mesi  la  copia  delle  parti  del  Maggior 
Consiglio,  1748-1779,  e  del  principio  del  1780-81,  cioè  undici 
trienni,  e  gli  propone  il  pagamento  di  ducati  264  V.  C,  cioè  di 
lire  it.  818 .  40. 

Come  sui  trattati  internazionali  e  su  altre  scritture  politi- 
che, dopo  copiate  nei  volumi  dei  Patti  e  dei  Commemoriali  si  se- 
gnavano alcune  marche  particolari  %  così  le  filze  cartacee 
trascritte  nei  registri,  solitamente  di  pergamene,  si  segnavano 
d' una  E  [registrata). 

Il  bisogno  di  coordinare  le  leggi,  di  sopprimere  quelle  ca- 
dute in  disuso,  e  di  formare  della  legislazione  un  corpo  chiaro 


^  \t  settembre  C.  X.  Comuni,  reg.  190,  p.  160. 

^  Arch.  Gener.,  Misceli.  Codici,  n.  428.  Inventario  di  carte  diplomatiche 
relative  a  Stati  diversi,  con  note  sulla  trascrizione  di  esse  nei  CommemoriaU 
e  sugi*  involucri  che  li  coprivano,  con  segni  particolari. 

In  una  collezione  di  carte  archivistiche  antiche  è  un  elenco  di  scritture 
legate  e  riposte,  con  marche  di  lettere,  linee  ed  altri  segni  capricciosi.  Fra 
esse,  p.  es.,  «  Instru mento  in  bergamina,  senza  bolla  et  molto  vecchio  de 
patti  fra  V  Imperator  Federico  Barbarossa  et  la  Signoria  de  Venetla  nel  tempo 
del  Serenissimo  Doge  Sebastiano  Ziani,  del  1177. 

—  Bolla  de  papa  Alessandro  Sesto,  1495. 

—  Una  lettera  in  bombasina  vetustissima,  del  duca  di  Milano,  senza  mi- 
leslmo,  data  in  Milano  a*  12  marzo,  in  materia  de  far  pace  con  Zenoesi,  »  ecc. 


e  rivo,  senza  membra  morte  o  disarmoniclie,  —  fu  sentito  dalla 
Repubblica  veneta  assai  anticamente. 

Gli  sialuii  furono  dapprima  oggetto  delle  cure  del  legi- 
slatore. Vennero  poi  le  leggi  dei  magistrati  diversi.  E  alla 
commissione  dei  cinque  nolnli  eletta  dal  doge  Giovanni  Dan- 
dolo, altre  ne  succedettero  nei  tempi,  e  da  ultimo  un  Ufficio 
particolare  dei  Compilatori  delle  leggi,  e  deputati  al  sommario 
di  esse.  ' 

Né  fra  le  cure  continue  cbe  la  Kepublica  dedicava  ai  propri 
'  archivi,  dimenticò  il  vantaggio  che  poteva  derivare  a'  cultori 
delle  scienze  dalla  conoscenza  di  codici  pregevoli  per  la  sostanza 
0  per  le  forme  artistiche. 

Venuta  a  sapere  che  certo  libro  mandato  in  dono  al  «Turco  » 
era  opera  mirabile  e  da  aversi  carissima  «  propter  novas  et  no- 
tabiles  res  bellicas  in  ilio  scriptas  et  designatas  »  '  voleva  che 
ne  fosse  entro  breve  tempo  fatta  copia,  e  poi  si  restituisse  al- 
l'ambasciatore del  papa  che  doveva  spedirlo.  Donati  dal  nob.  Al- 
vise Contarini  cav.  ambasciatore  al  congresso  di  Mtinster,  quat- 
tro libri  di  cosmografia  (di  paesi,  sih\  e  delie  pertinenze  de  Prin- 
e^)  il  Senato  decretava  che  venissero  consegnati  al  soprainten- 
dente  della  Secreta  per  esservi  custoditi.  * 

Il  breviario  del  card.  Domenico  G  rimani  (la  cui  storia  è 
oramai  notissima  per  le  fotografie  del  Perini,  V  illustrazione 
del  cav,  de  Mas  Latrie  ed  un  opuscolo  del  nob,  Camillo  So- 


'  Il  conte  Unrlno  Acgreli  proponera  nel  1688  on  metodo  di  compila- 
]^ne  delle  lepgi  «  legnai  venetarum  compilatarum  methodua  ;  »  Venetila, 
'  Piselli,  2  voi.,  onde  lervir  putta  per  giocamtnto  de' tudiiii  e  per  facile  e 
certa  diniionc  iti  giadi'cj  civili  e  criminali. 

Nel  nSB  (termin.  dei  fiopraintend.  ni  Sommario  delle  leggi  35  sett.,  o 
Senato  decT.  4  giugno  1789)  veniva  eletto  deputai»  &I  aomn ari o  delle  leggi, 
Jacopo  q.  Pier  Ant.  Chiodo,  che  fu  poi  direttore  dell'Archivio  politico  di 
•.  Teodoro,  e  primo  direttore  dell'Archivio  Generale  ai  Frari, 

V'hanno  a  stampa  alcune  eolleiioni  particolari  di  leggi  venete,  p.  ea, 
■  Compilazione  delie  leggi  del  Serenissimo  M.  C,  Ecce! lentissimo  Senato, 
Eccelso  Cddb.  di  X,  Ecc.  Cons.  di  XL  ai  Ciiinina),  ecc.,  in  materia  di  ofBcU 
e  banchi  di  ghetto  »  Veneiia,  Pinelli.  1786,  tom.  5. 

'  1*62.  12  giugno,  C.  X.,  Misti,  t.  IC,  e.  64  t. 

'  1650.  29  sett..  Senato,  lettor!,  reg.  2i,  0.  135  t. 


ranzo  '  )  restituito  alla  Republica  dal  patriarca  di  Àquileìa  Gio- 
vanni nell'ottobre  del  1593  veniva  tosto  consegnato  ai  Procura- 
tori di  S.  Marco  de  supra  '  perchè  lo  custodissero  nel  Tesoro. 
Considerandosi  poi  alcuni  volumi,  più  che  amministrativi 
e  d'  uso  pel  governo,  affatto  scientifici,  sia  per  la  qualità  delle 
scritture,  sia  per  V  epoca  dalla  quale  derivavano,  —  li  volle 
assegnati  alla  Libreria  publica,  e  il  Consiglio  dei  Dieci  con  de- 
creto 1786,  28  settembre  ^  ne  trasmetteva  a  quell'  Istituto 
ventisei  di  materia  istorica  e  scientifica  fra'  quali  il  liber  blan- 
cus^  le  Assise  di  Oerusàlemme^  «  una  storia  dell'  Impero 
d'Oriente,  da  Costantino  alla  presa  di  Costantinopoli,  in  lingua 
greca;  una  storia  dei  Mori  e  dei  Turchi,  prima  che  la  casa 
ottomana  facesse  l' acquisto  di  Costantinopoli,  in  lingua  orien- 
tale; una  storia  della  casa  ottomana,  del  1548,  nella  lingua 
stessa;  una  prefazione  autografa  della  storia  veneta  di  Paolo 
Paruta,  presentata  nel  1580;  un  volume  degli  annali  veneti  (sic) 
del  doge  Andrea  Dandolo  ;  un  trattato  delle  rappresentazioni 
teatrali,  di  Paolo  Contarini  »  \ 

VII. 

Inventari  anticM  di  archivi,  rubriche  di  scritture  ; 

disegni  e  modèlli. 

Di  queste  norme  di  buon  ordine  e  di  sintesi,  occorrono 
frequenti  memorie  nei  documenti  veneti.  Registri  della  spe- 
dizione delle  lettere  v'  aveano  nei  primi  anni  del  secolo  XIV. 

• 

^  Un*  occhiata  al  breviario  del  Cardinale  Domenico  Grimani  esistente  nella 
R.  Biblioteca  Marciana  in  Venezia.  Venezia  coi  tipi  Ripamonti  Ottolini,  1870. 
«  1593,  4  nov.  Senato  Terra,  r.  63,  p.  116. 

3  Comuni y  f.  1265.  Veggasi  la  scrittura  del  n.  a.  Zaccaria  Vallaresso, 
inserta  in  quel  decreto. 

4  II  cav.  procurator  Marco  Foscarini  bibliotecario  e  sopraintendente  alla 
Cancelleria  Secreta,  riconobbe  per  incarico  del  Senato  i  molti  volumi,  già  di 
mons.  Giusto  Fontanini,  che  si  trovavano  nella  Secreta,  e  compilò  due  cata- 
loghi, uno  di  quelli  da  conservarsi  nella  Cancelleria  stessa,  T  altro  di  quelli 
da  trasferirsi  nella  Libreria  pubblica.  Sono  inserti,  assieme  ad  una  scrittura 
di  lui,  nel  decreto  del  Senato  1746  12  marzo.  (Senato  Rettori  ^a  270). 


-  88  - 

«  Il  cancelliere  e  gli  scrivani  della  Curia  maggiore  debbano 
»  iscrivere  le  lettere  in  un  volume  prima  di  darle  al  dc^e 
»  per  esser  poi  bollate  »  * 

Degli  atti  si  compilavano  mbricJis^  e  degli  archivi,  m- 
ventaH. 

Numerose  sono  le  leggi  che  risguardano  i  ruhricatori.  Nella 
Cancelleria  Secreta  a  quelli  che  n'  erano  incaricati,  si  aggiun- 
gevano nel  1458  altri  tre  notai  ^  per  «  rubricare  partes  et 
»  ordines  nostros  *.  » 

Già  dalla  fine  del  secolo  XIII  o  dal  principio  del  successivo 
s' erano  intraprese  rubriche  dei  decreti  del  Senato  Misti  *. 

Nel  1465  si  delegava  un  notaio  della  Cancelleria  Ducale 
alla  rubricazione  di  tutti  i  libri  di  essa,  perchè  «  sebbene  le 
»  scritture  custoditevi  siano  tutte  ottimamente  scritte  nei 
»  libri  del  Senato  e  del  Maggior  Consiglio,  tuttavia  non  se  ne 
»  poteva  aver  al  bisogno  pronta  conoscenza,  perchè  non  erano 
»  ruòricate.  »  "^ 

Malgrado  queste  cure,  sullo  scorcio  del  secolo  stesso,  il 
numero  dei  volumi  mancanti  di  rubriche  era  considerevole  ;  e 
troviamo  nel  1479  ^  incaricato  il  segretario  Lodovico  Beaciani 
d'istruire  tre  notai  della  Cancelleria  nel  rubricare  200  vo- 
lumi—  del  Maggior  Consiglio,  del  Consiglio  dei  X,  del  Senato 
e  della  Quarantia,  e  di  delegarne  uno  alla  rubrica  dei  Com- 
memoriali. 

GV  indici  antichi  di  questi  preziosi  volumi  che  ci  restano, 
sono  :  I.'""  la  Siha^  seu  index  antiquismrms^  alfabetico  (p.  e. 
Ariminum.,  Anconay  Armata  inaris  ecc.)  che  manda  alla  pagina 

*  1808,  5  luglio,  M.  C.  Magnus  et  Capricornus,  e.  73  t. 

«  1458,  26  lugrlio,  C.  X.,  Mistiy  n.  15,  p.  156  t. 

3  Si  leg-gono  i  nomi  di  alcuni  degli  eletti,  sotto  il  decreto  24  gennaio  1458, 
C.  X.  Afistt,  15.  p.  168. 

^  Nel  volume  I.®  di  esse  sta  scritto:  «  Haec  sunt  rubrice  consiliorum 
de  Rogatis  et  Quadraginta,  distinctae  particulariterque  notate,  sumpto  ini- 
cio  a  primo  libro  Rogatorum  qui  incipit  currente  anno  domini  nostri  Jesu 
Christi  millesimo  CCLXXXXIII.^  » 

•"■  19  febbr.  C.  X.,  Muti  n.  16,  e.  190. 

♦••  1479,  30  giugno,  C.  X,  Misti,  n.  19,  e.  137  t. 


-  34  — 

particolare  dove  si  trovano  indicazioni,  ma  senza  data,  del 
documento  e  della  carta  del  volume.  Pare  specialmente  V  indice 
dei  volumi  3.  e  4  ;  —  2.''  gV  indici  dei  primi  Commemoriali  dal 
1295  al  1535  ^  Nei  successivi  una  breve  rubrica  sta  unita 
al  volume. 

Essendo  doge  Andrea  Gritti,  nel  1538,  fu  compilato  Tindice 
dei  patti^  a  cura  di  Andrea  Franceschi  cancellier  grande,  e  di 
Pietro  Bresciani  (Bressan)  segretario.  Contiene  un  elenco  per 
alfabeto  delle  provincie  e  delle  regioni  (p.  es.  Achaja^  AegiptvSy 
Albania^  Epinis  ecc.),  dei  paesi,  de'  tempi,  dei  documenti,  del 
titolo  di  essi,  colle  date,  il  numero  del  volume  e  della  carta  in 
cui  si  trovano. 

Precedono  alcune  avvertenze  al  lettore^  circa  la  divisiono 
deir/?w//re,  nitido  ed  elegante  quanto  mai  si  può  dire  *. 
DegF  intentarl  (per  uscire  al  più  presto  da  questo  ispido  elenco 
bibliografico)  citeremo  soltanto  (juello  generale  della  Cancet- 
ìeria  Ducale^  e  quello  del  Coìisiylio  dei  Bied.  Ecco  il  titolo 
farraginoso  del  primo  (IGIO,  1  agosto)  : 

Motto  :  hminii  svò  te  labores. 

«  Revisione,  regolatione  et  indice  formato  da  me  Bonifacio 
AntelmiGran  Cancelliere, de  tutti  i  libri,  registri,  filze,  lettere,  ot 
d'  ogni  altra  sorte  di  scritture,  che  ora  si  trovano  nella  Cancel- 
leria Ducalo,  tanto  negli  armari  della  Camera,  che  ho  fatto 
nuovauiente   accomodare,  et  in  quelli  della  soffitta  vecchi  et 

*  Le  rubriche  dei  CommeiHorìaìi  sono  unite  in  tre  buste  ;  alcune  sono  doppie. 

Nel  libretto  H  ò  un'avvertenza  sul  modo  in  cui  sono  coordinate  lo  noti- 
zie raccolte  in  quelle  rubriche.  Altri  cenni  sì  trovano  nel  I.  j^er  eseuipio:  Index 
hic  in  Commemori  ale  primuM.  Pn'Mo  pruvincias  et  regiunes.  oppidave  atqne 
loca  in  aìphabetum  redactc,  cum  chartarum  ac  paginaruM  numeris  compierti' 
tur  suis.  Bt  modo  una  prvrincia,  una  i^giOy  unuot  oppiduf/t,  unus  hcus  per 
se  insurgity  modo  pìura  conjuncta  siìnuì,  ctc. 

-  Eccone  il  titolo  :  Eicncus  sive  index  eorum  quao  IX  bisce  pactoruin 
continentur  libri»,  quao  quidem  olim  altissiinis  oljsita  tencbriu  situque  diu- 
turno sepult:!,  lon{^Ì8  post  »4*culis  nunc  primuni  in  lucom  edita  uunt,  in  usnni 
Reipublicae  SenatuR<iue  Veneti.  Audreae  Oriti  prinripis  sapientissinii  authori- 
tate  et  auspiciis  Andreae  Francisci  magni  CanccUarii  o^x^ra,  et  Petri  Bri- 
xiani  a  Secretis  opera;  anno  salutis  1538. 


-  35  - 

altri  che  ho  di  nuovo  fatti  fabbricare,  quanto  in  quelli  della 
medesima  Cancelleria  ancora,  dove  con  particolar  et  minuta 
revisione  di  tutte  le  cose,  ho  separato  et  distintamente  fatto 
mettere  insieme  con  la  mia  cotidiana  assistenza  ogni  materia, 
sia  in  filza  o  in  libri,  secondo  V  ordine  de  tempi  et  de  gli  ar- 
mari, essendosi  smarrito  o  aòòrucdato  ne  fuochi  del  Palazzo  et 
ne  tempi  passati^  tutto  quello  che  inanti  i  suddetti  millesimi  et  da 
quelli  sino  cU  presente  ci  era  ...  *  » 

Comincia  coli' elenco  dei  registri  delle  filze  di  Senato, 
Terra  alle  quali  seguono  quelle  Mar^  Sereiiiss.  Signoria  lettere 
sottoscritte  da  terra  e  da  rnar^  notatorii  di  Collegio^  possessi  di  Se- 
nato  e  di  Collegio^  Senato  Taglie^  lettere  di  Collegio  comuni^  man- 
dati di  Collegio,  Suppliche  delle  diverse  serie,  del  Maggior  Con- 
siglio^ della  Qfuarantia  Criminale^  Senato  incanti  di  galere^  e 
biave,  proposte  del  Maggior  Consiglio  ;  tasse  e  decima  ;  commis- 
sioni d  rettori  ;  prove  di  nobili  per  entrar  nel  Magg.  Cons.  ed  altri 
registri  antichi.  Nel  1720  ilnob.  u.  Pietro  Garzoni  soprintenden- 
te della  Secreta  propose  un  indice  generale  delle  materie  di  essa 
«  in  cui  si  raccogliessero  le  materie  più  importanti  e  le  publiche 
deliberationi  intorno  ad  esse.  »  ^  Secondo  le  sue  istruzioni  il 
segretario  di  Senato  Giovanni  Filippi,  compì  queir  inventario 
dal  1600  al  1606,  nel  quale  gli  appunti  sono  coordinati  così  : 

1600  e  1601  — 
Corti. 
Materie  di  Roma^ 

»  giurisdizionali    risguardanti  Roma,    Vienna  ed    altri 

Principi; 
Economia^ 
Cmmercio, 
Militar^ 
Magistrati, 
Costantinopoli  2. 

^  Veggansi  i  decreti  del  Cons.  dei  X,  1720  24  luglio,  Comuni  reg.  170, 
p.  127;  e  1731  17  agosto,  Comuni^  reg.  181,  pag.  98. 

«  Sono  tomi  XI  dal  1600  al  1619;  e  due  dal  1740  al  1743:  questi  due 
ultimi  hanno  indica  più  particolareggiato. 


-  à6  - 

Il  Garzoni  aggiungeva  :  «  ben  si  comprende  la  mole  far- 
»  raginosa  del  lavoro,  che  da  un  sola  mano,  pej*  quanto  esperta 
»  ed  infaticabile  esser  possa,  non  può  se  non  lentamente  pro- 
»  seguirsi.  » 

Uno  dei  più  vecchi  inventari  dell'  archivio  del  Cons.  dei 
X,  è  del  1611  \ 

Savia  determinazione  fii  quella  contenuta  nel  decreto  del 
Consiglio  dei  Dieci  27  febbraio  1459  m.  v.  ^  il  quale,  affinchè  il 
Groverno  avesse  presenti  le  figure,  dimensioni,  confini  ecc.  delle 
terre  dello  Stato,  ingiungeva  ai  Rettori  che  «  habito  bono  et 
»  vero  Consilio  a  civibus  terre  et  ab  aliis  praticis  et  intel- 
»  ligentibus  civitatis  aut  loci  sui,  designari  faciant  terram, 
»  locum  et  districtum  suum  por  signa  ventorum  et  orientis 
»  et  ponentis,  castella,  flumina,  planiciem  et  distantiam  de 
»  loco  ad  locum,  et  loca  vicina  nobis,  et  distantiam  eorum,  et 
»  illarum  designationem  ordinate  depictam  faciant  diligenter 
»  a  doctis  et  praticis.  examinari  si  bene  et  recto  depicta  est.  » 
Cotesti  disegni  doveano  venir  trasmessi  al  Governo  centrale  \ 

Potrà  parere  che  in  luogo  di  trattar  degli  archivi,  si  vada 
tessendo  la  storia  minuta  e  la  descrizione  dei  volumi,  che  li 

^  «  Inventario  di  filze,  libri  e  registri  delle  parti  e  lettere  deir  Eccelso 
Consìglio  di  X,  de  notatorii,  filze  de  lettere  et  altri  atti  de  gli  eccellentissimi 
signori  capi,  separatamente  e  distintamente  per  i  tempi  che  servono,  fatto  di 
ordine  et  alla  presenza  degrill.m»  Signori  Francesco  Contarini  oav.""  et  An- 
drea Morosini,  eletti  per  la  regolatione  delle  leggi  e  scritture,  e  presentato 
neir  Eccelso  Cons.  di  X  ai  27  di  luglio  1611.  » 

I  primi  volumi  dei  Misti  ivi  indicati  sono:  I,  serve  1300-301-302  (ma 
non  appartiene  al  Consiglio  dei  Dieci);  —  II,  1315  fino  1324;  -  III,  1329- 
80;  -  IV,  1848-1358;  -  V,  manca;  —VI,  1363-1374;  VII,  1383-1391  ecc.  Dal 
1892  (Vni)  al  1525  ;  in  tutto  n.  48.  Si  osserva  però  che  dal  IV  al  VI  non 
vi  ha  in  fatto  alcuna  lacuna. 

«  Misti,  n.  15,  e.  197. 

3  Nella  Miscellanea  Manoscritti,  f.  123,  Archivio  Generale  di  Venezia^  si 
trovano:  elenco  delle  carte  geografiche  di  confine;  simile  di  disegni;  memo- 
rie e  scritture  del  feldmaresciallo  Scoulemburg  pervenute  in  pubblico  dopo 
la  sua  morte  ecc. 

—  Nel  decreto  del  Senato  1759  28  novembre  (  Rettori  filza  300)  si  trova  un 
elenco  di  184  modelli  e  449  disegni,  intitolato:  Catalogo  dei  modelli,  e  dise- 
gni della  maggior  parte  delle   Piazze   possedute   dalla   Ser.ma  Republica  di 


-    37     - 

compongono.  Ma  nel  ricercare  i  principi!  delle  serie  diverse  di 
scritture,  si  giunge  anche  a  conoscere  le  origini  degli  archivi, 
il  grado  della  conservazione,  ed  altre  vicende  di  essi.  Ora 
diremo  di  queste. 

vm. 

Volumi  e  documenti  perduti  e  distrutti,  incendi, 
distruzione  di  documenti  publici  o  privati  decretata, 

documenti  trafugati. 

L'uso  durato  in  Venezia,  anche  nei  secoli  XV,  e  XVI,  di 
costruire  le  case  di  tavole,  e  la  prossimità  fra  loro,  rendeva 
facili  e  gravi  gli  incendi.  Né  vi  soggiacquero  le  sole  abitazioni 
dei  privati  ;  il  Tesow  della  Basilica,  il  palazzo  ducale,  chiese, 
intero  contrade,  bruciarono  parecchie  volte.  Il  GallicioUi  *  trasse 
da  cronache  e  publicò  alcuni  ricordi,  dal  secolo  V.  in  seguito, 
degP  incendi  accaduti  in  Venezia.  Gli  archivi  dei  magistrati 
politici,  che  aveano  sede  nel  palazzo  ducale,  andarono  bruciati 
nel  976,  nella  sommossa  popolare  in  cui  restò  ucciso  il  doge 
Pietro  Candiano  IV;  poi  nel  1479  e  nel  1483  ^,  e  con  più  gravi 
conseguenze  nel  1577  ^. 

Venezia  — ,  nelle  varie  Provincie  del  Levante,  Albania,  Dalmazia  e  Terra- 
Fenna,  non  che  di  quelle  dell!  dne  Regni  di  Cipro  e  Candia;  il  tntto  esi- 
stente neir  archivio  del  Magistrato  Ecc.i"»  alle  Fortezze,  per  il  cui  comando 
furono  con  diligenza  numerati  e  disposti  in  ordinata  serie,  nello  differenti 
categorie  delle  rispettive  sunnominate  Provincie;  ed  epilograte  in  nn  tempo 
quelle  più  particolari  nozioni  che  (a  maggior  facilità  per  Tuso)  da  cadauno 
di  essi  modelli,  e  disegr^i»  sonosi  potute  dedurre.  E  ciò  colla  personale  assi- 
stenza del  sergente  general  Rossini  nel  1759. 

*  n  Gallicciolli  registra  accaduti  in  Venezia  un  incendio  nel  secolo  V  — 
uno  del  IX  -  tre  del  XII  —  due  del  XIU  -  due  del  XIV  —  dodici  del  XV  — 
quattordici  del  XVI  -  otto  del  XVH  -  e  trentasei  del  XVHI. 

*  Brown  Rawdon,  «  l'Archivio  di  Venezia;  »  Venezia,  Antonelli,  1865, 
p.  68.  —  Romanin,  Storia  docum.  di  Venezia,  IV,  418.  «  Andarono  bruciate 
nel  palazzo  ducale  la  sala  delle  due  nappe,  e  la  stanza  ov' erano  dipinti  tutti 
ì  dogi,  e  vedovasi  il  mappamondo  e  l'Italia  in  due  gran  quadri  recentemente 
fotti  da  Prete  Antonio  do  Leonardi,  distinto  cosmografo.  Con  gran  fatica  si 
poterono  salvare  la  sala  dei  Pregadi,  la  Cancelleria  e  la  Chiesa  di  S.  Marco.  » 

5  LMncendio  cominciò  (1577,  20  die.)  nella  Sala  dello  Scrutinio,  e  in 
meno  di  mezz'  ora  si  comunicò  a  quella  del  Gran  Consiglio  ;  «  et  perchè  nel 


-  88    - 

Distrusse  buona  parte  dei  documenti  dei  magistrati  di 
Rialto  un  incendio  che,  scoppiato  nella  notte  del  10  gennaio 
1514,  arse  V  ufficio  degli  imprestiti,  quelli  di  ventisette  altri 
magistrati,  e  si  comunicò  al  di  là  del  ponte  di  Rialto,  allora 
di  legno  ^ . 

E  chi  potrebbe  dire  fra  tanta  ricchezza,  qual  nuova  luce 
verrebbe  alla  storia  di  Venezia  e  a  quella  d' Italia,  se  il  fuoco 
e  altri  agenti  nocivi,  avessero  risparmiato  le  lettere  dei  rap- 
presentanti della  Repubblica,  dei  principi,  lo  relazioni  che 
gli  ambasciatori  erano  obbligati  a  fare  sino  dal  secolo  XIII! 
Onde  riguardo  a  quest'ultime  importantissime  scritture,  vedia- 
mo il  Maggior  Consiglio  decretare  fino  dal  1325  che  quelle  dei 
rettori  dello  Stato  si  consegnassero  (le  già  esistenti  e  le  nuove) 
ai  provveditori  di  Comun,  perchè  le  facessero  eseguire  nella 
parte  relativa  ai  bisogni  delle  terre  soggette.  E  V  obbligo  di 
leggere  quelle  relazioni,  fra  quindici  giorni  dal  ripatrio,  è 
vivamente  raccomandato  in  varie  epoche  agli  ambasciatori 
della  Repubblica. 

Ma  già  nel  secolo  XIV  i  congiurati  Tiepolo-Qurini  ave- 
vano bruciato  le  scritture  relative  a  banditi  e  condannati 
custodite  neir  ufficio  dei  Cinqìie  alla  pace  \ 

luogo  ove  si  riducova  il  Collegio  dei  XII,  il  Collegfio  dei  XX  Savii  e  la  Qua- 
rantia  nuova  vi  erano  di  molti  piani,  scale  di  legno,  e  il  ricettacolo  dei  pro- 
tocolli dei  nodari,  il  fuoco  trovando  materia  di  rinchiudersi,  si  fermò  per 
divorar  ogni  cosa  »  Romanin,  St.  doc.  VI,  S53  ;  Memorie  Molin,  cod.  DLUI, 
Marciana. 

^  Suir  assiceUa  prima  del  capitolare  4  degli  Officiali  agi'  imprestidi, 
denominato  Rubeus  Magnus,  il  notaio  Vittore  Ziliolo  fece  nota  deir  incendio 
scoppiato  in  Rialto,  nel  martedì  10  g^ennaio  1513  m.  v.  alle  2  di  notte.  Esso 
(dice  il  ZUiolo)  bruciò  l' Ufficio  degl*  Imprestidi,  con  27  offlcii  di  Rialto,  i 
banchi  di  scritta,  botteghe,  la  chiesa  di  S.  Giovanni  di  Rialto,  e  tutto,  dalla 
riva  del  Ferro  fino  al  fondaco  delle  farine,  inclusive,  e  fino  al  ponte  detto 
dal  oio;  e  dal  ponte  di  Rialto  fino  alla  chiesa  di  S.  Silvestro. 

^  1310,  15  giugno.  In  una  lettera  del  Collegio  air  ambasciator  veneto  a 
Roma  1310  10  luglio  (Lettere  scerete  Collegio  1308-10,  p.  95  t.)  nella  quale 
gli  si  comunicava  la  suddetta  congiura,  si  leggo:  «  Venerunt  in  Rivo  alto, 
et  ibi  Cameram  quinque  de  pace  dirupcrunt,  quaternos  et  scripta  omnia  dila- 
cerantes  et  incendio  concremantes,  cameras  fontici  de  frumento  similiter  fre- 
gerunt ....  »  V.  anche  Cicognia,  Iscrizioni  veneziane,  I,  29. 


--   39    - 

Non  sempre  però  fu  il  caso  che  distrusse  documenti  del 
Governo  o  dei  privati.  Lo  stesso  Governo,  per  motivi  poli- 
tici fece  gettar  sul  fuoco  atti  publici,  perchè  non  onorevoli 
alla  Republicà,  o  scritture  private  per  le  quali  potevano  dif- 
fondersi notizie  contrarie  al  vero. 

Adì  30  luglio  1365  ^  il  Consiglio  dei  Dieci  decreta  che 
per  buoni  riguardi  siano  lacerate  e  distrutte  certe  testimo- 
nianze ed  altre  scritture,  lette,  intorno  Lorenzo  Gelsi  [doge 
morto  da  sóli  dodici  giom()^  né  se  ne  debba  più  far  menzione 
per  bene  dello  Stato,  non  essendo  ciò  necessario  '.  Più  im- 
portante per  la  storia  sarebbe  stato  il  conoscere  di  quali 
decreti  poco  onorevoli  alla  Republicà^  abbia  il  Senato  promosso 
la  distruzione  coli'  atto  1  marzo  1384  «^  «  Siccome  (così 
»  suona  la  traduzione  del  decreto)  nel  tempo  della  guerra 
»  ora  passata  col  re  di  Ungheria,  coi  Genovesi,  col  Signore 
»  di  Padova,  col  patriarca  e  la  chiesa  di  Aquileia,  furono 
»  prese  molte  parti  ed  ordini  nel  Consiglio  dei  Savii  alla 
»  guerra,  nel  Pregadi  e  Zonta^  alle  quali  il  Senato  dovette 
»  accondiscendere  forzatamente  (  «  ad  qttas  partes  et  ordhies 
»  ConsUium  ttmc  condescendit  coacte^  licet  per  Dei  gratiam  nul- 
»  lum  ìutbuerint  effectum  »)  cosiffatte  scritture  o  decreti 
»  non  si  debbano  conservare  o  leggere  in  modo  alcuno,  per 
»  molti  buoni  riguardi  ;  si  delibera  che  quelle  parti  e  scrit- 
»  ture  debbano  distruggersi,  annichilarsi  e  bruciarsi,  di  guisa 
»  che  non  siano  più  da  alcuno  vedute,  per  onore  del  nostro  Go- 
»  verno.  » 

Lo  stesso  Consiglio,  con  decreto  6  luglio  1418,  impo- 
neva al  nob.  Antonio  Morosini,  di  presentare  ai  Capi  di  esso 
due  libri  da  lui  scritti,  denominati  cronacJiC  ;  e  poco  appresso 


*  e.  X.  Misti,  n.  6,  e.  30. 

'  Questa  fu  la  parte  presa,  e  non  toglie,  materialmente,  come  fu  asserito 
da  alcuni,  ogni  sospetto  sulla  memoria  del  CeW.  Secondo  altra  parte,  pro- 
ix)sta,  ma  che  riportò  tre  soli  voti,  si  avrebbe  dovuto  publicare  nella  prima 
adunanza  del  Maggior  Ck)nsiglio,  che  esaminate  quelle  carte  era  risultato 
«  illam  infamiam  nullatenus  esse  veram  » 
3  Senato,  Misti,  reg.  38,  e.  102  t. 


40 

ordinava  la  distruzione  di   quei   volumi,   perchè  contenenti 
scritture  scandalose  ^. 

Per  egual  causa  venivano  bruciate  (1425)  *  due  crona- 
che trovate  presso  Bartolomeo  de  Armano,  e  Damiano,  scri- 
vano delle  carceri,  come  infette  di  cose  disoneste  e  false 
(«  quae  continent  aliqua  inhonesta  et  falsa  »). 

Il  Consiglio  di  Dieci  ^  decretava  che  le  raspe  dei  con- 
dannati dai  Cinque  alla  pace,  non  avessero  valore  fino  al 
giorno  dell'incendio  in  Rialto  (10  gennaio  1514)  e  quelle 
delle  precedenti  che  ancora  rimanessero,  si  bruciassero. 

I  decreti  che  ordinavano  la  distruzione  di  quei  documenti, 
potrebbero  giudicarsi  meno  che  degni  di  un  Governo  civile,  e 
indizio  che  esso  aveva  a  temerne  una  trista  sentenza  dai  po- 
steri. D' altra  parte  il  vqler  bruciati  alcuni  scritti  istorici, 
potrebbe  dar  motivo  a  credere  che  si  volesse  scritta  la  storia 
secondo  gl'intendimenti  del  Governo.  Tuttavia  pare  assai 
onesto  e  legale  ogni  atto  che  sia  fatto  alla  luce  del  giorno, 
dinanzi  un  Consiglio  di  molti,  e  aflBdato  alla  scrittura.  E  a 
quei  fatti  potrebbero  contrapporsene  altri,  sui  quali  non  può 
cadere  alcun  dubbio.  Nel  1275  *,  addì  5  maggio  è  stabilito  dal 
Maggior  Consiglio  che  :  «  litere  que  de  cetero  fueriut  proiecte 
»  ita  quod  veniant  ad  manus  aliquorum  voi  alicuius,  et  non 
»  fuerint  eis  presentate  per  eos  qui  proiecerint  eas,  ita  quod 
»  de  illis  qui  eas  proiecerint  non  poterit  sciri,  coniAv/rantur 
»  ex  tqto.  » 

Forse  pochi  Governi  possono  vantare  un  decreto  somi- 
gliante intorno  la  distruzione  delle  lettere  mumime^  nel  secolo 
XIII  ;  od  un  esempio  eguale  a  quello  offerto  da  una  parte  della 
Quarantia  Criminale  1352, 23  gennaio  (XL«.  Cr.  Parti,  voi.  II) 
con  cui  un  Nicolotto  Manolesso  fìi  condannato  ad  un'  ammenda 
(di  lire  10,  e  glie  se  n'  erano  proposte  25)  per  aver  ricevuto 


<  Misti,  e.  X    n.  9.  p.  184. 

«  16  agosto,  Misti,  C.  X.  n.  10,  p.  77. 

5  1514,  27  genn.  m.  v.  Misti,  reg.  38,  e    38  t. 

4  M.  C.  Fractus  p.  96.  E  vedi  C.  X  1388  31  ottobre.  Libro  verde  I  28. 


-  41   - 

una  lettera  diretta  ad  altra  persona  e  contro  la  volontà  di  que- 
sta, apertala  e  bruciatala. 

Sarebbe  lunga  la  enumerazione  dei  danni  recati  agli  Ar- 
chivi veneti  dalla  noncuranza  in  cui  furono  lasciati  nei  tempi 
della  Republica,  e  dai  trafugamenti  che  vi  operarono  ministri 
infedeli.  Basterà  accennare  che  alcune  serie  di  carte  preziose, 
quali  i  dispacci  degli  ainbasciatori  veneti^  mostrano  traccio  evi- 
denti di  esser  rimasti  per  lungo  tempo  al  contatto  dell'  acqua, 
e  adesso,  al  tocco  più  leggero,  molti  di  essi  si  sciolgono  in 
brani  ed  in  polvere.  Molti  documenti  furono  gettati,  per  ordine 
di  officiali  ignoranti  e  disonesti.  Né  questo  è  da  rimprove- 
rarsi alla  sola  antica  Republica  ! 

Accenneremo  tuttavia  che  mancano  nel  nostro  Archivio 
Generale  (sebbene  esistessero  nel  principio  di  questo  secolo 
neir  Archivio  politico  di  s.  Teodoro  e  negli  altri)  molte  carte  e 
volumi  di  materia  finanziaria  ^  ;  che  nel  1865  ci  fu  restituito  il 
capitolare  (volumi  due)  degli  officiali  alla  Messctaria  ;  nel  1868 
lettere  con  firme  autografe  di  Elisabetta  regina  d' Inghilterra, 
di  Jacopo  I  e  II,  di  Carlo  1.  e  II  d' Inghilterra  ecc.  ;  che  capi- 
tolari di  magistrati,  volumi  dei  loro  atti,  pergamene  sciolte, 
passarono  presso  antiquari  e  raccoglitori  nazionali  e  stranieri. 

Già  vivente  la  Republica,  sparivano  dagli  Archivi,  codici 
pregevoli  e  processi  importanti. 

Il  Consiglio  dei  Dieci  nel  1481,  *,  fa  st ridare  nel  Maggior 
Consiglio  che  fra  otto  giorni  chi  avesse  asportato  dalla  sala 
d'armi,  dove  con  altre  spoglie  si  conservava,  un  bellissimo  libro 
contenente  le  genealogie  dei  Carraresi,  coi  loro  ritratti,  dovesse 
restituirlo  : 

«  Inter  spolia  quac  nostrum  Dominium  habuit  dominorum 

^  Per  es.  quelli  relativi  ai  forni  publici,  alle  dogane  di  transito,  da  mar, 
da  terra,  ag-li  officiali  alla  tavola  deir  entrada  e  delP  insida.  Nel  1741,  nel- 
r  archìvio  del  Consiglio  dei  X  si  trovavano  molti  libri  e  mazzi  di  carte  rela- 
tivi alla  Tana,  al  dazio  del  legname,  delle  piere,  estraordinario  (libri  7) 
Vscida,  fontico  dei  Todeschi  (fra  filze  e  registri  49,  ora  non  s*  ha  che  il  capi- 
tolare dei  visdomini),  ternaria  nova,  novo  stallaggio,  dazio  della  grascia 
ternaria  deU'oglio  (31),  legne  (198). 

«  30  agosto,  Misti,  reg.  20,  e.  78. 


-  42    - 

»  Padute,  erat  liber  quidam  genologic  prefatorum  domìnorum, 
»  in  quo  scripte  et  picte  erant  imagines  proprie  et  naturales 
»  omnium  prefatorum  dominorum,  a  prima  origine  uniuscui- 
»  usque  ipsorum,  usque  ad  ultimum  ;  qui  liber  preterquam 
»  quod  erat  pulcherrimus,  per  perfectionem  picture  imaginum, 
»  erat  etiam  dignus  perpetue  memorie,  et  teneb^tur  inter 
»  excellcntes  res  que  habentur  in  muni tiene  huius  Consilìi; 
»  et  tenebatur  in  cameris  munitionum  et  armorum  Consilii  X; 
»  qui  quidem  liber  furto  sublatus  est,  et  sit  facienda  omnis 
»  esperientia  veniendi  in  lucem  eorum  qui  babent  buiusmodi 
»  librum  prò  honore  nostri  Dominii  »  etc. 

Neir  inventario  dei  «  processi  e  carte  restituite,  e  carte 
che  sono  negli  armari  \TI  da  basso,  e  negli  armari  VI,  cassette 
Vili  e  due  cassoni  di  sopra  »  v'  ba  la  nota  di  parecchi  trafu- 
gamenti di  carte  nella  Secreta,  e  di  processi  iniziati  per  sco- 
prirne i  rei  ^ 

Fu  indicato  diflFusamente  in  una  memoria  pubblicata  negli 
Atti  dcir Ateneo  Veneto  ^  per  quali  modi  siano  stati  decimati 
dagli  agenti  di  Governi  stranieri  i  documenti  degli  archivi 
veneti.  Ora  è  da  aggiungere  qualche  notizia  intomo  le  false 
voci  di  asporti  e  i  primi  trafugatori. 

Morto  il  direttore  generale  degli  archivi  del  Regno  d'Ita- 
lia, cav.  Giuseppe  Bossi,  la  sua  collezione  di  oggetti  d'arte  e  di 
letteratura  divenne  proprietà  di  mons.  Pompeo  Piantiinida, 
canonico  della  metropolitana  di  Milano.  Al  Governatore  di  Ve- 
nezia *  sorse  dubbio  che,  essendo  il  Bossi  qui  venuto  come  uno 

'  Vi  si  Icg^  indicato  un  «  elenco  delle  persone  processate  nel  secolo 
XVI-XVin,  col  numero  del  mazzo  o  quello  di  progressione,  disposti  per 
nome,  alfabeticamente. 

Fra  queste:  «  Venezia,  1622:  Antonio  Foscarini  cav.  fu  de  ser  Nicolò, 
sue  difese  e  testamento,  per  la  mole  diviso  in  due  mazzi  seg^nati  r  uno  e 
r  altro,  mazzo  50,  n.  1. 

*  Cecchetti  B.  —  La  restituzioni  scientifiche  ed  artistiche  fatto  dal  Governo 
Austriaco  nel  1868.  «  Atti  deir  Ateneo  Veneto.  Vedi  anche  «  Una  visita  agli 
Archivi  della  Repubblica  di  Venezia  dello  stesso  »  ;  Venezia,  tip.  del  Com- 
mercio, 1866  [Atti  suddetti). 

3  Sua  lettera  20  nov.  1816,  n.  5097,  al  conte  Carli  Rubbi,  allora  addetto 
air  archivio  di  S.  Teodoro. 


liei  commissari  della  Republica  francese,  potessero  trovarsi  in 
quella  collezione,  manoscritti  spettanti  agli  Archivi  veneti. 
Ma  U  march.  Marco  Solari  (allora  comìnesf!0  paleografo  dell'Ar- 
chivio di  S.  Teodoro)  purgava  il  defunto  di  quel  sospetto. 

Anche  il  conte  Agostino  Carli  Rubbi  '  giustificava  il 
■  Bossi,  ma  narrava  ch'egli  aveva  dovuto  accompagnare  la  Com- 
missione Francese  nelle  visite  alla  Marciana  o  pei  conventi. 
Prese  dei  pattuiti  monoscritti  fissati  in  500,  solo  470,  e  pei 
30  residui,  il  cammeo  «  Giove  Elgioco.  »  «  Sul  finire  poi  della 
Municipalità  provvisoria,  dovette  il  Bossi  assistere  un  certo 
Brumai  (chef rance&h  tls7ionomein  Brunet J  ed  un  certo  Patnn, 
ora  morto,  ed  essi  andarono  pei  concenti  e  fecero  un  nuovo 
asporto,  con  asserta  autorizzazione  dp!  Governo  Francoee,  e  si 
fecero  dare  anche  dei  libri  stampati  ....  Alcuni  reli- 
giosi ebbfli-o  r  avvertenza  dì  voler  la  ricevuta,  e  taluno  anco 
la  desiderò  con  della  insistenza.  La  maggior  parte,  sia  per  indo- 
lenza 0  soggezione,  o  imprudente  fiducia,  non  so  la  fece  fare. 
Per  esempio  esistevano  nella  Biblioteca  della  Salute  due  au- 
perlw  raccolte  di  disegni.  Ed  il  cav.  e  cons.  Morelli  ed  io, 
sappiamo  che  nel  1797,  chiusa  la  Zecca,  e  non  percependo  più 
i  religiosi  gì'  interessi  dei  loro  capitali,  ondo  poter  vivere,  ven- 
dettero tuttociò  che  poterono,  o  chi  ebbe  pochi  contanti  gia- 
centi fu  a  portata  di  fare  do'  begli  acquisti  o  per  proprio  uso  o 
per  speculazione  ....  ;  frati  e  cherici  regolari  ....  serba- 
rono 0  trafugarono  quanto  poterono.  E  quindi  impossibile  il 
tener  dietro  a  questo  indagini.  » 

So  in  Francia  la  «  Rivoluzione  »  mandò  le  pergamene 
antiche  all'  Arsenale  per  farne  cariattime,  o  battervi  sopra  la 
generale,  in  Venezia  le  pergamene  finirono  all'ufficio  di  stender 
l'oro  in  foglioline  sotto  il  maglio  de!  battim'O.  Lo  stesso  conim. 
Subbi  trovò  tagliato  presso  un  cosi  fatto  artefice  alcune  per- 
gamene degli  anni  1424, 1562,  1581,  relative  ad  incanti  dei 
4ast  di  qitei  fe}npi\  e  k  deliberazioni  del  Senato  a  ciò  relative. 
«  Eccfl  —  esclama  il  Rubbi  —  come  in  parte  furono  rovi- 


'  Sna  rÌB[K>sU  al  Governo  3 


.  1816  (GoT.  Presidio,  III,  7„). 


a 


44  - 

nati  i  pubblici  archivi  nei  secoli  passati,  per  Y  indolenza  dei 
magistrati,  l'arbitrio  e  la  non  sorvegliata  rapacità  degl'im- 
piegati subalterni  !  » 

—  Gli  Archivi  veneti  soggiacquero  a  un  fatto  nuovo 
per  essi  e  per  Venezia,  il  bombardamento  eseguito  dagli  Au- 
striaci dal  29  luglio  al  22  agosto  1849. 

Neir  Archivio  Generale,  abbandonato  dal  suo  Direttore, 
si  riunirono  gli  accessisti  fu  Federico  Martens  e  sig.  Cesare 
Foucard,  con  alcuni  inservienti.  Dai  proiettili  (dei  quali  fii 
compilato  dal  sig.  Foucard  un  elenco)  i  volumi  e  le  filze  non 
soffersero  alcun  danno  ^. 


IX. 


Cancellerie  (ducale^  secreta^  inferiore). 

La  «  Secreteria  Regia  »  si  divideva  in  Cancelleria  Dv^ 
cale  e  secreta. 

Ne  era  sopraintendente  il  Cancellier  grande  scelto  fra  i 
cittadini  originarii,  e  che  aveva  il  titolo  di  ISccellenza.  Le  due 
parti  della  Cancelleria  erano  nel  tempo  stesso,  archivii  ;  cioè 
gli  archivii  andavano  formandosi,  come  risultato  della  vita  di 
quelle  Cancellerie.  Sparirono  governanti,  notai,  amanuensi  ; 
rimasero  gli  archivi  :  t  amministrazione  e  la  politica  del  tempo 
divennero  storia  e  scienza  ;  le  sedi  delle  carte,  oggetto  di  cu- 
riosità. Un  paziente  raccoglitore  ne  ricercò  le  vicende  sui  docu- 
menti, e  un  grosso  in-folio^  è  là  pronto  a  narrarle  ('). 

La  cancelleria  ducale  pubblica  conteneva,  fra  altri,  gli 
archivi  del  Maggior  Consiglio,  del  Senato  Terra^  Mar,  Arsenal 

<  Dalla  nota  citata  appare  che  cadessero  sul  fabbricato  dell'Archivio  82 
palle  (15  inftiocate,  2  pezzi  di  granata,  65  palle  fredde). 

*  Lorenzi  G iovam batista  :  «  Monumenti  intorno  il  Palazzo  ducale  di  Ve- 
nezia ;  Venezia,  tip.  del  Commercio,  parte  I  :  —  E  veggasi  «  Il  forastiero 
guidato  nel  cospicuo  appartamento  in  cui  risiedeva  il  Gabinetto  della  Rep. 
Veneta  ed  ora  l'Imperiai  Regio  Tribunale  Generale  di  Appello  »  Venezia, 
1817,  Tip  Pinelliana. 


^  45  - 

Militar^  ecc.  del  Collegio^  della  Signoria  f Fisco  e  possessi  eccle- 
^iastìct)^  del  Savio  Cassier^  del  Segretario  alle  voci  ;  serie  tutte 
di  carte  d'amministrazione. 

La  Secreta^  diretta  da  un  deputato^  eletto  dal  CanccUier 
grande,  assistito  da  segretari,  e  scrittori  delle  rubriche,  con- 
teneva i  Paiti^  i  trattati  originali,  i  Comrnsmoriali^  le  serie  dello 
deliberazioni  di  Senato  più  gelose  e  più  antiche  [Misti^  Se- 
creti^ Corti ^  Rettori^  Roma,  Reggenze  africane),  le  esposizioni 
Roma  e  Principi,  i  dispacci  relativi,  quelli  delle  altre  amba- 
sciate, delle  cariche  d' armata  e  dei  provveditori  generali  da 
mar,  le  relazioni^  le  commissioni,  le  lettere  di  principi  al  Col- 
legio, le  carte  dei  consultori  in  jure  e  dei  sindici  inquisitoì'i^ 
l'archivio  della  camera  dei  confini  ecc. 

Aggiungiamo  fra  i  documenti  lo  schema  della  Secreta 
quale  era  sotto  la  Repubblica  Veneta  (Doc.  III). 

Le  leggi  relative  a  quelle  secreto  officine  degli  affari 
politici  e  diplomatici,  ne  disciplinavano  l'accesso,  curavano 
l'ordinamento  dei  volumi,  la  copia,  la  conservazione  di  essi 
e  lo  studio  ^ 

Fino  dal  1340  '  (ed  è  naturale  che  esistesse  assai  prima) 
troviamo  indicato  un  ampliamento  della  Cancelleria  ducale  — 
Ospitia  Cunzelarie  ;  nel  1445  ^  si  convoca  il  Consiglio  dei  X 
per  proporre  alcune  riforme  da  farvisi  ;  nel  1443  *  affine  di  aver 
sempre  persone  istruite  e  fide,  si  assumono  dodici  giovani 
cittadini  veneti  da'  dodici  anni  in  su,  col  salario  annuo  di  ducati 
10,  che  debbano  frequentar  le  scuole  e  apprender  grammatica, 
retorica  ed  altre  scienze  opportune,  e  bella  mano  di  scritto. 
Intanto  vengano  nel  Maggior  Consiglio  a  portar  in  giro  i 
bossoli  dei  voti,  e  a  prestar  altri  piccoli  servigi.  Se  ne  con- 
servi sempre  il  numero  completo.  E  ciò  «  erit  contentamen- 
tum  et  spes  plurimorum  civium  nostrorum  popularium,  qui 

*  Pubblichiamo,  intorno  alle  norme  per  lo  studio   nella  Cancelleria   Se- 
ero^,  un  decreto  del  Consiglio  dei  Dieci,  1716  26  agosto.  (Vedi  Documenti^  IV.) 

^  17  e  28  die.  M.  C.  Sptrihu%  e.  112  t.  113. 
3  1145,  25  ag.,  C.  X,  Misti,  p.  13,  n.  11. 

*  1443,  16  apr.,  M    C,  Ur8a,.p.  144. 


». 


■  n 


~  46  - 

sub  hac  spe  facient  filios  suos  studere  et  adiscere,  ut  perve- 
nire possint  ad  commodum  et  beneficium  supra  scriptum.  » 

Tre  anni  dopo  *  il  Senato,  considerando  che  per  la  Cancel- 
leria Ducale  passavano  «  omnia  facta  Status  nostri  et  publica 
et  secreta  »  e  che  perciò  occorreva,  che  Y  amministrazione  di 
essa  fosse  affidata  a  persone  idonee,  voleva  obbligati  i  gio- 
vani, ut  doctissimi  efficiantur^  a  pagare  un  maestro  che  il 
Governo  avrebbe  scelto,  con  100  ducati  annui.  Abitasse  in 
piazza  0  poco  lontano;  osservasse  quali  degli  allievi  fossero 
atti  all'apprendere,  quali  inetti,  e  li  allontanasse.  I  giovani 
erano  allora  sedici.  Quanto  alla  valentia  dei  precettori,  basti 
il  dire  che  fu  stipendiato  Antonio  Telesio  *. 

Veniamo  al  secolo  XVIII.  Nel  1743  *  si  trasportavano 
nella  nuova  Cancelleria  Ducale  le  carte  publiche.  N'  era  allora 
tnasser^  o  custode,  il  circospetto  Bortolo  Giacomazzi.  Le  filze  e 
i  volumi  sommavano  a  circa  3600,  coordinati  àaìfedel  G.  B. 
Venier  che  attendeva  anche  all'  ordinamento  di  una  «  quantità 
»  considerabile  di  lettere  di  vecchia  data  dei  publici  rappre- 
»  sentanti  trovate  in  confuso.  »  Un  altro  numero  considerevole 
riusciva,  pel  peso,  «  di  pregiudizio  notabile  al  soffitto  della 
»  Sala  delle  quattro  porte  ed  anti  Collegio.  » 

Anche  questo  Archivio,  o  questa  pregevole  collezione  di 
archivi,  soggiacque  a  vicende  dannosissime,  delle  quali  por- 
tano segni  i  volumi  e  le  filze  :  V  umidità,  o  meglio  V  acqua  co- 
piosa che  penetrava  dal  tetto  del  palazzo  ducale,  e  Y  ignoranza 
de'  ministri  antichi  e  moderni. 

Il  Groverno  austriaco  *  facendo  sgomberare  i  soffitti  del 
palazzo  suddetto  sopra  la  Cancelleria  Ducale  '^,  sul  parere  del 

*  1446,  7  giugno,  Terra  reg.  1,  193. 

'^  Cons.  dei  X,  Comuni  1527  24  settembre,  1530  30  aprile,  1531  7  agosto. 

3  4  maggio,  Senato  TerrOy  reg.  324,  e.  94  t. 

^  n  Governo  Generale,  col  decr.  5  sett.  1805  n.  18898,  incaricava  la 
Ragionateria  Generale  di  esaminare  alcuni  libri  di  materia  economica. 

Veggasi  anche  il  decreto  del  Governo  stesso  25  luglio  1805,  n.  15993. 

•'  Nel  decr.  del  Cons.  dei  X,  1743,  10  maggio  [Cof/iuni,  reg.  193,  p.  59) 
si  trovano  i  dicati  i  requisiti  per  gli  straordinari  della  Cancelleria  ducale, 
r  età  loro,  gli  aspiri,  ecc. 


Celai,  destinava  all'  espurgo  fra  altri  volumi  di  materia  econo- 
mica, alcuni  alfabeti  contenenti  i  numi  delle  milizie  nei  vai-i 
dipartimenti  delio  Stato. 

Per  l'i^uardi  polititi  o  per  convcuiouzc  di  amministra- 
zione bì  pensò  assai  anticamente  alla  custodia  delle  carte  dei 
magistrati,  più  gelose  ed  importanti.  Per  esempio,  nel  1419  ' 
si  decretava  cLo  i  proceasi  dei  Signori  di  notte  al  cnminal,  spe- 
dili, venissero  collocati  nelle  casse  apposite,  nella  Procuratia 
(ove  anco  in  principio  del  secolo  XIII  si  davauo  in  custodia 
i  documenti  di  privati,  e  si  collocavano  in  saccJteUi)  e  i  processi 
I  correnti  si  chiudessero  in  certo  cassett-o  a  quattro  cliiavi.  Nel 
'  167(;,  *  per  toglier  i  disordini  nella  custodia  delle  scritture  e 
I  risposte  scerete  dei  magistrati  «  con  ìndecoro  e  con  pericolo  di 
»  pessime  conseguenze  »  — si  prescriveva  che  esse  «  e  li  mazzi 
»  e  li  registri  di  tutte  le  materie  che  ricercano  secretezza, 
»  debbano  restar  sempre  custodite  sotto  chiavi  dalli  soli  se- 
»  cretari  de' magistrati  medesimi»  uè  se  ne  potesse  rilasciar 
copia  senza  loro  terminazione. 

Due  decreti  del  Maggior  Consiglio  (1413  e  1779)  »  sono 
rivolti  ad  allontanare  il  pericolo  del  fuoco  dalle  Cancellerie 
Ducale  e  Segreta. 

«.  Massima  costante  d' ogni  ben  regolato  Governo  essendo 
>  »  quella  della  gelosa  custodia  dei  publici  archivi  dove  sono 
»  riposti  li  più  preziosi  documenti  che  servono  di  fondamento 
»  ai  sovrani  diritti  e  di  norma  ai  Consigli  negl'  importanti  pu- 
»  blici  affari,  tutta  ricercasi  la  più  accurata  diligenza,  alfine 
»  di  allontauame  ogni  eventuale  pericolo,  massime  d' incendi, 
»  e  per  agevolarne  eziandio  il  loro  uso  con  una  ben  ordinata 
»  distribuzione.  » 


•  1419,  1  ott.  M.  C.  Una,  26. 

'  1676,  11  aggsto,  C.  X.  Comuni,  rag:.  126,  e.  151  t. 
'  1413,  88  die.  M.  C.  Lenna,  227  —  1778,  11  geon.,  tn,  ».  M.  C,  CoJomòo, 
0.  311.  t. 

1413.  Si  diatrusgn.  un  cumino  che  possa  per  la  Cancelleria,  da  un» 
I  endua  sottu  di  essa.  —  1779.  Si  vieta  l'uso  del  fuoco  in  una  alanxa  del 
lfaJun>  ducale  contigua  alla  Cancelleria  Secreta,  occupata  da  alcuno  della 
n  bmìglia  del  dogi. 


-  48  - 

Giusta  il  suddetto  decreto  del  Maggior  Consiglio  del 
1413  non  si  potevano  estrarre  dalla  Cancelleria  pei:  gli  usi  di 
nessuno,  scritture  secreto.  Chi  è  autorizzato  a  leggerle  si  rechi 
sul  sito  ;  soli  il  doge  e  la  Signoria  abbiano  facoltà  di  estrarle 
per  servirsene  entro  il  palazzo;  poi  le  facciano  riporre.  Questa 
pirte  è  quasi  riprodotta  da  una  anteriore  in  dialetto  ^ 

Circa  il  rilascio  delle  copie  estratte  dalla  Cancellena  Se- 
creta^ può  vedersi  la  terminazione  della  Signoria  1784,  20 
agosto. 

Fa  un  curioso  contrasto  colla  fama  di  mistero  che  circonda 
ancora  le  memorie  della  Repubblica  Veneta,  il  tenore  delle  sue 
leggi  relative  alla  Secreta^  le  quali  ci  apprendono,  che  le  scrit- 
ture vi  erano  custodite  con  pochissima  cautela,  potendo  chiun- 
que voleva,  esaminarle  e  trarne  copia.  Onde  si  prescriveva  che 
tutti  i  libri  secreti,  delle  parti  e  delle  lettere^  si  collocassero  in 
sito  acconcio,  riservato,  in  custodia  di  un  notaio  solo,  sotto  una 
sola  chiave,  a  lui  affidata.  Egli  le  scriva,  le  rubrichi;  in  Can- 
celleria tenga  un  libro  corrente  di  quegli  atti  ;  ma  chiuso,  nes- 
suno lo  vegga,  tranne  i  Savj  di  Collegio  e  il  Cancellier  Grande. 
Primo  di  quei  notai  fu  Domenico  Stella. 

Potevano  per  legge  entrare  nella  Cancelleria  Secreta  i  se- 
gretari del  Senato,  i  cifristi,  gli  ordinari,  i  deputati  a  scriver 
le  materie  segrete,  e  «  quelli  destinati  a  partir  con  lo  cariche 
«  elette  (p.  es.,  cogli  arabasciatori)  che  hanno  ottenuto  decreti 
«  di  permissione  per  estrar  copie,  da  esser  scritte  in  anti- 
«  secreta  '  ». 

Malgrado  però  alle  leggi,  vediamo  il  Consiglio  dei  Dieci 
nel  1451  attestare  che  entravano  «  nella  Cancelleria  secreta 
«  molte  persone  della  città  e  forestiere,  non  per  propri  affari, 

*  1402,  23  aprile,  M.  C.  Leona,  e.  125  t. 

^  «  Non  siano  più  dato  copie  agli  eccellentissimi  signori  savj  del  Colle- 
gio, deir  una  e  dell'  altra  mano,  noppur  con  il  loro  nomo  al  margine,  nò  a 
chi  si  sìa.  -  -  Delle  copie  che  fossero  ricorcate,  non  se  no  possino  rilasiriar 
che  previa  la  permissione  della  Serenissima  Signoria.  --  Che  li  Segretari 
tutti  che  servono  li  magistrati  non  passano  ottener  copie  senza  previa  pre- 
sentazione del  da  mo'  (il  nostro  brevi  7nanu)  che  lasceranno  alla  Segreta,  con 
la  ricevuta  a  piedi  della  medesima,  delle  copie  perme^Ke.  >> 


«  ma  per  esplorare  alcuu  die,  e  leggere  i  nostri  libri, 
«  finora  liliero  a  tutti  1'  entrarvi  '  ;  nam  de  Mris  secretis  reperii 
v/uel'untin  maniònsaligiiomin  ad  qvosnonspexìtaòant»  ed  or- 
dinava restrizioni.  Faceva  aprire  certa  finestra,  eli'  era  al  di 
dietro  dello  sgabello  del  Cancellier  Grande,  e  per  essa  si  dove- 
vano da»a  leggere  le  sci^tture  permesse. 

Undici  anni  appresso  si  riconosceva  die  quella  legge 
aveva  inutilmente  minacciato  ai  nobili  che  la  avessero  violata, 
resclusionc  del  Maggior  Consiglio  per  sei  mesi  —  ai  popolari, 
il  bando  da  s.  Marco  e  da  Rialto,  —  e  ai  forestieri  il  carcere 
per  sei  mesi.  «  Continua  gran  moltitudine  di  persone  a  fre- 
«  quentarla  e  a  toccare  i  libri  e  le  scritture.  '  »  Si  ripeteva  per- 
ciò cbe  non  era  permesso  di  entrare  nella  Secreta  a  chi  non 
fosse  del  Collegio  o  del  Senato.  E  al  Collegio  spettava  il  dai- 
licenza  ai  Consultori  in  jure  di  leggere  documenti  della  Secreta 
per  occasione  di  pareri  pubblici,  presente  un  segretario  *. 

«  E  disposto  per  leggo  »  —  cosi  quel  Consesso  —  *  «  e  per 
antica  consuetudine,  che  delle  scritture  e  lettere  che  si  trovano 
nella  Canceliena  Secreta,  non  si  pub  dar  copia  di  alcuna  di  esse 
a  chi  81  sia  privata  persona,  se  quelle  non  sono  prima  Tedute  et 
ben  considerate  dalla  Serenissima  Signoria  et  con  espressa  sua 
licentia.  Et  ben  spesso  occorre,  che  da  diversi  viene  ricercata 
copia  di  esso  scritture  per  suo  particolar  interesse,  et  ciò  si 
concetle  facilissimamente  con  un  semplice  ordine  di  essa  Sere- 
nÌBs.  Signoria  dato  in  voce,  et  senza  che  appari  nota  di  alcuna 
éorto  »  \ 

Ordini  importanti  circa  la  Secreta  si  pubblicavano  col  de- 
creto dei  decemviri  30  maggio  1024,  "  il  quale  prescriveva  la 
più  rigorosa  custodia  di  essa  ;  non  potessero  entrarvi  che  quei 

'  CircA  l' ìngrerao  nella  Cancplleria  Secreta,  veggaal  U  decreto  1476,  4 
mno,  C.  X.  irisli,  r.  19,  e.  m  t. 

'  1462,  n  agoBto,  C.  S.  Miali,  n,  16,  e,  70  t. 

»  1611,  14  ott.  Sen.  Terra,  leg.  8),  e.  130  t. 

*  1611/12,  SO  gennaio.  Collegio  Notatorio  107.  p.  113. 

'  Clrea  le  trascrizioni  in  Cancelleria  Secreta,  vengasi  nuclie  il  decreto 
del  Coostglio  dei  Dieci,  1451,  19  gennaio.  Miiti,  r    14,  e.  95  t 

«  C.  X.,  Omtunt,  n.  74,  p.  85. 


>-  50 

soli  che  avevano  accesso  al  Senato^  i  savii  del  Collegio  e  i  Con- 
sultori, i  quali  soli  e  non  altri,  possano  prender  note  e  copie 
delle  carte.  I  segretari  tengano  registro  delle  licenze  di  copie. 
Non  si  uniscano  in  filza  le  minute  di  kUere  e  diparti  con  postille 
e  depennature  per  correttioni  aggiorde  et  riforme^  ma  i  segretari 
debbano  trascrivere  le  lettere  e  parti  da  loro  notate,  prima  di 
collocarle  nelle  filze,  affinchè  non  possa  «  causarsi  scandalosi 
«  concetti  et  sinistre  interpretationi  da  tali  postille  o  dcpenna- 
«  ture,  che  almeno  possano  sumministrare  apparenti  sospetti  di 
«  male  conseguenze.  » 

Se  non  si  voleva  che  corressero  in  publico  o  fra  magistrati 
che  non  vi  aveano  diritto,  i  documenti  originali  ^  non  poteva 
concedersi  senza  qualche  restrizione  di  estrarne  copia.  Queste 
discipline  datano  dalla  fine  del  sec.  XIII  ^.  Si  chiedeva  spesso  il 
parere  dei  consultori  in  jure.  Nel  1737  *  si  accorda  al  vescovo 
di  Macarsca  di  poter  trar  copia  d' un  disegno  topografico,  seiiìr 
liti  quei  Consultori^  e  purché  essa  venga  eseguita  dall'ingegnere 
proto  alle  acque. 

Né  dalle  suppliche  erano  esenti  le  Città  e  i  Principi.  La 
città  di  Bergamo  *  prega  la  Republica  di  concederle  copia  delle 
informazioni  dei  Consultori  intorno  i  diplomi  di  cittadinanza 
originaria  di  quella  città.  Il  marchese  di  Mantova  Sigismondo 
Gonzaga  ^,  —  le  domanda  copia  dei  diplomi  di  nobiltà  veneta 
concessi  alla  sua  famiglia.  Di  alcuni  documenti  non  si  per- 
metteva la  copia,  e  lo  si  avvertiva  nel  margine:  no7i  detvr 
exemphim^  neqne  ostendatur  alieni  ^.  E  si  corresse  anche  V  abuso 

^  Per  la  estrazione  dagli  archivi  anche  di  documenti  amministrativi 
occorreva  una  terminazione  di  qualche  magistrato.  Per  es.  la  Signoria  addi 
28  sett.  1729  concede  V  estrazione  dalla  Cancell.  Due.  di  alcune  carte  inserte 
in  un  decreto  del  Senato,  e  la  consegna  di  esse  agli  officiali  alle  artiglierie, 
verso  ricevuta  ed  inventario.  Il  Senato  (1773,  20  marzo)  concede  agl'Inqui- 
sitori  alle  Casse  del  Levante,  Dalmazia  ed  Albania  Testrazione  delle  carte  che 
loro  potevano  occorrere. 

«  1271,  26  ag.  M.  C,  Bi/rons,  p.  21. 

3  1737,  26  aprile. 

*  1737,  19  giugno. 

5  1739,  9  giugno. 

^  Per  es.  1771,  26  sett.,  Collegio. 


di  stampare  con  fiovorchia  facilità  carte  relative  a  liti  [stampe 
ift  causa)  0  in  appoggio  di  esse,  cm  somtno  discapito  delpvòlico 
interesse  *. 

Le  leggi  però  non  avtiano,  pare,  molto  successo  ;  perchè 
nel  1716  (25  giugno)  il  sopraintendentc  dalla  Secreta  P.  Gar- 
zoni, Gcrfvendo  al  Senato,  avvertiva  gli  abusi;  le  copie  di  scrit- 
tnre  che  si  traevano  dalla  Secreta,  la  necessità  che  i  segretari 
invigilassero  alla  custodia  di  essa. 

H  numero  dei  notai  nella  Cancelleria  Ducale  o  Supei-iwe, 
e  nella  sezione  di  essa,  Secreta,  fu  considerevole  '.  Erano  dap- 
prima una  quindicina  '  «  ad  serviendum  Dominio,  sapienti- 
bus  utriusque  manus  et  ordinum,  et  ad  scribendum  secreta 
tantum  ;  »  altri  «  attendebant  ad  registra  non  secreta,  et  ad  lit- 
teras  et  ad  alias  res  comuues  et  specialium  personarum  ;  »  poi 
fino  a  50  ;  siccliè  il  Maggior  Consiglio  volle  si  riducessero  a 
40,  e  per  la  Secreta  1 6   oltre  i  3  niimcaion  *. 

— Fra  le  effemeridi  della  Cancelleria  Secreta  noterò  che  un 
Antonio  di  Corrado  vi  aveva  collocato  un  libro  conc^tcTiaius  in 
vno  armariolo,  che  trattava  de  gestis  hijus  nostre  civitatis  ;  e 
pare  (dice  il  decreto  del  Consiglio  dei  Dieci,  1455,  23  luglio  *) 
che  siano  case  mm  rere.  Venga  adunque  tolto  di  là,  e  si  custo- 
disca altrove,  chiuso,  affinchè  dal  fatto  del  sito  ove  si  trova, 
'taa  acquisti  valore  officiale. 

Una  riforma  notevole  della  Caiicelleria  Secreta  ebbe  luogo  in 
Bi^fuito  al  decreto  del  Consiglio  dei  Dieci  1458,  24  genn.  m.  v,  ^. 
che  comincia  :  «  Cumzosia  corno  se  intende  le  facende  del  Stado 
«  noBtro  importantissime  che  doverla  esser  eecretìssimo  comò 

•  1774,  1  die.  Senato,  Terra,  reg.  887  p.  87. 

•  1451,  28  magg.  C.  X.,  Sfiult,  n.  14,  e.  51. 
'Propriamente    14;    C.    X,   1451,  28    mag-gio,    Migli,   t.   14,  e.   51  t,   A 

ilsputati  allo  matorìe  secreto  potevano  esser  privati,  oltre  gli  ordinarti,  gli 
tàtnordi natii  che  tono  capaci  di  concorrere  ic  legrelarii  di  Senato  |C.  X., 
1*7!»,  28  tnatrsrio)  Comuni  t.  175  p.  62. 

t  14E8.  15  marni,  C.  X..  MiUi,  n.  14.  p.  104;  1456,  11  aprile  M.  C, 
Sts'na.  e.  «  t;  1490.  13  apr.  C,  X,,  M'tli,  n,  Ifl,  p.  183. 

''  MttU,  Il    15,  e.  63  t. 

'  atiiU,  n.   15,  e.  W7  t 


-  isè  - 

«  quelle  che  tocha  el  cuor  e  la  vita  nostra,  pervien  a  noticia 
«  de  quelli  ai  quali  le  doveria  esser  occulte,  cum  grandissiifio 
«  pericolo  de  le  cosse  nostre ...  ». 

Siccome  entravano  in  Collegio,  in  Senato  e  nella  Segreta 
tutti  i  notai,  si  prescriveva  che  d'  ora  innanzi  vi  avessero  ac- 
cesso soltanto  : 

«  il  Cancellier  grande  che  attende  ai  Savii  del  CJonsiglio, 
«  i  notai  del  Consiglio  dei  Dieci, 
«  uno  che  attende  alle  cedule, 

«  due  notai  col  Cancelliere,  per  servizio  della  Signoria, 
«  due  pei  savii  di  Terraferma, 
«  due  per  quelli  agli  ordini.  » 

Altri  non  possano  entrare  in  Collegio  e  in  Senato.  Oltre  i 
tre  notai  a  ciò  deputati,  il  Consiglio  dei  Dieci  incaricava  altri 
dodici  notai,  a  scrivere  le  cose  segrete  e  a  star  in  Cancelleria. 

Se  fu  riconosciuta  in  tutti  i  tempi  la  necessità  di  formar 
buone  rubriche  delle  scritture  dei  magistrati,  —  a  maggior  ra- 
gione se  ne  provvidero  le  serie  dei  volumi  custoditi  nella  Can- 
celleria Secreta  e  Bucale. 

Pietro  Bressano,  circa  il  1538,  compiva  il  rubricario  dei 
IX  patti,  poi  ordinava  in  XXXX  casselle  le  scritture  au- 
tentiche che  si  trovavano  in  soffitta  ;  rubricava  XXII  commemo- 
riali. Nel  1545  ^  il  Consiglio  dei  Dieci  gli  commetteva  di  for- 
mar «  uno  Libro  a  parte,  con  le  sue  rubriche  et  titoli,  di  tutti  li 
«  indulti,  autorità  et  concessioni  fatte  per  li  pontefici  romani 
«  alla  Signoria  Nostra  in  diversi  tempi  et  materie,  le  quali  tutte 
«  cose  ecclesiastiche  sono  divise  et  sparse  per  tutti  li  covime" 
«  moriali^  patti  et  scritture  da  lui  viste  et  maneggiate,  dalle 
«  qual  è  necessario  che  sieno  excepte  et  ridute  in  uno  solo 
«  volume. 

E,  a  proposito  di  cataloghi  ed  inventari  della  Secreta, 
soffra  il  lettore  che  gli  riportiamo  il  lunghissimo  titolo  d' un 
libro,  che  può  dirsi  un  saggio  di  archivistica  e  di  critica 
paleografica  veneta,  del  p.  Fortunato  Olmo.  E  —  il  «  Direttorio 


^  1544,  10  gennaio  m.  v.  Comuni,  reg.  16,  p.  111. 


»  et  arte  per  intender  le  publiehe  scritture,  e  dove  sono  a  certi 
»  punti  oscure,  illumiuarle  e  dar  loro  l'anima,  massime  a  quelle 
»  della  Cancellarla  Segreta,  indirizzo  a  ben  conoscer  il  valore 
»  et  uso  delle  medesime,  esamina  di  molte  di  esse  le  più  prin- 
»  cipali,  fattavi  diligentemente  sopra,  con  la  dichiaratione 
»  dove  non  siano  così  cbiare,  dimostratione  e  prova  della  so- 
»  stanza  di  loro  tutte;  nelle  quali,  dopo  ben  pesate  cbe  siino, 
»  sempre  risplende  la  prudenza  e  giustitia,  maestà  e  libertà 
»  della  Serenissima  Republica,  insieme  con  molti  documenti 
»  per  saper  illustrarle,  con  V  aiuto  de'  libri  ed  altre  publiehe 
»  scritture  che  anco  si  dichiarano  -vicendevolmente  una  con 
»  r  altra,  e  particolarmente  per  saper  ritrovare  i  nomi,  anni 
»  della  data,  et  i  nefiotii  che  in  esse  scritture  non  si  leggono 
»  et  è  al  tutto  necessario  che  si  sappiano.  Di  che  tutto  si  danno 
»  diverse  regole.  Aggiontivi  molti  salutiferi  ricordi  intomo 
»  ad  esse,  in  quanto  che  possino  patire,  o  habhiano  patiti  prc- 
»  giuditii  importantissimi,  con  gli  rimedii  sicuri  et  opportuni 
»  per  gli  patiti  et  le  cautele  nell'  avvenire.  —  Opera  segreta^ 
»  da  tum,  stamparsi  né  darsi  furyrì:  et  assai  utile  agli  eccollen- 
»  tiBsimi  signori  savii  et  altri  studiosi  senatori  che  no  siino 
»  curiosi,  Cancellier  grande  e  segretari!.  Fatica  di  piìi  anni,  di 
»  domino  Fortunato  Olmo,  da!  tempo  che  cominciò,  nel  1632, 
»  ad  esser  impiegato  per  parte  dell'Eccellentissimo  Senato,  in 
»  servir  la  Segreta  ;  bora  finalmente  rivista  e  ridotta  alla  me- 
»  glior  perfettione  possibile,  con  molti  accrescimenti  tratti 
»  particolarmente  da  libri;  in  quest'anno  MDCXLVH,  dogando 
»  il  Serenissimo  Principe  D,  D,  Francesco  Molino,  in  tempo 
»  dell'  ingiustissima  guerra  mossa  da  Ibraim  Gran  Turco  a 
»  Candia,  che  Dio  confonda  e  dia  vittoria  a  questa  Chrietia- 
»  Dissima  Republica.  » 

Circa  la  copia  delle  scritture  in  materia  secreta,  si  può 
vedere  il  decreto  del  C.  X.  Secreti  1633,  24  settembre,  che  ne 
incaricava  quattro  ordinarii  della  Cancelleria  Ducale,  e  stabiliva 
alcune  norme  per  la  elezione  di  essi;  e  circa  la  sorveglianza 
alla  Secreta,  1'  altro  decreto  17  35,  5  luglio,  che  «  strettamente 
»  obbligava  il  Cancellier  grande  a  riveder  frequentemente  la 


54    - 

»  Secreta  ed  Antisecreta,  ed  invigilare  aflRnchè  ivi  non  scrivano 
»  se  non  quelli  che  dalle  leggi  vi  sono  abilitati,  e  questi  poi  non 
»  facciano  altre  copie  se  non  quelle  che  agli  usi  publici  sono 
»  decretate,  dovendo  egli  di  tre  in  tre  mesi  riferire  in  iscritto 
»  al  Tribunale,  con  giuramento,  se  la  predetta  e  le  altre  leggi 
»  in  questa  materia  siano  obbedite.  » 

Della  copia  dei  registri  e  delF  indice  generale  della  Se- 
creta trattano  parecchi  decreti  del  Senato  ^ 

La  Cancelleria  inferiore  o  scrittoio  ed  archivio  particolare 
dei  dogi,  diretta  da  due  Cancellieri  detti  inferiori  della  Cancel- 
leria ducale,  nominati  dal  doge  e  confermati  dal  Pien  Collegio, 
comprendeva  le  promissioni  ducali  o  statuti  dei  loro  obblighi  e 
diritti,  gli  atti  dei  correttori  di  quegli  statuti,  e  degP  inquisi- 
tori del  doge  defunto;  le  carte  dei  giuspatronati  del  doge,  e  dei 
luoghi  pii  dipendenti  da  lui,  le  elezioni  dei  cavalieri  di  san 
Marco,  —  infine  le  cedule  notarili,  quindi  V  Archivio  dei  notai. 

Esisteva  la  Cancelleria  eii/fenorc  già  nel  1316  ',  anno  nel 
quale  s' incaricavano  i  procuratori  di  s.  Marco  di  far  riattare 
e  costruire  a  nuovo  alcuni  banchi  in  quell'  archivio  per  con- 
servarvi gP  istrumenti  e  le  carte  notarili.  —  Essa  era  rac- 
comandata al  doge  '. 

Il  Maggior  Consiglio  nel  1772  deliberava  questa  parte:  ♦ 

«  Fra  le  fondamentali  sovrane  leggi  di  questa  Repub- 
»  blica,  provida  egualmente  e  necessaria  risulta  V  erezione  sin 
»  da  remoti  tempi  prescritta  dell'  Ufficio  della  Cancelleria  In- 
»  foriere,  destinato  a  ricevere,  e  come  in  sicuro  asilo  in  sé 

<  Per  es.  Senato^  1712,  14  aprile.    Cons.    X,    1731,  17  agosto:  —  1763, 
23nov.,  è  incaricato  deir  indice  il  nob.  u.  Nicolò  Barbarigo  deputato  alla  Secreta. 
«  22  agosto,  M.  C.  Clericus  et  Civicus,  pag.  55. 

3  Non  potevano  i  preti ,  (1474,19  gen.)  esser  eletti  cancellieri  inferiori^ 
ricercatori  (repertori)  coadiutori  ecc.;  ma  a  tali  carichi  dovevano  eleggersi 
«  cittadini  nostri  originari,  per  età,  dottrina,  bontà  et  ogni  qualità  idonei  »' 
(1521,  28  giugno,  M.  C.  Libro  d'  Oro  X,  220). 

La  scelta  dei  repertori  o  coadiutori  nella  Cancelleria  inferiore ^  doveva 
esser  fatta  dai  Cancellieri,  e  confermata  dai  Consiglieri  (1538,  7  genn.  M.  C. 
D'Oro,  Xn,  57). 

4  20  apr.  M.  C.  Colombo,  p.  185  t. 


»  cautamente  conservavp,  le  ultime  volontà  degli  uomini,  cho 
»  disponendo  de'  proprii  beni  con  pienezza  di  iacoltà,  danno 
»  legge  ai  rispettivi  patrimonii  delle  famiglie,  che  da  quelli 
»  autentici  fondamenti  ricavano  la  pììi  sicura  base  cui  si  ap- 
»  poggia  il  tranquillo  possedimento  delie  loro  sostanze.  E  qne- 
»  Bto  Officio  restò  inoltre  prescritto  a  raccogliere  li  documenti 
»  delle  prerogative,  iuspatronatì,  rendite  di  serenissimi  dogi 
»  e  custodirli  con  gli  atti  tutti  ducali,  a  cura  dei  succes- 
»  sori.  » 

Quel  gelosissimo  arcliivio  fu  con  sfortunato  consiglio  «tra- 
dotto e  stabilito  in  due  stanze  terrene  ne!  1474,  ed  ivi  espo- 
sto air  umidità  »,  e  subì  «  quei  detrimenti  e  quei  danni,  che 
->  ingranditi  dalla  stagion  di  tre  secoli,  lo  ridussero  alla  più 
»  deplorabile  costituzione,  e  ad  un  tale  scompiglio,  originato 
»  dalla  trascurata  collocazione  de'  testamenti  da  tanto  tempo 
»  Colà  confusamente  riposti  »  e  da  altro     .... 

Fu  provveduto  allora  trasportando  quelle  carte  nella  sala 
di  residenza  del  Collegio  delta  Milizia  da  mar\  ma  anche  là 
c'era  mala  custodia;  dunque  si  permette  al  Doge  «  di  sepa- 
rai-e  dalla  ducale  abitazione  la  stanza  .  .  .  contigua  alia 
Conceliefia^  ove,  raccolti  li  testamenti  e  li  alfabeti  delle  persone 
Tiventi,  se  ne  renda  sicura  la  custodia  »  ecc. 

Quell'  archivio  fu  ordinato  nel  1774  *  da  Lauro  Barto- 
lini  Cancelliere  Inferiore  «  colla  scelta  de'  moderni  testamenti 
n^ti  dai  nodari  viventi,  cho  fi-ammiscbiati  con  130,000  an- 
teriori, da  circa  due  secoli  giacevano  nei  vecchi  armcri  ;  »> 
e  lo  stesso  Bartolini  ordinò  anche  un  ammasso  copioso  di  carte 
precedenti  al  1474,  tempo  della  istilìi.-ìone  degli  alfabeti^  che 
forma  la  responsabilità  della  consernaimie  e  nistodia.  Coordinò 
300,000  testamenti  non  pifMlicaii  ;  restavano  da  ordinare  i  te- 
stamenti di  G90  notai.  II  numero  complessivo  dei  testamenti 
si  calcolava  un  milione. 

Il  Bartolini  aveva  servito  45  anni,  e  pe'  suoi  meriti  il 


'  1T74.  7  apr.  Senato,  Tfi 
Tina  reg.  381  e.  394  t. 


o  V.   1771   30  genn.  i 


I.  Seuabi 


-  56    - 

Senato  gli  faceva  coniare  una  medaglia  *  d'oro  del  valore  di 
zecchini  150,  e  commetteva  ai  Riformatori  allo  Studio  di  Pa- 
dova di  «  far  affiggere  nella  Cancelleria  inferiore  una  cor- 
rispondente iscrizione  che  tramandi  a'  posteri  la  memoria  di 
chi  imaginò  e  condusse  a  felice  termine  V  opera  stessa,  » 

X 

Consiglio  dei  Dieci;  Inquisitori  di  Stato. 

Fra  le  prime  cure  del  Governo  che  risguardano  TArchivio 
del  Consiglio  dei  Dieci  fu  quella  della  nitidezza  dei  volumi  che 
contenevano  le  leggi  statutarie  ad  esso  relative  ;  quindi  il  ca- 
pitolare. Troviamo  che  nel  1328  ^  lo  si  vuol  trascritto  in  buona 
lettera.,  perche  è  assai  confuso  ;  e  nel  1424  ^  si  decreta,  che  siano 
raccolte  in  un  libro  tutte  le  parti  spettanti  ad  esso  Consiglio. 

Parecchi  di  cotesti  volumi  sussistono  anche  oggidì:  il  Ma- 
gnus  comprende  i  decreti  del  Consiglio  dal  1310  al  1609  *  ; 
il  Rubmis,  dal  1503  al  1522  ; 
il  PrimuSy  dal  1550  al  1567,  ecc.  ^ 

^  n  punzone  della  medaglia  si  conservava  nella  Zecca  di  Venezia.  — 
Esso  reca  in  un  lato  il  leone  nimbato,  in  molòca,  e  le  parole:  Aloysio  Mo- 
cenico  duce -auspice  inclyto  -  ducale  archivum  inferlus  —  recognitum  in- 
stauratum  —  anno  salutis  —  MDCCLXXIV.  —  e  dall'altro:  Lauro  Bartolini  — 
Ducali  Cancellario  Inf.  —  dirigenti  —  ex  —  S.  C.  —  monumentum. 

«  C.  X.  22  sett.  MisU,  r.  3,  p.  40. 

3  1424,  29  nov.  C.  X.,  Misti  r.   10,  e.  72  t. 

^  Cons,  dei  Dieci j  Magnu8:\Z\0,  17  giugno  —  1609,  20  nov.  (e  1618,  10 
ottobre  con  rubrica).  Nella  copia  : 

^<  Liber  partium  et  ordinum  Consilii  do  Decem;  ex  libri»  dicti  Consilii 
nempe  principio  ejusdem  incipiens,  a  capitulari,  apposita  in  fine  rubrica  di- 
ligenter  ordine  alfabetico  disposita  »  inceptus  manu  q.  Joaunis  Ga8i>arini  usque 
ad  paginas  412  et  exinde,  perfectus  a  doctore  Francisco  Carbone  ad  hoc  ab 
Bxcelso  Cons.  X.  deputato. 

'->  Il  rubeuSy  ha  rubrica,  e  comprende  il  periodo  1503,  6  marzo  —  1521 
29  gennaio  m.  v.  ; 

il  primuSy  1550,  11  marzo   —   1567,    18  apr.   con   rubrica 
il    secundus,   1567  16  marzo   —    1575,   30    luglio,   senza  rubrica; 
il  tertiuSy  1576,  7  marzo     -  1588,  ult.  felìhr.  m.  v.  con  rubrica, 
il   quartus,  1588,  23  febbr.  ~   1591,  15  maggio. 


■t.i    ■    wl^ 


I 


E  degli  esemplari  antichi  fu  fatta  esegxiirc  una  copia. 

—  Notei-cmo  alcune  particolarità. 

La  serie  più  antica  dei  dncumenti  del  Consiglio  dei  Dieci, 
è  quella  dei  Muti  ' 

Il  primo  volume  dei  Misti^  così  ritenuto  anticamente,  co- 
mincia dal  1300;  evidentemente  non  poteva  essere  del  Consi- 
glio dei  Dieci;  ed  è  invece  il  primo  dei  Misti  del  Senato  colla  cui 
rubrica  corrisponde,  —  curiosamente  superstite  alla  distruzione 
degli  altri  13  che  giungono,  fino  al  1332.  È  di  carte  194,  ma  co- 
mincia colla  101.'  Perciò,  e  pei  guasti  dell'umidità,  le  primepcr^z 
che  possediamo  sono  del  1315,  V  hanno  due  lacune.  Il  tomo 
quinto  mancava  fino  dal  1611  ;  il  7.",  inscritto  in  un  inven- 
tario di  queir  anno,  fu  poi  riconosciuto  per  un  registro  del  Col- 
legio {notalorio^  1383-91)  e  riposto  in  quell'archivio. 

V  aveauo  alcune  serie  ili  volumi  che  ora  più  non  esistono, 
p.  es.,  dei  mandati  segnU  '. 

Alcuni  processi  si  custodivano  in  un  cassone  (sec.  XV]; 
per  aprirlo  occorreva  una  licenza  del  Consiglio  ;  le  tre  chiavi  si 
custodivano  dai  capi  di  mese,  affinchè  fosse  diminuita  la  facilità 
di  aprirlo,  come  avveniva  spesso  per  lo  suppliche  dei  condannati 
ciie  impetravano  grazia  \ 

Per  ragioni  di  sccretezza,  tutti  i  libri  e  le  scritture  del 
Consiglio  che  si  trovavano  nm  banchi  di  sopra,  presso  l'entrata 
della  Cancelleria,  si  facevano  trasferire  suòiìts  Cancellariam, 
nella  Camera  dei  capi  *,  ivi  soltanto  potevano  i  segretari  regi- 
strare 0  scrivere  carte  del  Consiglio  ;  Ì  suoi  processi  non  spe- 
diti si  riponevano  nella  cassa  e  nei  colti  o  palchetti  appositi. 

Il  Consiglio  dei  Dieci  comunicava  al  Senato  alcune  carte 


■  Veggaai  nel  doc.  V  la  spiegazione  dei  titoli  di  alcune  aene  dell' Ar- 
cfaiiio  del  CoDeiglìo  dei  Dieci. 

'-  C.   S.   U59,   U  nov..  Misti,  n.   15,  p    1S2;  p.  U64,  13  nov.  C.  X. 
-*  Fra  1  tegifitrì  del  Cuns.  dei  X,  sono:  un  indice  di  ricevuto  dì  processi 
l  e  di  altra  carte  foramte  col  rito  del  Senato  1622,  3  marzo  —  1S59,  3  detto  ; 
'  libro  di  procemi  coiiBegnati  nella  Secreta,  1617,    14    agoelo    -    1759,  25 
\  moggio;  —  «libro  dei  processi  espediti  ut  posti  nelll  cassoni  dal    1595  in 
a  •  :   ma  b  un  elenco  di  nomi  per  alfrtbeto  poco  più  che  cotninciato. 
•  l*eO,  21)  se».,  C,  X,  M,Hi,  n.  H,  p.  lOS. 


-  58  - 

segrete,  nella  loro  inteff rità^  o  corrette  (modificate).  E  le  comu- 
nicava anche  al  Collegio  ;  ma  pare  a  voce^  donde  non  si  può 
credere  all'  esistenza  di  serie  comunicate  al  Collegio  ^ 

Neir  archivio  del  Consiglio  dei  Dieci  si  custodivano  anche 
volumi  e  documenti  estranei.  Per  es.,  nel  1471  tutti  i  privilegi 
che  il  conte  Vinciguerra  ed  altri  de'CoUalto  avevano  impetrato 
dall'Imperatore  a  Ratisbona  ^.  Carte  politiche  importanti  e  pro- 
cessi, custodiva  il  Cons.  dei  Dieci  in  una  cassa  bianca^  nella 
soffitta,  la  quale  non  poteva  aprirsi  senza  permesso  dei  capi  del 
Consiglio  *. 

Sullo  scorcio  del  secolo  XVIII  *  P  archivio  dei  decemviri 
era  in  condizioni  pessime,  riguardo  al  sito  e  airordinamento.  Il 
Senato  lo  conobbe,  e  avvisò  V  urgenza  dei  restauri,  affine  di 
preservare  «  i  pregevoli  documenti  che  in  essi  esistono,  in  parte 
anche  danneggiati  dalle  imperfezioni  del  luogo  stesso,  »  ap- 
provando un  piano  dell'architetto  Filippo  Rossi,  colla  proposta 
aggiunta  del  soffittone  contiguo  ;  per  render  piii  capace  l'archi- 
vio. Per  metter  poi  un  po'  d'ordine  nell'  archivio  disordinatis- 
simo,  «  si  adotta  il  provvido  suggerimento  d' istituire  una  per- 
manente presidenza  coperta  da  soggetto  in  attualità  del  Con- 
siglio dei  X,  e  per  ciò  si  delibera  che  d'ora  innanzi  sia  fatta 
annualmente,  nel  primo  Consiglio  del  mese  di  ottobre,  elezione 
di  un  solo  deputato  alle  sale^  e  che  in  luogo  dell'  altro,  per  non 
aggiungere  maggior  peso  alli  cittadini  componenti  il  Consiglio 
medesimo,  sia  eletto  un  irresidente  delT Archivio^  la  cui  ispezione 
sia  quella  d' invigilare  alla  custodia  e  al  buon  ordine  del  me- 
desimo ».  Si  nomina  poi  a  deputato  alla  separazione  ed  ordi- 

*  Cons.  dei  X,  1473,  17  maggio,  Misti,  n.  18,  p.  10.  Si  invitano  nel 
Cons.  dei  X  i  Savii  del  Consiglio  di  Terraferma,  perchè  ascoltino  certa  rela- 
ziono fatta  ai  Capi  dei  Dieci. 

Una  delle  più  antiche  comunicale  ai  Senato  sì  legge  nel  volume  del 
Cons.  dei  Dicci.  Afisti,  n.  22,  p.  87,  addì  2  die  1184.  Comunicazione  di  let- 
tere dirette  al  Cons.  dei  X.  dall' Arcivescovo  di  Antivari  circ^  Tlnterdetto, 
e  deir  ambasciatore  in  Milano,  cav.  Antonio  Vctturi. 

«  26  sett.,  Misti,  n.  17,  e.  138  t. 

3  C.  X.  Secreti,  1586  19  maggio  n.  13,  e.  32  t.  e  118  t. 

*  1785,  9  sett.,  C.  X,  Comuni,  r.  235,  e.  246  t. 


namento  delle  filze  e  doi  registiì,  colla  dipendenza  dal  nobil 
uomo  preBÌdentc,  e  culi'  assistenza  d'  uà  coadiutore,  Giuseppe 
Francesco  Olivieri. 

n  u.  u.  Zaccaria  Vallaresao,  altro  presidente  dell'Archivio 
del  Consiglio  dei  Dieci,  nel  1786  riferiva  (C.  X,  21  luglio) 
essefuc  compiuto  l'oniinamento,  e  proponeva  di  sgombrare  il 
locale  dei  modelli  e  disegni  antichi  di  piazze,  consegnandoli 
«  al  magistrato  alle  fortezze,  presso  il  quale  altri  simili  se  ne 
conservano.  »  Era  coadiutore  Domenico  Caliari  Fantinelli.  Ri- 
conosceva necessario  di  sbarazzare  t'archiviu  «  di  molte  filze, 
mazzetti,  libri  e  carte  di  epoca  lontana  risguardanti  li  tempi 
addietro  sino  al  principio  del  secolo  corrente,  logore  e  quasi 
consunte,  contenenti  rifcrte  di  capi  di  contrada,  e  lettere  vec- 
chie di  publici  rappresentanti,  e  cose  simili  che  non  sono  utili 
uè  meritano  alcun  riflesso  ...»  ■ 

Dopo  quanto  ne  ha  scritto  nel  periodico  «  Archìvio  Ve- 
neto »  (1871  e  seg.)  il  siguor  prof  Rinaldo  cav.  Fulin,  sarebbe 
inutile  che  si  tratta.sse  qui  particolarmente  dell'  origine  e  della 
storia  degli  Inquisitoi'ì  di  Stata,  coevi  ai  membri  del  Consiglio 
dei  Dieci.  Diremo  piuttosto  della  suppellettile,  assai  decimata, 
e  non  molto  pregevole  del  loro  archivio. 

Esso  si  compone  :  di  lettere  dirette  dagl'  Inquisitori  a  rap- 
presentanti il  Governo  nello  Stato  e  presso  le  Corti  straniere; 
—  minute  del  Tribunale  e  miasive  restituite  dagli  ambascia- 
tori, rettori  0  confidenti  cui  erano  etate  dirette  : 
delle  lettere  mandate  dagU  ambasciatori  ecc.  agi'  inquisitori  ; 
di  processi  per  reati  politici  e  delitti  comuni  ; 
di  Carte  spettanti  ai  mestieri  [Arti),  a  strade,  contrabbandi,  ne- 
goziazioni segrete. 

Ecco  il  programma  d'ordinamento  delle  varie  serie  di  quei 
documenti,  quale  è  seguito  dai  signori  Luigi  Pasini  e  Giuseppe 
Oiùuu),  officiali  uel  R.  Archivio  Generale,  i  quali  hanno  ormai 
posto  ordine  a  quasi  tutte  le  singole  scritture. 


-~  60   - 

Capitolare. 

Genere  I.^  Carte  proprie  (A.) 

Classe  L'  Minute  dei  Secretori  ; 

»      2/  Lettere  degV  Inquisitori. 

Genere  2.*  Carte  degV  Inquisitori. 

Classe  3/  Suppliche.,  petizioni.,  memoriali  al  Tribunale. 

Classe  4.'  Lettere  e  scritture  dei  rappresentanti.,  agenti^  ministri, 

e  persone  private  : 

del  Capitan  grande  ; 

dei  confidenti  —  nella  città  di  Venezia  ; 

degli  albergatori  (  qui  le  carte  «  Forestieri  »  )  ; 

di  altri  ;  ^ 

denunzie  sottoscritte,  od  anonime  ; 

dei  rettfiri  ; 

dei  confidenti  —  nelle  provincie; 

degli  ambasciatori  ; 

dei  confidenti  —  all'  estero. 

Genere  3.*^  Carte  proprie  (  B*  ) 

Classe  5.»  Processi  :  a«  )  diversi  ; 

b*  )  per  contrabbando  ; 

Classe  6/  Sentenze  (carte  relative  a  prigioni,  confinati,  esiliati, 

condannati  alla  galera,  a  morte  )  ; 

Classe  7.«  Polizze  di  spese  ; 

Classe  8.'  Diverse. 

Riassunto  : 

Classe  1.'  e  2.'  Massime; 


Interno  v  . 

e* 

Interno  l  d. 


Stato 


Estero 


)^: 


3.* 

Dmnande; 

4." 

Informazioni  ; 

5.* 

Inquisizioni  ; 

6.' 

Pene; 

7.' 

Cassa  ; 

8.' 

Diverse. 

Il  procedimento  sommario  degP  Inquisitori  potrebbe  far 
credere  che  non  tenessero  nota  delle  cose  trattate.  Ora  avevano 
invece  registri  di  memorie,  e  collezione  di  norme  o  capitolare. 


Nel  1652  '  gì'  Inquisitori  doler  ni  inavano  la  instituzione 
di  «D  libro  «  cariato  ed  alfabetato,  dove  sia  obbligato  il  segre- 
«  tario  di  scrivere  di  tempo  in  tempo  le  querele,  processi  et 
«  negotii  gravi  che  succederanno,  della  maniera  in  tutto  e  per 
«  tutto  clic  si  prattica  nello  Eccelso  Consilio,  et  all'  incontro 
«  siano  pure  contrascritte  note  degli  atti  che  anderan  succe- 
«  dendo,  onde  sempre  resti  sotto  1'  ocoliio  le  materie  tutte,  e 
«  quello  che  sarà  stato  operato  e  risolto,  così  ordinando  che 
«  sia  annotato.  » 

Di  alcune  di  quelle  note  dalle  quali  certi  registri  presero 
il  nome  di  mhimi  delle  Annotazioni.,  doveva  darsi  lettura  dal 
segretario  dcgP  Inquisitori  nel  primo  giorno  di  riduzione^  dei 
nuovi.  ' 

Eccone  qualche  notizia. 

Annotazioni  degl' Inijiiisitori  di  Stato,  1643-1797. 

Il  primo  volume  1643-1647  (a.  290  della  Collezione  di 
codici  restituiti  dal  Governo  Austriaco  nel  1869)  è  una  semplice 
rubrica  alfabetica  di  noto,  colla  data  e  t;oll'  oggetto  dello  scrit- 
ture ricevute  (lagP  Inquisitori  dt  Stato  o  da  essi  dirette  ad 
ambasciatori  o  ad  altri  jiepsonaggi,  con  richiami  a  mazzi  se- 
gnati con  lettere  romane  maiuscole,  o  a  filze  dell'  archivio  del 
Cons,  dei  X  per  le  deliberazioni  di  esso  Consiglio  sopra  pro- 
poste degli  Inquisitori. 

Il  volume  primo  propriamente  detto  delle  Annotazioni  (n. 
292)  comprende  il  periodo  dal  1652  al  1673;  gli  precede  una 
rubrica,  e  nella  prima  pagina  è  scritta  la  deliberazione  degl'in- 
quisitori 1652, 12  ottobre,  d' istituire  la  presente  serie  dei  vo- 
lumi dello  Annotazioni.  Le  note  sono  piii  diffuse,  disposte  per 
epoca,  taluna  sottoscritta  da'  tre  Inquisitori,  estese  a  sinistra 
di  chi  legge;  nel  mezzo  foglio  corrispondente,  v'La  la  nota 
della  evasione  od  esito  dell'  aSare. 

>  12  ottobre.  Cadici  della  ex  -  collezione  Brera,  N    2S2. 
*  Terni.  loq.  1661,  19  Bett.  AnnotaUoni  voi.  1 


-  62    - 

I  periodi  compresi  dagli  altri  volumi  sono  :  (2.'  delle  An- 
notazioni senza  num.)  30  marzo  1684  -  1685, 12  febbraio  m.  v.; 

»  291  7  marzo  1686  —  1701,  1  sett. 

»  294  4  nov.  1701  —  1719,  5  sett.,  ed  una  del  1736, 
29  gennaio  m.  v.  ; 

»  295  —  1719,  3  agosto    —  1723,    1    maggio; 

»  296  —  1723,  8  maggio  —  1729,  30  agosto; 

»  297  —  1729,  7  sett.       —  1737,  10  settembre; 

»  298  —  1737,      sett.       —  1746,  29  settembre; 

»  299  —  rubrica  diffusa  da  ott.  1746  a  1796, 28  feb.;m.v. 

»  300  —  1746,  5  ottobre  —  1755,  29  settembre; 

»  301  —  1755,  5  ottobre  —  1759,  26  settembre; 

»  302  —  1759,  9  ottobre  —  1763,  29  settembre; 

»  303  —  1763,  5  ottobre  —  1769,  29  settembre; 

»  304  —  1769, 19  ottobre  —  1776,  27  febbraio;  m.  v. 

»  305  —  1777,  8  marzo   —  1785,   7   dicembre; 

»  306  —  1786, 11  aprile    —  1793,  27  settembre; 

»  307  —  1793, 19  ottobre  —  1797,    6   marzo. 

Le  date  sono  quelle  à^W annotazione  \  non  ActWesaurinì^nto^ 
eh'  è  quindi  posteriore  ^ 

I  dieciotto  volumi  non  contengono  notizie  di  tale  impor- 
tanza che  giustifichino  la  fama  attribuita  ad  essi  come  a  tutto 
l'archivio  degli  Inquisitori  di  Stato.  Sono  note  di  polizia,  pochis-. 
sime  d' interesso  diplomatico;  in  parte  studiate  e  publicate  dal 
distinto  cav.  Augusto  Bazzoni  noW^ Archivio  storico  italiano^  serie 
III,  P  dispensa  del  1870  e  seguenti,  57."  della  Collezione  (Fi- 
renze, Vicusseux,  1870,  p.  45)  dall'  avv.  Giulio  Crivellari,  per 

*  n  comm.  Agostino  Carli  Rubbi,  in  uno  dei  rapporti  che  dirigeva  al 
Governo  Generale,  intorno  le  carte  più  importanti  che  trovava  nell'archivio 
degli  Inquisitori  dì  Stato,  addì  15  aprile  1822  scriveva:  «Dirò  anco  che  io 
ho  veduto  nella  stanza  di  riduzione  dol  Tribunale,  accanto  al  httrò  del  Se- 
gretario, l'armadio  ove  stavano  i  libri  usuali,  cioò  i  notn(orì>  ch'erano  in  fo- 
gliu  col  taglio  alternante,  rigato  di  colore  celeste,  rosso  e  bianco,  i  quali  qui 
non  sono  puranco  da  Milano  stati  restituiti  ;  i  libri  delle  annotazioni,  e  delle 
sentenze.  Nelle  quattro  stanze  superiori  poi  tencansi  i  proccssetti  e  le  carte  e 
corrispondenze  importanti.  »> 

Non  crederemmo  che  si  potesse,  sulla  sola  asserzione  del  Rubbi,  ritenere 
che  gl'Inquisitori  usassero  di  notatola  diversi  dai  volumi  ììoWq  Annotazioni. 


1  Sila  opera  inedita  dei  dinlto  peiuilc  della  Rep.  rettela,  e  dal 
tcav.  Armando  Jiascìtet{Lt's  Arcliives  de  Vcniseeto. Parie,  1870), 
H  sef^retario  degl'  Inquisitori  di  Stato,  scriveva  ancliR  in 
r  registri  oblunghi  [vacchette]  '  per  alfabeto  e  colle  date,  alcune 
memorie  delle  cose  eseguite  dal  Tribunale.  Queste  memorie  o 
noterelle  si  segnavano  anche  sul  dorso  dei  processi.  Ne  restano 
i|uattro  volumi,  dal  1771,  7  agosto  al  1797,  21  aprile.  Anche 
gì'  Inquisitori,  come  il  Cons.  dei  X,  custodivano  processi  ed 
altre  carte  in  uno  scrigno  '. 

Molto  fu  discusso  sul  capitolare  dogi'  inquisitori.  Avreb- 
tsi  dovuto  credere  che  sino  al  1755,  "  non  ne  possedessero, 
llperchè  nelle  Annotazioni  si  trova  questa  memoria: 

«  Mancando  assolutamL'nte  in  questo  Archivio  ogni  do- 
I»  cumento  della  istituzione  di  questo  tremendo   venerabile 
\»  Tribunale,  base  ferma  e  sicura  della  conservazione  e  felicità 
I»  dello  Stato,  della  grande  sua  potestà  e  delle  materie  di  tempo 
in  tempo  ad  esso  raccomandate,  s' incarica  il  circospetto  Se- 
I»  gretario  D.  M.  Cavalli  che  fu  segretario  per  due  anni,  di 
raccogliere  dai  libri  e  filze  de  iu  questo  sacro  e  impene- 
trabile recesso  si  custodiscono,  li  fondamenti  accennati,  e  for- 
marne un  piccol  libro  a  guisa  di  capitolare  del  Triìnmah  ;  e 
perchè  inoltre  sono  difettivi  di  molti  anni  li  registri  dell' in- 
•  dice  e  del  diario  che  servir  debbono  di  guida  per  rinvenire  li 
'  lumi  occorrenti  in  ogni  materia  »  viene  incaricato  il  segreta- 
rio di  ciò,  e  gli  ei  assegnano  ducati  30  al  mese. 

II  coipitolare  invece  si  conserva  in  due  esemplari,  1'  uno 
H^ncir  Archivio  di  Venezia  '  e  1'  altro  nella  coliezione  Cicogna 
presso  il  Musoo  Civico  Correr  ^ 


'  Questa  deoomi Dazione  di  ana  ben  nata  specie  di  registri  ubitinpbl,  Hi 
\  (òrw  per  t>i  prima  vulta  nel  decreto  dei  Consigrllo  dei  Dieci,  Milli  reg. 
I»  p.  IS,  HBO,  17  luglio. 

*  C.  X  Secreti  1595  24  febbr.  m.  v.  reg.  13  u,  147  t, 
'  VTSb,  29  sett.  Aniiutacioni  Inquis.  di  Stato,  eod.  ei-Srera  u.  300  p. 

•  L'ceeniplare  dell'Arcbiirirt  è  cartaceo,  del  sec.  XVm,  di  pag.  66,  1411 
-  1793,  S6  aprile.  Il  itfcrturio  e  parte  dei  testo,    è  dj  pagno  di  ud 

brio  dfgt' Inquisitori  Suo  a  pog.  74;  Suo  alla  9l3  di  altri  due. 

''  RoiDMiin,  nella  «  Storia  docum,  di  Venezia;   V'Cuezia,  Naratovich,  1857 


-  (U  - 

Ai  segretari  era  commesso  di  redigere  una  relazione  oti^ 
nuak.  Di  cotali  relazioni  se  ne  conservano  nell'  Archivio  Ve- 
neto, sessantasei,  dal  1715  al  1796,  e  pochi  frammenti.  Con- 
tengono ricordi,  specialmente  della  gestione  economica,  delle 
cose  più  notevoli  di  polizia  interna,  delle  note  dei  prigioni  dei 
confidenti  stranieri,  (alcuni,  gli  stessi  residenti  delle  Potenze 
estere  ).  Per  verità  quelle  relazioni  danno  un  concetto  assai 
meschino  del  Tribunale  degP  Inquisitori,  pur  ritenuto  tanto 
importante  !  Né  le  prescrizioni  di  essi,  sebben  fosse  nella  fama 
publica  circondato  di  tanto  mistero,  erano  sempre  obbedite. 
Circa  alla  restituzione  delle  lettere  che  i  rappresentanti  ave- 
vano ricevuto  dagP  Inquisitori,  essi  ingiungevano  che  «  chi- 
»  unque,  al  suo  ritorno  da  publico  carico  sostenuto,  debba  rc- 
»  stituir  al  Tribunale  ...  le  stesse  lettere  originali  quali  li 
»  furono  rilasciate,  onde  per  nessun  caso  mai  possano  esser 
»  neppur  vedute.  »  Questo  preciso  dovere  era  però  negletto 
dagli  ambasciatori,  residenti  e  consoli.  Tutti  i  rappresentanti 
adunque  (  così  si  prescrive)  debbano  al  ritorno  in  patria  resti- 
tuire le  carte  del  Tribunale  al  segretario  di  esso  ;  e  così  tutti 
i  consoli,  ma  restituendole  di  volta  in  volta.  Ai  successori  si 
lascino  le  sole  lettere  di  commissione;  si  mandino  tosto  a  Ve- 
nezia quelle  che  furono  custodite  in  deposito  negli  archivi 
degli  ambasciatori  e  residenti  alle  Corti. 

L' obbligo  dei  rappresentanti  il  Governo  nello  Stato,  di 
restituire  al  loro  ritorno  scritture  scerete,  era  antico.  Lo  si 
trova  ricordato  nel  1518  ^  ;  quei  documenti  (decretavasi  allora) 
si  custodiscano  in  sito  apposito,  e  fra  quindici  giorni  si  ritirino 
quelli  relativi  alla  guerra  passata. 

t.  VI,  p.  109-197,  ha  pubblicato  il  Capitular  deìli  Inquisitori  di  Stato,  codice 
che  add\  5  maggio  1797  passò  in  mano  di  un  nobile,  poi  di  un  Giuseppe 
Pasquali,  raccoglitore  di  libri  rari,  dalla  cui  vedova  lo  acquistò  Andrea  Tes- 
sìer,  che  lo  cedette  al  fu  cav.  Em.  Cicogna.  —  La  collezione  di  quei  docu- 
menti, che  il  coTipi latore  denominò  Capitolare,  fu  eseguita,  non  per  commis- 
sione ma  spontaneamente  da  Angelo  Nicolosi  segr.  degrinquisitori  distato,  nobili 
uomini  Giov.  Francesco  Barbarigo,  Angelo  Emo,  e  Giacomo  Querini  cav.  ai 
quali  fu  da  lui  presentato. 

*  1518,  30  giugno,  C.  X.,  Misti  r.  42,  e.  60  t. 


Confrontando  il  catalogo  tiell'archivio  degrinquisitori  quale 
era  sotto  la  Repubblica  '  colla  povera  e  disordinata  miscella- 
nea cb'  è  giunta  a  noi,  la  mente  ricorre  agli  eccessi  della  De- 
mocrazia e  alle  rapine  francesi,  «  Accorreva  il  popolo spo- 

»  gliava,  stracciava  gli  archivi  del  Consiglio  dei  Dieci  e  degli 
»  Inquisitori  *  ».  Il  Bassal  per  incarico  del  generale  Serrurier 
(23  nov.  1797)  foce  il  resto.  I  privati  continuarono  per  anni 
parecchi  a  chiedere  e  ad  ottenere  dal  fatale  Archivio,  carte  com- 
promettenti. Di  qui  so^e  scritture  degl'  Inquisitori  si  trovano 
sparse  presso  parecchi  *. 

Agli  asporti  e  al  disordine  succedettero  le  reintegrazioni 
e  gli  ordinamenti.  11  Governo' Austriaco  incaricò  il  comm.  Ago- 
stino Carli  Rubbi  —  assegnato  in  servigio  dell'  Archivio  poli- 
tico in  s.  Teodoro  —  di  scegliere  le  carte  più  importanti  de- 
gl'Inquisitori e  preparare  lo  stralcio  di  quelle  che,  d'accordo  col 
Chiodo,  gli  paressero  inutili.  Il  Rubbi  cominciò  allora  col  Go  - 
Terno  un  carteggio  che  continuò  circa  dieci  anni.  Considerava 
l'archivio  degl' Inqui.sitori  come  quello  segreto  di  Sua  Maestà  *; 
e  con  graud'enfasi  si  vantava  di  aver  «  l'onore  di  essere  crea- 
tura della  Eccelsa  Presidenza  Governativa*  ».  Nel  1812  quando 
pose  piede  nell'  archivio  di  s.  Teodoro,  trovò  nel  vestibolo  di 


•  è  intitolato  come  abbiamo  detto:  >■■  Procesai  e  carte  reatituite,  e  carte 
ohe  SODO  ne^li  armari  VII  da  basso,  negli  armari  VI,  cassette  Vili  e  due 
OMBoni  di  sopra,  v 

'  Romanin,  IX  114,  620;  X,  280, 

^  Esiste  presso  la  vedova  di  Samaele  HoinaDÌD  In  copia  dì  un  "  Somma- 
rio dulie  carie  che  esistevano  nell'archivio  degl' Inquisitori  di  Stato,  noD  che 
l'elenco  di  molte  altre  relative  alle  ultime  vicende  della  Repubblica  Veneta, 
quali  reuoero  asportate  dal  commissario  francese  Bassa)  nel  1797.  «  [N.  B. 
In  queste  nltinie  vi  è  il  sommario  della  relazione  fatta  dal  segretario  Giu- 
Gradenign  sull' adempì  mento  dell' incarico  cti'ertiglì  stato  impoeto  nel 
1197.  d'ingiungere  cioè  al  conte  di  Lilla  I  Luigi  XVIII 1  l'immediato  allon- 
ttnauento  da  Verona  e  dagli  Stati  della  Rtpubblitti). 

>  Sua  lettera  al  Presidio  del  Gov.  Austr..  1819,  14  ag.,  N.  47. 

'  Brft  stato  nominato  ad  officiale  nell'Archivio  di  S,  Teodoro  dal  Mioi- 
deirinleroo  dell'ex  -  Regno  d'Italia  (disp.  5  agosto  1813,  n,  22152). 
L'Incaiioo  dell'ordinamento  dell'archivio  degl'Inquisitori  gli  era  venuto  dalla 
l'reeid.  del  Gov.  Austriaco    decr.  6  aett,  1815,  n.  31215-2113.; 


-  66  - 

quella  ex-Scuola  «  le  carte  degP  Inquisitori  accatastate  e  am- 
«  mucchiate  dall'azzardo,  congerie  fatta  dalla  paura^  dalla  fretta^ 
«  e  dalì  ignoranza  ».  Informò  poi  il  Groverno  di  ogni  menoma 
scoperta  nell'Archivio,  e  del  come  ordinava  gli  scarti  *.  Ma  le 
operazioni  del  Rubbi  non  servirono  a  metter  la  luce  dell'ordine 
fra  le  carte  degl'  Inquisitori.  E  prova  n'  è  il  presente  ordina- 
mento che  se  ne  deve  fare. 

Una  parola  dell'  uso  di  quelle  carte  terribili^  sotto  il  Go- 
verno passato. 

Sua  Maestà  l' imperatore  Francesco  I,  con  risoluzione  14 
giugno  1824,  ordinava  che  quell'  archivio  dovesse  «  restare 
coìm  prima  segreto  ed  inaccessibile  ;  e  che  niente  se  ne  potesse 
estrarre  per  famiglie  o  privati.  Soltanto  in  casi  aflfatto  parti- 
colari, e  per  carte  le  quali  fossero  di  riconosciuta  proprietà,  può 
aver  luogo  un'  eccezione,  quando  dagli  atti  risulti  che  le  carte 
si  trovano  nell'  Archivio,  solo  per  accidente^  od  almeno,  che  la 
loro  deposizione  e  confisca  non  erano  un  argomento  delle  delibera^ 
zioni  degl'  Inquisitori. 

Nel  1828  *  lo  stesso  imperatore  aggiungeva  :  «  Volendo 
io  che  non  sieno  più  a  lungo  trattenuti  alle  parti  (  i  privati)  li 
privati  documenti  originali  esistenti  nell'  archivio  dei  già  In- 
quisitori di  Stato  in  Venezia,  quando  le  parti  stesse  ne  fanno 
la  ricerca,  e  ritenuto  sempre  che  trattisi  di  originali^  e  di  resti- 
tuirli ai  veri  proprietari  sopra  loro  domanda  ....  trovo  di 
ordinare  che  per  l' avvenire  sia  sopra  ogni  ricorso  di  parti  pel 
conseguimento  di  privati  documenti  originali,  sentito  prima 
sempre  il  direttore  dell'  Archivio,  se  cioè  dessi  si  ritrovano 
neir  Archivio,  se  il  diritto  di  proprietà  dei  petenti  è  sufficiente- 
mente dimostrato  »  ecc. 

Dunque  il  veto  di  esaminare  quelle  carte  ad  altri  che  non 
fossero  il  presidente  del  Governo,  il  direttore  generale  di  Poli- 

^  Per  68..  circa  le  carte  criminali  e  di  polizìa^  il  Rubbi  giudicava  da 
gettarsi  quelle  relative  a  licenze^  piccole  gratificazioni,  soccorsi,  lettere  inter- 
cette,  riferte,  piccoli  affari  di  finanza  e  di  contrabbando,  affari  giudiziari  e 
letterari  di  nessuna  entità. 

*  V.  Governo  Austr.,  Presidio,  1828,  IV  10-22. 


zia  e  quello  dell'  Archivio,  provenne  specialmente  per  l' abuso 
che  se  ne  feceva.  Ma  in  verità  chi  ha  svolto  le  corrispondenze 
e  i  documenti  degl'  Inquisitori,  può  attestare  esservi  assai  poco 
che  anche  il  Governo  più  assoluto  potesse  desiderare  che  re- 
stasse ignoto  a  tutti. 


XI. 


Archivi  Giudiziari. 

Fra  le  materie  amministrative  alle  quali  la  Republica 
rivolse  il  vigore  delle  sue  leggi  fin  dai  primi  tempi  della  sua 
costituzione,  fu  la  materia  giudiziaria.  Lo  dimostrano  la  rego- 
larità delle  scritture  notarili,  V  esattezza  e  la  lucidità  dei  vo- 
lumi, la  esistenza  di  giudici  civili,  coetanea  ai  primi  documenti 
di  Venezia  che  ci  restano. 

Alla  metà  del  secolo  XIII  si  obbligavano  i  giudici  del 
Proprio  e  gli  altri,  a  metter  in  scrittura  tutto  che  sembrasse 
loro  utile  da  aggiungere  o  togliere  nell'  aìidamento  dei  loro 
UfEcii  '  e  consegnassero  questi  ricordi  alla  Signoria,  nel- 
r  uscir  di  carica.  La  Signoria  farebbe  registrare  quei  savi  am- 
monimenti «  in  quaterno  Comunis,  ad  memoriam  retinendam.  » 

Le  scritture  dei  Signori  di  Notte  al  Criminal  si  volevano 
'  custodite  in  un  baìico  nel  loro  archivio,  cioè  i  quaderni  delle 
inquisizioni  dei  delitti  ;  il  quaderno  dei  banditi  ecc.  si  chiuda 
a  due  chiavi,  custodite  da  due  dei  tre  Signori.  Altro  òanco  si 
costruisca  nella  Prucuratia  di  s.  Marco,  per  serbarvi  tutte  le 
scritture  e  ìnqmsiziwii  dei  banditi,  e  il  libro  di  questi  sia  te- 
nuto in  cwrente  da  notai  sorvogìiati  da  uno  del  Magistrato. 

Le  cedule  nelle  quali  sì  raccolgono  le  dichiarazioni  dei 
testimoni  dinanzi  i  giudici  di  palazzo,  fra  otto  giorni  dovevano 
Mgifitrarsi  in  quaderni  a  cura  di  notai  ^. 

E  con  altri  decreti,  s'iustituivano  registri  di  atti  giudiziari 

'  1250  12  sett.  M.  C.  D'Oro.  I.  10. 

*  U.  0,  1310,  19  Beltembre,  Novella  <■.  IST  t. 


-  tó  - 

delle  Corti  inferiori  o  tribunali  di  !•.  istanza  ^,  e  si  escludevano 
dagli  ufficii  del  basso  ministero,  i  sacerdoti.  Dopo  aver  servito 
per  secoli  a  stilare  gli  atti  privati,  e  a  stender  scritture  giudi- 
ziarie, venne  tempo  che  ebbero  il  congedo.  Così  i  frati.  I  casi 
moderni  non  sono  dunque  nuovi. 

«  El  non  è  conveniente  che  i  preti  di  questa  cita  nostra, 
»  i  qual  per  la  profession  soa  dieno  attender  al  culto  divino, 
»  se  mettano  ad  esercitii  al  tutto  de  quelli  alieni,  zoe  a  i 
»  officii  [di  notaio  o  scrivano)  di  nostri  zudegadi  de  palazo  :  ai 
»  qual  officii  stariano  ben  nostri  citadini  laici  che  hanno 
»  exposte  le  fortune  et  persone  soe  per  el  stado  nostro  »  *. 

I  numerosi  documenti  relativi  agli  archivi  delle  giudica- 
ture venete  (  «  delle  scritture  vecchie  del  palazziO  »  )  ci  fanno 
conoscere  i  gravi  danni  che  essi  patirono  per  la  noncuranza  e 
per  la  venalità  di  chi  li  aveva  in  custodia.  E  sebbene  nei  secoli 
XVII  e  XVIII  ne  fosse  affidata  la  sorveglianza  ai  conservatori 
ed  esecutori  delle  leggio  tuttavia  la  condizione  di  quegli  archivi 
non  migliorò  grandemente. 

«  I  libri  delle  sentenze  et  altri  atti  delle  Corti  e  magi- 
»  strati  di  palazzo  ...  se  intende  esser  tenuti  confusamente 
»  et  senza  la  custodia  che  si  conviene  ....'»  Ne  mancano 
alcuni,  ed  altri  «  sono  stati  anco  a  vilissimo  prezzo  venduti 
»  nelle  botteghe  de'  vivandieri  et  smarriti  con  mali  modi,  et 
»  altri  pochi  sotto  li  piombi  del  palazzo  restano  esposti  al- 
»  r  ingiurie  de'  tempi  e  pioggie  ». 

Ogni  massaro,  o  in  mancanza  di  lui,  ogni  notaio  dei  magi- 


<  1471,  28  sett.,  M.  C,  Libro  d'oro,  Vili,  132  t  SMnstituisce  un  libro 
pergameno  in  ciascun  Ufficio,  diviso  in  sei  sestieri^  nel  quale  i  notai  regi- 
strino gli  atti  di  vendita,  pagamenti  di  dote  ecc.,  non  essendovi  presso  le 
giudicature  del  Proprio,  Esaminador,  e  Procurator,  tranne  quello  dei  Coman- 
dadori.  —  1478,  11  maggio,  M.  C,  Regina^  176  t. 

In  un  locale  attiguo  air  ufficio  del  Proprio  si  costruiscano  armadi  ed  altri 
ripostigli  per  custodire  i  registri  dei  cogniti  e  delle  strìde  del  Proprio,  finora 
in  mano  dei  banditori;  i  notai  tengano  un  registro  scontro  degli  atti  da  far 
eseguire  dai  banditori. 

2  1474,  19  genn.  M.  C,  Regina,  145. 

3  Senato,  1632,  1  maggrio  Teìra,  r.  107,  I,  p.  103  t. 


strati  giudiziari,  «  furmi  i}uanto  prima  un  inventario  distinto, 
»  et  separato  per  i  tempi  et  per  materie,  di  tutti  i  libri  et  re- 
»  gistri  eìie  sono  et  nell'  avvenire  saranno  formati  nell'  Ufficio 
iove  servono.  »  Si  assegnino,  per  riporvi  quello  t^arte,  luoghi 
vm  armari.,  il  Collegio  vi  nomini  un  soprintendente;  il  Can- 
cellicr  grande  dia  in  proposito  i  suoi  savi  consigli  '. 

I  sindici  e  giudici  straordinari  dovranno  riconoscere  (de- 
creto del  Senato  1636  25  luglio  '  «  da  quali  magistrati  sarà 
»  stato  osservato  T  obbligo  di  mandar  li  libri  all'  Archivio, 
»  e  di  quei  cbe  mancassero,  obbligar  li  ministri  ad  essequirlo 

>  dentro  quel  più  breve  termine  che  loro  paresse  poter  bastare. 

>  Li  ministri  di  qualunque  magi.strato,  obbligato  di  mandar  H 
»  libri  all'  Archivio  predetto,  non  doveran  tenerne  alcuno  dei 
»  vecchi;  né  che  serva  per  più  tempo  dell'  anno  corrente  o 

*  dell'  antecedente,  sì  che  non  habliino  in  loro  potere  gli  atti 
»  di  più  lungo  tempo  di  due  anni.  » 

La  custodia  dei  libri  delle  sentenze  e  degli  atti  dei  magi- 
strati di  Venezia  si  appoggiava  in  seguito  intieramente  ai 
Conservatori  delle  leggi,  come  sopraintendenti  ai  ministri  che 
lebbono  inventariare  e  mbricare  i  registri  '.  Abbiano  facoltà 
r  inquisizione  circa  una  perdita  di  60  libri,  accaduta,  e  circa 
ra^ressioni  che  fossero  state  commesse;  ricuperino  i  libri 
ihe  fossero  presentati  presso  magistrati  ed  esaminino  le  qua- 
btà  del  cvilode  dell'  Are  Aimo. 

Poo)  appresso  (essendo  condotto  a  termine  1'  ordinamento 

dei  libri  e  delle  scritture  de'magistrati  alle  Corti  ed  altri  ofEcii 

,  Marco,  e  formatone  un  diligento  inventario)  si  lodano 

delle  cure  i  Conservatori  delle  leggi.  «  Al  disordine  poi  scoperto 

*  nel  Inogo  dei  noclari  morti,  delle  40,000  minute  non  regi- 

*  jftrate  e  facili  a  perdersi,  deveranno  detti  Conservatori  prov- 
»  vedere,  con  incaricare  il  Collegio  dei  nodari  al  loro  registro, 

»■  0  col  dividergliele,  o  co!  far  che  da  esso  sia  deputato  chi  vi 

Vedi  circa  il  hiogcy  per  qaelt'arohivio  {lopra  li  oJStH  delle  Curii)  il  de- 
creto del  Senato.  Ttrra  WM,  13  magig^D. 
Senato  Terra  reg.  lU  p.  196. 
1571,  14  agosto.  Senato,  Terra  reg.  183  e.  a04  t, 


»  supplisca  dentro  il  più  breve  termine.  Ordineranno  anclie 
»  che  si  faccia  un  inventario  dei  protocolli  e  d' altre  scritture 
»  che  esistessero  nel  luogo  dei  notari  morti,  da  consegnarsi  al 
»  custode,  il  quale  dovrà  tener  nota  delle  carte,  protocolli  eoa 
»  ricevuti.  » 

Ma  i  disordini  non  cessarono.  I  conservatori  ed  esecutori 
alle  leggi  (1712)  *,  ne  rimarcavano  in  tutti  gli  archivi  delle 
Corti,  ad  eccezione  di  quelle  del  Procurator  e  del  Proprio  ;  e 
raccomandavano  la  buona  custodia  e  la  reintegrazione  di  quegli 
archivi. 

Nel  1719  (27  aprile)  il  Senato  *  rinnovava  al  magistrato 
suddetto  la  raccomandazione  d^  ingiungere  ai  ministri,  gli  or- 
dini per  la  custodia,  V  alfabeto  e  la  rubricazione  delle  scritture  *. 
Ed  essi  incaricavano  un  officiale  [Paolo  Legremt)  di  completar 
le  rubriche  e  gli  alfabeti  «  di  tutti  i  libri,  scritture,  processi  e 
»  carte  delli  offitii  illustriss.  di  Pettzion,  Fsaminador^  Forestiera 
»  Mobile^  Procv/rator  e  Proprio^  e  dei  magistrati  del  Piovego^  Cai- 
»  taver^  Sindico^  CoUegio  dei  Signori  di  Notte  al  civile  descriver 
»  in  cadauno  separatamente  ogni  sorta  di  materia  secondo  lì 
»  ordini  d'  offitii  e  magistrati,  cosicché  sia  per  sempre  facilitato 
»  il  modo  a  particolari  di  ritrovar  Y  occorrente,  e  si  conservi 
»  a  perpetua  memoria.  » 

Anche  qualche  officiale  ebbe  parte  nel  disordine  di  quegli 
archivi  ;  e  citeremo  un  Antonio  Antelmi,  che  lasciò  V  archivio 
delle  scritture  vecchie  delpahzzo  in  pessimo  stato,  onde  il  Senato 
scriveva  :  «  sono  ben  ragionevoli  li  motivi  per  i  quali  non  si 
trova  per  anco  ridotta  a  perfezione  V  opera  malagevole  ed  in- 
voluta della  riordinazione  dell'archivio  lasciato  sconvolto  *. . .  » 


<  1712,  12  magg.  Senato  Terra  reg.  268  e.  125.  —  1717,  31  Inglio,  circa 
il  disordine  neir  archivio  delle  sentenze  ed  altre  scritture  di  Palazzo.  Senato 
Terra  reg.  274  e.  299  t. 

2  Sen.  Terra  reg.  277  p.  106. 

^  Veggasi  anche  la  Scrittura  dei  Conserv.  ai  Senato  22  gen.  1719  m.  v. 

^  1772,  30  maggio,  Sen,  e  V.  1771,  20  sett.  :  la  Sereniss.  Signoria  decreta 
^1  trasporto  delle  carte  gelose  della  Quarantia  civil  vecchia  in  un  luogo  attiguo 
a  quello  dell*  Archivio. 


Da  un  «  piano  formato  per  ordine  dell'  Eccellentissimo 
»  Magistrato  de  Conservatori  et  esecutori  delle  leggi  (1778 
»  n  dicembre)  dimostrativo  a  colonna  per  colonna  la  quantità 
»  e  qualità  de  libri  che  si  attruvano  nell'  archivio  delle  scrit- 
»  ture  vecchie  del  palazzo  »  risulta  che  sulla  fine  del  secolo 
passato  i  volumi  e  le  filze  di  quegli  archivi  ',  ammontavano 
à  13,  945. 

Nel  1780  (9  marzo,  Senato)  si  raccomandava  la  consegna 
'  Archivio,  dei  libri  delle  Corti,  ogni  due  anni  ;  e  la  nomina 
dell'  archivista  [custode  dell'  Archivio)  si  rimetteva  al  Consiglio 
lei  XL  al  Criminal. 

Fra  le  ultime  vicende  di  uno  degli  archivi  giudiziari, 
quello  àdV  FsainÌTiador  —  quasi  un  UfBcio  delle  ipoteche  —  è 
I  notare  che  la  Municipalità  provvisoria  '  decretava  la  conti- 
huazione  delle  registrazioni  coi  soliti  metodi,  ed  eleggeva  una 
commissione  di  tre  membri  per  versare  sul  luogo  dove  rac- 
Hjoglier  r  archivio  dell'  Esaminador,  il  ministero  necessario,  gli 
stìpendii  ecc.  Per  ora  «  siano  trasportate  in  nn  solo  archivio 
tutte  le  carte  ed  atti  giudiziarii  sparsi  per  li  diversi  ex-magi- 
Mrati,  ex-Consigli  e  CoUegii  giudiziarii,  assieme  a  quelle  già 
esistenti  nel  così  detto  Ài'chÌTto  delle  scritture  vecchie  del  Pa- 

Ìa2!0    ». 

Ag^iuugeremo  qualche  appunto  intorno  gli  archivi  notarili. 

«  I  notai  debbano  tenere  una  copia  autentica  dei  testa- 
menti e  degli  altri  atti  loro,  nei  proprii  quaderni,  sottoscritta 
dai  testimonii  :  i  quaderni,  sìnora  di  carta  di  cotone,  si  facciano 
di  pergamena  »  *. 

In  un  grande  volume  pergamene,  si  registreranno,  fra  tre 
giorni  dall'  atto,  i  nomi  degli  attori,  del  notaio,  e  il  genere  del 
documento.  I  notai  forniranno  queste  notizie  ai  Cancellieri  in- 
fmori,  e  ai  loro  assistenti  [proti).  Fioora  (1449, 28  dicembre) 


'  Aaditot  Vecohlo,  EBamìnudor,  Mobile,  Catuvei,  Forestler,  Signori  i 
Ifotta,  Proprio,  Plovego.  Slndico,  Procurstor.  Petizion,  MìiiiBt«riaII. 
'  Procluma  9  agoato  1791.  Gridario  I.  n.  344, 
*  1307,  1  giugno,  M.  C,  Magnuif  et  Caprirvrnut  e.  44. 


72    - 

le  copie  dei  testamenti  e  d' altri  istrumenti,  estratte  dai  proto- 
colli ed  affidate  agli  esecutori^  andavano  perdute.  * 

Quando  partiranno  da  Venezia  dovranno  consegnare  i  pro- 
tocolli alla  Cancelleria  inferiore,  i  cui  officiali  sorveglieranno 
a  ciò,  e  alla  consegna  dei  protocolli  dei  notai  morti  \ 

A  tenore  di  un  decreto  del  Maggior  Consiglio  1485  11 
novembre,  si  doveano  assoggettare  ad  esame  «  de  sufficientia, 
pcritia,  et  experientia  artis  tahellionatus,  quam  de  legalitate, 
vita  moribus  et  fama  »  tutti  i  notai  che  esercitavano  V  arte 
in  Venezia,  per  autorità  veneta,  apostolica  o  imperiale.  AlF  e- 
sperimento  doveva  assistere  il  doge,  o  incaricare  persona  a 
sostituirlo.  Si  inscrivano  in  un  registro  nella  Cancelleria,  si 
rilasci  loro  un  attestato,  —  tutto  gratuito. 

Le  scritture,  stilate  secondo  il  costume  veneziano  {per  mo- 
dum  Venetìarum)  dei  notai  morti  o  che  lasciano  Venezia  per 
più  di  due  mesi,  non  si  consegnino  piii  a  notai  privati,  ma 
si  portino  tutte  alla  Cancelleria.  Il  Cancellier  grande  ne  fec- 
cia un  inventario  e  le  dia  in  custodia  a  due  notai. 

xn. 

Annali.  -  Istoriografi  pubblici. 

Come  abbiamo  detto,  già  nel  secolo  XIII,  la  Republica 
pensò  a  raccogliere  le  proprie  leggi,  i  trattati  internazionali, 
e  documenti  di  altra  specie.  Quelle  collezioni  servivano  sol- 
tanto in  parte,  e  per  un  certo  periodo,  agli  usi  dell'  ammini- 
strazione. In  seguito  divenivano  collezioni  storiche. 

Questo  intelletto  dell'  avvenire  risplende  in  ogni  atto  so- 
1  enne  de'  Governi  e  de'  popoli  passati.  Pare,  fra  le  turbinose  vi- 
cende del  medio  evo,  che  riservati  a  pochi  1'  amore  e  il  culto 
delle  lettere  e  degli  studi,  vi  si  dedicassero  coli'  affetto  pre- 

«  M.  e.  Upsa  p.  170. 

^  Nel  decreto  si  accenna  ad  un  registro  alfabetico  delle  carte  di  dote  e 
dei  testamenti,  che  sarebbe  da  farsi  dai  proti  della  Cancelleria,  verso  compenso. 
3  Stella  59. 


maroso  e  riverente  di  cui  si  circondava  allora  la  reìigione  ; 
e  attendessero,  piii  che  ai  favori  della  fortuna  e  ad  una  fama 
passeggera,  a  produrre  opere  durevoli  ed  utili  ai  propri  posteri. 

Le  scritture  pubbliche,  diligeatemeute  raccolte  in  serie 
particolari,  e  queste  ordinate  in  archivi,  non  parvero  al  Go- 
verno Veneto  sufficienti  ad  istruire  i  patrizi  e  il  popolo  del 
procesBO  istorico  degli  avvenimenti,  del  carattere  delle  nazioni, 
dei  principi,  e  dei  rapporti  che  con  essi  ebbe  Venezia.  Volle 
esso  perciò  che  dei  fatti  principali,  raccolti  e  quasi  narrati 
dalle  stesse  memorie  contemporanee  scritte  je  segrete,  si  for- 
masse una  storia  veritiera. 

Cotesta  storia  si  divideva  e  miuistrava  in  due  forme  : 
jmiòlica,  dettata  da  istoriografi  per  decreto  del  Governo,  e  da 
stamparsi;  jjnVfl^,  scritta  dai  segretari  del  senato,  gli  ÀJinali. 

Diremo  prima  di  questi. 

Nel  1571  29  nov.  il  Consiglio  dei  dieci  •  deliberava: 

«  Fu  preso  in  questo  Consiglio  del  1551  a'  18  del  mese 
»  di  decembre,  *  che  per  il  Collegio  nostro,  con  l'intervento 
»  delli  Capi  di  questo  Consiglio /cwse  eletto  vm  dei  Secretati 
»  nostri  di  Pregadi^  '  il  quale  per  3  anni  continm  avesse  carico 
y>  di  scriver  li  nostri  annali,  nella  'nostra  liiigua  volgare^  de  tempo 
«  in  tempo,  notando  tutte  le  proposte  de'principi  fattecosi  alla  Si- 
»  gnoria  nostra,  come  a  nostri  ambassadori  in  materia  di  Stado; 
-»  et  similmente  tutte  le  deliberationi  nostre,  commemorando  le 

*  occorrentie  cosi  in  guerra  come  in  pace,  dei  Principi,  con  li 
»  quali  si  avesse  commertio,  et  finalmente  tutte  quelle  cose  che 

*  li  paressero  degne  di  memoria,  separatamente  l' una  dall'  al- 

*  tra,  con  uno  indice  ;  et  occorrendo  trattarsi  cosa  alcuna  per- 
*  tinente  a  giurisditioue  della  Signoria  nostra,  di  quella  dovesse 
^  tener  distinta  et  particolar  memoria,  et  mostrar  di  tempo  in 

-  '  C.  X  Comuni  r.  30  e.  72  t. 
»  C.  S  Comuni  r.  20  e.  71  t. 

^  Primo  eletto  addì  !9  dicembre  1551  ta  Girolamo  Polverini,  lo  surrogò 
A  19  agosto  155S  Alvise  Bnrghi,  e  dopo  la  di  lui  morta,  Febo  CapuUa  addi 
^e  loglio  1556. 

Oli  annali  si  cuslodivano  in  Cancell.  Secreta,  né  potcvascne  dar  oopia  ad 
%lcano. 


-  74  - 

»  tempo  quanto  Tavesse  scritto  ad  uno  delli  savi  nostri  da  Terra 
»  Ferma,  al  qual  fosse  per  il  Collegio  nostro  dato  questo  carico, 
»  si  come  si  osserva  nel  dar  il  carico  della  scrittura  et  delle 
»  ordinarne  ....  » 

Ora  si  stabilisce  che  il  segretario  non  possa  nel  tempo 
limitato  dalla  sua  elezione  esser  astretto  ad  andar  fuori  della 
città  in  servizio  pubblico. 

E  nel  1675  XV III  maggio^  il  Senato  decretava  :  * 

«  Se  in  altri  tempi  dalla  prudenza  del  Governo  fu  ripu- 
»  tata  bisognosa  la  facitura  degP  Annali,  bora  che  fuori  del- 
»  r  antico  uso  s^  è  di  molto  dilatata  la  scrittura,  non  ba  dubio 
»  che  si  rende  sommamente  necessaria. 

«  A  causa  perciò  di  varii  accidenti  essendo  stata  inter- 
»  messa  questa  non  meno  utile,  che  lodevole  opera,  conviene 
»  ravvivarsene  la  pratica,  acciochè  perfettionati  gli  Annali 
»  moderni  per  li  tempi  interrotti,  e  continuati  poi  fino  a'  pre- 
»  senti,  habbia  anco  in  avvenire  a  proseguirsene  con  pontua- 
»  lità  la  scrittura,  onde  raccolte  con  forma  ordinata  le  materie 
»  in  ristretto,  possa  con  facilità  comprendersene  la  sostanza, 
)>  e  ricavarsene  all'  occasioni  quel  frutto,  che  fii  d' intentione 
)>  dell'  instituto  sapientissimo. 

»  L' anderà  parte  che  nella  prima  riduttione  del  Collegio 
»  nostro  sia  per  nominatione  di  esso  fatta  elettione  di  due  se- 
»  gretarii  di  questo  Consiglio,  che  s' intendano  deputati  a  scri- 
»  ver  gli  annali,  con  le  conditioni  espresse  nel  decreto  del  Con- 
»  siglio  di  Dieci  XXVIIII  Novembre  MDLXXI  et  habbiano 
»  ad  esercitarne  l' incombenza  per  anni  tre  prossimi,  passati  li 
»  quali,  sia  fatta  elettione  d' altri  soggetti  in  luoco  loro,  o  pure 
»  siano  essi  medesimi  confirmati,  e  cosi  successivamente  di  tre 
»  in  tre  anni,  dovendo  sempre  supplirsi  con  nuova  pronta  sosti- 
»  tutione,  quando  per  qualunque  accidente  mancasse  l' attualità 
»  dell'  impiego  d' alcuno  degli  eletti. 

»  Obbligatione  del  superior  di  balle  doverà  esser  di  per- 
»  fettionare  gli  annali  in  quei  tempi  che  sono  interrotti,  e  ter- 

1  Terra  reg.  190  p.  123. 


»  minarli  fino  al  MDCXL.  L'altro  poi  doverà  applicarsi  alla 
»  formatioDt'  delli  niedemi  dal  MDCXL  fino  alli  tempi  presenti. 
»  Ultimati  li  quali  sarà  incombenza  de'  Savii  del  Collegio 
»  nostro  istituire  la  regola,  che  più  crederanno  agginstata, 
»  perchè  da  due  segretari,  oppure  da  un  solo,  che  deveranno 
»  in  ogni  caso  essere  eletti  con  l' ordine  predetto,  si  prose- 
»  guisca  alla  formatione  degli  annali  in  avvenire,  cosi  che 
»  non  vada  per  nessun  modo  in  resto  così  necessaria  et  ira- 
»  portante  scrittura,  che  può  all'occasione  servire  di  molto 
»  profitto  all'  interesse  della  Signoria  Nostra. 

»  Per  buon  incaminamento  et  essecutione  deir  opera,  sia 
»  anco  eletto  dal  Collegio  di  tempo  in  tempo  un  savio  di 
»  terraferma  con  obìigo  di  riferire  nel  Collegio  nostro  ogni 
»  primo  giorno  di  mese  lo  stato  dell'opera,  por  lume,  et  in 
»  conformitìi  di  quanto  resta  disposto  dalla  parte  suddetta 
»  XXVniI  Novembre  MDLXXl.  Non  potendo  li  detti  Segre- 
»  tarij  conseguire  l'assegnamento  eolito  per  tal  impiego  se 
»  non  presenteranno  ai  Capi  del  Consiglio  dei  X  anco  fede 
»  del  Savio  predetto  di  terraferma  d' liaver  a  portione  del 
»  tempo  intieramente  adempito  il  suo  debito,  la  qual  fedo 
»  doverà  esserli  fatta  solamente  per  quel  tempo,  che  saranno 
»  stati  effettivamente  registrati  assi  annali  », 

Gli  annali  non  sono  tutti  compilati  di  un  modo  stesso. 
Alcuni  sono  racimolature  di  documenti,  ordinati  per  Staio; 
altri  arieggiano  la  storia.  1  volumi  rimastici  comiuciano  circa 
la  metà  del  secolo  XVI,  e  vanno  ai  primi  anni  del  XVIII  ', 
Precede  a  parecchi  una  prefazione;  ne  riferiremo  qualcuna. 

'  Beco  la  serie  dei  volami  oh*i  si  conservano  nel  R.  Archivio  Generale 
4  Veneita  ; 

1649- 1512  tannai!  VMchi  squaito, 
o  Mbrattafogliol 
1»«-1S70, 

ISTI. 
1OT2-  1573, 
1574-1579, 
1580-1583, 
1584-1S90, 
1591-1592, 
1593-1594. 
1590-1596, 


1599-1600, 
ItJOl-  1602, 
1603-1606, 

1606, 
1607  -  1608 , 
1609-  1611, 
1612-  1813, 
1614-  1615, 

1616, 
1617,  Diario  a  maggio 
1617,  {^agno- agosto 


-  76    - 

Il  segretario  Giambattista  Fadavin  scrive  in  maniera 
letteraria  e  assai  ampollosa  :  *  «  Maraviglia  non  è,  Serenis- 
»  simo  Principe,  che  gli  huomini  benché  di  raro  ingegno,  et 
»  di  canuta  esperienza,  non  sappiano  distinguere  né  risol- 
»  vere  qual  più  stupenda  cosa  sia,  o  la  qualità  del  sito  di 
»  Venetià,  o  la  forma  del  Govèrno  .  .  .  .  »  Narra  che  36  anni 
sono,  trovandosi  alla  residenza  di  Milano,  udì  un  soggetto 
distinto  dire  :  «  parerle  Venetia  un  ritratto  del  mondo,  o  piut- 

»  tosto  picciol  mondo »  maravigliarsi  che  «  in  città  la 

»  quale  per  gratia  di  Dio  ha  dominato  per  tanti  secoli,  senza 
»  mai  mutar  patrone,  né  patito  sacco,  o  invasione  interna  de 
»  nemici  —  onde  con  giusto  titolo  fu  sempre  chiamata  gran 
»  madre  di  libertà,  et  vero  propugnacolo  contro  chi  mira  sog- 
»  gettar  tutti  i  principi,  non  si  trovino  più  antiche  memorie 
»  de'  gesti  suoi  che  di  trecento  anni  in  circa.  Tornato  eh'  io  fili 
»  da  Milano,  et  ricevuto  che  ebbi  T  honore  di  servir  V  Eccelso 
»  Consiglio  di  X,  fui  impiegato  nel  ridur  sotto  capi  di  materie 
»  le  leggi,  et  regolar  insieme  le  scritture  secreto  riposte  in 
»  confuso  nelle  soffitte  per  gì'  incendii  seguiti  nel  palazzo  a' 
»  giorni  nostri.  »  Ebbe  allora  occasione  di  conoscere  che  «  il 
»  primo  che  con  publico  decreto  ebbe  carico  di  scrivere  le 
»  historie  venete  dopo  trapassati  molti  secoli ,  fu  l' illustr. 
»  signor  Andrea  Navagiero,  il  quale,  gionto  all'  estremo  di 
»  vita,  senza  haver  potuto  riveder  et  corregger  li  scritti  suoi. 


1617, 

settembre  -  novembre , 

1627, 

dicembre  - 1628  giugno , 

» 

dicembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1635, 

marzo -febbrajo  m.  v. 

1618, 

marzo  -  giugno , 

1636. 

,        »        settembre , 

» 

luglio  -  ottobre 

» 

settembre  -  febbrajo  m.  v. 

V 

novembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1640, 

marzo  -  febbrajo  m.  v. 

1619, 

marzo  -  agosto , 

1651, 

,     abbozzo  d'  «nnali , 

» 

settembre  -  febbraio  m. 

V. 

1675, 

dicembre -1677,  settembre 

1620, 

marzo  -  agosto , 

1677, 

ottobre       1678,  ott.  (voi.  2), 

» 

settembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1678, 

»            1678,  sett.  (id.). 

1621, 

marzo  -  agosto , 

1679 

,     ottobre  -  febbrsgo  m.  v. 

1624, 

»            » 

1680 

,     marzo  -  febbrajo  m.  v. 

V 

settembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1681 

,        »              » 

1625, 

marzo  -  agosto , 

1682 

»              » 

» 

settembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1710 

-1711  ivol.  2.), 

1626, 

marzo -agosto, 

1712 

,     marzo  -  febbrajo  m.  v.  (voi.  2) 

1626, 

settembre  -  febbrajo  m. 

V. 

1718 

,    settembre  a  1719  agosto. 

1627, 

marzo  -  febbrajo  m.  v. 

<  1630,  1  marzo,  Annali,  voi.  389,  CkKÌici  ex-Brera. 


»  vuolso  alla  sua  presenza  farli  atbruggiare.  »  Gli  successe  il 
card.  Bembo,  «  dopo  la  cui  morte  fu  deliberato  a'  6  settem- 
»I)ro  1548  che  li  suoi  volumi  fussero  revisti  dagli  illusti'.' 
»  Reffijpmatori  dello  Studio  di  Padova  et  poi  mandati  alla  stam- 
»  pa,  et  al  signor  Vincenzo  Rizzo  segretario  a  quei  tempi  dì 
lOlto  nome,  fu  ingiùnto  carico  di  sopraintendere  acciocché 
»  la  stampa  ne  fusse  ben  formata  et  corretta.  Né  parendo  alla 
»  publica  sapienza  [ammonita  forse  dal  pregiudicio  ricevuto 
nei  tempi  andati  che  tanto  bastasse),  fu  a'  15  dicembre  1551 
»  deliberato,  che  essendo  una  delle  più  utili  cose  al  buon  go- 
verno di  Stato  la  notitia  delle  cose  passate,  con  la  quale  si 
'»  conosce  qual  sia  da  seguire  et  quale  da  fugire,  nel  che  es- 
sendosi fin  air  bora  pretermesso  di  usar  la  debita  diligenza, 
»  con  perdita  non  solo  deUi  escmpj  delle  attieni  passate,  ma 
»  con  smarrimento  di  molte  ragioni  et  con  notabile  danno  pu- 
»  blico,  fusse  eletto  et  deputato  uno  de'  secretarii  del  Senato  a 
»  scrivere  nella  nostra  volgar  lingua  gli  annali^  notando  le 
»  proposte  de  principi  in  materia  di  Stato,  le  risposte,  i  de- 
»  creti,  le  occorrenze  così  in  guerra  come  in  pace  de'  principi, 
con  li  quali  si  ha  commercio,  finalmente  tutte  le  cose  degne 
»  di  memoria,  separatamente  1'  una  dall'  altra,  con  distìnta  et 
particolar  nota  di  quelle  che  concernessero  materia  di  giu- 
»  TÌsdittione,  Tali  apponto  sono  lo  formali  parole  del  suddetto 
i>  decreto  conflrmato  et  ampliato  con  nuova  deliberatione  a'  29 
»  novembre  1571 .  Il  primo  che  ebbe  questo  carico  fu  il  signor 
*>  Alvise  Borghi  segretario,  il  quale  intitolò  i  suoi  scritti  pan- 
»  iitte,  et  scrisse  anco  in  forma  di  historia  tm  picciol  libro, 
^  che  mi  raccordo  haver  letto  già  nella  Secreta  ». 

»  Dopo  lui  hanno  scritto  successivamente  altri,  sotto  nome 
»  propriamente  de  Annali.  L' ordine  e  stile  tenuto  da  loro  è 

*  stato  di  trar  semplicemente  copia  delle  espositioni  d'amha- 
»  sciatori,  de'  decreti  del  Senato,  et  de  capitoli  di  lettere,  senza 

*  altro  metodo  che  de'  tempi.  »  Cotesti  annali  mancando  delle 
illustrazioni  delle  quali  è  ricca  la  storia,  talvolta  riescono  oscu- 
ri- «  Ma  air  incontro  non  si  può  negare  che  gli  annali  scritti 
»  dal  segretario  non  siano  maggiormente  adequati  et  più  frut- 


-  78  - 

»  tuosi  all^  oggetto  pel  quale  furono  instituiti  :  la  ragione  ne  è, 
»  perchè  non  sempre  gV  historici  hanno  V  adito  di  poter  entrar 
»  nei  Consigli  secreti,  né  meno  lor  è  permesso  mandar  alla 
»  stampa  li  più  reconditi  arcani  et  rispetti  publici  .  .  dovendo 
»  r  opera  di  lui  servir  a'  soli  senatori,  et  a  quei  che  di  tempo 
»  in  tempo  hanno  da  presieder  al  Governo,  cavando  egli  lume 
»  certo,  non  offuscato  da  passioni  o  da  affetti,  quasi  da  vero 
»  fonte  r  acqua  limpida  et  chiara,  senza  discorsi  o  timore  di 
»  tacer  alcuna  cosa,  non  per  satisfar  alla  semplice  curiosila, 
»  overo  per  apportar  diletto  ad  alcuno,  et  molto  meno  per 
)>  acquistar  fama  o  merito  a  sé  stesso,  ma  per  una  semplice 
»  et  candida  narratione  dei  sensi  publici,  conforme  alle  ma- 
»  terie  et  agli  accidenti  portati  dai  tempi.  » 

Gli  annali  privati  si  possono  più  tosto  dir  Diarii^  o  me- 
morie di  cose  seguite  e  note  a  tutti. 

«  Quest'  opera,  ancorché  costrutta  da  soggetto  di  podi 
»  attitudine,  come  io  sono,  riuscirà  in  ogni  modo  fruttuosa  anco  * 
»  nel  scriver  V  historia,  perche  in  effetto  gli  annali  con  voce 
»  più  propria  possono  chiamarsi  commentarti  o  memoriali.  » 

Angelo  Nicolosi  fa  una  prefazione  al  volume  degli  annali 
del  1679,  principiando  dal  1  ottobre  1677  ;  accenna  alle  cure 
che  gli  furono  necessarie  per  raccogliere  i  documenti  da  tra- 
scrivere negli  Annali^  che  giacevano  sparsi  nelle  casselle  dei 
segretari  e  nelle  Cancellerie  Secreta  e  Ducale. 

«  Insomma  T  oggetto  mio  è  stato  di  far  che  ciascheduno 
»  possa  in  pochi  giorni  restar  fondatamente  informato  di  tutto 

»  quello  é  seguito  in  un  anno Le  materie  ....  sono 

»  registrate  in  due  volumi,  nel  primo  si  trovano  quelle  at- 
»  tinenti  alle  Corti  di  Roma,  Malta,  Germania,  Trento,  Polonia, 
»  Francia  e  Spagna  ;  nel  secondo  quelle  di  Milano,  Napoli, 
»  Inghilterra,  Savoia,  Mantova,  Fiorenza,  Svizzeri,  Provvedi- 
»  tor  generale  da  mar,  provv.  general  in  Dalmatia  et  Albania, 
»  Ragusi  e  Costantinopoli  ...» 

Nel  principio  del  volume  1718-19  il  segretario  Vendra- 
mino  Bianchi  discorre  del  modo  con  cui  ha  formato  queglL 
annali  ;  si  è  diffuso  sulle  vertenze  confinarie  coi  Turchi,  ch^ 


libero  luogo  nel  1718;  «  dall'  universale  delle  materie  ho  se- 
sparato  quelle  di  Roma  expulsìs,  scrivendo  per  anco  in  que- 
ste le  soie  deliberazioni  politiche  et  importanti,  e  tralasciando 
le  altre,  per  le  quali  è  riservato  il  suo  luogo  piuttosto  nelle 
rubriche  de'  registri  che  negli  annali,  come  sono  li  possessi 
temporali  de'  vescovati  e  cose  simili,  che  seco  non  portano 
\  certi  riflessi  0  contraddizioni  o  direzioni  di  maneggi.  Hostu- 
t  diato  la  possibile  brevitìi  ...»  Non  riferi  per  esteso,  come 
hanno  latto  altri  segretari,  le  scritture,  ma,  eh'  è  meglio,  la 
ì  di  esse. 
La  compilazione  degli  annali  era  sorvegliata  da  un  savio 
di  terraferma,  cioè  del  Collegio  o  Gabinetto, 

La  stona  i>eneta  sui  doatmenti  non  è  dunque  un  trovato  del 
nostro  secolo.  E,  sebbene,  riveduta  e  corretta  a  suo  modo  dal 
Governo,  potesse  riuscire  talvolta  parziale,  o  tacerne  gli  errori, 
tettavia  non  è  da  riputarsi  fattura  intieramente  sua. 

Alle  deche  di  Marc'  Antonio  Sabellico,  e  ai  famosi  Diarii 
di  Marino  Sanudo  [opera  questa  privata)  facevano  seguito  le 
storie  di  Pietro  Bembo,  eletto  ad  istoriografo  nel  1530,  poi  car- 
dinale. «  Esscndt»  de  grandissima  reputation  alli  Stati,  et 
»  summa utilità  aquelli  chegovernanoleRupublichelamemoria 
»  delle  cose  passate,  quale  si  leggono  nelle  historie,  perciochè 
»  ammaestrati  da  quelle  meglio  sanno  disponer  le  cose,  che  da 
sliora  in  hora  trattano  et  cum  maggior  prudentia  antivedono 
»  quelle  che  hanno  ad  venire,  et  cognoscendosi  certo,  eh'  el 
»  nome  et  grandezza  de  Romani,  Greci  et  altri  che  hanno  ha- 
»  vute  gran  Signorie  è  processo  in  gran  parte  (appresso  la 

*  virtù  dei  capitani)  dall'  excellentia  de'  scriptori  che  le  loro 

*  Opere  hanno  mandato  a  memoria  ;  è  ben  conveniente  de  non 
I  »  mancar  all'  honor  et  gloria  del  Stato  nostro,  per  conservation 

"  et  exaltation  del  quale  se  mai  in  alcun  tempo  passato  si  legge 
I  >  baversi  operato  per  li  maiori  nostri  cose  grande,  certamente 
J  »  quelle  delle  guerre  prossime  passate  sono  degne  di  immortai 
K»  lande  et  commendatìone  ;  et  essendo  mancato  el  q.  nobil  An- 
|.»drea  Navager,  qual  liavca  carico  de  seguir  la  dieta  memoria 
I  »  delle  cose  nostre ,  comenzando  da  poi  le  deche  del  q.  domino 


-    80   - 

»  Marc' Antonio  Sabellico,  se  die  al  tutto  proveder  de  un*  altra 
»  persona  che  sia  de  singular  letteratura  ....  »  Per  ciò 
eleggevasi  il  Bembo. 

Si  raccomandava  la  veracità  delle  cose,  e  la  buona  lin- 
gua. Né  solo  r  istoriografo  pubblico,  ma  qualunque  privato  a- 
vesse  dettato  di  storia  veneta,  doveva  presentare  alla  revisione 
superiore  l'opera  sua,  onde  non  corressero  in  pubblico  cose 
inesatte  o*  false. 

«  Intende  cadauno  di  questo  Consiglio  »  (così  un  decreto 
»  del  21  maggio  1552  dei  Dieci)  *  «  per  sua  prudentia,  di  quanta 
»  reputatione,  utilità  et  importantia  sia  ad  una  Repubblica,  che 
»  le  historie  di  quella  siano  scritte  fedelmente  et  con  since- 
»  rità  ;  et  però  essendo  corso  hormai  molto  tempo  dopo  la  morte 
»  del  rev.  card.  Bembo  il  quale  scriveva  l' liistoria  di  questa 
»  Repubblica,  né  scrivendosi  quella  da  alcuno  .  .  .  ,  ,  è  neces- 
»  sario  proveder  di  persona  atta  a  questo  importante  carico, 
»  per  beneficio  delle  cose  del  Stato  nostro  ;  il  qual  carico,  per 
»  quanto  si  ha  inteso,  saria  accettato  volentieri  da  molti  ho- 
»  norevoli  et  sufficienti  nobili  nostri,  senza  alcuna  spesa  della 
»  Signoria  Nostra  ;  et  però  »  si  decretava  1'  elezione  di  un  no- 
bile al  carico  di  istoriografo  ;  che  dovesse  dettar  la  storia 
veneta  in  latino  ;  ed  assoggettasse  ai  Riformatori  dello  Studio 
di  Padova  il  suo  manoscritto  il  quale  sarebbesi  custodito  nella 
Secreta  fino  all'  epoca  della  pubblicazione. 

Nel  1577  *  si  eleggeva  al  carico  di  dettar  la  storia  veneta, 
Alvise  Contarini  cav.  «  onde  scriva  delle  cose  veneziane  con-^^ 
»  sincerità,  giudizio  e  stil  buono  ed  elegante  ;  »  e  dopo  lui  Paok 
Paruta  e  Andrea  Morosini,  affinché  continui  la  storia  dal  152! 
al  1600. 

E  fra  gli  altri  furono  Nicolò  Contarini,  Giambattista  Nanii 
Michele  Foscarini,  Nicolò  Dona,  Girolamo  Grimani,  Francese»  ^?r! 
Dona  3. 

^  CiWiuni  reg   20  e.  115  t. 

^13  marzo,  C.  X.  Comuni  reg.  33  p.  3. 

3  Paruta,  C.  X,  1580,  22  febbr.  m.  v.  Morosini,  1599,  29  dicembre.  Nico 
Contarini,  1626,  22  aprile.  Nani,  1651,  13  marzo.  Foscarini,  1678,  19  aprii 
Nicolò  Dona  Senato,  1763,  28  penn.  Grimani  C.  X,  1765,  17  sett.  Dona  Fi 
C.  X,  1781,  20  ag.  e  1784,  26  maggio. 


A  quest'  ultimo  ÌI  Consiglio  dei  Dieci  concedeva  larghezza 
di  mezzi  e  di  aiuti,  e  scriveva  :  «  Resta  accolta  con  par- 
»  ticolar  compiacenza  ed  egual  aggradimento  la  serie  pur  di- 
»  plomatica  dei  documenti  custoditi  nella  Cancelleria  Secreta, 
»  che  il  predetto  isterico  publico  trasse  dagli  autografi  del 
»  benemerito  suo  padre,  la  qual  serie  servendo  di  documento 
»  alla  storia  antica  summenzionata,  et  inoltre  di  comodo  r&- 
»  pertorio  alU  libri  dei  commemoriali  e  dei  patti  che  abbrac- 
»  ciano  tutto  il  diplomatico  della  Repubblica  dal  secolo  XIII, 
»  oltre  varie  carte  dei  secoli  precedenti,  dovrà  esser  la  serie 
•  stessa  passata  nella  Cancelleria  Secreta  per  servir  a  co- 
»modo  e  studio  de'  cittadini.  Pienamente  approvandosi  poi  la 
»  massima  di  trar  dal  /mite  certo  deipuhlid  archivi  la  materia 
»  dia  storia  moderna  politica,  civile  ed  economica  della  Repu- 
»Òiica,  ben  volentieri  questo  Consiglio  concorre  a  fornire  il 
»  detto  nobil  uomo  dei  mezzi  che  gli  facilitino  l' opera  invo- 
»  lutissima  di  cui  s,entesi  con  piacere  completo  anche  il  primo 
libro.  »  Gli  si  assegnava  in  aiuto  un  notaio  della  Cancelleria 
ducale  *. 

«  Plausibile  ancora  ed  utile  [così  continua  il  decreto)  al 
decoro  della  Republica  e  ad  illustrazione  dei  fatti  avvolti 
tra  le  contraddizioni  di  tanti  esteri  scrittori  di  cose  venete, 
il  divisamento  esposto  dal  raedesirao  istoriografo  di  aggiun- 
gere alli  quattro  libri  dell'  istoria  del  fu  n.  u.  suo  padre,  an- 
notazioni che  marchino  li  fondamenti  dell'  asserzioni  conte- 
nute nella  medesima,  e  dell'  inganno  degli  esteri,  che  man- 
canti dei  veri  documenti,  asseriscono  cose  che,  non  reggendo 
al  vero,  oscurano  la  gloria  delle  azioni  della  Republica  no- 
»  stra  e  de'  suoi  illustri  cittadini,  resta  eccitato  il  n.  u.  stesso 
►  ad  impiegarvisi  anche  in   preferenza  dell'  altra  opera,  con 
y  quella  virtù  ed  erudizione  che  lo  distinguono.  » 

n  Senato  infine,  in  un  decreto  del  27  agosto  1789,  accen- 
lava  così  ad  uno  dei  sussidi  dello  storico,  —  il  praticismo  cioè 
Ielle  scritture  antiche  : 

•  C.  X,  1781,  SO  figa^to.  Comuni  231  C.  122  t. 


-  82  - 

«  U  Senato  munito  trovando  il  fedel  Alessandro  Maria 
»  Conti,  degP  importanti  requisiti  di  vera  fede  e  di  adattata 
»  abilità  per  V  esame  dei  codici  esistenti  nella  Cancelleria  Se- 
»  creta,  scritti  in  caratteri  gotici  e  logori,  assente  che  possa 
»  esercitar  temporariamente,  per  quanto  occorrerà  al  suddetto 
»  nobil  uomo  istoriografo  Francesco  Dona,  le  incombenze  me- 
»  desime,  e  con  la  di  lui  sopraintendenza  aver  possa  V  in- 
)>  grosso  nella  Secreta  stessa  ». 

XIII. 

Scarti  od  espurghi. 

La  sola  disgrazia  che  possa  toccare  agli  Archivi  non  è 
quella  degli  incendi  :  ma  ò  pur  sventura  gravissima  che  essi 
cadano  in  mani  d' uomini  avidi  di  lucro,  e  non  diretti  da  animo 
intelligente  ed  onesto.  Allora  è  una  vera  pietà.  Volumi  e  docu- 
menti pregevolissimi,  o  almeno  assai  utili  agli  studi,  non  val- 
gono più  di  quanto  pesano  ;  considerati  come  ingombro  inutile 
si  gittano  nella  gualchiera  o  sul  banco  del  venditore  di  vi- 
vande ;  e  in  pochi  giorni  V  opera  paziente  degli  antichi,  o  le 
cure  dei  reggitori  moderni,  naufragano  per  sempre.  Tornano 
la  confusione  ed  il  buio.  Si  serbano,  ò  vero  —  quasi  per  saggio  — 
poche  note,  o  qualche  volume  delle  serie  distrutte;  ma  sono 
poveri  e  sparsi  materiali  di  un  edificio  scrollato  dall'  ignoranza 
e  dair  avidità. 

Certamente  negli  archivi  non  è  tutf  oro  di  zecca  ;  v'  ha  in 
copia  la  borra  ;  ma  chi  può  dire  di  saper  sem  pre  e  da  solo,  giu- 
dicare inutile,  per  ogni  tempo  avvenire,  un  documento  o  una 
collezione  di  scritture  che  a  lui  sembrano  da  gittarsi  ? 

E  fuori  di  dubbio  che  maggiori  danni  alle  amministrazioni 
dei  Governi  e  agli  studi  provennero  dagli  espurghi  sconsigliati, 
che  dalla  diligente  e  piena  conservazione  dei  documenti. 

Ora  vediamo,  in  qualche  parte,  i  danni  di  quelle  opera- 
zioni che  equivalgono  a  rapine  iai punite. 

Sino  dal  giugno  1802,  il  Governo  Austriaco  aveva  pro- 
posto alla  R.  Corte  la  distruzione  di  alcune  carte,  estratto  dagli 


Mchivì  del  Consiglio  dei  Dieci,  della  Cancdìeria  Ducale,  e  dei 
Bevisori  e  regolatori  alla  Scrittura,  sentito  il  Gassler,  attesa 

opportunità  cM  qui  egli  si  tmcava.  Acconcio  e  competente 

OQsuItore  '  I 

*  Sebbene  siano  stati  altrove  minutamente  descritti  gli  asporti    eaegulti 

e^H  Archift  veneti  e  milanesi  dai  commissari  francesi  ne)  1797,  dal  Gassler  nel 

18IK.  dal  OoTerno  Austriaco  nel  1796,  1B37  e  1842,  e  dall' ab.  Beda  Dudieli  nel 

1866,  tuttavia  noe  è  iuutile  riferire  qui  alcune  altre  notizie  intorno  le  prlnie 

epilazioni.  GiovaDcl  Dolfla  scrivendo  tiel  1804   al  Governo  GeneraLe,  narra 

suo  merito  se  si  ottennero  dai  Commisaarl  ftanoesi  tre  copie  delle 

icsvute  delle  carte  che  asportavano;  una  pel  commiesaHo  francese,  una  pel 

lamlasario  veneto,  una  pei   rispettivi  archìvistli  e  corrispondenti  certificati 

T  gli  archivi  elio  lasciavano  intatti.  Egli  rendeva  conto  di  tutto,  segretamente, 

ir  incaricalo  di  afibri  delta  Corte  di  Vienna  cav.  bar.  di  Humburg.  La  De- 

utazìone  degli  archivi  aveva  un  personale  apposito. 

Poco  prima  di  lasciar  posto  al  Regno  d'Italia,  cioè   sulla   fine  del  auo 
itlmo  dominio  in  queste  Provincie,  il  Governo  Austriaco  incaricava  il  aegre- 
I  Francesco  Volpi  x  di  richiamare  du  tutti    quelli   che  la  Democrazia,  e 
pecialmeule  uefii  ultimi  mesi    dell'anno  1797  avevano  in  cuslodia  archivii 
A  Repubblica,  le  originati  ricevute  ai  medesimi  rilasciate,    ovvero 
1  certificato  dei  commissari  stessi  che  il  loro  archivio  rimase  intatto  ». 

Il  Volpi,  esaurendo  il  suo  compito,  presentava  al  Governo  l'elenco  delle  per- 
use  presso  le  quali  si  trovavano  carte  pubbliche;  i  certificati  originali;  la 
icbiaraiioni  raccolte  dagl'iodivldui  descritti  nell'elenco;  n  ma  ne  mancano 
Idotto  nomi,  sedici  dei  quali  non  fu  possibile  di  trovarli,  per  esser  morti  o 
Étentl,  e  due  non  consegnarono  la  chiesta  dichiarazione  u. 

Aggiungeva  ch'erano  stati  assai  manomessi  gli  archivi  AéiV  Avogaria  di 
iMHM  e  quello  delle  Minìtre,  il  quale  ultimo  andò  assai  soggetto  a  disper- 
mie di  carte  e  di  ^etti  (forse  un  saggio  dì  mintrali);  —  dall'archivio  delle 
rtexie  I  Francesi  asportarono  carte  e  disegni. 

(A  proposito  di  disegni,  il  Ooveroo  Austriaco,  svendo  trovati  nelle  sof- 
bB  del  palazzo  ducale  annesse  alla  Cancelleria  Due.  nove  disegni  di  &b- 
Icati  regli,  e  51  dì  rortiScaiionì,  confini,  litorali  e  lagune,  torrenti  e  fiumi, 
ledeva  alla  Cancelleria  Aulica  che  cosa  fosse  da  fìtrno.  Non  sorgeva  nep- 
iifi  U  dubbio  che  fosse  opportuno  di  conservarli  agli  archivi  I  E  cjuella  Can 
kllerìa  decideva  die  il  Governo  consegnasse  i  disegni  delle  fortificaidoDÌ  al 
indo  Generale,  e  quelle  del  fabbricati  camerali  situati  In  Dalmazia  ed 
Ibania,  al  governatore  civile  e  militare  di  quelle  provincle  barone  Brady. 
KM  2S  Dov.) 

Nell'archìvio  del  Consiglio  di  Dieci  esistevano  ancora  nel  1786  alcuni 
oegnl,  ed  i  modelli  di  Candia,  Corfìi,  Zara,  Palma  e  Bergamo.  (V>  decr,  Cons. 
,  1786,  21  luglio,  ComuMi,  b.  12tS3i. 

Documenti  dell'  inqaisttorato  agli  ai-i  t  monete,  e  del  Piovrgo  esìstevano 
wno  Girolamo  Caolorta  e  Alessandro  Armani. 


^  «4  - 

Non  è  certo  da  far  gran  colpa  agli  autori  dei  primi  scarti^ 
di  aver  preparato  e  fatto  vendere  1185  volumi  \  di  «  mandati 
di  provvigionati  »,  e  gli  atti  relativi  alle  visite  dei  bastimenti 
con  altri  volumi,  in  tutto  sei  mila,  dal  1580  in  seguito  ^  ;  ma 
è  da  dubitare  suU' opportunità  di  quegli  espurghi,  eseguiti 
da  persone  inesperte,  coll^  entusiasmo  di  una  operazione  che 
avesse  dovuto  condurre  a  qualche  risultato  utile  ad  altro 
che  a  procurare  qualche  migliaio  di  lire. 

Ottaviano  Giuseppe  Gelsi  (segretario  aggiunto  della  regi- 
stratura del  Governo)  partecipava  al  Consiglio  di  esso  (1805)  di 
aver  consegnato  a  persona  incaricata  la  carta  derivante  dallo 
stralcio  da  lui  eseguito  con  suo  figlio  Lorenzo  e  col  porUere 

I  Francesi  asportarono  carte  dagli  archivi  segruenti  : 
Adige,  Sopramonasteri ^  Acque^  Beni  comunali,  Deputati  alla  provvision  de 
denaro  puhlico,  Decime  del  clero.  Feudi,  Inquisitori  di  Stato  (6  ricevute)  Se- 
creta ricevute  23,  fhi  le  quali  «  d^  un  servo  del  generale  Baraguai  d'HilUers^ 
di  una  cassa  contenente  disegni,  da  spedirsi  al  generale  Bonaparte  »  6  otto- 
bre 1797. 

Rilasciarono  certiflcati  per  arcMvl  visitati  da  loro  senza  asportarne  do- 
cumenti: 

Magistrato  alle  Arti,  Artiglierie,  Censori,  Revisori  e  regolatori  delle 
entrate  publiche.  Sopraprovveditori  della  giustizia  vecchia.  Cancelleria  Du- 
cale, Provveditori  di  Comun,  Quarantia  civil  nova  e  vecchia.  Collega  dei  XV 
e  XXV,  Quarantia  Criminale. 

Da  un  prospetto  degli  archivi,  delle  persone  che  li  avevano  in  consegna, 
con  note  delle  vicende  da  essi  patite,  si  raccoglie  che  gli  archivi  visitati 
furono  98,  le  persone  che  vi  aveano  ingerenze  187,  le  dichiarazioni  rilar 
sciate  186. 

—  Anche  V  archivista  co.  Stefano  Andrea  Guerra  era  stato  invitato  (V.  11 
suo  rapporto  al  Consiglio  di  Governo  30  nov.  1804)  a  rassegnare  gì'  inventari! 
degli  Archivi  della  ex-Republica,  suir  asserzione  del  nob.  uomo  Franoeaoo 
Dona.  Brano  essi  custoditi  in  due  filze  A  e  B,  contenenti  271  inventari 
Egli  li  custodì  gelosamente,  ma  poi  li  consegnò  «  al  sig.  archivarìo  Gassler 
dietro  ad  ordini  Reali  ricevuti,  di  somministrar  ad  esso  tuttociò  che  ei  fosse 
per  ricercare  ».  (V.  anche  in  fine  il  doc.  VI.). 

^  V.  Decr.  Cane.  Aulica,  Vienna,  3  ag.  1804,  n.  794,  e  veggasi  una 
proposta  del  Gelsi  al  Consiglio  del  Governo,  12  ottobre  1805,  numero  22300- 
1457. 

^  Veggasi:  Governo  Generale  1805  n.  23218-1589.  Fra  i  volumi  si  citane 
le  raspe  del  Consiglio  dei  Dieci  che  «  contenevano  il  nome  del  casato,  la  pa- 
tria, il  delitto  e  la  qualità  del  castigo.  » 


Giovanni  Polacco.  Quella  depataiime  fu  da  lui  sostenuta  per 
due  anni.  Circa  alJa  quantità  della  carta  gettata  •.<  basta  il  dire, 
»  che  dalle  solo  carte  sparse  sul  suolo  uscirono  42  balle^  ossia- 
■»  no  20,000  libbre.  »  Era  questo  un  merito  da  lui  vantato  per 
icliiodere  e  sperare  più  larga  la  pimunepazioiie.  Ed  è  lo  scopo 
principale  cui  hanno  mirato  quasi  sempre  gli  ufficiali  addetti 
'od  uno  stralcio. 

Egli  aveva  anche  proposto  la  distruzione  dei  bilanci  tri- 
mestrali del  ia«co^?ro,  e  di  molti  registri  di  materia  economica  ; 
ina  la  R.  Corte  più  guardinga  di  lui  li  volle  conservati  : 
»  tanto  in  riflesso  alla  connessione  eh'  essi  hanno  e  colla  parte 
»  storica  e  colla  parte  amministrativa  di  questa  istituzione, 
»  quanto  principalmente  perchè  fra  li  casi  umani  essendovi 
»  anche  quello  di  \m  infortunio  della  loro  perenzione,  non  sarà 
»  mai  un'inutilità  1'  averne  un  duplicato  in  un  altro  archivio.  » 

Considerazione  savissima. 

Il  medesimo  Gelsi,  fra'  più  zelanti  invero  in  questa  ma- 
teria, invece  di  pensare  ai  mezzi  per  conservar  i  documenti, 
a  pensiero  del  come  poterli  distruggere.  Lo  vediamo 
addì  8  ottobre  1805  partecipare  al  Governo  che  «  da  un 
numero  di  pergamene  furono  separate  tutte  le  dìtcali  in  quan- 
tità di  circa  500,  dirette  in  copia,  tratte  dalle  originali,  agli 
ambasciatori,  residenti  e  publici  rappresentanti,  che  essi  poi 
restituivano  al  loro  ritorno  in  patria.  Di  queste,  unite  ad  altre 
molte  inutili,  marcite  e  lacere,  non  si  saprebbe  qual  uso  fame, 
né  rome  disfarseiie,  se  non  col  fuoco. 

Anche  qui  il  Governo  fu  più  cauto  del  suo  agente  ;  e 
per  allora^  le  ducali  furono  conservate. 

Abbondanti  dunque  si  succedettero  gli  scarti.  Nel  1805 
irono  vendute  libbre  42,512  di  carta  proveniente  da  libri  di 
materia  di  revisiona  daziaria  giudicati  inutili,  e  se  ne  ottennero 
lire  auatr.  11802. 

Ma  il  Gelsi  insisteva  nelle  sue  proposte  di  semplificazione.  ' 
Rinveniva  «  un  copioso  ammasso  di  lettere  sciolte  del  XV  e  suc- 

Éuo  rapporto  al  Gov,  20  Bell.  180&,  al  Governativo  n.  20535-126T. 


-  86  - 

»  cessivi  secoli,  negli  armadj,  ch'era  ignoto  persino  ai  più  vec- 
»  chi  serventi,  perchè  coperto  da  altri,  postivi  a  ridosso  .  .  . 
»  che,  eccettuato  e  conservato  picciol  numero  di  esse  contenenti 
»  aflfari  di  confinazione,  di  navigazione,  di  commercio  e  mo- 
»  lestio  degli  Uscocchi,  per  la  qualità  degli  oggetti  che  le 
»  altre  comprendono,  cioè  Daziarie^  Militari^  Idrauliche^  ricorsi 
»  di  sudditi^  e  altri  affari  intemi  e  relativi  alla  rispettiva  prò- 
»  ùnda  0  riparto  fìlj  io  considero  ingombranti  soltanto  o 
»  qfatto  inutili  *.  » 

Solo  il  Chiiìdo  pose  qualche  argine  a  questo  sciupìo. 

»  Lo  stralcio  degli  Archivi  —  egli  scriveva  addi  23  ot- 
»  tobre  1821  —  è  argomento  pili  serio  che  non  pare,  per  la 
»  difficoltà  di  poter  calcolar  con  sicurezza  veramente  inutili 
»  le  carte.  Il  fatto  di  alcuno  singolari  ricerche  importanti,  ha 
»  comprovato  con  quanta  ponderazione  si  debba  procedere  allo 
»  stralcio.  » 

Ciò  che  può  destare  qualche  maggior  meraviglia  è,  che 
stralci  inconsiderati  si  siano  eseguiti  anche  di  recente;  e 
che  li  abbiano  talvolta  ordinati  queglino  stessi  che  aveano  fatto 
uso  pubblico  dei  documenti  che  ora  più  non  si  trovano. 

Che  se  a  queste  devastazioni  il  Governo  Austriaco  potè 
talvolta  metter  qualche  freno,  non  è  meno  corto  che  in  tempi 
successivi^  ciò  eh'  èra  destinato  allo  scarto  toccò  la  sua  sorte; 
perchè  negli  Archivi  veneti  le  serie  di  scritturo  delle  quali 
si  proponeva  la  distruzione,  più  non  si  trovano. 

XIV. 

Secolo  XIX.  —  Costituzione  e  vicende  principali 
dell'  Archivio  Generale  di  Venezia. 

Abbiamo  veduto  che  sotto  la  Repubblica  Veneta  alle  cure 

*  Nò  gli  Archivi  notarili  andarono  esenti  da  cosi  fatti  infortuni,  lì  Con- 
serv.  Giammatteo  Madorni,  ■  addi  16  genn.  1827  scriveva  alla  Presidenza  del 
Gov.  Austriaco  (fase.  IV.  '^'/j^J  intorno  certa  vendita  arbitraria  fatta  da  un 
Cancelliere,  di  carte  antiche  trasportate  dall'Archivio  notarile  di  Chioggia. 
Erano  350  libbre  vendute  al  Ch.  Fu  sospesa  la  procedura  per  mancanza  di 
prove  legali, 


-  87    - 

più  diligenti  e  amorose  per  conservare  i  documenti  e  gli  ar- 
chivi, si  alternarono  la  dimenticanza  e  il  dispregio  perfino 
dei  me^zi  comuni  e  più  ovvi  per  assicurarne  la  conservazione. 
E  sorte  non  dissimile  toccò  agli  Archivi  nei  tempi  nostri. 

Lasciamo  i  ricordi  delle  vicende  cui  soggiacquero  gli 
Archivi  Veneti,  per  cagione  delle  persone  che  furono  ad  essi 
preposte. 

Alla  caduta  della  Repubblica,  gli  Archivi  giacevano  nelle 
sedi  dei  diversi  magistrati.  Non  monta  qui  ricercarle  tutte  e 
riferirle.  Basterà  dire  che  gli  archivi  politici  furono  raccolti 
neir  ex  Scuola  di  S.  Teodoro  a  S.  Salvatore,  con  a  capo  V  ar- 
chivista nob.  Carlo  Antonio  Marin  ;  i  giudiziari  nel?  ex-con- 
vento dei  canonici  regolari  a  S.  Giov.  Laterano  —  direttore 
il  nob.  Giovanni  Balbi  ;  —  i  demaniali  in  un  locale  a  S.  Proco- 
lo, sotto  la  direzione  deir  archivista  co  :  Stefano  Andrea  Guerra. 
Questa  riunione  ebbe  luogo  nei  primordi  nel  Regno  d' Italia, 
per  decreto  di  S.  A.  I.  R.  Eugenio  Napoleone  viceré.  Gli  ar- 
chivi dipendevano  dal  Ministero  del?  Interno.  Era  prefetto  ge- 
nerale degli  Archivi  del  Regno  d' Italia  il  conte  cav.  Luigi 
Bossi  (1812).  In  quello  di  S.  Teodoro  (1815)  erano  11  officiali, 
alcuni  alunni,  e  due  inservienti  ;  vi  si  spendevano  annue  lire 
^t.  14,575. 

Costituiti  gli  Archivi,  o  più  veramente  ammassati  in  quei 

iocali,  gli  archivisti  ne  trasmisero  al  prefetto  del  Dipartimento 

deir  Adriatico  una  relazione.  *  Non  è  da  tener  molto  conto  di 

quelle  scritture,  perchè  danno  un'idea  troppo  imperfetta  degli 

a. lochivi,  e  sono  più  che  altro  dissertazioni  enfatiche  sulla  storia 

cìi  Venezia. 

Nella  relazione  del  Marin  è  notevole  la  dichiarazione  circa 
^irchivio  degli  Inquisitori  di  Stato ^  che  egli  dice  di  aver  ricevuto 


*  Per  es.  «  Relazione  di  tutti  gli  archivi  governativi  concentrati  in  que- 

generale   in   s.  Teodoro,   insti tuitì  sotto  gli    augusti  auspici  di  S.  A.  I. 

-  Eugenio  Napoleone,  principe  nostro  e  viceré  d'Italia  ».  In  queir  Archivio 

«^no  unite   le  serie   diverse   della   Cancelleria  Ducale ,  della  Secreta,  della 

mpilazione  delle  leggi,  della  Registratura  del  Governo  Austriaco,  ^la  sola 

^rte  poi  il  tea  del  Consiglio  dei  X. 


-  88     - 

a  portello  aperte,  soggetto  ad  ogni  spoglio.  E  aggiunge: 
«  si  attrovarono  poi  alquanti  libri  che  erano  negli  armadi  del 
Collegio.  Erano  questi  memorie,  giuramenti,  obbligazioni  di 
segretari,  altre  cariche  ossia  impieghi,  —  gettati  quasi  sopra 
il  suolo,  confusi  con  altre  carte.  Caddero  sotto  V  esame  e  furono 
considerati  di  veruna  importanza,  ed  in  conseguenza  uniti  e 
vari  mazzi  di  carte  inutili  e  da  distruggersi.  »  Accenna 
infine  a  partite  di  carte  stralciate  sotto  il  passato  GovemoAustriaco^ 
ma  non  vendute^  collocate  a  s.  Isidoro  (^sicj  ;  e  avverte  che  sareòòe 
utile  di  esaminarle  per  vedere  se  si  trovasse  gualche  carta  oJUza 
da  conservare.  Fra  le  filze  e  i  volumi  indicati,  alcuni  ora  non 
esistono  più. 

Nel  1814  il  personale  dei  tre  archivi  era  questo: 
Politico  :  1  archivista,  3  coadiutori,  1  aggiunto  straordinario, 
4  commessi,  2  scrittori,  3  alunni,  2  inservienti; 
Giudiziario:  1  conservatore,  un  vice  conservatore; 
Demaniali:  1  direttore,  un  assistente. 

Si  confronti  col  personale  presente  di  questo  Archivio  Ge- 
nerale, nel  quale  non  è  bensì  compreso  il  Notarile,  ma  fim)no 
concentrati  i  voluminosi  archivi  moderni;  —  si  considerino 
le  nuove  esigenze  deir  amministrazione  e  degli  studi,  e  ci  si 
dica  se  nei  primi  tempi  della  costituzione  degli  Archivi,  si 
potesse  0  no  far  molto  di  più,  almeno  per  l'ordinamento  più 
grossolano  e  per  la  conservazione  materiale  di  essi. 

Fino  dal  1804  s'era  pensato  a  concentrare  in  uno  solo  gli 
archivi  diversi.  E  V  Ispezione  alle  fabbriche  ^  calcolato  il  nu- 
mero degli  archivi,  in  42  (?!),  asseriva  occorrere  uno  spazio  di 
p.  q.  32,024.  Il  Chiodo,  informando  il  Magistrato  Civile,  del  suo 
Ufficio,  di  se,  e  come  soleva  di  frequente,  delle  sue  opere 
burocratiche,  nel  22  aprile  1806,  esponeva  alcune  sue  consi- 
derazioni intorno  la  legislazione,  la  conservazione  e  concen- 
trazione degli  archivi  della  Repubblica,  lusingandosi  nel  caso 
della  costruzione  di  un  Archivio  Geìierale^  di  potervi  essere  pre- 
posto. 

<  In  seguito  al  decreto  del  Governo  30  seti.  1804,  n.  19608. 


I 


Né  il  some  andò  perduto.  Ripristinato  dopo  il  Regno  A'  I- 
talia,  il  Governo  Austriaco,  S.  M.  P  imperatore  Francesco  I, 
con  rÌBoluzione  13  dicembre  1815,  stabiliva  la  concentrazione 
in  un  solo  degli  arcliivì  veneti  sparsi  nei  trs  Istituti  e  presso 
gli  Uffici,  alcuni  dei  quali  avevano  continuato  coi  sistemi  bu- 
rocratici antichi  ;  e  ne  nominava  direttore  Jacopo  Cluodo,  che 
alla  morte  AqW  archivista  noò.  Carlo  Ant.  Marin  (20  aprile 
1815)  aveva  assunto  la  direzione  dell'  archivio  di  S.  Teodoro- 
Tré  giorni  dopo,  il  Governo  incaricava  il  Chiodo  di  sce- 
gliere un  locale  per  gli  Archivi  veneti,  di  concerto  col  capi- 
tano ingegnere  Ganassa. 

E  il  Chiodo  era  tale  iniattì  da  poterli  raccogliere  e  coor- 
dinare, dopo  tante  vicende,  in  un  solo  grandioso  Istituto. 

Compilatore  delle  loggi  ed  archivista  della  Republica, 
non  solo  erudito  della  storia  di  essa,  ma  di  quegli  interni  or- 
dinamenti governativi  che  assai  imperfetti  e  sbiaditi  si  rac- 
colgono negli  scrittori  ;  quell'  onesto  p  venerabile  uomo  può 
dirsi  il  vero  fondatore  dell'  Archivio  generale  di  Venezia,  nel 
quale  con  cure  solerti  provvidde  al  collocamento  dell'  ingente 
congerie  di  documenti  antichi  e  moderni;  a  quella  prima  si- 
stemazione che  vi  rendesse  possibile  qualche  ricerca;  e  a  riven- 
dicare i  documenti  asportati  in  paesi  stranieri. 

Cataloghi  archivistici,  consulte  al  Governo  in  materia 
scientifica  e  giuridica,  e  ima  guida  o  piano  sistematico  degli 
Architi  *,  che  gli  valse  la  gran  medaglia  d'oro  pel  merito 
civile,  sono  opere  di  quel  valente  Direttore.  ' 

'  Fino  dal  10  dicembre  1815  il  Chiodo  atevR  compilato  un  i  elenco 
rftgìooaUi  defili  archivi  cbc  sodo  stati  centrati  ia  totalità  od  In  frannueutl 
nair  L  R.  Archivio  Generale  Governatilo  di  S.  Teodoro,  dopo  le  manomis- 
sioni, dJBpersiuni  e  traslocamcntì  che  hanno  solTerto  nelle  passate  vicende, 
ordinato  con  ia  sistematica  anione  e  distribuxioiie  che  si  considera  conven  ire 
alla  nuova  regolare  costituzione  e  riforma  del  Generale  Archivio  medesimo  ». 
SoDfì  unite,  dove  caddero  in  acconcio,  brevi  indicazioni  dei  "  rooltj  ed  tmjior- 
laati  documenti  che  furono  asportati  deliberatamente  nelle  vicende  politiche 
del  tempi  tr.iscorsi  ». 

»  La  biografia  del  Chiodo  può  leggersi  nell'opera  <■  La  cadut»  della  Re- 
I  pvblica  Veneta  ed  1  suoi  ultimi  cinquant'  anni  •>  del  ti  conto  Girolamo  Dan- 
dolo (Venezia,  tip.  Naratovich,  1859,  voi.  I,  p.  363). 


90  - 

—  Gli  archivi  allora  erano  sparsi,  oltre  che  nelle  sedi 
degli  Archivi  Politico,  DonaniaU  e  Giudiziario,  —  neir  ex- 
convento di  S.  Zaccaria,  sotto  i  piombi  del  palazzo  ducale  :  in 
questo  sopra  le  sale  della  Corte  d'  Appello,  nell'  ex-Scuola  degli 
Orefici  e  nelle  fabhricìie  nuove  a  Rialto, 

Non  era  facile  trovare  un  locale  che  offrisse  le  qualità 
necessarie  di  ampiezza  e  di  buona  conservazione,  di  decoro  e 
di  economia. 

Già  prima  il  n.  u.  Marin  aveva  escluso,  per  inopportu- 
nità, r  ex-convento  di  S.  M.  della  Salute.  Il  Chiodo,  col  Ga- 
nassa,  proponeva  la  ex-chiesa  dei  santi  Rocco  e  Margherita, 
il  convento  di  S.  Stefano,  e  la  vicina  chiesa  di  S.  Angelo  ora 
distrutta.  Poi  il  convento  dei  francescani  detto.  e/«?  /Varz  che 
serviva  in  parte  ancora  nel  1817  alla  Coìnmissione  militare 
delle  monture  e  dei  generi  dell'  amministrazione  militare  dei  forni. 
Il  Governo  lo  approvava  in  quell'anno  stesso,  e  la  Camera 
Aulica  nel  1819.  Si  provvedeva  all'adattamento  di  esso;  i  tra- 
sporti degli  archivi  vi  seguitarono  per  anni  parecchi. 

Il  vasto  fabbricato  dell'  ex  convento  dei  Frari  ha  un  pe- 
rimetro di  m."  560;  occupa  una  superficie  di  m.-  5471.  88; 
coi  cortili,  7800.61,  e  coli'  ex  convento  di  S.  Nicoletto  attiguo, 
compreso  il  cortile,  m.'  8860.  61. 1  locali  sono  264;  —  192  ad 
uso,  0  adattabili  ad  uso,  di  archivio;  i  palchetti  21,113.  ^ 

^  I  suggelli    usati   neir  archivio  di  s.  Teodoro  e  in  questo  Generale  ai 

Frari  sono  i  seguenti: 

I.  a  e«ra  laeca 

Campo  liscio.  In  griro:  Arrhivio  di  s.  Teodoro  in  Venezia. 

Aquila  bicipite  collo  scudo  del  Lombardo  e  del  Veneto  :  In  giro  :  da  destra 
a  sinistra:  /.  R.  Archivio  di  s.  Teodoro  in   Venezia. 

Aquila  a  teste  nimbate,  nel  corpo  lo  scudo  ed  F.  /.,  in  giro  da  sinistra  ^- 
a  destra:  /.  H.  Archivio  Generale  Governativo. 

Aquila  bicipite  collo  stemma  imperiale.  In  giro:  da  destra  a  sinistra:  /.  R 

Direzione  dell' Archivio  Generale  in  Venezia. 

Leone  stante,  e  sotto:  Z.   V.  Da  sinistra  a  destra  :  D  irei  ione  dell' Aixh  ir  ii 
Generale  Veneto. 

Aquila:  1.  R.  Direzi>.ne  dell' Archivio  Generale  tu    Venezia. 

Simile  di  dimensioni  inferiori. 

Stemma  di  casa  di  Savoia ,  sormontato  da  corona.  Da  sinistra  a  destra^ 
Regio  Archivio  Generale  Veneto. 


V'ebbero  stanza  nei  Capitoli  generali  fino  a  circa  2000 
fi-ati  '.  Paro  che  un  ultimo  restauro  vi  sì  eseguisse  nel  1689, 
0  almeno  questa  è  la  data  degli  ornamenti  di  stile  barocco, 
ma  d'un  assieme  non  affatto  spregevole,  collocati  nel  chiostro 
della  Trinità  e  altrove  '. 

Per  le  concentrazioni  di  archivi  moderni  e  pei  ricuperi 
dtìgli  antichi,  la  suppellettile  dell'Archivio  Veneto  raggiunse 
ora  (1872)  la  somma  di  310  archivi,  di  198,  782  circa,  tra  filze 
0  volumi,  di  52,878  pergamene,  e  di  alcune  migliaia  di  dise- 
gni. Cifre,  del  resto,  che  sono  ben  diverse  da  quelle  ritenute 
dal  Chiodo,  quando  consegnava  l'Arcliivio  al  nuovo  direttore 
Giovanni  Ninfa  Friuli  (28  sett.  1840),  cioè  di  809  archivi 
antichi,  458  moderni;  e  non  giustificabili  neppure  calcolando 
singolarmente  le  diverse  serie  delle  grandi  collezioni  della  Can- 
celleria SecretaDucale,  come  costituenti  ciascuna  un  archivio, 
nò  separatamente  i  quinquennii  degli  atti  degli  archivii  mo- 
derni. 


Aquila  a  teste  nimbate  in  neizo  lettere  F.  I.  Da  einlBtra  a  destra  :  /.  R, 
JirrlUrio  Omerale  Oovemetivo. 

Cscapo  vuoto.   Da   deatra  a  sintetra:   Àrekitio  0enerat  Oiudiiiario   Ve- 

Leone  stante.    Da   sinistra   a   destra:  DìresioM  dtW Arehirto   Generale 
Veneto. 

Aquila.  Da  destra  a  sinistra:    B.    Direttone  dell'  Archivio  Generale  in 
Fenesia. 

t       Piccolo,  obtuogo,  eormontato  da  aquiletta  :  /.  S.  Diretiotte  dell'  Archivio 
GeneraU  in    Venezia. 

Stemma  di  casa  Savctìa  sormontato  da  oorona  ;  scritta  da  destra  a  siDistra  : 
'.,  Anhieìo  Oeneralt   Veneto. 

'  Il  Senato  Veoeto,  cou  decr.  7  giugno  1546  [Terra,  t.  3)  concedo  al 
■invento  dei  Frari  mi  sussidio  per  le  Bi>ese  straordinarie  in  un  captMo  gene- 
rate al  quale  aEslsteraDO  1800  TraU.  Tale  adunanza  è  ricordata  nella  inserì- 
I  posta  sulla  colonna  a.  deatra  accosto  M' l'rjanu  nel  tempio  del  Frari. 
*  Sopra  l'arco  del  poiio,  nel  chiostro  di  S.  Antonio  è  la  iscrizione:  B. 
t.  l9»tpk  Ceeena  de  Pe.yuìa  F.  F.-  MDCl  XXX  Villi  ;  ed  È  ripetuta  sull'ar- 
■la  della  porta  del  Refettorio,  ove  si  custodiscono  alcune  carte  del  Governo 
Ltutriaco,  ma  III  l'anno  è:  MDCLXXX7X;  e  sopra  1'  arco  de)  poxzo  nel  cortile 
eU&  Tr.nili',  Deo  uni  et  trino  honorum  omnium  fonti  —  Wagister  frater  —  An- 
imiiui  Pitoni  Venetns  —  dedicavit  anno  MDCCXIV  ;  1'  ultimo  restauro  in  questo 
ebiOBtn)  è  del  1864:  ResUtutum  anno  MDCCCLXIV. 


-  92   - 

Dopo  di  aver  provveduto  alla  conservazione  degli  Archivi, 
il  governo  Austriaco  pensò  al  loro  ordinamento,  e  nominò 
una  Commissione,  della  quale,  a  vero  dire,  non  v'era  bisogno, 
quando  s'aveva  un  profondo  conoscitore  degli  archivi  della 
portata  del  Chiodo  *. 

Addì  8  luglio  1828,  egli  trasmetteva  al  Governo  il 
»  suo  piano  sistematico  per  la  distribuzione  e  collocazione  di 
»  tutti  gli  Archivi  centrati  e  da  centrarsi  nello  stabilimento 
»  generale  degli  Archivi  a  S.  M.  Gloriosa  delT^ron  in  Venezia, 
»  con  indice  dei  riparti ,  delle  divisioni ,  sezioni  e  classi  del- 
»  l'Archivio  suddetto  ;  ed  indice  separato  degli  archivi  e  delle 
»  serie  delle  carte.  » 

La  eccelsa  Cancelleria  Aulica  Riunita  (disp.  2  maggio 
1829,  n.  9700,  Governo,  25  detto,  n.  17913)  lodava  il  lavoro 
del  Chiodo  con  queste  parole:  «  il  piano  sistematico  per  lo 
»  stabilimento  generale  degli  archivi  inS.M.  Gloriosa  dei  Frari, 
»  ò  una  luminosa  prova  del  distinto  zelo  e  delle  estese  cogni- 
»  zioni  negli  aflfari  archiviali  del  direttore  dell'Archivio  Gene- 
»  rale  Giacomo  Chiodo,  e  se  dall'un  canto,  come  osserva  Y I. 
»  R.  Governo,  lascia  desiderare  più  semplicità,  è  questa  com- 
»  pensata  da  una  singoiar  chiarezza  e  precisione  che  distin- 
»  guono  questo  veramente  arduo  lavoro.  » 

Jacopo  Chiodo  nel  trasmettere  al  Governo  l'atto  di  conse- 
gna deirUfficio  a  Giov.  Ant.  Ninfa-Priuli  scriveva  :  «  Io  lascio, 
»  Eccelso  Governo,  il  mio  Ufficio  e  i  miei  impiegati,  come  un 
»  padre  si  stacca  per  sempre  dal  suo  diletto  soggiorno  o  dagli 
»  amati  figliuoli  ;  e  quindi  spero  trovare  indulgenza,  se  dovendo 
»  produrmi  per  l'ultima  volta  a  codesta  Superiorità.,,  racco— 
»  mando  tutti  e  ciascuno,  nella  coscienza  che  ciascuno  e  tutti  mL 


<  Fu  eletta  dalla  Cancelleria  Àulica,  col  dispaccio  28  sett.  1821,  d.  27049— 
1283;  era  composta  del  Chiodo,  del  co.  Renier  Daniele  cons.  di  Governo, 
presidente  ;  Grippa  Gaetano  vicedeleg.  per  la  Delegaz.  provinciale  ;  Luig-i 
nob.  de  Crespi  vicecommiss.  per  la  Ragionateria  Centrale  ;  Francesco  nobile 
Bembo  I.  per  la  Direzione  del  Demanio;  Vincenzo  Lazarì  per  TUfflcio  fiscale 
centrale;  Daniele  nob.  Barbaro  per  la  Direz.  delle  Degnane. 


»  coadiuvarono  utilmente  neir  erezione  e  sistemazione  di  un 
»  tanto  Stabilimento;  e  in  modo  particolare  poi  quelli  tra  loro 
»  i  quali  per  anzianità,  per  posizione  d' ufficio  e  per  dovizia 
»  di  cognizioni,  più  si  sono  adoperati  nel  servizio  e  quindi 
»  più  meritarono  la  mia  gratitudine,  e  si  resero  degni  dei 
'  »  riguardi  della  Superiorità.  » 

Nel  14  febbraio  1848  succedeva  al  Ninfa-Priuli,  nominato 
I  direttore  nel  21  nov.  1840,  Ìl  cav.  Fabio  nob.  Mutinelli,  e  a 
questi  nel  30  appile  1861  il  conte  Girolamo  Dandolo,  segre- 
tario di  Luogotenenza. 

Per  consiglio  del  Dandolo,  fu  aggiunta  nel  1864,  all'in- 
segnamento paleografico,  nella  scuola  annessa  all'Archivio, 
ima  lettura  settimanale  di  storia  veneta. 

Non  si  deve  tacere,  a  guarentigia  degli  archivisti,  che 
negli  anni  1864,  1865  e  1866,  cioè  .sotto  la  direzione  de! 
conte  Dandolo,  furono  eseguiti  alcuni  scarti,'  principalmente 
negli  archivi  moderni,  pei  quali  andarono  distrutti  documenti 
di  qualche  importanza. 

Primo  direttore  (e  successore  al  Dandolo)  nominato  dal 
l  Governo  Nazionale  con  decreto  28  marzo  1807,  fu  il  cav, 
I  Tommaso  Gar,  che  assunse  la  direzione  addì  15  aprile  success. 
Col  Decreto  Reale  14  gennaio  1872  venne  eletto  a  suc- 
il  nob  cav,  Teodoro  Toderini,  caposezione  nell'  Ar- 
\  chivio  stesso. 

Il  personale  deli'  Archivio  Generale  in  seguito  ai  decreti 
I  di  S.  M.  il  Re  d'Italia  1  e  22  marzo  1868,  16  aprile  1871, 
I  14  gcnn.  ed  11  aprile  1872,  è  questo: 
I  Direttore  —  Teodoro  nob.  cav.  Toderini; 

I  Ct^ìsez-ione  —  Bart.  cav.  Cocclietti  (docente  di  paleo- 

grafia) ; 
Segrettli  f"  Classe  —  Francesco  Gregolin  {dirigente  la  Sez.!'); 
»         2''      »    —  Dazio  Aliprando  Tadini    (dirigente  la 
Sez.""  2.'"'  od  economo)  ; 
Applic.  tìi  t'    »     —  Luigi  Pasini; 

2'"    »     —  Filippo  Legnani; 
»       »     —  Tommaso  Luciani  ; 


-  94  — 

AffJic.  di  a/'    » 

—  Giuseppe  Giorno; 

5"     » 

—  Carlo  nob.  Dalla  Rovere; 

4'     » 

—  Agostino  Cottin  ; 

»       » 

—  Riccardo  Predelli  ; 

»       » 

—  Vincenzo  Padovan  ; 

»       » 

—  Edoardo  Jàger; 

»       » 

—  Augusto  Negri  ; 

»       » 

—  Massimiliano  Mazzi  ; 

AUiem  gratuiti 

—  Bartolomeo  Calore  ; 

»            » 

—  Bruno  TiUzzana; 

»            » 

—  Pietro  De  Nat  ; 

»            » 

—  Giuseppe  Gallovich  ; 

»            » 

—  Carlo  Torresan. 

(  N.  B.  Questo  primo  capitolo  è  tratto,  dagli  Atti  del  R.  Istituto 

Veneto  di  scienze^  lettere  ed  artij. 


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IT. 


MAGISTRATI  DELLA  REPUBBLICA  VENETA 


697«1797 


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I 


"^7 


MAGISTRATI  DELLA  REPUBBLICA  VENETA 

(697-1797). 


MAGGIOR  CONSIGLIO  SENATO  * 

(numero  indeterminato).  (60  Senatori,  60  dell'Aggiunta, 

^  Zonta  yi   6  decani  ottuagenari! 
in  vita,  24  Segretari). 

Doge 

(Capi  di  XL  Superiori,  nel  Consiglio  di  XL  al  Criminal); 
Consiglio  minore  —  6  Consiglieri  di  Venezia; 
straord.  Correttori  della  promissione  ducale,  5  ; 
„  j,       delle  leggi  e  del  palazzo,  5. 

Collegio  —  C  16  Savii, 

^  10  membri  della  Signoria, 

6  Savii  grandi,  o  del  Senato  ; 
5  agli  ordini  ; 
Savio  alla  Scrittura  ; 
y^     alle  ordinanze  ; 
„     cassier; 
„     ai  da  md  ; 
„     ai  ceremoniali  ^) 

*  Neir  Eccellentissimo  Senato  avevano  ingresso  i  procuratori  di  S.  Marco 
a  vita,  i  Consiglieri,  il  Consiglio  dei  X,  gli  Avogadori  attuali  ed  usciti ^  i 
Censori  attuali  ed  usciti,  i  Sessanta  del  Consiglio  di  Pregadi,  i  Sessanta  della 
Zonta,  le  Quarantie  :  Criminale,  Civil  vecchia  e  nuova,  i  Collegii  dei  XXV  e 
dei  XV,  con  voto.  E  senza  voto,  i  sopra  conti,  i  sopra  dazii,  i  sopra  offlzii,  Cazude, 
esecutori  alle  acque,  pompe,  sopra  banchi,  e  i  dieci  Savii  sopra  le  decime. 

*  Nel  Pien  Collegio  entravano  oltre  questi,  i  sei  Savii  del  Consiglio, 
usciti,  i  5  di  Terraferma,  usciti,  i  5  agli  ordini,  usciti. 


16  Savii 


/ 


-  98  - 

Straord.  Leggi  -—  2  soprainiendenti  al  sommario  delle  leggi  del 

Maggior  Consiglio,  del  Senato,  ecc. 
17  „  1  compilatore  delle  leggi  criminali. 

assistenti. 
„  „  2  aggiunti  ai  sopraintendenti  per  la  riforma  del 

codice  criminale. 
Cancelleria  Secreta  —  (deputato  1  segret.  di  Senato). 

—  custodi. 
Cancellier  grande. 
Consiglio  dei  Dieci. 
(Voci  —  Segretario  di  Senato  alle). 


Ambasciatori  (baili,  nobili,  segretarii  e  residenti  presso  le  Corti). 

(Cancellieri  ducali.  —  Cancellier  grande  reggente  la  Cancelleria  ' 
(vicereggente  Tanziano  dei  Segretari;  4  Segretarii  del  C.  X.; 
2  segretarii  in  contumacia;  Segretarii  deirEcc.  Senato,  fra  i 
quali  erano  scelti  i  residenti  presso  le  Corti  e  i  leggisti, 
2  cancellieri  inferiori;  Notai  ducali  ordin.  e  straord.). 

Confini  —  (2  provved.  e  sopraintendente  alla  Camera  dei). 

Consiglio  dei  Dieci. 

Rettori  e  rappresentanti  nello  Stato  (bailo,  camerlengo,  camerlengo 
e  castellano,  capitanio,  castellano,  conte  e  capitarne,  capi- 
tanio  e  castellano,  conte  e  provveditor  general,  provveditor, 
tesorier,  miniscalco,  podestà,  podestà  e  capitanio,  podestà  e 
provveditor,  rettore  e  provveditor,  provveditor  e  castellano 
ordinario,  provveditor  e  capitanio,  provveditor  estraordina- 
rio, consiglieri,  salinier,  corrieri  della  Serenissima  Signoria). 


Armamento  —  5  pagatori; 

armar  —  3  provveditori; 

armata  —      provv.  generale  da  mar; 

„  —  „  ,,  in  Dalmazia  ed  Albania. 

„  —      provveditore  ; 

„  —      patrono  delle  navi; 

„  —      nobili  di  nave; 

*  Il  Cancellier  Grande  era  presidente  deir  ùnorando  Collegio  dei  notai. 


Jì 


-  99    - 

armata  •—      goyernatori  di  nave; 

n  —      governador  dei  condannati; 

—  capitano  in  Golfo; 

—  jf        estraord.  delle  navi; 

—  almirante  delle  navi; 
^            —      sopracomiti  ; 

arsenale        —  3  patroni; 

y,  —  3  provveditori; 

„  —  3  inquisitori; 

artiglierie     —  3  provveditori; 
camere  —  3  provved.  sopra; 

esecutori  delle  deliberazioni  del  Senato,  3; 
fortezze  —  (3  provved.  alle); 
galere  dei  condannati  (3  governatori  delle); 
legne  e  boschi  —  3  provveditori; 
milizia  da  mar  —  3  presidenti; 
n  «        —  1  aggiunto; 

Montello  (3  provveditori  sopra  il  bosco  del); 

capitano  alla  Quizza; 
j,       ad  Alpago. 
Montona  (2  deputati  alla  valle  di); 
ruoli  militari  —  (3  inquisitori  ai); 
(Savii  agli  ordini  —  5); 
Savio  alle  ordinanze  o  cernide] 
Tana  (3  visdomini  alla). 


(Acque  —  3  esecutori; 

j,      —  3  Savii; 

j,      —      Collegio  ; 

T»      —      aggiunto  inquisitore)  ; 
Adige    —  3  provveditori; 
A-vogadori  di  Gomun,  3;  * 
'^^Jichi  (3  provved.  sopra); 
O^^stemmia  esecutori  contro  la); 
bi^Ye  —  3  provveditori; 

«s,    —  2  sopraprovveditori, 
c^ttaver  (3  officiaK  al). 

'  Dair  Avogarìa  di  Comun  dipendevano  due  notai  primarii,  10  altri  notai, 
^VToeato  fiscale,  e  il  Collegio  dei  pubblici  Ragionati, 


-  100  — 

Censori  —  2; 

^  aggiunto  inquisitore; 

Consiglio  dei  Dieci  —  10  membri; 
yf  —    4  segretarii; 

V  —        aggiunta  ; 

y,  —   (camerlengo  alla  cassa  del) 

Consiglio  di  XL  al  Criminal  —  3  capi  (scelti  fra  i  consiglieri); 

40  consiglieri; 
ebrei  —  (3  inquisitori  agli); 
esatninador  (giudici  dell'); 
feudi  (3  provved.  sopra); 
frumento  a  s.  Marco  —  5  officiali; 

a  Rialto      —  jf 

giustizia  vecchia  —  4  officiali, 

T)  1»      —  5  provveditori  alla; 

n        nova     —   4  provveditori; 

^        —   5  soprapro weditori; 
inquisitori  di  Stato,  3; 
legne  e  boschi  (3  provveditori  alle); 
yf  T»        (t»  sopraprovv.  alle); 

officii  —  (3  provveditori  o  capi  superiori  sopra); 

9    —  (3  presidenti  sopra,  nel  Cons.  di  XL  al  criminal  ; 
olii      —  (3  provved.  sopra); 
ospitale  della  pietà  (2  deputati  alF); 
ospitali  e  luoghi  pii  (3  provveditori  sopra); 
pace       —  (5  provved.  alla); 
piovego  —  (3  giudici  del); 
pompe    —  (3  provved.  alle); 
^         —  (2  sopraprovved.  alle); 
„         —       (collegio  dei  VII  alle); 
„  —  (1  di  rispetto  alle); 

procuratori  di  s.  Marco  —  3  de  ultra  ; 

—  3  de  citra; 

—  3  de  supra; 
comun  —  3  provveditori  di; 

sanità  —  (3  provved.  alla); 

—  (2  sopraprovved.  alla); 
(scansadori  delle  spose  superflue); 
scuole  grandi  —  3  inquisitori  e  regolatori; 
signori  (officiali)  di  notte  al  civil,  6)  '  ; 

*  Uno  per  Sestiere,  i  civili  come  i  criminali. 


-  101  — 

signori  di  notte  al  criminal,  6; 

(Voci,  segretario  alle  —  1  segretario  di  Senato); 

(Zecca  —  massari  o  stimatori  all'argento  e  all'oro; 

—  provveditori  sopra  ori  e  monete; 

—  inquisitore  agli  ori  e  monete). 

Auditori  vecchi  delle  sentenze,  3; 

„        novi,  3; 

„        novissimi,  3; 
avvocati  —  6  per  gli  Uffizii  di  Rialto; 

—  18  per  le  Corti; 

—  2  ai  prigioni; 

—  6  ai  Consigli; 

siraord.  —  Fiscali  dei  magistrati,  num.  indeterminato; 
—       „       della  Signoria,  2  avvocati; 

1  procurator; 
Cancelleria  inferiore  —  2  cancellieri  inferiori; 
(Collegio  di  giudicatura,  XXX-XXV-XXSavii  del  Corpo  dei  XL); 

„  „  Xn-XV  Savii  del  Corpo  dei  XL); 

(      „       dei  X  poi  XX  Savii  del  Corpo  del  Senato); 
(Consiglio  dei  Dieci); 
Consiglio  dei  XL  Civil  novo  —  3  capi; 

40  consiglieri; 
Consiglio  dei  XL  Civil  vecchio  —  3  capi; 

—  40  consiglieri; 
(consultori  in  juré)] 
esaminador  —  (3  giudici  dell'); 
(estraordinario  —  5  officiali  all'); 
forestier  —  (3  giudici  del); 
gastaldi  ducali,  2; 

leggi  —  (3  conservatori  ed  esecutori  delle); 
ministeriali  di  palazzo,  4; 
mobile  —  (3  giudici  del); 
(notai  ducali  num.  indeterm.); 

(offizii  —  3  presidenti  sopra  offizi  nel  Consiglio  di  XL  al  Criminal); 
petizion  —  (3  giudici  del); 
{piovego  —  3  giudici  del); 
procurator  ~  (3  giudici  del); 
droprio  —       (3         ?>         )? 


—  102  - 


(signori  di  notte  al  oiyil); 

„  „     al  criminal); 

straord.  —  sindici  inquisitori  in  Venezia,  Terraferma,  Istria,  Di 

mazia,  Levante; 
sindico  —  3  sindici  e  giudici  straordinarìi  di  palazzo; 
sopragastaldo  —  (3  officiali  al); 
superior,  o  sopratti  del  sopragastaldo  3. 


Acque  —  1  aggiunto  inquisitore; 
appuntadure  (1  inquisitore  alle); 
leccarle  —  4  officiali; 

„        —  2  provveditori; 

„        —  inquisitore,  aggiunto; 
biave  —  (3  provveditori  alle); 
„     —  2  sopraprovveditori; 
bolla  ducale  —  cassiere; 
(camere  provveditori  sopra); 
camerlenghi  di  Comun,  3; 
cazude  (8  officiali  alle); 
conti  (8  provveditori  sopra); 
crediti  publici  (3  inquisitori  sopra  T esazione  dei); 
danari  (3  provveditori  sopra  i); 
dazii  (3  provved.  sopra); 
„     (5  revisori  e  regolatori  dei); 
„     (inquisitore  sopra); 
dazio  del  vin  (5  officiali  al); 
decime  del  clero  (3  sopraintcndenti  alle); 

„       —  10  savii  sopra  le  decime  in  Rialto)  ; 
entrade  pubbliche  (3  governadori  delle); 
„  (1  esattore  ai  detti); 

„  (3  revisori  regolatori  delle); 

esazione  del  denaro  publico  —  (3  sopra  la)  ; 

„  „  —   3  presidenti  alle  vendite; 

(esecutori  delle  deliberazioni  del  Senato); 
straord.  —  estraordinario  (5  ufficiali  all'); 

„       —  soprastanti  al  Lido; 

„       —  provveditori  sopra  rivi,  canali  e  piscine; 
messetaria  (4  offiziali  alla); 
(milizia  da  mar); 


~-  103    - 

miniere  (3  deputati  del  G.  X.  alle); 
offizii  (provveditori  sopra); 
prowision  del  danaro  (2  aggiunti  alla); 
,,  „         (3  deputati  alla); 

rasati  vecchie  (3  officiali  alle); 

„     nove  (3  esattori  alle); 

„        „     (3  officiali  alle) 
Sai  (4  provveditori  al); 
Savio  Gassier; 

Scansadori  e  regolatori  delle  spese  superflue,  3; 
scrittura  (3  revisori  e  regolatori  alla); 
tariffe  mercantili  (3  deputati  alla  regolazione  delle); 
tavola  iéìY  entrada  (6  offizìali  o  visdomini  alla); 

„        „    insida  (3  offiziali  alla); 
ternaria  nova  (6  offiziali  alla); 

„       vecchia  (4  offiziali  alla); 
Zecca  (revisori  e  regolatori  delle  entradc  pubbliche  in); 

„      (3  provveditori  in); 

„      proweditor  agli  ori  ed  argenti; 

„      aggiunto  al  suddetto; 

„      —  soprastanti  alla  foglia  d'oro; 

„      provveditori  ai  prò  in  e  fiiori  di  Zecca; 

„      depositario  dei  depositi  dei  privati; 

,;      (conservatori  dei  depositi  publiei  in); 

„      (camerlengo  di  Gomun  in); 

„      massari  o  stimatori  all'argento  2,  ali* oro  2; 

„      3  provveditori  sopra  ori  e  monete; 

.,      inquisitore  agli  ori  e  monete. 


Arti  —  inquisitore; 

(cattaver^  officiali  al); 

consoli  dei  mercanti,  3; 

sopraconsoli  dei  mercanti,  4; 

(consoli  e  viceconsoli  nelle  piazze  mercantili); 

straord.  —  provveditori  al  cottimo  di  Alessandria,  11; 

„  „  „  Damasco,  11; 

V  »  n  Londra,  11; 

dogana  da  mar  (6  officiali  alla): 

„        terra  „ 

fonte go  dei  tedeschi  (5  visdomini  al); 


104  - 


proprio  (3  giudici  del); 
{banchi  prowed.  sopra); 
bancogiro  —  1  depositario; 
(ebrei  —  inquisitori  agli); 
mercanzia  (5  savii  alla); 
(comun  —  provyeditori  di). 


Acque  —  3  esecutori; 
„      —  3  savii; 

„     —  15,  poi  25,  poi  75  del  Collegio; 
„      —  aggiunto  inquisitore. 
Adige  —  3  provveditori; 

„      —  1  aggiunto  deputato  alF  asciugamento  delle  valli  veronesi 
di  Ronco  e  Tomba; 
beni  inculti  (3  provveditori  sopra); 

„  —  aggiunto  deputato  al  ritratto  delle  Valli  Veronesi; 

„  —  deputato  ali  Agricoltura; 

beni  comunali  —  3  prowed,; 

„  —  2  revisori  a  quelli  di  Terraferma. 


Libreria  publica  —  bibliotecario; 
Studio  di  Padova  (3  riformatori  dello); 
„  „        —  aggiunto. 


Bestemmia  (4  esecutori  contro  la); 
bolla  clementina    —  (conservatore  della)  ; 
consultori  in  jure  —  revisore  dei  brevi; 

„  „        —  teologo  canonista; 

„  „        —  consultore  di  Stato; 

eresia  —  3  savii  (inquisitori  al  Santo  Uffizio); 
monasteri  (3  prowed.  sopra): 

ti         (aggiunto  sopra); 
pias  causas    (3  deputati  ad); 
straord.  —  decime  inquisitorato  (parte  dei  X  Savii  sopra  le  decime). 


m, 


NOTE  STATISTICHE 


OBOU 


ARGHIVII  VENETI   ANTICHI 


---■N^vv\Arjv\Aro\A(vv^/->---- 


I*t 


A  queste  «  Notb  »  che  vengono  qui  riprodotte  *  col- 
Taggiunta  dei  volumi,  delle  filze,  e  dei  documenti  sciolti  resti- 
tuiti dal  Groverno  Austriaco  all'Italia  nel  1868,  avremmo 
dovuto  far  precedere  alcuni  cenni  intorno  ciascun  magistrato 
della  Repubblica  Veneta. 

Non  abbiamo  però  stimato  di  poterlo  fare  prima  di  aver 
stabilito  l'epoca  della  instituzione  dei  diversi  magistrati  veneti, 
e  ben  accertatene  le  facoltà  e  la  giurisdizione,  coU'esame  di 
moltissimi  documenti;  al  che  stiamo  da  qualche  tempo  at- 
tendendo. 

Le  illustrazioni  infatti  che  si  leggono  in  parecchi  libri, 
anche  di  qualche  mole,  sono  ben  lungi  da  quell'esattezza  che  è 
il  principal  merito  di  tali  studi;  e  non  possono  fornire  un 
ooncetto  prossimo  ài  vero  dell'  antico  Governo  di  Venezia. 

Per  ora  adunque  gradiscano  gli  studiosi  queste  nude 
C5ifpe:  non  inutili,  se  potranno  metterli  sulla  via  di  qualche 
ricerca  ;  e  facciano  voti  con  noi,  perchè  agli  officiali  dell' Ar- 
C5hivio  di  Venezia  non  manchino  zelo  e  lena,  e  il  GrOverno 
X*Jazionale  sia  in  grado  di  publicare  gl'inventari  e  i  regesti 
dei  nostri  Archivi,  come  fanno  od  hanno  già  fatto  da  parecchi 
snni  la  Francia  ed  il  Belgio. 

*  Se  ne  vegga  la  prima  edizione  in  foglio  massimo,  e  in  16.",  stampata 
nel  1866,  Venezia,  tip.  Naratovich. 


150.  Collezione  di  codici  a  penna  422  ; 

id.        già  custoditi  ncdla  Biblioteca  di  Brera  in  Milano,  292. 
177.  Sopragast/xldo,  1473-1797,  fi-a  tìizc  e  regiatri  1003.  Non  ord.  — 
Ne  esìste  il  processo  verbale  di  consegna. 
Superior,  o  sopra  atti  del  Sojtraffastnldo,  eec.  XVII-XVIII,  529. 

Non  ord. 
Ministeriali  di  palazzo,  1312-1797,  f.  e  r.  434;  p.  v.  e. 
Quarantia  criminale  e  iiresidenii  sopra  affisi  nel  C'ona.  di  XL  al 
Crim.  1347-1797;  —  758.  Non  ord.  p.  y.  e.  1824,  e  dei  presìd.  9. 
off:  p.  T.  e.  1809  ed  altri. 
tóO.  Atti  del  Co.  di  Belgrado  Sec.  XVI-XVIII  pacchi  304  misceli. 

181.  Fropno  (Giudici  del,  1343-1797  f.  e  r.  1495,  non  ord.  Inv.  mo- 

derno delle  perg.  n.  382. 
Fetiàon        ,  1314-1797  ord.  f.  1062. 
Foreatier       „  1321-1797  ord.  f.  250 
Mobile  ,  1285-1797  ord.  f.  465. 

Procurator    „  1380-1797  f.  e  r.  3214,  non  ord. 

Bsaminador   „  1359-1797  f.  e   r.  758  non    ord.   P.    v.    e. 

1824.  Inv.  mod.  delle  perg.  N."  120. 
A  questo  e  agli  altri  5  archivi  delle  Prime  istanze  precede  una 

miscellanea  di  circa  500  pergamene  dal  sec.  XIII. 
Colitelo  dei  XX  pwXXKàV;,  1272- 1797  f.  e.  r.  400  non  ord. 
Quarantia  Ciìyil  Nuvay  1499-1797  f.  e   r.  628  ord.  ind.  mod. 
Quarantia  Civil  Vecchia,  1465-1794  f,  e  r.  461  ord.  indice  moderno. 
CaUaver  1527- 1797  f.  469  non  ord.  p.  v.  e.  1823. 
Collegio  dei  XII  poi  XV  Savi  del  Corpo  del  Senato,  eeo.  XVI  al 

XVIII  f.  e  r.  44  non  ordinati. 

182.  /';aofflÌnodor(Giuilici  dell')  sec.  XVI  al  1806  f.  e  r.  1034  non  ord. 
Coluto  dei  Xpoi  XX  Havì  del  Corpo  del  Senato  1405  al  1797 

ter.  400  ord.  Indice  mod. 
Collegio   dei  XII  poi  XV  Savi  del  Corpo   del    Senato,    sec. 
XVU-XVm  f.  e  r.  665,  parte  non  ord. 

183.  Luogotenente  di  Udine,  1420-1797,  369.  Ord.  Ind.  mod. 

84.  Goternadori  ed  esattori  delle  entrade  pubbliche,  sec,  XV -XVIII 
(1448-1724),  reg.  15  non  ord.  p.  v.  e.  1822. 

*   I  locali  che  porl»DO  numeri  uon  compresi  In  (luceto  eleticn,  coiiteiiguiio 
rdiJvU  luoderul,  o  servono  ad  ubo  di  UfQclo. 


SUBII  .^^.^oìxX-^^o 

Revisori  e  regolat'Ori  delle  entrade  pubbliche,  tra  fasci  e  teg.  < 

700  (v.  st.  185,  18C)  non  ord.  p.  v.  e. 
Infjuisitoraio  sopra  pubblici  credili,  1786-1797,  reg.  3  b,  4  non 

ordin. 
186.  Govern.  ed  esali,  delle  entrade  ptiblìcke,  428(v.Bt.  184)  non  ord. 
Revis.  e  regolatori  delle  entrade  pMicìie,  572  (v.  et.  184  e  186) 

non  ord. 

186.  Govern.  ed  esali,  delle  ettlrade  pubi.,  610  (v.  st.  184  e  185)  non  ord. 
Bevis.  e  regol.  delle  entrade  pubHche,  sec.  SV-XVIII,  (1497-1799), 

212  non  ord. 

187.  X  SavìsopraledecimeinRiallo,Um-imB,  U-i,0iA.p.'v.c.lS22. 
Sopraintendenti  alle  decime  del  clero  (1407)  1564-1809, 381,  p.T.  e. 
Provveditori  sopra  Camere,  1625-1797  (ed  allegati  dal  sec.  Sili), 

470.  ord.  p.  T.  e,  Ind.  mod. 
Provved.  sopra  feudi,  1587-1797  (ed  allegati  più  antichi)  1190; 

disegni  ruot.  3,  n.  29.  Ord.  Ind.  mod.  ed  indice  delle  famiglie 

inscritte  nel  libro  d'  oro  dei  reri  tiiolaiì. 
Diplomi  comitali  spettanti  a  persone  private.  Ord.  b.  27. 

188.  Miscellanea  di  lettere  dirette  ai  Capi  del  C'ons.  dei  X  da  amba- 

sciatori e  rettori,  sec,  X\7-XVin,  pacchi  n.  250.  Non  ord. 
Stampo  di  Magistrali  Veneti  antichi,  buste  213. 
Ducali  del  Senato  agli  ambasciatori  veneti  a  Roma,  1632  - 1794. 

f.  154.  Ord. 
Simili  agli  ambasciatori  veneti  in  Spagna  1648-1797,  £  86.  Ord. 

189.  Procuratori  di  S.  Marco  de  supra,  1089-1797,  b.  e   voi.  413. 

Ord.  Inv.  mod. 
Onciali  alle  appunt^ure,  eec.  XVII-XVIII,  b.  250.  Non  ord. 
Pergamene  spettanti  alle  Mani  Morte,  b.  193.  Ord, 

190.  Avogaria  di  Comun,  988  (v.  st.  191).  Ord. 

191.  Deputati  ed  aggiunti  alla  jirovvision  del  denaro  puhlico,  16ÓS- 

1799,  1017,  e  disegni,  aee.  XVII-XVm,  mot.  2,  n.  24.  Ord. 
Avogaria  di  Comim- Libri  d'oro  Nascite   1506-1801.  r.  17- 

Matrimonii  1526-1801  reg.  10. 
Avogaria  di  Comun  e  parte  araldica,  1232-1797,  2497.  Ord. 

p.  T.  e.  e  della   serie  araldica.  Indice  mod.  dei  ragiouati, 

cancellieri  ed  assessori.  (V.  st.  190). 
Cinque  amiani  alla  pace,  sec.  Xin-1601,  10.  Ord. 
(Savio  di  Terraferma  alfa  Scrittura,  109  (v.  st.  222)  Ord.) 
Inquisitori  all'amministrazione  dei  jHiblici  ruoli,  Trrra  «  Mar, 

aec.  XVU-XVm,  1056.  Ord.  p.  v.  e. 


» 


Esecutori  delle  deliberazioni  del  Senato,  deputali  alle  jìttbtiche 

spedizioni,  1570-1797,  64.  Ord. 
Jfrocveditori  alla  Sanità,  1485-1808,  1009,  dia.,  b.  13.  Ord.  p. 

T.  e.  1823.  Ind.  mod. 
Officiali  alle  rason  vecchie,  1260-1797,  445.  Ord.  Ind.  mod. 

„  „        7iove,  1295-1797,  9;  dia.  Ord.  p.  v.  e.  ruot. 

3.,  sec.  XVI- XTm,  n.  33,  Ord. 
Frowedif,  sopraintendenti  alla  Camera  dei  Confini,  copie  dal 

925-1860,  313;  die.  b.  27.  Ord.  Ind.  mod. 
Prot'vedil.  sopra  denaro  pvblico,  1571  -1797,  57.  Ord. 
Deputati  ed  aggiunti  sopra  V  esazione  del  denaro  puliHco  pre- 
sidenti alle  vendite,  1604-1797,  454.  Ord.  p.  v.  e.  Ind.  mod. 
l92,Cinque  Savii  alla  Mercanzia,  285  (v.  et.  193).  Non  ord. 

Scritture  in  materia  commerciale,  sec.  XIII-XVIII.  b.   198. 

Ocd.  Ind.  mod. 
Poste   e  corrieri,  sec.   SVl-XIS,   fasci  e  libri  300.  Non  ord. 

p.  T.  e. 
193.  Cinque  Savii  alla  Mercanzia,  eee.  XVI-XIX  e  Deputasione  alla 

regolazione  del  Commercio,  sec.  XVIII,  p.   v.  e.  1812-13, 

fasci  e  reg.  782.  Ord. 
{Provveditori  al  cottimo  di  Alessandria  €  Damasco, ìioMc^Mdi&n). 
(l'isdomini  al  Fonlego  dei  Tedeschi,  il  solo  capitolare). 
Collegio  della  Miliiia  da  mar,  sec.  X\T-XIX  (1519-1306),  fasci 

e  reg.  688.  Non  ord. 
\9i.Collegio  Milìzia   da  mar,   100,  e  disegni  23  (v.  st.  193).  Non 

ord.  p.  V.  e.  1808. 
Censori,  aeo.  XVI-XVIII,  reg.  e  fasci  109.  Non  ord. 
Inqtàsitorato  agli  ebrei,  sec.   XVII-XVIII,   fase.  65.  Non  ofir" 
Consoli  e  sopraeons.  dei  mercanti,  272  (v.  st.  195).  Non  ord. 
{Deputati  alla  regolazione  delle  tariffe  mercanfili,  sec.  XVlIi  ed 

allegati  di  epoche  precedenti,  107.  Non  ord.  p.  v.  e.) 

195.  (Inqui.'iìttìrato  agli  el/rei,  126  v.  8t.  194.  Non  ord.)  

Revisori  e  regolatori  alla  Scrittura,  soc.  XVI-XVIU  (1581-1797), 

334.  Non  ord.  p.  v.  e.  I8I3  e  1821. 
(Consoli  e  sopraconsoli  dei  mercanti,    156  (v.  st,  199).  Non  ord. 
^^.Cancelleria   inferiore,    1478-1797   (ed  allegati  dal   1205),  284. 

Ord.  P.  V.  e.  Elenco  dei  Cavalieri  di  S.  Marco. 
Fraterna  prigioni,  eec.  XlV-XVIIl,  r.  40.  Non  ord. 
Procuratoridi  S.  Marco  desupra  b.  e  r.  31,  perg.  1 10,  aee.  XIV-XVI. 

Non  ord. 


—  112  ~ 

Starna 


Procuratori  di  S.  Marco  de  cifra  b.  e  r.  120,  ducali  280,  eec.  XVEL 

Non  ord.  p.  y.  o. 
„  „  de  ultra  b.  er.  57,  perg.  n.  5400  dalP  an- 

no 1030  al  1680, 51  busta.  — 
Kon  ord. 
Uj^ali  alle  cazude  (1510)  1515-1801,  13  Ord.  p.  v.  e. 
Provveditori  alle  pompe^  1334-1797  m.  v.,  26.  Ord. 
\91.  Maggior  Consiglio^  rubriche  dal  1268  al  sec.  XVII,  r.  6.  Ord. 
„  „         deliberazioni^  1282-1793  m.  v.,  r.  39  v.  st  206. 

„  ff  „  1507-1797,  f.  96. 

Serenissima  Signoria  (I)  Liber  plegioruni^  1223-1253,  r.  1. 

„  Lettere  sottoscritte  Terra^  1555-1797,  f.  264,  p.  v.  e. 

Collegio^  lettere  1500,  r.  1;  1517-1517,  m.  v.  Ord.  r.   1.;  1556- 

1583,  r.  3. 
Serenissima  Signoria   (I)  lettere  id.  1492-1675,  f.  20.  Ord. 
„  „  (h)  Possessi,  1576-1609,  r.  5. 

„  »  „  '^         1560-1609,  £  11. 

„  „         (m)  Fisco,  b.  144,  indice  dei  processi, 

r.  2.  p.  V.  e. 
y,  n  ji         7ì      Scritture  dei  Savii  Cassieri 

al  Senato,  relative  a  cause 
civili  contro  il  Publico,  eoe* 
1795-1798,  r.  1. 
^  „  „     Fiscali  decreti,  1782-1798,  r.  1. 

„  „  „  «       atti,  1492-1614,  r.  1. 

Collegio  (I)  Notatone,  1549-1797,  f.  627,  p.  v.  e.  Ord. 
,         „  „  1327-1791  m.  v.,  r.  224. 

ji         t,  fi  estratti  deiNotatorii  di  pugno  di  Marin 

Sanudo,  1292-1393,  r.  1. 
Serenissima  Signoria  (I)  Possessi  ecclesiastici,  1609-30,  r.  2. 
Collegio  (I)  Possessi  ecclesiastici,  1609-49,  f.  12. 

„      (IV)  lettere,  1521-1786,  f.  211  e  fasci  4,  p.  v.  e. 
„      (VI)  risposte  di  dentro  (commesse  e  suppliche  di  den- 
tro) 1563-1796,  m.  v.,  f.  310,  p.  v.  e. 
„         „     risposte  di  fuori  (suppliche  e  commesse  di   fuori) 

1554-1797,  f.  219,  p.  v.  e. 
^         „     commesse  ai  Savi,  1627-1797,  f.  70,  p.  v.  e. 
^         „     risposte  suppliche  al  Collegio,  1610-1740,  f.  5. 
„         „  „        presentate,  1630-1797,  f.  187,  p.  v.  o. 

^         „     costituti  al,  1648-1797  f.  103,  p.  v.  e. 


~  118 

Stanza 


fi 

197.  SencUo  (I)  deliberazioni  Terra,  1543-1797,  f.  3128.  Ordin.  p.  v.  e. 

„  71  n       rubriche  1440-1645,  r.  7. 

„  „  „        1440-1786  m.  v.,  r.  411. 

„  „  Mar,     1545-1797,  f.  1286  p.  v.  e. 

w  li  ri       rubriche,  1440-1639,  r.  7. 

«  w  T»        1440-1796  m.  v.,  r.  247. 

Collegio,  Biave,  1596  m.  v.  -  1602,  £  1. 
Senato,  incanti  di  galere  (terminazioui  dei  Y  Savi  agli  Ordini), 

1469,  m.  V.  - 1569,  r.  4 
„       Arsenal,  1715-1797,  f.  181,  ord.  p.  v.  e. 
„       Possessi  ecclesiastici,  1554-1728,  r.  14. 
„  w  II  1554-1797,  f.  250,  ord.  p.  v.  e. 

„        Taglie,  1548-1636,  b.  19. 
Cancellier  grande,  1554-1797,  reg.  e  b.  39  (ed  alleg.  dal  1244). 

Ord.  p.  V.  e. 
Cassiere  alla  bolla  ducal  (grazie  dei  poveri  al  pevere,  dei  100 

offict,  mariegola,  ecc.)  (1308);  1383-1796,  r.  13. 
„  Ghrazie  del  Magg.  Gens,  rubriche  5,  p.  v.  e. 
„  „  „         atti  1529  m.  v.  -  1767,  r.  12. 

,  „  „  1547-1796,  f.  105. 

Segretario  alle  voci,  1349-1797  (miscellanea  di  registri  di  ele- 
zioni, acccttazioni  di  cariche,  ecc.),  r.  66,  (decreti,  lettere, 
elezioni  nel  M.  Cons.  e  in  Senato),  b.  e  reg.  145,  ord. 
Senato,  Zecca,  1583-1664,  m.  v.,  f.  171.  Ord. 
„  „       1583-1647,  r.  17. 

198.  Revisori  e  regolat.  alla  Scrittura,  reg.  e  fasci,  circa  650  (v. 

st  195).  Non  ord. 
Consoli  e  sopraconaoli  dei  mercanti,  fasci  circa  150  (v.  st  199). 
Non  ord. 

199.  Bevisor.  e  regol.  alla  Scrittura,  fra  reg.  e  fasci  500  (v.  et  195). 

Non  ord. 
Officiali  al  dazio  del  vin;  Provveditori  sopra  dazi,  sec.  XVI- 

XYJJUL,  fasci  e  reg.  160.  Misceli,  p.  v.  e. 
Deputati  ad  pias  causas,  sec.  XYIII ,  £  85.  Non  ord.  P.  v.  e.  1823. 
(Consoli  e  sopraconsoli  dei  mercanti,  sec.  XVUl,  fasci  e  reg.  124). 

Non  ord. 

200.  Revisori  e  regolatori  alla  Scrittura  (v,  st.  195).  Non  ord. 

Savii  sopra  conti,  sec.  XVI  -  JSLVIU.  ìfon  ord.  ;  Inquisitorato  sopra 
dazi,  sec.  XVI-XVJII  p.  v.  e;  Inquisitorato  alle  Arti,  sec. 
XVni;  in  complesso,  675,  non  ord. 

o 


^  114  - 

Stanza 


Parte .  dell' arch.  del  patr.  di  Venezia,  seo.  XI-XVlll.  b.  51. 

Non  ord. 
Aggiùnto  sopra  monasteri"  sec.  XVII-XVllL  r.  e  £  226.  Ord. 
(Indice  degli  istrumènti  di  vendita  dei  beni  dei  conventi  soppressi 
nel  1770).      '  . 

201. 6Vwo/«. piccole  e  suflfragt  sec.  XIII-XIX,  b.  675.  Ord.  Ind.  mod. 
'  S.  Agnese,  priorato  in  s.  Barnaba. 
Agonizzanti  in  s.  Raffaele  Arcangelo. 
„  in  s.  Martino. 

jf  .        in  s.  Stin, 
S.  Alessandro  e  s.  Yìdcenzo  in  s.  Silvestro. 
S.  Alban,  Domenico  ed  Orso  in  s.  Martino  di  Burano. 
Ss.  Ambrogio,  Carlo  Borromeo  e  s.  Giov.  Battista  (scuola  dei  Mi- 
lanesi in  s.  M.  Gloriosa  dei  Frari). 
S.  Andrea  in  s.  Andrea. 

.  „  .'     e  s.  Giuseppe  in  s.  Martino  di  Burano. 
S.  Angelo  custode  in  ss.  Apostoli. 
S.  Anna  di  Castello. 

„  .  in  s.  Gioy.  Grisostomo. 
.  „      in  s.  Stefano. 
Anime  del  Purgatorio  in  Burano. 
„  „  Caorle. 

„  „  Chioggia,  (s.  Giacomo). 

jf  ^  s.  Giov.  Battista  di  Jesolo. 

S.  Antonio  di  Padova  in  s.  Cassiano. 

„  „  Cava  di  Chioggia. 

„  „  s.  Giov.  Grisostomo. 

n  ^  Grisolera. 

„  „  s.  Leonardo. 

„  „  in  s.  Luca. 

y,  r>  &1I&  Madonna  deir  Orto. 

„  „  in  s.  Nicolò. 

„  „  s.  Eufemia  della  Giudecca. 

ji  ^  s.  Maria  Gloriosa  dei  Frari. 

„  .      „  s.  Michele  del  Quarto. 

„  „  Torre  di  Mosto. 

„        abbate  in  s.  Paolo. 
„  „         Torre  di  Mosto. 

S.  Apollonia  in  s.  Barnaba. 
Ss.  Apostoli  in  ss.  Apostoli. 


-  115  - 

Starna 


B.  y.  Addolorata  in  s.  Alvise. 

j,  yi  e  8.  Liberale  in  s.  Paterniano. 

yt  j,  8.  Ubaldo. 

B.  y.  degli  Angeli  in  s.  Tornita. 
9     àeìT  Anconeta  alV  Anconeta. 
ji     Annunciata  (dei  zoppi)  in  s.  Angelo. 
ft  „       in  8.  Apollinare. 

,)  „  in  s.  Bartolomeo  (scuola  della  nazione  ale- 

manna). 
„  jt  8.  Cassiano. 

B.  y.  della  Pietà  in  8.  Canciano. 

jt     dell'Annunciazione  in  s.  Gioy.  Battista  in  Bragora. 

^  ^  s.  Giacomo  dall'Orio. 

,9  „  santa  Margherita. 

n  jt  s.  Maria  Mater  Domini. 

r,  ji  dei  Servi. 

ji  T)  Zobenigo. 

B.  y.  Assunta  in  s.  Maria  Zobenigo. 

„  ^         8.  Canciano. 

j,  M  Caorle. 

r,  .  jf         alla  Celestia. 

„  ^         8.  Fosca. 

ff  n         8.  Maria  in  brolioj  ali*  Ascensione. 

1»  I»  D      maggiore. 

„  ft         Murano. 

n  ,         8.  Paolo. 

TI  y,         B.  Salvatore. 

r,  Ti         e  8*.  Matteo  in  s.  Samuele. 

„  ^         di  Sedrina^  in  s.  Giacomo  di  Rialto. 

ji  ^8.  Stin. 

M  M         8.  Eustachio. 

9,8.  Sofia. 
B.  y.  del  Carmine  in  s.  Angelo  di  Concordia  alla  Giudecca. 

9  jt  a  8.  Apollinare. 

n  ji  e  del  Rosario  in  Caorle. 

ji  9  8.  Francesco  di  Chioggia. 

jf  y,  alla  Cava  in  Getulo. 

B.  y.  della  Concezione  in  s.  Martino  di  Burano. 

„  ,8.  Francesco  della  yigna. 

«  «  8.  M.  Gloriosa  dei  Frari. 


-  116  - 

Stanza 


B.  y.  della  Concezione  in  s.  Geremia. 

^  ^             ai  Gesuiti. 

„  jf            a  8.  Giacomo  dalFOrio. 
B.  y.  della  Cintura  detta  di  Costantinopoli^  in  s.  Giuseppe  di 
Castello. 

Id.  in  s.  Stefano. 
B.  y.  della  Consolazione  in  s.  Felice. 

^  del  Gonfalone  in  s.  Bernardo  di  Murano. 

jf  delle  Grazie,  nelP  isola  delle  Grazie. 

^  ^          in  s.  Marina. 

„  M          in  s.  Marcuola. 
Compagnia  dei  150  in  s.  Marcuola. 
B.  y.  delle  Grazie  in  s.  Marziale. 

„  dei  Mascoli  in  s.  Marco. 

^  della  Natività  in  s.  Angelo  Raffaele. 

^  ji              ss.  Apostoli. 

^  ^              8.  Benedetto. 

^  ^              s.  Barnaba. 

^  ^              8.  GioY.  Decollato. 

^  V              s.  Maurizio. 

M  „           detta  dei  ciechi^  in  s.  Moisè. 

„  ^           in  8.  Procolo  (fraterna  dei  sacerdoti). 

^  ^               8.  Trovaso. 

^  della  Navicella  in  Chioggia  (Sottomarina). 

^  della  Neve  in  s.  Girolamo. 

,)  n            8.  Luca. 

^  della  Pace  in  s.  Croce. 

^  ^           8.  Giov.  e  Paolo. 

^  del  Parto  ai  Gesuati. 

ji  „        a  8.  Gregorio. 

^  ^        allo  Spirito  Santo. 

^  del  Pianto  in  s.  Bartolomeo. 

^  della  Pietà  in  s.  Silvestro. 

^  „          8.  Giobbe. 

„  del  Popolo  in  s.  Geremia. 

^  della  Purificazione  in  s.  Giovanni  nuovo. 

n  /;                 s.  Maria  Formosa. 

„  del  Rosario  in  s.  Angelo  Raffaele. 

T,  ^8.  Antonino. 

»  n           Burano. 


--  117  - 

Stanza  .^fl^S^OXXdLlTl.^ 

B.  V.  del  Rosario  in  s.  Caterina. 

,  „  Chioggia. 

ji  ^  s.  Domenico  di  Castello. 

y,  ^  ss.  Eufemia  della  GKudecca. 

„  ^  ss.  Filippo  e  Giacomo. 

^  „  s.  Gallo. 

^  ^  e  s.  Luigi,  in  s.  Giov.  Grisostomo. 

^  ^  alla  Grisolera. 

jt  ji  s.  Margarita. 

/       ^  ^  s.  Magno  delle  tre  Palelle. 

y,  y,  e  s.  Caterina,  in  s.  M.  Zobenigo. 

jf  „  s.  Martino. 

yf  y,  s,  Matteo  di  Rialto. 

^  ^  Mazzorbo. 

yt  „  s.  Michiele  del  Quarto. 

„  „  s.  Nicolò. 

„  „  s.  Paterniano. 

t,  ^  s.  Pietro  Martire  di  Murano. 

„  y^  s.  Samuele. 

„  „  s.  Simeone  profeta. 

„  „  allo  Spirito  Santo. 

„  „  Torcello. 

^  17  a  Torre  di  Mosto. 

yf    della  Salute  in  s.  Michele  Arcangelo  di  Mazzorbo. 

„    del  Soldo  in  s.  Biagio. 

„    del  Terremoto  in  s.  Bartolomeo. 

yt    deir  Umiltà  in  s.  Leone. 

„    della  Visitazione  in  s.  Severo. 

y,  yf  detta  dei  Voltolini  in  s.  Giuliano. 

„    del  Buon  consiglio  in  s.  Basso. 
Santa  Barbara  in  s.  M.  Formosa  (scuola  dei  bombardieri). 
Buona  morte  in  s.  Geminian. 

it  r>        s*  Miohiel  del  Quarto. 

„  ^         s.  Sebastiano. 

yt  »        B.  Silvestro. 

Ss.  Carlo  e  Valentino  alla  Cava  di  Chioggia. 
S.  Caterina  in  s.  Geminiano. 
„  s.  Eustachio. 

S.  Cecilia  in  s.  Cassiano. 
„  s.  Martino. 


-  118  — 

Stanza 


Ss.  Cosma  e  Damiano  in  s.  Giov.  Novo. 

Consorelle  del  ss.  Rosario  in  s.  Giov.  Decollato. 

Convincinato  in  s.  Marcìlian. 

Gonfalone  in  ss.  Erinagora  e  Fortunato. 

S.  Corona  di  Spine  in  s.  AJvise. 

S.  Croce  in  s.  Apollinare. 

Gonfalone  o  santissima  Croce  (confraternita)  in 

^  s.  Croce  di  Chioggia. 

S.  Croce  in  s.  Croce  di  Venezia. 

jt         s.  GioY.  in  Gctulo  (Cava  Zuccherina), 
n         8.  Moisè. 
^         s.  Pietro  di  Castello. 
jf         s.  Samuele. 
Santissima  Croce  in  s.  Salvatore  (v.  Morti  suffragio  della  santis- 
sima Croce  in  s.  Salvatore). 
Ss.  Crocefisso  all'Angelo  Raffaele. 

^  in  s.  Andrea. 

^  s.  Giacomo  della  Giudecca. 

^  s.  Gregorio. 

^  ss.  Ermagora  e  Fortunato. 

y,  8.  M.  Maggiore. 

^  (confraternita)  in  Poveglìa. 

S.  Cuore  di  Gesù  in  s.  Fantino. 
S.  Maria  e  s.  Cristoforo  dei  Mercanti. 
S.  Diego  in  s.  Giobbe. 
S.  Domenico  di  Suriano  in  s.  Domenico  di  Castello. 

J9  in  Ss.  Giov.  e  Paolo. 

S.  Dòrotea  in  s.  Simeon  piccolo. 
S.  Elisabetta  in  s.  Toma. 
S.  Eustachio  e  s.  Lorenzo  Giustiniani  in  s.  Stc^. 
S.  Febronia  in  s.  Domenico  di  Castello. 
S.  Filippo  Neri,  sovvegno  dei  sacerdoti  secolari  in  s.  Canciano. 
S.  Filippo  Neri  in  s.  Martino. 

y,  ai  Mendicanti. 

S.  Fosca  in  Torcello. 

S.  Francesco  in  s.  Francesco  della  Vigna. 
„  8.  M.  Gloriosa  dei  Erari. 

n  di  Paola  in  s.  Sofia. 

S.  Francesca  romana  ai  Tolcntini. 
8.  Gaetano  in  s.  Fantino. 


-119 


Suiiiia 


„  8.  Vito. 

S.  Gerolamo  in  s.  Oirolamo. .  . 

■       • 

S.  Giacomo  in  8.  Giacomo  dall'Orio.  . 
^        di  Gallizià  alla  Giudecca. 
S.  Giobbe  in  s.  Giobbe. 

S.  Giov.  Battista  del  Tempio,  detto  dei  Fùrìani. 
jf  alle  Gambarare.      * 

^  in  ss.  Ermagora  e.Fortunato. 

,1  dei  batfudi  in  Murano. 

S.  Giuliano  e  Carlo  in  8.  Giuliano. 
S.  Giuseppe  in  s.  Fosca. 

y,  8.  Giuseppe  di  Castello. 

^  8.  Silvestro. 

y,  8.  Sofia. 

y,  8.  Stin. 

S.  Gottardo  in  8.  Apollinare. 
S.  Gregorio  in  s.  Gregorio. 
S.  Liberalo  ai  Carmini. 
„  in  Torcello. 

S.  Lorenzo  Giustiniani  in  ss.  M.  e  Donato  di  Murano. 
S.  Lucia  in  s.  Giacomo. 
S.  Luigi  in  8.  Croce  della  Giudecca. 

„         8.  Gallo. 
S.  Maria  e  s.  Cristoforo  dei  Mercanti,  alla  Madonna  dell'Orto. 
S.  Maria  Nova  in  s.  Salvatore. 
S.  Margarita  in  s.  Pietro  di  Mazzorbo. 
S.  Marina  in  s.  Marina. 
S.  Martino  in  Burano. 
S.  Mattia  Apostolo  in  s.  Bartolomeo. 
S.  Michele  Arcangelo  alla  Madonna  dell'Orto. 
Morti,  sufeagio  in  s.  Agnese. 

8.  Alvise. 

all' Angelo  Ra&ele. 
8.  Basilio. 
8.  Basso. 

8.  Martino  di  Burano. 
8.  Canciano.  . 
8.  Eufemia  della  Giudecca. 
Ss.  Filippo  e  Giacomo. 
3.  Geremia. 


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-  120  - 

Stanza 


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Morti,  suffragio  in  s.  Qiacomo. 

8.  Giovanni  in  Bragora. 
8.  Giovanni  Novo. 
8.  Gregorio. 

8.  Maria  Mater  Domini, 
8.  Martino  di  Burano. 
8.  Matteo  di  Rialto, 
s.  Pasquale. 
88.  Salvatore. 

della  88.  Croce  in  ss.  Salvatore. 
8.  Tornita. 
Ss.  Vito  e  Modesto. 
S.  Nicola  da  Tolentino  in  Chioggia. 
„  jy  s.  Stefano. 

S.  Nicolò  ed  Antonio  in  s.  Martino  di  Burano. 
,,         dei  marineri  in  s.  Antonio  di  Castello. 
„  „  „         Chioggia. 

Ss.  Nicolò  e  Leonardo  in  s.  Salvatore. 

„         in  8.  Stefano. 
Ss.  Nome  di  Dio  in  s.  Domenico  di  Castello. 
„  „       88.  Giovanni  e  Paolo. 

,y     di  Gesù  in  s.  Francesco  della  Vigna. 
„  „        s.  Maria  Gloriosa  dei  Frari. 

,,     di  Maria  in  s.  Antonio  di  Castello. 
S.  Orsola  in  ss.  Giov.  e  Pàolo. 
S.  Osvaldo  in  s.  Silvestro. 

„         8.  Sofia, 
S.  Pasquale  Baylon  in  s.  Francesco  della  Vigna. 
Ss.  Passione,  scuola  grande  ai  Frari. 
S.  PierettOy  scuola  in  Chioggia. 
S.  Pietro,  scuola  in  ss.  Ermagora  e  Fortunato. 
„  „  8.  Simeon  profeta. 

„       e  Paolo  in  s.  Marziale. 
„       della  volta  a  Chioggia. 
S.  Pio  ed  Ermagora  e  Fortunato,  scuola  in  s.  Giovanni  del 
Tempio. 
„     in  s.  Antonin. 
S.  Rocco,  scuola  in  ss.  Apostoli. 
??  ??         Chioggia. 

„  „         8.  Giuliano. 


-  121 

Slama 


8.  Rocco  scuola  alla  Ghrisolera. 

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W 

s.  Martino  di  Bnrano. 

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e  Margarita,  scuola  in  ss.  Rocco  e  Margarita. 

Ss.  f 

Sacramento,  scuola  in  Caorle. 

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„           Cavazuccherina. 

»i 

„          s.  Giovanni  Elemosinario. 

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„          alla  Granza  delle  tre  Palade. 

99 

,,          alla  Grisolera. 

99 

1 

,,          s.  Nicolò. 

99 

„                 ,,       di  Murano, 

99 

„          6.  Pietro  in  volta. 

•9 

„          ss.  Salvatore  di  Murano. 

»99 

„          s.  Samuele. 

Sacerdoti  fraterna 

in  s.  Angelo. 

»» 

99 

99 

s.  Benedetto. 

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Canciano. 

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Giov.  in  bragora. 

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s.  Marina. 

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9» 

ss.  Ermagora  Fortunato. 

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s.  Maria  Formosa. 

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„  Maddalena. 

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s.  Marcilian. 

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s.  Maria  Mater  Domini 

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s.  Moisò. 

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s.  Pantaleone. 

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8.  Procolo. 

V 

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Spirito  Santo. 

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8.  Stefano  in  s.  Giacomo  dalFOrio. 

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Spirito  Santo  in  s.  Gregorio. 

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W 

„         „     alle  Zattere. 

n  „      „    s.  Stefano  in  s.  Stefano. 

Le  Stimmate  di  s.  Francesco/Chioggia. 
„  jy  „  s.  M.  Formosa. 

,,  ,,  ,,  s.  Fran.  della  Vigna. 

Ss.  Trinità  in  Ghioggia. 

„  e  riscatto  degli  schiavi  in  s.  M.  Formosa. 

yj  yy  ,,    S.    M.     dclU    SdlUte. 

Transito  di  s.  Giuseppe  in  s.  Basilio. 
S.  Tranquillino  in  s.  Canciano. 
S.  Valentino  in  s.  Simeone  profeta. 


--   122  - 

Stanza 


S.  Vettore  in  s.  M.  Nova. 

S.  Veneranda  al  Corpus  domini. 

S.  Vincenzo  Ferrerio  in  s.  Agostino. 

,,         „  „         „  ss.  Gio.  e  Paolo. 

„         „  „         ^y  s.  Silvestro. 

„         „  ,,         ,,  s.  M.  Zobenìgo. 

,,         ,,  „         „  8.  Pietro  mart.  di  Murano. 

„  „  „         „    Torre  di  Mosto. 

202.  Provveditori  sopra  monasteri^  sec.  XVI -XVIII,  f.  e  reg.  311  ;  p. 

V.  e.  1823  e  1824;  Aggiunto  sojira  monasteri^  sec.  XVIU, 
reg.  e  f.  29  (v.  si  203).  Ord. 

203.  Provveditori  alle  beccarie^  sec.  XV -XVIII,  71  Ord.  p.  v.  e. 
Officiali  alformento  in  ò.  Marco  e  a  Rialto,  5.  Ord. 
Provveditori  e  sopraprovveditori  alle  biave^  sec.  XV-XVIII,  reg. 

e  f.  114.  Ord. 
Provveditori  sopra  olii^  sec.  XVI-XVIII,  reg.  e  fasci  100.  Non  ord. 
Inguisitorato  alle  scuole  Grandi^  (v.  st.  204)  Ord. 
Provveditori  ed  Agg.  sopra  monasteri^  sec.  XVI  -  XVIII  (V.  st 

202).  Ord. 

204.  Provveditori  sopra  olii^  206  (v.  st.  203).  Non  ord. 

Collegio  della  Giustizia  Nova^  sec.  XIII-XVIII,  reg.  e  fasci  54. 
Non  ord.  p.  v.  e. 

Provveditori  e  sopraprovveditori  alla  Giustizia  vecchia^  sec.  XVI- 
XVIII,  fasci  e  reg.  487.  Non  ord.  p.  v.  e.  1797. 

Inquisitorato  alle  Scuole  Grandi j  sec.  XVI- XIX  84.  Ord.  p.  v.  e 
1798  e  1823. 

205.  Auditor  vecchio^  sec.  XVI  al  1797  f.  e  r.  900.  Non  ord. 
Auditor  novo  e  novissimo  sec.  XIV,  al  1797  f.  e.  r.  937.  Non  ord. 
Provveditori  sopra  ospitali  e  luoghi  piij  1620-1798,  369.  Non  ord. 

p.  V.  e.  1832. 
Scansadori  e  regolatori  alle  spese  superflue^  1652-1796   m.  v., 

262.  Non  ord.,  p.  v.  e. 
Atti  del  podestà  di  Malamoccoy  sec.  XVI-XVQI  pacchi  200.  Mise. 
„        di  Ckioggia^  sec.  XV-XVIII,  pacchi  200.  Misceli. 
„        del  Podestà  di  Murano  r.  e.  pacchi  170.  Non  ord. 
„        di  Asolo^  1732- 1805,  fasci  circa  227.  Misceli. 
„        di  Caorle,  sec.  XV-XVIII,  fasci  54  da  farne  200.  Misceli. 
Provveditori  generali  da   mar^  (processi  trattati  da  essi),  sec. 

XVI-  XVin,  fasci  80.  Non  ord. 
Avogaria  di Comun^  sec.  XIII-XVIII,  fasci  circa  1000.  Misceli. 


Podestarie  di  Torcello,  p.  v.  e.  (1818),  Borano,  eec.  XHI-XVIII, 
faBci  circa  720.  Misceli. 

Officiali  al  quintello  (1569-1806)  e  a//o  messetaria  (1636-1806), 
Bec.  XVI-XIX,  fasci  circa  743.  Non  ord.  p.  v.  0.  1839. 

Sindico,  1569-1794,  fasci  circa  600.  Non  on!. 

Pi&vego,  B6C.  XV  -XVm,  reg.  225,  faeci  circa  400.  Non  ord. 

Signori  di  Notte  al  Civil,  1503-1797,  fra  libretti  e  fasci  circa 
1600.  Non  ord. 
„  al  Criminal,  1289-1712,  reg.  17;  fasci  circa  400.  Non  ord. 

ProwcdUori  di  Comun,  sec.  XVI-XVllI,  r.  e  fasci  268.  Non  ord. 
P-  y-  e. 

Atti  dei  Consolali:  Acri,  Àleppo,  AleseandrettR,  Alessandria, 
Amsterdam,  Ancona,  Bari,  Barletta,  Cadice,  Cagliari,  Cairo, 
Cesena,  Cipro,  Civitavecchia,  Costantinopoli,  Durazzo,  Ge- 
nova, Lepanto,  Livorno,  Manfredonia,  Marsiglia,  Messina, 
Modonp,  Monopoli,  Napoli,  Palermo,  l'atraHSo,  Kimini,  Trani, 
Trapani,  Sinigaglia,  Smirne,  Trieste,  sec.  XVELI,  fasci  250. 
Non  ord.  p.  v.  e. 

HaUProvveditori  e  Co//c3Ìo  ai)  HU  al  1624  sec.  XIU  al  XVIIL 
Buste  e  registri  546. 
206 

207  i 

208  f 

209  '   Serie  di  carte   costituenti   l'archivio    della  Cancelleria  Se- 

210  I         ereta,  intiera»! eute  ordinate  ': 

212  ) 

213  ■ 

M6  Esposizioni  di  vari  ministri  di  Principi  nel  loro  primo  ingresso 
in  Collegio  e  nsposte  diverse  dell'  Eccellentissimo  Senato,  ec- 
colo xvii-xvm,  b.  1. 

Collegio  III.  Secreta  >: 

'  Questo  invenUirio  fu  eseguilo  Del  QOvcuibre  del  1868  dai  distinti  offlciiiii 
I  ™  E,  Archivio  Oeneralc  di  Venezia,  sigugH  Luìg'i  Pasiui  e  Giuseppe  Gionio, 

<  1  volami    Hegueotì    ruroco    trasportati   rieilB  stanza  244.  —  Leg^s  U. 

I  C.  1232-n91,  voi,  XLI.  -  Indice  o  Repertorio  generale  delle  Leeffi    A  -Z. 

|lS3a-I797.  voi.  5.  -  ludica  generale  della    Secreta    (Roma,    Corti,    Traltati, 

|"fUtar,  Turchi,  Persia,   Ragusa,    Uscoectii,    Acummecti,    Ebrei,  Coinniereio, 

xjnomia,  MagistraU  1600-1743)  Rut)r.  2,  t.  11.  Libro  d'oro  novo  1599-1657, 

'^•'1.  1.  -  Dotto  reechio,  con  capital,  del  M-  C.  1275-1628,  Voi,  I.  -  Rubriche 

■^^l    Libro  d'oro  voi.  4.  —  Libro  d'  oro   1232-1570,   voi.    U.  Copio  dei  Libri 

''oro  1875-1737.  IUiiho  o  Verdi;  sec.  XVl-XVU,  b.  3. 


-  124  - 
Stanza  ..^^X*0]3.lTr±0  Reg.       FUie 


EspoBÌzioni  Principi 1541-1797    —    179 

„  1620-1744   —        I 

Note  diverse  circa  Principi    .    .    sec.  XVI-XVn   —        1 
Esposizioni  diverse    .......  1660-1570   —        1 

Esposizioni  in  Collegio  degli  Ambaseia" 

tori  di  Savoja 1614-1621    —        1 

Negotii  particolari  con  Principi: 

Duca  di  Urbino,  1598;  —  Gran  Duca 

di   Toscana,    1587-88;  —  Spagna, 

1609;Prancia,  1562-1608;  Germania         —         —        1 

Esposizioni  Principi  delF  ambasciatore 

dell'imperatore  Cesareo,  franchigia 

case  degli  ambasciatori —         —        1 

Esposizioni  Principi 1541-1794  m.>.  130    — 

1*^       „         JBoma  (rubricar!) .    .    •    .1622-1628     6    — 
(  „  ....  1567-1797   —      63 

„  .    .     1567-1795m.v.  56    — 

Capitolare  dei  Savii  del  Collegio  .    .      168^  1    — 

„  di  hggi  diverse    .    .    .  sec.  XV-XVI      1    — 

Collegio  lettere 1308-1310       1    — 

„  1436-37, 1484-89, 1513- 

1666 —         —      53 

e  framm.  di  copia  d' un  reg.  del  1363. 

*  Ldber  secretorum  Collegii  ....  1382-1385      1    —    ' 

*  Scritture  secreto  del  Collegio     .    .  1354-1363     1    — 
Maggior  Consiglio  deliberazioni  (ori- 
ginali)    1232-1384    11    — 

Mandati  di  Collegio  ''  per  retention  e 

liberation  de  religiosi  claustrali  e 

preti  secolari  „ 1619-1654    —      2 

Id.  in  materia  pecuniaria 1507-1508     1    — 

*  Relazione  dell' ambasciatore  Cesareo, 

marchese  di  Pnè 1749-1753   —      1 

*  Risposte  del  Senato  air  ambasciatore 

Cesareo.    . 1747-1784    -      6 

*  Ufficii  fatti  presentare  al   Collegio 
dall'ambasciatore  Cesareo      .    .    .  1754-1784   —      5 

*  Le  filze  0  i  regristri  segnati   coli'  *   furono  restituiti  o  consegnati  da 
Governo  Austriaco  nel  1868. 


-- 1^  - 

Stanza  .iAha?OllJLirl.O  Reg.       Filie 


*  Rescritti  delle  Maestà  Imperiali  e 

lettere  di  vari  Ministri 1749-1765    15    - 

*  Dispacci  dell^  ambasciatore  Durazzo.         1775      —      1 

*  „        di  S.  Ecc.  Brenner  .    .    .  1788-1791    —      2 

*  Indice  dell'Archivio  dell'ambascia- 
tore Durazzò  e  rubrica —         —      2 

*  Promemorie  e  Yiglietti  ai  Ministri 

Imp.  Regii 1703-1796    -      5 

*  Raccolta  dì  yarì  documenti  relativi 

al  Cerimoniale —         —      1 

*  Memoriali  non  letti  dai  ministri  fo- 
restieri  1739-1797    ~~      3 

Grazie  e  privilegi  diversi 1299-1539   29    — 

'^  Oratiarum^concessiones  a  tribus  pri- 
mariis  Rcip.  Consiliis  coUatae  „  .    .  1501  - 1575     1    — 

Concessiones 1559-1572      1    — 

''  Repertorio  dei  privilegi,  terminatione 
et  ordinatione  dell'illustrissimi  Si- 
gnori Rettori  „ 1444-1612      1    — 

Ceremonìali,  sec.  XVII —  1    — 

Geremoniali,  sec.  XVII —  3    — 

Geremoniali  ^  del  cavalier  del  Doge, 
Giuseppe  Ferrari  . 1797        2    — 

Geremoniali» 1464-1797     6    — 

Formulario  dei  titoli  ohe  dai  principi 
sogliono  praticarsi  verso  la  Serenis- 
sima Repubblica  di  Venezia  ...  1738      —    —  1.  1. 

Simile  della  Repubblica  ai  principi      .  1555-1637     1    — 
jt   per  le  lettere  ai  principi  e  cardinali  1562  - 1575   —      1 

Titolarlo —         -      3 

"  Scritture  et  inserte  circa  ceremoniali 
e  deputati  nelle  venute  di  principi,  del 
n.  uomo  Andrea  Mommo,  fu  Savio  di 
terraferma  ai  ceremoniali   ....         1769      —    —  1.  1 . 

* 

'  «  CeremoDiall  che  si  usano  dalf  Governo  veneto  in  tutte  le  Ainzioni  et 
^  tutti  li  consessi  tanto  ordinarii  che  straordinari i,  così  pure  quelli  che  riguar- 
*^o  li  principi  e  ministri  forestieri.  » 

^  Nel  primo  la  miniatura  della  dogaressa  in  veste  di  gioia  e  di  lutto,  e  di 
lei  e  del  do^  morti. 


i 


SUBta  .^^lC»Oll.4^in.O  Reg.       Filie 


Ceremoniali  (funeral  Beaufort,  1669, 
2  ottobre,  deliberazioni  in  passaggio 
del  re  di  Francia,  1574,  27  luglio; 
alloggio  del  signor  Principe  di  Polo- 
nia, 1624  e  1625;  alloggio  del  Gran 
Duca,  1628) -         —      1 

Ceremoniali  (venute  dei  principi  a  Ve- 
nezia, note  del  Savio  ai  ceremo- 
niaU) 1577-1764(1766)    —      9 

Ceremoniale  per  Tambasciator  di  Fran- 
cia in  Venezia  1608-10;  documenti 
circa  spedir  ambasc.  estraord.  al  Re 
di  Francia 1643-1774     1    — 

Discorso  delle  ragioni  della  Sereniss. 
Repubblica  sopra  gli  elettori  dell' Im- 
perio, su  materia  di  precedenza,  di 
Scipion  Ferramosca,  1640;  delle  pre- 
cedenze in  universale  e  del  luogo  e 
modo  dMncontrare  tutti  i  principi; 
ceremoniali  nella  festa  delF  Ascen- 
sione; ceremoniale  d'ambasciatori 
veneti  in  corti  estere,  precedenze  dei 
Principi  e  differenze  di  Savoia  con  Ve- 
nezia 1730;  ceremoniali  della  Corte 
di  Londra 

Ceremoniali  dell'  ambasciatore  di  Spa- 
gna in  Venezia  1608  - 1609,  note;  id. 
della  corte  di  Francia  1660  e  1739. 
id. ,  della  corte  di  Spagna,    1688- 

1741.  id.  della  corte  di  Germania, 

1658-1744 —         —        1 

Capitolari  dei  consiglieri  di  Venezia 

(  . . . .    1292  al  1396   e   promissione 

ducale  1382) —  1      — 

Accurata  Sereniss.  Reipub.  titulorum. 

ergaprincipes  rubrica,  hodiernis  tem- 
poribus accomodata,  1742.      ...  —  1      — 

Liber  ceremoniarum 1600-1611      1      — 

Registro  di  cerimoniali,  di  avvenimenti 

più  riguardevoli  di  Venezia    .    .    .  1593-1758      1       - 


Slama  .AJTOllJLirl.^  Heg.       Pilie 

207.  Relazioni  di  ambasciatori  ^    .    .    .    .  1551-1577  4      — 

„  „  Africa 1621  —        1 

^  „  Costantinopoli  .    .  1553-1793*  —        5 

^  ^  Francia  ....  1535-1791  —        5 

^  ^  Germania.    .    .    .  1504-1793  —        5 

y,  jf  Baviera^  Germania  1533-1736  —        1 

^  n  Inghilterra  .    .    .  1531-1763  —        1 

n  ^  iteZia 1527-1761  —      10 

»  ,  Lorena^  Moscovia.  1572-1620 

^  „  Paesi  Bassi.    .    .1610-1620  -i 

^  „  Persia 1572 

^  ^  Polonia,  Portogallo  1574-1581  —        1 

V  fi  Spagna     ....  1559-1754  —        4 

^  n  Svizzera.    .    .    .1497-1625  —        1 

Relazioni  miste  (rettori  ed  oratori)  .    .  1524-1563  2      — 

^      9.  parte  terrae 1558-1586  2      — 

»  par<«  mam 1550-1585  4      — 

Relazioni  Rettori  il^o/a 1587 

fl  ^  Bassana  ....        1736  •-i 

„  ;»  Cm(2a;  di  Belluno  1536  - 1792 

«  fl  Bergamo.    .    .    .  1525-1793  ~        2 

n  „  Brescia    ....  1525-1792  —        2 

„  ^  iSo/ò  e  Biv.  Bresc.  1533-1778  —        1 

y,  j,  Chioggia  ....  1559-1797  —        1 

n  li  Conegliano   .    .    .  1606-1703  ^ 

n  „  Crma 1525-1795 

n  ^  Feltre 1526-1791  —        1 

^  „  Legnago  ....  1537-1738  ^ 

«  ^  Orzi  nuovi   .    .    .  1556-1734 

„  ,  Padova    ....  1533-1793  —        2 

^  ,  Po/wa 1596-1789  —       2 

ff  „  Peschiera.    .    .    .  1554-1734  ^ 

„  jBot^Vo 1525-1619 

„  ^  /ìori^ro 1621-1796  -        1 

^  „  Treviso    ....  1525-1896  —        1 

„  „  Udine 158.-1797  o, 

„  „  Cividal  del  Friuli  .  1587  - 1621 

„  „  Verona 1525-1796  —        2 

„  „  Vicenza    ....  1524-1791  -        2 

1  Di  tutte  le  relazioni  fa  compilato  V  inventario. 


-  198  - 

Stania  .il^a^OllJLirl.^  R«g.      Pilla 


Belaz.  Proyyed.  Terraferma  e  armata.  1670-1754    —       "2 

,,    Consolato  Aleppo 1614-1628  ^ 

Belaz.  Consolato  iSoria .    .    •    *    .    .1574-1611 

ProYved.  generali  in  Terraferma    .    .1528-1744    —        2 

Belaz.  Sindici  Inquisitori  in  T.  P.    .    .         —  —        1 

„    Savii  agli  ordini,  Arsenal    .    .1602-1713    —       2 

,,    deiBettori:CandtaMiUtar.    .1595-1651    —        1 

„  „       Canea 1544-1644  ^ 

„  „       CeHgo 1553-1729 

„  „       Capodistria  .    .    .  1560-1796    —    ^ 

„  „       Fola 1638-1650 

„  „       Cattaro    ....  1553-1771    — 

),  ,,       Castelnuovo.    .    •        1729  ^ 

„  „       Glissa 1650 

Belazioni  Provv.      Istria 1588-1634    —        1 

,,  sopra  sali  in  Istria 1627  - 1629    —        1 

„  „  Dahnazia.    .    .    .  1588-1651    —        1 

„        Bettori    Marano   ....  1561  - 1733  ^ 

„  „       Baspo  .....  1635-1784 

„  „       Prepesa    ....        1727        — 

„  „       Settimo    ....  1573-1628 

„  „       Sodi 1515 

,,  ,,       Spinalunga  .    .    .        1598  ^ 

„  „       Suda 1577-1598 

„  „       Tine 1584-1640 

„  „       Santa  Maura    •    .  1545  .  .  . 

„  „       Scizia 1612  .  .  . 

„  „       Sebenico  ....  1583-1639    — 

„  „       Spalato    ....  1557-1648  ^ 

„  „       Traù 1569-1650 

„  „       Veglia 1559-1587    —      ^ 

„  „       Zara 1543-1642 

„  „       Zante 1552-1771    —        1 

„    Prow.  Bettori  gener.  ed  inqui- 
sitori in  Candia.  1541  - 1661  ^ 
„    Viceprovveditori  in  ilsso     .    .1597-1609 
„    Provv.  e  baili,  in  Coi/m  .    .    .1535-1753    —      c^i 
„        „      gener.  in  Corone .    .    .  sec.  XVI 
„        „      gener.  in  Dalmazia  .    .  1559  - 1795    —        5  * 

^  tJna  di  queste  restituita  dal  Governo  Austriaco. 


—  129  — 
Stanzn  .J^lPGlaSr%r±^  Rcg.       Filze 


Relazioni  Capitano  alle  guardie  contro 
Uscoccbi,  e  Capitano  delle 
isole    del   Quarner    contro 

Uscocchi 1588-1620    —        1 

„  Provv.  della  Cavalleria  in  Dal- 
mazia.  .    1567-1639 

„    Capitano  in  golfo 1583  ^ 

„    Provv.  alla  Sanità  e  peste    .    .1608-1763 

„    Inqui.  delle  guardie  in  L^fan^e  1615^1652    —        1 

„    Capit.  Provv.  gener.  da  Mar  in 

Levante 1552-1794    —        2 

„    Provv.  gener.  ed  altri  in  Morea  1690-1711    —        1 
„  „    in  Cefalonia  .    .    .1560-1766    —        1 

„        „      beni  Comunali  ecc..    .  1586-1641    —        1 
„        ,,      alle  Fortezze  di  Levante 

e  di  Cipro.    .    1534- 1562 m.v.    —        1 
„        „      sopra  beni  comunali     .  1605-1639 
„        „         „      boschi     ....  1586-1638  ^ 

„       „         „     i    fiumi     Adige, 

Chiampò,  Piave  e  Po .    .    .  1602  - 1641 
„    Provv.  sopra  frumenti    ...    . 
„    Revisione   della    Guardia    di 

Candia 1584-1683   —       2 

„  Sommario  dei  sindici  Emo  e 
Basadonna  delle  cose  di  Le- 
vante         1566        —        1 

„  Sindici  Inquisit.  in  Dalmazia  155  3  —  1 
Deliberazioni  del  Senato  secreto  .  .  1510-1630  —  143 
Rubricano  dei  decreti  del  Senato  e 

Consiglio  dei  X sec.  XVI      —        1 

Rubriche  del  Senato 1774-1797    —       6 

„        deliber.  spedite  mss.  .    .    .  1784-1795    —        1 

Da  mo'  con  ricevuta 1795-1797    —        1 

Rubriche  dell' Eccoli.  Senato.    .    .    .  1774-1795    —        4 

Cons.  X  scritture 1599-1788    —        1 

Lettere  Magistrati  per  conferenze  .    .  sec.  XVHI   —        1 
Leggi  del  Maggior  Consiglio     .    .    .        1637        --        1 

Senato  Jlfi5<«,  indici 1293-1440     4      — 

voi.  L  < 1300-1302      1      — 


1»  15 

Maocano  lo  prime  100  ;mginc. 


9 


-  130  - 
Starna 


Senato  misti  dal  voi.  XV  al  LX.  •  .  1332  - 1440  45      — 

Repertorio —  2      — 

Rubricano  dei  Misti. —  1      — 

Rubrica  generale  del  Senato  Secreti.  1401-1630  10      — 
Secreta  Consilii  Rogatorum  (lettere  A, 

B,  R)ecop 1345-1397  5      — 

Senato  Secreti 1401-1630  134    —  p.v.c. 

*  Senato  prò  factis  Istriae  -      1335  4  apr.  10  ag.  2      — 

*  Pro   guerra  Ducum   Aastriae  (Se- 
creti lett  L.  orig.  e  copia)  1376,  15  magg.  a  3  feb.  2      — ' 

Senato  Rettori 1630- 1797  —    424 

„        Militar .  1700-1701  —        1 

„            „       1721-1782  —    106 

„        ^e«ori  (rubriche) 1638-1713  13      — 

„            „           1630-1691  66      — 

208.     „        Militar 1782-1797  —    45 

„            „       in  Terra  Ferma    .    .1700-1797  -—    47 

„            „      1721-1796  30    — 

„            „        in  Terra  Ferma   .    .  1700-1738  13    — 
„       Deliberazioni  spettanti  alPUffi- 

zio  delle  Fortezze  ....  1593-1683  —      3 

„        Poste 1765-1794  3    — 

„           „       1765-1796  —      6 

„       Provv.  alla  Sanità  in  Dalmazia^ 

Istria  e  Terraferma   .    .    .1731-1785  3      1 
„        Provv.  sopra  la  Sanità  in  Dal- 
mazia      1732-1765  —      4 

„        Inquisitori  aWArsenal   .    .    .  1732-1796  4    — 
„        sopra  scritturo  delP  Inquisito- 

raìo  aìY  Arsenal 1732-1796  —     16 

„        circa  spontanee  offerte    .    .    .  1796-1797  —      4 

„        Banco  Giro 1619-1638  3    — 

„                „           (instituzione  ecc.)  1619-1652  —    22 

„        Registro  monete  Banco  Giro  .  1626-1738  1     — 
„        Parti  circa  Y affrancazione  della 

Zecca 1637-1673  —      2 

„        Affrancazioni  della  Zecca  .    .  1660-1675  1     — 

<  Dioci  di  questi  restituiti  dal  Governo  Austriaco. 
-  Uno  di  questi  ò  c<f^)ia  del   1684. 


-  131  — 

Stallia  .^lLJi^Ol:uLirlO  Keg.        Filze 


Baìico  Giroj  registro  tenuto  in  Collegio      1619  1  — 

Contro  jmblici  debitori  d'ogni  sorte    .  1724-1740  1  — 
Inquisitorato  sopra  l'esazione  dei  pu- 

Mici  crediti 1786-1796  —  7 

Senato,  Provv.  Estraord.  in  Albania  .  1768-1769  1  — 
„        Inquisitorato  in  Levante  e  Dal- 
mazia     1746-1751  1  — 

„         Provv.  estr.  in  Albania     .    .  1768-1769  —  1 
Sindici  Inquisitori  in  Levante  e  Dal- 
mazia   1746-1751  —  2 

„         in  Terraferma 1743-1751  —  1 

1744-1774  —  3 

^                    ^            1769-1772  1  — 

„         sopra  Biave 1764  i  1 

Inquisitor  ai  Governatori  àeWEntrade 
publiche  e  deliberazioni  e 
scritture  sopra  scritture  del 
deputato  allo  spoglio  dei  li- 
bri dei  governadori   .    .    .  1724-1740  —  4 

Senato,  Cor«   < '  1630-1797  —484 

„         Costantinopoli  ......  1556-1796  62  — 

„         Costantinopoli .1558-1797  —  94^ 

„         Reggenze  africane     ....  1784-1794  3  14  ^ 
Conti  per  ristauro  del  publico  palazzo 

di  s.  Marco  in  Roma  ....          1688  —  1 

Sensiio^  Deliberazioni  Roma  oràinBna.  1560-1791  —  263 

„         Deliberazioni  Roma      „    .    .  1560-1584  5  — 

„         Rettori 1692-1769  80  — 

209.  jBowa  ordin.  deliberazioni     .    .    .    .1791-1797  —  11 

„        Materie  Ecclesiastiche    .    .    .1784-1797   —  32 

„        Expulsis 1674-1796  m.v.  —  158 

ry        ordin.  deliberazioni     .    .    .    .1584-1796  116  — 

Commissioni  e  Sindicati    .    .    .    1510-1794  m.  v.  —  33 

id.           ^           1329  - 1638  m.  v.  19  — 

Commissioni  secreto  di  Collegio    .    .  1408-1413  1  — 

*  42  restituite  dal  Governo  austriaco. 
2  Delle  quali  tre  nuove. 

^  Tre  reg^istri  ed  otto  filze  nuove.  cf 

*  Quindici  Yol.  restituiti  dai  Governo  Austriaco. 


—  132  - 

Stanza  /\  l^fnTl'lTrl  fT  Reg.        Filze 

Lettere  dei  Rettori  di  Belluno  al  Sen.  1602-1737   —      32 
^  „  ^  Bergamo  »    .  1602-1733    —     106 

ji         ji  ji  Brescia     ^    •  1602-1737    —    135 

^  „  „  Cre)na      ^    .  1602-1737    —       84 

„  „  „  /'Vftr^j       ^    .  1602-1737    —      30 

„  „  „  Padova     «    .  1602-1737   -^    115 

jf        del  Provv/  gencr.  di  Pa//wa.  1593-1757 
ji        Cinque  Provv.  '  nella  Patria  g 

del  Friuli. 1593-1794 

ji        Rettori    Bovigo    e    Polesine 
(Adria,  Badia,  Lendinara, 

Cavarzere) 1602-1737    -       96 

^  Treviso 1602-1737    —     128 

„  Udine 1602-1681    —       68 

„  (Principi)  al  Collegio  da  :  Germania    1563  - 1786   —        2 
„                 ^           Casa  d'^u5<ria.  1536-1797    —        4 
„                 „        Elettori  deir  Im- 
pero   1647-1796   —        2 

„  „        Vescovi  di  Trento.  1623-1796    —        2 

,,  ^        6fran  Maestro  di 

Malta  ....   1647-1695   —        1 
,,  „        Svezia  -  Boemia    .   ^ 

„  „        Moscovia  -  Ungile-  1  ] 

ria I  I 

„  „        ilfoWat^a  -  Tran-  /  1567-1689     —     1 

silrania    .    .     .   i  i 

„  „        Valacchia  e  Gaa/>-  ?  * 

pon^     .... 
„                 „        Czar   di    Mosco- 
via  1741-1796    —        1 

„  „  Persia^  Pi'ussiay  Da- 
nimarca e  Svezia  1637  - 1 780  —  1 
„  „  Polonia  ....  1569-1772  —  2 
„  „  Città eTerre  libere  1517-1788  —  2 
„  „  Grigioni .  .  .  .  1535-1611  —  1 
„  „  Grigioni  e  Sviz- 
zeri   1581-1640   —        1 

„  „        Cantoni  Svizzeri^ 

S.  Gallo^  Leghe 
Grigie  ....  1646-1696    -        1 


-  138  - 

Stanza  .AtJ^GlCkXTTl.O  Reg.       Filze 

Lettere  al  Collegio  àa  Città  Libere    .1790-1788   —        1 


?> 

55 

Principi  di  Fran- 

cia e  Lorena    .  1516-1623   — 

1 

)> 

55 

Re  di  Francia  e 

Republica.    .    .  1515-1795    — 

8 

>5 

55 

Re  e  Regine  d^  In- 

ghilterra .    .    .  1570-1796  — 

2 

55 

55 

Paesi  Bassi^  Fian- 

dra   1571-1630  — 

1 

5) 

59 

Napoli ,    Sicilia , 

Malta  ....  1515-1624   — 

1 

55 

55 

Napoli    ....  1761-1793    — 

1 

55 

55 

Portogallo^  Napoli 

e  Sardegna  .    .  1716-1785   — 

1 

55 

55 

Portogallo  .    .    .  1777-1795   — 

1 

55 

55 

Duchi   di    Savoia 

e  Lorena.    .    .  1568-1737    — 

1 

V 

55 

Milano    ....  1516-1639    — 

1 

55 

55 

Ferrara  e  Modena  1516-1611    — 

1 

55 

55 

Duchi  di  Urbino.  1515-1627    — 

1 

55 

55 

Granduca  di  To- 
scana e  Casa  de 

Medici.    .    .    .  1567-1623   — 

1 

55 

55 

Granduca  di  To- 

seam  ....  1625-1791   — 

1 

55 

55 

Duca  di  Parma  .  1570-1731    — 

1 

55 

55 

Duca  di  Mantova, 

Casa  Gonzaga  .  1571  - 1629   — 

1 

55 

55 

Duchi  e  Prìncipi 
à!  Italia    .    .    .  1636-1795   - 

2 

55 

55 

Prìncipe  d'Orante, 

- 

Olanda  e  Stati 

Generali  .    .    .  1606-1696   — 

1 

51 

55 

Genova,  Monaco, 
Mirandola,  Luc- 
ca,   Correggio, 
Ragusi,  Coirà  e 

Ginevra    .    .    .  1566-1791    — 

1 

55 

55 

Duchi    e    Bepu- 

Miche  ....  1635-1647   - 

1 

-  134  - 


)9 


SUinia 

Lettore  al  Collegio  da  Principi  .    .    . 
„        patenti  deirimper.  Napoleo- 
ne I.  colle  quali  '^  accorda  nno  stem- 
ma particolare  e  delle  livree  alla 
buona  città  di  Venezia  „  *    .    .    . 
Deliberazioni  del  Magg.  Cons.  .    .    . 
Autografi  d'artisti  e  d'uomini  celebri  ^  . 

Senato,  Rettori 

Roma  Expulsis  papalistis.     •    •    •    . 

210  Dispacci  Rettori:  Udine 

Verona  e  Veronese. 
Vicenza  e  Vicentino 
Dogado   (Malamoc- 
co^  Chioggia^  Tor- 
cetto^ Loreoj  Mu" 
rano^  Caorle^  Gra- 
do^ ecc.)  .... 
Istria^  Maran^  Gra- 
do^ Capodistria    . 
Raspo  (rettori   del- 
l' Istria)  .... 
,   Dalmazia  ed  Istria 
Dalmazia     (  Zara , 
Sebenico^  Spalato) 
Cattaro  .    . 
Candia  .    . 
Cipro-Nicosia 
Cefalonia    . 
Corfii.    .    . 
Zante     .    . 
Provv.  gener.  in  Terraferma. 


Rejr.       Filic 


1605-1645   — 


febb.  1813 

mag.  1797  — 

1770-1774  5 

1674-1796  35 

1682-1737  — 

1602-1737  — 

1602-1736  — 


» 

» 
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lì 

ìì 

» 
» 


» 


1» 


» 


straord.  in  Terrafermc^ 
gener.  a  Treviso   .    . 


1602-1760 

1674-1752 
1563-1573 

1602-1734 
1650-1780 
1580-1653 
1555-1566 
1602-1675 
1558-1784 
1554-1740 
1578-1796 
1509  - 1529 
1701-1746 
1797 


1 
4 


41 

133 

93 


1602-1792  —   32 


106 

4 
1 

67 
11 
25 

8 
16 
37 
31 
109 
14 
26 

1 


<  Sta  unito  a  questo  libro  1'  atto  originale  di  cessione  della  città  di  Vene- 
zia al  Governo  Italiano,  fatta  nel  19  ottobre  18t)6. 

*  Sacchetto  contenente  amuleti,  agnus-dei,  rosari,  cerini,  carte  da  {riiioco 
adoperati  dallo  streghe. 

Vari  sigilli  di  argento  ed  uno  d'oro  attaccati  a  documenti  in  pergamena. 


-  135  — 


Sian» 


Ro.g.        Filxe 


Rappresentante  di  Verona    ....  1796-1797 
Provv.  estraord.  in  Terraferma.    .    .  1796-1797 

„        oltre  il  Mincio 1606-1630 

„        in  Campo 1629-1630 

„        in  Polesine  e  Padovana.    .    .  1606-1607 
„        Inquis.  in  Terraferma    .    .    .        1611 

,;        in  Campo 1616-1618 

Commissari  e  pagatori  in  Campo  .    .  1616-1621 

Provv.  in  Cadore .1615-1617 

„        a  Cividal  del  Friul  ....  1615-1618 

„        a  Peschiera 1617-1622 

„        Orzi  nuovi 1617-1622 

„        Asola 1616-1622 

„        Bergamo 1617-1618 

„        Crema 1617-1618 

„        della  Cayalleria  in  Croazia  ed 

Albania 1616-1622 

„       in  Valcamonica 1620-1622 

„        sopra  il  loffo  di  Oarda  .    .    .  1616-1623 

Tre  Inquisitori  in  Campo 1617 

Governator  dell'Esercito 1616-1617 

Sindici  in  Terraferma  ......  1619-1623 

Provveditori  in  Terraferma  ....  1625  - 1629 

Provved.  e  Commiss.  Generale  in  T.  F.  1607  - 1643 
Provv.  Generale  di  Cavalleria    .    .    .  1622  - 1623 
,  Commissari  in  Terraferma    ....  1624-1625 

"  Prov.  della  Cavalleria  in  Terraferma  .   1624-1625 
Provveditori  in  Valcamonica.    .    .    .  1624-1626 

^  ;;   Crema 1626  - 1626 

Lettere  del  Commissario  in  Terraferma  1626  - 1631 
li        Ti        lì      sopra  le  rassegne   .        1630 
„        „  Provved.  in  Valcamonica   .        1635 
„      dei  Sindici  in  Terrq/ferma   .    .  1634-1635 
y,        „      Prov.  sopra  Boschi    .    .  1636-1638 
ji        j,      Delegati  sopra  l' Estimo 

di  Brescia 1643-1648 

ji      degli  inquisitori  in  Terrafertna        1645 
fl      dei  Prov.  sopra  la  Piave  .    .  1642-1647 
«      del  Prov.  in  Friul    ....  1646  - 1664 
„        ^    Prov.  a  Crema    ....        1648 


6 

4 

12 


2 
2 
2 
1 
1 
1 
1 
2 
3 
1 
1 
1 
1 

1 
1 
1 
2 
1 


—  136    - 
Stanta  .^^l^OlXJL'V^^  Rcg.       Filie 


Lettere  del  Prov.  della  Cavalleria 

Croata  ed  Albanese  .    .1626-1627    —        1 

„    e  suppliche  diverse  per  oggetti 

militari  in  Terraferma     .    .  1611-1621    —        3 

„    dei  Sindiei  Inquisitori  nel  Regno 

di  Morea 1701-1704   —        1 

„    degl' Inquisitori  in  Lef?an/^  .    .  1635-1636    —    *    1 

„    dei  Comm.  (sindici  catasticatori) 

àel  Regno  di  Morea  .    .    .    .1688-1691    —        1 

„  del  Prov.  estraord.  in  Armata  di 
qua  di  Dalmazia^  Prov.  ed  Inquis. 
in  Campo 1643        —        1 

„        „    Gomm.epagatorinCam/>o        1643        —        1 

„        „    Prov.  in  Campo  —  Comm. 

ed  inquisitore  ....  1643-1644   —        2 

„        „    Pagator  in  Cam/w   .    .    .  1643-1644   —        1 

„        „    Commiss,  in  Terra/ferma  .  1646-1647    —        1 

„        „         „        sopra    viveri   in 

Armata  .    .    .  1647-1654   —        2 

„    da  Terraferma  del  Oen.  Stainau  1706  - 1 7 1 1    —        1 

„  del  Comm.  sopra  le  rassegne  e 
pagamenti  di  milizie  in  Terra- 
ferma  1704-1706    —       3 

„    deir  Inquis.  in  ^rma^a .    ...        1617        —        1 

„    dei  Prov.  gener.  in  T^rrq/er^wa  1509-1513    —        1 
idem 1733-1734      1      — 

„    Sindici  ed   Inquis.  in  Terrafer- 
ma      1672-1699  m.v.    —        6 

„    délV  luqxxÌQ.  sopra  Boschi .    .    .  1703-1705    —        1 

„  del  Provv.  ord.  ed  estr.  di  Aso- 
la^  Peschiera^  Orzinovi^  Fon- 
tecchio 1647-1648    —        1 

„  del  Prov.  estraord.  ad  Orzinovi^ 
Asola  ,  Peschiera ,  Cittadel- 
la ecc 1733-1739    —        1 

„    Provv.  Commissario  in  Loreo  .  1634-1635    —        1 

„  „  Polesine  .  1642-1643    —        1 

„  „  sopra  la  sanità  in  Pole- 
sine      1690-1691    —        1 

„    Commissario  a  Veglia ....  1618  m.  v.     —        1 


--  137  — 
Slamo  ./^3^C]l±irlO  Reg.       Filze 


Lettere  dei  Provv.  sopra  V Adige    .    .1677-78       —        1 
„    Provv.  sopra    Boschi  e   sopra 
commestibili  della  Cavalleria^ 
Revisori  sopra  ¥  AdigCy  Pa- 
tron slW  Arsemi 1628       —        1 

Sanitày  Lazzareti  e  circa  peste     .    .        1576        —        1 
Provv.  alla  Sanità  ai  confini  del  Man- 
tovano   1713-1714   —        1 

„     sopra  la  Samtó  oltre  il  Mincio.  1712-1714   —        3 
„  „  in  Terraferma  .  1680-1681    —        2 

„  „  in  Friuli  e  Mon- 

faUon    .    .    .  1598-1714   —       8 
„  „  Bassano.      .    .1739-1740   —        1 

„  „  in  Bassano,  Udi- 

ne, Istria,  Porto- 
gruaro*  e  Adria  .1714-1728   —        1 

Rapporti  Samtó 1752-1789    —       6 

Avogador,  Provv.  ed  Inquis.  sopra  i 

frumenti 1647-1648    —        1 

Inquisitor  alle  Biave  in  Terraferma  .  1767-1768   —        1 
„         agli  olii^  sale  e  tabacco  1719  - 1720  m.  v.    —        1 
„         nella  Patria  del  Friuli      .        1707       —        1 
Inquis.  sopra  salij  e  sopra  la  Camera 

di  Verona 1723-1726   —        1 

„  la  Camera  di  Treviso  .  1724-1726    —        1 

„  dazii  in  Terraferma.    .1730-1735   —        1 

Sindici  Inquis.  in  Terraferma    .    .    .  1720-1772    —      15 
„  sopra  le  Camere  in  Ter- 

raferma y  Brescia  e 

Salò 1725        —        1 

Provv.  della  CaraKma 1619-1620   —        1 

Rubrica  lettere  Prow.  di  là  del  Min- 
cio   1616-1617    —        1 

„             Prow.  gener.  dell'  ar- 
me in  Terraferma  1616  - 1616  m.  v.    —        1 
Provv.  gener.  deZ^arm^  in  Terra/erma.  1616-1630    —      13 
„         in  Terraferma^  Provv.  ol- 
tre al  Mincio 1629        —        1 

(^omm.  in   T.  F.  Milano^  Firenze  e 

Zurigo 1629        —        2 

9  ♦ 


Slama  -A.J^OlX±irlO  Reg.       Filxe 


Bubrìcarìo  lettere  Provv.  generali  in 

T.  F. 1617-1704   —        7 

Publici  rappresentanti  militari  in  T.  F. 

dispacci 1733-35       —        4 

Proyy^ditor  alla  custodia  dei  confini 

dell'issa 1600-1602    -        2 

Capitano  a  Raspo 1612-1614    —        1 

Inquisitor  e  Provv.  generale  in  Istria.  1714-33       —      17 

Inquisitori  in  Capodistria 1651        — -        1 

Prow.  generale  in  Istria 1616       —        1 

„  dell'armi  in   Terra- 

ferma ed  Istria.  .  1616-1618  —  7 
„  sopra  la  Sanità  in  Capodistria .  1679  - 1744  —  9 
„  sopra  la  Sanità  in  Monfalcan  1690- 1713  m.  v.  —  2 
„  estraordinario  a  Poto  e  in  (?o{/(>.  1646  —  1 
,,  generale  in  Dalmazia  ed  Alba- 
niaj  e  sindici  inquis.  (rubri- 

carii) 1616-1768   —      49  ^ 

Provv.  generali  in  Dalmazia  ed  Alba- 
nia (dispacci)     1589-1797    —    249 

Rettori  e  Prow.  straord.  a  Cattaro  .  1666-1785   —      23 
Provv.  generale  della  Cavalleria  in 

Dalmazia  ed  Albania    .    .    .  1644-1784  m.  v.   —        4 
Provv.  straord.  alla  Sanità  in  Istria.        1764       —        1 

Dispacci 1548 

Rubrica  di  lettere  del  Provv.  gen.  da  23 

Mar 1618-1731 

„        Provv.  general  dell'  Armi  in 

Candia.  1611-1670    -        8 
„               „               „          Canea  .  1638  - 1643    —        1 
Rubricari  (frammenti)  di  Candia  e  Ca- 
nea           1603        —        1 

Candia^  avvisi  di  denari  a  cambi .    .  1584-1597    —        2 

Ordini  lasciati  in  Candia 1589        —        1 

Candia^  dispacci  protv.  generale  .    .  1570-1649    —      71 
Lettere  al  Collegio  Roma  e  Città  della 

Chiesa 1568-1626    —        1 

Fatriarchi  e  Vescovi 1555-1604   —        2 

*  Una  restituita  dal  Governo  Austriaco. 


—  189  — 

Stanza  J!h^'JIP<3lClSr%rl.^  Reg.         Filze 


LetL  Vescovi  ed  altri  Ecclesiastici    .  1607-1628  —        1 

„     Cardinali 1560-1797  —  25 

Senato  Settori  deliberazioni  ....  1775-1795  20  — 

Senato  Coriiy  rubrìca  generale  .    .    .  1631-1735  15  — 

„            deliberazioni    ....  1630-1634  6  — 

21  l.Candia,  Dispacci  Provv.  generale  .    .  1649-1670  —  25  * 

Provv.  estraordinario  in  S.  Maura     .  1684-1762  —  3 

Capitan  della  Guardia  di  Canata  .    .  1604-1627  —  2 

Provvedimenti  per  Candia     .    .  1637  m.  v.- 1639  —        1 

Governator  dello  galere  di  Candia    .  1554-1563  —        1 

Capitano  delle  galere  di  Candia   .    .  1558-1585  —        1 

CandiOj  Cerigo^  Tine  e  Spinalunga  .  1654-1656  —        1 

Provv.  generale  a  Corfìi, 1619  —        1 

Fortificazioni  Ciirro^    Candia^  Corfù^ 

Asso  e  Zara 1558-1601  —        1 

Candta  Fortezza 1537-1591  —  3 

Can^a  Provv 1644-1645  —  1 

Consulta  di  Andrea  Corner  provv.  gene- 
rale di  Candia  e  Domenico  Tiefxylo 

estr.  delle  Galeazze 1646  —        1 

Dispacci  del  Commissario  in  Armata   e 

Candia 1665-1669  —        1 

Inquisitori  in  Armata  e  Commissarìi 

sopra  i  viveri  in  Candia    .    .  1646  m.  v.  - 1650  —        1 

Dispacci  del  Provv.  generale  in  Morea.  1690-1719  —  1 

Provv.  estr.  in  Morea 1687-1715  —  17 

„              „                rubriche.    .    .  1688]- 1715  —  10 
Rubriche  lettere  dei  Sindici  catastica- 

tori  in  Morea 1688-1691  —  1 

Provv.  in  Armata  e  Capit.  in  Gol/o  .  1643  m.  v.  —  1 
Suda^  Ceriffo^  Tine^  Orahusse^  Spina- 
lunga,  Milo  e  Parisi. 1654-1703  —  11 

Provv.  Riarmata 1608-1612  —        1 

Rettori  a  Tine 1676-1686  —        1 

Tenedo  e  Limono  (Lemno)    ....  1656-1657  —        1 
Provveditore  alle  Carabuse  e  Cerigoj 

ed  estr.  di  Spinalonga  ecc.    .    .    .  1675-1693  —  1 

Lettere  del  Provv.  d'armata.    .    .    .  1618-1619  —  1 

^  Una  restituita  dal  Governo  Austrìaco. 


-  140  - 
Stanza  .^^l*OlX±ino  Reg.         Filze 


Rubrica  lettere  Provv.  d' armata  (gen. 

da  mar) 1677-1737  —  1 

Prow.  generale  da  Mar 1593-1797  —  143 

Capit.  generale  da  Mar    .    .    .  1558-1700  m.  v.  —  59 

Rubrica  Inquisitori  in  Levante  .    .    .  1636-1638  —  1 

„       Tre  Isole  del  Levante  .    .      1654-1718  —  9 

Inquisitor  in  Let7an/e     ....  1636  m.  v.- 1639  —  2 

„        e  Prow.  generale  alle  tre 

e  gucUtro  Isole  del  Levante .  1622- 1718  m.  v.  29 
Rubrica  lettere  Prow.  generale  ed  In- 

qui8.  alle  Tre  Isole    ......  1647-1654  —  1 

Prow^.  estr.  alle  Isole  del  Levante    .        1787  —  1 

Frammenti  di  dispacci  di  Angelo  Emo.  1778-1795  —  1 

*  Dispacci  del  Cap.  straord.  alle  Navi^ 

Angelo  Emo 1784-1791  —  4 

*  Dispacci  di  Andrea  Querini.    .    .    .        1783  —  1 
Dispacci  Patrona  poi   capitano  delle 

Navi 1786- 1795  m.v.  —  3 

Prow^editore  dell'  armata 1562  - 1565  —  1 

„               „              1602-1606  —  1 

„                „               1613-1637  —  9 

Inquisitor  in  armata 1633-1635  —  1 

Commiss,  ed  ìnquis.  in  armata  in  Le- 
vante. 1642-1643  —  3 
„               „               „                   1645-1665  —  4 
Prow.  generale  in  armata    ....  1657-1662  —  1 

Inquisitor  in  armata 1661-1663  —  1 

Commiss,  pagador 1669-1714  —  8 

Prow.  dell' armata 1638-1740  —  18 

Commiss,  in  armata 1603-1621  —  3 

Prow.  dell' armata 1554-1562  -  3 

Capitano  della  guardia  delle  isole  del 

Quarner .  1702-1704  —  2 

Prow.  dell'armata 1640-1757  —  3 

Capitano  in  Go//b 1554-1565  ~  1 

„                 ;,          1602-1796  —  48 

Prow.  gener.  in  Golfo  contro  Uscoechi.  1592  - 1598  —  2 

,j           da  mar  in  Golfo  .    .    .        1593  —  1 

Capit.  contro  Uscoechi 1590-1618  —  4 

Capi  da  mar 1645-1651  —  2 


—  141  ^ 
SUnia  -A.J^Olll.'V^O  Reg.       Filze 


Capitani  delle  navi  armate,  almirante, 

patrona,  capitano  delle  galere    .    .  1608-1778  —  22 

Governador  di  nave  in  Golfo    .    .    .  1694-1700  —  1 

Patrona  delle  navi 1704-1736  —  2 

Almiranti  delle  navi 1694-1797  —  6 

Capitano  delle  Fttó^e     .    .    .    /.    .1554-1570'—  1 

àeUe  Galeazze    .    .    .  1607  - 1641  m.  v.  —  14 


jj 


„        delle  Galee  grosse  e  Galeoni .  1589  - 1638  —  1 
„        ordin.  e  straord.   delle  Ga- 
leazze  1645-1739  —  9 

Due  Galere  armate  ad  uso  di  guerra.  1611-1660  —  1 
Galion,  Galie   grosse,  Navi    armate, 
scritture  diverse  circa  V  assicurazion 

della  navigazione 1607-1626  —  1 

Governatori  estraordinari  di  nave.    .  1684-1690  —  1 
„          Galee  di  condannati  IQQQ"  1138  m.Y.  —  8 
Capitano  della  Galere  di  Alessandria  .  1556-1564  m.  v.  1 
Nobili  in  armata^  direttori  di  convo- 
gli^ Governatori  di  nave  e  dì  galere.  1650-1694  —  2 
Ordini  e  terminazioni  del  Sindico  ed  In- 
quisitore nell'isola  di  Tine  e  Candia.  1612-1630  —  1 
Provv.  della  Cavalleria  in  Ariano  e 

Legfiago  Commiss,  in  Campo.    .    .  1643-1644  —  1 
Rettori  diversi  per  sesini  o  quattrini 

falsi 1603  - 1603  m.  V.  1 

Dispacci  degl'Inquisitori  in  Levante  .  1703-1704  —  1 

*  Costuntinopoli  dispacci  (rubriche)  .    .  1558-1794  —  52 

„             dispacci  ' 1527-1796  —  251 

*  „            lettere  in  cifra  ...         —  —  1 
♦Lettere  e  scritture  Turchesche  •    .    .  1558-1762  —  6 

*  „               „        senza  data  ...         —  ~  2 

*  Francia  dispacci,  rubriche     ....  1558-1762  —  50 

*  Fra/ic/a  disp.  ^ 1540-1797  —  281 

*  Lorena  dispacci 1609  —  1 

*  Corrispondenze  diplomatiche  dell'  anno        1797  •—  18 
'  (remama  dispacci  2 1592-1769  —  3 

*  6  restituito  dal  Governo  austriaco. 

2  6        idem. 

^  Donate  all'Archivio  Generale  dal  sig.  Cav.  Federigo  Stefani. 


-  142  — 
SUDia  -A.J^O]ll.ino  Reg.       Filie 


*  Inghilterra  disperaci  (Tubnche) .    .    .1603-1748  —  20 

„         dispacci 1554-1778  —  130 

Senato  Corti 1635-1708  80  — 

212.  Inghilterra  dìBpacei  ^    .....    .1778-1797  —  10 

*  Basilea              „           1792-1795  —  3 

*  Firenze             „           (rubriche)  .    .  1560-1641  —  9 

„                   „        «        1579-1675  —  83 

*  Ancona  Console 1611-1620  —  1 

OenovaConBOÌe(l5  resi,  dal  Oav.Austr.)  1556-1797  —  45 

*  Ltvonio  Consoli .    .1655-1792  —  4 

*  Jtfo/to  dispacci 1552-1797  —  2 

*  Mantova  disp.  (rubriche) 1588-1618  —  3 

Mantova  dispacci  (2  rest.  Gov.  Austr.),  1613-1649  —  25 

Jlft7a«o  disp.  (rubriche) 1536-1622  —  6 

„      dispacci  (8  rest.  Gov.  Austr.).  1547  - 1797  —  245 

Copie  à^  avvisi  e  lettere  da  Milano    .  1615-1743  —  1 

Modena  dìap 1642-1643  —  3 

Napoli  disp.  (rubricarii) 1575-1738  —  4 

y,       repertorio 1620-1621  —  1 

jt       deliberazioni  del  Re  ...    .        1753  —  1 
„       dispacci  (7  rest.  Gov.  Austr.).    1564-1797  —  180 
Circa  la  casa  veneta  dell' Amb.  nel  Re- 
gno di  Napoli 1706  —  1 

Inventari   del   palazzo  del  Residente 

in  Napoli 1700  —  4 

Rubricar!  Spagna^  Savoia^  Milano  e 

Napoli 1621-1622  -  1 

„  dispacci  di  Ferrara^  Napoli^ 

e  frammenti .    .    .    sec.  XVI-XVII  —  1 

Roma  dispacci  repertorio 1620-1651  —  1 

^      (rubricari;52  rest.  Gov.  Austr.).  1557-1752  —  71 

^      (rubriche  diverse) 1620-1622  —  1 

j,      Di8pacci(131  re5^  Gov.  ^us^r.).  1502-1797  —  342 

*  „      Expulsisy  dispacci 1617-1793  —  49 

*  Raccolta  di  stampe 1760-1762  —  1 

*  Lettere  di  Ottoboni 1697  - 1699  —  2 


<  Quattro  restituite  dal  Governo  Austriaco. 
2  Tre        idem. 


Stania  .^^l*OlX±in^  Beg.       Filze 


*  Negoziazioni  deUMfM&o^c.  Veneto  sotto 

Clemente  XI 1690-1706  —  1 

*  Nizza  amb.  straordinario 1538  —  1 

*  Savoia  disp.  (rubricano) 1560-1742  —  18 

Savoia  disp 1570-1670  —  75 

Torino  disp.  (23  rest.  Qov.  Austr.)     .  1570-1789  —  52 

Munsier  disp 1643-1650  —  11 

Ratisbona  disp 1663-1669  —  3 

Signori  Stati  disp.  (rubriche)    .    .    .  1616-1623  —  1 

Signori  Stati  dispacci 1610-1631  —  27 

Haya  dispacci  (rubriche) 1624-1744  —  3 

^      dispacci 1632-1744  —  26 

*  Pietroburgo 1748-1797  —  5 

Polonia  (rubr.  4  rest.  Gov.  Austr.)    .  1573- 17  i  6  —  7 

^       dispacci 1574-1718  —  20 

Spagna  (rubriche;  23  resU  Gov.  Au- 
str.)     1593-1761  —  25 

^       dispacci  {7rest.Gov.  Austr.).  1554-1797  —  195 
Lettere  del  Ministro  di  Spagna  all' Amb. 

Veneto       1624-1634  —  1 

Svizzera  disp.  repertorio 1572-1620  —  4 

„         dispacci      .......  1569-1762  —  38 

Senato  Corti 1709-1787  78  — 

213.  ZwriV/o  disp.  (rubriche) 1615-1636  —  3 

„       dispacci  (3  rest.  Gov.  Austr.)  .  1624-1719  —  54 

Grigionij  dispacci  Rettori     ....  1589-1603  —  1 

*  Considerazioni  sulla  Lega  Retica  .    .        1635  —  1 

Coirà  dispacci 1706-1762  —  3 

Valtellina  disp 1624-1626  —  7 

*  Lettere  ConsoK  Vene  Magis.adamb.  1622-1797  —  15 

fl        di  persone  diverse  agli  amb.    1633-1771  —  10 
^        di  Ministri  e  di  persone   ve- 

nete  e  straniere  agli  amb.  1773-1786  —  2 

*  „        scritto  a  persone  diverse  .    .  1780-1797  —  2 

*  Materie  diverse 1561-1797  —  3 

*  Passaporti  ed  altri  atti  legali   .    .    .  1635-1778  —  1 

*  Lettere  dei  Magistrati  di  Venezia  a  Bai- 

lo di  Costantinopoli  alVamb.  a  Vienna.  1691  - 1792  —  6 

*  Lettere  dei  Magistrati^  Rappresentanti 

e  Consoli,  all' amb.  a  Roma   .    .    .  1766-1791  —  18 


—  144  — 
Stanza  -A.J^O]l±irl^  Krg.       Filze 


*  Lettere  dei  proyv.  alla  Sanità  alVamh. 

aRofna 1691-1746    —        2 

*  Stampe,  disegni  e  carte  in  materie  di 

acque 1739-1751  ^ 

*  Carte  dell' amb.  Zf</iam  al  Pontefice  .  1789-1793 

*  Carte  diplomatiche  lasciate  dal  signor 

Pietro  Vignala 1741-1743    -        1 

jf      relative  all'  affare  dei  possidenti 

veneti  nello  Stato  Pontificio     .  1748-1775   —        1 

*  Lettere  di  vari  wa^rf^^ratf     .    .    .    .1702-1791    —        5 

ji       di  varie  magistrature  al  Pode- 
stà di  Serravalle  ....         —  —        1 

Comunicazioni  del  Cons.  dei  X  lette 

al  Senato 1582-1769    —      25 

j,            id.  non  lette  ....  1679-1787    —        6 
^  Expulsis 1707-1740    —        1 

Pacta  indice  antico 1050-1409 

^      indice 1538 

Patti 883-1496 

Pacta  Ferrariae 1230-1393 

„  „  1191-1538 

Pacta  Tergesti 1370-1371 

Fxemplum  libri  pactorum  Austriae^ 
Tergesti^  Paduae^  ctim  cónfinibus  la- 
nue  et  traditio  Tarvisii  Ducibus  Au- 
striae  < 1370-1381 

Codice  Trevisane©  ^- 630-1394 

Liber  blancus  et  albm^  index     ...  -- 

^     albus — 

ji      blancus — 

Padua  e  Moncelese^  pax  et  concordia 
Inter  Comune  Montissilicis  et  Comu- 
ne Pernumiae 1157-1308      1 

Commemoriali 1295-1787    33 

Indice  antico  dei  Commemoriali    .    .  —  2 

«       dei  Commemoriali -  8 


*  Copia  del  1G72. 

•^  Esemplare  del  Seo.  XVF. 


-  145  - 
Sunia  .A.J^OlX±ino  Reg.       Fìlie. 


Silva  seu  index  aniiquissimus  Gomme" 

morialium sec.  XV  1       — 

Rubriche  dei  Commemorialij  lib.  26  .         —  —       3 
Filza  regìsfarata   nei    Commemorìali, 

N.  23,  24,  25 —  —        1 

lÀher  blancm  et  albusj  Index    ...         —  1      — 

Commemoriali 1342-1362  —        1 

Memorie  antiche  importanti  che  pos- 
sono supplire  in  parte  al  vacuo  dei 

Commemoriali —  4      — 

Capitolazioni^    concordatij   decreti   di 

Principi  ed  altre  carte  importanti.  1595-1618  —        1 

Trattati  e  convenzioni  tra  Principi    .  1356-1569  —        1 

Documenti  diplomatici  vart  ....         —  —        1 

Trattati  di  Ftewna •    .1735-1736  —        1 

Patti,  Serie  I.  < 1200-1779  —      49 

Documenti  (46)  greci. —  —        2 

*  Patti,  Serie  TI.  (doc.  368,  con  inv.)  883  (e  743  in  copia)  1797     28 
Commissioni  a  Rettori  ....    sec.  Xni-XVII  —       2 

Lettere  dei  Rettori sec.  XIV-XV  —        1 

Docum.  Dipi.  Misceli,  (con  inv.).    sec.  XII-XVIII  —      17 

Pergamene  diverse  private  dei  nob. Dandolo  —  —       3 
Bolle  ed  atti  della  Curia  Romana  (con 

invent.).    .    (sec.  Vili  in  copia)  sec.  XII-XVIII  —      30 

Ducali  (con  invent.) sec.  X  al  1797  —      70 

Copie  Ducali  dee.  Cons.  X  secreti     .         —  1      — 

Documenti  Turchi' e  Persiani   ...         —  —        9 

„          Greci  ed  Armeni      .    .*  .         —  —        3 

*  Aquileia,  Gradisca  e  Gorizia.    ...         —  5      — 
214  Consultori  in  jure  sec.  X  cop.-XVDI.  f.  e  r.  559.  .  \ 

Sindici  inquisitori  in  Terraferma,  catasticatori  in  Morea, 

ed  allegati,  sec  XV-XVm,  115. 
Correttori  delle  leggi  (1780)  sec.  XIV-XVIH,  27. 

Poste  e  corrieri,  sec.  XVI-XVIU,  27.  I   Non 

Corrieri  matricole  1489-1743,  2.  f  ord. 
Catastico  (descrizione  e  disegni)  della  città  di  Brescia, 

1611,  1.  1.  -  id.  di  Bergamo,  1596,  1.  1. 
Senato  deliberazioni,  e  scritture  dei  magistrati  in  ma- 

teria  di  valute,  1602-1608,  f.  1.  / 

*  Più  che  1000  documeuti  con  schede. 

10 


% 


-  146  - 

Stanza 


Senato  deliberazioni  relative  ad  affrancazioni  della  Zecca^ 
1670-75,  f.  1;  documenti  relativi  all' instituzione  ed 
affrancazione  dei  Monti^  1171-1600,  f.  1. 

Ordini  e  sentenze   del   capitanio   estraordinario   delle 
navi,  1684-1686,  f.  1. 
„        e  regole  diverse  delli  Provveditori  alla  Sanità  I 

•         i  n     11  1        •        XT_  •  •*r'ntf    H  tra  à       1       -t  ' 


Non 
ord. 


in  tempo  della  peste  in  Venezia,  1575-1584,  1.  1. 

Ducali,  e  decreti  al,  dispacci  del  Provveditor  della  Sa- 
nità in  Polesene  e  Padovana,  1772,  f.  1;  id.  del 
Provv.  gener.  di  Palma,  esistente  in  Istria,  per  con- 
iagio  nella  Dalmazia,  ed  epidemia  bovini  in  Terra- 
ferma, 1788-1785,  f.  2. 

Risposte  a  brevi  licenziati  in  Collegio,  rescritti,  bolle  ed  altro 
1642-1797  m.  v.,  f.  188.  Ord. 
215.  Archivio  degli  Inquisitori  di  Stato,  in  corso  di  ordinamento: 

Lettere  di  rappresentanti  pubblici  della  Terraferma  e  Dalma- 
zia al  Tribunale  1597-1797  —  buste  77. 

Lettere  di  ambasciatori,  residenti,  consoli  ed  altri  rappresen- 
tanti veneti  all'  estero,  al  Tribunale  —  buste  93  : 

Ancona,  Barbaria,  Cantoni  (Algeri,  Tripoli,  Tunisi),  Barletta, 
Bologna,  Brindisi,  Cattolica,  1585-1796;  Costantinopoli,  1585- 
1795;  Durazzo,  1719-21;  Ferrara,  1621-1742;  Firenze,  1585- 
1733;  Genova,  1610-1796;  Haya,  1617-1761;  Larissa,  1668; 
Livorno,  1681-1774;  Londra,  1611-1797;  Mantova  1610-1769  ; 
Marsiglia,  1765-66;  Malta,  1645-1766;  Milano,  1589-1794; 
Modena  e  Monaco,  1643-1751;  Napoli,  1587-1797;  Otranto, 
1725-28;  Parigi,  1586-1790;  Polonia,  1586-1754;  Pesaro, 
Parma,  Pietroburgo,  Piacenza  e  Pisa,  1610-1787;  Rimini, 
1670-1775;  Roma,  1585-1783;  Spagna,  1586-1790;  Smirne, 
Siria,  Svizzera,  Tine,  1612-1717;  Trieste,  1731-96;  Torino, 
1588-1791. 

Lettere  comunicate  dei  Capi  dei  X  agli  Inquisitori  e  carte  pri- 
vate sequestrate  (Sec.  XVII  e  XVIII)  —  fasci  20. 

Forestieri  1728-1797  —  buste  24. 

Confidenti,  sec.  XVI  -  XVIH  —  buste  92. 

Confidente  presso  la  Nunziatura  1608-1711  — buste  19. 

Registri  Annotazioni  1643-1797  ~  r.  18  in  buste  8. 

Suppliche  1622-1797  —  buste  29. 

Arti  e  Mestieri  1624-1787  —  buste  28. 

Ricevute  1583-1796  —  buste  54. 


-  141  - 
Starna 


Atti  relatiyi  al  processo  fatto  ai  procurator  di  S.  Marco  Giorgio 

Pisani  1780-1790  --  buste  7. 
Registri  Cassa  1626-1796  —  buste  6. 
Processi  e  carte  criminali;  1600-1797,  f.  43. 
Delitti  vari,  fasci  100. 

n      politici  1700-97,  f.  25. 
Processi  e  carte  criminali,  1595-1797,  fasci  61. 
Altri  processi,  1700-97,  fasci  60. 

Miscellanea  di  carte  da  ordinare,  pacchi   161   da  formarne 
circa  450. 
216.  Archiyio  del  Consiglio  dei  Dieci,  ordinato  : 

Capi  del  Cofis.  dei  X.  Sentenze  dei  rettori,  1674-1796,  b.  26. 
n  »  ;/      Terminazioni  per  liberazione  di  banditi, 

1629-1705,  b.  25. 
»  jf         n      Offerte  per  liberazione  di  bando  e  pri- 

gione, 1629-30,  b.  1. 
ff  n         „     .  Liberazione   banditi ,  miscellanea,  ecc. 

sec.  XVI-XVm,  r.  38. 
„  „  I,     Malviventi  della  Terraferma,  1782-96,  b.30. 

Camerlenghi  del  Cons.  dei  X.  Ristretti  di  cassa,  1716-62,  b.  3. 

Diversoruntj  1779-96,  b.  7. 
Miscellanea,  b.  14. 
Lettere,  1712-96,  b.  4. 
Decreti  per  abilità,  1715-37,  b.  1. 
Lettere  di  rappresentanti  1664- 

96  b.  4. 
Raspe  dei  rettori,  1544-1796,  b.  67. 
Quaderni  ec,  sec.  XVI-XVm,  45. 
Esecutori  contro  la  bestemmia^  1668-1797,  ord.  b.  47. 

n  n  „  Altri  atti,  sec.  XVI-XVm,  r.  40. 

Ord.  Ind.  mod. 
Santo   Uffizio^  1541-1794,   b.    158.   Ordinati  scientificamente. 

Inv.  mod.  in  schede. 
Chiavi  di  Ci/re  usate  dai  rappresentanti  ed  ambasciatori  della 

Repubblica,  trattati,  teorie  ed  altro,  buste  7. 
Inquisitori  di  Stato.  Ind.  mod.  dell'  Archivio  e  di  alcune  serie. 
n  Ti         Lettere  ai  rappresentanti  di  Terraferma  ed 

oltre  mare,  1610-1797,  b.  190. 
Lettere  di  rappresentanti  publici  della  Terraferma  e  Dalmazia 
al  Magistrato  1597-1797  —  buste  118. 


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-  148- 

Starna 


217.  Capi  del  Cons.  dei  X  Lettere  sottoscritte  1768-93,  b.  9. 

;,        Beerete,  1525-1797,  b.  369. 
Notatorio,  1542-1793  b.  60  e  r.  56. 
Cariche,  1746-97,  b.  9,  r.  10. 
Raccordi  e  denunzie  1603-1773,  b.  3. 
Mazzetti^  1749-97,  b.  7. 
Lettere  poste  a  parte  1779-97,  b.  16. 
Giudiziì,  1745-81,  b.  2. 
Sentenze,  1709-31,  b.  2. 
Costituti,  1675-96,  b.  10. 
Indice  processi  per  divorzii^  r.  1. 
Annotazioni  per  divorzii,  1782-97  r.  2. 
Suppliche  per  divorzii,  1782-88,  b.  2. 
Divorzii,  processi,  1688-96,  b.  6. 
Consulti  e  memorie  sui  divorzii,  b.  2. 
Titoli  di  chiese,  1650-1797,  b.  45. 
Pievano  dis.  Giuliano,  1620-21,  f.  1. 
Pedi  dei  pievani,  1715-68,  b.  1. 
n     pei  chierici,  1752-97,  b.  6. 
Miscellanea  licenze  d'armi,  r.  10. 
Ruoli  dei  capitani,  1654-97,  b.  2. 
n  fi  1)        Decreti  relativi  ad  oggetti  ecclesiastici  o 

alla  bolla   Clementina,    1727-68, 
b.  1. 
Capi  del  Cons.  dei  X,  Lettere  criminali,  1575-1666,  b.  16. 
jf  „  ^        Ehrocessi  criminali,  Dogado  1630-1797,  b. 

e  reg,  58. 
n  li  -n       Elenchi  dei  processi  dei  rettori,  1644- 

1796,  b.  8. 
»  „  „        Sentenze  dei  rettori,  1574-1673,  f.  3. 

Conservatore  alla  bolla   Clementina  (istruzione  mons.  Cosmi), 

tomi  4. 
Camerlenghi  del  Cons.  dei  X  (Decreti  del  C.  X  e  del  Senato 

relativi  ai),  1462-1796,  b.   10. 
w  „  »        (Registri,  decreti  relativi  ai)  1 600- 

1795,  r.  12. 
yy  n  f}        Termiuazioui,  1715-78,  b.  2. 

fy  ^  rs        Scritture,  rubrica  1760-90,  r,  2. 

^  „  n        Suppliche,  1714  m.  v.  -1751  ni. 

V.,  r.  2. 


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—  149  - 
Sunia 


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Camerlenghi  del  Cons.  dei  X,  terminazioni  e  proclami,  1715- 

1796  m.  V.,  reg.  3. 
ji  jt  n  pieggierie  dei  reggimenti,  1735- 

97,  b.  6. 
^  „  y,  amministrazione  dell'  arca  del 

Santo  in  Padova,  documenti, 
b.  2. 
y,  n  n  miscellanea  registri,  giuramenti, 

pieggierie  ecc.  r.  18. 
Capi  del  Cotis.  dei  X,  Notatorio,  1561-90,  b.  2. 
„  „  ;,        parti,  1312-1797,  b.  5. 

,,  „  „       lettere  responsive  ai  capi,   1500-1797) 

b.  31. 
„        note  dei  prigioni,  sec.  XVII-XYllI,  b.  2. 
jf       suppliche  ai  capi,  1486-1796,  b.  4 
„        capi-contrada,  raspe,  b.  1. 

Cotis.  dei  X,  parti  criminali,  1502-1795,  r.  206. 
Miscellanea  registri  e  fasci,  in  complesso  150. 
Leggi  e  processi  criminali  antichi,   specialmente  in   materia 
ecclesiastica,  1333-1514,  r.  1. 
218.  Cons,  dei  X,  processi  criminali,  delegati  a  Brescia,  1791-95, 

b.  9. 
a  Capodistria,  1750-96,  b.  25. 
Chioggia  e  Crema,  r.  1. 
„         1751-94,  b.  5. 
Crema,  1748-88,  b.  2. 
Dalmazia,  Albania  e  Fola,  r.  1. 

„         ed  Albania,  1750-94,  b.  32. 
Peltre,  1761-94,  b.  9. 
in  Levante,  1751-91,  b.  16. 
a  Padova,  1750-95,  b.  71. 
Palma,  1744-93,  b.  13. 
Pola,  1776-82,  b.  2. 
Raspo,  1750-92,  b.  17. 
Rovigo,  1750-95,  b.  13. 
Salò,  1750-95,  b.  17. 
Treviso,  1749-96,  b.  60. 
Udine,  1744-96,  b.  57. 
Verona,  1749-96,  b.  52. 
Vicenza,  1743-96,  b.  44. 


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—  150  — 

Starna  ./^J^OÀlirlO 

Capi  del  Cùìis.  dei  Xj  diarii,  r.  10,  fascicoli  7. 

„  „  lettere,  1473-1655,  b.  67. 

„  „  „       sottoscritte  1510-1767,  b.  122. 

Cons.  dei  -X",  parti  comunij  1712-1791,  r.  80. 

Diari  Cam.  X,  1605  al  1797  registri  95. 

219.  Cons.  dei  X,  parti  comuni  1784-97,  b.  99. 

„  „  „       secrete^  1525-1797,  b.  82. 

„  „  Zecca,  1543-82,  r.  4. 

„  „  „       1570-82,  b.  3. 

„  „  Biade,  1558-79,  r.  3. 

„  „  proclami,  1457-1797,  b.  59. 

„  „  criminali,  1502-1797,  b.  160. 

ducali  per  delegazione  di   processi   ai  rettori, 

1611-1795,  b.  5. 

processi  delegati  ai  rettori,  1594-1645,  b.  3. 

criminali,  Dogado  1607-1796,  b.  45. 

delegati  a  Corfù,  1776,  b.  12. 

Vicenza,  1 766,  b.  2. 

Bassano,    1751-93, 

b.  2. 

Belluno,   1751-96, 
b.  12. 

Belluno  e  Bassano. 
r.  1. 

Bergamo,  1745-97, 
b.  58. 

Brescia,    1743-91, 
b.  102. 


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parti  comuni,  1632-1711,  r.  80. 

220.  „  „      „  „        1642-1784,  b.  753. 
„               „      „  „        1525-1632,  r.  81. 

221.  „  „  miscellanea  capitolari  del  Consiglio  dei  Capi  ec. 


parti  miste,  (Misti),  1315-1524,  r.  44. 

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1477-1524,  b.  55. 
comuni,  1525-1642,  b.  494. 
secreti  1525—  1717  r.  22. 

„      Roma  1573-1678  r.  7,  f.  8. 
„  taglie  1598-1739,  r.  8. 
222.  Conservatori  ed  esecutori  delle  leggi,  1554-1802,  r.  e  f.  696  ord. 
Frovveditori  sopra  batichi  (di  scritta  e  bancogiro)  e  depositario 

al  bancogiro,  1627-1806,  72,  ord.  p.  v.  e. 


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-  151  - 
Stanza 


Provveditori  alle  fortezze^  1542-1797,  80  ord. 

„  alle  artiglierie  (alleg.  dal  sec.  XVI),   1738-97,  38 

ord.  p.  V.  e. 
Provveditori  all'armar  (alleg.  dal  sec.  XVI),  1613-1797,  r.  e  f. 

387  ord.  p.  v.  e. 
Savio  di  Terraferma  alla  Scrittura^  1700-97,  r.  e  f.  178  ord. 
Camerlenghi  di  Comun^  sec.  XVIII- XIX,  r.  115  —  p.  v.  framm. 
1825. 

223.  Senato  Zecca,  1665-1797,  f.  783.  (v.  st.  197).  Ord. 

Savio  Cassier,  1683-1797,  b.  398.  Ord.  p.  v.  e;  documenti  di 

cassa  sec.  XV-XVIII,  b.  235.  Ord. 
Zecca  (provveditori  alla),  1358-1797,  f.  e  r.  2053  (v.  st.  214).  Ord. 

p.  V.  e. 
Arrenai  {patroni  e  provveditori  all'),  sec.  XIII-XIX,  592.  Ord* 

p.  V.  e. 
Imprestidi  (officiali  agli)  sec.  XIII-XVI,  r.  6. 
Boschi  e  legne  (provveditori  sopra),  1566-1805,  f.  e  r.  29,  deputati 

al  bosco  del  MontcUo  :  disegni,  1556-1669,  b.  2,  reg.  del  1780, 

1  ;  sec.  XVII-XVin,  f.  1  ;  •—  e  alla  valle  e  bosco  di  Montona, 

secolo  XVni,  f.  2  ;  atti  relativi  a  boschi  diversi,  sec.  XVI- 

XVni,  f.  2.  Ord.  p.  V.  e.  Ind.  mod. 
Amministrazione  forestale  Veneta  sec.  XVIII  buste  e  registri 

228. 

224.  Mani  morte.  Nelle  note  statistiche  relative  alle  corporazioni 

religiose  soppresse,  alle  scuole  grandi  e  piccole,  ai  suffragi,  e 
alle  fraglie  dello  arti,  vennero  indicate  alcune  epoche  tal- 
volta precise,  taPaltra  approssimative.  Sì  ommise  qualunque 
indicazione,  quando  non  era  possibile,  senza  dubbio  evidente, 
il  fissare  il  secolo  o  i  secoli  delle  carte  di  quegli  archivi. 
Le  cifre  che  seguono  alle  indicazioni  degli  archivi  miscella- 
nei, dinotano  il  numero  approssimativo  delle  buste  che  se 
ne  formeranno. 


Sala:  Scuola  iotta.  grande  di  S.  Maria  del  Carmine  (1312)  1593-1804, 
n.  49  (di  cui  b.  1  di  pergamene).  Ord. 
Religione  di  Malta,  gran  priorato  di  Venezia  1101,  sec.  XIX,  202. 
Ord. 


—  152  - 

Starna 


Scuola  ^ran(2^  di  8.  GKoy.  vangelista,  1261-  scc.  XIX,  513  (delle 

quali  b.  4  di  pergamene). 
Scuola  grande  di  S.  M.  della  Yalverde  (Misericordia)  1261-1806, 

357  (perg.  b.  19;  vedi  stanza  233).  Ord. 
Scuola  ffrande  dis.  Marco,  1348-1805,  237.  Ord. 
„  ji       ji  Teodoro,  sec.  XV-XES,  114.  Ord. 

„  „        „  Rocco  1302-1806, 716.  Ord. 

„  „        ;,  Maria  della  Carità  (1227?;  1247)  1260-1806, 

355  (perg.  b.  2).  Ord.  o. 
„    deUsL grande  di  s.  Maria  della  Consolazione  deputata  alla 

Giustìzia  in  s.  Fantìn  1562-1805, 42.  Ord. 
y,  j,       „   di  S.  M.  del  Rosario,  sec.  Xin-1806,  368 

(perg.  b.  5)  Ord. 


S.  Andrea  del  Lido,  certosini,  1219-1808, 49  (perg.  b.  4).  Ord. 
„  Antonio  di  Castello,  canonici  regolari  (1242)  1290-1761,  93 

Ord. 
„  Clemente,  eremiti  camaldolesi,  sec.  XYI-XIX,  35.  Ord. 
jf  Cristoforo  della  pace,  eremiti  agostiniani  1332-1805,  21.  Ord. 
»  Domenico  di  Castello  frati  predicatori,  1312-1806,  100  (perg. 

b.  9)  Ord. 
Congregazione  dei  rr.  pp.  Filippini  di  Venezia,  150.  Non  ord. 
„  „  „  „  Chioggia  6.  Non  ord. 

S.  Elena  in  isola,  Olivetani  70;  pergamene  del  scc.  XV,  109. 

Non  ord. 
„  Francesco  della  Vigna,  francescani  minori  osservanti,  20.  Non 

ord. 
„  „  di  Paola,  minimi,  24. 

Gesuatì,  domenicani,  170.  Non  ord. 
(Santa  Maria  degli  Angeli  in  Murano,  26.  Non  ord.). 
S.  Giacomo  della  Giudecca  -  Servi  di  Maria,  pacchi  10.  Non  ord. 
„  Giobbe,  minori  osservanti,  25.  Non  ord. 
„  Giorgio  in  alga  (isola),  carmelitani,  16.  Non  ord. 
„        „  maggiore  (isola),  benedettini.  Ord.  b.  e  r.  134. 
Ss.  Giov.  e  Paolo,  predicatori,  1234-1804, 139  (v.  sala). 
Abbazia  di  s.  Gregorio,  benedettini,  perg.  dal  1028.  Ord.  b.  e  r.  90. 
S.  M.  della  Carità,  canonici  lateranensi  (perg.  dal  1142  al  1185, 

b.  12).  Ord.  b.  e  r.  76. 


8.  Maria  del  Carmine,  carmelitani  calzati,  1212-1805,  65.  Ord. 
„  Maria  Gloriosa  dei  Frari,  minori  couvcntuaii,  1142-1812,  66 

(pcrg.  b.  4).  Ord. 
Madonna  dell'  Orto,  Cistercienai,  1190-300.  XVIII,  24  (perg.  b.  3. 
S.  M.   dei  Servi  (serviti)  perg.  dal  aee,  XIII  busto  1 1  ;  altri  atti 

1316  fino  al  1806  b.  e  r.  64. 
B.  V.  della  Salute   (aomaBChi)  perg.  1261-1764  b.  U  altri  atti 

1592-1797  b.  e  r   169. 
Scalzi  (carmelitani  scalzi)  perg.  1403-1626  b.  1;  altri  atti  b.  10. 
8.  MatHa  di  Murano  (camaldolesi)  perg.  b.  11.  altri  atti  b.  e 

r.  58. 
„  Pietro  Martire  di  Murano  (predicatori)  perg.  1401-1685,  b.  3 

altri  atti  b.  e  r.  SI. 
„  Nicolò  della  lattuga,  minori  conventuali  b.  26. 
„   Michele  in   isola  (presso   Murano)  camaldolesi  perg.   b.  19 

altri  atti  1407  —  1806  b.  e  r.  106. 
B  Nicolò  del  lido  (Lido  piccolo)  Benedettini  perg.  sec.  XII  al  sec. 

XVU  b.  12;  altri  atti  1539  al  1776  b.  46. 
q  Salvatore  canonici  regolari  b.  117. 
„  Sebastiano  eremiti  b.  91. 
„  Secondo  (isola,  benedettini)  b.  10. 
„  S.  Stefano  (eremiti  agostiniani)  perg.  sec.  XIIl-XVI   b.  7,  altri 

atti  b.  67. 

3\f  oxi.a.sterl. 


S.  Alvise  (agostiniane)  perg.  SUI  XIV  b.  1  altri  atti  b.  42. 
«  S.  Andrea  (de  ztVada)  perg.  dal  1148  al   1399  b.  3.  altri  atti 
b.66. 
226.  Miniere,  deputati  del  Cons.  dei  X  allo,  1488-1799,  571;  disegni, 
sec.  XVU-XVIII,  mot.  I.  dìs.  e  prospetti  10.  Ord.  p.  v.  e.  1818. 
Acque  inquisitorato,  sec.  XVI-XIX,  70.  Ord. 
„    (Savii  ed  esecutori  alle),  disegni  (1433-1797)  (ree  .XV-XVIU, 
562.  Ord. 
(Livcnza,  ruotoli  2,  dìs.  17;  Piave,  r.  25,  dìs.  125;  Po,  ruot.  36, 
dis.  192;Sile,  ruot.  6,  dia.  34;  Tartaro,  ruot.  5,dÌ3. 17;  diversi 
fiumi,  ruot.  31,  dis.  177.) 
227.  Acque  inquisitorato  552  (v.  st.  226).  Ord. 

„     (Savii  ed  eaecutort  alle)  discg-ni;  Adige,  ruot.  21,  dia.  176j 
Acque,  Bacchiglione,  r.  2.  dis.  7  ;  Brenta,  r.  24,  die.  147; 


-  154 

Stanza 


Acque,  Frassine,  r.  1,  dis.  10;  Gorzone,  r.  2,  dis  9; 
ji    Laguna,  r.  31,  dis.  66;  Lìdi,  r.  14,  dis.  66; 
„    LiTenza,  r.  5  (v.  si  226).  Ord.  p.  v.  e.  1823. 
(Beni  inculti  provveditori  disegni,  Vicenza,  r.  27.  Ord.) 
(Adige-prowed;  all' —  seo.  XVII-XVm,  dis.  r.  17,  n.  81.  Ord., 

p.  V.  e.  1823). 
228.  (Beni  inculti  provveditori,  disegni:  Verona,  r.  28,  in  tutto 

dis.  2040.  Vicenza  r.  1 16,  in  tutto  dis.  1550.  Ord.) 
(Acque  savii  ed  esecutori,  784.  Ord). 

229.  (Beni  inculti  provveditori,  disegni:  Verona,  r.  120  v.  st.  228.  Ord.) 
Adige  (provveditori  all')  e  deputati  alle  valli  veronesi,  1411-1797, 

376.  Ord.  p.  v.  e,  823.  Inv.  mod. 
Acque  (savii  ed  esecutori  all')  1433-1797, 175.  Ord.  Inv.  mod. 
.  (Beni  comunali  provv.  sopra  sec.  XV-XIX,  107.  Ord.) 

230.  „  „  ^  „      259.  Ord. 

jt  j,  n  it      disegni,  b.  145.  Ord. 

„      inculti  n  „      sec.  XVI-XVHI  (allegati  dal  sec 

Xni)  292.  Ord.  Inv.  mod.  dei 

processi. 
r,         »  T»  T)      deputati  all'  Agricol.  sec.  XVIII, 

29.  Ord. 

231.  ni,  „  '^      559.  Ord.  p.  v.  e,  823. 

jt  n  li  it      dis.  Friuli  e  Treviso  ;  Bassano,  Bel- 

Inno,  Bergamo,  r.  84;  in  tutto 
dis.  978  ;  Padova,  Polesine,  r. 
72,  in  tutto  dis.  502;  Verona, 
r.  36  (v.  st.  228).  Ord.  Inv.  mod. 
di  tutti  i  disogni. 
233.  Dimosse  di  Murano,  fasci  14,  perg.  dal  sec.  XIV,  13.  Kon  ord. 

Eremite  di  s.  Trovaso,  fasci  1.  Non  ord. 
„  „   Eufemia  di  Mazzorbo,  fasci  47.  Non  ord. 

S.  Francesco  in  Cbioggia,  b.  14.  Ord. 

Gesù  e  Maria,  fasci  15.  Non  ord. 

S.  Giacomo  di  Murano,  fasci  13,  perg.  dal  s(?c.  XIII,  37. 

„  Giov.  evangelista  in  Torcello,  fasci  84.  Kon  ord. 

»     „  laterano,  fasci  80.  Non  ord. 

„  Giuseppe  di  Castello,  fasci  87.  Non  ord. 

„        „    Murano,  fasci  1.  Non  ord. 

„  Giustina,  fasci  60  (perg.  dal  sec.  XII).  Non  ord. 

„  Girolamo,  fasci  33  perg.  dal  sec.  XIU,  25.  Non  ord. 


—  155  — 
Stanza 


S.  Lucia,  fasci  50.  Non  ord. 
„  Matteo  di  Mazzorbo,  fasci  31. 

n  Maria  deir  Orazione  in  Malamocco,  fasci  20.  Non  ord. 
j,  Marta,  fasci  65  perg.  dal  scc.  XTTT,  75.  Non  ord. 
n  Martino  di  Murano,  fasci  32,  pcrg.  dal  sec.  XIV,  70.  Non  ord. 
„  Matteo  in  Mazzorbo,  fasci  40  perg.  dal  sec.  XII,  329.  Non  ord. 
'„  Mauro  in  Burano,  fasci  20.  Non  ord. 
„  Maria  dei  Miracoli,  fasci  8.  Non  ord. 
Ognissanti,  fasci  41,  pcrg.  dal  sec.  XIV,  100.  Non  ord. 

234.  8.  Croco  della  Giudecca,  fas.  141.  Non  ord. 

„  Daniele,  fasci  80,  perg.  dal  sec.  XII,  90.  Non  ord. 

Dimesse  di  Murano,  fasci  20.  Non  ord. 

Ognissanti,  fasci  13.  Non  ord. 

Orsoline,  fasci  2.  Non  ord. 

Ss.  Rocco  e  Margarita,  fasci  25.  Non  ord. 

Ss.  Sepolcro  fasci  115  pcrg.  dal  scc.  XV,  34.  Non  ord. 

8.  Servilio  (isola)  8.  M.  dell' Umiltà,  fasci  150  porg.  dal  939,  21. 

Non  ord. 
Spirito  Santo,  fasci  120,  perg.  dal  sec.  XVI,  18.  Non  ord. 
8.  Teresa  fasci  60.  Non  ord. 
Terziario  di  s.  Barnaba,  fasci  5.  Non  ord. 

„  „    Francesco  della  Vigna,  fase.  5.  Non  ord. 

„  jf    Girolamo,  fasci  5.  Non  ord. 

„  „    Martino,  fasci  6.  Non.  ord. 

Le  Vergini,  buste  98.  Ord. 
Ss.  Vito  e  Modesto  (Burano),  fasci  40.  Non  ord. 
8.  Zaccaria,  buste  218.  Ord. 

235.  Ss.  Nazaro  e  Celso  di  Verona,  sec.  XII-XVIII,  152.  Ord.  Inv.  mod. 

„  Marco  e  Andrea  di  Murano,  scc.  XVI-XVIQ,  24.  Ord.  Inv 

mod. 
S.  M.  Maggiore  di  Venezia,  sec.  XVI-XVIII.  fasci  37.Ord.Inv.  mod. 
Fraterna  grande  di  s.  Antonino,  456  (v.  st.  236)  Ord.  Inv.  mod. 

236.  (Fraterna  grande  di  8.  Antonino.  Ord.  (v.  st.  235). 

•  Inv.  mod. 


Collezione  ordinata,  b.  185. 

8.  Agnese 

„  Agostino. 

yt  Angelo  Raffaele  (8.  Raffaele  arcang.) 

8.  Apollinare. 


Ss.  Apostoli 
S.  Barnaba 
,  Bartolomeo 
,  Basilio 

■  Basso 

a  Benedetto 

*  Kagio 

,  Soldo  (S.  Ubaldo) 

,  Canùano 

■  Casùano 
,  Croce 

,  Eufemia  della  Qiudecca 

,  Fantino 

,  Felice 

,  Foaoa 

,  Geminiano 

,  GeroRiia 

,  Oiaoomo  dall'  Orio 

,  Qiov.  decollato 

,      ,     elemosinano 

,      ,    gli  BOB  tomo 

,       g    in  bragora 

n       «     noto  (m  oleo). 

,  Gregorio 

,  Giuliano 

,  Giustina 

»  Leonardo. 

,  Leone  (b.  Lio) 

,  Loca 

y,  Lucia 

„  Marcuola  (Ss.  Ermagora  e  Fortunato) 

,  Margarita 

n  Maria  Pormosa 

„    „      Maddalena 

n     »      Mater  Domini 

,     n      nova 

,     „      del  Giglio  {Zobenigo) 

„  Marina 

„  Martino  in  Burano 

,        „        „    Murano 


-  157  - 

S.  Martino  in  Venezia 

j,  Marcilian  (S.  Marziale) 

jf  Matteo 

n  Maurizio 

ff  Michele  arcangelo. 

„  Moisè 

„  Nicolò 

ji  Pantaleone 

ji  Paterniano 

jf  Pietro  di  Castello 

„  Polo  (S.  Paolo  ap.) 

jt  Provolo  (8.  Procolo) 

SS.  Salvatore 

S.  Samuele 

„  Severo 

„  Silvestro 

j,  Simeon  piccolo  (Ss.  Simeone  e  Giuda) 

^        ji      grande  (S.        ^    profeta.) 

j,  Sofia 

n  Stae  (S.  Eustachio) 

„  Stin  (S.  Stefano  prete) 

^  Tornita  (S3.  T  r  inità) 

„  Toma  (S.  Tomaso  ap.) 

„  Trovaso  (Ss.  Gervasio  e  Protasio) 

^  Vidal  (S.  Vitale) 

ji  Vio  (Ss.  Vito  e  modesto). 

Archivio  privato  del  co  :  Demetrio  Perulli  52. 


Acquavite,  battioro-tlemanni,  battioro-stagnoli  (di  foglia,  di  sta* 
gno)  berretteri,  biavaroli^  boccaleri,  boUadori  e  lìgadori, 
botteri,  burchieri  e  cavacanali,  burchieri  da  legna  e  da 
stuoie,  caldereri  e  zavateri,  calegheri,  oalegheri  tedeschi,  ca- 
lafati, fabbricatori  di  calze,  cappelleri,carteri  (libreri  da  conti 
e  carta  bianca),  casaroli,  casselleri,  cesteri,  conzacurame, 
coroneri,  corteleri  e  spaderi,  cordaroli,  fabbri,  finestreri, 
filacancvo,  filatoi,  fioreri,  fomeri,  fritoleri,  galineri  e  buti- 
ranti,  galineri  e  polaroli,  giia  (aguzza)  cortelini,  lasagneri, 
libreri,  stampadori  e  ligadorì,  dipintori,  linarolì,  lugane- 


-  158  - 

Stanta 


gheri,  marangoni,  malrgariterì,  marzerì,  mureri,  naranseri, 
orefici  e  gioiellieri,  ortolani,  osti  —  Buste  409,  ord. 
237.  Mercanti  da  seda,  parrucchieri  e  barbieri,  passamaneri,  pesa- 
dori  di  Comun,  pegoloti,  perleri,  pestrineri,  petteneri  da 
testa,  pistori,  pittori,  revendigoli,  remeri,  salumieri,  sar- 
tori, scaletteri,  scorzeri,  selleri,  bolzeri  e  tappezzieri,  se- 
molini, sensori,  squeraroli,  specchieri,  spezìeri,  stramazze- 
ri,  tajapiera,  telar  oli,  terrazzeri,  tesseri  da  tela,  testori  da 
panni  di  seta  e  d'oro,  tintori,  tira-butiro,  tornidori  e  bos- 
soleri,  travasadori  portatori  e  venditori  di  vino,  travasa- 
dori  da  olio,  varoteri,  vetrari  di  Murano  —  Fase.  140, 
non  ord. 

Corpus  domini  (Venezia),  b.  15.  Non  ord. 
9  „       (Chioggia)  5.  Non  ord. 

Convertite,  Giudeoca,  148.  Non  ord. 

Ss.  Cosma  e  Damiano  della  Giudecca,  42;  perg.  dal  sec.  XY, 
80  e  f.  1.  Non  ord. 

S.  Croce,  Chioggia,  8.  Non  ord. 
„        Giudecca,  80.  Non  ord. 
„       Venezia,  20,  perg.  dal  sec.  XII,  265.  Non  ord. 

„  Caterina  in  Chioggia,  24.  Non  ord. 
„  Mazzorbo,  24.  Non  ord. 

Carmelitane  scalze.  Murano  7.  Non  ord. 

S.  M.  della  Celestia,  monache  cistcrciensi,  40,  perg.  dal  sec. 
Xm,  50.  Non  ord. 

„  Chiara  in   Venezia,  112,  perg.  dal  sec.  XII,  133.  Non   ord. 
„  Murano,  28.  Non  ord. 

Nicola  dei  Tolentini  (PP.  Teatini),  65;  perg.  dal   sec.  XI. 
200.  Non  ord. 


r» 


in  Venezia  e  nel- 
r  antico  Dogado  soppressi  dalla  Repubblica  Veneta  nel 
1767  e  nel  1770,  e  dal  primo  Regno  d' Italia  nel  1806-10. 
(Le  indicazioni  seguono  Y  ordine  in  cui  sono  disposte  le 
carte;  alcuni  essendo  assai  confusi  vengono  indicati  in  com- 
plessi di  due,  tre  o  più  archivii). 

S.  Andrea  in  bmco  (prov.  di  Treviso),  fase.  27;  perg.  dal  sec. 
XV,  146.  Non  ord. 

„  Maria  degli  Angeli  in  Bacile;  s.  Maria  Annunziata  di  No- 
venta;  s.  Andrea   di  Oarmignano   (Vicentino);   s.  Antonio 


-  159  — 
Stanza 


di  Conegliano  (Treviso);  s.  Angelo  di  Asolo  (Treviso)  — 
in  tutto  32.  Non  ord. 

S.  Antonio  di  Gemona  (Friuli);  di  Latisana  (Friuli)  perg.  dal 
sec.  XV,  530,  e  di  Vienna  (Padova)  in  tutte  100.  Non  ord. 

„  Bartolomeo  in  Monte  (Verona)  5.  Non  ord. 

„  „        (Vicenza)  100   perg.  dal  secolo  XIII, 

1291  e  fasci  1.  Non  ord. 

n  Bernardo  di  Crema,  1.  Non  ord. 

„  Benedetto  di  Montagnana  (Padova),  perg.  dal  sec.  XIV,  63, 
e  di  Crema,  fase.  1.  Non  ord. 

^  Bona  di  Vidor  (Treviso)  8.  Non  ord. 

B.  V.  della  Sabbionera  in  Latisana  (Friuli)  1.  Non  ord. 

S.  Michele  di  Candiana  (Padova)  79.  Non  ord. 

Cappuccine  di  Severe  (Bergamo)  1.  Non  ord. 

Minori  conventuali  di  Valcamonica  (Brescia)  1.  Non  ord. 

Abbazia  di  s.  Stefano  di  Carrara  (Padova)  4.  Non  ord. 

Carmelitane  di  Udine,  3.  Non  ord. 

S.  Caterina  di  Bassano,  17.  Non  ord. 
„  Treviso,  4.  Non  ord. 

Certosa  di  Camposampiero  (Padova)  fasci  30,  perg.  dal  sec.  XIII, 

360.  Non  ord. 
„  Vedana  (Belluno)  fasci  38  perg.  dal  sec.  XV,  368. 

Non  ord. 

Minori  conventuali  di  Pordenone  (Friuli)  1.  Non  ord. 

S.  Cristoforo  dell'Olmo  (Padova)  2.  Non  ord. 

„  Daniele  in  Monte  (Padova)  37.  Non  ord. 

^  Francesco  di  Bassano,  s.  Daniele  in  Monte  (Vicenza)  ;  s.  Eu- 
femìa di  Villanova  (Vicenza);  s.  Domenico  di  Chioggia; 
88.  Felice  e  Fortunato  di  Cologna  (Verona);  s.  Francesco 
di  Cividal  del  Friuli;  di  Lendinara  (Polesine);  di  Bassano 
(Vicenza);  di  Gemona  (Friuli);  di  Monselice  (Padova)  — 
in  tutto  60.  Non  ord. 
238.  Pergamene  in  miscellanea,  fra  ruotoli  e  sciolte,  sommate  una 
ad  una,  molte  riunite,  taluna  lunga  fino  12  metri;  altre 
larghe  fino  ad  85  centimetri  (in  tutte  n.  30552  —  redi  stanza 
236).  Non  ord. 

S.  Maria  degli  Angeli  di  Murano,  30  (perg.  dal  secolo  XII). 
Non  ord. 

„  Anna  di  Castello  70;  perg.  dal  sec.  XIV,  340.  Non  ord. 

„  Antonio  di  Torcello  66;  perg.  dal  sec.  XIII,  340.  Non  ord. 


-  160  - 

S.  Bernardo  di  Marano  38,  perg.  dal  sec.  XDI,  38.  Non  ord. 
y,  Biagio  e  Cataldo  (Giudecoa)  50.  Non  ord. 
Cappuccine  di  Castello,  Chioggia,  e  del  Pianto  3.  Non  ord. 
S.  Caterina  di  Venezia,  64.  Non  ord. 
„  Chioggia,  10.  Non  ord. 

„  Francesco  a  Montagnana  (Padova)  8,  perg.  dal  sec.  XIY, 

208.  Non  ord. 
„  Piove  di  Sacco  (Padova)  12.  Non  ord. 

„  Portogruaro,  4.  Non  ord. 

Gesuiti  di  Padova,  172;  perg.  dal  sec.  XVI,  57.  Non  ord. 
y,        Belluno,  Verona  (perg.  dal  sec.  XIV,  33),  e  Vicenza 
(perg.  dal  sec.  XTT,  143),  in  tutto  64.  Non  ord. 
S.  Giacomo  di  Castelfranco  (Treviso)  20.  Non  ord. 

y,  Polcenigo  (Friuli)  4.  Non  ord. 

„  Giov.  Battista  di  Venda  (Padova)  22.  Non  ord. 
„  „  SerravaJle  (Treviso)  4.  Non  ord. 

„  „  Venzon  (Friuli)  8.  Non  ord. 

„  Giovanni  di  Verdara  (Padova)  245.  Non  ord. 
„  Lucia  di  Udine,  8;  perg.  dal  sec.  XIV,  fasci  1.  Non  ord. 
Abbazia  di  s.  Leonardo  in  Monte  (Verona)  50;  perg.  dal  secolo 

XIV,  341.  Non  ord. 
Maddalene  di  Padova,  57;  Treviso  14;  Vicenza,  43.  Non  ord. 
S.  Maria  degli  Angeli  (Padova)  ;  Madonna  della  Concezione  di 
Longuello  (Bergamo);  s.  M.  degli  Angeli  di  Vicenza  e  di 
Rovigo  —  in  tutto  60.  Non  ord.  • 
„  Maria  della  fraglia  di  Rovigo,  17.  Non  ord. 
„  „    ffiara  di  Verona,  20.  Non  ord. 

„  delle  grazie  di  Este,  24.  Non  ord. 

„  „        „       della  Motta  di  Padova   e  di  Vicenza 

40.  Non  ord. 
„        di  Lispida  (Padova)  44,  perg.  dal  sec.  XIV,  1 72.  Non  ord. 
„        maggiore  di  Treviso,  76.  Non  ord. 
„  Marco  di  Montegalda  (Vicenza);   s.  Maria  di  Monte  Sumano 

(Vie.)  e  di  Monte  in  Conegliano,  22.  Non  ord. 
„  Maria  della  Misericordia  di  Pontevico  (Bergamo);  s.  M.  dei 
Miracoli  di  Lonigo  (Vicenza);  e  del  Paradiso  di  Ve- 
rona —  73.  Non  ord. 
„    del  prato,  di  Feltro,  14.  Non  ord. 
„  Maria  della  Riviera  (Brescia)  23.  Non  ord. 
„  Michele  di  Vicenza,  8.  Non  ord. 


-  1(51   - 

Slnnza 


S.  Maria  dei  Servi  di  Vicenza,  71.  Non  ord. 

„  jf     tremiti  (Napoli)  1.  Non  ord. 

Minimi  di  Vicenza,  30.  Non  ord. 
Minori  conventuali  di  Legnago  (Verona)  6.  Non  ord. 
S.  Pietro  di  Villanuova  degli  Olivetani  (Verona);  e  s.  Pantaleone 

di  Spiiimbergo,  11.  Non  ord. 
Ognissanti  di  Feltro,  e  ss.  Quaranta  di  Treviso,  4.  Non  ord. 
S.  Rocco  di  Marostica,  20.  Non  ord. 
S.  Stefano  di  Monselice,  8.  Non  ord. 
Serviti  di  Castelfranco,  3.  Non  ord. 
S.  Teodoro  di  Fola,  40.  Non  ord. 
Certosini  (di  s.  Andrea  del  Lido)  2.  Non  ord. 
Ss.  Vito  e  Modesto  di  Cerea  (Verona)  15.  Non  ord. 

240.  Ducali  in  copia  dirette  a  vari  ambasciatori  sec.  XVII -XVIII, 

filze  237. 

241.  Archivio  proprio  del  bailo  di  Costantinopoli  1546-1797,  buste  530. 
Miscellanea  di  atti  diversi  manoscritti^  buste  135. 

243.  Compilazione  delle  leggi^  b.  381.  Ord.  Inv.  mod. 

244.  Riformatori  dello  studio  di  Padova,  1542-1797,  574.  Ord.  p.  v.  e. 

Inv.  mod. 

Provveditori  alla  fabbrica  del  ponte  di  Rialto  1501-1594,  15;  di- 
segni ruot.  1.  Ord. 

Compilazione  delle  leggi,  raccolte  per  la  riforma  dei  codici  civ.  e 
crim.  secolo  XIII-XVIII,  46.  Ord. 

Sommario  delle  leggi  del  M.  Cons.  voi.  41. 

Libri  di  leggi  detti  d'  Oro,  Roano  e  Verde,  voi.  66. 

245.  Stanza  vuota  con  mappe  della  laguna  (1692)  ed  altre. 

246.  Lettere  di  vari  rappresentanti  ed  ambasciatori   ai   Capi   del 

Cons.  dei  X,  buste  38.  • 
Documenti  storici   relativi   alla   Sacra  Inquisizione  ed   altro, 

buste  13. 
Lettere  ai  capi  Cons.  X  ed  altri  atti  storici,  pacchi  20.  da  ord. 
Duca  di  Candia  1225-1669,  buste  90. 
Libri  provenienti  dalle  biblioteche  delle  Corporazioni  religiose 

soppresse  dal  presente  Regno  d'Italia,  opere  incomplete, 

scaffali  3,  pacchetti  15. 


11 


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iPH«^PiP*HBB 


-  162  — 

Lcttfre  mn 

soscnzioni  autografe  sorhnto  neììe  vetrine 

(Iella  Secreta. 

Stanza  208. 

1548. 

Carlo  V,  imperatore. 

1567. 

Massimiliano  II. 

1569. 

Filippo  il  di  Spagna. 

1571. 

D.  Giovanni  d' Austria. 

1578. 

Stefano  re  di  Polonia. 

1581. 

Elisabetta  d' Inghilterra. 

1589. 

Sigismondo  Bathorj,  princ.  di  Transilv. 

1609. 

Carlo  duca  d'  Yorch  e  di  Albania. 

1620. 

Giacomo  d' Inghilterra  (ricco  diploma,  con  orna 

menti  dorati). 

1625. 

Carlo  I. 

1634. 

Henrietfe  Marie,  Londra. 

1640. 

Vladislao,  re  di  Polonia. 

1657. 

Oliv.  Cromwell. 

1659. 

Guglielmo  Leuthall,  capo  del  pari,  inglese. 

1666. 

Carlo  II. 

1668. 

Cristina  Alessandra,  reg.  di  Svezia. 

1685. 

Giovanni  re  di  Polonia. 

1696. 

Guglielmo  111.  d' Inghilterra. 

1709. 

Federico  di  Danimarca. 

1710. 

Pietro  il  grande. 

1770. 

Maria  Teresa. 

1777. 

Caterina  II. 

1780. 

Giuseppe  II. 

1792. 

Francesco  I. 

1869. 

Eugenia  di  Francia. 

Stanza  209. 

■ 

1414-35. 

• 

Giovanna  d' Aragona. 

1474. 

Caterina  di  Cipro. 

1516. 

Alfonso  d' Esto. 

1525. 

Carlo  contestab.  di  Borl)one. 

1528. 

Francesco  I.  di  Francia. 

1567. 

Carlo  IX  di  Francia. 

1568. 

Caterina  de' Medici. 

T) 

Cosimo  I.  di  Toscana 

1571. 

Marc' Antonio  Colonna. 

1572. 

Doge  e  governatori  di  Genova. 

1574. 

Enrico  ITI.  di  Francia. 

—  163  " 


1574. 

Eleonora  d' Este. 

T» 

Emanuele  Filiberto. 

• 

1578. 

Francesco  Maria  de'  Medici. 

1579. 

Paolo  Giordano  Orsino. 

1582. 

Bianca  Cappello  grand,  di  Toscana. 

1595, 

Enrico  IV  di  Francia. 

1586, 

Ottavio  Farnese. 

1616. 

Frane.  Maria  TT.  duca  di  Urbino. 

1626. 

Maria  di  Francia. 

1699. 

LuigiAlV— Colbert. 

1738. 

Carlo  V  di  Napoli. 

1792. 

Luigi  XVI. 

1796. 

Bonaparte  generale. 

1806. 

Princ.  Eugenio  Napoleone. 

Stanza  210. 

1523. 

Palma  Giacomo. 

1551. 

Paolo  Veronese. 

1562. 

Andrea  Palladio. 

1565. 

Giacomo  Tintoretto. 

1618. 

Fra  Paolo  Sarpi. 

1639. 

^    Fulgenzio. 

1767. 

Gaspare  Gozzi. 

1774. 

Tommaso  Temanza. 

1792. 

Melchior  Cesarotti. 

1818, 

Antonio  Canova. 

T» 

Leopoldo  Cicognara. 

1500, 

Paolo  Manuzio.  Carlo  Sigone.  Fra  Felice  Peretti. 

1513. 

Leone  X  —  Pietro  Bembo. 

1514. 

Pietro  Bembo. 

1526. 

Clemente  VII. 

1560. 

Pio  IV. 

1566. 

.    V. 

1605. 

Paolo  V. 

1689. 

Alessandro  \IIi. 

1700, 

Clemente  XT. 

1721. 

Innocenzo  Xllf. 

1724. 

Benedetto  W\\. 

1730. 

Clemente  XIT. 

1740. 

Benedetto  XIV. 

1758. 

Clemente  XIII. 

1769 

.    XIV. 

1775. 

Pio  VI. 

-  164  — 

8tanza21h 

883.  Diploma  di  Carlo  il  grosso  con  sigillo  di  cera. 

911.  „       di  Berengario,  ^   • 

920.  Id. 

1166.  Documento  con  sottoscrizione  del  doge  Michiel 

Vitale  n. 

1176.  Documento  con  sottoscrizione  del  dogo  Seba- 

stiano Ziani  —e  di  Enrico  Dandolo  (giudice) 

1354.  1(1.  con  firma  di  Marino  Falier. 

•  434.  ^  jf        Francesco  Foscari. 

Fotografìa  di  un  documento  armeno. 
Documento  in  carattere  siriaco. 

Id.  in  arabo -ed  altro  simile  con  tugra  dorato  e  miniato. 
Pezzi  di  sciamito  d' oro,  entro  i  quali  venivano  involti  i  firmani. 
Stanza  207. 

Ceremoniale  aperto  nelle  pagine  sulle  quali  sono  miniati  i  costumi 

della  dogaressa  in  abito  solenne  e  di  lutto. 
Cassetta  contenente  pergamene,  con  sottoscrizioni  di  vart  dogi, 

fra  i  quali  : 

1134.  Domenico  Morosini  (in  qualità  di  privato). 

1237.  Iacopo  Tiepolo. 

1270.  Lorenzo  Tiepolo. 

1283.  Giovanni  Dandolo. 

1 3 1 1 .  Pietro  Gradcnigo. 

1329.  Francesco  Dandolo. 

1353.  Andrea  Dandolo. 

1406.  Michele  Steno. 

1467.  Cristoforo  Moro. 

1571.  Pasquale  Cicogna. 

Stanza  212. 

1312,  17  febbraio.  Avignone. 

Bolla  di  Clemente  V.  al  doge  di  Venezia  e  Comune  —  nella  quale 

si  registrano  i  patti  stabiliti  per  la  pace  tra  la  sua  città  di 

Ferrara  e  il  Comune  di  Venezia. 

RIASSUNTO 

Tra  filze  e  registri N.  90,520 

Pcrgamcno ^  52,S78 

Disegni ^     6,303 


IV. 


PROSPETTI  DI  CONFRONTO 


TRA  I  MAGISTRATI  DELLA  REPUBLICA  VENETA 
E  QUELLI  DEI  GOVERNI  AD  ESSA  SUCCEDUTI  ^ 


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*  Un  raffronto  esatto  fra  i  magistrati  della  Repubblica  Veneta  e  quelli  dei 
Governi  succeduti  ad  essa,  non  è  possibile.  Venezia  fino  al  12  maggio  1797 
fu  sede  del  Governo  Centrale,  e  V  amministrazione  politica  non  era  separata 
dalla  Comunale.  Tutti  i  magistrati  erano  governativi. 


-  167  — 


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V. 


CENNI 


SUGLI  UFFIZII  DEI  GOVERNI  SUCCEDUTI  ALLA 

REPUBBLICA    VENETA,   E   NOTE    STATISTICHE 

DEGLI   ARCHIVII  RISPETTIVI  * 


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<  La  Direzione,  approfittando  di  an  manoscritto  del  sìg.  Agostino  Cottin 
officiale  in  questo  Archivio  Generale  ha  stimato  di  qualche  interesse  il  com- 
pilare alcuni  cenni  sulla  istituzione  dei  magistrati  dei  Governi  succeduti  alla 
Republica  di  Venezia,  e  sulle  materie  della  loro  amministrazione.  Le  vicende 
politiche  alle  quali,  dopo  una  lunghissima  autonomia,  soggiacquero  le  Pro- 
vincie Venete,  ne  cangiarono  così  di  frequente  gli  ordinamenti  amministrativi, 
che,  senza  qualche  guida,  è  impossibile  farsi  un  concetto  dell'  andamento  del 
Governo  della  Venezia  dal  maggio  1797,  air  ottobre  1866  ;  conoscere  la  specie 
delle  carte  od  atti  degli  Ufficii,  e  saperli  all'uopo  trovare 


I. 


EPOCA    DEMOCRATICA 

16  maggio  1797  —  17  gennaio  1798. 


Municipalità  provvisoria  di  Venezia- 
li  Maggior  Consiglio  dichiarò  sciolta  la  Repubblica  Ve- 
neta colla  deliberazione  12  maggio  1797,  e  il  patriziato  ab- 
dicò a  favore  del  popolo.  Si  costituì  allora  un  governo  detto 
Municipalità  provvisoria^  composto  di  sessanta  persone  tratte 
dalle  diverse  classi  sociali  e  rappresentanti  la  così  detta  «  so- 
vranità del  popolo  ». 

Era  composta  di  otto  Comitati: 

L**  Comitato  di  Salute  pìibblica  per  la  sorveglianza  alla  co- 
stituzione del  nuovo  governo,  V  alta  polizia,  la  sicurezza  pu- 
blica,  le  relazioni  colle  provincie  dell'  Istria,  della  Dalmazia,  Al- 
bania e  Levante,  e  pei  carteggi  diplomatici  cogli  altri  Stati. 

Nominava  i  pubblici  funzionarii,  che  venivano  poi  con- 
fermati dalla  Municipalità. 

IL*  Ckyìn.  alle  finanze  e  zecca:  economia  pubblica,  esazione 
delle  imposte  e  dei  dazii,  sorveglianza  economica  sugli  istituti 
di  culto  e  sulle  pie  fondazioni,  redazione  del  bilancio  dei  ca- 
pitali di  zecca,  prospetto  dei  pagamenti  giornalieri  delle  spese 
civili  e  militari. 

III.o  Com.  al  Bancogiro  commercio  ed  arti:  progresso  del- 
l' industria ,  del  commercio,  statistica  dell'  importazione  e 
deir  esportazione,  vicende  economiche  del  Banco  giro,  ammi- 
nistrazione doganale  (  meno  la  parte  daziaria  di  spettanza  del 
Com.  delle  finanze);  carteggio  coi  consoli  in  materia  di 
commercio. 


-  174  - 

IV.®  Com,  alle  sussistenze  ed  ai  publici  soccorsi  :  previdenze 
per  la  classe  indigente  ;  diminuzione  del  prezzo  delle  vettova- 
glie di  prima  necessità,  aiuto  agli  spedali,  ai  luoghi  di  benefi- 
cenza (e  di  accordo  col  Com.  di  salute  publica)  al  vagabondaggio 
ed  air  accattonaggio. 

V.*  Cam.  alla  Sanità  :  igiene  pubblica  interna  ed  esterna, 
sorveglianza  sulle  gravezze  imposte  alla  navigazione  ed  al  com- 
mercio, e  sui  provveditori  e  sopraprovveditori  alla  sanità. 

VI.°  Com,  all'  arsenale  ed  alla  marina  :  sorveglianza  al- 
^'  arsenale  nei  riguardi  amministrativi  e  disciplinari,  su  tutti 
i  boschi  erariali  di  alto  fusto  ed  atti  alla  costruzione  navale  ; 
presiedeva  alla  leva  di  mare  e  doveva  trasmettere  alla  Mu- 
nicipalità r  elenco  degli  operai  e  dei  militi  più  distinti  pel  ser- 
vizio navale. 

VII.®  Com.  air  istruzione  puòlica  :  doveva  promuovere  T  e- 
ducazione  del  popolo,  presentare  alla  Municipalità  il  piano  delle 
feste  nazionali,  degli  spettacoli  pubblici  e  delle  rappresenta- 
zioni teatrali  considerate  come  mezzi  di  istruzione. 

Vili.**  Comitato  al  militare  :  presiedeva  all'  arruolamento 
delle  milizie,  air  organizzazione  ed  al  movimento  delle  forze  di 
terra  e  di  mare,  al  Genio,  alP  artiglieria,  alle  munizioni  e  for- 
tificazioni militari  ;  organizzava  la  guardia  nazionale,  vegliava 
sulla  polizia  militare,  proponeva  alla  Municipalità  i  meritevoli 
di  premi. 

ARCHIVIO. 

Note  statistiche. 

Staniu  14  — 

Municipalità  provvisoria buste  N.  26 

Comitato  di  salute  publica »  »  9 

»        alle  finanze  e  zecca »  »  30 

»         al  Bancogiro,  commercio  ed  arti .     .  »  »  17 

»         alle  sussist(>nze  e  pubblici  soc(N)rsi   .  >^  »  0 

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175   - 


Gommissioni  varie. 

Commissione  alle  pie  fondazioni  (Comitato  alle  sussistenze  e 

pubblici  soccorsi) buste  N.    2 

Progetti  economici  (Comitato  alle  finanze  e  zecca 
Culto  —  Istruzione  pubblica  —  Censura  ed  altro 

Processo  Chomcl 

»  contro  gli  Inquisitori  di  stato  .  . 
Municipalità  del  Levante  e  Dalmazia  .  .  . 
Atti  varii  —  buste  3. 

Goimnìssione  dei  Cinque  cogli  aggiunti 

2  agosto  1797  —  18  gennaio  1798. 

Formava  parte  del  Comitato  alle  finanze  e  2ecca\  ripar- 
tiva in  egual  misura  su  tutti  i  possidenti  le  gravezze  pub- 
liche,  esclusane  afiatto  la  classe  povera. 

Ordinò  per  questo  scopo  la  notifica  dei  beni  immobili  e 
dei  fondi. 

Stanza  14 

Commissione  dei  Cinque buste  N.    2 

Capisoldi  e  provvigioni »      »      2 

Stanza  9 
Noti  fiche  per  beni  immobili  e  fondi      ...        »      »   62 

Commissione  alle  ricerche  francesi. 

Requisiva  i  viveri  e  gli  alloggi  per  la  truppa  francese, 
ne  quiditava  l'importo  da  pagarsi  dal  Comitato  alle  finanze. 
Stanza  14  —  buste  3. 

Commissione  pel  risarcimento  dei  danneggiati  nella 

giornata  del  12  maggio 

12  giugno  1797— gennaio  1798. 

Composta  d'un  certo  numero  di  membri  con  un  presi- 
dente ed  un  segretario,  si  riduceva  ogni  giorno  nei  locali  già 


sede  dell'ex  Collegio  àUa  Milìzia  da  Mar ,  TiceTeva  le  insi- 
nnazioiii  e  i  reclanii  dei  cittadini  pel  risarcimento  dei  danni 
aofierti  nella  giornata  del  12  ma^o.  A  tal  uopo  emanò  il 
27  messìdoTO  (15  luglio)  un  proclama  con  coi  invitò  tutti  i 
danneggiati  a  produrre  entro  otto  giorni  le  loro  petizioni,  racco- 
mandando la  ma^poT  esattezza  nel  documentare  i  danni. 

Era  sotto  la  direzione  del  Comitato  alla  salate  publica. 

SUmta  14  —  buste  4 

Guardia  Nazionale. 
28  maggio  1797  —  18  gennaio  1798. 

n  Comitato  al  Militare  instituì  una  Commissione  per 
compilare  un  Regolamento  ed  un  piano  d'oiganizzazìpne  per 
r  iatruzione  dei  cittadini,  la  formazione  dei  corpi,  e  l' uni- 
forme militare. 

n  Regolamento  e  il  piano  approvato  dalla  Municipalità 
Provvisoria  (2  giugno)  furono  posti  in  attività  il  3  luglio,  e 
venne  demandata  alla  Commissione  per  l' organizzazione  della 
Guardia  Nazionale  l' applicazione  dì  queste  norme  e  la  forma- 
zione del  corpo. 

Stoma  14  —  buste  1. 

Deputazione  al  lotto. 

1/ amministrazione  di  essa  era  gestita  dal  Comitato  alle 
Pivaaze  e  Zecca  con  un  rappresentante  [Guizzetti  Domenico) 
per  sorvegliare  1'  apparato  di  tutti  i  prenditori  dei  puòòlici 
banchi^  per  regolare  le  loro  partite,  provvedere  agli  incassi, 
verificare  le  vincite  ed  esigere  dal  Comitato  suddetto  le  som- 
me pel  pagamento  di  esse. 

Stanza  9  *  — 


<  Veggasf  al  titolo  stesso   negrll   srchiTii  della  1.  epoca  nustrlaca  e 
j  tromiBi  nnito  le  carte  di  questa  DepntaxJone. 


Monte  dì  Pietà. 

Nel  23  maggio  1797  fu  proposta  T  istituzione  di  un 
Monte  di  Pietà. 

Furono  eletti  5  probi  cittadini  perchè  entro  un  mese  pro- 
ponessero un  piano  per  V  erezione  di  un  Monte  di  Pietà  ;  in- 
tanto fi  Comitato  alla  salute  publica  poneva  al  pubblico  incanto 
tutti  i  pegni  esistenti  presso  gli  osti  e  i  bastioneri. 

Stanza  14  —  buste  1. 

Commissione  di  Polizia. 

11  corpo  della  polizia  dei  sestieri  era  composto  di  un  pre- 
side, 6  commissari  e  alcuni  vicecommissarì,  che  si  valevano 
del  braccio  degli  ispettori,  presidenti  e  capi  pattuglia. 

Addì  26  novembre  1797  fu  istituita  una  Commissione 
straordinaria  per  reprimere  i  frequenti  disordini. 

Stanza  14 —  buste  5. 

Magistrature  giudiziarie 

13  maggio  1797  a  tutto  marzo  1798. 

Il  Tribunale  d' appellazione  istituito  nel  22  messidoro 
(10  giugno)  era  composto  di  quattro  Camere,  con  una  detta 
Direttrice^  e  pronunziava  sentenza  sopra  la  decisione  del  Trib. 
di  1.  Istanza  rimettendola  al  laudo^  al  taglio,  o  alla  riforma. 

La  Camera  Direttrice  ebbe  la  sopraintendenza  al  Collegio 
ed  all'  ufficio  dei  Nodari,  che  già  spettava  air  ex  -  Magistrato 
dei  Conservatori  alle  Leggi. 

II  Tribunale  Civile  di  I.  Istanza,  era  diviso  in  tre  Ca- 
mere dette  :  Direttrice^  /.  e  //.  Giudicavano  per  turno  tutte  le 
cause  che  venivano  licenziate  dai  Giudici  di  Pace  per  non  aver 
potuto  conciliare  gli  attori  coi  rei  convenuti. 

I  sei  Burò  di  pace,  uno  per  sestiere,  avevano  P  ufficio  di 
conciliare  le  parti  dovendo  sul  momento  comporre  le  liti  me- 
diante accordo,  o  rimetterle  al  giudizio  del  Tribunale  Civile. 

Stanza  264  —  in  complesso  buste  60. 

12 


-  ITO  - 


IL 


PRIMA  EPOCA  AUSTRIACA. 

18  gennaio  1798—18  gennaio  1806. 


Acqae  [Commissione  o  Commissariato  alle) 
29  novembre  1803  -  18  gennaio  1806. 

Subentrò  nella  giurisdizione  dell'  ex-Congregazione  de- 
legata per  la  materia  delle  acque,  ma  fu  resa  indipendente 
dal  Capitanato  Provinciale,  coli' editto  24  nov.  1803;  prima 
formava  una  sezione  della  Congregazione  stessa. 

Stanza  24  —  buste  126,  protocolli  2,  indici  4. 

Per  vigore  dell'  editto  Imperiale  27  febbraio  1804  ebbe 
r  incarico  di  assumere  e  rivedere  tutte  le  notifiche  d'  acque 
dei  singoli  proprietarii,  e  di  approvarle  o  no,  compilando  nel 
tempo  stesso  un  prospetto  statistico  di  tutti  i  diritti  d'  acqua. 

Stanza  242 
buste  d'atti  per  alfabeto  36,  protocolli  1,  indici  1. 

Camerale  Ammiiiistrazioiie. 

1804  al  16  gennaio  1806. 

Installata  nel  gennaio  del  1804  le  erano  soggetti  gli 
Ispettorati  di  Padova,  Vicenza,  Verona,  Treviso  od  Udine  aperti 
il  1.  febbraio  susseguente. 

Erano  di  sua  competenza  tutti  gli  oggetti  camerali  tranno 
il  Lotto,  Zecca,  Posto,  Censo,  Tasse,  rendite  dei  Bosclii,  Beni, 
Comunali,  Feudi  e  qualunque  altra  investitura,  oggetti  tutti 
che  restarono  sotto  la  dipendenza  del  Govorno. 

Stanza  114  e  115 

buste  83  protocolli  5,  rubriche  6,  numenche  3. 


-  179  - 

Camerale  Gommissìone 

1798  11  aprile  -  30  settembre. 

Istituita  il  31  marzo  1798  dal  governatore  imp.  Co.  Oli- 
viero di  Wallis  affinchè  i  diritti  del  principato  fossero  sot- 
toposti ad  una  tutela,  e  che  vi  fosse  un  corpo  rappresentante 
la  R.  Camera.  ^ 

Erano  materie  di  sua  spettanza: 

Conservazione  dei  diritti  del  principato;  censimento  ec- 
clesiastico e  laico  ;  sopraintendenza  alle  amministrazioni  pub- 
bliche della  città  ;  corpi  territoriali,  castelli  e  comunità  ;  beni 
comunali  ;  confini  ;  studi  e  scuole,  censura  dei  libri  e  stampe  ; 
arti  e  commercio  ;  agricoltura  ;  fiere  e  mercati  ;  cemide  ;  mi- 
niere; acque;  lagune;  lidi;  amministrazione  dei  beni  fiscali; 
tasse  ereditarie  e  lotterie;  feudi;  regii  patronati  e  soprain- 
tendenza economica  sopra  la  chiesa  ducale  di  S.  Marco,  banco- 
giro ;  zecca  ;  monete  ;  pesi  ;  misure  ;  poste  ;  araldica. 

Decideva  su  tutti  i  ricorsi  prodotti  dalle  città,  corpi  terri- 
toriali, castelli  e  comunità  del  Veneto  ;  giudicava  in  grado  d'ap- 
pello tutte  le  questioni  insorte  fra  i  privati  e  la  Congregazione 
Delegata. 

Fu  sciolta  nel  settembre  1798  e  gli  oggetti  di  sua  attri- 
bu^one  furono  divisi  fra  il  Magistrato  Camerale^  la  Congrega- 
zione Delegata,  ed  il  Governo  Generale. 

Stanza  56 

buste  41,  pacchi  5,  protocolli  1,  rubriche  1,  registri  3. 

Camerale  Magistrato 

1798,  1.  ottobre  1803,  3  febbraio. 

Instituita  r  Intendenza  Generale  delle  finanze  fu  soppressa 
la  Commissione  Camerale,  e  gli  oggetti  economici,  cioè  il  cen- 
simento ecclesiastico  e  laico,  i  beni  comunali,  il  commercio, 
le  fiere  e  mercati,  le  miniere,  V  amministrazione  dei  beni  fi- 
scali, le  tasse  ereditarie,  le  lotterie,  il  bancogiro,  la  zecca, 


-iso- 
le monete,  e  le  poste,  vennero  affidate  ad  un  dipartimento  com- 
posto di  cinque  membri,  denominato  Magistrato  Camerale^  e 
presieduto  dall'  Intendente  generale  delle  finanze. 

Cessò  il  4  febbraio  1803,  e  gli  oggetti  di  sua  spettanza 
furono  concentrati  nel  Governo  generale. 

Stanza  56 

buste  809  pacchi  22,  protocolli  18,  rubriche  10,  regi- 
stri 14. 

Capitanato  Frovlncìale 

26  nov.  1803.  —  11  febb.  1806. 

L' ex-  Stato  Veneto  per  V  editto  16  marzo  1803  fu  diviso 
in  sette  provincie. 

Venezia  e  Dogado^  Friuli,  Treviso,  Padova,  Vicenza, 
Verona  e  Belluno.  In  ciascuno  di  quei  capiluoghi  fu  isti- 
tuito un  Capitanato  Provinciale  incaricato  delPamministra- 
zione  publica,  dal  quale  dipendevano  tutte  le  città,  i  Consigli 
generali,  i  CoUegii  [frazioni)^  Castelli,  Borghi,  feudi  e  gli 
stessi  magistrati  politici  della  provincia.  Corrispondeva  egli 
solo  col  Governo  Generale. 

Attribuzioni  :  conservazione  dei  diritti  del  Principato, 
perlustrazione  annua  della  provincia,  oggetti  di  culto  e  pie 
fondazioni,  istruzione  pubblica,  polizia,  conservazione  e  difesa 
delle  regalie,  confini,  commercio  e  industria,  pesi  e  misure, 
agricoltura,  sanità,  boschi,  strade,  ponti,  traghetti,  poste, 
e  in  generale  tutti  gli  afiari  già  trattati  dalla  disciolta  nobile 
Congregazione  Delegata. 

Stanza  57  —  buste  38,  protocolli  18,  registri  2. 

Caseggiato  [Ufficio  dei) 

dal  1802  al  1808. 

Accoglieva  le  notifiche  delle  case,  botteghe,  e  locali  di 
Venezia  e  del  Dogado  (Estuario)  coirindicazionc  del  prezzo 
delle  pigioni,  e  ne  fissava  l'imposta  del  5  p.  ^|^^\  teneva  presso 


-  181  - 

di  se  gli  squarzi  (squarci)  delle  imposte  allibrate  a  ciascun 
stabile,  e  del  loro  pagamento. 

Stanza  13  —  buste  29,  registri  20,  quaderni  10. 

Censo  {Oommùsione  Provinciale  del) 
dal  25  febbraio  1805  al  1806. 

Istituita  col  decreto  del  Governo  Austriaco  1805  24 
gennaio  per  obbligare  i  possidenti  a  notificare  i  loro  beni,  affine 
di  ripartire  sulle  rendite  di  essi  la  spesa  che  il  Governo 
doveva  sostenere  per  la  riparazione  delle  strade  delle  Pro- 
vincie venete  a  vantaggio  del  commercio  e  dell'agricoltura. 

Eguali  Commissioni  furono  istituite  nelle  altre  provincic. 

Stanza  12  —  buste  41,  pacchi  1,  protocolli  7,  registri  46. 

Congregazione  nobile  delegata 

11  aprile  1798  —  1803. 

La  nobile  congregazione  Delegata  istituita  in  seguito 
alPorganizzazione  31  marzo  1798  del  Co.  Wallis,  era  com- 
posta di  patrizii  veneti,  e  rappresentava  la  Città  e  il  Dogado 
di  Venezia.  Per  le  importanti  materie  di  sua  giurisdizione  fu 
divisa,  nel  10  aprile  successivo,  nei  seguenti  quattro  Riparti  o 
Deputazioni  : 

1.  Acque  e  strade,  IL  Militare  ed  edilizia^  III.  Censo  ed 
imposte^  IV.  Annona  o  vettovaglie. 

11  Consiglio  di  essa,  composto  di  9  nobili  ed  un  segretario, 
decideva  in  prima  istanza,  salvo  sempre  il  ricorso  in  appello 
alla  Commissione^  poi  Magistrato  Camerale. 

Soppressa  la  Commissione  Cam^rak^  tutti  gli  oggetti 
concernenti  le  arti,  la  laguna,  i  lidi,  i  fiumi,  i  pesi  e  le  mi- 
sure, e  la  sopraintendenza  economica  sulla  basilica  di  S.  Marco, 
passarono  alla  nx>bile  Congregazione^  e  fu  anche  incaricata 
dell'amministrazione  degli  spedali,  monasteri,  e  fondazioni  pie. 

La  nobile  Congregazione  cessò  coll'istituzione  del  Capitanato 
Provinciale. 

Stanza  57  —  buste  35,  protocolli  4,  registri  1, 


-  182  — 

Da  notificazioni  31  ottobre  1798,  e  27  maggio  1799, 
furono  chiamati  tutti  i  possessori  d'acque  a  comprovare  i 
loro  diritti  ad  essa  Commissione,  affine  di  ottenerne  la  con- 
ferma. Pertanto  in  seno  ad  essa  fucostituita  una  sezione 
speciale  di  ciò  incaricata,  che  durò  fino  all'istituzione  della 
Commissione  alle  acque^  cioè  dal  31  ottobre  1798  al  25  no- 
vembre 1803. 

Stoma  24 

Atti  d'ufficio  buste  42,  indici  1. 

Stanza  242 

Notifiche  buste  7,  indici  1,  registri  3. 

Conti  democratici  [Oommissione  centrale  per  la  revisione  dei) 

dal  1805  al  1806. 

Per  notificazione  19  luglio  1805  fu  istituita  in  Venezia 
una  Commissione  Centrale  composta  di  tre  consiglieri  di  Grovemo, 
di  uno  d'Appello,  e  di  due  ragionati,  allo  scopo  di  rivedere  e 
liquidare  i  conti  e  le  restanze  democratiche  delle  Comunità 
e  dei  Corpi  territoriali  delle  provincic  venete. 

Le  cause  intentate  o  da  essa  o  contro  di  essa  venivano 
passate  al  Tribunale  Civile,  e  V  Ufficio  Fiscale  rappresentava 
il  Governo,  tanto  come  attore  che  come  reo  convenuto. 

Stanza  14  —  buste  222. 

Deputazione  o  Delegazione  alle  cause  pie 

31  marzo  al  27  settembre  1798. 

La  sopraintendenza  al  regolamento  ed  amministrazione 
degli  ospitali,  monasteri,  scuole,  e  pie  fondazioni,  nel  31  marzo 
1798  fu  affidata  ad  una  Delegazione^  alla  quale  dovevano 
render  conto  le  amministrazioni  dei  vari  Istituti  ;  procu- 
rava di  migliorarle  e  di  sopprimere  le  spese  superflue. 

Abolita  tale  Delegazione  col  decreto  27  settembre  detto 
anno,  gli  oggetti  di  sua  attribuzione  furono  affidati  alla  Nobile 
Congregazione  Delegata. 


-  188  - 

Stanza  9 

buste  70,  pacchi  28,  protocolli  5,  indici  4,  registri  24  * 
Stanza  203 

buste  8  òj^  Aulica  Deputazione  alle  fondazioni^  di  può- 
blico  soccorso. 

Finanze  {Intendenza  Generale  e  Provinciale  delle) 

18  aprile  1798  —  1803. 

Il  barone  de  Lottingher  fu  nominato  per  decreto  18  aprile 
1798  intendente  generale  delle  finanze  delle  provincie  venete  e 
dell'Istria,  Dalmazia  ed  Albania,  affine  di  sistemare  questo 
ramo  importantissimo  della  pubblica  amministrazione.  Perciò 
egli  istituì  nel  10  maggio  dell'anno  stesso,  sette  Intendenze 
con  residenza  nei  capoluoghi  di  provincia,  tutte  dipendenti 
dalla  Intendenza  Generale  residente  in  Venezia,  e  regolate 
secondo  il  sistema  vigente  nel  1796. 

Nel  1803  addì  4  febbraio  cessò  V  Intendenza  Generale,  e 
i  suoi  attributi  passarono  nel  Governo  Generale  sino  >  all'  isti- 
tuzione à!\m*  Amministrazione  Generale  di  finanza  detta  Camerale., 
avvenuta  nel  1804. 

Stanza  115 

Intendenza  Generale  buste  66,  protocolli  12,  rubriche  7. 

Stanza  114 
Intendenza  Provinciale  buste  17,  protocolli  7,  rubriche  6 

Fiscale  Commissione  Grovemativa 

27  gennaro  1798  —  1805. 

La  Commissione  fiscale  istituita   col  decreto  27  gennaro 
1798  riuniva  le  attribuzioni  dell'ex  Comitato  di  Finanze  e 


*  Queste  cifre  abbracciano,  oltre  gli  atti  della  Delegaxione  quando  for- 
maya  ufficio  a  se,  cioè  dal  81  marzo  al  27  settembre  1798,  anche  quelli  del- 
l'epoca in  cui  formava  una  sezione  della  Congregazione  Delegata,  e  poscia 
del  Capitanato, 


—  184  - 

Zecca^  e  della  Deputazione  alle  confische.  Era  incaricata  dellV 
sazione  delle  tanse  sui  beni  fondi  (a  diflferenza  dell'Ufficio 
del  Caseggiato),  sul  commercio,  sulla  navigazione  e  sull'in- 
dustria, che  le  riscuoteva  sugli  stabili,  e  su  qualunque  altro 
credito  maturato  dipendentemente  àsìX^ Aulico  DipaHimento 
di  Jinanza. 

Stanza  9  —  buste  15  registri  27. 

Fiscale  Ufficio 

31  marzo  1798  —  1806. 

Col  decreto  di  organizzazione  del  Co.  Wallis  "31  marzo 
1798  articolo  64,  furono  istituiti  5  avvocati  fiscali  aventi 
Tobbligo  di  promuovere  e  difendere  i  diritti  camerali  contro 
i  terzi,  e  decidere  sopra  questioni  amministrative  agitate  dal 
Governo,  dalle  Autorità  Camerali,  dal  Tribunale  Revisorio, 
ed  in  generale  da  tutti  gli  Ufficii  pubblici. 

Tutte  le  cause  nelle  quali  il  Fisco  doveva  intervenire, 
0  come  attore  o  come  reo  convenuto,  neirinteressc  dell'Erario, 
quantunque  fossero  state  di  competenza  dei  Tribunali  di  ter- 
raferma, venivano  devolute  a  quello  di  Venezia  colle,  pratiche 
e  norme  in  corso  sotto  la  cessata  Republica. 

Stanza  76 

buste  195,  pacchi  1,  protocolli  11,  indici  3,  rubriche  1, 
registri  32. 

Giudicature  forensi 

1803  .  1807. 

Nei  varii  distretti  della  provincia  risiedevano  alcuni  giu- 
dici di  Pace^  i  quali  con  poteri  limitati  entro  una  detcrminata 
cerchia,  dovevano  conciliare  le  parti,  tanto  nelle  questioni  civili 
che  nelle  politiche. 

Il  giudice  di  pace  forense  era  anche  ufficiale  di  polizia, 
e  teneva  corrispondenza  col  Governo  Generale. 

Se  non  poteva  ottenere  un  accordo,  o  la  questione  oltre- 


-  185  - 

passava  la  sfera  dei  suoi  poteri,  egli  formulava  Y  istruttoria 
del  processo  e  la  rimetteva  ai  Tribunali. 

Stanza  256. 

Biancade  *,  Burano,  Concordia,  Grado,  Malamocco,  Mestre, 
Murano,  Oriago,  Padova,  Palmanova,  Piove,  Portogruaro,  Tor- 
cello  e  Treviso,  buste  40. 

Governo  Aulico  centrale  provvisorio 

28  gennaio  a  tutto  sett.  1798. 

Stabilitosi  addì  18  gennaio  1798  in  parte  dello  Stato  ex 
Veneto  il  Governo  imperiale  austriaco  (in  seguito  del  trat- 
tato di  Campo  Formio  17  ottobre  1797)  nell'attesa  di  una  for- 
ma di  Governo  stabile  e  permanente,  il  generale  d' artiglieria 
Co.  Wallis  comandante  Tarmata  d'Italia,  con  decreto  19  stesso, 
ordinò  che  rimanessero  fermi  tutti  i  magistrati  e  le  Auto- 
rità civili,  e  la  Municipalità  fu  convertita  in  un  Governo  detto 
Aulico  centrale  provvisorio^  composto  di  un  presidente,  9  mem- 
bri ed  un  segretario  —  con  residenza  a  Padova.  Naturalmente 
esso  durò  poco  tempo  e  nel  31  marzo  fu  costituito  il  Governo 
Generale. 

Stanza  80  —  buste  41,  protocolli  4,  indici  1. 

Governo  Generale 

1  ottobre  1798  -  25  gennaio  1806. 

Il  Governo  Generale  istituito  nel  31  marzo  1798  e  po- 
sto in  attività  nel  primo  ottobre  successivo  rappresentava  il 
supremo  diritto  maiestatico  ed  era  perciò  a  lui  riservato  il  deci- 
dere sui  casi  dubbii  o  di  rilevante  importanza.  Giudicava 
del  pari  in  terza  istanza  le  questioni  fra  i  privati  e  la  Con- 
gregazione Delegata,  ed  in  seconda  quelle  intentate  contro  la 
Commissione  Camerale. 

<  Non  è  noto  il  perchè  si  troYÌno  in  questo   archivio  le  carte  di  giudi- 
cature forensi  diverse  da  quelle  della  Provincia  di  Venezia. 


—  186  — 

Al  Governo  in  generale  erano  riservati  tutti  i  ricorsi 
in  caso  di  gravame,  le  suppliche  per  ottenere  in  via  di  gra- 
zia la  dispensa  o  la  moderazione  della  legge,  i  regolamenti 
generali,  e  le  massime  direttive,  V  interpretazione  della  legge 
nei  casi  dubbii,  la  disposizione  del  denaro  camerale,  la  sti- 
pulazione dei  contratti  coli'  obbligazione  della  R.  Camera,  V  a- 
lienazione  dei  beni  erariali  o  comunali  ;  V  imposizione  e  V  au- 
mento dei  campatici  e  delle  tasse  ;  le  nomine,  le  sospensioni, 
e  le  dimissioni  di  tutti  i  pubblici  funzionarii. 

Soppressa  la  Commissione  Camerale,  furono  ad  esso  affi- 
dati gli  oggetti  concernenti  i  diritti  del  Principato,*  le  arti, 
le  manifatture  e  le  fabbriche  la  sopraintendenza  alle  ammi- 
nistrazioni publiche  della  Città  e  dei  luoghi  tutti  delle  Pro- 
vincie venete,  V  istruzióne  publica,  la  censura  sulla  stampa, 
le  cemide,  i  feudi,  i  regi  patronati,  e  V  araldica  ;  e  dalla  sop- 
pressione del  Magistrato  Camerale  all'  attivazione  dell'  ammi- 
nistrazione generale  di  finanza,  furono  ad  esso  devoluti  tutti 
gli  oggetti  finanziarii. 

Aveva  ingerenza  nell'amministrazione  dei  boschi, esclusi 
quelli  del  MontcUo,  Cansiglio,  di  Auronzo,  e  Caiada,  che  rima- 
sero sempre  soggetti  al  Comando  della  Marina. 

Stanze  80  ed  81 

buste  1922,  protocolli  70,  indici  76.  Presidenza,  buste  154, 
protocolli  1,  indici  4. 

Polizia-buste  13 

Fortificazioni  -  buste  5,  protocolli  1. 

Lotto  {Direzione  generale  o  /Sopraintendenza  al) 

1798  -  23  maggio  1806. 

L' amministrazione  del  lotto  dipendente  prima  dalla  Coni" 
lìiissione  poi  Magistrato  Camerale^  e  da  ultimo  dal  Gorerno  (re- 
aerale^  fu  costituita  in  Direzione  Generale  conservando  tutte 
le  prerogative  che  aveva  all'  epoca  democratica,  ed  era  rappre- 
sentata da  Deputati  o  Consiglieri. 

Stanza  9  —  buste  20,  registri  3. 


-  187  - 

Marina  {Presidenza  dell'Arsenale  e) 

20  dicembre  1798  -  18  gennaio  1806. 

L' importante  amministrazione  del  R.  Arsenale  e  della 
Marina  in  Venezia  e  in  Trieste,  fu  affidata  ad  un  presidente 
(iiob.  Andrea  Querini)  al  quale  fu  aggiunto  V  obbligo  di  con- 
servare e  migliorare  i  boschi  erariali,  affine  di  mantenere  al- 
l' armata  navale  il  legname  per  le  costruzioni,  regolando  tale 
azienda  secondo  il  piano  boschivo  22  marzo  e  3  maggio  1792. 
In  seguito  poi  all'  editto  3  novembre  1803  la  sua  sorveglianza 
fu  limitata  ai  boschi  del  Montello,  Cansiglio,  di  Auronzo  di 
Cadore  e  Caiada,  e  tutti  gli  altri  passarono  sotto  !a  giuri- 
sdizione del  Governo  Generale. 

Stanze  9  e  17. 

Presidenza  dell'  Arsenale  1799-1802  buste  42,  protocolli 
5  indici  1.  * 

Comando  generale  della  Marina  1799-1806  buste  164, 
protocolli  32  indici  1.  ' 

Stanze  9  e  18. 

Ufficio  agli  armamenti  1798-1805  buste  36. 

Inquisitori  sopra  i  ruoli  1798-1806  buste  39. 

Matrimoiliali  {Commissione  alle  carne), 

1804  —  1806. 

Il  copioso  lavoro  che  era  affidato  alla  Direzione  Generale 
di  Polizia  circa  le  cause  matrimoniali,  fu  nel  1804  col  de- 
creto del  Governo  18  ottobre  demandato,  in  via  di  prima  istanza, 
per  la  città  di  Venezia  e  Dogado  (salvo  V  appello  al  Groverno 
in  seconda  istanza)  ad  una  Commissione  provvisoria  istituita 
in  Udine  e  presieduta  da  quel  presidente  del  Tribunale  d'ap- 
pello. 

*  Quando  assunse  la  presidenza  U  Comandante  L'Bspine,  gli  atti  dell*  ar- 
senale farono  uniti  a  quelli  della  marina. 

^  Gli  atti  relativi  air  amministrazione  boschiva  si  tennero  separati  ;  veg- 
gasi  al  titolo  Boschi  negli  archivii  della  II.  epoca  austriaca. 


-  188  -     • 

Erano  norme  dì  essa  le  massime  e  le  discipline  contenute 
nel  decreto  12  aprile  1788  dell'  ex  Consiglio  dei  Dieci,  a  ri- 
serva però  deìT  it^amenùum  calumniae  che  veniva  prestato 
dagli  avvocati  ecclesiastici  scelti  dalle  parti. 

Stanza  12  —  busto  7. 

Mercantile  Deputazione 

2  aprile  1798  —  18  ottobre  1806. 

Sostituita  agli  ex  Cinque  Savi  alla  Mercanzia^  cominciò 
il  2  aprile  1798,  terminò  il  18  febbraio  1806.  Dipendeva  prima 
dui  Magistrato  Camerale,  quindi  dal  Governo.  Era  propria- 
mente detta  Dipartimento  del  Commercio^  pesi,  misure^  e  poste  ; 
(^  dipendevano  da  essa  il  ministro  ai  banchi  del  ghetto,  quello 
por  gli  aflEari  postali,  e  la  stessa  Commissione  per  gli  affari 
(lei  sudditi  Ottomani,  pel  qual  oggetto  avea  un  dragomanno 

Stanza  56  —  pacchi  25,  registri  22. 

Miniere  {Deputati  alle). 

1  Deputati  alle  Miniere  furono  conservati  tanto  sotto 
Tepoca  democratica,  che  sotto  la  prima  austriaca  colle  mede- 
simo attribuzioni.  Le  modificazioni  ebbero  luogo  nella  prima 
opoca  italica  fVediJ. 

Ottomani  (Commissione  delegata  per  gli  affari  dei  sudditi) 

1798 .  1807. 

Dipendeva  dal  Comitato  al  Bancogiro^  Commercio  ed  Arti; 
\\\A  1798  fu  unita  alla  Deputazione  Mercantile,  soggetta  al 
Magistrato  Camerale,  e  quindi  al  Governo  come  Diparti- 
mento. 

Erano  sue  attribuzioni:  regolare  il  commercio  dei  sud- 
diti ottomani ,  prendendo  in  esame  le  importazioni  e  le 
AS|H>rtazioni,  ed  informando  la  Deputazione  Mercantilo  sulla 
^wuoossione  o  meno  del  libero  passaggio  di   quei    legni  pei 


porti,  e  sul  pagamento  delle  relative  tasse  di  carico  e  sca- 
rico. 

Stanza  56  —  pacchi  31,  registri  21. 

Polizia  f Aulica  provvisoria  Oommissume  di). 

La  Commissione  straordinaria  di  Polizia  istituita  addì 
26  novembre  1797  affine  di  reprimere  i  continui  disordini, 
continuò  col  titolo  di  Aulica  provvisoria  facendo  parte  del 
Governo  Aulico  generale  fino  all'istituzione  d'una  stabile 
magistratura  politica  avvenuta  in  seguito  al  piano  d'orga- 
nizzazione del  Co.  di  Wallis. 

Stanm  68  —  buste  4,  registri  3. 

Polizia  [Direzione  Generale  di) 
15  aprile  1798  a  tutto  1805. 

Per  tutti  indistintamente  gli  oggetti  di  Polizia  fu  isti- 
tuita il  31  marzo  1798  una  Direzione  Generale  annessa  al 
Governo,  e* in  ciascun  sestiere  un  Commissariato,  il  quale 
doveva  invigilare  sulla  condotta  e  sulla  disciplina  degli  abi- 
tanti per  mantenere  la  tranquillità  e  la  sicurezza  publica. 

Il  Direttore  generale  e  i  Commissari  si  valevano  del- 
l'opera dei  Capi  Contrada  loro  immediatamente  soggetti. 

Stanza  68  —  buste  46,  protocolli  16,  indici  9,  registri  15. 

Porto  [Capitano  del) 

5  lugUo  1798  -  1806. 

Il  Presidente  dell'Arsenale  e  Marina,  con  decreto  5  luglio 
1798,  instituì  l'Ufficio  così  detto  del  Porto  coU'incarico.di  tenere 
in  ordine  tutti  i  legni  mercantili  e  le  altre  barche  lungo  il 
canale  di  S.  Marco,  onde  rimanesse  spazio  ai  legni  imperiali 
entrati  in  porto,  di  eseguire  le  necessarie  evoluzioni.  Per 
tale  oggetto  dovevano  prestargli  aiuto  tutti  i  Direttori,  Capi- 
tani, Gastaldi  ecc.  sotto  pene  militari  da  esser  inflitte  dalla 


»!:.  »         ^-i." 


-.  190  - 

Presidenza  dell^  Arsenale   e  Marina,  dalla   quale  il  Capitano 
stesso  dipendeva. 

fVeggansi  le  note  statistiche  allo  stesso  titolo  negli  archivi 
della  seconda  epoca  austriacaj. 

Prede  (Commissiom  governativa  alle) 
16  maggio  1799  - 1804. 

Nel  1798,  allo  scopo  di  giudicare  sulla  validità  o  meno 
delle  prede  fatte  dai  legni  austriaci  sui  legni  nemici,  venne 
radunata  per  comando  del  Presidente  dell'  Arsenale  e  Marina 
una  Commissione  la  quale  rassegnava  di  volta  in  volta  il 
relativo  processo  al  Presidente  suddetto,  che  approvava  o 
meno  il  voto  di  essa,  e  lo  faceva  eseguire  impadronendosi,  se 
era  il  caso,  del  legno  e  di  tutti  gli  effetti  in  esso  contenuti. 

Nel  regolamento  della  Marina  Veneta  sono  tracciate  le 
norme  sul  giudizio,  sulla  liquidazione  e  sul  riparto  delle  prede 
fra  r  equipaggio  ;  e  nelle  istruzioni  emesse  dal  Presidente  del- 
l' Arsenale,  16  maggio  1799,  sono  fissate  le  regole  per  giu- 
dicare sulla  qualità  di  esse. 

Stanza  12  —  buste  6,  registri  11. 

Ragioneria  Generale 

1.  maggio  1798-1806. 

La  Ragioneria  austriaca  sotto  i  vari  titoli  di  Computiste- 
ria, di  Ragioneria  Camerale  e  Governativa^  d'  Ufficio  di  Revi- 
sione^ e  di  Tesoreria  Centrale^  doveva  rivedere  e  liquidare  tutti 
i  conti  tanto  dello  Stato  che  dei  Comuni,  e  dei  corpi  tute- 
lati, in  base  alle  quali  operazioni  si  effettuavano  i  pagamenti. 

Stanza  56  —  buste  65,  pacchi  12,  protocolli  14,  indici  5, 
registri  13. 

Sali  [Amministrazione  dei) 

1798  - 1806. 

Il  Governo  Aulico  Centrale,  con  decreto  26  gennaio  1798 
istituiva  un'  amministrazione  pel  consumo  dei  sali  di  Venezia 
e  del  dipartimento. 


-«  191  - 

Essa  proibì  a  chiunque  V  introduzione  dei  sali  per  mare 
0  per  via  di  terra  senza  speciale  licenza. 

L' Amministratore  doveva  attenersi  alle  leggi,  discipline, 
e  tariffe  approvate  dall'  ex  Senato  Veneto,  e  doveva  regolare 
le  condotte  del  sale  che  da  Pirano  veniva  esportato  per  varie 
destinazioni,  e  perciò  sotto  la  dipendenza  del  Viceintendente 
di  Capo  d' Istria  teneva  conto  della  qualità  e  quantità  del 
sale  esportato,  e  del  luogo  al  quale  era  diretto.  Un  Direttore  od 
Agente,  ed  un  Masser  per  ciascuna  Salerà^  (salina)  costi- 
tuivano il  personale  subalterno  e  responsabile  verso  V  Ammi- 
nistratore che  era  subordinato  all'  intendente  generale. 

Stanza  56  —  buste  14,  registri  6. 

Sanità  (  Tribunale  supremo  di  ) 
11  aprile  1798  -  14  Febbraio  1806. 

Fino  al  12  maggio  1797  funzionò  in  Venezia  il  Magi- 
strato della  Sanità.  Colla  organizzazione  31  marzo  1798  fìi 
instituito  un  Tribunale  Supremo. 

Era  composto  di  un  Consigliere,  4  Aggiunti  ed  un  No- 
taio; invigilava  sulla  diffusione  delle  malattie  contagiose  e 
delle  epidemie,  prescriveva  contumacie  agli  equipaggi  pro- 
venienti da  luoghi  infetti,  sospendeva  il  libero  commercio  fra 
una  città  e  V  altra,  infliggeva  multe,  e  all'  uopo,  pene  carce- 
rarie a  chiunque  avesse  trasgredito  agli  ordini  di  Sanità  pu- 
blica.  Regolava  la  vendita  dei  viveri,  affinchè  non  fossero  no- 
civi alla  salute,  sorvegliava  alla  mondezza  stradale,  diramava 
ordinanze  o  discipline  agli  Uffici  tutti  per  migliorare  l' igiene 
publica  nelle  città  e  nelle  campagne  della  Provincia. 

Stanza  16  —  buste  122,  protocolli  7,  indici  6. 

Tribimale  d' Appello  Fendale 

6  dicembre  1798  -  8  luglio  1803. 

Ufficio  dei  Tribunali  feudali  d' Appello  di  Belgrado,  Con- 
cordia, Cordignano,  Colognola,  Latisana  e  Valmareno,  ripri- 


fftinati  in  forza  degli  artìcoli  4^  5.  e  6.  dell'  Orgamzzaxione  6 
febbraio  1798,  era  di  fiEtr  entrare  nel  libero  godimento  dei  pro- 
pri diritti  tutti  i  feudatari  che  per  le  istituzioni  democratiche 
li  avevano  perduti. 

I  tribunali  esaminavano  le  relative  investiture  ed  i  con- 
tratti; la  condotta  politica  dei  feudatarii  durante  il  1797,  e 
quindi  a  seconda  delle  circostanze  immettevano  o  no  i  pe- 
tenti nel  godimento  dei  diritti  feudali. 

Stcmza  264  —  buste  15,  protocolli  1. 

Trìbanale  d' Appello  Generale 

2  aprile  1803  -  a  tutto  ottobre  1807. 

Sciolti  nel  2  aprile  1803  tutti  i  singoli  Tribunali  Pro- 
vinciali d' Appello,  fii  istituito  in  Venezia  un  Triòunale  S  Ap- 
pello Generale  per  tutte  le  sette  provincie  venete  ;  cessò  coll'in- 
Htituzione  della  Corte  d'  Appello  avvenuta  nel  1807. 
Stmze  262,  263  —  buste  428,  indici  6,  registri  63. 

Tribunale  d' Appello  ProvinciaJe 

6  febbraro  1798  -  31  marzo  1803. 

Iti  ofifni  (•apohiogo  di  provincia  fu  instituito  il  6  febbraio 
1798  1111  Tribimiiln  d'  Appello  il  quale  doveva  giudicare  sopra 
\i\  Hi\\\U\\v/M  (Ini  Triljunali  Civili  e  Criminali  della  propria  pro- 
vincia, portanti  una  condanna  non  maggiore  di  tre  anni  di 
•arcciNì  0  galnra,  <i  non  ec(*,(Hlento  la  multa  dei  ducati  300. 

\é{s  alin»  v\i\\H{\  i\  i  j)rocesHÌ  dovevano  venir  rassegnati,  colla 
rolal.iva  iHtniitoria,  al  yW^//w//e  7(!m5or/o  residente  in  Venezia. 
InHtitniio  il  Tribinuile  d'  Appello  generale,  furono  sciolti 
UiU'OHHariainonh^  (pugili  d'  Appello  provinciali. 
Slmt:v  y(i:i  '2(54 

Ddinn       busto  i?9,  indici  4 

\  rroua         ^>         0       ^>       1 

\  U'cu/.a       ^^         l        ^^        1 

Treviso        ^^         1        ^^        1,  [>rotocolli  G. 

Padova         ^^      SG 

ViMuv.ia       ^^      47. 


( 


~  193  — 

Tribunale  Civile  di  prima  istanza 

1.  aprile  1798,  -  13  ottobre  1807. 

Instituito  coir  articolo  28  à^  Organizzazione  31  marzo 
1798,  era  destinato  alla  trattazione  delle  cause  civili  ordina- 
rie, escluse  le  mercantili  e  le  commerciali. 

Le  petizioni  ad  esso  insinuate  dovevano  esser. corredate 
da  un  libello  contenente  le  prove  e  i  documenti  ;  le  sentenze 
potevano  esser  appellate  tanto  in  IL  che  in  IH.  istanza,  cioè  al- 
l' Appello^  ed  al  Triinmale  Bemsorio. 

Era  libero  alle  parti  valersi  del  giudizio  degli  Arbitri, 
e  qualora  nella  petizione  detta  Compromesso  avessero  rinun- 
ciato al  diritto  d'  appellazione,  il  verdetto  degli  Arbitri  era 
inappellabile. 

Stanza  262  —  buste  482,  indici  1,  registri  57. 

Tribunale  Civile  Sommario  definitivo 

1  aprile  1798  -  31  marzo  1803. 

Istituito  per  effetto  dell'  articolo  28  dell'  Organizzazione 
31  marzo  1798,  giudicava  in  via  sommaria  definitiva  tutte 
le  cause  non  oltrepassanti  i  ducati  200,  ed  esclusa  qualunque 
disputa.  . 

Se  però  fosse  insorta  questione,  la  causa  veniva  decisa 
inappellabilmente  dal  Preside  di  quel  Tribunale. 

Colla  nuova  sistemazione  giudiziaria  (1803,  aprile)  esso 
cessò,  e  gli  oggetti  di  sua  attribuzione  passarono  nel  Tribu- 
nale Civile  di  prima  istanza. 

Stanza  264  —  buste  12. 

Tribunale  Criminale 

1.  aprile  1798-1807. 

Instituito  nel  marzo  1798  per  giudicare  le  gravi  trasgres- 
sioni politiche  e  i  reati  criminosi,  aveva  un  certo  numero  di 

18 


-  194  - 

membri,  e  tre  Giudici,  uno  per  ogni  due  Sestieri  della  Città, 
i  quali  non  potevano  infligger  pene  maggiori  di  15  giorni 
d' arresto,  e  dieci  ducati  di  multa,  spettando  la  giudicatura  in 
aflFari  di  maggiore  entità  al  Tribunale. 

Esso  però  non  poteva  pronunciare  sentenze  che  avessero 
oltrepassato  la  pena  di  tre  anni  di  carcere  o  galera,  e  trecento 
ducati  di  multa,  ma  doveva  col  proprio  voto  rimettere  il  pro- 
cesso al  Tribunale  di  Appello. 

Stanza  256  -^  buste  12,  pacchi  31,  registri  34. 

Tribunale  Mercantile  Marittimo 

1  aprile  1798  -  26  novembre  1806. 

Instituito  coli'  art.  54  dell'  Organizzazione  Wallis,  spetta- 
vano ad  esso  tutte  le  cause  mercantili  e  relative  ad  affari  ma- 
rittimi. Giudicava  in  via  sommaria  ed  inappellabilmente 
quelle  che  non  oltrepassavano  i  ducati  200  ;  aveva  l' ispezione 
sugli  accordi  dei  falliti,  dovendo  però  seguire  il  metodo  pra- 
ticato dall'  ex-Magistrato  dei  Sopra  Consoli.  SuU'  inappeljabi- 
lità  delle  cause  decise  dagli  Arbitri,  osservavansi  le  stesse 
norme  in  corso  presso  il  Tribunale  Civile  di  prima  istanza. 

Stanza  257  —  buste  113. 

Tribunale  Revisorio 

6  febbraio  17*98-31  marzo  1803. 

Qualora  fra  le  due  sentenze,  1'  una  del  Tribunale  Civile, 
Commerciale  e  Criminale,  e  V  altra  dell'  Appello  provinciale 
avesse  avuto  luogo  qualche  differenza,  decideva  il  Tribunale 
Revisorio,  per  tutte  le  provincie  venete,  instituito  coli'  arti- 
colo 56  dell'  organizzazione  Wallis. 

Per  ricorrere  al  giudizio  di  esso  bisognava  provare  la 
nullità  e  la  manifesta  ingiustizia  della  sentenza  di  I.  e  IL 
istanza. 

Gli  era  riservata  inoltre  la  revisione  dei  processi  por- 
tanti pena  capitale. 


-  105    - 

Il  giudizio  degli  àrbitri  che  era  in  facoltà  degli  attori 
e  dei  rei  convenuti  il  domandare  o  no,  veniva  regolato  colle 
norme  del  Tribunale  Civile. 

Nel  1803  per  la  instituzione  d' un  Tribunale  Supremo  in 
Vienna,  il  Tribunale  Revisorio  cessò  dalle  sue  funzioni. 

Stanza  264  —  buste  273,  protocolli  33,  indici  8,  registri  15 


ITI. 


L   EPOCA   ITALICA 

Acque  [Magistrato  Oentrak  cP) 
21  gennaio  1806  —  24  maggio  1808. 

Dal  21  gennaio  al  6  febbraio  1806  l'amministrazione 
alle  acque  fu  provvisoria,  fino  a  che,  nel  10  febbraio,  venne 
instituito  un  Magistrato  Centrale^  il  quale  riuniva  in  sé  stesso 
tutte  le  attribuzioni  già  devolute  per  lo  passato  alle  varie 
magistrature  d'acque. 

Questo  magistrato,  residente  in  Venezia,  corrispondeva 
coi  vari  ispettori  dei  lavori  publici,  delle  acque,  ponti  e  strade, 
e  pronunciava  il  proprio  parere  sulle  domande  fattegli  dalle 
singole  Provincie  in  tali  materie.  Era  sotto  l'immediata  cor- 
rispondenza della  Direzione  Generale  residente  in  Milano,  e 
componevasi  di  vari  individui  tratti  dai  singoli  dipartimenti 
veneti.  Teneva  un  fondo  di  scorta  per  provvedere  in  caso  di 
urgenza  ai  lavori  dei  fiumi  del  Veneto.  Due  ispettori  gene- 
rali componevano  il  Consiglio  e  si  occupavano  uno  nella  visita 
dei  Dipartimenti,  l'altro  nella  direzione  interna  dell'Ufficio. 

In  Venezia  faceva  le  veci  di  Magistrato  Dipartimentale 
lo  stesso  Magistrato  Centrale  :  nelle  altre  provincie  era  eser- 
citato dai  rispettivi  Consigli  di  Prefettura. 

Cessò  in  seguito  al  decreto  Reale  6  maggio  1808,  essendo 
incaricata  la  Direzione  generale  in  Milano  dell'amministra- 
zione di   questo   Dipartimento,   che  doveva  però  conciliare 


colla  sicurezza  di  Venezia,  V  esecuzion'e  dei  lavori  che  rende- 
vansi  necessari  nei  dipartimenti  del  Metauro^  Musone  e  Tronto. 
Stanza  24  —  buste  40,  protocolli  4,  indici  5. 

Acque  e  Strade  (Direzione  Oenerah  d') 
6  maggio  1806  —  a  tutto  1813. 

Instituita  per  decreto  Reale  6  maggio  1806,  e  residente  in 
Milano,  era  composta  di  114  ingegneri,  fra  i  quali  6  Ispet- 
tori Generali  che  regolavano  tutta  la  materia  delle  acque,  ponti 
e  strade  del  Regno,  tenendo  corrispondenza  coi  Magistrati 
centrali  e  cogli  Ispettori  Civili. 

Gr  interessi  del  dipartimento  dell'  Adriatico  le  furono  affi- 
dati soltanto  nel  1808,  in  seguito  al  decreto  6  maggio,  col 
quale  fu  soppresso  il  Magistrato  Centrale. 

Stanza  24  —  Atti  risguardanti  le  provincie  Venete,  buste 
249,  indice  1,  registro  di  Sezione,  1. 

Ispettorato  ai  lavori  publìci,  acque,  ponti  e  strade 

8  febbraio  1806  —  9  aprile  1807. 

Informava  il  Magistrato  Centrale  di  tutte  le  operazioni 
che  giudicava  urgenti,  no  presentava  lo  stato  di  spesa,  e  ne 
dirigeva  i  lavori. 

Riunite  (19  gennaio  1807)  nel  Magistrato  Centrale  le 
funzioni  di  Magistrato  Dipartimentale  per  l'Adriatico,  V  Ispet- 
torato dovette  cessare  dal  suo  compito. 

Stanza  24  —  buste  11,  protocollo  1,  indice  1,  repertorio  1. 

Acque  e  Stl^ade  {Sezione  della  Prefettìira  diparlimenlale)  : 

dal  24  maggio  1808  —  a  tutto  1815. 

Soppresso  il  Magistrato  Centrale,  il  Direttore  Generale  in 
Milano,  con  decreto  5  aprile  1808,  N.  2109,  iustituì  pr(?sso 
la  locale  Prefettura  dipartimentale  una  Sezi(me  d' acque  <* 
strade,  incaricandola  di  compilare  uno  stato  generale  di  tutte 
le  partite  dei  lavori  affidati  agli  appaltatori. 

Stanza  60  —  buste  94,  protocolli  3,  indici  2. 


Acque  —  Laguna  —  Ingegnere  in  capo  Valle 

1807  — 1817. 

Era  incaricato  di  formare  una  pianta  idrografica  della 
laguna  di  Venezia. 

Instituita  una  Commissione  provvisoria  alle  acque  (9  giu- 
gno 1815)  fu  incaricato  di  sostituire  V  Ingegnere  in  Capo  del 
dipartimento  dell'Adriatico. 

Stanza  24  —  buste  10. 

Archivio  Generale  Veneto 

13  marzo  1806  —  1872. 

Fino  dal  1803  Jacopo  Chiodo,  già  compilatore  delle  leggi 
sotto  la  Repubblica  Veneta,  propose  al  Governo  Austriaco  di 
riunire  gli  archivi  in  un  solo  locale. 

Sotto  il  primo  Regno  d' Italia  egli  ripropose  quell'  unifi- 
cazione (22  aprile  1806),  ed  ottenne,  con  dispaccio  16  marzo 
1807,  N.  3G46  del  Ministero  dell'Interno,  il  trasporto  degli  Ar- 
chivi politici  nella  ex  Scuola  di  s.  Teodoro. 

L' occasione  propizia  per  conseguire  Tinstituzione  di  un 
Archivio  Generale  si  oSerse  al  Chiodo  nella  visita  fatta  dal- 
l'Imperatore Francesco  I.  nel  5  dicembre  1815  all'Archivio  di 
s.  Teodoro. 

E  in  seguito  alle  sue  istanze,  con  Sovrana  Risoluzione 
del  13  stesso,  fu  decretata  l'insliituzione  di  un  Archivio  Ge- 
nerale, ed  egli  venne  incaricato  di  trovare  il  luogo  più  oppor- 
tuno per  raccogliere  tutti  gli  archivi  politici^  camerali  e  giu- 
diziari Questo  locale  fu  V  ex  convento  dei  Minori  Conven- 
tuali detto  di  S.  M.  Gloriosa  dei  Frari. 

Gli  atti  di  Ufficio  dal  13  marzo  1806  a  tutto  il  1872, 
collocati  nella  stanza  242,  sono  buste  478,  protocolli,  indici 
e  registri  122. 


-  -  198  — 

Brenta  e  Bacchiglione  [Magistrato  civile 
per  la  sis temanone  dei  Fiumi) 

24  ottobre  1811  —  22  agosto  1816. 

In  seguito  ad  un  progetto  dell'Ispettore  Artico  per  la 
regolazione,  delle  acque  dei  fiumi  Brenta,  Bacchiglione  e  loro 
influenti  e  diversivi,  approvato  con  decreto  Reale  27  giugno 
1811,  fu  instituito  un  Magistrato  Civile  composto  di  un  rap- 
presentante per  ciascuno  dei  tre  dipartimenti,  Adriatico,  Brenta 
e  Bacchigliene,  e  da  un  rappresentante  dei  proprietari  dei  ter- 
reni contribuenti. 

Risiedeva  in  Padova,  era  presieduto  dal  Prefetto  del  Bren- 
ta, dipendeva  dalla  Direzione  Generale  in  Milano  ed  era  inca- 
ricato dell'  attivazione  e  riparto  delle  tasse  e  delle  imposte  per 
la  sistemazione  suddetta. 

Stanza  24  —  buste  17,  protocollo  1,  indice  1,  rubrica  1. 

Caseggiato  {Uj^io  del) 

dal  1808  al  1809. 

Teneva  i  quaderni  d' imposta  prediale  delle  case  di  Ve- 
nezia, quelli  del  censo,  per  verificare  quali  ditte  fossero  incorse 
in  mora,  ed  infligger  quindi  i  relativi  caposoldi,  o  rimetterli 
poi  all'  asta  giudiziale. 

Tra  questi  quaderni  si  trovano  anche  quelli  di  Padova, 
Treviso,  Chioggia,  Pellestrina,  Malamocco,  Murano,  Gamba- 
rare  e  Cavarzere. 

Stanza  162  —  registri  294,  indici  19. 

Censo  [Cancellieri  del) 
1806  - 1813. 

In  ogni  Cantone  v'  era  un  Cancelliere  del  Censo  il  quale 
doveva  custodire  i  libri  censuarì  dei  Comuni  compresi  nel  pro- 
prio Cantone,  e  farvi  lo  opportune  annotazioni  in  caso  di  t^a- 


-  199  - 

slazione  di  dominio.  Doveva  inoltre  custodire  le  mappe  e  i 
catasti,  eseguire  i  trasporti  d' estimo,  tenere  i  ruoli  del  perso- 
nale, e  del  contributo  degli  esercenti  le  professioni  liberali, 
arti  e  commercio. 

I  detti  cancellieri  dipendevano  dalla  rispettiva  Direzione 
Compartimentale  del  Censo,  e  facevano  anche  lo  veci  di  uf- 
ficiali politici,  rappresentando  lo  Stato  in  faccia  ai  Comuni, 
e  nelle  adunanze  consigliari. 

Stanza  176  — 
Dal  1809  al  1840  per  Venezia  —  pacchi  15,  registri  1068; 
»      per  Burano,  Treporti  e  Cavallino  »        246  ; 

»       »    Murano,  S.  Erasmo,  Vignole, 

Malamocco »        263  ; 

Dal  1809-1811-perCavazuccherina,  Torre 

di  Mosto,  Grisolera, 
Porte  Grandi      .    .  »  16. 

Corte  d' Appello 

19  febbraio  1806-30  giugno  1815. 

Le  Corti  d'Appello  giudicavano  sulle  sentenze  proferite 

dagli  arbitri  dei  Tribunali  Civili  e  Correzionali,  dei  Tribù- , 

« 

nali  Commerciali,  dei  giudici  di  pace,  ed  in  generale  sulle 
sentenze  delle  Corti  di  prima  istanza. 

Se  le  cause  erano  superiori  al  valore  di  dieci  mila  lire, 
era  in  facoltà  delle  parti  di  chiedere  da  esse  una  sentenza  inap- 
pellabile. 

In  Italia  due  sole  erano  le  corti  d'  Appello,  una  in  Ve- 
nezia, Paltra  in  Milano,  e  la  loro  giurisdizione  estendevasi  nelle 
Provincie  venete  per  la  prima,  nelle  lombarde  per  la  seconda. 

Queste  Corti  furono  installate  nel  1807,  ed  erano  com- 
poste d'  un  primo  Presidente,  d' un  Presidente,  14  Giudici,  un 
Procuratore  Generale,  un  sostituto  ed  un  Cancelliere. 

II  Procuratore  Generale  col  proprio  Sostituto  formavano 
un  Ufficio  a  se,  collo  scopo  di  rappresentare  il  Ministero  fra 
le  parti  ed  i  giudici. 


-  200  - 

Stoma  262  — 

Corte  d'Appello      .    buste  164,  registri  12; 
Procura  d' Appello .       »       83,       »        16. 

Corte  di  Ginstizìa  Civile  e  Crìminale 

19  febbraio  1806  —  30  giugno  1815. 

Ogni  dipartimento  aveva  una  Corte  di  prima  istanza,  ci- 
vile e  criminale.  La  sezione  civile  giudicava  tutte  le  cause 
personali,  reali,  e  miste  che  non  erano  di  competenza  dei  Giu- 
dici di  pace  ;  e  le  sentenze  erano  inappellabili  sino  alla  somma 
di  lire  1200  della  cosa  in  controversia,  o  di  lire  60  se  si  trat- 
tava di  un  reddito  annuo. 

Giudicava  poi  in  ultima  istanza  le  sentenze  dei  Giudici  di 
Pace. 

La  Sezione  criminale  teneva  publici  dibattimenti,  e  deli- 
berava in  secreto. 

Anch'  essa,  come  la  Corte  d' Appello,  aveva  un  Procura- 
tore, ed  erigevasi  in  Corte  speciale  per  giudicare  inappellabil- 
mente i  delitti  di  Stato. 

Stanza  255  — 
Corte  di  Giustizia,  Sezione  Civile,    buste  281,  registri    79 

»  »  Criminale,  »       10,        »  7 

»  »  Arretrati,    »       26,        »  7 

Procura  Generale  »     196. 

Delegato  governativo  di  Portogruaro 

20  agosto  1808  —  31  dicembre  1809. 

Il  Delegato  governativo  di  Portogruaro  nominato  dal  Pre- 
fetto del  Tagliamento  nel  12  luglio  1808  sotto  l'immediata 
dipendenza  del  Viceprefetto  del  distretto  di  Pordenone,  doveva 
sorvegliare  al  buon  andamento  ed  alla  publica  sicurezza  di 
quel  Cantone  e  invigilare  sulF  annona  e  sui  calmieri. 

Cessò  nel  31  dicembre  1809  per  V  attivazione  dei  Can- 
cellieri del  Censo. 

Stanza  57  —  buste  13,  protocollo  1. 


-  201  - 

Demanio  (Direzione  dipartimentale  del) 
3  marzo  a  tutto  die.  1807  —  17  aprile  1812  —  30  giugno  1815, 

In  seguito  al  decreto  Reale  17  aprile  1806,  fu  costituita 
in  ogni  Dipartimento  una  Direzione  del  Demanio  e  Diritti  Uniti^ 
con  un  Cassiere  per  gì'  introiti  e  per  le  spese.  Le  erano  affi- 
date le  rendite  e  i  beni  nazionali  od  erariali  di  qualunque  spe- 
cie, posti  nella  rispettiva  provincia,  le  proprietà  riversibili  ed 
avocabili  al  Demanio,  i  beni  e  gli  effetti  tutti  delle  corpora- 
zioni religiose  e  di  culto,  che  per  la  legge  8  giugno  1805 
dovevano  esser  avocati,  e  l'amministrazione  od  alienazione 
di  essi. 

Corrispondevano  coi  singoli  Direttori  delle  altre  Provin- 
cie per  quello  che  poteva  interessare  al  proprio  dipartimento, 
e  colla  Direzione  generale  in  Milano  per  tutti  gli  oggetti  di 
massima. 

Nel  31  marzo  1808,  essendosi  eseguita  la  cessione  delle 
case  e  beni  demaniali  posti  nel  dipartimento  dell'  Adriatico, 
alla  Municipalità,  al  Commercio  di  Venezia,  ed  alla  lista  civile, 
fu  soppressa  la  Direzione  dell'Adriatico,  e  le  altre  attribuzioni 
furono  affidate  ad  un  Economato. 

Pel  decreto  poi  10  aprile  1812,  fu  ricostituita  la  Direzione 
suddetta,  nell'  amministrazione  della  quale  vennero  compresi  i 
Dipartimenti  del  Brenta  e  Tagliamento,  mentre  quelli  del 
Bacchigliene  e  del  Mella  furono  riuniti  nella  Direzione  del- 
l'Adige. 

Stanze  99  —  101  — 
Dal    3  marzo  a  tutto  die.  1807  —  protocolli  20,  indici  5; 
»    17  aprile  1812  al  30  giugno  1815  —    »         9,      »      8. 
»    1806all813— buste  172,  indice  1; 
»    1814  al  1815—     »      108. 

presidiali  dal  1806  al  1813  —  buste  4,  indici  1  ; 

atti  relativi  a  dichiarazioni  d' affigliazione  a  monasteri 
soppressi  —  1810  —  buste  32. 


-  202  — 

Economato  Demaniale 

1806  —  1813. 

(Veggasi  al  titolo  Demanio  -  Economato  negli  archivi  della 
IL  epoca  austriaca). 

Feudali  notiflche  (Commissione  alla  revisione  delle) 

1807. 

Col  decreto  12  gennaio  1807  furono  incaricate  le  singole 
Direzioni  dipartimentali  del  Demanio  di  ricevere  tutte  le 
dichiarazioni  che  i  privati  dovevano  produrre  per  giustificare 
i  loro  titoli  sui  beni  e  redditi  feudali  posseduti  nei  vari 
dipartimenti.  I  Direttori  stessi  poi  dovevano  prendere  sotto 
sequestro  tutti  quei  beni  e  redditi  feudali  che  non  fossero  stati 
notificati  entro  il  febbraio  di  detto  anno. 

Stanza  13  —  Adige,  Bacchigliene,  Basso  Po,  Brenta,  Pas- 
seriano  e  Tagliamento  —  buste  77,  indice  1. 

Finanza  (Commissione  temporanea  di) 
5  gennaio  —  24  aprile  1814. 

Fu  instituita  per  decreto  viccreale,  affine  di  conoscere  i 
bisogni  di  tutti  i  rami  d'amministrazione  e  proporvi  i  neces- 
sari rimedi;  di  informare  S.  A.  dei  debiti  insoluti  di  ogni  am- 
ministrazione, a  tutto  dicembre  1813,  e  di  redigere  infine  un 
preventivo  generale  delle  spese  indispensabili  per  un  trimestre. 

Era  composta  del  Prefetto  che  ne  era  il  Preside,  del  Pode- 
stà, dell'Intendente  di  finanza  e  del  Direttore  del  Demanio; 
risiedeva  presso  la  Prefettura  delP Adriatico. 

Stanza  60  —  buste  15,  protocollo  1. 

Finanza  (Intendenza  di) 

5  febbraio  1806  —  a  tutto  1809. 

Per  r  articolo  3.°  del  decreto  Reale  17  aprile  1806  in  ogni 
capoluogo  di  Dipartimento  fu   instituita  un'  Intendenza    di 


-  208  - 

finanza  colla  relativa  Cassa,  nella  quale  dovevano  versare  ì 
loro  introiti  le  amministrazioni  del  Lotto  e  delle  Poste. 

Queste  Intendenze  erano  divise  in  quattro  classi,  e  quella 
di  Venezia  costituiva  una  classe  unica. 

Alla  cassa  d^  Intendenza  fu  unita  anche  quella  del  Dema- 
nio e  nel  1810,  quando  cessò  V  Ispettorato  Generale  delle 
Finanze,  V  Intendenza  dovette  assumere  V  amministrazione  di 
tutti  i  redditi  e  ragioni  demaniali,  onde  fu  denominata  :  Inten- 
denza dipartimentale  di  Finanza  e  Demanio  dal  1810  al  24 
aprile  1814.  Le  sue  attribuzioni,  in  aflfari  di  demanio,  erano 
quelle  di  a£Bttare,  mediante  asta  publica,  tutti  i  beni  stabili, 
case,  edifici  e  decime  attive  spettanti  ai  corpi  d' ogni  classe, 
esaminare  le  investiture  dei  pigionatarì,  e  proporne  la  rettifica 
alla  Direzione  Generale  in  Milano,  se  fossero  state  trovate 
informi. 

Stanze  113  e  114  — 

Intend.  di  finanza  in  Venezia  —  buste  96,  prot.  19,  ind.  5,  nu- 
meriche 1. 

Intend.  di  finanza  di  Venezia  e  Dem.  —  buste  207,  prot.  39, 

ind.  2,  numeriche  6. 
Atti  presidiali  dal  1806  al  1814.  V.  titolo  stesso  nella  II.  epoca 
austriaca. 

Stanza  12.  — 
Atti  contabili  dal  1806  al  1813  —  buste  158,  registri  14. 

Finanza  (Ispettorato  Qeneraic  di) 

Fu  instituito  col  decreto  17  aprile  1806,  con  sede  in  Vene- 
zia e  colle  incumbenze  seguenti  : 

aj  assicurare  la  custodia  degli  archivi  e  delle  carte  dell'  am- 
ministrazione precedente; 

bj  verificare  e  regolare  i  conti  a  tutto  aprile  1806  ; 

cj  sollecitare  V  esazione  degli  arretrati  ; 

dj  provvedere  nei  casi  d' urgenza,  e  in  tutti  quelli  nei  quali 
si  fosse  trattato  d' oggetti  comuni  a  pili  amministrazioni  o 
dipartimenti  ; 

ej  sor  vegliare  le  amministrazioni  locali  e  più  vicine  ; 


fj  provocare  le  istruzioni  del  Ministero  delle  Finanze  sugli 

oggetti  d^  ogni  specie,  interessanti  le  sue  attribuzioni  ; 
g)  fungere  infine  le  veci  di  Capo  della  Commissione  del  Censo 

che  doveva  in  seguito  venir  stabilita. 

Soppressa  la  Direzione  compartimentale  del  demanio,  T  E- 
conomo  che  doveva  far  le  veci  del  Demanio  assieme  col  Ra- 
gioniere ed  Archivista  di  essa,  passarono  sotto  T  Ispettorato, 
che  chiamossi  quindi  Ispettorato  Qenemle  di  Finanza  e  De- 
manio. 

L' Ufficio  fìi  diviso  in  sei  riparti  : 

I.  Segretariato^  che  teneva  il  carteggio  con  tutte  le  au- 
torità superiori,  trattava  le  pensioni,  i  salari,  le  spese  tutte  di 
cancelleria  e  d'archivio,  e  gli  oggetti  disciplinari  e  di  massima. 

IL  Economato^  per  le  vendite  dei  beni,  case,  livelli  ecc. 
per  la  custodia  degli  effetti  mobili,  la  percezione  dei  frutti, 
censi,  affitti  e  livelli,  V  affrancazione  dei  capitali  maturati  ed 
in  mora,  e  in  generale  V  amministrazione  economica  di  tutti 
gli  enti  demaniali. 

IIL  Ragioneria.,  per  la  tenuta  dei  registri  di  tutti  i  rami 
d'amministrazione,  per  la  revisione  dell'operato  dei  Cancel- 
lieri delle  tasse,  per  la  trasmissione  agli  esattori  cantonali 
dei  ruoli  dei  debitori,  e  infine  per  la  corrispondenza  colla  cassa 
e  per  la  redazione  dei  relativi  stati  e  bilanci  mensili. 

IV.  Sezione  /. ,  per  gli  affari  relativi  alle  tasse  giudiziario 
a  vecchio  e  nuovo  metodo,  per  quelle  amministrative,  pei  ro- 
giti notarili  e  per  gli  arretrati  di  Messetaria^  Quintello^  Re- 
gistro ed  Ipoteche. 

V.  Sezione  2.^  per  le  Dogane,  portofranco,  dazi  di  con- 
sumo, olio,  pesci  salati,  grani,  strade  di  commercio,  fiumi,  ca- 
nali, porti,  sanità  marittima  e  tasse  relative. 

VI.  Sezione  5, ,  per  le  pnvative^  sali^  tabacchi,  polveri  e  nitri. 
Nel  dicembre  1809  T  Ispettorato  cessò,  e  tutti  gli  affari 

di  sua  attribuzione  furono  concentrati  nelP  Intendenza  di  Fi- 
nanza e  Demanio. 

Stanza  114  —  buste  168,  protocolli  22,  indici  2,  rubri- 
che 11,  numerica  1,  registri  2. 


Fiscali  Agenzie  Economiche 
1806-1832. 

L' esazione  dei  crediti  di  finanza  e  demanio  fu  affidata  in 
ogTii  capoluogo  di  provincia  ad  un  Esattore  fiscale  delegato 
a  ciò  dalle  Direzioni  di  finanza  e  demanio. 

A  tale  esazione  furono  ammessi  tutti  quei  crediti  ch'e- 
rano capaci  d'  una  pubHca  amministrazione,  e  che  potevano 
dare  una  sicurtà  corrispondente  all'  importanza  dell'  esazione. 

Gli  esattori  fiscali  procedevano  contro  i  debitori  con  in- 
timazioni, oppignorazioni,  sequestri  e  vendite  all'asta  pubblica, 
ed  il  loro  operato  era  soggetto  alla  controlleria  della  Ragio- 
neria di  Finanza  e  Demanio  ;  ricevevano  ogni  trimestre  un 
tanto  per  cento  da  regolarsi  secondo  l' entità  della  somma  data 
in  iscossa,  su  tutte  le  esazioni  realizzate  e  versate  in  cassa, 
sulle  partite  aggiudicate  all'  amministrazione,  e  su  quelle  in- 
solute per  titoli  giustificati. 

Stanza  8  —  buste  700,  registri  244. 

Lotto  (Direzione  dipartimentale  del) 
22  luglio  1806  —  23  aprile  1814. 

L' amministrazione  del  Lotto  in  Italia  fu  affidata  a  tre 
Direzioni,  una  a  Venezia,  T  altra  a  Bologna,  la  terza  a  Mantova. 
Queste  Direzioni  ricevevano  tutte  le  norme  regolatrici  dalla 
Direzione  Generale  in  Milano,  e  dipendevano  dagl'  Ispettori  ed 
intendenti  di  finanza  del  rispettivo  Dipartimento. 

Stanza  9  —  buste  13,  protocolli  4,  Ìndici  2. 

Magistrato  Civile 

12  febbraio  —  25  agosto  1806. 

Il  Magistrato  Civile  d' ogni  dipartimento  riuniva  in  sé 
tutte  le  attribuzioni  già  della  Municipalità  provvisoria,  ed  am- 
ministrava coi  medesimi  principi  e  nelle  stesse  forme  stabi- 
lite in  seguito  per  le  Prefetture.  Corrispondeva  direttamente 
col  Governatore  ;  e  aveva  mi  Segretario  Generale.  Nominava 


-  206  - 

i  singoli  Direttori  del  Demanio  della  propria  provincia,  propo- 
neva le  Comuni  nelle  quali  credeva  utile  stabilire  un  ufficiale 
del  Registro,  e  gli  assegnava  il  sito  di  residenza. 

Stanza  57  —  pacchi  100,  busta  1,  protocolli  7,  indici  3. 

Marina  (Ufficio  Centrale  et  iscnzione  marittima) 

1807  —  1813. 

Per  eflfetto  del  Decreto  25  luglio  1806  fii  stabilito  in  Ve- 
nezia un  Ufficio  generale  d*  iscrizione  marittima,  il  quale,  se- 
condo le  risultanze  dei  registri  dipartimentali  dava  gli  ordini 
della  leva  di  mare  ai  magistrati  che  dovevano  eseguirli. 

Stanze  9  e  16.  —  Inscrizione  marittima  —  buste  84. 

Stanza  17.  — 

Ministero  della  guerra,    \i 

Commissariato  generale 

Ufficio  armamenti 
»      alle  ispezioni 
»        »    rassegne 

Stanza  9  — 

Cantieri  ed  officine 

Stanza  16  — 

Consigli  di  guerra  permanenti  e  speciali,  1806-13,  buste  5 

Bagni  marittimi  di  Venezia  e  Genova         »  »      6 

Cassa  generale  —  1806-14     ...  » 


6-14     .    .    . 

buste  228 

»     .... 

»      106 

»     .... 

»      141 

»     .... 

»        14 

»     .... 

»       41 

» 


» 


31; 


» 

gente  a 

mare  — 

» 

» 

invalidi 

— 

» 

» 

prede 

— 

» 

» 

soccorsi 

— 

» 

» 

depositi 

— 

» 

MarittliTìo 

Sinda< 

1806  — 

1814. 

» 
» 
» 
» 
» 


24 
3 
2 
1 
1 


2. 


Il  territorio  marittimo  del  Regno,  per  decreto  22  giugno 
1806,  fu  diviso  in  otto  sindacati.  Il  distretto  di  Venezia  (dal 


Porto  di  Malamocco  a  quello  dei  Treporit)  formava  il  settimo 
sindacato. 

I  Sindaci  venivano  scelti  fra  i  cittadini  che  avevano  reso 
utili  servigi  nel  ramo  della  marina,  neir  armata  di  terra  e  nel- 
Tamministrazione,  ed  erano  incaricati  di  curare  la  formazione  e 
la  tenuta  delle  matricole  di  tutti  gl'individui  soggetti  all'inscri- 
zione marittima,  prendendo  gli  opportuni  concerti  col  Podestà 
e  coi  sindaci  dei  diversi  Comuni.  Erano  soggetti  all'immediata 
dipendenza  del  Commissariato  Generale  della  Marina. 

Stoma  16  —  buste  60. 

Militare  Gommissione 

1813  —  14. 

Fu  attivata  in  seno  alla  Prefettura  dell'  Adriatico  nel  30 
settembre  1813,  per  approvigionar  le  piazze  forti  del  Regno. 
Ne  era  preside  il  Prefetto  stesso. 

Stanza  60  —  buste  17. 

Militare  (Commissione  di  leva) 
1807  —  1814. 

Ne  era  preside  il  Prefetto  dell'  Adriatico.  Essa  teneva 
presso  di  sé  le  liste  di  coscrizione,  e  i  relativi  protocolli  di 
assento  che  servivano  di  base  per  la  compilazione  del  pro- 
spetto del  contingente  militare. 

Stanza  67  —  pacchi  3. 

Miniere  (Direzione  in  Treviso  delle). 

Instituita  per  effetto  dell'editto  16  settembre  1803,  doveva 
regolare  gli  oggetti  relativi  all'  arte,  economia,  costruzioni,  e 
possessioni  personali  sulle  miniere,  e  alla  monetazione,  in  di- 
pendenza della  Camera  Aulica  di  Vienna,  poi  Consiglio  delle 
miniere  in  Milano. 

II  Giudice  Consigliere  presso  di  essa  giudicava  in  prima 
istanza  i  ricorsi  dell'Ispettorato  d'Agordo,  dell'Ufficio  forestale 


in  Belluno,  e  dei  Giudici  di  Verona,  Padova,  Treviso,  Asolo, 
Feltre,  Cadore  ed  Udine. 

n  giudizio  in  seconda  istanza  spettava  al  Tribunale  d^  Ap- 
pello in  Venezia, 

StanM  176  —  pacchi  100,  registri  98. 

Pace  (Gitùdicature  di) 
14  ottobre  1807  —  30  giugno  1815. 

I  Giudici  di  pace  erano  nel  loro  circondario  anche  giudici 
di  polizia,  e  come  tali  punivano  le  trasgressioni,  colla  deten- 
zione di  giorni  dieci,  e  con  una  multa  non  maggiore  d^  italiane 
lire  50.  Fungevano  le  veci  di  viceprefetti  cantonali.  Le  sole 
sentenze  per  detenzione,  o  per  una  multa  superiore  alle  dette 
lire  50,  potevano  esser  presentate  in  appello  alla  Corte  di  pri- 
ma istanza. 

Come  ufficiale  di  polizia,  il  Giudice  di  pace  estendeva  il 
processo  criminale  contro  i  delinquenti  e  sospetti,  e  lo  trasmet- 
teva al  Tribunale  competente. 

In  ogni  Dipartimento  ve  n'  erano  due  o  più,  detti  anche 
di  Mandamento^  e  nelle  cause  civili  giudicavano  inappellabil- 
mente sino  al  valore  di  lire  100,  appellabilmente  sino  alle  lire 
600  ;  esercitavano  quella  parte  di  volontaria  ed  onoraria  giuri- 
sdizione cV  era  loro  devoluta  dal  Codice  Napoleonico,  e  negli 
afiari  contenziosi  avevano  il  solo  compito  di  conciliatori,  pel 
qual  ufficio  riscuotevano  dai  privati  un  mezzo  per  cento. 

Nella  città  di  Venezia  v^  erano  due  Giudici  ;  uno  pei 
sestieri  al  di  qua  del  Canalgrande  verso  s.  Marco,  colle  isole 
prospettive,  e  dicevasi  del  1.®  Circondario^  l'altro  per  quelli  al 
di  là,  colle  relative  isole,  ed  era  denominato  del  2.^  Circondario. 

Altri  giudici  v'  erano  :  uno  alle  Gambarare,  uno  a  Mura- 
no, uno  a  Burano,  uno  a  Caorle,  uno  a  Chioggia,  uno  a  Pelle- 
strina  ed  uno  a  Cavarzere. 

In  seguito  al  regolamento  organico  13  giugno  1806  in 
ogni  Giudicatura  di  Pace  furono  nominati  due  negozianti,  chia- 
mati Assessori^  per  decidere  in  uno  al  Giudice  le  questioni  com- 
merciali. 


-  209  - 

Starna  256  — 
1.®  Circondario  —  pacchi  117,  registri  43; 
2.«  »  »       53        »         8. 

Giudicatura  di  Murano,  1807-1818  —  pacchi  34; 
»  »   Burano  »  »     36. 

Palazzi  Reali 

10  novembre  1805  —  31  luglio  1820. 

Nell'azienda  dei  palazzi  e  delle  ville  reali  fa  d'uopo  distin- 
guere quella  che  ha  per  oggetto  l' edilizia,  da  quella  relativa 
all'  economia. 

Per  la  prima,  sin  dall'  ottobre  1806  fu  delegato  un  archi- 
tetto nella  persona  del  prof.  Antolini,  il  quale  aveva  anche  l'in- 
carico dell'  ammobigliamento  ;  per  la  seconda,  fu  nominato  nel 
21  settembre  1807  un  Agente  detto  detta  Corona^  il  quale,  per 
la  parte  puramente  amministrativa,  era  sotto  gli  ordini,  prima 
dell'  Intendente  Generale  residente  in  Milano,  poi  della  Dire- 
zione del  Demanio  di  Venezia. 

Stofnza  12  — buste  11 6,  protocolli  20,  indici  13,  registri  28. 

Polizia  (Commissariato  Omerale  di) 

1806  - 1814. 

Il  Direttore  generale  nello  Stato  Veneto  fu  mantenuto 
anche  sotto  il  regime  italico.  Corrispondeva  col  Ministero  del- 
l'Interno e  col  Direttore  generale  della  Polizia  in  Milano.  Nei 
dipartimenti  del  Bacchigliene,  Tagliamento,  Piave,  Passeriano 
ed  Istria  furono  soppressi  i  delegati,  e  le  loro  attribuzioni  ven- 
nero affidate  ai  relativi  magistrati  civili. 

In  Venezia  nel  1808  furono  istituiti  sei  Commissari,  uno 
per  sestiere,  colle  attribuzioni  dei  Giudici  di  Pace. 

Il  Commissariato  Generale  cessò  nel  settembre  1814,  es- 
sendosi attivata  la  Direzione  Generale  per  le  provincie  venete. 

Stanza  68      buste  241,  protocolli  60,  indici  26,  registri  5. 

14 


—  210  - 

Porto  (Capitanato  del) 

1806  — 1813. 

Ebbe  le  attribuzioni  stesse  che  aveva  sotto  il  cessato  Go- 
verno Austriaco  della  prima  epoca  ;  e  così  nella  2.*  epoca  au- 
striaca (V.  al  titolo  stesso). 

Porto  (Commissione  ai  lavori  del) 
2  gennaio  1810  —  31  dicembre  1813. 

La  direzione  dei  lavori  nel  porto  e  litorale  di  Venezia  fii 
affidata  ad  un  Ingegnere  in  capo  ;  la  sorveglianza  ed  ammini- 
strazione economica  alla  Municipalità. 

Pei  lavori  di  riparazione  del  porto,  escavazione  e  ripuli- 
mento dei  grandi  canali,  manutenzione  e  continuazione  delle 
scogliere  e  dei  muri  al  litorale  di  Pellestrina  e  Chioggia,  fu 
stabilita  una  somma  annua  non  minore  d^italiane  lire  100  mila, 
e  di  600  mila  per  lavori  di  maggior  entità. 

Stanza  24  —  protocolli  5. 

Poste  (Direzione  Superiore  delle) 
18  aprile  1806-1813. 

Era  regolata  da  una  Direzione  Generale  in  Milano,  da  una 
Superiore  in  Venezia,  e  da  vari  Direttori  Dipartimentali. 

L'archivio  della  Direzione  Generale  qui  centrato  abbrac- 
cia r  epoca  dal  1792  al  1848,  e  la  divisione  per  materie  seguita 
ncir  ordine  degli  atti,  non  offre  nessuna  linea  di  demarcazione 
fra  il  periodo  1792-1805  (epoca  d(*lla  Rcpublica  italiana)  Tal- 
tré  1806-1814  (epoca  italica)  ed  il  terzo  1814-1848  (epoca 
austriaca). 

Per  questo  archivio  veggasi  quindi  al  titolo  stesso  nel- 
r  epoca  2.*  austriaca. 

Stanza  172  —  Direzione  superiore  in  Venezia -busto  153, 
protocolli  11  rubriche  5. 


~  211  - 

Prefetture  dipartimentali 

26  agosto  1806  —  31  gennaio  1816. 

Il  Regno  d' Italia  fu  diviso  in  dipartimenti,  distretti  e 
cantoni  ;  e  quindi  le  provincie  venete  costituirono  sette  di- 
partimenti denominati  dal  fiume  principale  che  li  bagnava. 

In  ciascun  dipartimento  fu  creata  una  Prefettura  con  un 
Consiglio  di  Prefettura,  ed  uno  generala 

Il  Prefetto  era  il  preside  del  Dipartimento;  incaricato  del- 
l' amministrazione  di  esso,  sottoponeva  all'  approvazione  del 
Ministero  le  delibera  zioni  del  Consiglio  di  Prefettura,  da  lui 
presieduto,  approvava  e  sospendeva  quelle  dei  Consigli  di- 
strettuali e  comunali. 

Il  Consiglio  di  Prefettura  pronunciava  sulle  difficoltà  che 
insorgevano  fra  i  contribuenti  ^  V  erario,  fra  V  amministra- 
zione pubblica  e  gli  appaltatori,  fra  lo  Stato  e  i  cittadini. 

Il  Consiglio  generale,  composto  di  quaranta  membri,  si 
univa  ogni  anno  in  sessioni  non  maggiori  di  quindici  giorni, 
e  riconosciuto  lo  stato  ed  i  bisogni  di  tutto  il  dipartimento, 
innalzava  particolareggiato  rapporto  al  Ministero  dell' Interno. 

Al  Prefetto  spettava  la  nomina  dei  Sindaci  e  dei  Con- 
sigli comunali  di  terza  classe. 

Ogni  anno  doveva  fare  una  visita  nel  Dipartimento  affine 
di  raccoglier  lumi  sul  modo  di  regolare  la  publica  ammini- 
strazione. 

Era  di  sua  spettanza  qualunque  oggetto  d'amministra- 
zione politica  (compresa  la  polizia  dipartimentale)  tanto  come 
rappresentante  governativo,  quanto  come  preside  del  Dipar- 
timento. 

Stanze  57  e  58.  —  Buste  665,  protocolli  82,  indici  47, 
registri  9. 

Ragioneria,  pacchi  133,  protocolli  10. 


Registro  (Oonservatorato  del) 
1806  —  1813. 

In  Venezia,  come  in  tutti  i  capiluoghi  di  Dipartimento, 
fu  costituito  con  decreto  Reale  17  aprile  1806  un  Oonserva- 
torato del  Registro  degli  atti  e  dei  contratti. 

Per  tale  instituzione  cessarono  tutti  gli  uffici  sopra  dazi, 
testamenti,  quintello  od  eredità,  istromenti,  stride,  messetaria^ 
e  su  ogni  altro  dazio  o  tassa  avente  la  natura  del  Registro. 

La  giurisdizione  dei  Conservatori  estendevasi  nel  terri- 
torio soggetto  al  Tribunale  di  prima  istanza. 

(Per  le  note  statistiche  V.  allo  stesso  titolo  della  2.  epoca 
austriaca). 

» 

Retrodati  (Economato  dei  beni) 

1  giugno  1811  —  21  aprile  1818.     . 

L' Economo  dei  beni,  retrodati  veniva  nominato  dalla  Pre- 
fettura dello  stesso  dipartimento,  ed  era  incaricato  dell' am- 
ministrazione di  tutti  i  beni  divenuti  proprietà  del  corpo  d' e- 
stimo  procedenti  da  retrodazioni  riconosciute  regolari  ed  am- 
messe a  scarico  dei  ricevitori  generali  per  partite  anteriori 
alla  terza  rata  d' imposte  dirette  del  1809. 

Percepiva  un  tanto  per  cento  sulle  somme  versate  nella 
cassa  dipartimentale  dipendentemente  dai  fitti  e  dai  prezzi  dei 
fondi. 

Le  attribuzioni  tutte  inerenti  a  tale  ufiìcio  furono  divise 
in  quattro  sezioni,  e  V  Economo,  come  capo  d' Ufficio,  ora  re- 
sponsabile di  qualunque  mancanza  o  ritardo,  tanto  per  parte 
propria,  quanto  dei  suoi  commessi,  ed  era  obbligato  a  rifon- 
dere col  proprio  quel  danno  o  spesa  qualunque  che  fosse  de- 
rivata al  corpo  d'estimo  od  ai  terzi. 

A  tale  uopo  doveva  prestare  una  cauzione  proporzionata 
air  ammontare  degF  introiti. 

Nei  Comuni,  Cantoni  e  distretti  della  Provincia  egli  si 
faceva  rappresentare  da  un  Delegato. 


-  213  — 

Alla  Prefettura  spettava  la  sorveglianza,  onde  di  tratto  in 
tratto  essa  nominava  una  Commissione,  affine  di  rivederne 
l'amministrazione;  così  avvenne,  per  esempio,  nel  dicembre 
del  1814. 

Fu  soppresso  in  conseguenza  di  gravi  disordini,  con  di- 
spaccio  del  Governo  21  aprile  1818  (2.'  epoca  austriaca)  nelle 
Provincie  di  Venezia,  Treviso  e  Vicenza,  e  V  azienda  ne  fu  ri- 
messa alle  rispettive  Congregazioni  Provinciali. 

Stanza  68.  —  buste  46. 

Sali  (Agenzia  degli  Emforei  de%) 
26  giugno  1809  —  a  tutto  1813. 

Le  saline  e  i  così  detti  Emporei  (luoghi  in  cui  si  conserva 
anche  attualmente  il  sale  per  gli  usi  del  commercio)  furono 
affidati  ad  un  agente,  sotto  T  immediata  dipendenza  dell'  auto- 
rità camerale  e  di  finanza,  perchè  costituivano  un  diritto  di 
privativa  dello  Stato. 

Il  modo  di  procedere  nello  smercio  del  sale  era  uguale  a 
quello  del  Governo  democratico;  ed  i  privilegi  che  alcune 
città  godevano  di  esportarlo  liberamente,  furono  in  gran  parte 
confermati. 

Stanza  56  —  pacchi  1,  protocolli  2. 

Sanità  Marittima  (Magistrato  di) 

1  giugno  1806  —  20  aprile  1814. 

In  seguito  al  Begolamento  sulla  polizia  medica  approvato 
con  decreto  5  settembre  1806,  fu  istituito  un  magistrato  di  sa- 
nità marittima,  composto  di  quattro  persone  nominate  dal  Re 
fra  le  quali  il  Capitano  del  Porto. 

Questo  Ufficio  corrispondeva  coli'  estero,  ed  esercitava 
un'  ispezione  sulle  Commissioni  dipartimentali  nei  riguardi 
della  sanità  marittima,  e  sui  Deputati  del  litorale  di  tutto  il 
Regno. 

Doveva  invigilare,  conoscere,  prevenire,  e  punire  tutte  le 
contravvenzioni  ai  regolamenti  sanitari. 


-   214  - 

VfC  IS^^T  no  fu  creato  preside  il  Podestà  di  Venezia,  che 
n  -'  -«v»  :'  Capitano  del  Porto  con  voto,  quando  si  trattavano 
^y^-ct:  i:  J'ua  attribuzione. 

.^^sM.y  9  e  16  —  buste  27,  protocolli  12,  indici  11. 

Sanità  (Commissione  clipaHimentale  di) 
gennaio  1807  —  4  marzo  1811. 

ì.^  CVwimissioni  di  Sanità  marittima  erano  composte  di 
i*t  nAUAV  un  chirurgo  ed  uno  speziale  ;  ne  era  deputato  il  Ca- 
:rìixc\^  àol  {H^rto  nei  luoghi  dove  esisteva. 

^J:u>slo  Commissioni  corrispondevano  col  Magistrato  di 
^^.^  Marittima,  e  i  Deputati  colle  Commissioni. 

Ks^'^roitavano  tutte  le  ispezioni  e  facoltà  attribuite  dalla 
\,VS^  tì  tìorile  ed  8  termidoro,  anno  VI  (Era  Francese)  alle  Com- 
tt^^^wi  allora  esistenti,  onde  prevenire  e  togliere  le  epizoozie. 

\  orano  anche  Commissioni  incaricate  della  Sanità  Conti- 
t^%ul«\  0  risiedevano  nei  capihioghi  di  Provincia  in  seno  alle 
ìS^^f urt^  :  n'  era  preside  il  Prefetto. 

0<^«5sarono  coir  istituzione  della  Commissione  provinciale 
,v\»^53  in  sono  alla  Delegazione  Provinciale. 

.^ii.v*  9  —  buste  19. 

Stato  Civile 

16  giugno  1806  —  28  febbraio  1817. 

Oirni  Comune  del  Regno  doveva  tenere  i  registri  degli  atti 

^O  nascite,  dei  matrimoni  e  delle  morti,  od  ossi  erano  tenuti 

'    vato  dei  Savii  componenti  la  Municipalità,  chiamato  perciò 

'  -Kouih'  ^^^^^  Stato  Civile,  fino  al  1.  gennaio  1810,  epoca  in 

,r  taH  registri  v(^nn(U'0  dati  in  custodia  ai  rispettivi  paroehi 

.^'v^  la  sorveglianza  delle  Delegazioni  Provinciali. 

Stanze  163  -  1(56. 

Registri  di  tutti  i  Dipartimenti,  Distretti,  Cantoni  e  Co- 
ituni  delle  Provincie  Venete  —  buste  74,  pacchi  o351,  regi- 

363. 


-  215  — 

Tribnnale  d*  Appello  Generale 

14  ottobre  1807  —  a  tutto  1811. 

Malgrado  T instituzione  della  Corte  d'Appello,  continuò 
questo  Tribunale  tanto  per  definire  le  cause  pendenti  nelle  Pro- 
vincie Venete,  a  metodo  austriaco,  quanto  come  Ufficio  di  revi- 
sione per  gli  afiari  della  Dalmazia. 

Stanza  262. 
I.  per  le  cause  delle  Provincie  Venete  —  buste  57,  indici  7, 

numeriche  2; 
IL  per  gli  affari  della  Dalmazia  —  buste  11,  protocolli  3. 

Tribunale  dì  Commercio 

30  ottobre  1807  —  30  giugno  1815. 

• 

Spettava  ad  esso  il  giudizio  su  tutti  gli  affari  commerciali 
di  terra  e  di  mare,  in  prima  ed  ultima  istanza,  su  oggetti  il  cui 
valore  non  avesse  superato  lire  1200. 

I  ricorsi  in  appello  erano  devoluti  ad  una  speciale  Sezione 
di  esso. 

Esercitava  giurisdizione  su  tutto  il  territorio  compreso  dal 
Tribunale  Civile  di  !.•  istanza,  e  nelle  Provincie  Venete  v'  erano 
Tribunali  di  commercio  nelle  città  di  Padova,  Udine,  Verona 
e  Vicenza. 

Per  tale  istituzione  cessarono  le  Camere  di  Commercio 
attivate  nel  26  agosto  1802. 

Stanza  257  —  buste  56. 

Viceprefetture 

26  agosto  1806  —  31  gennaio  1816. 

In  ogni  distretto  fu  instituita  una  Viceprefettura  con  un 
Consiglio  distrettuale  composto  di  undici  membri. 

II  Viceprefetto  era  il  Delegato  del  Prefetto  per  T  ammini- 
strazione del  distretto,  dava  il  proprio  parere  motivato  su  tutti 


-  216  -' 

gli  Oggetti  che  lo  risguardavano,  e  provvedeva  direttamente 
in  caso  d' urgenza,  rendendone  poi  conto  al  Prefetto. 

Il  Consiglio  si  univa  ogni  anno  in  sessioni  aperte  per  soli 
15  giorni,  nelle  quali  fissava  le  sovrimposte  distrettuali,  sul 
preventivo  portato  in  seduta  dal  Viceprefetto,  formulava  il  pro- 
prio parere  sui  bisogni  del  distretto  e  lo  dirigeva  al  rispettivo 
Prefetto. 

Le  Viceprefetture  si  dividevano  in  tre  classi.  Quella  di 
Chioggia  apparteneva  alla  1.',  quella  di  S.  Dona  alla  2.' 
I.  Viceprefettura  di  Chioggia,  dal  2  luglio  1807  al  31  gen- 
naio 1816. 

Stanza  57  —  buste  42,  protocolli  12,  indici  2. 
II.  Viceprefettura  di  S.  Dona,  indi  Portogruaro,  dal  7  aprile 
1808  al  3  gennaio  1816. 

Stanza  57  —  buste  153. 


IV. 

SECONDA  EPOCA  AUSTRIACA 

19  aprile  1814  —  18  marzo  1848. 


Ac(iue  (Ispezione  Centrale  d'Acqm  e  Strade) 
11  giugno  1815  —  11  aprile  1824. 

Col  decreto  del  Governo  Austriaco  9  giugno  1815  fu  isti- 
tuita una  Commissione  provvisoria  alle  acque  composta  d' un 
Ispettore  Generale  e  due  Ingegneri  in  capo.  Risiedeva  in  Ve- 
nezia, e  doveva  riconoscere  lo  stato  delle  arginature  dei  fiumi, 
i  bisogni  più  urgenti  per  la  riparazione  prima  delle  piene  au- 
tunnali, proporre  un  piano  sistematico  pei  fiumi  e  i  torrenti,  e 
i  mezzi  per  sostenere  le  spese. 

Divenne  stabile  nel  21  dello  stesso  mese  e  fu  denominata 
Ispezione  Centrale. 

Presso  ogni  capoluogo  di  Provincia  risiedeva  un  Inge- 
gnere in  capo  con  ufficio  proprio. 


—  217    - 

L'Ispezione  cessò  quando  fu  attivata  la  Direzione  delle 
Pubbliche  Costruzioni  per  le  Provincie  Venete  (1824). 

Stanza  24  —  buste  196,  protocolli  13,  indici  6,  registri  12. 
Ragioneria,  buste  14,  protocolli  14,  indici  3,  registri  20. 

Araldica  Gommissìone 

19  febbraro  1816  —  26  agosto  1828. 

Colla  notificazione  del  Governo  28  dicembre  1815  fu  di- 
chiarato esser  mente  delP  Imperatore  di  conservare  T  antica  e 
la  nuova  nobiltà.  Venne  perciò  istituita  una  Commissione  aral- 
dica in  seno  al  Governo,  la  quale  doveva  esaminare  i  titoli  pre- 
sentati, e  proporne  al  Governo  stesso  la  conferma,  il  quale  poi 
con  tina  consulta  cumulativa  provocava  la  Sovrana  Risoluzione. 
A  questa  Commissione  venne  devoluto  eziandio  T  esame 
dei  titoli  araldici  nobiliari  dell'  Istria,  della  Dalmazia,  e  delle 
altre  provincie  e  città  già  soggette  alla  Repubblica  Veneta, 
come  Brescia,  Bergamo,  Crema. 

Stanza  47. 
Patrizii  Veneti,  buste  20,  protocolli  8,  indici  2,  registri  3. 
Prov.  di  Padova    »     18 

12 

16 

14 

15 

15 

16 

18 

16 

14 

12 
1 

17 

Albona,  Cherso,  Capodistria,  Cittanova,  Monfalcone,  Os- 
sero, Parenzo,  Pirano,  Pola,  Umago,  Rovigno  .  .  buste  11. 
Budua,  Almissa,  Cattare,  Curzola,  Lesina,  Lissa,  Macarsca, 


» 

Vicenza 

» 

» 

Verona 

» 

» 

Rovigo 

» 

» 

Treviso 

» 

» 

Belluno 

» 

» 

Udine 

» 

» 

Venezia 

» 

» 

Bergamo  » 

» 

Brescia 

» 

» 

Crema 

» 

Città  di  Asola 

» 

Atti  di 

massima 

» 

-  218  — 

Nona,  Perasto,  Scardona,  Scbenico,  Spalato,  Traù, 

Veglia,  Zara buste  16. 

Oggetti  di  massima  del  Litorale »  1. 

Oggetti  di  massima  della  Dalmazia  ed  Albania  .    »  2. 

Stemmi  colorati »  2. 

»         ceralacca »  1. 

Documenti  antichi  prodotti  dai  privati.     ...»  27. 

Basilica  di  S.  Marco 

(Commissione  direttrice  i  lavori  della) 
dal  13  gennaro  1823  al  7  marzo  1855. 

Per  poter  mettere  in  atto  i  lavori  di  ristauro  della  Chiesa 
patriarcale  di  S.  Marco  in  Venezia  secondo  il  preventivo  del- 
ringegnere  Capitano  Ganassa  approvato  dal  Governo  nel  1818, 
e  per  migliorare  P  amministrazione  delle  sostanze  costituenti 
la  dotazione  di  quella  Chiesa,  il  Governo  nel  luglio  dell'  anno 
stesso  nominò  una  Commissione  composta  di  alcuni  membri 
dell'Accademia  delle  Belle  Arti,  della  Commissione  all'  ornato, 
della  Ragioneria  Centrale,  e  della  Fabbriceria  stessa,  doman- 
dandole r  incarico  di  stralciare  dal  succitato  preventivo  quella 
parte  dei  lavori  che  dovevano  considerarsi  i  più  urgenti  affine 
di  provvedere  intanto  all'esecuzione  di  essi. 

Questa  Commissione  continuò  a  dirigere  i  lavori  succes- 
sivi fino  al  1855. 

Stanza  9  —  buste  31,  protocolli  7,  indici  4. 

Beneficenza  (Commissione  di  pubblica) 

29  settembre  1816  —  2  giugno  1821. 

Allo  scopo  di  soccorrere  i  cittadini  indigenti,  e  diminuire 
r  accattonaggio,  il  Governo  determinò  d'istituire  una  Commis- 
sione di  pubblica  beneficenza,  la  quale  colle  libere  e  volontarie 
sottoscrizioni  cittadine,  e  con  120,000  e  più  lire  austriache 
assegnate  dall'Imperatore,  formasse  un  fondo,  le  cui  rendite  si 
dispensassero  ai  poveri. 


-  219  ~ 

Di  questa  Commissione  fu  eletto  preside  il  Patriarca,  as- 
sistito da  sei  Amministratori  (probabilmente  uno  per  sestiere) 
da  cinque  elemosinieri,  e  da  un  segretario  senza  verun  salario. 

Fu  posta  in  attività  nel  luglio  1817,  coadiuvata  da  sei 
Deputazioni,  una  per  sestiere,  e  dalle  fraterne  parrocchiali. 

Venne  quindi  vietata  la  questua,  e  si  punirono  colParresto 
tutti  gli  oziosi,  i  vagabondi,  e  gli  accattoni. 

Stanza  12  —    . 

Questua  —  buste  11,  protocolli  1,  indici  1,  registri  2. 

Stanza  160  — 

1815.  Prospetti  dell'  amministrazione  di  beneficenza  nelle 
Provincie  venete  —  registri  30. 

Bollettarii  fUf/ido  dei  libri) 

14  Dicembre  1818  a  tutto  1822. 

Dipendeva  dalla  Direzione  del  Demanio,  aveva  T  incarico 
di  somministrare  a  tutti  gli  ufficii  contabili  delle  provincie  ve- 
nete da  essa  dipendenti  i  bollettarii  per  le  esazioni  d' imposte 
dirette  ed  indirette;  fu  sorrogato  da  un  Ufficio  Centrale  insti- 
tuito  nel  1830. 

Stanza  99  —  protocollo  1,  indici  3. 

Bollettarii  (Ufficio  dei  libri) 
1815-1830. 

In  seguito  air  attivazione  della  Ragioneria  centrale  avve- 
nuta nel  1  luglio  1815  e  dell'  annessovi  Ufficio  di  Revisione,  fu 
incaricata  la  Direz.  Generale  delle  Dogane  di  aprire  in  seno  ad 
essa  un  Ufficio  dei  libri  Bollettarii  come  si  praticava  nelle  al- 
tre Provincie  della  Monarchia,  il  quale  aveva  Tincarico  di  som- 
ministrare tali  libri  a  tutte  le  Intendenze,  ed  Ufficii  finanziarii 
tenendo  conto  di  quelli  già  consunti. 

Fu  soppresso  nel  1830,  e  gli  fu  sostituito  l'ufficio  Centra- 
le del  Bollo  -  carta  e  Bollettarii, 

Stanza  175  —  pacchi  56 


-  220  — 

Bollo  -  carta  e  bollettarii  (Ufficio  Centrale  dei) 
1  agosto  1830  —  20  Novembre  1854. 

Fu  messo  in  attività  per  effetto  di  una  notificazione  go- 
vernativa 15  giugno  1830  nell'agosto  successivo  con  dipenden- 
za dal  Magistrato  Camerale,  e  venne  incaricato  di  corrisponde- 
re direttamente  con  tutti  i  dicasteri  ed  ufficii  per  la  sommini- 
strazione dei  bollettarii  e  delle  stampe  occorrenti  ai  medesimi 
in  tutte  le  provincie  venete. 

Stanza  175.  —  buste  245,  protocolli  13,  indici  18,  guide  1, 
registri  142,  pacchi  107. 

Boschi  (Ispettorato  generale  dei) 

L' amministrazione  dei  boschi  era  stata  regolata  : 

Dal  1797  al  1798,  da  un  sopraintendente  generale  e  da  va- 
rie ispezioni  forestali. 

Dal  1799  al  1806,  dalla  presidenza  dell'  Arsenale  e  Marina  la 

quale  aveva  la  sorveglianza  sugli  Ispet- 
torati boschivi,  e  sul  Conservatorato 
provvisionale  al  bosco  del  Consiglio  per 
regolare  i  boschi  che  dovevano  servire 
alla  R.  Marina. 

Dal  1807  al  1815,  tutti  gli  agenti  forestali  passarono  sotto 

la  dipendenza  d'  un  Conservatorato  in 
Treviso. 

Dal  1816  al  1829,  il  conservatorato  passò  alla  dipendenza 

della  Direzione  del  Demanio. 

Dal  1830  al  18G7,  fu  traslocato  (1830)  a  Venezia  con  dipen- 
denza dal  Magistrato  Camerale,  o  po- 
scia dalla  Prefettura  delle  finanze,  sotto 
il  nome  (prima  non  stabile)  di  Ispetto- 
rato Generale  dei  Boschi, 

Nel  1868  vennero  divisi  gli  atti  di  quest'archivio  da  (][uelli 

spettanti  alle  singole  provincie,  e   gli 


-  Sài  - 

altri  fiirono  consegnati  alle  Prefetture 
provinciali,  e  al  Ministero  d' Agricoltu- 
ra, Industria  e  Commercio  in  Firenze. 
Stanza  78  —  pezzi  941   fra  buste,  protocolli,  indici  e 

registri. 

Camerale  Magistrato. 

Era  un  magistrato  superiore  che  regolava  tutti  i  rami  di 
finanza  delle  provincie  venete  comprese  nel  circondario  della 
propria  giurisdizione,  e  giudicava  in  grado  d'  appello  in  tutte 
le  decisioni  emesse  dalle  Intendenze  di  Finanza,  e  dagli  altri 
ufficii  camerali  ad  esso  immediatamente  soggetti.  Fu  istituito 
nel  1830  in  luogo  del  Senato  Governativo  di  Finanza  e  delle 
Direzioni  delle  dogane  e  del  Demanio. 

La  sua  giurisdizione  estendevasi  lungo  il  territorio  sog- 
getto alla  giurisdizione  governativa,  cioè  su  tutte  le  8  provin- 
cie del  Veneto. 

Dipendevano  immediatamente  da  esso  : 

aj  le  direzioni  della  Zecca  e  Lotto; 

hj  le  intendenze  provinciali  di  finaiiza  ; 

e)  la  Cassa  Centrale  ; 

d)  gP  Ispettorati  delle  fabbriche  tabacchi,  nitri  e  polveri  ; 

ej  r  ufficio  delle  tasse  ; 

fj  r  agenzia  dei  sali  ; 

g)  r  Ispettorato  alle  miniere  in  Agordo  ; 

h)  »  generale  dei  boschi; 

ij  r  ufficio  del  Bollo,  e  libri  boUettarii. 

Erano  di  sua  competenza  tutte  le  imposte  dirette,  i  beni 
del  Demanio  e  Corona,  le  privative,  i  diritti  regali,  le  miniere, 
e  la  zecca,  gli  oggetti  fiscali,  il  debito  pubblico,  il  soldo  degli 
impiegati,  e  le  Cancellerie,  ecc.,  ed  al  Governo  era  lasciato 
lo  stabilire  le  imposte  dirette,  il  modo  di  ripartirle  e  di  esi- 
gerle. 

In  diritto  il  Magistrato  Camerale  era  presso  che  eguale 
al  Governo,  dipendeva  dalla  Camera  Aulica  generale  in  Vienna, 
e  corrispondeva  col  Viceré. 


L' ufficio  fiscale  e  la  Contabilità  Centrale,  ne  erano  sus- 
sidiarii,  dovendo  il  primo  esser  interpellato  su  tutti  gli  afiari 
in  cui  trattavasi  di  qualche  diritto  o  di  materie  giudiziarie  ; 
il  secondo,  doveva  essere  informato  di  tutti  gli  assegni  a  ca- 
rico della  Cassa  Centrale,  e  venir  consultato  su  tutti  i  con- 
tratti, compensi  ed  oggetti  in  cui  fosse  implicata  la  parte 
contabile,  onde  verificare  V  osservanza  o  nò  delle  norme  allora 
vigenti  e  V  ammissibilità  di  essi.  * 

Gli  afiari,  secondo  l' importanza,  si  trattavano  in  sessioni 
ordinarie  e  straordinarie,  erano  divisi  in  referati  o  Diparti- 
menti, a  capo  di  ciascun  dei  quali  eravi  un  consigliere,  as- 
sistito da  un  segretario,  e  da  un  vice  segretario,  ed  in  ge- 
nerale si  dividevano  in  tre  categorie  : 

I.  quelli  sopra  i  quali  occorreva  riportare  la  decisione 
della  Camera  Aulica; 

IL  quelli  che  dovevano  esser  decisi  immediatamente  da 
esso; 

III.  quelli  che  concernevano  Y  ispezione  e  la  sorveglianza 
sugli  uffici  subalterni. 

Il  Magistrato  Camerale  fu  abolito  col  proclama  26  Luglio 
1848  del  Maresciallo  Radetsky,  e  gli  fu  sostituito  V  Ufficio  del 
Commissario  Imperiale  Montecuccoli  residente  in  Verona. 

Gli  atti  però  di  questo  Magistrato,  continuarono  dal  22 
marzo  1848  a  tutto  il  29  agosto  1849  coir  aggiunta  d?  Go- 
verno  Piwvisorio^  e  formano  quindi  l'ultimo  quinquennio  1845- 
1849. 

Stanza  28  — 
1830-1834  buste  998,  prot.  53,  rub.  20  num.  5,  indici  8. 
1835-1839      »      998,     »     fiO,    »     28      »     3,  reg.  uor.  1. 
1840-1844      »      967,     »     60,    »    33     »     5, 
1845 -1849      »      947,     »    52,    »     31      »     9. 
Allegati  1840-1844  —  70 
»       1821-1859—  19. 

*  Il  Magistrato  Camerale  era  nello  stesso  grado  gerarchico  del  Govenio, 
del  Tribunale  d'Appello,  del  Comando  Generale  militare,  e  del  Comando 
Superiore  della  Marina. 


-  2lì8  - 

Direzione  degli  Uffici  d' ordine. 

In  seno  al  Magistrato  Camerale  fu  costituita  per  decreto 
Vicereale  29  agosto  1830  una  Direzione  degli  ufficii  d' ordine 
con  un  Direttore,  il  quale  era  il  capo  di  tutti  i  rami  di  ma- 
nipolazione, cioè  del  Protocollo,  Spedizione,  e  Registratura. 

Era  coadiuvato  da  due  aggiunti,  e  da  un  numero  di  im- 
piegati detti  et  ordine. 

Stanze  28,  118,  161  —  buste  110,  pacchi  20,  protocolli 
9,  indici  4. 

Stanza  28  —  Ordini  di  pagamento  1828  al  1848,  buste  28. 

Stanza  161  —  Circolari  litografate  1831  - 1849,  buste  67. 

Stanza  48  —  Presidenza  1830-1849  buste  217,  indici  6, 
numeriche  8. 

Camerali  Realità  (Commissione  per  la  vendita  delle) 
dal  19  gennaro  1821  al  24  agosto  1849. 

Con  decreto  circolare  del  Governo  20  marzo  1821  fu  isti- 
tuita una  Commissione  speciale  per  T  alienazione  delle  realità 
camerali  i  prodotti,  della  quale  costituirono  un  fondo  pel  Monte 
del  Regno  Lombardo  Veneto  assumente  il  debito  publico  dello 
Stato. 

Fu  presieduta  dal  Governatore  delle  provincie  venete,  e 
composta  del  Vice-presidente  di  Governo  e  di  due  Consiglieri 
di  esso,  del  Direttore  generale  del  Demanio,  del  Consigliere  e 
Procuratore  Camerale,  del  Direttore  della  Ragioneria  Centrale, 
deir  Assessore  della  Direzione  Generale,  e  d'  un  Segretario  di 
Governo. 

Stanza  11  — buste  172,  protocolli  38. 

Censura  (Dipartimento  di) 

15  giugno  1815  —  11  aprile  1848. 

Attivato  in  Venezia  il  15  giugno  1815,  fu  posto  sotto 
r  immediata  direzione  del  Governo  Generale. 


-  è^  - 

Rivedeva  tutti  gli  stampati  e  i  manoscritti  da  stampare, 
cioè  tutti  i  libri  e  le  incisioni  provenienti  dall'estero,  quelli  che 
si  volevano  dare  alla  stampa,  a  riserva  delle  gazzette  estere  e 
nazionali,  clie  venivano  censurate  dal  Governo  e  dai  Regii 
Delegati. 

La  censura  sulle  produzioni  teatrali,  ma  non  sulla  stampa 
di  esse,  fu  affidata  agli  ufficii  di  polizia. 

In  ogni  capoluogo  di  Provincia  eravi  un  Censore  dipen- 
dente dal  Delegato. 

Questo  dicastero  fu  regolato  da  norme  apposite  e  da  un 
piano  generale  di  Censura  per  le  Provincie  Venete. 

Proclamata  la  libertà  di  stampa  nel  20  marzo  1848,  V  uf- 
ficio di  Censura  fu  abolito. 

Stanza  72  —  buste  289,  pacchi  23,  registri  102. 

Colèra  (Commissione  governativa  sul) 

12  luglio  1831  —  21  settembre  1836. 

Quantunque  a  tutto  settembre  1831  lo  stato  della  salute 
pubblica  nelle  Provincie  Venete  e  nelle  limitrofe  tedesche 
fosse  soddisfacente,  pure  affine  d' impedire  la  propagazione  del 
Colèra  già  comparso  nella  Monarchia,  fu  attivato  un  cordono 
sanitario  e  dopo  alcuni  studii  fu  instituita  nel!' ottobre  una 
Commissione  la  quale  dovette  attenersi  alle  norme  emanate 
per  le  Provincie  Austriache  nel  1770  per  la  peste  orientale, 
alla  Sovrana  patente  21  maggio  1805,  per  le  prescrizioni  e  le 
trasgressioni  sanitarie,  e  a  quelle  del  19  gennaio  181(5,  20  di- 
cembre 1830  e  5  luglio  1831. 

Stanza  12  —  buste  16,  protocolli  8,  indici  3,  registri  2. 

Commercio  ed  industria  (Commissio^ie  governativa  di) 

9  dicembre  1832  —  25  gennaro  1848. 

Il  Presidente  del  Governo  Veneto  con  decreto  (5  dicem- 
bre 1832,  in  obbedienza  agli  ordini  emanati  dal  vicerò,  avuto 
riguardo  alle  altre  provincie  disila  Monarchia,  istituì  presso  il 
Governo  una  Commissione,  la  quale  sotto  la  presidenza  del  re- 


-  225  - 

ferente  del  commercio,  doveva  discutere  gli  oggetti  più  im- 
portanti del  commercio,  dell'  industria,  e  dell'  economia  rurale. 
Questa  Commissione  fu  composta  di  due  fra  i  più  accre- 
ditati proprietarii  di  fabbriche  e  stabilimenti  d' industria  na- 
zionale, di  alcune  persone  più  esperte  nella  navigazione,  e  di 
varii  possidenti  versati  nell'  economia  rurale  e  nelle  scienze 
tecnico  -  economicbe. 

Le  sue  attribuzioni  erano  : 
aj  la  compilazione  d'  un  prospetto  statistico  del  commercio, 

deir  industria,  e  dell'  economia  rurale  ; 
bj  la  raccolta  delle  notizie  sull'  andamento  del  sistema  dei 

privilegi  all'  industria  ; 
cj  le  informazioni  sui   risultati  dei  mercati  annuali,  e  la 

produzione  degli  elaborati  relativi  ; 
d)  l'annua  compilazione  d'una  relazione  generale  sullo  stato 
dell'economia  rurale  ;  dell'  industria  e  del  commercio  ; 
sugli  ostacoli  cbe  vi  si  frapponevano,  e  sui  mezzi 
affine  di  toglierli  e  promuovere  il  benessere  na- 
zionale. 
Stanza  12  —  buste  9,  protocolli  1,  indici  1. 

Congregazione  Centrale 

1  febbraio  1816  —  10  Aprile  1848. 

Affine  di  poter  provvedere  con  esattezza  e  nelle  vie  regolari 
ai  desiderii  e  ai  bisogni  degli  abitanti  del  Regno  Lombardo 
Veneto  e  mettere  a  profitto  nella  pubblica  amministrazione  i 
lumi  e  i  consigli  che  i  loro  rappresentanti  potevano  sommini- 
strare a  vantaggio  della  patria,  S.  M.  con  Sovrana  Patente  24 
aprile  1815  costituì  nel  Regno  alcuni  CoUegii  permanenti, 
composti  di  persone  nazionali  tratte  da  varie  classi  sociali. 

A  tale  oggetto  fu  istituita  una  Congregazione  Centrale  a 
Milano  pel  Lombardo,  ed  a  Venezia  pel  Veneto. 

Queste  Congregazioni  erano  composte  d' estimati  nobili, 
di  estimati  non  nobili  scelti  dalla  Provincia,  e  dai  rappresen- 
tanti le  città  regie  ;  erano  presiedute  dal  Grovernatore. 

15 


Ogni  provincia  proponeva  un  individuo  per  ciascuna  delle 
due  prime  classi,  e  la  nomina  d' essi  era  riservata  all'  Impera- 
tore. Duravano  in  carica  sei  anni,  ed  ogni  tre  anni  se  ne  rin- 
novava la  metà,  godevano  un  annuo  assegno  di  fiorini  2000  e 
prestavano  il  loro  giuramento  nelle  mani  del  Governatore, 
cui  oggetti  di  loro  attribuzione  erano  : 
a)  il  riparto  e  V  incasso  delle  contribuzioni  stabilite  ; 
6)  le  operazioni  censuarie. 

e)  V  esame  delle  entrate  e  delle  spese,  ed  il  determinare  a 
chi  stessero  a  carico  le  seconde  ; 

d)  il  riparto  e  conguaglio  delle  prestazioni  militari  ; 

e)  l'ispezione  e  direzione  dei  lavori  d'acque  e  strade; 

fj  la  sorveglianza  ed  amministrazione  degli  stabilimenti  di 

pubblica  beneficenza. 

In  seguito  al  decreto  del  Governo  Provvisorio  della  Repu- 

blica  di  Venezia  31  marzo  1848,  la  Congregazione  Centrale 

fu  soppressa  nel  10  aprile  seguente,  e  le  furono  sostituiti  tre 

Consultori  per  ogni  provincia,  scelti  liberamente  dal  popolo. 

Stanze  24  e  25 
buste  846,  protocolli  49,  indici  41,  numeriche  6,  registri  3. 

Congregazione  Provinciale 

1  febbraio  1816  a  tutto  marzo  1827. 

Oltre  alla  Congregazione  Centrale  pel  territorio  Veneto, 
esisteva  in  ciascuna  provincia  una  Congregazione  provinciale, 
presieduta  dal  Delegato,  e  composta  di  otto,  sei  o  tre  membri, 
secondo  ch'essa  apparteneva  alla  1,  2  o  3  classe,  i  quali  dura- 
vano in  carica  sei  anni,  potevano  esser  rieletti,  e  la  loro  nomi- 
na veniva  confermata  dalla  Congregazione  Centrale  sopra  una 
terna.  Prestavano  giuramento  nello  mani  del  Delegato  e  ave- 
vano eguali  incombenze  della  Conf>:regazi()ne  Centrale,  ma 
limitatament(*  alla  provincia,  e  subordinatamente  a  quella  Con- 
gregazione. 

Stanza  67 
buste  151,  protocolli  30,  indici  12,  guide  10,  registri  8. 


—  227  - 

Consolato  di  Sardegna 

dal  1816  al  1859 

poi  d'Italia  in  Venezia  fino  al  1866. 

Stanm^iAf) 
buste  30,  pacchi  95,  protocolli  30,  registri  49. 

Consolato  di  Napoli  e  delle  due  Sicilie  In  Venezia. 

1797  - 1866. 
buste  39,  pacchi  54,  registri  74. 

Viceconsolato  id. 

1815  - 1853. 
buste  21,  registri  6. 

Costruzioni  pubbliche  (Direzione  della) 
12  aprile  1824  —  28  febbraro  1863. 

Con  Risobizione  Sovrana  25  gennaro  1824,  fu  instituita 
nelle  provincie  venete  una  Direzione  delle  pubbliche  costru- 
zioni, composta  d' un  Direttore  e  di  tre  Ingegneri  aggiunti,  il 
primo  pel  ramo  strade,  il  secondo  pei  fiumi,  il  terzo  per  la  la- 
guna, lidi  e  porti. 

Questa  Direzione  fu  installata  il  12  aprile,  ed  assunse  le 
attribuzioni  della  disciolta  Ispezione  centrale. 

Presso  ciascun  capo  luogo  di  provincia  risiedeva  un  In- 
gegnere in  capo,  con  ufficio  proprio,  chiamato  Direzione  Pro- 
vinciale^  e  tanto  queste  Direzioni  quanto  la  succitata,  dipende- 
vano dalle  rispettive  autorità  politiche  locali,  fino  a  che  fu  in- 
stituita la  Direzione  Superiore  in  Verona. 

Sciolta  questa  nel  31  Ottobre  1853,  gli  oggetti  relativi 
alle  costruzioni  idrauliche,  stradali  ed  edilizie  delle  provincie 
venete,  vennero  affidati  alla  Direzione  veneta  ed  a  quella  di 
Milano  quelli  della  Lombardia. 

Nel  1863  fii  sciolta  anche  questa  Direzione,  e  vennero 
aperti  due  Dipartimenti  in  seno  alla  locale  Luogotenenza,  chia- 
mati r  uno  Tecnico  -  Scientifico,  V  altro  Tecnico  Contabile. 

Riguardo  poi  agli  Ufficii  provinciali  e  ai  rispettivi  Riparti 
idraulici    stradali,   essi  continuarono  nella  medesima  sfera 


Ki 


I 


j  à^ortitvliia*  tanto  rispetto  alle  Regie  Delegazioni, 
..^»v»'  -iilo  ultjv  autorità  politiche  e  camerali.  Soltanto  nel 
o;.»o  v/iiaciv  assoggettati  alla  Luogotenenza. 

cuo  L^Oy^  ^»rv>toeolli  152,  indici  39,  numeriche  39,  guide  1  ; 

mcifi'i  sul  jH^rsonale  5; 

Miisx^j^  Stradale  —pacchi  4  ; 
W      «»\  igazione  1851  -  53  buste  6  ; 
tv.  e wv^  0  iH)utìuenti  1841        »     2  ; 

Delegazione  provinciale 

1.  febbraio  1816  a  tutto  il  1862.  ^ 

Soppresse  colla  Patente  Sovrana  7  aprile  1815  le  Prefet- 
ture 0  Viceprefetture,  furono  instituite  nel  1.  febbraro  1816  le 
Delegazioni,  e  le  Cancellerie  del  Censo ,  poi  dette  Commissa- 
iHati  Distrettuali  con  immediata  dipendenza  del  Governo. 

Le  Delegazioni  costituivano  V  autorità  politico-ammini- 
strativa nell'  estensione  del  territorio  loro  affidato,  ed  esercita- 
vano il  loro  potere  immediato  ed  assoluto  sulle  Cancellerie  del 
Censo,  sugli  Ufficii  municipali,  sulle  Congregazioni  di  Carità, 
Licci,  Ginnasii,  Scuole  normali.  Ingegneri  d'  acque  e  strade. 
Economi  ecclesiastici,  fabbricierie  ecc.,  e  in  generale  su  tutti 
gli  Ufficii  e  gli  impiegati  soggetti  alla  tutela  governativa,  che 
avevano  un  rapporto  limitato  alla  periferia  della  provincia.  Gli 
affari  sui  quali  le  Regie  Delegazioni  esercitavano  la  loro  auto- 
rità erano  : 

I.  Quelli  che  avevano  rapporto  colla  costituzione  politica  e 
colla  integrità  formale  del  proprio  territorio  ; 
IL  gli  oggetti  di  religione  e  di  culto; 

III.  la  pubblica  istruzione  ; 

IV.  la  beneficenza  ; 
V.  la  polizia; 


<  Gli  atti  dal  1863  all'ottobre  1866,  noi  quale  cessò   la   Delejiraziono,  si 
custodiscono  presso  la  R.  Prefettura  di  Venezia. 


-  229  — 

VI.  r  ornato,  ed  i  pubblici  spettacoli  ; 
VII.  r  agricoltura,  e  V  industria  nazionale  ; 
VII!  gli  oggetti  militari,  ove  però  abbisognava  la  cooperazione 
politica  deir  autorità  ; 
IX.  la  publica  economia. 

Le  Delegazioni  risiedevano  nei  capoluoghi  di  provincia  ; 
nel  Veneto  ve  n'erano  otto,  e  nove  nella  Lombardia. 

Stanze  58  -  67 
buste  n.  5254,  protocolli  563,  rubriche  257,  numeriche  47, 

guide  1  ; 
registri  normali  2,  altri  registri  6; 
Presidenza,  buste  112,  pacchi  14; 
protocolli  26,  indici  30  (stanza  interna  alla  180). 

Delegazione  (Economato) 

1818  —  1824 

Instituita  nel  1816  la  suddetta  Delegazione  fa  eretto  in  seno 
ad  essa  un  Ufficio  di  Economia  per  Pamministrazione  della  Dele- 
gazione e  della  Congregazione  Provinciale,  affine  di  provvedere 
alla  fornitura  dei  mobili  e  degli  oggetti  di  cancelleria,  di  tene- 
re la  contabilità  interna,  di  versare  nella  Cassa  Provinciale  (Ri- 
cevitoria) gl'importi  delle  tasse  d'Archivio  e  della  Registratu- 
ra, e  di  curare  le  riparazioni  e  manutenzioni  dei  locali  d' Uf- 
ficio. 

Stanza  68  —  pacchi  4. 

Demanio  (Direzione  generale  del) 

1  luglio  1815,  a  tutto  luglio  1830. 

Nel  1  luglio  1815  fa  instituita  la  provvisoria  amministra- 
zione generale  del  Demanio,  Corona,  Diritti  uniti  e  Boschi, 
per  le  provincie  Venete  residente  in  Venezia,  allo  scopo  di 
avere  una  Direzione  che  potesse  regolare  tutti  gli  oggetti  de- 
maniali pertrattati  dai  singoli  Direttori  Provinciali. 


-  230  - 

Ad  essa  pertanto  fii  affidata  la  sorveglianza  : 
aj  su  tutti  i  beni  e  le  rendite  del  Demanio  e  Corona; 
hj  su  quelle  rendite  delle  quali  esso  Demanio  e  Corona  era- 
no semplici  amministratori,  indipendentemente  da 
qualunque  proprietà,  quali  erano  i  fondi  appresi  a 
sudditi  assenti,  le  rendite  delle  mense  e  beneficii  va- 
canti, ed  i  sequestri  ai  debitori  morosi  ; 
cj  sulle  diverse  proprietà,  stabili  e  mobiliari  sottratte  dal 
cessato  Governo  italico  agli  emigrati  debitori  d' im- 
poste, con  vendite,  cessioni,  ed  investiture; 
dj  su  tutti  i  boscbi  dello  Stato,  dei  Comuni  e  degli  stabili- 
menti pubblici  dai  quali  esso  percepiva  una  rendita 
pei  regolamenti  d'amministrazione,  mentre  sui  bo- 
schi privati  esercitava  unicamente  l'alto  dominio; 
ej  su  tutti  i  beni  della  Corona,  tranne  i  palazzi  reali  di  Ve- 
nezia e  Strà,  che  continuarono  ad  esser  diretti  da  un 
.  agente  sotto  la  dipendenza  del  Governo. 

Tutti  gli  aflfari  burocratici  di  tale  Direzione  erano  distri- 
buiti nelle  seguenti  Divisioni  e  Sezioni. 

1.  Amministrazione  propriamente  detta  che  abbracciava 
le  sezioni  : 

1.  del  Bollo -Carta,  e  Diritti  uniti; 

2.  del  Demanio -Corona  e  Boschi; 

3.  della  Cassa  d'Ammortizzazione; 

4.  della  Segretaria. 

IL  Ragioneria  con  quattro  Sezioni  per  la  parte  contabile- 
Per  r  amministrazione  poi  dei  boschi,  si  ora  costituita  in  seno 
ad  essa  Direzione,  un  Ispezione  pur  generale  dei  Boschi  e  Fab- 
briche, composta  d' un  Ispettore  e  di  un  Archivista  delle  Map- 
pe, per  gli  affari  del  Bollo  un'altra  Sezione  denominata  Ufficio 
Centrale  del  Bollo^  composta  d'un  Direttore  di  un  Magazzinie- 
re, un  Controllore  ed  un  Capo  bollatore. 

Nel  13  aprile  1816,  da  amministrazione  provvisoria  ch'era, 
divenne  Direzione  Generale  del  Demanio^  Corona  e  Boschi^  in  so- 
stituzione delle  Amministrazioni  :  Bancale-Demanio,  Corona,  Bo- 
schi-Tabacchi e  Bollo,  che  cessarono  col  30  marzo  di  quell'anno. 


281  — 

Stanze  87  e  99 
1815  —  19  buste  846,  protocolli  42,  rubriche  13,  registri  23 
1820  —  24    »   1263        »         62        »        15        »      Il 
lg25  — 30    »   1234        »         80        »        18        »        9 
1815  —  19  massime  159 
1820  —  24        »        80 

1815  —  30    buste     47  affittanze  e  contratti  per  le  partite  de- 
maniali. 
1551  [sic)  —  1827  buste  1  oggetti  di  massima. 

Prbsidenza 
1815  —  30  buste  82,  protocolli  10,  indici  1,  registri  4. 

Economato 

1818  —  1829,  protocolli  10,  rubriche  10. 

Commissione  pel  realizzo  dei  crediti  arretrati. 
Stanza  99  —  1823  —  1824  protocolli  1. 

Commissione  per  le  restanze  italiche. 
Stanze  15  e  174 
1806  —  1830,  buste  25,  protocolli  3,  indici  1. 

Demanio  (Ispettorato  del) 

1  luglio  4815,  a  tutto  luglio  1830. 

Nel  1815  col  decreto  Presidiale  13  giugno  furono  costi- 
tuiti in  Direzioni  del  Demanio  gli  Ufficii  di  Padova  e  di  Trevi- 
so, ritenute  quelle  di  Udine,  Verona  e  Venezia,  riservandosi  di 
istituirle  a  Vicenza  e  a  Rovigo,  e  tenuto  fermo  per  allora,  che 
Vicenza  dovesse  dipendere  dalla  Direzione  di  Verona,  e  Rovigo 
da  Padova. 

Queste  Direzioni  chiamate  poi  Ispettorati,  dipendevano 
dalla  Generale,  e  la  loro  azienda  era  circoscritta  alle  provincie 
ad  esse  affidate. 

La  Direzione  di  Vicenza  fu  poi  instituita  nel  29  agosto 
deir  anno  stesso,  e  quella  di  Rovigo  andò  in  attività  nel  24 
gennajo  1816, 


-  232  — 

Stanze  l&l  — 168  e  169 
buste  940,  protocolli  77,  rubriche  21,  guide  1. 

Prbsidbnza 
1814  - 1823  —  buste  3. 

Demanio  (Economato  per  la  vendita  dei  beni  del) 

1806  — 1830. 

Soppressa  col  decreto  10  marzo  1808  dell'Imperatore  Na- 
poleone I.  la  Direzione  del  Demanio  nel  Dipartimento  dell'  A- 
driatico,  fu  nominato  dal  Ministero  delle  Finanze  in  Milano 
un  Economo,  il  quale  assistito  da  un  Ragioniere  e  da  un  Ar- 
chivista e  facendo  parte  dell'  Ispettorato  Generale  delle  Finan- 
ze, esercitasse  tutte  le  funzioni  attribuite  al  Direttore  del  De- 
manio, coir  incarico  speciale  di  custodire  e  venderne  tutti  i 
beni. 

Stanza  99  —  buste  28,  indici  1. 

Dogane  (Direzione  generale  delle) 

1  gennaio  1816  —  31  luglio  1830. 

•  Sciolte  per  decreto  13  aprile  1816,  le  diverse  amministra- 
zioni, fu  costituita  la  Direzione  Generalp  delle  Dogane,  privati- 
ve e  Dazio  Consumo,  divisa  nei  cinque  riparti  : 

1.  Dogane 

2.  Dazio  consumo 

3.  Sali,  polveri  e  nitri 

4.  Tabacchi 

5.  Forza  armata. 

Il  Direttore  era  assistito  da  un  Segretario,  ed  altro  Diret- 
tore aveva  le  ispezioni  di  dettiiglio  nella  fabbrica  dei  tabacchi. 

La  Ragioneria,  presieduta  da  un  Capo  Ragioniere,  era  com- 
posta anch'essa  di  5  Sezioni. 

Il  territorio  soggetto  alla  giurisdizione  della  suddetta  ma- 
gistratura era  tutto  il  Veneto,  e  perciò  tutti  gli  Ufficii  delle  8 
Provincie  dipendevano  immediatamente  da  essa. 


—  233  — 

Sla^  172  - 175. 
buste  1069,  protocolli  170,  indici  70,  numeriche  73,  registri  42. 

Presidenza 
buste  159,  protocolli  10,  indici  7,  registri  3. 

Commissione  per  gli  arretrati 

Stanza  175 

1823  .  1830. 
buste  56,  protocolli  9,  indici  2,  numeriche  2. 

Commissione  liquidatrice  dei  crediti  di  finanza 

Stanza  174 

1815  .  1819. 
buste  87,  protocolli  7,  indici  2,  registri  9. 

Economato 

1815  - 1830. 
protocolli  20,  indici  4,  registri  6. 

Fabbriche  (Ufficio  alle) 

1818  - 1826. 

La  custodia  e  direzione  delle  fabbriche  erariali  nelle  Pro- 
vincie Venete,  fii  appoggiata  alla  Direzione  Generale  del  De- 
manio, che  provvedeva  alla  conservazione  di  esse,  sempre  però 
in  dipendenza  degli  ordini  impartiti  dal  Governo. 

A  tale  scopo  la  Direzione  aveva  sotto  di  se  un  Ufficio  spe- 
ciale, composto  d'un  architetto,  un  aggiunto  ed  un  dis^natore. 

Quest'Ufficio  aveva  sotto  la  sua  ispezione  tutte  le  febbri- 
che  pubbliche,  esclusi  i  palazzi  Reali  e  i  locali  del  Grenio  Mili- 
tare ;  doveva  raccogliere  i  materiali  per  formare  un  catasto 
generale,  prestarsi  alla  rilevazione  dei  fabbisogni  di  costru- 
zione e  riparazione  ed  alle  nozioni  richieste  daUe  Autorità 
superiori. 

In  ogni  provincia  eranvi  uno  o  più  Ingegneri  di  ciò  inca- 
ricati. 

Stanza  87  —  buste  26. 


-  284  - 

Feudi  (Commissione  ai) 

dicembre  1819  a  tutto  1845. 

affine  di  garantire  legalmente  nel  Regno  L.  V.  i  diritti  e  i 
titoli  spettanti  ai  privati  sui  beni  feudali,  con  Sovrana  patente  3 
maggio  1817,  pubblicata  in  Venezia  nel  2  maggio  1818,  furono 
chiamati  tutti  coloro  che  possedevano  beni  e  redditi  feudali  di 
qualunque  specie,  derivanti  da  collazione  mediata  od  imme- 
diata del  Principe  o  dello  Stato,  a  farne  formale  denunzia, 
entro  4  mesi,  ai  rispettivi  Governi  di  Milano  e  Venezia  col  ter- 
mine perentorio  a  tutto  gennaio  1823. 

Stanza  187  —  buste  101,  protocolli  12,  indici  4,  registri  15. 

Finanza  [Oivdizio  Superiore  di) 

15  aprile  1836  a  tutto  maggio  1849. 

Attivata  la  nuova  legge  penale  sulle  contravvenzioni  di 
Finanza, decretata  TU  luglio  1835,  e  che  doveva  aver  vi- 
gore col  1  aprile  1836,  fu  costituito  un  Giudizio  Superiore 
di  Finanza  in  Venezia,  composto  del  Presidente  d'  Appello,  di 
4  Assessori  tolti  dai  Consiglieri  pure  d'  Appello,  di  altri  4  del 
Magistrato  Camerale,  e  di  due  protocollisti  di  Consiglio,  uno 
ordinario  V  altro  straordinario. 

Furono  pure  istituite  alcune  Giudicature  di  Finanza  pres- 
so le  Intendenze  provinciali,  composte  di  4  assessori,  tratti 
dai  Consiglieri  Criminali,  e  d'altri  4  fra  gli  Impiegati  di  con- 
cetto delle  stesse  Intendenze. 

Lo  scopo  di  tali  Magistrature  era  di  giudicare  in  II  istanza, 
tutte  le  contravvenzioni  alla  legge  di  finanza,  che  por  lo  pas- 
sato venivano  giudicate  dalle  Intendenze  e  dal  Magistrato  Ca- 
merale. 

Stanza  28  —  buste  52,  protocolli  4,  indici  3. 


235   - 


Finanza  (Intendenza  prov.  di) 

1814  —  1851. 

Le  Intendenze  provinciali  di  Finanza  continuarono^  come 
sotto  il  regime  italico,  a  dirigere,  ciascuna  per  la  rispettiva 
provincia,  V  azienda  delle  pubbliche  entrate  e  del  tesoro,  colle 
stesse  norme  ed  attribuzioni. 

Stanne  104-113  —  buste  2997,  protocolli  524,  rubriche 
129,  numeriche  37. 

Presidenza 

1806  —  1824. 
Stanze  9  ed  1 1  —  buste  80,  registri  25.. 

Ragioneria 
1814  — 1832. 

Stanze  9  e  12  —  buste  254,  registri  33. 

Contravvenzioni 
1838  —  1856. 

Stanza  9  —  registri  88. 

Finanza  e  Demanio  (Intendenza  in  Rovigo) 

26  gennaro  1816  al  1862. 

La  provincia  di  Rovigo  prima  soggetta  all'  Intendenza  di 
Padova  1  dicembre  1815-25  gennaro  1816)  si  costituì  in 
amministrazione  provvisoria  nel  26  gennaro  1816)  e  conti- 
nuò fino  al  23  maggio  1818,  epoca  in  cui  le  fu  unita  anche 
la  parte  demaniale,  e  perciò  fu  denominata: 

Intendenza  provinciale  di  Finanza  e  Demanio. 

La  sua  gestione  era  uguale  a  quella  di  tutte  le  altre,  e 
suo  superiore  immediato  era  il  Magistrato  Camerale. 

Stanze  9, 10  ed  11  —  buste  505,  protocolli  256,  rubriche 
62,  numeriche  6,  guide  17. 


Atti  Riservati 

1830  —  1867. 
xUfffffji^  1 0  —  kiisto  50,  protocolli  12,  rubriche  6. 

Ufficio  dei  Bollettari 

1829  —  1847. 
ìnAìci  h  n^ìstri  9. 

Finanza  {Senato  Governativo  di) 

«  mapgio  1816  —  31  luglio  1830. 

Il  <>rt>wrno  tli  Vonozia,  per  effetto  della  notificazione  13 
april<^  ISUV  fu  diviso  in  due  Sezioni:  Senato  Politico,  Senato 
<^^xv^w^^i^^^  <li  Finanza,  entrambe  presiedute  dal  Governatore. 

U  So«ttto  di  Finanza  concentrava,  in  istanza  superiore  ed 
A)tfANlul(i«  r  ispezione  su  tutti  gli  affari  finanziarii  -  camerali, 
Ws^l  omHUìiUrio  assegnato  al  Governo. 

l**^  mutorie  di  attribuzione  di  questo  Senato  erano  spe- 
v^^^Uuouto:  Imposte  indirette  -  Diritti  demaniali  -  Beni  della  Co- 
VNum  t^  do!  Demanio -Regalie-  Fabbriche  erariali  -  Oggetti  Mon- 
t^uintioì  0  Monetari  -  Lotto  -  Poste  -  Oggetti  fiscali  e  stabilimenti 
di  ortnlito  pubblico  -  Debito  dello  Stato  -  Sovvenzioni,  rimuue- 
ia/.ùmi,  e  pensioni  -  Dotazioni  del  militare  e  di  altre  autorità - 
TiìhIo  dello  Stato  -  Casse  e  Personale  finanziario. 

INni'  (juanto  concerneva  le  imposte  dirette,  esse  apparte- 
uovHUi»  alla  Sezione  politica,  di  pieno  accordo  però  col  Senato 
di  Kimmza. 

(?esHÒ  per  T  istituzione  del  Magistrato  Camerale,  avve- 
uuta  nel  1830. 

Stanza  28  —  buste  1710,  protocolli  171,  indici  15,  rubri- 
rho  (5. 

Finanze  indirette  [amministrazione  delle) 

0 

Bancale  amministrazione  provvisoria 

25  aprile  1814  —  26  aprile  1816. 

L'amministrazione  provvisoria  pei  Sali,  Tabacchi,  Dogano, 
Dazio  Consumo  Murato  e  forense,  dal  25  aprile  al  31  ottobre 


1814,  trovasi  unita  all' Amministrazione  provvisoria  generale 
per  le  Finanze  indirette  dal  1  novembre  1814  al  15  luglio 

1815,  e  quest'  ultima  è  compenetrata  nella  Bancale  ammini- 
strazione di  Finanza,  dal  16  luglio  1815  al  26  aprile  1816, 
epoca  in  cui  furono  riunite  tutte  queste  amministrazioni  in 
una  sola  chiamata  Direzione  Generale  delle  Dogane. 

Stanza  174 

Amministrazione  Provvisoria  generale  per  le  finanze  indirette 

1  novembre  1814  —  15  luglio  1815. 
Buste  42,  protocolli  5,  indici  4. 

Bancale  Amministrazione  di  finanza 

16  lugUo  1815-26  aprile  1816. 
Buste  81,  protocolli  10,  indici  4. 

Bollo  carta  {Amministrazione  del) 

1  novembre  1814,  a  tutto  maggio  1816. 
Buste  23,  protocolli  3,  indici  3. 

Diritti  Uniti  {Amministrazione  dei) 

7  gennaio  1815  a  tutto  maggio  1816. 
Buste  10. 

Fiscale  Ufficio  Centrale 

1  luglio  1815 -a  tutto  1849. 

Essendo  stabilito  che  col  1.  luglio  1815,  dovesse  esser 
posto  in  attività,  il  Regolamento  giudiziario  civile  Austriaco, 
il  Governo  Generale  ordinò  Y  istituzione  provvisoria  d' un  Uf- 
ficio Fiscale  Centrale  in  Venezia,  e  destinò  allo  scopo  mede- 
simo un  Aggiunto  Fiscale  in  ognuna  delle  altre  città,  capi- 
luoghi  di  provincia. 

Le  attribuzioni,  tanto  dell'  Ufficio  Centrale,  quanto  degli 
aggiunti  provinciali,  erano  di  tutelare  i  diritti  del  R.  Erario, 
e  per  conseguenza  il  Fisco  era  obbligato  ad  intervenire  alle 


-  288  — 

Corti  di  giustizia  e  ai  Tribunali,  tanto  quale  attore,  che  come 
reo  convenuto,  a  nome  di  esso  Erario. 

Era  tenuto  d' informare  il  Governo  dell'  andamento  delle 
cause,  e  proporre  un  motivato  rapporto  se  o  meno  conveniva 
procedere  nella  lite,  sopirla  con  una  convenzione,  od  annullarla. 

Instituiti  i  Giudizii  provinciali  di  finanza  (1836)  cessa- 
rono gli  Aggiunti  fiscali  provinciali,  ad  eccezione  di  quello  di 
Verona,  che  fu  ritenuto  quale  rappresentante  V  Erario  militare 
presso  il  Giudizio  Superiore  Militare  colà  stabilito. 

Stanze  76  e  77. 
buste  1229,  protocolli  109,  indici  47,  registri  3. 

Francia  (Commissione  "pei  crediti  verso  la) 

27  maggio  1815  a  tutto  1817. 

Pel  trattato  di  pace  firmato  a  Parigi  il  30  maggio  1814,  e 
per  l'efietto  dell'  articolo  19.®  di  esso,  fa  nominata  in  seno  al 
Governo  veneto  una  Commissione  allo  scopo  di  rivedere  e  liqui- 
dare i  crediti  dei  privati  verso  il  cessato  Governo  francese. 

Tale  Commissione  cessò,  avendo  esaurito  il  proprio  compito. 

Stanza  12  —  buste  4,  protocolli  1. 

Genio  (Dipartimento  Governativo  del) 

1843 .  1849. 

S.  M.  con  risoluzione  18  marzo  1843,  approvò  lo  sciogli- 
mento del  Dipartimento  del  Genio  (Fabbriche)  presso  gli  Ufficii 
provinciali  di  Contabilità,  e  col  primo  maggio  dell'  anno  stesso 
stabilì  che  passasse  all'  immediata  dipendenza  del  Governo,  per 
quanto  risguardava  gli  oggetti  puramente  tecnici. 

Da  allora  la  Direzione  delle  Pubbliche  Costruzioni,  anzi- 
ché dirigere  i  progetti  e  i  collaudi  alla  Contabilità  Centrale, 
col  proprio  parere,  dovette  avanzarli  al  Governo,  il  quale  deci- 
deva, dopo  sentito  il  parere  del  Dipartimento  del  Genio. 

Questo  Dipartimento  fu  soppresso  in  seguito  alla  istitu- 
zione della  Direzione  Generale  delle  Pubbliche  Costruzioni  in 


Verona,  quantunque  fosse  stato  sospeso  col  decreto  1.  aprile 
1848  del  Governo  provvisorio. 
Stanza  24  —  buste  10. 

Ginnasi  (Direziom  Oenerale  dei) 

1823-1859. 

Al  Governo  spettava  la  direzione  e  la  sorveglianza  sui 
Ginnasii  pubblici  delle  Provincie  Venete. 

Il  Delegato  era  il  Direttore  di  tutti  i  Ginnasii  esistenti 
nella  propria  Provincia,  e  a  lui  spettava  la  proposta  del  Vice- 
direttore e  del  Prefetto  di  ciascuno  di  essi,  esclusi  quelli  Ve- 
scovili. 

Il  Direttore  Generale  era  contemporaneamente  direttore 
locale  per  quelli  di  Venezia,  onde  fu  sollevato  di  tale  direzione 
il  Delegato,  e  doveva  aiutare  colle  sue  cognizioni  il  referente 
del  Governo  nelP  amministrazione,  di  cui  era  incaricato. 

Doveva  infine  visitare,  almeno  una  volta  ogni  tre  anni, 
tutti  i  Ginnasii  del  Veneto,  e  farne  relazione  al  Governo. 

Stanza  177  —  buste  455,  protocolli  25. 

Governo  Veneto 

8  novembre  1813  —  22  marzo  1848. 

Air  arrivo  delle  truppe  austriache  dal  Tirolo  italiano  e 
dalle  Provincie  Illiriche  in  Italia,  fa  emanato  dal  Quartier  Ge- 
nerale in  Trento  nell'  8  novembre  1813  un  editto  del  barone 
di  Killer,  col  quale  farono  dichiarati  provvisoriamente  perma- 
nenti gli  ex  dipartimenti  italici  colle  loro  divisioni  in  Distretti, 
Cantoni  e  Comuni  ;  confermati  provvisoriamente  gli  impiegati 
regii  e  comunali,  i  Consigli  generali  distrettuali  e  comunali  - 
e  l'amministrazione  delle  provincie  o  dipartimenti  venne  affi- 
data agli  stessi  Prefetti  i  quali  dovevano  carteggiare  diretta- 
mente col  barone  di  Hiller  e  formò  il  così  detto  : 

/.  H,  Commissariato  Civile  dei  dipartimenti  italiani 
dal  21  novembre  a  tutto  dicembre  1813. 


-  240  — 

Giunto  il  18  dicembre  1813  S.  A,  il  Principe  Enrico  XV 
di  Reiiss  Plauen  a  Venezia  in  qualità  di  Governatore  Civile  Mi- 
litare di  S.  M.  r  Imperatore  d' Austria  Francesco  I.,  tutti  gli 
Ufficii  dipendettero  da  lui  e  dovettero  dirigergli  il  loro  carteg- 
gio, che  prima  trasmettevano  al  detto  Commissariato,  per  tal 
modo  soppresso. 

In  forza  poi  d'una  convenzione  fatta  fra  i  comandanti 
generali  in  capo  delle  armate  austro-francesi,  la  città  di  Vene- 
zia nel  20  aprile  1814  fu  occupata  stabilmente  dalle  armi  au- 
striache, e  il  suddetto  Principe  assunse  il  nome  di  : 

Oo^ematore  Oenerale  Civile  e  Militare  $  Italia  in  Padova 
dal  21  aprile  1814  al  15  giugno  1815. 

Per  Sovrana  patente  7  aprile  1815  le  provincie  Lombardo- 
Venete  in  tutta  la  loro  estensione  fino  al  Lago  Maggiore,  ai 
fiumi  Ticino  e  Po,  quella  porzione  del  territorio  Mantovano  che 
è  situata  sulla  riva  destra  di  quest'  ultimo  fiume,  la  Valtellina, 
e  le  contee  di  Chiavenna  e  Bormio,  furono  erette  in  Regno  col 
titolo  di  LomAardo-  Veneto  rappresentato  da  un  Viceré  (prima 
l'Arciduca  Antonio  fratello  di  Francesco  I.  nominato  il  7  marzo 
1816,  poi  r  Arciduca  Rainieri  altro  fratello  dello  stesso,  nomi- 
nato il  3  gennaio  1818). 

Questo  Regno  così  rappresentato,  fu  diviso  in  due  territorii 
governativi  separati  dal  Mincio,  la  parte  alla  destra  di  esso  fu . 
chiamata  Oovemo  Milanese  (sic)  quello  a  sinistra,  Goveìmo 
Veneto. 

Ciascuno  di  questi  due  Governi  fu  diviso  in  provincie, 
distretti,  comuni,  e  frazioni. 

Le  Provincie  venete  erano  otto,  le  lombarde  nove. 

Nel  territorio  di  ciascun  Governo  la  direzione  generale  di 
tutti  gli  affari  venne  affidata  ad  un  Governator(\  e  ad  un  Col- 
legio (Consiglio)  governativo,  clic  risiedevano  rispettivamente 
in  Milano  ed  in  Venezia,  ed  esercitavano  il  loro  ufficio  colla 
dovuta  dipendenza  dagli  Aulici  Dicasteri  a  \  icuina,  e  dal  Viceré 
obbligato  a  risiedere  sei  mesi  nella  prima  città,  e  sei  mesi  in 
questa. 


Stanze  82  -  84 
1813  -  1814,  buste  266,  protocolli  16,  indici  7. 

1815  »    336,  pacchi  3,  protocolli  20,  indici  3,  guide 

1,  registri  3.  « 

1816  - 1818,     »    808,  pacchi  6,  prot.  52  »    7,  rubri- 

che 29,  registri  nmmdLi  1. 
St4ime  83,  84  -  31. 
1819  - 1824,  buste  1266,  pacchi  14,  protocolli  73,  indici  12, 

rubriche  54,  registri  4,  registri  wyr- 
malto. 
1824.  Matricola  degli  invalidi  della  Marina  mercantile  pel  sus- 
sidio giornaliero. 
Stanze  30  -  32. 
1825  -  29,  buste  805,  pacchi  12,  protocolli  60,  indici  10,  rubri- 
che 23,  registri  normali  5,  numeriche  1. 
1825  Progetto  Japelli  pel  ristauro  dell'Università  di  Padova. 
1830  —  1834,  buste  982,  pacchi  10,  protocolli  60,  indici  10, 

rubriche  21,  registri  normali  4. 
1835  —  1839,  buste  1136,  pacchi  10,  protocolli  60,  indici  10, 

rubriche  23,  registri  normali  4. 
1838  Progetto  Milani  per  la  strada  ferrata  jfra  Milano  e  Ve- 
nezia. 
Stanze  31, 83  e  84 

1840  —  1844,  buste  1156,  pacchi  8,  prot.  60,  indici  10,  rubri- 

che 21,  regiistri  normali  3. 
Stanze  81,  82 
1845  —  1849,  buste  1032,  pacchi  14,  protocolli  49,  indici  8, 

rubriche  22,  registri  normali  2. 
Stanza  13 

1841  —  1857  Ordini  di  pagamento,  buste  86. 
Stanza  12 

Ufficii  d'ordine 

21  marzo  1814  —  1  febb.  1847 

buste  63,  protocolli  4,  indici  3,  registri  1 
Stanze  49,  50 

16 


--  242  - 

Presidenza 
24  nov.  1813  —  22  marzo  1848. 

buste  1366,  pacchi  8,  prot.  169,  ind.  27,  guide  32,  rub.  1. 

Sezione  ai  passaporti  per  V  estero 

3  giugno  1839  —  10  gennaio  1847. 
pacchi  10,  protoc.  8,  indici  7. 

Istituti  Pii  {Ingegnere  degV) 
daU' ottobre  1835  al  6  luglio  1857. 

La  R.  Delegazione  alla  quale  spettava  la  tutela  degli  Isti- 
tuti pii,  e  di  pubblica  beneficenza,  doveva  provvedere  alla 
buona  amministrazione,  nominare  l'Ingegnere  incaricato  dei 
ristauri  delle  proprietà  immobiliari  di  essi,  e  rivederne  To- 
perato. 

Tale  Ingegnere  riconosceva  nella  Delegazione  T  unica  au- 
torità immediata  fra  se  e  la  Direzione  dei  pii  istituti,  né  poteva 
senza  il  consenso  della  prima,  dar  ascolto  alla  Direzione. 
Stanza  67  —  buste  6,  protoc.  1,  ind.  1. 

Liceo  Convitto  di  S.  Caterina  in  Venezia 

(Direzione  Superiore  del) 
dal  1.  gennaio  1848  a  tutto  novembre  1860. 

In  base  al  regolamento  del  1833  parte  I  articolo  4,  il  De- 
legato Provinciale  era  il  Presidente  del  R.  Liceo  Convitto  di 
S.  Caterina,  e  perciò  presso  di  esso  doveva  custodirsi  tutto  il 
carteggio  concernente  la  direzione  Superiore  del  Liceo  Con- 
vitto. Era  assistito  da  due  membri  scelti  dal  Governo. 

Tuttavia  ciò  non  ebbe  luogo  dal  1833  a  tutto  il  1847, 
giacché  i  due  membri  d' allora  esclusero  col  fatto  qualunque 
ingerenza  in  tale  amministrazione  per  parte  del  Delegato,  (^ 
tennero  presso  di  essi  tutta  la  corrispondenza. 

Nominato  a  reggere  la  Provincia  un  nuovo  Delegato,  ri- 
scontrando egli  in  tale  materia  qualche*  iiiconv(*niente,  termo  nel 


-  WS  — 

proposito  di  non  deviare  dai  doveri  impostigli  dal  snllodato  re- 
golamento, volle  ed  ottenne,  che  il  Governo  con  decreto  4  di- 
cembre 1847  n.  44651,  ordinasse  a  quei  membri  la  consegna 
di  tutti  gli  atti  alla  Delegazione,  con  incarico  di  risiedere  nei 
locali  di  essa,  ond'  essere  sempre  alla  portata  di  consultare  col 
Preside. 

Non  si  ha  alcuna  traccia  degli  atti  anteriori  al  1848. 

Stanza  177  —  buste  18,  prot.  1,  registri  7. 

Lotto  [Ispettorato  —  poi  Direzione  del) 
l.  aprile  1814  —  21  marzo  1848,  e  dal  1850  al  1852. 

Sospeso  per  l'editto  8  novembre  1813  del  barone  di  Hiller, 
il  giuoco  del  Lotto,  fii  riattivato  per  decreto  18  marzo  1814  di 
Enrico  XV  Principe  di  Reiiss  -  Plauen. 

Sulla  base  del  Regolamento  30  luglio  1813,  e  delle  rela- 
tive istruzioni  a  stampa  30  agosto  successivo,  l'Ispettore  del 
Lotto  assunse  nel  1.  aprile  1814,  le  relative  incumbenze  con 
residenza  interinale  a  Padova  e  poscia  a  Venezia,  onde  in  quel 
giorno,  tutti  i  ricevitori  dei  varii  Dipartimenti  assunsero  le 
loro  funzioni  nelle  stesse  Comuni  e  località  del  cessato  regime 
italico;  e  nel  1816  con  notificazione  del  Governo  13  aprile, 
questo  Ufficio  fu  denominato  Direzione  del  Lotto  in  Venezia. 
Il  giuoco  del  lotto  venne  sospeso  dal  Governo  Provvisorio  che 
lo  considerò  immorale,  e  ripristinato  dal  Governo  Austriaco. 

Stanze  9  e  18. 
pacchi  461,  prot.  70,  indici  25,  rubriche  29. 

Marina  {Boschi  delle  Agenzie  delV  Istria  e  del  Veneto 

della  BegiaMarina). 

14  gennaio  1814  a  tutto  ottobre  1843. 

I  due  agenti  forestali  della  R.  Marina,  uno  pei  boschi  del- 
l' Istria,  r  altro  per  quelli  del  Veneto,  avevano  la  sorveglianza 
sui  tagli  e  curazioni  di  essi  e  ne  ricevevano  i  rapporti  giorna- 
lieri dai  varii  custodi. 


-  S44    - 

Questi  agenti  prendevano  gli  opportuni  concerti  coi  Con- 
servatorati  dei  Boschi  dell'  Istria,  della  Dalmazia,  e  del  Veneto 
(in  Treviso)  ed  assoggettavano  il  loro  operato  alla  Presidenza 
deir  Arsenale  dalla  quale  immediatamente  dipendevano. 

St/ima  16  —  Agenzia  per  l'Istria  —  buste  56. 

Agenzia  pel  Veneto  —  buste  37. 

Militare  fOommùsione  Centrale  di  Leva) 
34  dicembre  1820  —  13  novembre  1831. 

Colla  sovrana  patente  17  settembre  1820  al  §  51  fu  insti- 
tuita  una  Commissione  governativa,  e  per  decreto  del  Gover- 
no 19  dicembre  successivo,  venne  composta  del  Governatore, 
del  Generale  d' Artiglieria,  del  Vicepresidente  di  Governo,  del 
Relatore  in  oggetti  militari,  del  Commissario  di  guerra,  e  del 
Chirurgo  in  Capo  militare,  e  tenne  la  prima  seduta  nel  23 
stesso. 

Aveva  per  iscopo  di  proporre  una  nuova  forma  di  regola- 
mento che  avesse  dovuto  servir  di  base  alle  autorità  civili  e 
militari  pel  giudizio  sulle  imperfezioni  fisiche  dei  coscritti,  e 
di  fissare  le  istruzioni  da  diramarsi  alle  autorità  subalterne  per 
r  esecuzione  della  leva  militare,  sulla  base  del  regolamento  30 
settembre  1814. 

Erano  poi  incaricate  della  leva  militare  le  singole  Delega- 
zioni provinciali,  che  tenevano  nel  loro  Ufficio  la  lista  di  coscri- 
zione, ed  i  protocolli  d' assento. 

Stanza  12  —  buste  36,  protocolli  11,  indici  5. 

Sta7ize  67,  68 
liste  di  coscrizione  e  protocolli  d' asse/ito 

1814  —  1816,  e  1820  —  1847  pacchi  34. 

Militari  {Cmnmissione  alle  preslazioni) 

10  aprile  1822  —  15  maggio  1849. 

Gli  studi  e  le  proposte  por  la  liquidazione  e  il  pap^amento 
delle  somministrazioni  fatte  dalle  provincio  v(uiete  al  Militare, 


-  245  — 

durante  la  guerra  del  1813-14,  spettavano  alla  Congrega- 
zione Centrale  ed  al  Governo. 

Trasmesse  a  S.  M.  quelle  proposte,  furono  in  seguito  sta- 
bilite alcune  norme,  e  per  applicarle  la  Cancelleria  Aulica  riu- 
nita ordinò,  che  si  istituisse  apposita  Commissione,  il  compito 
della  quale  era  di  compensare  tutte  le  somministrazioni  mi- 
litari appoggiate  a  titoli  di  diritto  privato  come  : 

1.  i  prestiti  in  danaro; 

2.  le  forniture  con  contratti; 

3.  le  requisizioni  non  tacitate. 

Nel  22  gennaro  1822  venne  deciso,  che  riconosciuta  la 
somma  totale  del  debito,  alla  tacitazione  delle  pretese  per  pre- 
stazioni militari,  dovessero  concorrere  tutte  le  provincie  venete 
occupate  dallo  truppe  imperiali,  e  fu  proposto  un  prestito  da 
ripartirsi  sulle  stesse  provincie  sotto  garanzia  dello  Stato,  estin- 
guendo capitale  ed  interessi  con  un'imposta  addizionale. 

Stanza  13  —  buste  82,  protocolli  7,  registri  22. 

Pace  (Giudicature  di)  e 

POLFTICI  fOiudiziiJ. 

Ritenute  in  generale  le  due  Giudicature  di  Pace  nei  va- 
rii  distretti  come  lo  erano  nell'  epoca  italica,  vennero  aflBdate 
ad  esse  le  incombenze  di  polizia,  in  modo  che  ciascuna  nel 
rispettivo  circondario  nel  quale  avesse  avuto  luogo  qualche 
trasgressione,  doveva  esaurirne  la  procedura  e  pronunciarne 
il  giudizio  nei  casi  e  colle  forme  additati  dal  Codice  sulle  gravi 
trasgressioni  politiche,  attivato  nel  luglio  1814. 

Invece  nelle  città  capoluoghi  di  provincia,  furono  con  No- 
tificazione governativa  19  dicembre  1817,  eretti  alcuni  Giudi- 
zii  Politici,  affine  di  giudicare  sulle  gravi  trasgressioni  di  poli- 
zia, onde  in  Venezia  si  ebbero: 

due  Giudicatwre  dipaceipeì  processi  sommari  civili  dal  5 
luglio  1815  a  tutto  1816. 

due  giudizii  politici  per  le  gravi  trasgressioni  di  polizia,  dal 
1815  al  31  maggio  1832. 


.  -  246  - 

A  ciascuna  di  esse  Giudicature  e  dei  Giudizi  fa  assegnato 
il  circondario,  che  ebbe  per  linea  di  demarcazione  il  Canal 
grande  come  sotto  il  regime  italico. 

Starna  178 

Giudicature  di  Pace 

L  Circondario  buste  47,  protocolli  6,  indici  9,  registri  1. 
II         »  pacchi  14. 

Per  le  Giudicature  di  Pace  di  Murano  e  Burano  a  tutto 
1818,  vedi  I.  Epoca  italica. 
Stanza  154 

GlUDIZn  POLITICI. 

I.  Circondario  buste  53^  protocolli  55,  indici  27,  r^.  2. 

IL         »  »      6,       »         25,     »       4. 

Murano  1807  - 1825,  buste  6,  protocolli  1  ^ 
Burano  1807-1818,    »       5  « 

Passaporti  Marittimi 

1817-1825. 

Il  Capitano  del  Porto  doveva  rassegnare  al  Governo  tutte 
le  domande  di  passaporti  marittimi,  corredate  dei  seguenti  al- 
legati : 

aj  Certificato  del  costruttore  del  Legno; 

6J  »        di  misurazione      »        » 

cj  »        di  nascita  e  domicilio  del  proprietario; 

dj  atto  d' acquisto  ; 

ej  giuramento  del  proprietario  sulla  qualità  del  Legno; 

fj  certificato  di  nascita  e  domicilio  del  padrone; 

gj  »        di  autorizzazione  al  padroneggio; 

kj  atto  di  giuramento  del  padrone. 

*  Per  Sovrana  risoluzione  23  luglio  1824  Murano  coi  suoi  circondarii 
passò  sotto  la  giurisdizione  della  Pretura  di  Venezia  (1.  gennaio  1825). 

^  Il  giudizio  politico  di  Burano  nel  1818  fu  concentrato  in  quello  di  Mu- 
rano, il  qual  ultimo  passò  sotto  la  Pretura  di  Venezia. 


-  247  -  - 

In  base  a  tali  allegati  il  Governo  rilasciava  o  nò  il  chie- 
sto passaporto. 

Stanza  12,  —  buste  6,  indici  1. 

Polizia   (Direzione  generale  di) 
1  ottobre  1814-31  marzo  1848. 

L' Autorità  Superiore  di  Polizia  nel  territorio  veneto  era 
la  Direzione  Generale^  presieduta  da  un  Direttore,  nel  tempo 
stesso  Consigliere  di  Governo. 

Nel  suo  seno  eranvi  un  Ufficio  di  Revisione  dei  libri  e 
stampe,  e  un  Commissario  per  gli  stampati  esteri  presso  la 
Dogana  della  Salute. 

Immediatamente  a  lei  soggetti,  erano  i  Commissariati  dei 
Sestieri  e  i  due  Commissari,  uno  alla  Stazione  di  terra,  l'altro 
a  quella  di  mare. 

La  Direzione  in  generale  amministrava  la  polizia  nelle 
Provincie  Venete,  ed  era  rappresentata  da  tanti  Commissarii 
Superiori,  quante  erano  le  provincie  :  dipendeva  dal  Governo 
e  dal  Dicastero  Supremo  in  Vienna. 

Il  Commissario  superiore  era  il  referente  di  polizia  presso 
le  Delegazioni  provinciali,  ma  sempre  in  dipendenza  della  Di- 
rezione Generale. 

Tutte  le  leggi  e  le  istruzioni  anteriori,  furono  confermate 
colle  conseguenti  del  24  novembre  1813,  e  del  14  novembre 
1814. 

L' attività  della  Direzione  generale  era  rivolta  a  preve- 
nire i  delitti,  tutelare  la  sicurezza  personale  e  la  proprietà, 
mantenere  l'ordine,  il  costume  pubblico,  il  rispetto  alla  reli- 
gione ecc. 

Stanze  68  e  72,  —  buste  1815,  protocolli  325,  indici  131. 

Guardia  civile  di  pubblica  sicurezza  o  satellizio 

Stanza  72  — 

1818-1833. 

Ruoli  delle  paghe  1829-33,  buste  5. 


-  248  - 

Protocolli  dal  4  gennaio  1818  al    13  settembre   1122, 
protocolli  6. 

Guardia  Militare 
28  marzo  1814-16  marzo  1848. 
buste  35,  protocolli  5,  indici  1,  registri  1. 

Polizia  marittima  (Commissariato  di) 

maggio  1814  al  1841. 

L'incaricato  della  Polizia .  marittima,  residente  presso  il 
Magistrato  di  sanità,  aveva  l'obbligo  di  accompagnare  al  Gk>- 
verno  generale  l'elenco  dei  bastimenti  entrati  ed  usciti  dal 
Porto,  denunciando  e  facendo  tradurre  ad  esso  tutte  le  persone 
dell'  equipaggio,  ree  o  sospette  di  diserzione  o  di  altri  delitti,  o 
mancanti  delle  necessarie  carte  di  via  ;  doveva  infine  eseguire 
la  leva  di  mare  per  le  città  di  Venezia  e  Chioggia,  per  la  Dal- 
mazia e  r  Albania. 

Stame  9  e  14  —  buste  35,  protocolli  17,  rotoli  1. 

Porto  (Capitanato  del) 
17  marzo  1808  a  tutto  1828. 

I  lavori  relativi  alla  costruzione,  riparazione  e  conserva- 
zione dei  porti  per  gli  usi  del  commercio,  spettavano  alla  Dire- 
zione Generale  delle  acque  e  strade  in  Milano,  dipendente  dal 
Ministero  dell'Interno;  quelli  concernenti  le  rade,  i  porti  mi- 
litari, i  forti,  le  batterie,  ed  altre  opere  difensive,  erano  di  at- 
tribuzione del  Ministero  della  Guerra  e  Marina,  e  per  conseguen- 
za i  Capitani,  Luogotenenti,  ed  altri  Impiegati  formanti  la  Ca- 
pitaneria del  Porto,  dipendevano  da  ambedue  questi  dicasteri. 

Stanza  16  —  buste  65. 


-  249  - 

Poste  (Direzione  generale  e  Rovine,  in  Milano)  * 

1800  —  1849 
e  Direzione  Provinciale  di  Venezia 

1814  —  1856. 

Le  Poste  in  Milano  furono  per  lungo  tempo  amministrate 
da  un  Corriere  maggiore^  che  corrispondeva  col  Governo  Gene- 
rale dello  Stato  in  Milano  e  col  Supremo  Consiglio  denominato 
di  Spagna  in  Vienna  fino  al  1736,  epoca  in  cui,  tornato  il  Go- 
verno Austriaco ,  le  Poste  furono  affidate  ad  un  Gran  Cam,- 
celliere. 

Subentrato  poi  il  Governo  italico,  fu  creata  una  Direzione 
Generale  nel  Regno  d'Italia, la  quale  venne  ridotta  a  Direzione 
delle  Prov.  Lombarde  nella  successiva  epoca  austriaca. 

La  Direzione  Superiore  di  Venezia  fu  pur  essa  costituita 
in  Direzione  delle  Provincie  Venete  fino  dal  1816,  e  in  base  ai 
regolamenti  del  1822  ed  alle  istruzioni  del  1832,  ambedue  fu- 
rono sottoposte  air  immediata  dipendenza  dell'  Aulica  Ammini- 
strazione Superiore  in  Vienna,  dei  Governi  territoriali,  e  dei 
rispettivi  Magistrati  Camerali. 

Gli  oggetti  di  loro  attribuzione  erano  : 
aj  le  poste  lettere; 
bj  le  poste  cavalli  ; 

cj  i  corrieri,  le  stafiette,  i  pedoni,  le  diligenze^  e  le  mes- 
saggerie di  terra  ed  acqua  ; 
dj  le  convenzioni  cogli  Ufficii  di  Posta  esteri. 
Sotto  la  loro  dipendenza  immediata  trovavansi  gli  Ispet- 
tori, Amministratori,  Commessi,  Mastri  di  posta,  ecc.,  compre- 
si nel  territorio  governativo. 

Nel  periodo  del  Governo  provvisorio,  assunsero  il  titolo  di 
Consiglio  Nazionale  delle  Poste,  ma  nulla  fii  innovato  nelle 
loro  attribuzioni. 


^  Questo  Archìvio  non  ha  alcun  rapporto  colle  proTlnde  Tenete,  e  potrà 
venir  trasmesso  alla  Direzione  degli  Archivi!  Governativi  in  Milano.  —  Vi  si 
trovano  atti  di  massima  fino  del  secolo  XVII. 


-  250    - 

Archivio  Lombardo. 
Stanza  18 
buste  364,  protocolli  100,  indici  70,  numeriche  31,  registri  9, 

Archivio  Veneto. 
Stame  169  —  172 
buste  2066,  prot.  54,  ind.  39,  num.  9,  registri  48. 

Preture  Civili  e  Penali 

2  marzo  1818  al  1863. 

Nei  capiluoghi  di  provincia,  v'erano  Preture  urbane  le 
quali  esercitavano  giurisdizione  nel  distretto  del  Tribunale  di 
prima  istanza. 

Nella  città  di  Venezia,  ve  n'  erano  due  secondo  i  due  cir- 
condarli di  qua  e  di  là  del  Canal  Grande  colle  isole  prospicienti. 

Tanto  le  Preture  Urbane,  quanto  le  forensi,  esercitavano 
nel  loro  distretto  la  giurisdizione  in  affari  civili,  ad  eccezione 
di  quelli  relativi  allo  scioglimento  di  matrimonii,  e  contro  le 
Comunità  e  corporazioni  (considerate  come  persone  morali), 
quelli  di  commercio,  e  gli  affari  di  contrabbando,  che  erano  de- 
voluti ai  Tribunali  suddetti. 

Le  Preture  urbane  non  avevano  alcuna  ingerenza  negli 
affari  di  volontaria  giurisdizione  o  co7icorsi\  mentre  le  forensi 
abbracciavano  queste  attribuzioni. 

Negli  affari  criminali,  entrambe  potevano  esser  delegate 
dai  Tribunali,  sottomettendo  però  ad  essi  gli  atti  pel  giudizio. 

I  due  Comuni  di  Murano  e  Burano  appartenenti  al  I.'* 
distretto  di  Venezia,  furono  costituiti  in  Pretura  con  sede  in 
Murano,  sicché  la  Provincia  di  Venezia  comprendeva  due  Pre- 
ture Urbane,  una  suburbana,  e  sette  forensi. 

Tutte  queste  Preture  furono  istituite  con  notificazione 
governativa  4  febbraio  1818,  e  cessarono  in  tal  guisa  tutte  le 
Giudicature  di  Pace,  rimanendo  però  i  singoli  Giudizii  politici. 

Per  Sovrana  risoluzione  23  luglio  1824,  vennero  sopj)resse 
nel  Veneto  molte  Preture,  fra  le  quali  quella  di  Murano,  che  col 
1.  gennaro  1825  fu  concentrata  con,  quella  di  Venezia. 


~-  251  — 

Nel  1.  giugno  1832  in  base  alle  Sovrane  risoluzioni  7  feb- 
braio 1825,  15  luglio  1827,  e  20  dicembre  1830,  fu  stabilita 
la  istituzione  di  due  Preture  Urbane  una  civile^  V  altra  penale 
nei  capiluoghi  di  distretto,  senza  riguardo  ai  circondarii  nei 
quali  le  città  erano  divise. 

Queste  Preture  giudicavano  come  per  lo  passato  entro  al 
loro  distretto,  che  era  il  medesimo  del  rispettivo  Tribunale  di 
prima  istanza  civile  o  penale,  a  tenore  della  patente  Sovrana 
29  settembre  1819. 

Cessarono  quindi  le  Preture  civili  dei  Circondarii,  e  i  Giu- 
dizii  politici. 

Stanze  178  —  180 

Pretura  Civile  del  I.^  Circondario 
dal  2  marzo  1818  al  31  maggio  1832 

buste  565,  protocolli  17,  indici  33,  registri  1. 

Pretura  Civile  del  II.^  Circondario 

buste  365,  protocolli  19,  indici  26,  registri  7. 
Stanza  255 

Pretura  di  Murano 

p  acchi  43. 

Stanze  178  e  180 

Pretura  Urbana  Civile 
dal  1.  giugno  1832  al  1863 

buste  1655,  protoc.  62,  indici  111,  numeriche  23,  registri  632. 
Stanza  154 

Pretura  Urbana  Penale 

dal  1.  giugno  1832  al  1856 

buste  438,  protocolli  54,  indici  29,  registri  21. 


-^  252  -^ 

Ragionateria  Centrale  (OontahUiià  di  Stato) 

1814  —  1848  *. 

Ragioneria  Provinciale. 

Presso  la  R.  Delegazione  risiedeva  un  Ufficio  dei  conti 
detto  Ragioneria^  il  quale  doveva  occuparsi  della  revisione  dei 
bilanci  di  tutti  i  rami  d^  amministrazione,  esclusi  i  camerali  e 
i  finanziarii,  di  tutti  i  preventivi  e  consuntivi  dei  Comuni  e 
corpi  tutelati,  e  del  Censo  della  rispettiva  provincia. 

Stanze  67,  68  e  162 
buste  464,  protocolli  41,  indici  1,  registri  432. 

Registro  e  Tasse  fConservaiorato  del) 

5  maggio  1806  —  6  novembre  1852. 

Aveva  il  compito  d'inscrivere  tutti  gli  atti  e  contratti 
privati,  di  esigere  le  tasse  relative,  comprese  quelle  ereditarie 
e  giudiziarie,  come  fu  ordinato  con  decreto  5  maggio  1806. 

Dal  1806  a  tutto  agosto  1807,  T  Amministrazione  delle 
tasse  e  del  registro,  risiedeva  in  ogni  Cantone. 

Dal  1808  a  tutto  ottobre  1842,  tutti  gli  Ufficii  cantonali 
furono  riuniti  nei  provinciali,  e  nel  1.  novembre  1842,  in 
seguito  alla  nuova  legge  sul  bollo  e  tasse  27  gennaio  1840, 
essendosi  diminuiti  gli  affari  del  ramo  tasse,  tale  Ufficio  fu 
concentrato  nelle  singole  Intendenze  provinciali  di  finanza, 
le  quali  per  questa  parte  passarono  sotto  la  dipendenza  dell'Uf- 
ficio Aulico  in  Milano.  Donde  si  ebbero  : 

1.  1806  -  1807.  Amminist.  Cantonale  del  Registro  e  Tasse; 

2.  1808,  all'ottobre  1842.  Amminist.  Provine.     »  » 

3.  novembre  1842  - 1852.  Sezione  VII,  delFlntendeuza.  Uffi- 
ciò  del  Registro  e  Tasse. 

<  Quella  parte  di  atti  che  esisteva  in  questo  Archivio  Generale  fu  conse- 
gnata alia  Contabilità  di  Stato,  il  cui  Ufficio  di  Stralcio  li  custodisce  ed  am- 
ministra separatamente  in  un  locale  attiguo  air  Archivio  Generale,  e  in  altri. 


I. 

Pei  cantoni  di  Mestre,  Murano,  Burano,  S.  Dona,  Caorle, 
Dolo  e  Gambarare  —  pacclii  7. 

IL 

Stame  dalla  256  alla  259 
buste  1058,  pacchi  216,  protocolli  45,  registri  684. 
Atti  riservati  1830  -  1842  —  buste  7,  protocolli  2. 

in. 

Stanze  105-  106  —  buste  117,  protocolli  11,  rubriche  1, 
numeriche  10. 

Stanza  10  —  Ufficio  del  Registro  ed  Ipoteche  in  Rovigo, 
protocolli  dal  1818  al  1839,  protocolli  14. 

Retrodati  (Amministrazione  provvisoria  dei) 
21  aprile  1818  —  30  aprile  1824. 

Instituita  per  decreto  Governativo  21  aprile  1818,  in 
seguito  ai  gravi  disordini  riscontrati  negli  Economati  di  Ve- 
nezia, Vicenza  e  Treviso,  fii  assunta  interinalmente  dalle 
rispettive  Congregazioni  Provinciali  col  mezzo  d' uno  dei  loro 
membri  a  ciò  prescelto  ed  assistito  dalla  Ragioneria  della  Con- 
gregazione. 

Limitavasi  all'esecuzione  di  quelle  opere  la  cui  sospen-    "^ 
sione  poteva  recar  qualche  danno  all'Amministrazione. 

Per  le  nuove  disposizioni  emesse  dal  Governo  col  dispac- 
cio 30  aprile  1824,  N.  15117,  circa  le  operazioni  da  verificarsi 
onde  promuovere  la  riscossione  dei  vistosi  crediti  verso  il 
Corpo  d' Estimo  e  le  Comuni  in  causa  delle  retrodazioni  per 
imposte  dirette  a  tutta  la  3.*  rata  1814,  cessò  l'Amministra- 
zione suddetta  e  ne  fa  eretta  una  provinciale. 

Stanza  68  —  buste  32. 


-  254  - 

Retrodati  (Amministrazione  Provinciale  dei) 
dal  1.  maggio  1824  al  1842. 

Promulgate  dal  Governo  di  Venezia  le  nuove  disposizioni 
addì  30  aprile  1824,  tale  azienda  venne  affidata  alla  R.  De- 
legazione, e  precisamente  alla  persona  del  Vice  Delegato,  tanto 
por  la  città  di  Venezia  (Amministrazione  interna)  quanto  per 
lo  comuni  della  Provincia  (Amministrazione  esterna)  ed  in  pari 
tempo  venne  instituita  una  Commissione  composta  d'un  Depu- 
tato Provinciale,  e  d' un  perito,  allo  scopo  di  riconoscere  e  veri- 
ficare : 
aj  gli  stabili  affittati,  e  la  regolarità  del  titolo  di  locazione  ; 
bj  quelli  bisognosi  di  ristauro,  e  l'importo  di  esso; 
cj  i  rovinosi  e  gli  incapaci  di  miglioria  ; 
dj  la  porzione  di  casa  in  amministrazione  se  non  fosse  stata 

retrodata  per  intero  ; 
ej  il  fitto  attribuibile  alle  singole  case  per  la  rinnovazione 
delle  affittanze. 
Scorsi  5  mesi,  la  Commissione  suddetta  produsse  detta- 
gliato  rapporto  su  tutto  ciò  alla  Delegazione,  lasciando  quindi 
ul  II.  Vice  Delegato  V  ulteriore  amministrazione. 

Stanze  (58  e  16^ 
buHtc  366,  protocolli  11,  indici  2,  registri  68. 

Ricevitoria  Provinciale 

1.  marzo  1820  a  tutto  febbraro  1826. 

Il  Ricevitore  Provinciale  assumeva  le  scossioni  e  i  paga- 
nienti  d'imposte  dirette,  fondi  provinciali  e  delegatizii,  a  scosso 
(i  non  scosso,  por  un  triennio,  a  termini  della  Sovrana  patente 
IH  april(5  1816,  e  del  relativo  regolamento,  pubblicato  il  28  gen- 
naro  1820. 

Il  controllo  di  tale  amministrazione,  era  tenuto  dalla  Ra- 
^noncM'ia  provinciale,  e  T  immediata  sua  supcrioritii,  era  la  De- 
putazione provinciale. 


-  &55  - 

Nel  1.  marzo  1820  furono  poste  in  attività  le  Ricevitorie 
Provinciali,  che  continuarono  a  tutto  il  febbraio  1826,  epoca  in 
cui  per  le  provincie  di  Venezia,  Vicenza,  Treviso  e  Belluno 
tale  amministrazione  venne  unita  alla  Cassa  di  Finanza  e  De- 
manio, la  contabilità  agli  esattori,  e  della  relativa  procedura 
fiscale  in  odio  ad  essi,  vennero  incaricate  le  regie  Delegazioni. 

Subentrate  tanto  la  Cassa  di  Finanza  e  Demanio,  quanto 
le  Delegazioni  in  questa  parte  di  attribuzioni,  dovettero  esse 
attenersi  al  Regolamento  disciplinare  suaccennato,  sottoponen- 
dosi air  immediata  dipendenza  della  Ragioneria  Centrale  qui 
residente. 

Stanza  68  —  pacchi  44. 

Ricevitrice  Società 

(Commissione  Governativa  'per  V ultimazione  dei  conti  della) 

1807  - 1809. 

Per  ordine  di  S.  E.  il  Ministro  dell'  Interno,  e  in  seguito 
al  Vicereale  dispaccio  25  agosto  1827,  fu  composta  una  Com- 
missione per  liquidare  e  definire  le  pendenze  col  già  Ricevi- 
tore provinciale  Damaso  Boiani  pel  triennio  1807-1809  nei 
dipartimenti  del  Brenta  e  Bacchigliene,  pel  periodo  da  1  gen- 
naio a  tutto  4  novembre  1813,  e  da  queir  epoca  a  tutto  1816 
pel  Dipartimento  del  Brenta,  aggiunta  quella  parte  del  Polesine 
pel  periodo  in  cui  essa  fii  aggregata  a  quel  Dipartimento. 

Questa  Commissione  fu  presieduta  dal  barone  Galvagna 
Vicepresidente  di  Governo,  e  composta  del  Direttore  della  Con- 
tabilità Centrale,  dell'Aggiunto  fiscale,  d' un  Consigliere  della 
Direzione  Generale  di  Polizia  e  d' un  Deputato  della  Congre- 
gazione Centrale. 

Essa  si  unì  per  la  prima  volta  il  29  ottobre  1827,  e  cessò 
in  agosto  del  1845,  avendo  esaurito  il  suo  incarico. 

Stanza  12  —  pacchi  2,  protocolli  3. 

Sali  (Agenzia  degli  emporei  dei) 

1814  —  1845. 
L'  Agente  degli  Emporei  era  nominato  dal  ministro  delle 
Finanze  dietro  proposta,  prima  del  Magistrato  Camerale,  poi 


della  Prefettura  delle  Finanze  dalle  quali  autorità  dipendeva. 

Bra  assistito  da  un  Ragioniere,  da  un  Magazziniere,  e 
da  un  Controllore. 

Stanza  56  —  buste  355,  protocolli  32,  indici  28,  rubriche 
1,  registri  124. 

Sanità  Continentale  (Commissione  provinciale) 

29  febb.  1816,  a  tutto  ottobre  1819. 

Sulle  basi  del  decreto  5  Settembre  1106,  e  colle  attribu- 
zioni e  facoltà  stesse  impartite  dalla  legge  22  fiorile  ed  1  ter- 
midoro anno  VI  (E.  F.)  fu  costituita  in  seno  alla  R.  Delega- 
zione una  Commissione  che  doveva  invigilare  sulla  Sanità  del 
Continente,  d'accordo  col  Magistrato  di  Sanità  Marittima,  come 
era  stato  adottato  sotto  il  regime  italico,  con  convegno  1  ago- 
sto 1807,  e  ciò  per  tutte  le  materie  relative  ai  rapporti  fra 
i  legni  esteri,  e  la  terraferma  o  continente. 

Stanaa  67  —  buste  60,  protocolli  6,  indici  2. 

Sanità  Marittima  (Magistrato  di) 

1827  —  1844. 

Cogli  stessi  attributi  che  aveva  sotto  il  Governo  italico 
tale  magistrato  continuò  a  regolare  la  Sanità  marittima. 
Stanza  9  —  buste  57  * 

Scuole  Elementari  (Ispettorato  Generale  e  provinciale  delle) 

1820  a  tutto  1859. 

L' ispezione  superiore  su  tutte  le  scuole  clcMnentari  spet- 
tava al  Governo,  o  a  Milano  e  a  Venezia  eranvi  un  Ispettore 
generale,  Ispettori  provinciali  o  distrettuali,  (^  direttori  locali. 

L' Ispettore  Generale  aveva  la  sorvi'crliaiiza  su  tutte  le 
Scuole  Elementari  che  erano  sotto  la  giurisdizione  del  Governo, 

^  NoD  si  conosce  per  qual  motivo  manchino  gli  ulti  dal  1814  al  1826. 


-  257  - 

e  parimenti  gli  altri  secondo  la  loro  giurisdizione,  dipendendo 
sempre  V  uno  dall'  altro,  e  dai  rispettivi  Delegati  e  Cancellieri 
del  Censo  per  la  parte  economico-amministrativa. 

L' Ispettore  generale  era  anche  Ispettore  distrettuale,  poi- 
ché furono  costituiti  alcuni  distretti  scolastici  di  più  parroc- 
chie d' una  stessa  provincia,  possibilmente  secondo  i  distretti 
dei  Cancellieri  del  Censo. 

Tale  istituzione  ebbe  luogo  nel  1820  in  seguito  alla  No- 
tificazione del  Governo  22  novembre  1818. 

Ispettorato  Gbnebalb. 

Stoma  177  —  buste  584,  protocolli  45. 

Presidenza 

protocolli  1,  registri  27. 

Ispettorato  Provinciale 

buste  167,  protocolli  21. 

Tasse  anliche  (Ufficio  centrale  delle) 

15  maggio  1816  a  tutto  1852. 

Come  nelle  altre  provincie  dello  Stato  fii  istituito  anche 
nel  Veneto,  addì  15  maggio  1816,  un  Ufficio  centrale  detto 
delle  Tasse  Aulic/ce  per  V  esazione  di  tutte  le  tasse  sulle  con- 
cessioni sovrane,  sulle  cartelle  pubbliche,  sulle  placitazioni 
ecclesiastiche,  sui  titoli  araldici  nobiliari,  sui  privilegii,  sulle 
sentenze  in  Corte  di  Revisione,  sulle  nomine  a  pubblici  im- 
pieghi, sui  diritti  feudali,  sulle  patenti  di  mare  e  di  cabot- 
taggio,  sulla  custodia  dei  depositi,  sugli  esami  di  professioni 
liberali,  sulle  licenze  per  la  caccia  ecc. 

Questo  Ufficio,  in  forza  della  nuova  legge  sul  bollo  e  tasse 
27  gennaro  1840,  fu  concentrato  nell'Intendenza  di  Finanza, 
e  formò  appunto  nel  1  novembre  1842  la  Sezione  VII  d'  essa 
Intendenza,  in  seno  alla  quale  trovasi  il  carteggio  dal  1842, 
a  tutto  il  1852. 

Stanze  259-260.  Atti  dal  1816  all'ottobre  1842,  buste 

321,  pacchi  6,  protocolli  21,  indici  21,  registri  5. 

17 


-  258  - 

Dal  1.  Novembre  1847  a  tutto  1852  V.  registro  e  tasse 
(Conservatorato  del). 

Tribunale  Civile  di  L  Istanza  in  Venezia 

1  luglio  1816  al  1861. 

Estendeva  la  sua  giurisdizione  su  tutta  la  Provincia,  e  per 
le  sole  cause  fiscali,  su  tutte  le  provincie  venete. 

Anche  a  Padova,  Verona,  Treviso,  Vicenza,  ed  Udine  ne 
furono  istituiti  altri  provinciali,  che  comprendevano  tutta  la 
giudicatura  civile,  criminale  e  commerciale,  ad  eccezione  però 
delle  cause  fiscali. 

Tanto  r  uno  che  gli  altri  furono  posti  in  attività  in  se- 
guito a  notificazione  Governativa  15  giugno  1816,  e  dovet- 
tero riconoscere  la  loro  dipendenza  in  IL  istanza  dal  Senato 
Italiano  residente  in  Verona,  e  costituito  il  1  agosto  susse- 
guente, mentre  il  Tribunale  d' Appello  per  le  Provincie  Venete 
od  Ufficio  di  li.  istanza  aveva  sede  in  Venezia. 

Coli'  instituzione  delle  preture  urbane  e  forensi  (2  marzo 
1818)  la  giudicatura  civile  fii  divisa  in  modo  che  al  Tribu- 
nale di  I.  Istanza  spettavano  le  cause  matrimoniali,  e  quelle 
contro  le  Comunità  e  corporazioni,  considerate  come  persone 
morali,  quelle  su  oggetti  di  commercio,  e  di  contrabbando,  di 
tutte  le  Provincie,  e  gli  affari  di  volontaria  giurisdizione  e  con- 
carsi  del  rispettivo  distretto,  in  cui  essi  risiedevano.  Alcune 
altre  modificazioni  avvennero  in  seguito,  ma  qui  basta  dire,  che 
col  progresso  del  tempo,  esso  fu  chiamato  Tribunale  Prorin- 
ciak  Sezione  civile. 

Stanza  248-254.  buste  3504,  protocolli  108,  indici  192, 
numeriche  106. 

Tribunale  Criminale  o  Penale 

dal  1  luglio  1816  al  1861. 

Il  Tribunale  Criminale  di  Venezia  estendeva  la  propria 
giurisdizione  su  tutta  la  provincia  secondo  il  conipartiinento 


-  2X5Q    - 

territoriale  30  novembre  1815  *.  Dipendevano  dal  Tribunale 
d' Appello  di  Venezia  tutti  i  Tribunali  succitati  come  seconda 
istanza,  e  dal  Senato  Lombardo- Veneto  in  Verona  quale  terza 
istanza,  in  qualunque  aflare  giudiziario.  In  seguito  poi  questo 
Tribunale  fu  chiamato  Tribunale  provinciale  Sezione  Penale. 

Stanze  154  e  159 
buste  2218,  protocolli  71,  indici  46,  rubriche  23,  registri  114. 

Tribunale  Mercantile  Marittimo 

dal  4  luglio  1815  a  tutto  1858. 

Istituito  in  esecuzione  del  Sovrano  rescritto  2  settembre 
1815,  e  posto  in  attività  il  1.  luglio  1816,  aveva  giurisdizione 
sulla  provincia  di  Venezia  secondo  il  compartimento  territo- 
riale 30  novembre  1815.  Così  i  Tribunali  delle  altre  provincie. 

La  giudicatura  di  II.'  istanza  per  tutti,  era  il  Tribunale 
Generale  d' Appello  residente  in  Venezia,  ed  il  ricorso  in  III. 
istanza  si  faceva  presso  il  Senato  Lombardo- Veneto  in  Verona. 

Per  quanto  risguarda  gli  oggetti  marittimi,  il  Tribunale 
di  Venezia  si  estendeva  su  tutte  le  provincie  del  Regno  Lom- 
bardo-Veneto. 

Stanza  153. 
buste  1794,  pacchi  6,  protoc.  281,  indici  63,  rub.  1,  regis.  10. 

Presidenza 
1815  - 1825. 

buste  2,  protocolli  1. 


*  La  parte  criminale  nelle  provincie  venete  era  compenetrata  nei  Tribu- 
nali Provinciali. 


-  260    - 

V. 

GOVERNO  PROVVISORIO 

22  marzo  1848  —  24  agosto  1849. 

Assemblea 

31  marzo  1848  —  4  agosto  1849. 

Nel  31  marzo  1848  fu  stabilito  che  ogni  provincia  che 
aveva  aderito  alla  Republica  Veneta  eleggesse  ed  inviasse  a 
Venezia  tre  Consultori. 

Tale  Consulta  costituiva  l'Assemblea  del  popolo,  e  doveva 
dare  il  proprio  voto  in  tutti  gli  affari  più  rilevanti  proposti  dal 
Governo. 

Siccome  però  molte  città  s'erano  staccate  da  Venezia,  così 
nel  3  giugno  fu  decretato  di  convocare  un'Assemblea  di  Depu- 
tati scelti  fra  gli  abitanti  della  città,  affine  di  deliberare  sul 
tempo  in  cui  doveva  esser  decisa  la  questione  se  Venezia  vo- 
lesse governarsi  da  sé  od  unirsi  al  Piemonte. 

Questa  annessione  fu  decretata  appunto  nel  5  luglio,  e  in 
seguito  secondo  le  circostanze  l'Assemblea  concedeva  o  toglieva 
facoltà  al  preside  ed  ai  membri  del  Governo,  sino  a  che  nel  6 
agosto  1849  concentrò  tutti  i  poteri  nel  Presidente  Manin,  per 
che  provvedesse  all'  onore  e  alla  salvezza  della  patria. 

(Vedi  le  note  statistiche  al  titolo  Governo  Provvisorio  -  Con- 
sulta.) 

Auditorati  militari 

6  aprile  —  24  agosto  1849. 

Nel  fi  aprile  1849  furono  istituiti  : 
I.  un  aicditorato  di  brigata  per  le  truppe  di  terra,  composto 
d'un  capitano  auditore,  d'un  attuare,  e  d' un  cancellista: 
II.  un  aiulitorato  di  gìmmigione  e  fortezza  ; 
III.  id.  di  marina  ; 


-  261  — 

IV.  un  Qmsiglio  di  guerra  di  prima  istanza  per  le  truppe  di 
terra,  composto  d' un  presidente  col  grado  di  maggiore, 
d' un  capitano,  d' un  primo  tenente,  d' un  sottotenente, 
d'un  sergente,  e  d'un  caporale  ; 
V.  un  Consiglio  militare  di  seconda  istanza  per  le  truppe  di 
terra  presso  il  Comando  superiore  della  città  e  fortezza, 
presieduto  dal  Comandante,  e  composto  di  tre  ufficiali 
superiori,  due  consiglieri  d'Appello,  e  dell'  auditor  gene- 
rale di  guerra  ; 
VI.  un  Consiglio  militare  di  seconda  istanza^  presso  quel  Co- 
mando generale,  presieduto  dal  Comandante  generale,  e 
composto  di  tre  ufficiali  superiori  di  quell'arma,  di  due 
consiglieri  d'appello,  e  dell'Auditor  generale  di  marina  ; 
VII.  un  Consiglio  militare  di  terza  istanza  per  le  truppe  di  terra 
e  per  quelle  di  mare,  presieduto  dal  Capo  del  Diparti- 
mento della  Guerra  e  Marina,  e  composto  di  due  ufficiali 
generali,  d' un  consigliere  del  Consiglio  stesso,  della 
Commissione  di  Revisione,  e  d' un  assessore  legale  ad- 
detto ai  due  succitati  dipartimenti. 
Nel  26  aprile  la  competenza  giurisdizionale  degli  Audito- 
rati  di  Brigata  fii  esercitata  per  circondarii,  ed  ai  quattro  Au- 
ditorati  di  Brigata  .vennero  assegnati  i  seguenti  : 

aj  ad  un  Auditorato  il  I.  circondario  di  Marghera  ; 
•    ^  ad  un  altro  il  II.  circondario  del  Lido,  ed  il  IV.  di  Treporti 
e  Burano  ; 
cj  al  terzo  il  III.  circ.  di  Chioggia  ; 
(^  ed  al  quarto  il  V.  circ.  di  Pellestrina  ed  Alberoni. 

Tutta  la  guarnigione  di  Venezia  fii  posta  sotto  l'Auditorato 
di  Guarnigione. 

(Vedi  le  note  statistiche  al  titolo  Governo  Pivwisorio). 

Banca  Nazionale  (Commissione  Governativa  alla) 
11  agosto  1848  —  3  agosto  1849. 

Col  decreto  25  luglio  1848  venne  istituita  a  Venezia  una 
Banca  di  depositi  e  di  conti  correnti,  sotto  il  titolo  di  Società 
anonima. 


-  262  — 

Per  far  poi  che  le  operazioni  di  essa  fossero  mantenute 
entro  i  limiti  stabiliti  dagli  statuti,  venne  prescritto,  che  non 
fosse  valida  alcuna  deliberazione  senza  V  intervento  del  Com- 
missario 0  Vice-Commissario  governativo. 

Questa  Banca  dovette  farsi  sovventrice  di  lire  it.  1,500,000 
in  correspettivo,  pel  qual  prestito  il  Governo  rilasciò  alla  detta 
Banca  òuoni  di  lire  1000,  2000,  3000,  fruttanti  V  annuo  inte- 
resse del  6  p.  ^/q. 

Stoma  18  —  buste  1,  protocolli  1. 

G-endannerìa  (Capo  militare  di) 

28  marzo  1848  —  28  febbraio  1850. 

Addi  28  marzo  1848  fii  aperto  in  ogni  sestiere  della  città 
un  arruolamento  volontario  per  un  Corpo  di  gendarmeria  mili- 
tare destinato  a  sorvegliare  P  ordine  interno  della  Republica. 

Vi  si  potevano  inscrivere  tutti  quelli  che  avevano  com- 
plessione robusta,  statura  conveniente,  ed  età  dai  20  ai  40 
anni,  coU^  ingaggio  di  anni  tre. 

Nel  1.  marzo  1850  la  Gendarmeria  fu  denominata  Guardia 
Mvmdpale. 

(Vedi  note  statistiche  al  titolo  Governo  Provvisorio). 

Governo  Provvisorio 

22  marzo  1848  —  24  agosto  1849. 

Il  Governatore  civile  Luigi  Co.  di  PalflFy  con  notificazione 
22  marzo  1848,  annunciò  la  Sovrana  Patente  15  stesso,  con  cui 
S.  M.  r  Imperatore  Ferdinando  I.  concedeva  ai  suoi  sudditi  la  li- 
bertà della  stampa,  la  costituzione^  e  la  guardia  nazionale. 

Nello  stesso  giorno  scoppiò  in  Venezia  la  rivoluzione,  ed  il 
Governatore  cedette  la  città  nelle  mani  del  tenente  maresciallo 
Co.  Ferdinando  Zichy,  che  proclamò  lo  scioglimento  del  Go- 
verno civile  e  militare  al  cospetto  di  una  commissione  cit- 
tadina. 

Tale  commissione  consegnò  il  Governo  al  comandante 
della  Guardia  civica  Mengaldo,  e  nel  giorno  susseguente  fu 


—  263  — 

nominato  per  acclamazione  il  Governo  provvisorio  della  JRepu- 
hlica  Veneta  col  presidente  Daniele  Manin. 

Esso  fu  composto  dei  Ministeri  : 

Esteri  e  Presidenza  —  CuUo  ed  IstTU2Ì(me  —  Giustizia  — 
Finanze  —  Guerra  —  Marina  —  Internò  e  Costruzioni  —  Clm- 
mercio  —  e  con  un  artiere  rappresentante  il  popojo,  senza  por- 
tafoglio. 

Accaduta  ed  approvata  nel  27  luglio  1848  l'annessione  col 
Piemonte,  il  potere  esecutivo,  che  prima  risiedeva  nel  Presi- 
dente, passò  nel  Re  (Carlo  Alberto  rappresentato  da'  regi  Com- 
missarii  straordinarii  Colli  e  Cibrario),  e  la  trattazione  degli 
affari  in  Venezia  fii  distribuita  nei  sei  dipartimenti  : 

1.  Esteri  e  Presidenza  —  2.  Finanze,  commercio,  arti  e 
manifatture  —  3.  giustizia  ed  interno  —  4.  Culto  ed  Istruzione 
Publica  —  5.  Marina  —  6.  Guerra. 

Ripristinato  il  Governo  provvisorio  di  Venezia,  in  seguito 
al  disastro  di  Novara,  il  2  aprile  1849,  Manin  fu  dall'Assemblea 
Nazionale  investito  di  poteri  illimitati,  nel  maggio  fu  autoriz- 
zato a  continuare  le  trattative  diplomatiche  già  iniziate,  e  nel 
l'agosto  fii  incaricato  di  provvedere  come  meglio  credeva  all'o- 
nore e  alla  salvezza  della  città.  Nel  24  di  quel  mese  il  Governo 
Provvisorio  cedette  la  città  al  Municipio  che  pubblicò  tosto  il 
proclama  del  feld-Maresciallo  Co.  Radetzky,  14  agosto  1849, 
ed  il  processo  verbale  22  detto  stipulato  nella  villa  Papadopoli 
a  Marocco,  presso  Mestre,  col  quale  i  rappresentanti  di  Vene- 
zia capitolarono  all'armata  imperiale  austriaca. 

Stanze  239  e  247 

Governo  Provvisorio   ....    buste  136 

Assemblea  e  Consulta    ....       »  5  proti,  ind.  1 

Atti  presidiali »  1 

Dipartimento  Guerra  .    •    .    .       »  216 

detto       Marina  ....       »  18 

Comitato  e  Consiglio  di  Guerra  edifesa  »  23 

Commissariato  di  Guerra ...       »  41 

detto         a  Marghera  .    .       »  6 

Comando  superiore  di  città  e  fortezza  »  22 


-  264  — 

Auditorati buste  16 

Protomedico  ...,...»  14 

Gendarmeria »  9 

Sussistenze  militari  ed  ospitali .  »  1 

Varie »  58 

Protocolli,  indici,  ruoli,  rubriche, 

matricole »  218 

Gruerra  e  difesa  (Comitati  e  Consigli  di) 
28  marzo  1848  —  24  agosto  1849. 

Nel  28  marzo  1848  fii  istituito  un  Comitato  di  difesa»  com- 
posto di  antichi  militari,  di  provata  fede  e  valore,  il  quale  do- 
veva assistere  il  Governo  e  il  Ministero  nelle  deliberazioni 
concernenti  l'ordinamento  militare,  e  la  difesa  del  paese. 

A  quel  Comitato  fii  sostituito  quello  di  guerra^  composto  di 
un  Presidente  e  4  Assessori. 

Il  Presidente  esercitava  le  funzioni  del  Ministero  della 
Guerra,  e  gli  Assessori  lo  assistevano. 

Air  epoca  poi  dell'  annessione  cogli  Stati  Sardi  essendosi 
fatto  più  allarmante  lo  stato  della  città,  fu  istituito  un  Comitati 
di  Onerra  presieduto  da  un  membro  del  Governo,  ed  un  Consi- 
glio di  difesa  dipendente  dal  Generale  in  capo,  e  composto  di 
due  membri  del  Governo,  del  Comandante  della  Marina,  e  dei 
capi  degli  altri  rami  e  corpi  militari. 

(Vedi  note  statistiche  al  titolo  Governo  Pìwvisorio), 

Militari  sussistenze  (Comitato  alle) 

6  aprile  1848  —  24  agosto  1849. 

Istituito  nel  6  aprile  1848  per  la  sorveglianza  delle  sussi- 
stenze e  degli  ospitali  militari. 

(Vedi  note  statistiche  al  titolo  Governo  Pwvvisorio), 

Ordine  publico  (PrefeUura  Centrale  dell) 

2  aprile  1848  —  26  agosto  1849. 

Soppressa  nel  2  aprile  1848  la  Direzione  Generalo  di  Po- 
lizia, vi  fu  sostituita  una  Pnfettv.ra  Centrale  delV ordine  pvMìco. 


-  266  ~ 

In  sussidio  di  essa  venne  pur  istituito  un  Comitato  Centrale 
di  piiòlica  sorveglianza^  il  quale  doveva  occuparsi  di  scoprire  gli 
occulti  nemici  della  patria  e  le  persone  pericolose  e  sospette, 
coadiuvato  dalla  guardia  civica,  dalle  autorità  tutte  e  dalla  Gen- 
darmeria. 

In  ciascuno  dei  capiluoghi  di  Mestre,  Dolo,  Cavarzere, 
Ariano,  e  nella  cittàdi  ve  Chioggia,  nnero  aperti  altrettanti  Co- 
mitati Jigliali^  ognuno  entro  il  proprio  distretto,  che  ricevevano 
gli  ordini  necessarii  dalla  Prefettura  e  dal  Comitato  Centrale. 

La  Prefettura  fu  pure  incaricata  di  giudicare  le  contrav- 
venzioni alle  notifiche  e  consegna  degli  ori  ed  argenti  per  sop- 
perire ai  bisogni  della  patria. 

Contro  le  decisioni  di  essa  era  libero  il  ricorso  al  Governo 
fra  tre  giorni. 

Stanza  70  —  buste  163,  protocolli  9,  rubr.  4. 

Politico  Provvisorio  (Magistrato) 

25  marzo  1848—31  agosto  1849. 

Istituito  nel  25  marzo  1848,  dipendeva  dal  Governo  Prov- 
visorio. 

(Vedi  note  statistiche  al  titolo  Governo  Veneto  dell'  epoca 
precedente). 

Stanza  49  —  Presidenza,  buste  2. 

Sanità  (Commissione  Centrale  di) 
30  luglio  —  9  settembre  1849  *. 

Presso  il  Dipartimento  Governativo  delF  Interno,  fii  per 
decreto  30  luglio  1849  costituita  una  Commissione  Centrale  Sa- 
nitaria^ in  seguito  allo  sviluppo  del  colera  in  questa  città;  e 
presso  le  Commissioni  Annonarie  dei  varii  Circondarii  fu  no- 
minata una  Giunta  Sanitaria. 

La  Commissione  e  le  Giunte  furono  sciolte  per  ordine  del 
Governo  Civile  e  Militare  nel  9  settembre  1849  pel  progressivo 
decremento  del  morbo. 

Stanza  12  —  buste  13,  indici  1. 

^  Continuò  durante  il  periodo  1848-49  anche  il  Magistrato  di  Sanità  ma- 
rittima, del  quale  però  non  si  custodiscono  gli  atti  in  questo  Arqhivio. 


-~  266 


VI. 


TERZA  EPOCA  AUSTRIACA 

dal  27  agosto  1849  al  16  ottobre  1866. 


Commissario  imperiale  plenipotenziario  (MontecuccoU) 

20  ottobre  1848,  10  ottobre  1849. 

Colla  circolare  23  settembre  1848  S.  E.  il  Ministro  di 
Stato  MontecuccoU  rese  noto  alle  città  e  alle  provincie  sog- 
gette all'Austria,  T  incarico  aflBiclatogli  da  S.  M.  P  Imperatore, 
di  organizzare  ed  amministrare  le  provincie  del  Regno  Lom- 
bardo-Veneto, al  qual  uopo  trasferì  la  sua  residenza  da  Milano 
a  Verona. 

Egli  assunse  tutti  gli  affari  amministrativi,  pob'tici  e 
finanziarii  del  Regno  Lombardo- Veneto  e  il  feld-maresciallo 
conte  Radetzky  i  rami  della  Polizia  e  delle  Poste  col  personale 
relativo. 

Nel  27  agosto  1848  anche  il  Governatore  civile  e  militare 
Gorzkowzky  che  reggeva  il  Governo  di  Venezia,  dovette  rico- 
noscere in  essi  la  suprema  ed  immediata  autorità. 

Il  voluminoso  carteggio  tenuto  dal  commissario  suddetto 
si  divideva  in  politico  e  camerale^  e  ciascuno  di  essi  in  due 
sezioni  Lombarda  e  Veneta. 

Archivio  politico  —  sezione  veneta 

Stanza  81  — buste  68,  protocolli  8,  indici  1. 

Archivio  camerale    -  sezione  veneta 

Stanza  28  —  buste  63,  protocolli  16,  indici  1. 


-  267  - 

Costruzioni  pubbliche  (Direzione  generale  o  superiore  delle) 

15  giugno  1849  —  31  ottobre  1853. 

Affine  di'  uniformare  T  amministrazione  delle  costruzioni 
pubbliche  e  delle  strade  ferrate  nel  Regno  Lombardo- Veneto,  ai 
nuovi  sistemi,  e  per  semplificarne  ed  agevolarne  V  amministra- 
zione, il  Ministero  dei  Lavori  pubblici  con  dispaccio  12  giugno 
1 849  istituì  in  Verona  una  Direzione  generale  delle  Pubbliche 
costruzioni,  alla  quale  fu  demandata  la  Direzione  dei  lavori  e 
deir  esercizio  delle  strade  ferrate,  e  quella  dei  lavori  d' acque  e 
strade,  architettura  civile,  e  telegrafi  del  Regno  Lombardo- 
Veneto. 

Questa  Direzione  dipendeva  dal  Ministero  suddetto  ed 
aveva  sotto  di  se  tutte  le  Direzioni  provinciali,  le  quali  da 
quel  momento  furono  svincolate  dalla  dipendenza  politica. 

Fu  sciolta  in  seguito  a  risoluzione  sovrana  5  dicembre 
1852,  e  gli  oggetti  relativi  alla  costruzione  delle  strade  fer- 
rate vennero  affidati  ad  una  Direzione  per  la  costruzione  delle 
strade-ferrate  Lombardo- Venete,  residente  in  Verona,  che  andò 
in  attività  nel  1.  novembre  1853.  Gli  oggetti  relativi  alle  co- 
struzioni idrauliche,  stradali  ed  edilizie,  passarono  alle  singole 
Direzioni  di  Milano  e  Venezia. 

Stanza  24 
buste  352,  protocolli  14,  indici  5,  numeriche  2. 

Finanze  Lomb.  -  Venete  (Direzione  Superiore  in  Verona) 

1  gennaro  1850  —  14  aprile  1851. 

Istituita  nel  1850  e  dipendente  dal  Commissario  imperiale 
Montecuccoli,  teneva  i  proprii  atti  divisi  nelle  due  sezioni  Lom- 
barda e  Veneta. 

Cessò  nel  15  aprile  1851  per  l'istituzione  delle  Prefetture 
Lombarda  e  Veneta.,  e  gli  atti  di  essa,  furono  divisi  per  ragion 
di  giurisdizione  fra  le  due  autorità  succitate. 

Stanza  28 
buste  233,  protocolli  13,  rubriche  17,  numeriche  3. 


-  268  - 

Stanza  48 

Atti  riservati 
buste  2,  protocolli  3. 
Stanza  161 

Circolari  litografate 
buste  11. 

Finanza  (Gituiizio  superiore  di) 
15  aprae  1851  al  1867. 

Colla  circolare  datata  da  Milano  il  12  luglio  1849  fii  riat- 
tivato provvisoriamente  in  Milano  stessa  il  Giudizio  stij^erìore 
dijmanza^  che  estendeva  però  la  sua  giurisdizione  su  tutte  le 
Provincie  venete,  sotto  la  Presidenza  del  Tribunale  d'  Appello 
Lombardo. 

Colla  conseguente  notificazione  6  aprile  1851  datata  da 
Verona,  tale  Ufficio  fu  sciolto,  ed  essendo  già  istituite  le  Pre- 
fetture di  finanza  in  Milano  ed  a  Venezia,  fu  diviso  nei  due  Giu- 
dizii  superiori  di  finanza  residenti  in  esse  città,  con  tutte  le 
attribuzioni  che  avevano  prima  del  1848. 

Tutti  i  processi  pendenti  vennero  consegnati  ai  Giudizii 
Superiori  di  Milano  e  Venezia,  secondo  che  apparten(*vano 
air  uno  0  air  altro  per  giurisdizione  territoriale. 

Stanz-a  28  —  buste  108,  protocolli  15,  indici  2,  registri  18. 

Finanze  (Prefettura  veneta  delle) 
15  aprile  1851  a  tutto  1861. 

Colla  Sovrana  risoluzione  29  luglio  1850  comunicata  dal 
Governo  generale  Lombardo- Veneto  in  data  30  marzo  1851 
furono  instituitc  nel  Regno  Lombardo- Veneto  due  Prefetture 
delle  finanze,  a  Milano  e  a  Venezia,  ed  entrarono  in  attività  il 
15  aprile  susseguente. 

Furono  loro  assegnate  le  imposte  dirette  ed  indirette^  il 
derrtanio^  Comna^  loschi^  .pricatire^  diritti  regali^  manifattvre. 
lìiiniere^  zecche^  tasse ^  gli  oggetti  fiscali,  il  Monte  dello  Stato 


(per  quella  di  Milano)  il  Monte  Lombardo- Veneto  (per  Paltra  di 
Venezia)  nel  1859,  e  tutte  le  spese  camerali.  Dipendevano  da 
loro  i  pubblici  funzionari  degli  Ufficii  finanziarii  e  camerali. 

I  Prefetti  posti  a  reggere  tali  Ufficii  vennero  investiti  del 
carattere  di  Consiglien. 

Nel  6  luglio  1851  la  Prefettura  locale  assunse  tutte  le 
incumbenze  già  demandate  alla  Commissione  per  la  vendita 
delle  Realità  camerali  che  da  allora  fu  sciolta. 

Stanza  28  —  dal  1851  -  1856 
buste  1318,  pacchi  3,  protocolli  137,  rubriche  37,  numeriche 
5,  guide  22,  registri  61. 

Stanze  115-117  —  dal  1857  -  1861 
buste  992,  protocolli  137,  rubriche  30,  numeriche  5. 

Prbsu)enza  * 

Stanze  47  e  48  —  dal  1851  -  1867 

buste  636,  protocolli  30,  rubriche  12,  numeriche  11. 

Circolari  litografate 

Stunza  161  —  1852  - 1867,  buste  41. 

Hagionerla. 

stanze  118  e  119  —  1861  -  1869 
buste  38,  pacchi  22,  protocolli  10,  indici  4,  registri  105. 

Fiscale  [Ufficio  centrale) 

0 

Procura  di  Finanza 

1850  —  1859. 

Tutte  le  incumbenze  che  in  via  eccezionale  erano  state 
demandate  durante  il  blocco  di  Venezia  al  Tribunale  Provin- 
ciale ed  air  Ufficio  fiscale  di  Verona,  con  notificazione  1  marzo 
1849  n.  1677  Camerale  Veneto  per  la  susseguente  13  otto- 
bre n.  5890  Camerale  Veneto  furono  riassunte  dal  Tribunale 
Civile  e  dal  locale  Ufficio  fiscale. 

1  Neir  ottobre  del  1866  subentrò  aUa  Presidenza  prima  la  Commissione 
di  Prefettura,  poi  la  Delegazione  di  finanza,  e  V Ufficio  <ft  iS'/raleto  della  Dele- 
gazione stessa,  gii  atti  delle  quali  furono  tenuti  uniti  a  quelli  della  Prefettura. 


~«0  - 
OoMl^tlkimO  Ufficio  poi  fu  prOTTÌsoriamente  costituito,  in 
i  dell'  organioMnooe  giudiziaria,  con  tutte  le  incui 
berne  inerenti  ad  .una  Pnxnm  Camerale,  come  fu  poi  ordioj 
■tibiimrate  con  Sovrana  BieiduzioDe  21  luglio  1854. 
Stoma  n  —  boato  347,  protocolli  32,  ludici  10. 

SeitoDfi  della  Frocan  dì  Finanza  in  Verona 
1856  —  1860. 
bnate  37,  protoooUi  5,  indici  1,  registri  3. 

OovenU)  dTìle  e  militare 
SfT  agosto  —  fi  novembre  1849. 

n  24  agoato  1849,  in  salito  alla  capitolazione  della  città 
di  Venuia  ali*  Austria,  fd  costituita  una  Commissione  Govcr- 
natìva,  computa  del  Podestà  e  di  14  membri,  nella  quale  ven- 
nero interinalmente  c(scentt-ati  tutti  i  poteri  del  Governo 
PntTTisorio. 

Tre  giorni  dopo  giunse  in  Venezia  il  generale  Gorzkowzkj 
in  qualità  dì  Governatore  civile  e  militare,  dipendente  però  sem- 
pre da  S.  K.  il  Commissario  imperiale  Montecuccoli,  die  fino  , 
dal  26  luglio  1848  aveva  assunto  l'organizzazione  e  il  go- 
verno dell'  azienda  amministrativa  di  tutte  le  provincie  fino 
allora  occupate,  e  dal  Governatore  Generale  del  Regno  L.  V. 
Conte  Radetzky,  che  nel  1.  novembre  aperse  in  Verona  la  Se- 
zione Civile. 

Nel  10  novembre  di  quell'anno  il  Governatore  di  Vaie- 
zia  fxx  nominato  Luogotenente  delle  Provincie  Venete. 

*Steww8  81.  —  buste  23,  protocolli  1,  indici  3. 

Imposta  sulla  rendita  {pyrnmissione  centrale  dell') 

15  luglio  1851  —  30  giugno  1854. 

A  tenore  del  §  36  della  Sovrana  patente  11  aprile  1851, 

colla  quale  fu  ordinato  il  pagamento  dell'  imposta  che  doveva 

comprendere  tutte  le  rendite  provenienti  da  capitali,  fondi,  case 


-  2»yi  - 

e  da  ogni  altra  fonte  di  guadagno,  fu  attivata  nel  15  giu- 
gno di  quell'anno  una  Commissione  Centrale  in  seno  alla  Luo- 
gotenenza, allo  scopo  di  ricevere,  esaminare,  e  rettificare  le 
denunzie  delle  rendite  e  commisurarne  le  imposte. 

Varie  altre  piccole  Commissioni  furono  pur  attivate  nelle 
Delegazioni  provinciali  e  nei  Commissariati  distrettuali. 

Coir  ultimo  giugno  del  1854,  la  Commissione  Centrale 
fu  sciolta  per  disposizione  del  Ministero  delle  finanze,  e  le  fun- 
zioni di  essa  passarono  alla  competenza  della  Prefettv/ra  per 
ÌQ,  Jinanze  venete. 

Stanza  11  —  buste  47,  pacchi  18,  protocolli  3,  indici  1. 

Luogotenenza  delle  Provincie  Venete 

dal  10  novembre  1849  al  1861. 

Il  Governatore  civile  e  militare  Gorzkowzky  pubblicò  nel 
9  novembre  1849  Y  ordine  del  governatore  generale  del  Re- 
gno L.  V.  conte  Radetzky,  col  quale  fu  attivata  una  Luogo- 
tenenza nelle  provincie  venete,  colle  stesse  attribuzioni  del 
cessato  governo  veneto  ;  e  colla  Sovrana  ordinanza  31  dicem- 
bre 1850  veniva  organizzata  nel  Regno  Lombardo- Veneto  Tam- 
ministrazione  politica,  e  determinato  il  trattamento  normale  de- 
gli impiegati  regii. 

Quest'  organizzazione  è  pressoché  eguale  a  quella  che 
vigeva  prima  del  1848,  colla  sola  differenza  che  a  capo  delle 
due  amministrazioni  Lombarda  e  Veneta,  furono  posti  due 
Luogotenenti,  dipendenti  prima  dal  Governatore  Generale  in 
Verona,  e  poscia  (1857)  dall'  Arciduca  Ferdinando  Massimi- 
liano, Governatore  Generale  residente  a  Milano  e  a  Venezia. 

Fu  solo  dopo  la  guerra  del  1859  che  il  Luogotenente  di 
Venezia  dipendette  immediatamente  dal  Ministero  dell'Interno, 
perchè  cessò  il  Governatore  Generale  ;  ed  essendosigli  affidata 
quella  parte  del  Mantovano  che  ancora  rimaneva  in  potere 
dell'Austria,  egli  assunse  il  titolo  di  Luogotenente  del  Lombardo 
Veneto. 

Stanze  79,  80  e  81 


buste  2624,  pacchi  38,  protocolli  149,  indici  27,  rubriche  44, 
numeriche  13,  guide  2,  registri  62. 

Luogotenenza  Lombarda  in  Mantova 

dal  6  al  25  giugno  1859 

Stanza  80. 
buste  8,  protocolli  1,  indici  1. 

Nella  stanza  79  si  trovano  i  seguenti  modelli  : 

1.  curaporti; 

2.  branda  per  caserma  ; 

3.  due  mantici  per  gli  asfìtici  ; 
4  molino; 

5.  due  brande  per  le  carceri. 
Stanza  49  — 

Circolari  litografate- 1859  - 1866 
buste  1,  indice  1 

Monte  Lombardo-Veneto  {Prefettura  del) 

dal  20  giugno  1859  al  5  gennaro  1866. 

La  maggior  parte  dei  diritti  e  delle  obbligazioni  del  Monte 
Napoleone  passarono  nel  1822  al  Monte  Lombardo- Veneto  allo- 
ra eretto  in  Milano.  Lo  scopo  e  le  attribuzioni  di  esso  erano 
di  assicurare,  mediante  i  fondi  assegnatigli,  V  esatto  adem- 
pimento degli  obblighi  incontrati  dal  Governo  coi  credi- 
tori, e  di  effettuare  il  progressivo  ammortizzamento  del  de- 
bito in  esso  inscritto.  Perciò  egli  assegnava  le  rendite,  rila- 
sciava le  obbligazioni  [cartelk]^  pagava  gli  interessi,  esegui- 
va le  volture,  e  riceveva  in  deposito  le  cauzioni  degli  impie- 
gati. 

Nel  1859,  passatele  provincie  lombarde  sotto  la  dominazio- 
ne Sarda,  questo  Monte  fu  disciolto,  e  por  gli  articoli  Vili  del 
trattato  di  Zurigo,  e  VII  del  consoguonte  trattato  fra  TAustria, 
la  Francia,  e  la  Sardegna,  tutte  lo  passività  di  esso  furono  as- 
sunte per  ^/5  dal  Governo  Lombardo,  e  per  'Vs  J^^  quello  del- 
l' Austria. 


-  273  — 

Compiuto  per  tal  modo  il  suo  compito,  il  Monte  Lombardo 
Veneto  si  suddivise  nei  due  separati:  Monte  Lombardo^  e  Monte 
Veneto  o  Lwnbardo  Veneto  per  la  parte  del  Mantovano,  e  que- 
st'  ultimo  passò  sotto  la  Prefettura  delle  Finanze  in  Venezia 
fino  all'  agosto  del  1866  nella  qua?  epoca  Sua  Maestà  con  So- 
vrana Risoluzione  10  detto,  ordinò  che  fosse  sciolto  il  Monte 
L.  V.,  che  i  suoi  affari  fossero  demandati  alla  Prefettura  sud- 
detta, e  rispettivamente  alla  Cassa  principale  di  Venezia,  e 
che  quest'  ultima  per  tal  causa  dovesse  chiamarsi  Cassa  Prin- 
cipale del  Demanio  e  Cassa  del  Monte. 

Stanza  118  —  buste  19,  protocolli  9,  indici  2. 

Palazzi  Reali  {Ufficio  del  Qran  Maggiordomo  dei) 

1857  — 1859. 

Neil'  aprile  del  1857  l'amministrazione  dei  palazzi  reali,  e 
beni  della  Corona,  fu  affidata  al  gran  maggiordomo  di  S.  A.  I. 
l'Arciduca  Massimiliano  Governatore  Generale  del  Regno  L.  V. 
—  e  in  seguito  col  dispaccio  11  maggio  1859  del  Ministero  delle 
Finanze,  tale  amministrazione  fu  trasferita  alla  Prefettura  delle 
finanze  venete  (Dipartimento  VII)  con  dipendenza  da  quel  Mi- 
nistero. 

Stanza  12  —  buste  13,  protocolli  6,  indici  2. 

Polizia  {Cffieio  centrale  dell'ordine  pubblico 
poi  Direzione  Generale  di) 

dal  27  agosto  1849  a  tutto  1853. 

All'arrivo  del  generale  Gorzkowsky  in  qualità  di  Gover- 
natore civile  e  militare  di  Venezia,  la  Polizia  fii  intitolata  «  Uffi- 
cio Centrale  dell'ordine  pubblico  » ,  e  nel  4  settembre  1849  fu 
in  esso  concentrato  l'Ufficio  di  censura  letteraria  e  politica  per 
Venezia  e  l' estuario. 

In  seguito  (1851)  assunse  il  primitivo  suo  titolo  di  Dire- 
zione Generale  di  Polizia  per  le  prùoincie  venete,  colle  stesse  at- 
tribuzioni che  aveva  prima  del  1848,  ed  assistito  dai  Commis- 

18 


-aw  - 

sanati  Superiori  deQe  altre  città  e  dei  sestieri  interni  di  VeoL^ 
zia,  e  dagli  Ispettorati  di  pubblica  vigilanza  per  quella  jtarte 
che  comprendeva  la  forza  armata  di  polizia. 

Dei  sei  sestieri  di  Venezia  non  si  custodiscono  in  questo 
Archivio  che  gli  atti  del  Commissapiato  del  sestiere  di  Castello, 
qui  centrato  dopo  rinstallazioue  del  Governo  italiano  nelie  pro- 
TÌnde  venete. 

iS^mui  70  —  buste  581,  protocolli  33,  indici  17. 

StatKa  12  —  Sestiere  di  Castello 
1850  - 1860 

Buste  132,  protocolli  11,  indici  11. 

Viti  [Commissione  per  la  malattia  delle) 
11  gennaro  1856  —  27  gennaro  1858. 

Per  Sovrana  Risoluzione  38  dicembre  1855  fu  stabilito  di 
accordare  ai  possidenti  di  quei  Comuni  del  Regno  L.  V.  nei  quali 
la  coltivazione  delle  uve  era  prevalente,  un  sussidio  propor- 
zionato al  danno  sofferto  per  rinfuriare  della  malattia. 

Il  sussidio  consisteva  in  un  abbuono  proporzionato  di 
l'annua  imposta  prediale,  o  ciò  soltanto  per  gli  anni  1854-1855, 
determinando  Timporto  a  Cbmune  per  Comune. 

La  Commissione  incaricata  di  ciò  fu  presieduta  dal  Con- 
sigliere di  Luogotenenza  conte  Marzani,  e  fu  composta  di  un 
altro  Consigliere  Luogotenenziale,  d'uno  di  finanza,  del  Diret- 
tore del  censo,  d'un  Impiegato  di  contabilita  e  d^un  Àttuaro,  ed 
aperse  il  proprio  protocollo  nel  gennaro  1856  in  seno  alla  Luo- 


13  —  buste  126,  pacchi  6,  protocolli  1. 


le» 
35.* 


—  275  — 


VII. 


SECONDA  EPOCA  ITALICA 

(Governo  Nazionale). 


Costruzioni  Pubbliche  [Ufficio  Centrale  delle) 

dal  10  ottobre  1866  a  tutto  1869. 

Per  l'articolo  6  del  decreto  10  ottobre  1866  del  Re  d' Ita- 
lia, le  Sezioni  tecnico-scientifica  e  tecnico-contabile  costituite 
nel  1863,  quali  dipartimenti  della  Luogotenenza  L.  V.  furono 
mantenute,  ma  rese  indipendenti,  e  si  costituirono  in  Ufficio 
centrale  delle  Pubbliche  Costruzioni  per  le  provtnde  venete  e 
mantovane^  con  dipendenza  immediata  dal  Ministero  dei  lavori 
pubblici  allora  residente  a  Firenze. 

Stanza  24  —  buste  80,  protocolli  6,  indici  2,  registri  2. 

Finanze  {Ufficio  dei  Delegati  speciali  per  le) 
19  luglio  —  16  ottobre  1866. 

L'Ufficio  dei  Delegati  fii  diviso  in  due  sezioni,  la  prima  si 
occupava  dell'amministrazione  attiva  di  finanza,  la  seconda  delle 
casse  e  della  contabilità  dello  Stato. 

Per  ciascuna  di  esse  fu  nominato  un  Delegato,  e  la  loro 
residenza  in  Padova  fu  precaria,  fino  a  che  Venezia  fosse  stata 
evacuata  dalle  truppe  austriache.  La  loro  sfera  d'azione  com- 
prendeva tutte  le  Provincie  venete  mano  a  mano  che  esse  ve- 
nivano occupate  dall'  esercito  italiano,  compreso  il  territorio 
Mantovano.  I  Delegati  furono  installati  nel  19  luglio  1866,  e  il 
1 6  ottobre  dello  stesso  anno  presero  residenza  in  Venezia,  uno  (il 
cav.  Cacciamali)  all'Intendenza,  l'altro  (il  cav.  Pizzagalli)  alla 
Contabilità  di  Stato. 

Stanza  118  —  buste  13,  protocolli  2. 


^wp 

"*"      li 

RIASSUNTO       S 

T^^^^^^H 

deUe  note  statistiche  degli  aroMvl^  m 

àlrJL          ■ 

Locali  occupati  da 
Archivii  189. 

archivii  137. 

78435 
5509 
16099 
1910 
304 
5 

Volumi  a  stampa 
Disegni,  niotoli 
Modelli 

Somma     .... 

102,262 

1 

2TJ  - 


EPOCA  DEMOCRATICA  (  13  maggio  1797  —  17  gmnaro  1798). 


I  a 


Amministrazione  politico-camerale-militare. 


Comitato  alla  salute  pubblica, 
militare. 

finanze,  e  zecca, 
bancogiro,  commercio,  ed  arti, 
sussistenze,  e  pubblici  soccorsi, 
sanità. 

arsenale,  e  marina, 
istruzione  pubblica. 


» 


» 


» 


» 


» 


» 


» 


Ufficio  del  Caseggiato. 


I.  EPOCA  AUSTRIACA  (  18  genmro  1798  —  18  gmmro  1806). 

Amministrazione  politica. 


II 

9 


/  Àulica  Commissione  di  Polizia 

poi 
Direzione  generale. 

Nobile  Congregazione  delegata 

poi 
Capitanato  Provinciale. 

Presidenza  dell'Arsenale  e  Marina. 

Commissione  fiscale  governativa. 
Commissione  provinciale  del  Censo. 
Ragioneria  generale. 
Cassa  centrale.  ^ 
Tribunale  Supremo  di  Sanità. 
\  Archivio  governativo. 


Commissione  alle  cause  matrimoniali. 


Commissione  alle  acque. 


Deputazione  alle  cause  pie. 


/  Capitanato  del  Porto. 
(  Commissione  alle  prede. 


Ufficio  del  Caseggiato. 


Magistrato  di  sanità  marittima. 


^  Tutte   le  magistrature  esistenti  in  città  continuarono   neir  amministrazione  col 
sistema  veneto. 

In  questi  prospetti  il  primo  titolo  indica  il  magistrato  superiore,  i  titoli  contrapposti, 
nella  seconda  colonna,  sono  quelli  degli  Uffici!  subalterni,  dai  quali  dipendono  i  magistrati 
inscritti  nella  terza  colonna,  nella  linea  medesima. 

^  Alcuni  registri  della  Cassa  Centrale  erano  qui  custoditi,  ma  nel  1868  passarono 
alla  Contabilità  di  Stato  ove  conservasi  T  intiero  archivio. 


-  278  — 


I 


EPOCA  ITALICA  (19  genmro  1806  —  18  aprile  1814). 


a    S 


Ck>mmÌ8sariato  generale  di  Polizia. 
Magistrato  centrale  d*  acque  e  strade. 

Ispettorato  civile  d*  acque  e  strade. 


Commissarii  dei  sestieri. 

Magistrato  civile  per  la  sistemazlona  del 
Brenta  e  del  Bacchigiione. 


Sindacato  marittimo. 


Magistrato  di  sanità  ma- 
rittima. 


Commissione  dipaitiineD- 
tale  di  sanità 


Presidenza  deir Arsenale  e  Marina. 
Cancellerie  dei  Censo  ^ 
Ufficio  del  Caseggiato. 
Commissione  di  leva. 
Economato  dei  beni  retrodati. 
Archivio  governativo  politico. 


Capitanato  del  Porto. 


II.  EPOCA  AUSTRIACA  (19  aprile  1814  —  18  marzo  1848). 

GOVERNO  PROVVISORIO  (19  marzo  1848  —  29  agosto  1849). 

m.  EPOCA  AUSTRIACA  (30  agosto  1849  —  16  ottoòre  1866). 

Dir.  gen.  di  Polizia  ed  Ordine  pubblico.  |  Commissari  dei  sestieri. 

Commissari  distrettuali.  3 
Direzione  provinciale  dei  beni  retrodati. 
Ispott.  Prov.  delle  Scuole  elementari 
Direz.  sup.  del  Liceo  S.  Catterina. 
Ispett.  Centr.  d'Acque  e  Strade. 
Comm.  prov.  di  Sanità  continentale. 


e 

h 

e 


Delegazione  Provinciale. 


*  Del  Cancelliere  del  Censo  non  si  conserva  in  questo  Archivio  verun  atto. 

^  Ai  Governo  per  la  parte  politica  precedettero:  —  Governo  Civile  e  Militare  dei 
dipartimenti  italiani  -  Governo  generale  civile  e  militare;  —  succedettero:  —  Governo 
provvisorio  —  Commissione  plenipotenziaria  in  Verona  —  Governo  Civ.  e  XAÌ,  — Luo- 
gotenenza, prima  Veneta^  poi  Lombardo  veneta  (1859-18G6;. 

Dal  succitato  Governo  dipendevano  le  seguenti  Commissioni;  Araldica-feudale;  - 
per  la  malattia  delle  viti  :  —  di  sanità;  —  pel  (  olerà  del  1832  e  del  1849  ;  —  ai  lavori 
della  basilica  di  S.  Marco;  -  per  l'imposta  sulla  rendita,  che  cessarono  dopo  aver  esau- 
rito il  loro  compito. 

Alla  Delegazione  provinciale  orano  soggette  la  Direzione  degli  istituti  pii,  o  b 
Commissione  generale  di  pubblica  beneficenza,  gli  atti  delle  quali  non  furono  qui 
centrati. 

2  Dell'Ufficio  del  Commissariato  distrettuale  di  qui  non  si  conservano  che  alcuni 
registri  d'estimo. 


d 
9 


-  279  - 

Magistrato  di   Sanità  marittima  e  Ca- 
pitanato del  Porto. 

Direz.  del  Censo  ed  imposte  indirette.  ' 

Dipartimento  govem.  del  Genio  civile. 

Direzione  generale  delle  Pubi.  Costr. 

Direzione  generale  dei  Ginnasii. 

Ispettorato  gen.  delle  Scuole  elem. 

Ufficio  di  revisione  libri  e  stampe. 

Archivio  Generale. 

\  Congregazione  centrale. 


Commissariati  distrettuali. 


Direzione  '  prov.  delle  Pubi.  Costr. 


Congregazione  provinciale. 


EPOCA  DEMOCRATICA  (13  maggio  1797  —  17  genmro  1798), 

Amministrazione  Camerale. 

(  V.  Amministrazione  poHtico-camerale-tnilitare). 


I. 


EPOCA  AUSTRIACA  (  l8  genmro  1798  —  18  getmaro  1806). 

}  Ragioneria  camerale. 


/  Magistrato  Camerale  poi  Amministra- 
zione camerale  di  finanza. 

Direzione  dipartimentale  del  Demanio. 


fl 

k 


Intendenza  dipartimentale  di  finanza. 
Deputati  alle  Miniere. 
Amministrazione  dei  Sali. 


Intendenza  generale  di  finanza. 

Soprintendenti  al  lotto. 

Ufficio  fiscale. 

Commissione  liquidatrice  del  debito  pub- 
blico. - 

Amministrazione  delle  Poste. 

Direzione  generale  della  Zecca.  ^ 

\  Conservatorato  dei  boschi.  ^ 


<  Non  esistono  in  Archivio  gli  atti  di  questo  Ufficio. 

-  Non  si  conserva  verun  atto  della  Commissione  liquidatrice  del  debito  pubblico 
la  quale  risiedeva  in  Milano;  ma  bensì  qualche  pacco  di  documenti  d'insinuazioni 
fatte  alla  stessa  col  tramite  della  Direzione  Dipartimentale  del  Demanio. 

^  La  Direzione  generale  della  Zecca  non  ha  mai  versato  in  questo  Archivio  i  suoi 
atti. 

^  Il  conservatorato  dei  boschi  divenne  poscia  Ispettorato  generale  dei  boschi,  prima 
in  Treviso,  indi  in  Venezia. 


-  280  - 


/ 


EPOCA  ITALICA  (19  gennaro  1806  —  18  aprik  1814). 


ei 

M 

d 
« 

s 

a 

4^ 


Ispettorato  gen.  di  Finanza  e  Demanio. 


Intendenza  dii>artim6ntale  di  floan 
Agenzia  fiscale  economica. 

Economato  per  la  vendita  dei  beni 

maniali. 

Agenzia  degli  emporei  dei  sali. 
Commissione  temporaria  di  flnanit 


Direzione  del  lotto. 
Ufficio  fiscale. 
Direzione  del  Censo. 
Agenzia  della  Corona. 
Conservatorato  delle  Miniere. 

id.  del  Registro  e  tasse. 

id.  dei  Boschi. 

Direzione  superiore  delle  Poste. 

id.  della  Zecca.  < 


Cancellerie  del  Censo.  < 
Intendenza  dei  palazzi  reali. 


IL  EPOCA  AUSTRIACA  (19  aprile  1814  —  18  marzo  1848). 

GOVERNO  PROVVISORIO  (  19  marzo  1848  —  29  agosto  1849] 

HI.  EPOCA  AUSTRIACA  (30  agosto  1849  — 16  ottobre  1866). 

'  Direzione  generale  delle  Dogane  ^        |  UfQcio  del  bollo-carta  e  boUettarii. 


CA 


Direzione  generale  del  Demanio. 


Ispettorato  demaniale. 

Ufflcio  per  le  fabbriche  demaniali. 

Economato  per  la  vendita  dei  beni  < 
maniali. 

Ufficio  pei  libri  bollettarii. 

\^  Agenzia  dei  sali. 


*  La  Direziono  del  Censo  non  centrò  mai  i  proprii  atti,  come  neppure  le  Cancel 
lerie  del  Censo. 

*  Anche  la  Direz.  superiore  della  Zecca  non  centrò  mai  i  proprii  atti  nelT  Arch 
Generale. 

3  Ai  Magistrato  Camerale  precedettero  per  l'azienda  camerale  i  segmenti  UfHcii  - 
Governo  generale  -  Senato  governativo  di  finanza.  Gli  sussepruirono  invece:  Commission 
sup.  plenipotenziaria  in  Verona  —  Direzione  superiore  delle  finanze  pure  in  Verona 
Prefettura  delle  finanze  prima  venete  poi  lombardo-venete  (1859-1866). 

^  Prima  che  fossero  istituite  le  due  Direzioni  generali  delle  Dogane  e  del    Doma 
nio,  la  pertrattazione  di  tali  affari  era  affidata  ad  un'  amministrazione  detta  bancaìe. 

"'  In  seno  alle  succitate  due  Direzioni  risiedevano  due  Commissioni  per  la  liquidi 
zione  dei  crediti  arretrati  di  finanza  e  demanio. 


fli 

II 

a 


9 

s 


-  281  - 

lùtendenza  provinciale  di  finanza. 

Direzione  del  lotto. 

Ufficio  fiscale,  indi  Procura  di  finanza. 

Direzione  del  Censo. 

Agenzia  della  Corona. 

Ispettorato  delle  Miniere. 

Conservatorati  del  Registro  e  tasse. 

id.  delle  ipoteche.  < 

Ispettorato  Generale  dei  boschi. 
Direzione  Sup.  poi  Prov.  delle  Poste. 
Direzione  della  Zecca. 
Ufficio  centrale  del  Bollo-carta. 
Giudizio  Superiore  di  finanza. 
Prefettura  del  Monte  Lomb.-Veneto.  ^ 
Contabilità  di  Stato. 
l  Cassa  Centrale. 


Cancellieri  del   Censo  indi  Commissa- 
riati distrettuali. 
Intendenza  dei  palazzi  reali. 


Giudizio  Provinciale  di  finanza. 


EPOCA  DEMOCRATICA  (13  magffio  1797  —  17  ffenmro  1798). 

Amministrazioiie  Giudiziaria. 


■  e 

ti 


Camera  Direttrice  di  I.  istanza 
con  due  Camere ,  Tuna  ci- 
vile, r  altra  commerciale. 

Tribunale  Mercantile  o  di  com- 
mercio. 

Tribunale  correz.  criminale. 


Tre  Camere  sommarie  dette  di 
Pace,  una  pel  civile,  1*  altra 
pel  commerciale,  la  terza 
pel  criminale. 


Sei  burò  di  pace, 
uno  per  sestiere. 


*  Non  esiste  in  questo  Archivio  verun  atto  dei  detti  Ufficii. 

^  Gli  atti  della  Prefettura  del  Monte  L.  V.  abbracciano  l'epoca  dal  1859  al  1866. 


L  EPOCA  AUSTRIACA  (18  gauum  1708  -  18  gmmm  1806)," 


li\ 


£2« 

11! 


I  Tribunale  prov.  d'Appello. 

[  Trtbuuali  prav.  Teud.  d'Appello.  < 

I  Tribunale  oivile  dì  L  istanza. 

/  TribDDale  Mcroantile  marittimo. 

f  Tribanale  CrimlnaJe. 


ITribontJe  cìtìIq  di  I,  latanca, 
Tribunale  MercnnUle  Msrìtt. 
Tribunale  Criminale. 


Trìbniiale  C-    ' 
vile,  1 
definìtÌTO- 


GJudicature  di  pace  iti  tualerìa  civile. 


Giudicature  di  pace  in  materia  e: 


■* 


EPOCA  ITALICA  (19  geman  1806  —  18  sjmk  1814). 


ili 


Corte  di  Giustìzia  civile  e  oFimlaale  e 

Procura  generale  delta  stessa. 
Tribunale  di  CoTaDMKto. 


Giadieature  di  paco  del  I.  e  U.  dic(»iil. 
id  di  Boraoo  e  Mutano. 


II.  EPOCA  AUSTRL\CA  (19  ajmk  1814—18  mam  1848). 
GOVERNO  PROVVISORIO  (19  rmrzo  1848  —  29  agosto  1849). 
III.  EPOCA  AUSTRIACA  (30  agosto  1849  —  16  otUAre  1166). 


il 


Trìbonale  civile  di  I.  Istatua. 


[  Giudicatore  di  Pace  del  1.  e  U.  o 

poi 
(  Pretura  Urbana  oìtUc. 


TriboDale  Mercantile  Cambiario-Uarittlmo. 


Tribunale  Criminale. 


I  Qiudizìi  politici  del  I.  e  II.  drcood. 

poi 
(  Pretura  Urbana  peuale. 


■  Dal  1798  al  mano  1603  gli  UfBcii  giudiziarìi  dipendettero  dal  Tribunale  Revi- 
sorio;  e  dal  1803  al  1B06  furono  con  diiibrente  sistemazione  poeti  sotto  ladipeodenB 
del  Tribunale  d'Appello  generale. 

1  n  Tribunale  Generale  d' Appello  non  ha  mai  qui  centralo  il  proprio  arcUrio. 


-  283  -^ 


di  atti  e  di  libri  a  stampa  non  costituenti  archivii. 


Stanza  49  Araldi  delle  promnde  Venete 

Presidio  del  Governo  Austriaco  fase.  XVI  Vij  1835- 
39  :  modelli  degli  Araldi  delle  provincia  venete. 

»     162  Arti  (Corporazioni  delle) 

Atti  relativi  alla  soppressione  di  esse  :  1806  e  1 807 
pacchi  1. 

»      47  Bentivoglio  (condominio  sul  monte) 

Atti  camerali  presidiali:  1847-56  buste  3. 

»     162  Carità  (Congregazione  di) 

Verbali,  elenchi  ecc.  relativi  allo  stralcio  di  essa: 
1826-27  pacchi  1. 

»     160        Censuaria  (statistica)  delle  provincie  Venete 

e  riparto  per  corpi  d'estimo,  per  provincie,  distretti,  co- 
muni e  frazioni:  1820  volumi  1,  1822-1835  voi. 
14:  1839-43  voi.  1  (la  sola  parte  prima). 

»    28  Corografia. 

Corografia  delle  prov.  venete  dimostrante  il  comparti- 
mento territoriale  per  Tamministrazione  politica  e 
giudiziaria:  1853  Prefett.  dellefinanze  fase.  XXVII, 

»     162  Debito  pubblico  (Commissione  liquida- 

trice  del  debito  pubblico)  prima  presso  la  Prefettura 
dell'  Adriatico,  poscia  in  seno  alla  Delegazione 
1807-1824,  pacchi  8. 
id.  58  bollettarii  d' inscrizione  delle  cartelle 
sul  Monte  Napoleone. 
1838-42,  indice  delle  ditte  che  insinuarono  i  loro 
crediti  alla  Commissione  liquidatrice  del  debito 
pubblico  in  Milano  per  diritti  r^ali  avocati  allo 


—  284  - 

Stato  (serve  di  guida  pel  rinvenimento  de^li  atti 
di  corrispondenza  relativi). 
Giornale  di  prenotazione  delle  istanze  dei  crediti 
verso  lo  Stato  che  non  vennero  amnxesse  (serve 
di  guida  per  gli  atti  di  Governo  e  della  Com- 
missione suddetta). 

Stanza  28  Disegni  vani. 

Rotoli  circa  300. 

»      49        Francesco  L  imperatore  S Austria^ 

1835-39.  Presidio  di  Governo  fase.  XVI  */§  monu- 
mento ed  iscrizioni  per  le  solenni  esequie  del- 
l'Imperatore  Francesco  I. 

Oiofmali. 

»  47  Gazzetta  privilegiata  di  Venezia  dal  1826  a  tutto 
1867,  voi.  91,  meno  gli  anni  1829,  1830,  1831 
(Indice  relativo,  V.  Legislativa  Libreria). 

»    247  Giornali  del  1848-49,  buste  55. 

»     160  Giornale  delle  Publiche  Costruzioni  dell' ingegnere 
Cristoforo  Forster  1836-1856,  buste  15. 
Gazzetta  privilegiata  di  Venezia  dal  1833  al  1851 
V.  131  (se  ne  conservano  più  copie). 

»      49  Guardia  'nobile 

Presidio  di  Governo,  fase.  XV  ^/^  1840-44  disegni 
del  palazzo  della  Guardia  nobile  e  Statuto. 

»      47  Impiegati  camerali  finanziarii. 

Tabelle  di  servizio  a  tutto  il  1862  buste  25,  indici  1. 
Giuramenti  dal  1814  al  1866     »      16.      »      1. 

Tabelle  di  servigio,  che  si  trova- 
no nel  fascicolo  X  '"^/^g  del  Ma- 
gistrato Cam.  pel  quinquennio 
1845-49  »      -       »       1. 

»      47  Legislativa  (libreria) 

Leggi  deir  Austria,  Tirolo,  Voralborg",  Boemia,  Dal- 
mazia, Galizia,  Slesia,  Moravia,  Salisburgo,  Stiria, 


Galizia  Lodomiria,  Lemberg,  lUiria  ecc.  1814  -  45 
voi.  330. 
Stanza  245  Bollettini  officiali  e  provinciali,  e  collezione  di  leg- 
gi dal  1797  a  tutto  1872  volumi  440. 
Indice  relativo,  1. 
»      161  Deposito  leggi,  istruzioni  e  regolamenti  1802-1859 
pacchi  172. 
Gridarii  a  stampa  dal   1797   al   1806,  volumi  30 
id.        dal  1814  in  seguito  ....     »        C 
Disposizioni  di  massima  in  oggetti  camerali  1838- 
1843  fas.  9. 
»     1 62  Perizie  e  stime  degP  ingegneri,  d' epoche  diverse 
fas.  50. 

»      13  Prestito  nazionale  austriaco  1854 

(presso  la  Luogotenenza  Veneta). 

Protocollo  dal  20  giugno  1854  al  29  gennaro  1861, 
registri  9,  buste  17. 

»      71  Detto,  1854-66. 

Atti  della  Ragionateria  Delegatizia. 
Protocollo  dal  16  luglio  1854  al  28  maggio  1866, 

reg.  2. 
Registri  4,  buste  25,  elenco  delle  buste  1. 

1850-54 

/^attt  della  Ragionateria  DeUgatiziaJ 
buste  24,  elenco  delle  buste. 

»      47  Scolastici  programmi 

Programmi  di  varie  città  del  Lombardo- Veneto,  bu- 
ste 7,  dal  1850  al  1856,  Università  di  Padova  bu- 
ste 2,  dal  1820  al  1848. 

»     1 60  Stampati  sciolti. 

Dal  1770  al  1866  pacchi  112,  indici  1. 
Registri  stampati  governativi  2  lesi  inutili  per  la 
compilazione  dell'  indice  succitato. 

»      28  Statistica  Demaniale. 

Registri  demaniali  163,  indice  1. 


160         Statistici  [prospetti)  delle  protinde  venete 
di  Quadri  Antonio  1817-18,  voi.  I. 

Statistica  stradale  dello  Provincie  Venete  parte  I, 
voi.  1. 

Statistica  dei  fiumi,  laghi  e  canali  navigabili  nelle 
Provincie  Lombarde  con  tavole  suppletorie  del 
1825  stampate  nel  1833  e  1847,  copie  33,  pac- 
chi 1. 

id.  per  le  provincie  venete  1825,  stampata  nel  1832 
e  1837,  copie  22,  pacchi  1. 

id.  per  le  provincie  tedesche,  copie  82. 


SLENCO  DEGLI  ARCHIVII  ANTICHI 

nei  qiiaji  sì  trovano   atti  Baoderni. 


Staiuit  150  MiKelknQa  codici  a  penna  —  607-1834. 

»      180  Ccntea  di  Belgrado  —  dal  seo.  XVI  al  XIX. 

»      182  Bsaminador  —  13S9  - 1806. 

»      183  Luogotenente  di  Udine  —  1420  - 1807. 

»      186  Revieori  e  Regolatori  all'  entrate  pubbliche  — 
dal  sec.  XV  al  XIX. 

»      187  X  Savi  sopra  le  decime  in  Rialto  —  1463-1808. 

Sopraintendeuti  alle  Decime  del  Clero  — 1564-1809. 

»      Ì91  Deputati  ed  aggiunti  alla  provvisione  del  denaro 
pubblico  —  1658-1799. 
Provveditori  e  sopraintendeuti  alla  Camera  dei  con- 
fini —  925-1798. 
Disegni  dei  confini  —  1860. 
Provveditori  alla  Sanità  —  1485-1808. 

»      192  Poste  e  Corrieri  —  dal  sec.  XM  al  XIX. 

»      193  V  Savj  alla  Mercanzia  —  dal  sec.  XVI  al  XIX. 
Collegio  della  Milizia  da  Mar  —  1519-1806. 

»      196  Ufficiali  alle  Cazude  —  1515-1801. 


-  287  - 

Stanza  197  Serenissima  Signoria  Fisco  -  Scritture  dei  Sa  vii 

Cassieri  al  Senato,  relative  a  cause  civili  con- 
tro il  PubbHco  —  1795-1798. 
Fiscali  Decreti  —  1782-1798. 

»       204  Inquisitorato  alle  scuole  grandi — dal  XVI  al  XIX. 
»      205  Provveditori  sopra  Ospitali  e  luoghi  Pii  —  1620- 

1798. 
OflBciali  al  Quintello  ed  alla  Messettaria  —  1636- 

1806. 
Podesterie  di  Asolo  e  Torcello  —  1732-1805. 

»        di  Malamocco,  Caorle  e  Chioggia  ^-  dal 
sec.  XVI  al  XIX. 
Consolato  di  Genova  —  sec.  XVIII  e  XIX. 
Statuto  di  Murano  —  1501-1803. 

»      209  Lettere  patenti  (febbraro  1813)  colle  quali  S.  M. 

rimperatore  e  Re  Napoleone  I  accorda  uno  stem- 
ma particolare  e  delle  livree  alla  buona  città  di 
Venezia  —  1813. 
Atto  di  cessione  della  Venezia  all'Italia  19  ottobre 
1866. 
»      213  Bolle  ed  atti  della  Curia  Romana  —  780-1799. 
»      222  Camerlenghi  di  Comun  dal  sec.  XVIII  al  XIX. 

Provveditori  sopra  banchi  di  scritta  e  depositario 

al  banco  giro  —  1627-1806. 
Conservatori  ed  esecutori  delle  leggi  —  1554-1802* 

»      223  Arsenal,  patroni  e  provveditori  alF  —  dal  sec.  XIII 

al  XIX. 
Boschi  e  legne,  provveditori  sopra  —  1566-1805. 
»      224  Scuole  Grandi,  S.  M.  del  Carmine  —  1593-1804. 

Religione  di  Malta  -  Gran  Priorato  —  dal  sec.  XII 

al  XIX. 

S.  Giovanni  Evangelista  dal  XII  al  XIX. 

S.  Maria  dellaValverde  (Misericordia)  — 1261-1806. 

S.  Marco  —  1348-1805. 

S.  Teodoro  —  dal  sec.  XV  al  XIX. 

S.  Rocco  —  1302-1806. 


I S24  S.  M.  della  Consolazione  deputata  alla  Giustizia 

ia  S.  Fantin  —  1562-1805. 
S.  M.  del  Rosario  —  dal  sec.  XIII  al  1806. 
Conventi  —  S.  Andrea  del  Lido  (certosini)  -~  1219- 

1808. 
S.  Clemente  (eremiti  camaldolesi) — dal  sec.  XVI  al 

XIX. 
S.  Cristoforo  della  Pace  (eremiti   agostiniani)  — 

1332-1805. 
aUomenico  di  Castello  (predicatori)  —  1312-180G. 
SS.  Gìo.  e  Paolo  (predicatori)  —  1234-1804 
S.  M.  del  Carmine  [scalzi)  —  1212-1800. 
S.  M,  Gloriosa  dei  Frari  (minori  conventuali)  — 

1142-1812. 
226  Acquo,  inquisitorato  —  dal  sec.  XVI  al  XIX. 
229  Beni  Comunali  Provveditori  —  dal  sec.  XV  al  XIX 
241  Miscellanea  manoscritti  di  materia  storica,  buro- 
cratica, scientifica  —  1814. 

N.  £.  —  Oltre  gli  Arcliivi  qui  sopradescritti,  si 
trovano  in  molti  altri  atti  moderni,  p.  e.  in  quelli 
delle  Corporazioni  Religiose  soppresse  o  Memi 
Morte.  -^ 


APPEOICE. 


VI. 


DELLE  SCRITTURE  IN  CIFRA 


USATE  DALLA  REPUBBLICA  DI  VENEZIA, 


DI 


LUIGI    PASINI. 


19 


DELLE  SCRITTURE  IN  CIFRA 

USATE  DALLA  REPUBBLICA  VENETA, 

DI  IjUICII  PASINI. 


I 


» 


I. 

Scopo  della  presente  pubblicazione  è  di  dar  un  sag- 
gio di  quanto  intorno  alle  scritture  ocnilte  nella  Diplomaiia 
Veneziana  si  conserva  nell'  Archivio  Generale  di  Venezia  ;  di 
far  conoscere  i  più  valenti  eìfristU  le  principali  disposizioni 
che  regolarono  ne'  tempi  questo  importante  amminicolo  del- 
l'arte di  Stato  nel  Governo  Aristocratico  di  Venezia;  e  dì  offrire, 
in  tal  guisa,  una  breve  notizia  di  quella  scrittura,  delle  sue 
specie,  e  della  sue  vicende. 

Nel  1870  si  eseguì  nell'Archivio  Generale  il  riordino  delle 
chiavi,  0  scontri  di  ci  fra,  e  di  altre  carte  relative  a  questa  ma- 
teria che  giacevano  confuse  in  una  delle  stanze  dove  si  trova 
l'ai'chivio  degli  Inquisitori  di  Stato.  Queste  chiati,  che  ascen- 
dono ad  oltre  400,  con  alcuni  trattati,  studi, teorie  ed  altro,  sono 
disposte  in  ordine  cronologico,  e  diviso  secondo  la  loro  specie 
in  otto  grandi  buste.  Ne  venne  compilato  uu  catalogo  in  cui 
sono  indicati  il  numero  progressivo,  l'epoca,  l' esponente  della 
chiave,  chi  ne  faceva  uso,  il  numero  delle  pezze,  il  numero  della 
busta,  e  nella  finca  ^ellc  ossemaiioni  alcuni  decreti  che  appro- 
vavano 0  vietavano  per  ragioni  di  secretezza,  1'  uso  di  una 
chiave. 

II. 

Delle  antichità  delle  scritture  in  cifra. 

Per  ripetere  gli  accenni  del  eh.  prof,  comm."  B.  Cecchetti, 
attuale  Capo  Sezione  del  R.  Archivio  Generale  di  Venezia,  Ietti 
nel  1809  al  R.  Istituto  Veneto  di  scienze,  lettere  ed  arti,  nella 
sua  memoria  sulle  scritture  occulte  nella  Diplomazìa  Veneziana, 


a 


se  bì  Tolease  rintrscoiare  prima  del  secolo  XV,  in  cui  cominciò 
roBO  delle  e^it  nelle  scritture  presso  i  Veneziani,  qualche  sag- 
gio di  scrittore  occoltH,  se  ne  potrebbe  vedere  un  indizio  fino 
dal  secolo  XIII  (1^20  13  marzo]  nel  liber  plegiorvm  Ontinni» 
m  Coi  le  lettere  di  qualche  nome  o  frase  sono  intercalate  dalla 
lettera  majoscola  X,  ripetuta  fico  a  cinque  volte  ;  ciò  che  po- 
trebbe render  Innga  ed  anche  difficile  la  lettura,  specialmente 
essendo  quelle  parole  anche  abbreviate  <. 

In  un  oodioe  gUi  custodito  dal  Consiglio  dei  Dieci  ed  ioti-*' 
telato  semplicemente  Registrami  si  trovano  u&ate  lettere  greche 
ed  ebraiche  (che  non  tutti  avrelibero  potuto  allora  leggere)  fra 
n  testo  latino,  quando  si  vuole  indicare  qualche  nome  o  qualche 
frase  importante.  Gli  esempii  sono  dogli  auui  1200  e  1291. 

.Alametfc  del  secolo  XIV  si  ha  qualche  saggio  dell'uso  di 
BOnttnra  oonTenzionale  in  affari  diplomatici,  stabilendo  per  con- 
Tensione  che  ad  una  lettera  dell'alfabeto,  o  a  un  altro  segno, 
oorrìspondesse  il  nomo  o  il  titolo  di  un  regnante,  o  di  un  perso- 
naggio, e  attribuendosi  specialmente  ai  nomi  un  significato 
diverso  dal  comunei 

Per  esempio  nel  registro  marcato  «£sftY/^tì'(/(HA'otóft)«'rfc/ 
OoUegm  1291-1468  »  scritti  di  mauo  di  Marin  Sanuto,  a  carte 
^  tergo  si  I^^e  : 

1350  dù  27  septemÒria 
biformatio  data  ambaziatores  (ne)  ad  dominum  regem  Hong»- 
rie  destinatis  quando  voluerìt  scribere  secreto  Dominationi. 
Pro  domino  duce  intelligator B. 

»  domino  rege  Hungarie^ F. 

»  domino  papa V. 

»  ipsìs  ambfóiatoribus L. 

»  baronibus  suis  coosiliarìjs P. 

»  domina  regina  matre  sua M. 

<  Liber  plegioruta  p.  44.  «  Ibi  vero  InconUnenti,  fiicto  sacramento,  no- 
minsTlt  lllnro  bomlnem  sllicet  pr  XXXX  eb  XXX  t  XXXX  r  XXXXX  m 
X  ao  XXXX  b  XXXXX  m.  pi  XXXX  b  X  n  XXXXX  m.  a  X  net  XXX 
J  XXXX  au  XXX  a  d  XXXX  e  XXXX  li  X  t  XXX;  cioè  prttbUtrum  se 
bo%e  mtmorte  pkbanum  tancti  Joannit  decollati. 


-  293  — 

prò  domina  regina  consorte  sua  .  .  .  .  G. 

»  negotijs  sibi  comissis -fi; 

»  Apulea  maritima S. 

»  domino  cardinali  legato «. 

»   regalibus  carzeratis +. 

»  d.  Ludovico  regine  Jeanne  marito  .  A. 

»   regina  predicta g. 

In  un  volumetto  di  scritture  secrete  del  Collegio  \  alP  anno 
1358  si  trova  questo  ricordo:  «  Nota  quod  in  1358.  10  decem- 
bris  infrascripta  informatio  data  fuit  nuntio  misso  in  Alema- 
niam,  videlicet  : 

«  Quando  vuy  scrivere  per  lo  nome  del  doxe  de  Ostoricho 
scrivere  meser  Antonio  ;  per  meser  V  imperador  scrivere  meser 
Nicoleto  ;  per  lo  Friul  scrivere  Modena  ;  per  la  Trevisana  scri- 
vere Rezo  ». 

Un  saggio  più  esteso  di  questa  scrittura,  dello  stesso  anno 
1358,  è  a  carte  46  del  volume  stesso  : 

«  IVota  quod  in  1358  die  12dezembris  infrascripta  infor- 
matio dimisit  Petrus  Balduinus  missus  ad  Dominum  Impera- 
torem. 
Primo  namque  prò  domino  Imperatore  io  dire  Rigo 

per  lo  Doxe  de  ostaricho io  dire  Corado 

per  nome  de  Vicario io  dire  Bolfardo 

per  nome  de  Capetanio io  dire  Oristano 

per  nome  de  Ambassador io  dire  messo 

per  nome  de  baron io  dire  homo 

per  homo  de  cavalo io  dire  pelle  1.  over  li- 
bre 1.  de  Rame. 

per  elmo  uno io  dire  fiorino  \  doro 

per  lo  Friul io  dire  modena 

per  la  Trevisana io  dire  reco  [sic] 

per  lombardia io  dire  Milan 

per  padoa io  dire  Cremona 

Se  aviena  se  fesse  asunanza  scrive  che  lo  vien  tanti  coli 
de  specie  de  rosian  E  simel  mente  de  praga  o  do  altri  luogi. 

*  Restituito  dal  Governo  Austriaco  nell'anno  1868. 


Se  vuj  me  mande  letere  a  viena  niaiidele  a  la  stazon  de 
matia  baratane  apotechario  che  sta  acanti  san  Stefano,  eie  le- 
tere chio  piero  raandere  a  venesia  manderele  a  la  stazon  do 
nicoleto  gorgiera  dal  sarasin  in  spicieria  e  se  vuy  mande  letcro 
algune  a  praga  mandele  a  la  botega  de  ser  Uguzon  apotecario. 

E  per  messi  corieri  eh  io  mandasse  o  che  me  fosse  man- 
dadi  diremo  hota  1.  de  vin  de  crede, 

E  se  asunanza  se  fesse  diremo  che  la  se  fase  de  merc»- 
dantia.  , 

PIERO  BALDUIN  » 

Questa  maniera  di  scrittura  secreta,  appoggiata  ad  un  lin- 
guaggio convenzionale  mutabilissimo,  fu  in  Venezia  certamenta 
la  pili  antica,  e  sfugge  alle  indagini  dei  decifratori  più  una 
delle  crittografie,  o  scritture  composte  di  cifre,  di  lettere,  di 
numeri  e  di  segni  convenzionali. 

Le  scritture  in  cifra  usate  dai  veneziani  nel  secolo  XV 
sono  formate  principalmente  di  segni  tratti  dall'  alfabeto  greco 
e  dal  latino,  e  nei  secoli  XVI  al  XVIIl,  di  lettere  semplici  0 
munite  di  lineette  che  ne  tagliano  le  aste,  di  numeri,  di 
lettere  unite  con  numeri,  e  di  figure  o  segni  immaginati  a 
capriccio  per  esprimere  dizioni  differenti  e  pili  o  meno  estese. 
Alla  fine  del  secolo  XV  e  in  principio  del  'X.Yl,  come  si 
può  conoscere  dal  saggio  nella  Tavola  II,  con  tre  o  quattro 
segni  si  indicava  una  certa  lettera  dell'  alfabeto,  mentre  poi 
i  titoli  di  regnanti  o  di  altri  personaggi  o  i  nomi  dello  città  si 
nascondevano  sotto  un  nome  diverso.  In  altre  cifre  dell'  epoca 
stessa,  ad  altri  segni  di  lettere  tagliate,  o  di  segni  inventati,  si 
attribuì  il  significato  di  sillabe,  che  nella  chiave  o  teorva  sono 
disposte  alfabeticamente,  p.  e.  ba,  be,  bi,  bo,  bu  ;  ca,  ce,  ci,  co^ 
cu,  ecc.  Alcuni  segni  corrispondono  ad  una  o  a  due  parole  ;  p.  e. 
Italia,  Francia,  Germania,  Summ»s  Pontifea;  Vostra  Sereni- 
la, ecc.  Vi  sono  finalmente  i  segni  superavi,  per  render  più  difE- 

*  Qal  è  un  Kgno  cosUtDlto  da  un  circolo  tagliato  a  metà  da  ana  line* 
oriuontsie  che  ai  prolunga  e  fa  gomito  a  destra  termiDando  all'insii  in 
croce.  Nel  cerchio  la  linea  è  intersecata  da  una  tue  antica.  —  È  forse  una  m: 
coDVQiuiODaJe. 


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I 


citi  i  tentativi  del  dccifcratore  o  trarlo  ia  inganno.  Eguale  siste- 
ma di  cifre  nel  secolo  XV  veniva  adoperato  nei  documenti  del 
Ducato  di  Milano  e  nei  dispacci  dei  vari  suoi  rappresentanti. 

Lo  studio  di  rilevare  le  cifre  consiste  piìi  nelle  osser- 
vazioni pratiche  che  nella  cognizione  di  determinati  precetti. 
Trovar  poi  una  ragione  dell'uFO  di  un  segno  anziché  di  un  altro, 
sarebbe  indagine  frustranea  ed  inutile,  perchè  ciò  dipendeva 
soltanto  dal  capriccio  di  chi  aveva  inventato  le  cifre,  le  quali, 
anche  in  numero  di  parecchie  migliaia,  potrebbero  essere  tutte 
differenti,  secondo  il  particolare  intendimento  e  T  accordo  di 
chi  scrive  e  di  quello  a  cui  scrive. 

Lungo  sarebbe  l' esporre  le  regole  che  giovano  nella  deci- 
frazione dei  documenti,  il  cui  numero  si  accresce  e  cangia  a 
seconda  della  qualità  delle  cifre  ;  come  sarebbe  difficile  lo  sta- 
bilire e  epiegare  con  chiarezza  i  precetti  secondo  i  quali  fu- 
rono composte  le  varie  specie  di  cifra.  Senza  discendere  a  mi- 
nuti particolari,  noteremo  tuttavia  alla  sfuggita  qualche  re- 
gola (issa  e  costante  riguardo  a  cifre  semplici  alfabetiche. 

Quando  cade  sotto  occhio  una  cifra,  formata  di  lettere, 
o  di  numeri,  o  di  figure,  è  da  riconoscere  quali  numeri,  o  let- 
tere 0  figure  s' incontrino  più  frequenti  ;  estenderle  sopra  un 
foglio,  e  numerarle  per  vedere  se  arrivano  al  numero  di  20 
0  23  eh' è  l'alfabeto.  Siccome  poi  le  vocali  sono  più  fi-equeati 
nella  lingua  delle  consonanti,  così  bisogna  trovar  le  vocali  per 
più  facilmente  scoprir  questo.  È  necessario  adunque  constatare 
quale  dei  segni  è  più  adoperato,  e  notar  quante  volte  lo  è  ; 
quel  segno  indicherà  le  vocali  delle  quali  le  più  usitate  sono 
r  )',  e  V  e. 

E  necessario  offrire  un  esempio.  Viene  data  a  rilevare 
una  cifra  composta  di  lettere;  si  dovrà  subito  riconoscere 
qnali  lettere  vi  siano  più  usate.  Si  scorgerà  p.  e.  che  sono  1'  /. 
m,  »,  0,  p,  q,  ecc  ;  dopo  di  averlo  stabilito,  bisognerà  nume- 
rarle per  vedere  se  sono  20,  o  23. 

Contate  allora  lo  lettere  più  frequenti  nella  scrittura,  si 
osserverà  quale  di  esse  e'  incontra  più  spesso,  e  si  segnerà 
con  punti  il  numero  delle  volte  che  è  posta  in  uso  ;  p.  a  se" 


gnate  le  suddette  lettore  1  m  u  o  p  q  ecc.  si  troverà,  suppon- 
gasi, ìl^  adoperato  quattro  volte,  la  lettera  /  due,  l' o  sei,  e  -via 
via;  si  noterà  il  numero  delle  volte  eh' è  posta  in  uso  quella 
lettera,  con  altrettante  postille  o  punti.  QueUe  tra  tutte  le  23 
lettere  che  dai  punti  risultano  più  adoperate,  sono  lo  vocali. 
Se  dunque,  come  abbiara  detto,  V  o  è  usato  sei  volte,  sarà  la 
vocale  ?',  se  il  p  quattro,  sarà  I'  e,  che  son  le  due  più  jrequenti, 
e  le  altre,  adoperate  meno,  Faranno  le  altre  vocali. 

Per  scoprire  le  cifre  di  un  dizionario  complicato  ed  esteso, 
come  si  può  riconoscere  dal  prospetto  qui  unito  *,  sembra  che 
non  possano  esservi  regole  fisse  ;  e  infatti  nelle  poche  carte 
di  teon'e  e  stì'-dii  conservate  neh'  Archivio,  non  ne  abbiamo 
trovato. 

La  conoscenza  di  un  dizionario  stabilito  [o  collezione 
di  sillabe  o  locuzioni }  ci  fu  di  aiuto  (  come  diremo }  alla 
formazione  delle  chiari  delle  cifre  usate  nei  dispacci  d' In- 
ghilterra, Francia,  Spagna  e  Costantinopoli,  della  metà  del 
secolo  XVI  e  quindi  agevola  la  interpretazione  della  cifra. 

Nelle  cifre  era  regola  costante  il  non  usar  mai  accenti, 
asterischi,  apostrofi,  punti,  virgole,  parentesi,  né  segno  alcuno 
indicante  la  qualità,  l' accorciamento,  la  disposizione  delle  pa- 
role, 0  la  divisione  del  senso.  In  poche  scritture  venete  in  ci- 
fra è  indicato  il  fine  del  periodo;  si  scriveva  por  solito  di- 
stesamente senza  mai  andar  a  capo  riga.  Oltre  a  ciò  non  ai 
seguivano  regole  di  ortografia,  e  perciò  nelle  parole  nelle  qiiali 
la  consonante  era  doppia,  si  scriveva  in  cifra  la  prima,  e  si 
ommetteva  la  seconda.  Se  lo  scontro  per  scrivere  aveva  segni 
superflui  0  nulli,  nel  principio  di  ogni  scritto  in  cifra  si  poneva 
qualche  numero  falso,  o  figura,  o  segno  falso  secondo  la  dif- 
ferente qualità  della  cifra,  e  cosi  nella  fine  di  ogni  periodi); 
e  questi  segni  superflui  venivano  collocati  pure  nel  mezzo  delle 
parole  fra  le  consonanti  e  le  vocali  più  frequenti. 

Vi  era  poi  l'avvertenza  di  valersi  dei  caratteri  che  signi- 
ficassero sillabe  0  locuzioni  più  che  fosse  possibile  lunghe. 

'  Vengati  U  pro8p«tto  in  foglio  dove  b1  parla  dei  dispacci  veneti  dal  IfiM 
al  1566,  dei  qnali  manca  la  tradudone. 


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Di  più,  dovendosi  servire  di  semplici  lettere,  si  mutavano 
i  caratteri  che  significavano  quelle  lettere,  e  massimamente  le 
vocali. 

Veniva  poi  osservato  ed  anche  comandato  '  a  tutti  gli 
ambasciatori,  che  il  loro  secretario  avvertisse  di  non  scrivere 
in  cifra  un  solo  nome  o  poche  parole,  pfrrcìtè  daìle  premesse  po- 
tendosi c&n  facilità  catar  le  siissegv^ii,  sarebbe  stato  facile  sco- 
prire lo  scontro,  e  perchè,  interpretate  due  o  tre  sillabe,  non 
era  molto  difficile  conoscere  le  altre  una  por  una. 

Veniva  anche  ordinato  di  astenersi  di  mettere  in  cifra 
scritture,  perchè  essendo  queste  in  mano  di  altri  non  si  ve- 
nisse a  scoprire  lo  scontro. 

Per  far  conoscere,  a  proposito  di  cifre  alfabetiche,  un  siste- 
ma di  cifra  di  dojipìo  alfabeto  '  oflriamo  qui  sotto  la  dimostra- 
zione del  metodo. 

Dimostrazione  della  cifra  di  duplice  alfabeto. 

Supposto  che  si  debbano  porre  in  cifra  questo  parole:  La 
RepvMKca  di  Venezia,  è  duopo  innanzi  tutto  stabilire,  di  con- 
certo col  corrispondente,  il  dato  che  è  indispensabile  in  questa 
cifra.  Suppongasi  adunque  che  il  dato  sia  la  parola  mondo, 
prendendo  dinanzi  la  Tabella,  si  fa  la  seguente  operazione: 

Si  scrive  prima  /a  repubblica  di  Venezia, 
poi  vi  si  mette  sopra  replicata  la  parola  mondo,  che  è  il  dato, 
fino  a  che  si  copre  tutto  ciò  che  si  vuol  scrivere,  lettera  per  let- 
tera, p.  e.  : 

mondomondomondomondom 
lare  pubbli   e  a  d   i  v   e  n  e  t   i  a 

Allora  si  cerca  nelle  iniziali  della  tabella  la  lettera  M  e 
seguitando  in  quella  casella,  si  va  a  trovare  la  lettera  /,  a  cui 

'  Decreto  3  mano  1625.  Parti  Seorete  Cons.  X. 

*  1d  un  reg'[stro  nis.  di  leg'gì  dei  M.  C.  copiato  noi  Beooto  XVI  da  Bui. 
Zomberti  è  data  una  dimostrazioDe  di  cifra  di  doppio  alfabeta. 

Nel  secolo  XVllI  veuoe  offerto  alla  Bepubblica  uo  metodo  eguale  di  cifra. 


sta  sotto  la  lettera  y  p  si  dice  l  in  ra  dà  ^  ;  indi  si  segue  let- 
tera per  lettera  sino  alla  fino  comenell'  esempio: 

mondomondomondomondoin 
q  t  mr  h  cu  t  y  q  ti  t  x  x  ò  y  f  y  in.  q  s 
larepubblic    adivenez    ia 

Giunta  la  carta  posta  in  cifra  al  corrispondente,  egli  vi 
stende  sopra  la  stessa   parola,  ossia  il  dato  inondo,   e  colla 
tabella  alla    mano  traduce   lo  scritto  cercando  al  centra 
q  in  M  dà  /,  t  in  0  dà  ffl  ecc.  come  nelP  esempio  soprascritta 

La  -singolarità  di  questa  cifra  è,  che  migliaia  di  persone 
possono  valersi  di  essa  e  della  cliave  che  consiste  nella  Tabella, 
senza  che  l' uno  scopra  il  secreto  dell'  altro,  e  ciò  in  forza  della 
sola  differenza  del  dato. 

E  poi  dimostrata  l' assoluta  impossibilità  che  quella  cifra 
venga  decifrata  da  altri  che  non  siano  in  corrispondenza  collo 
scrittore,  perchè  i!  segno  che  si  scrive  cambia  sempre  signi- 
ficato come  si  scorge  dall'  esempio. 

Il  suo  difetto  è  di  essere,  forse,  un  po'  tediosa. 


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Prìrai  documenti  veneti  in  cifra;  —  primi 
e  più  celebri  cifristi. 

Il  più  antico  documento  ',  che  si  conserva  nell'  ArcLivip  1 
Generale  dì  Venezia,  in  cui  sono  tracciate  alcune  linee  in  cifra,  i 
è  una  ducale  di  Michiel  Steno  diretta  ai  Nobili  Uomini  Fantino 
Michiel  e  Bartolomeo  Nani,  Ambasciatori  al  Pontefice  e  a!  He  j 
LadÌBlao  per  trattare  la  pace.  Questo  documento,  che  ci  venne  j 
additato  dal  eh.  Prof.  Cesare  Cav.  Foucard,  ora  Direttore  dell' Ar-  1 
chivio  di  Modena,  è  scritto  in  latino  su  pergamena,  ed  ha  !a  data  \ 
del  28  giugno  141 1  '.  Ha  36  linee  di  scrittura,  29  delle  quali:  [ 

'  Vedi  Tavola  1.  —  Con  cifra,  probabilraente  egfuale  a  quella  usata  nel  I 
documento  in  diacorso,  è  stata  scritta  la  parie  del  Senato  13  maggio  14IS  | 
diretta  agli  anit>aaciatorì  veneziani  in  Polonia  (Voi,  V,  Secreli  p,  231,  innaiui  f 
la  quale  (e.  22  t.  ultimo  linee)  Sanie  Vtnier,  Savio  alla  guerra,  e  NmUt  \ 
Zorti,  Savio  agli  ordini:  «  Volutit  partem  lìi/erendi,  sed  guod  debeai  tcriif  1 
'>  per  aifThtm,  ambaxiatoribui  nostri!  et  dewlart  debeat  oiiHet  informaliom»  ì 
*  et  dtclarationes  kahltai  a  magistro  Paulo  qui  nuper  vetiil  de  partibm.  I 
o  Bungarle. 

"In  quBglo  secolo  medesimo  usavano  cifro  anehe  persone  private-, 
XVI  I  Qeeultì,  come  da  una  lettera  di    an    Sagredo  diretta  da  Aleppo  a  tn,' 
PmIo  Bupl,  addi  90  aprile  1609. 

«  Bicero  oonUnni  avvisi  dalle  Indie,  dalle  quali  ho  Inteso  di  loro  d»  più 
penane  be  particolari  molio  conaiderabili.  L'uno  cho  nelle  Indie  li  govenis- 
tori  Portogheei  non  usano  zifra,  se  non  in  tempo  di  guerra,  et  è  pn^Uto 
ad  altri  usarla,  essendo  solo  concessa  alll  Reverendi  Padri  gesuiti,  cbe  df- 
oono  cosi  esser  neoesiario  per  maggior  servttio  di  Dio,  et  se  ne  Tagliano  ta- 
dlnarissimamente,  da  che.  comprendi  Vostra  Paternità  qo&nto  sta  di  meglio  U 
loro  Apostolato  In  comparatione  di  quello  dei  dodici  primi  Apostoli  {Arcb. 
Contultori  in  jure,  Adversaria  publica,  voi.  II). 

Anofae  i  conJUentt  della  Repubblica  ecrivevano  in  cifra  nelle  loro  lettera. 
(Parti  Seorete  C.  X.  —  31  ottobre  1620)  : 

«  Al  Rendente  in  Napoli  » 

»  Conforme  al  contenuto  nelle  tue  lettere  do  13  di  ottobre  con  le  quali 
w  Bbt)iamo  rioeruto  anche  la  ei/ra  che  ti  ha  dato  it  solito  confidente,  della 
»  qnal  dice  di  doversi  valere  »  ecc. 

Luigi  de  Canoita  confidente  degli  Inquisitori  di  Stato  nel  giorno  1£  ot- 
tobre 1681  da  Verona  scrisse  al  Segretario  dei  detti  Inquisitori:  Potrà  V.  S_ 
ili.  favorirmi  di  inviarmi  la  tifra  per  render  più  sicuro  il  carteggiare. 


\ 


soiio  in  cifra.  È  trascritto  a  carte  184  tergo  del  voi.  IV  dei 
Secreti  del  Senato,  che  abbraccia  gli  anni  dal  1409-1411.  Come 
il  lottore  potrà  scorgere  dal  brano  litografato,  che  contiene  l'ul- 
timo periodo  di  quella  ducale  (qui  riprodotto  nella  Tavola  /)  i 
segni  di  cifra  sono  per  la  maggior  parte  lettere  dell'  alfabeto, 
numeri  arabici,  punti,  lineette  «d  altri  segni,  corrispondenti  nel 
loro  assieme  al  sistema  delle  cifre  sopra  accennato.  A  piedi  di 
quel  documento  è  posta  la  deciferazione  tratta  dal  detto  volume 
IV  ;  ci  riserviamo  di  formarne  la  chiave  che  finora  manca. 

Eguaio  metodo  di  cifre  venne  usato  dopo  la  fine  del  secolo 
XV  e  in  principio  del  XVI,  epoca  quest'ultima  in  cui  di  sovente 
si  comincia  a  riscontrare  adoperate  le  cifre  nei  dispacci  conser- 
vati nell'  Archivio  Generale  diretti  ai  Capi  del  Consiglio  dei  X 
dagli  ambasciatori  e  residenti  presso  le  varie  Corti  estere,  di- 
spacci che  non  hanno  avuto  la  sorte  degli  altri  della  medesima 
provenienza,  e  di  quelli  tutti  diretti  al  Senato  Veneto,  preda 
pur  troppo  del  fuoco  negli  incendi  del  palazzo  ducale.  La  serie 
invece  dei  dispacci  diretti  a!  Senato,  comincia  coU'anuo  1554  e 
va  fino  alla  caduta  della  Repubblica.  Di  questi  parleremo  in 
seguito. 

Ora  torna  in  acconcio  trattenere  il  lettore  intorno  ad  un 
valentissimo  cifrista  della  Repubblica  veneta  che  nel  17  settem- 
bre 1505  cominciò  a  servire  nel  grado  di  uno  dei  tveordinm'i 
della  Cancelleria  Ducalo  '.  Giovanni  Soro  &  stato  il  piti  grande 
cifrista  veneziano,  del  quale  si  parlò  con  lode  ed  ammirazione 
singolare.  Il  Cons,  dei  X  nella  ^rte  14  luglio  1512  '  così  parla 
di  lui  :  «Ceterum  sicut  industria  et  intelligentia  zifraram,  estpro- 
»Jecto  impoTiantissima  oc  in  aumìno  predo,  et  existimatione  ha- 
»  benda  :  ita  convenìt  huic  Consilio  taliter  providere  Joanni 
»  Soro  secretario  nostro,  non  modo  in  Siaiu  ìwstro,  rerum  etiam 
»  in  Iota  Italia  et  euira  unico  qui  haòeat  eata  veram  et  admiran- 
»  dam  practicam  »  etc. 


'  Il  <MiHittero  della  Cancelleria  i 
Ordinari,  ed  Btlraoritnari, 

-  RegìBtra  n    SS  Misti  C.  X.  p. 


;i  diviso  in  tre  ordini,  cioè:  Segretari, 


A  far  conoscere  a  qual  fama  fosse  salito  il  Soro,  basterà 
qui  riportare  un  brano  dei  Diarii  di  Marin  Sanuto  che  lo 
riguarda  *. 

Voi.  53,  fol.  103  (addì  27  aprile  1530)  vene  il  principe  di 
Salerno  accompagnato  da  6  Zentilomeni,  ecc. 

«  Noto  el  dito  principe  mandò  un  suo  da  mi  Mann 
»  Sanudo,  dicendo:  havia  desiderato  veder  , tre  persone,  ser 
»  Piero  Bembo,  con  il  qual  a  Padoa  è  stato,  io  Marin  Sanudo 

»  per  la  fama  ho  de  historico,  et  ^an dalle  zifre,  et  di 

»  altro  non  si  curava,  per  esse  homo  studioso,  et  amator  di 
»  lettere  e  desiderava  veder  il  mio  studio.  Io  mi  escusai  e  non 
■  vulsi  el  venisse.  » 

Nella  filza  n.  7  delle  parti  secrele  del  Consiglio  dei  X  (anni 
1547-1550)  havvi  una  lettera  autografa  molto  interessante  di 
Alvise  0  Luigi  Borghi  (autore  degli  Annali  stampati  nell'Archi- 
vio Storico  Italiano)  diretta  al  detto  Consiglio,  di  cui  era  segre- 
tario, e  incaricato  nel  1546  '  di  scriver  e  trazer  tutte  le  cose  piU 
secreie  di  esso  III.  Consiglio.  Dopo  di  aver  dimostrata  l'impor- 
tanza dello  scrivere  in  cifra  e  parlato  dei  vari  modi  usati  in 
antico  e  a' suoi  tempi,  e  dei  proprj  studi  in  proposito,  soggiim- 
ge:  «  per  la  fama  sparsasi  dell'eccellentissimo  Soro,  jfodre  di 
»  t/uesta  rarissiinn  rid/\  li  Principi  Christiani  hano  quadrupli- 
»  cato  l'alphabeto  et  messo  diversi  charatteri  in  loco  delle  sil- 
»  labe,  con  un  altro  grandissimo  numero  di  charatteri  in  'loco 
»  delld-ditioni  integre,  et  molti  altri  charatteri  senza  signìfi- 
»  cato  alcuno,  per  &r  la  scrittura  piìl  difficild  ;  il  qual  modo  di 
»  scriver  si  usa  al  presente,  ecc.  » 

Neil'  anno  1539  (quattro  anni  innanzi  la  sua  morte),  il 
Soro  presentò  al  Consiglio  dei  X  un  libro  dì  cifre,  come  risulta 
da  un'annotazione  che  trovasi  nell'Archivio,  e  che  è  questa: 
«  1539  die  39  marcij.  Libar  zifrarum  presentatus  die  supra- 

'  Copia  dei  Diaij  di  Maria  Sanutu  conservata  in  passato  cella  Biblioteca 
Marciana,  ora  a  Vienna. 

"  Giovanni  Soro  mori  vecchio  nell'anno  1543.  Di  lui  parlò  anche  l'illn- 
atre  signor  Rawdon  Brown  nell'appendice  li.  Hiitiiry  <if  ilalian  cipher  del 
Voi.  II.  del  suo  Calendar  Qf  6iaXfi  papere  and  manuscripta  exìetiDg  in  the  ar- 
ekivet  and  colUction  <•/  Venice.  London  Longmans  etc.  1867. 


I 


I 


»  scripto  per  circumspectum  Secretarium  Joannem  Sorum 
»  iuxta  promissionem  ab  eo  factam  et  notandum  quod  totus 
»  liber  est  in  quatuor  pai-tes  divisus,  videlicet  duae  in  lingua 
»  itala,  et  una  in  lingua  gallica,  et  quarta  et  ultima  in  lingua 
»  hispana  et  hic  repositus  est  in  secreto.  —  Andreas  de  Fran- 
»  ciscis  Magnus  Cancellarius  »  *. 

E  da  lamentare  poi  la  mancanza  all'Archivio  di  questa 
opera  certamente  preziosa  e  nota  al  Sorghi,  clie  nella  sua  sup- 
plica, diretta  nell'anno  stesso  della  morte  del  Soro  al  Consiglio 
dei  X  '  così  ne  parlò:  «  Conversai  molto  con  l'Ecc.  Soro  il 
»  quale  neìl'  anno  1537  avea  cavate  tutte  le  zifre  nelle  lingue 

»  latina,  italiana,  francese  e  spagnola et  ho  studiato  il 

■  »  suo  libro  de  zifre  presentato  da  lui  all'  111.  Consiglio  di  X,  et 
»  non  manco  ogni  giorno  da  simile  rarissimo  e  laudatissinio 
»  exercitio  il  quale  in  vero  ha  in  se  più  dell'  angelico  che  dcl- 
»  ì'humano,  imperocché  con  la  vivacità  dell' inzegno  nostro 
»  scoprirne  li  secreti  delli  ribelli  et  inimici  di  Vostra  Serenità. 
»  Et  li  altri  principi  '  che  non  hanno  simili  professori  hanno 

'  Il  Sonin  una  supplica  presentatasi  CoDsiglio  del  Xadd'i  IT  luglio  llill, 
parlando  del  suoi  eerTÌgi  come  secretarlo  cifrista,  cosi  al  esprime:  "  Tamen 
»  come  fidellsainio  serTtlor  non  solani  è  contento  invigilar  cura  luti  i  aui  spi- 
o  riti  ad  farse  de  perito  in  dieta  isterpretatlon  peritÌBsimo,  ma  vole  (comeia 
"  l'bà  principiato  ad  far)  cooiponer  uno  libro,  Bopra  el  qual  alano  tute  le  ra- 
u  son  et  regule:  mediante  le  qua!  lui  interpreta  le  zl&e:  annotando  separa- 
»  tamente  le  regule  della  lingua  latina,  da  quelle  do  la  lengiia  vdlgar,  et 
»  aimiliter  quelle  de  le  lengae  epagnuola  e  Francese  cadauna  per  si,  come 
»  è  necesearlo;  fatica  longa,  dlfBclle  et  ingeg-noea,  el  qual  libro  se  sarà  da 
»  poi  la  morte  ena  servato  Dell'  Ecc.  Coitaelo  de  X  et  sotum  lassato  veder  a 
i>  qualclie  uno  dei  Secrelaq  cbe  aarfi  reputa  a  questo  idoneo.  Vostra  Serenità 
«  baveri  sempre  nella  sua  Cancelleria  chi  potrà  interpretar  le  lettere  inler- 
»  cepte  in  zii^,  et  cuaai  vivendo  esso  Zuane,  et  da  |k)Ì  la  morie  sua  de  le 
u  fotiche  per  lui  fatte  la  ne  riceverà  grandissimo  beneficio  •>. 

*  Filza  Parti  Secreta  (1543  frennaio  m.  v.). 

'  Angelo  Moroiini,  amlmsciatore  straordinario  in  Polonia  nella  sua  rela- 
aione  finale  letta  in  Senato  nell'anno  1685,  racconta  cbe:  «due  Secretarli 
»  minori  stanno  preeao  L  Ro  \ii  Pulonia]  di  continuo  per  il  aerviiio  ordlna- 
u  rio,  e  si  chiamano  della  lingua  polacca,  perchè  t&smi)  tutte  le  eapeditìoni 
»  nella  medeaimn.  Bì  vantano  d'aver  capacità  di  rilevare  qual  ai  aia  zifra,  e 
u  perciò  procurano  d'intendere  qualche  lettera,  che  possa  loro  dare  materia 
"  di  curioeltà,  per  acquistare  merito  presso  il  re  con  il  rilevarla.  » 


»  spesse  volte  mandato  afla  Serenità  Vostra  le  zìfre  intercette 
»  acciò  siano  cavate  qui  »  '. 

Posta,  si  può  dire,  dal  Soro  la  pietra  fondamentale  d' una 
delle  più  importanti  materie  di  Stato,  cioè  il  mezzo  di  comuni- 
care secretamente  co'suoi  ambasciatori  e  cogli  altri  agenti  diplo- 
matici, 8Ì  succedettero  gli  studi  e  le  invenzioni  sulle  ciire,  e 
cominciarono  ad  essere  emanate  varie  disposizioni  e  decreti 
per  guarentire  la  secretezza  nelle  deciferazioni  e  la  sicurezza 
della  custodia  degli  scontai  ài  cifra  che  venivano  consegnati  in 
copia  ai  rappresentanti  la  Repubblica  quando  partivano  in  paesi 
lontani  e  stranieri  '. 

GÌ'  inventori  di  nuovi  sistemi  di  scritture  in  cifra  o  di 
altri  metodi,  se  veniva  accettato  il  racordo  o  proposta  che  ne 
presentavano,  erano  ricompensati. 

Per  citarne  alcuno  fra  i  molti,  nell'  anno  1525  *  a  certo 
Marco  Rafael  vennero  assegnati  100  ducati  all'  anno  per  aver 
insegnato  ai  capi  del  Consiglio  dei  X  un  suo  sistema  per  scri- 
vere sopra  carta  o  sopra  tela  bianca  senza  che  fossero  visibili 
le  parole,  e  col  mezzo  di  un  liquido  da  lui  composto  la  scrittura 
compariva.  Del  resto  di  cotali  inchiostri  simpatici  sono  ricchi 
i  vecchi  e  i  recenti  ricettani  alchimistici  e  chimici. 

Nell'anno  1570  *  Floriano  Mezzovillani  Bolognese  si  offe- 
riva dì  insegnar  il  modo  di  spedir  ogni  concetto  scritto  in 
qualsivoglia  idioma  senza  che  quello  che  portava  le  lettere 


'  NaU'Bnno  1510  il  P»i»  mandò  alla  Repnbbllca,  per  la  InterpMtaftoae^ 
alctme  lettere  In  oifira,  delle  quali  11  Boro  nella  suddetta  suppUoa  17  In^io 
IKU  dice  d'aver  scoperto  (1  ^g^Dlfloato,  a  cum  mmma  Batisfectloas  de  la  !!• 

>  ItiBtr.  Signorìa  vostra  per  liaver  Intaso  per  quelle  molU  del   andamenti  «t 

>  Moreti  del  ano  inlmid  .» 

1  Molti  dei  decreti  del  Cons.  del  X  relaUvi  alla  Cifra  e  ai  Cifritti  sono 
notati  anche  da  GioTannl  Rotti  nell'  elenoo  di  Codici  dell' Ardiivio,  edstente 
nel  voi.  XII.  del  documenti  alia  sua  opera  inedita  sui  costumi  e  sulle  leggi 
dei  Teneiiani. 

>  Vedi  Parti  Beerete  Cons.  X  1525,  20,  26,  28  sett.  e  12  ott, 
*  Parti  ^muni  Cons.  X  fUza  100,  26  aett ,  13  e  30  ott.  1570.  A.  corte  4  ptd 
del  registro  Bacordi  del  Capi  del  Consiglio  dei  X,  si  trova  copiato  il  sistema 
ideato  dal  Uezzovillani. 


sapesse  di  averle,  e  neuimeuo  di  portarle;  ed  inoltre  esse  non 
sarebbero  state  intercettate. 

I  nuovi  metodi  di  cifre  da  persone  private  offerti  alla 
Repubblica,  venivano  esaminati  dai  Segretari  cifristi  che  ne 
davano  in  iscritto  il  loro  parere  e  proponevano  o  nò  die  fos- 
sero accettati  e  se  ne  ricompensassero  gli  autori. 

I  cifristi  stessi  che  presentavano  nuovi  metodi  di  chiavi 
di  cifra  venivano  lodati  con  decreti  speciali,  e  incoraggiati  con 
aumenti  anche  di  salario. 

II  Governo  delia  Repubblica  ha  con  opportune  disposizioni 
a  misura  del  tempo  e  delle  circostanze  prudentemente  disposto 
che  fosse  quando  a  quando  cambiata  la  cifra,  tenendone  sem- 
pre preparati  e  custoditi  uno  o  più  scontri  approvati,  affine  di 
averne  alcuno  pronto  ad  ogni  bisogno. 

Le  varie  deliberazioni  che  prescrivono  mutazione  di  cifra 
presero  principalmente  motivo  dal  tempo  dacché  era  stata 
introdotta  quella  che  allora  correva,  collo  scopo  di  prevenire 
gli  accidenti  possibili.  —  La  cifra  in  via  ordinaria  veniva  mu- 
tata alcune  volte  dopo  soli  sette  anni,  ora  dopo  dieci,  e  al  piii 
dopo  venti  o  venticinque. 

Prima  dell'  anno  1547  veniva  usata  una  sola  chiave  di 
cifra  comune  a  tutti  i  rappresentanti  della  Repubblica,  Questa 
chiave  formata  dal  cifrista  Giovanni  Soro  venne  cambiata  dal 
Consiglio  dei  X  col  decreto  31  agosto  1547,  prevedendo  il  pe- 
ricolo al  quale  erano  esposte  le  cose  sue  più  scerete,  scriven- 
dosi in  cifi-a  con  un  solo  scontro  adoperato  da  tutti  i  pubblici 
rappresentanti  ;  onde  comandava  che  si  dovesse  mutar  la  cifra 
per  ciascuno  degli  oratori  e  rappresentanti  della  Repubblica 
presenti  e  futuri,  sicché  ognuno  l'avesse  diversa  per  scrivere 
le  cose  scerete  ai  capi  del  Consiglio  dei  X  ed  al  Senato.  Collo 
stesso  decreto  venne  prescritto  che  fosse  data  ad  ogni  oratore 
e  rappresentante  per  le  comunicazioni  scerete  fra  loro,  un'altra 
cifra  separata,  eguale  per  tutti. 

Il  cifrista  Girolamo  Franceschi  fece  allora  osservare  che  gli 
ambasciatori  ed  altri  rappresentanti  usavano  talvolta  una  cifra 
scrivendo  sempre  con  un  segno  solo,  sebbene  ogni  lettera  del- 


^ 


r  alfabeto  di  un  dato  scontro  fosse  composta  di  tre  e  fin  di  sei 
segni  diiferenti  per  ogni  lettera,  cou  manifesto  pericolo  clic 
fosse  levata  o  decifrata  senza  scontro. 

Innanzi  la  loro  partenza  i  secretar)  degli  ambasciatori  ed 
altri  residenti  presso  le  Corti  estere  dovevano  istruirsi  e  impi 
rare  la  cifra  presso  i  Deputati  cifristi,  e  loro  veniva  ingiunto  d 
tenerla  secretissima  e  custodirla  diligentissimamente. 

Erano  incaricati  uno  o  più  secretarj  del  Senato,  ovvero  ,l 
notai  ordinari  della  Cancelleria  Ducale  •  di  dispensar  gli  scoiUrt^- 
a  quelli  cte  di  tempo  iu  tempo  partivano  con  pubblici  incanclii, 
ed  erano  obbligati  di  tener  un  libro  con  nota  particolare  della 
consegna  di  essi  scontri,  con  dichiarazione  del  giorno  e  delle  j 
persone  a  cui  li  avevano  consegnati,  e  con  nota  della  restituì  £ 
zione,  ricevendo  da  quelli  che  li  restituivano  il  giuramento  dl'l 
non  averne  tenuto  copia,  né  fattili  veder  ad  alcuno;  e  di  tale,! 
giuramento  era  fatto  cenno  nel  detto  libro. 

La  cifra  veniva  cangiata  anche  quando  si  sospettava  cht^ 
fosse  stata  cavata  o  scoperta  dietro  lo  intercettamento  dll 
qualche  dispaccio,  come  accadde  nell'anno  1629  in  cui  dagli' I 
Alemanni  nello  Stato  di  Mantova  venne  fatto  prigione  certo! 
Antonio  Fascio,  al  quale  dal  Segretario  Buscnello  in  Mantova! 
vennero  consegnati  due  dispacci  scritti  la  maggior  parte  in* 
cifra. 

Veniva  pure  mutata  la  cifra  in  s^uito  alla  morte  di  qual- 
che segretario  di  ambasciatore  o  residente  in  corti  estere,  come 
avvenne  nel  principio  del  1645  '  in  cui  morì  in  Londra  il  Se- 
gretario Agostini,  «dubitandosi  di  ciò  che  potesse  esser  se^nHo 
»  della  cifra  da  lui  tenuta  ».  Così  pure  per  la  morte  seguita 
nell'anno  1647  in  Cerigo  di  Valerio  Filippi  notaio  straordina- 
rio della  Cancelleria  Ducale,  dietro  lettera  di  quel  Provveditore 
straordinario  Molìn,  che  annunziava  che  la  zifra  tentUa  dal  detto 
Filippi  fosse  stata  da  lui  medesimo  consegnata  ad  un  suo  padre 
spirittiale,  il  Consiglio  dei  X,  con  decreto  29  giugno  d.  a.,  or- 


"  Decreto  18  agoalo  1578  (Parti  Secreta  C.  X), 
f  C.  X  Parti  Secreto  10  marzo  1645. 


dinava  che  fosse  cambiata  la  cifra,  per  ogni  buon  riguardo,  nel 
dubbio  che  potesse  essere  stata  veduta  e  copiata. 

Infine  si  operava  il  cambiamento  quando  veniva  riferito 
che  la  cifra  fosse  capitata  in  mano  di  persona  che  non  era  pub- 
blico rappresentante,  né  secretano  dell'ordine  della  Cancelleria 
Ducale,  o  che  fossero  stati  smarriti  gli  scontri.  Ciò  appunto  ac- 
cadde nell'anno  1605  in  cui  furono  chiamati  al  Tribunale  dei 
Capi  del  Consiglio  dei  X  il  segretario  del  Senato  Ferigo  Mariu 
e  Pietro  Amai  notaio  ordinario,  ambi  Deputati  al  carico  delle 
cifre,  e  fu  loro  commesso  di  metter  a  parte  tutti  gli  scontri  delle 
cifre  fino  allora  usati  in  qualsivoglia  luogo,  «  formandone  dei 
nuovi  per  darli  ad  ogni  Ambasciator,  Provveditor  Generale, 
Bailo,  Capi  da  Mar  ed  altri  pubblici  rappresentanti  che  sodo 
soliti  nel  partire  aver  cifre  ». 

Veniva  ancora  ordinato  che  non  potessero  piìi  essere  usati 
in  alcun  modo  gli  scontri  vecchi,  anzi  fossero  abbrucicUi  di  volta 
in  volta  secondo  che  ritornassero  gli  ambasciatori  e  i  rap- 
presentanti suddetti  '.  E  si  incaricavano  essi  Marin  e  Amai  di 
formar  tosto  due  libri  nei  quali  fossero  registrate  distintamente 
tutto  esse  cifre  e  scontri,  così  per  scnver  come  per  iraduri-e. 

Provveduto  alla  sicurezza  delle  cifre,  venne  conosciuta  col 
decreto  31  agosto  1605  la  necessità  dell'  istruzione  «  in  qvmta 
di^dle  ed  iniportatitissima  scienin.  » 

Nella  Cancelleria  Ducale  alla  metà  circa  del  secolo  XVI 
v'  avea  un  solo  cifrista  che  si  occupava  nello  scrivere  e  nel  tra- 
durre lo  cifre  ;  il  decreto  15  marzo  1542  del  Cons.  dei  X  ce  ne 
dà  la  prova  dove  dice  «  chel  star  su  un  solo  che  è  il  Lvdorid 
y>  è  pur  troppo  difettivo,  e  seco  porta  non  solo  difficoltà  e  tar- 
»  dita  alla  espeditiono,  ma  forse  etiam  pericolo  che  qualche  deli- 
»  beration  che  doveria  passar  secretissìma  non  vada  senza  zifra 
»  per  non  ritrovar  chi  quella  scriva  ». 

Vennero  aggiunti  pertanto  al  Ludovici  due  segretarj,  il 
Borghi  e  il  Bonrizzo  trovati  piii  idonei,  dietro  il  parere  dato  dal 

<  È  probabile  dio  allora  siano  Btat«  abbruciato  le  cbiavl  o  ftoniii  delie 
B  dagrli  anib.  A'  Inghilterra,  Franria,  Spagna  t  Ooalanlinopoli   nei 
'    diapaocl  degli  nani  1554  usque  15C6,  dei  quali  verrii  parlato  ìo  segiiito. 


-  308  — 

Soro  nel  14  marzo  1542,  essendo  egli  in  casa  per  effetto  di  vec- 
cliiaja. 

IV. 

Istruzione  della  cifra. 

I  Segretari  cifristi  istruivano  i  giovani  nelP  arte  delle 

cifre. 

La  Repubblica  permetteva,  ed  anzi  desiderava  che  i  figli 

dei  segretari  cifristi  fossero  istruiti  dal  loro  padre  nella  materia 

importante  e  gelosissima  delle  cifre,  di  cui  ebbe  sempre  cura 

speciale  il  Consiglio  dei  X. 

Alla  fine  del  secolo  XVI  il  bravo  cifrista  Gio.  Francesco 
Marin,  per  ordine  del  Cons.  dei  X  ^  ebbe  il  carico  di  insegnar 
Parte  di  tradurre  le  cifre  aliene,  senza  scmtm^  a  Federico  suo 
figliuolo. 

Coi  decreti  del  Consiglio  dei  Dieci,  1606  25  e  31  agosto, 
•svennero  scelti  Ottavio  Medici  e  Gio.  Batt.  Lionello  ad  imparar 
la  scienza  del  tradurre  le  cifre  senza  scontro^  e  nel  24  ottobre 
1607  fecero  la  prova  alla  presenza  dei  Capi  con  V  intervento 
del  Magnifico  Cancellier  Grande,  con  grande  applauso. 


*   1575  de  mense  January  in  C.  di  X. 

«  L'arte  di  cavar  le  zifre  aliene  senza  scontro,  nella  quale  l'antica  età  so 
ben  allora  fiorirono  tante  nobilissime  et  eccell.  scientie,  non  pur  è  stata  su- 
perata dalla  moderna;  ma  per  quello  che  si  vegga  non  ha  avuto  alcuna  pra- 
tica et  esperienza,  siccome  è  rarissima,  et  a  quei  Principi  che  possano  aver  a 
loro  servizio  alcun  soggetto  che  la  posseda,  utilissima,  così  deve  essere  som- 
mamente stimata  et  avuta  cara;  onde  avendo  il  circosp.  et  fedelissimo  segre- 
tario di  questo  Cons.  Gio.  Francesco  Marin  dimostrato  in  tal  arte  per  diverse 
prove  la  peritia  sua  acquistata  per  naturai  dispositione  et  longo  studio,  né  sa- 
pendosi che  vi  sia  al  presente  tempo  alcun 'altra  persona  eccellente  nell'i- 
stessa  professione,  ò  grandemente  a  proposito  delle  cose  nostre  provveder  che 
sotto  di  lui  si  possa  allevar  qualche  altro  soprgetto.  .  .  . 

L'anderà  parto  che  sia  dato  carico  al  sud.  circosp.  et  fedelissimo  Segre- 
tario nostro  d"  insc'^'nar  essa  arte  di  trazcr  cifre  aliene  senza  scontro  a  Fede- 
rico suo  figliolo,  il  quale  quando  avrà  data  prova  di  estrazer  una  cifra  aliena 
senza  scontro,  sia  assouto  nel  numero  del  li  Sejrret^'irj  del  Sonato  et  Collegio 
nostro • 


Furono  loro  astìoguati  ducati  10  ai  mese,  e  deputati  adin- 
seguare  la  scienza  delk  cifre. 

Per  solito  nel  mese  di  settembre  di  ciascun  anno  venivano 
latte  le  ■prove,  le  quali  consistevano  nel  tradurre  e  scriver  alla 
presenza  dellì  due  cifristi,  di  più  lun^o  esercizio,  alcune  righe 
che  erano  date  agli  esaminandi  dal  Tribunale  degli  Inquisi- 
tori ;  e  quelli  che  sostenevano  l'esame  con  franchezza  e  con 
esattezza,  veuivauo  ammessi  all'  impiego  dagli  Inquisitori  me- 
desimi ivi  presenti,  che  ne  assumevano  tosto  il  giuramento  per 
la  secretezza  e  la  buona  custodia  delia  cifra. 

Colla  ^r/e  26  aprile  1633  furono  assegnati  ducati  10  al 
mese  a  Sebastiano  Milledonne  notaio  straordinario  della  Can- 
celleria Ducale,  depitala  alla  profession  delle  n/re,  doveìido  eser- 
rilarsi  per  Mligazione  particolare  nel  tmrre  e  scriver  tutte  le 
cifre. 

Coll'altra  parte  4  novembre  17IS  il  Consiglio  dei  X  stabili 
in  quattro  il  numero  dei  cifristi  con  salario,  in  due  gli  studenti, 
e  decretò  altresì  che  non  essendovi  allora  tra  i  Segretari  ci- 
fristi del  Senato,  alcuno  che  avesse  figliuoli  o  nipoti  nella  pro- 
pria famiglia  da  poter  educare  in  quello  studio,  acciò  non  se  ne 
/lerda,  anzi  nejorisca  la  scienza,  partzcolarmeìite/ra  le  famiglie 
benemerite,  il  segretario  Maffio  Bianchi,  ii  quale  aveva  presen- 
tato un  nuovo  scontro  di  cifra,  venne  incaricato  ad  istruire 
Agostino  Bianchi  '  suo  nipote  e^rfratre. 

'  AkohUdo  Bianchi  nell'anno  1733  preHenlò  un  nuovo  scontro  di  cifra 
grande,  rhe  venne  accettato  col  decreto  1.  gin^o  d.  a,,  e  distinto  col  N.  14 
per  esBore  adoperalo  ogni  volta  che  snccedesBe  il  cago  e  il  biso^o  di  cam- 
biarsi quello  del  N.  13.  Dopo  30  anni,  cioè  nell'anno  1772  (decreto  S7  luglio) 
luesto  scontro  venne  consegnato  agli  ambascìalorì  e  ad  altri  rapprospn tanti. 
Ebgo  consta  di  290  se^l  numerici.  Le  lellerg  fole  hanno  segni  di  due  o  tre 
numeri:  le  sillabe,  o  parole  ooBtituite  da  tre  o  quattro  sillabe,  o  do|ipie  pit- 
role,  hanno  segni  di  tre  numeri;  queste  siìlalie  o  parole  vanno  di  nove  hi 
nove  numeri,  cioà  dal  ISI  al  129,  dal  131  al  139,  dal  141  al  149  e  via  via. 
ommessi  sempre  i  numeri  collo  zero;  termina  co!  571  al  579-  Fra  questi  vi 
sono  numeri  blsi.  Per  rendere  più  difficile  l'interpretazione  di  questa  cirra 
composta  tutta  di  numeri  arabici,  questi  sono  adoperati  senza  spazli  e  inter- 
calati spesso  con  altri,  nulli  o  superflui. 

Avvi  la  seguente  nota.  Non  al  considereranno,  nel  tradurre,  li  numeri  sem- 
plici 1,  2,  3,  4,  5,  6,  7,  8,  9,  che  si  troveranno  posti  al  fine  di  ogni  riga, 
giacché  non  fonno  altro  eS^tto  che  quello  di  rendere  più  difDcile  la  penetra- 
xione  della  ci(hi. 

Questa  cifra  6  l'ultima  cbn  ni  trova  usata  nei  dispacci  degli  ambascia- 
tori ed  altri  rappresentanU  dell'antica  Repubblica  Veneta. 


-  310  - 


V. 

Le  cifre  alla  metà  del  secolo  XYI,  e  i  dispacci 
diretti  al  Senato  dal  1554  al  1566. 

Alla  metà  del  secolo  XVI  venne  composto  un  dizionario 
per  una  chiave  di  cifra  eguale  per  tutti  gli  ambasciatori  desti- 
nati alle  Corti  estere,  ma  che  differiva  una  dall'  altra,  nei  segni. 
Qui  appresso  diamo  un  saggio  delle  cifre  usate  nei  dispacci  degli 
ambasciatori  veneziani  in  Inghilterra,  in  Francia,  in  Spagna  ed  a 
Costantinopoli  negli  anni  dal  1554  circa,  al  1566,  ai  quali  non 
si  trova  annessa  la  deciferazione.  Scoperta  runiformità  delle 
dizioni  di  ogni  cifra,  ci  fri  più  agevole  il  formare  le  chiavi, 
ciò  che  abbiamo  già  fatto  per  tutte  le  cifre  usate  nei  dispacci 
delle  suddette  quattro  ambasciate,  onde  vennero  ormai  tradotti 
tutti  i  dispacci  in  cifra  delle  ambasciate  d'Inghilterra  dal  1554 
al  1558,  quelli  di  Spagna  contenuti  nella  1.  filza  dal  1.  giugno 
1554  all'ultimo  febbraio  1555  (m.  v.)  ;  quasi  tutti  quelli  della 
1.  filza  di  Francia  dall'  11  maggio  1554  al  18  febbrajo  1556 
{m.  V.),  e  finalmente  alcuni  del  Bailo  a  Costantinopoli, 

Ecco  il  dizionario  della  chiave  suddetta  la  quale  serviva 
per  scrivere  in  cifra  : 

a,b.c.d.e.f,g.h.i,l.m.n.o.p.T,s,  t ,  u  .x.z  &  con  * 


liettere  doppie. 

bb  .  ce  .  dd  .  ff  .  gg 
mm  .  nn  .  pp  .  rr  .  zz 


mnineri. 

1.2.3.4.5.6 
7.8.9.0.0.0 

ba  .  bo  .  bi  .  bo  .  bu 


ca  .  ce  .  ci  .  co  .  cu    |  ha  .  ho  .  hi  .  ho  .  hu 


era  .  ere  .  cri  .  ero  .  cru 


da  .  de  .  di  .  do  .  da 

fa  .  fé  .  fi  .  fo  .  fu 

fra  .  fre  .  fri  .  fro  .  fru 


ga  .  gè  .  gì  .  go  .  gu 


gna  .  gne  .  gni .  gno .  gnu 
gra  .  gre  .  gri .  grò  .  gru 


ja  .  je  .  ji  .  jo  .  ju 
la  .  le  .  li  .  lo  .  lu 
Ila  .  He  .  m  .  Ilo  .  Un 
ma  .  me  .  mi  .  me  .  mu 
na  .  ne  .  ni  .  no  .  nu 
pa  .  pe  .  pi  .  pò  .  pu 
pra  .  pre  .  pri .  prò  .  pru 


^  Lo  lettere  a  e  i  n  o  r  Cy  il  segno  &,  corno  più  spesso  adoperate  nella 
scrittura,  hanno  due  segni  di  cifra,  in  luogo  di  uno  col  quale  sono  indicate 
le  altre  lettere,  affinchè  possano  essere  usati  alternativamente. 


-  311 


qua .  que .  qui .  quo  .  quu 
ra  .  re     ri  .  ro  .  ru 


sa  .  se  .  Bi  .  so  .  su 


sca  .  sce  .  sci .  SCO  .  scu 


spa  .  spe  .  spi .  spo .  spu 
sta  .  ste  .  sii .  sto  .  stu 

stra .  stre .  stri .  stro .  stru 

ssa  .  sse  .  ssi .  sso  .  ssu 
ta  .  te  .  ti  .  to  .  tu 
tta  .  tte  .  tti .  tto  .  ttu 
tra  .  tre  .  tri .  tro  .  tru 

va  .  ve  .  vi  .  vo  .  vu 
za  .  ze  .  zi  .  zo  .  zu 


Acciò 

ad 

al 

alcun 

altr 

an 

Alemag^a 

Anglìa 

auglesi 

anchor 

armata 

ambassator 

Cavai 

capit 

capi  del  Cons.  di  X. 

cardinal 

che 

chi 

clarissim 

come 

commette 

comunica 

Consiglio  di  X 

conside 

conte 

conclu 

continu 

Constantinopoli 


Cesare 
Contestabile 

Dal 

danari 

del 

deside 

debbi 

ditt 

ditta  Maestà 

dove 

Esse 

ex 

exe 

exercito 

expedi 

Far 
fant 
Pranza 
francesi 

Galee 
gente 
Germania 
giom 

gli 
grand 

guerra 

Habbia 

bave 

bora 

11 

il  qual 

il  che 

illustr 

illustrissim 

Imperator 

in 

iute 

Italia 

La  qual 
le  qual 
li  qual 
lettere 
liga 
Lang^vio 

Mai 

mal 

man 

marchese 

mente 

Milano 
mons.or 


M.of  de  Granvella 
M.or  di  Aras 
molt 
monition 

Necess 

non 

nostr 

noi 

nonclo 

Ogni 

one 

opera 

orator 

ordin 

Pace 

pare 

passat 

per 

perohò 

più 

Pontefice 

Papa 

present 

princip 

prefàt     ' 

preterit 

Piasenxa 

Qual 

qualche 

quant 

quando 

quel 

quest 

questa  Maestà 

quella  Maestà 

Rece 

reverend 

reverendissim 

Re  dei  Romani 

Re  Chri8tiani88Ìmo 

Re  de  Anglia 

Re  de  Sootia 

Re  di  Portogallo 

rispo 

Roma 

Scrive 

scrip 

scudi 

Serenissim 

Ser.mo  principe 

Senato 
sempre 
sia 


-  312 


signior 

Sua  Maestà 

tutt 

signior  Turco 

Sua  Exoellentia 

— 

spagnoli 

Sua  Signioria 

Vede 

stato 

Sue  Signorie 

voi 

svizzari 

Sua  Magnificientia 

▼ole 

sao 

ssim 

vegli 

sui 

— 

vostr 

sua 

Tal 

Vostra  Serenità 

sue 

tant 

Vittuaglie 

Sua  Santità 

ì 

tempo 

— 

Sua  BeaUtudine  i 

tia 

Zont 

Sua  Ces.*  Mai 

està 

treg^ue 

Sua  Chri8t.ma 

Maestà 

Turchi 

i 

VI. 

I  dispacci  degli  Ambasciatori  Veneziani  presso  le  Corti 

estere  diretti  al  Senato. 

I  dispacci  degli  ambasciatori  veneziani  presso  le  Corti 
estere  diretti  al  Senato,  che  sono  conservati  nell'Archi  vie  Ge- 
nerale di  Venezia,  cominciano  quasi  tutti  coli'  anno  1554.  Le 
filze  contenenti  i  dispacci  indirizzati  al  Senato  medesimo  negli 
anni  precedenti,  sono  disgraziatamente  rimaste  preda  del  fuoco 
appiccatosi  nella  Cancelleria  secreta  negli  anni  1574  e  1577. 

Le  cifre  dei  dispacci  degli  ambasciatori  d' Inghilterra ,  di 
Francia,  di  Spagna,  e  del  bailo  a  Costantinopoli,  scritti  negli 
anni  1554  al  1566,  come  testé  abbiamo  detto,  sono  mancanti 
della  interpretazione  o  traduzione,  che  deve  essere  stata  ese- 
guita, tosto  ricevuto  il  dispaccio,  dai  Secretari  deputati  alle 
cifre  ;  e  i  fogli  sopra  i  quali  venne  estesa  la  deciferazione  anda- 
rono smarriti.  Non  v'  era  forse  Tuso  in  quel  torno  di  tempo  di 
tenere  uniti  ai  dispacci  i  fogli  sopra  i  quali  veniva  scritta  la 
deciferazione,  come  si  usò  dopo  l'anno  1566  e  fino  al  termine 
della  Repubblica  (1797),  trovandosi  tuttora  annessa  la  decife- 
razione ai  dispacci  cifrati. 

Delle  suddette  cifre  poi  mancanti  della  deciferazione  non 
si  rinvenne  neir Archivio  la  chiave. 

Le  cifre  usate  noi  dispacci  da  Costantinopoli,  come  si  vedrà 
in  avanti,  sono  molto  difierenti  da  quelle  delle  altre  ambasciate, 


I 


e  per  consegiienxa  sono  più  difficili  da  scrivere  e  da  tradurre 
per  Is  qualità  dei  segni,  che  non  siano  quelle  dei  dispacci  d'In- 
ghilterra, Francia  e  Spagna. 

INGHILTEKKA.. 

Le  cifre  dei  dispacci  di  Giovanni  Michie!  ambasciatore 
in  Inghilterra  (1554-1557)  furono  tradotte  nell'anno  1869,  nel 
quale  vennero  stampati  tutti  i  dispacci  del  detto  ambascia- 
tore, diretti  al  Senato  che  si  conservano  nell'Archivio  ', 

Sopra  101  dispacci  (12  giugno  1554  al  26  gennaio  1556 
m.  V.)  56  hanno  scrittura  in  cifra. 

Saggio  della  cifra. 

Dispaccio  6  giugno  i  ...... 

1556  da  Eichiamont  \  «  Serenissimo  Principe 

»  Sono  stati  questi  (aerisi  di  Cales  del  28jìn  /"  ultimo  di  mag- 
»  gio)  trascritti  e  tradotti  dal  francese  dalle  proprie  et  originai 
»  lettere  di  Mons.'  Ulus.'""  Contestabile,  scritte  a  questo  Amba- 
»  sciatore,  che  per  buona  via  mi  son  venute  in  mano;  dallo  quali 
»  non  mi  è  parso  di  restar  di  far  trascrivere  anco  tutta  quella 
»  parte  che  era  in  zifra,  notando  li  medesimi  caratteri,  li  quali 
i>  se  per  avventura  .saranno  intesi  dalli  ministri  di  Vostra  Se- 


)  renità  di  questa  professione  rf*' 


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1    co 

lo     qui      0 

'  Les  Dépéches  de  GioTanoi  Mìcbiel  Anibaasadeur  de  Venise  en  Angle- 
terre  pendant  les  arniées  de  1554  à  155'7,  déchUTrées  et  publlóee  d'aprèe  tee 
documenta  conservés  aui  archives  Dationalea  de  Venìse,  par  Paul  FrìedmaDO. 
Venise,  Imprimerle  du  Commerce  1869. 

1  dispacci  dì  Giovanni  Micbiel  ambssciator  Veneto  in  Inghilterra  deci- 
frati da  Paolo  Priedmann.  Rettificazioni  ed  a^g'innte  di  Luigi  Pasini  appli- 
cato nel  B.  Archivio  generale  di  \enesia.  -  Tip.  Grlmaldo.  1869. 

*  Do?relibe  essere  11  segno  f  *'  —  I  ". 
jio        fi 


—  314.  — 

Vennero  tradotti  anche  gli  altri  dispacci,  che  stanno  nella 
medesima  filza,  di  Michiel  Surian  successore  al  n.  u.  Giovanni 
Michiel  (1557,  31  marzo  —  1558,  15  dicembre).  Sopra  37 
dispacci  31  hanno  cifre.  —  I  segni  di  cifra  di  questi  dispacci 
sono  differenti  da  quelli  dei  primi.  In  queste  cifre  invece  di 
lettere  e  numeri  arabici  sono  adoperate  sole  lettere. 

Saggio  della  cifra 

Dispaccio  da  ) 

Londra  21  |   ....    «  et  SÌ  parla  di  guerra  più  che  mai 

aprile  1557  / 

ma     in    quest     e      ba      n      de      fi     n     qui 

e     vfC      e     ^    t"    1^     n^     O"    f    n""     ^     c^ 
più    so     no    le   pa  ro    le    che  li     e     flf      e 

tti   perchè    le    pre    pa    ra    ti    one    va   nn    o 

W      t^     €t    a*    ^    a?^  et  sarà  vero  ecc.  » 
molt     0     in    lo    n    go 

FRANCIA  *. 

I  dispacci  delle  sei  Ambasciate  veneziane  alla  corte  di 
Francia  dall'  anno  1554  al  1566  nei  quali  si  trovano  cifre 
ascendono  a  360,  cioè  : 

Dispacci  14  dell'Ambasciatore  Giovanni  Capello; 
»      5  del  suo  Segretario  Febo  Capella. 

Sopra  228  dispacci  dell'  Ambasciator  Giacomo  Soranzo 
169  sono  cifrati. 

Sopra  163  dispacci  dell' Ambasciator  Giovanni  Michiel  31 

sono  cifrati. 

Sopra  98  dispacci  dell' Ambasciator  Michiel  Surian  29 

sono  cifrati. 

*  11  dotto  fraocese  Armando  Cav.  Baschct  parla  intorno  questi  dispacci 
mancanti  della  deciferazione  a  carte  307  usque  313  del  suo  prcpriato  libro: 
Les  Archives  de  Venise  —  Histoire  de  la  Chancelìerie  scerete,  le  Sénat,  le  Ca- 
binet des  MinìstreSy  le  Conscil  des  Dix  et  les  Inquisiteurs  d'  étai.  dans  leurs 
rapjports  avec  la  France. 

Paris,  Henri  Plon,  imprimeur  —  éditeur  1870. 


L'Ambasciato!"  Marc' Antonio  Barbaro  ba  fornito  87  di- 
spacci cifrati. 

DeirAmbasciator  Giacomo  Surian  25  dispacci  sono  cifrati. 
N.  B.  La  tavola  in.  litografata,  offre  im  saggio  della  cifra  usata 

in  questi  dispacci. 

SPAGNA. 

\*  JQza  da  1.  giugno  1554  all'ultimo  febbraio  1555  m.  v. 
ambasciatori  Marc'AntonioDaMulaeFedericoBadoer,  dispacci 
95;  di  questi  81  con  cifre,  che  furono  tradotti  nell'anno  1871. 
A'".  B.  La  cifra  è  eguale  a  quella  dei  dispacci  di  Michiel  Surian 

ambasciatore  in  Inghilterra  di  cui  abbiamo  dato  un  sag- 
gio. Nella jK^iwV.  di  questi  dispacci  di  Spagna  (1563-1566) 

è  cambiata  la  cifra  di  cui  daremo  un  saggio  qui  appresso. 

IL^lza  da  1.  marzo  1556  a  28  febbraio  1557  m.  v.  amba- 
sciatori Federico  Badoer  e  Michiel  Surian.  Dispacci  102  dei 
(juali  80  con  cifre.  (In  parte  tradotti). 

lll.^fiha  di  Brusselles  da  1.  marzo  1558  a  10  agosto  1550 
da  Guant. 

Ambasciatori  Michiel  Surian  e  Paolo  Tiepolo,  dispacci  70 
in  quasi  tutti  si  trovano  cifre. 

I\'. sfilza  da  18  agosto  1559  a  23  febbraro  1562  m.  v. 

Ajnbasciatori  Paolo  Tiepolo  e  Giovanni  Soranzo. 

Dispacci  120,  piùdella  metà  in  cifra. 

\'.}U,  da  7  marzo  1563  a  20  febbraio  1566,  m.  v. 

Giovanni  Soranzo  ed  Antonio  Tiepolo. 

Dispacci  84,  più  della  metà  in  cifra. 

Saggio  della  cifra  campata  nei  dispacci  della  sfilza   V. 


Uadrid  8     , 

aprile  1566  i  si  faccia  A*     rf^  /"     o"     e'    f*^     r**     e*     r' 

AntoQìo  Tie-  \                 an    zi  SÌ     ere    de   che  alcun  a    de 

palo  ambasc.  ] 

flB  ft      ^B       qU  gì        (.77        gì      ^a      ^9      /M      gS 

Ile  co     se      gi  a    ordin    a     te     se     ra    ri 

/""  e'    r'*    /'»  r*    /'*  per  gli  avvisi  »  ecc.  .  . 

vo  ca    ta     pò  i    che 


-    316  — 

Questa  cifra  a  prima  vista  sembrerebbe  eguale  a  quella 
(lei  dispacci  d' Inghilterra  dell'  ambasciator  Giovanni  Michiel, 
essendo  formata  di  lettere  e  numeri  arabici  ;  ma  è  da  osservare 
che  i  numeri  esponenti  della  chiave  dei  dispacci  da  Londra  con 
dieci  lettere  dell'alfabeto,  vanno  dal  10  al  76,  onimessi  in 
ogni  decina  i  n,  3,  8,  9,  e  che  invece  nella  cifra  di  Spagna, 
di  cui  parliamo,  colle  stesse  lettere  dell'alfabeto  i  numeri  vanno 
dal  1  all' 82,  ommessi  i  numeri  10  11  12  14  15  16  17  20 
21  22  24  25  26  27  40  41  42  44  45  46  47  50  51  52  54 
55  56  57  60  61  62  64  65  66  67  70  71  72  74  75  76. 

COSTANTINOPOLI  ^ 

Pilza  I.  Dispacci  130,  quasi  tutti  in  cifra.  ' 

Del  bailo  Pietro  Zen  un  solo  dispaccio  colla  data  2  otto- 
bre 1527,  senza  cifra. 

Di  Alvise  Badoer  un  dispaccio,  6  ottobre  1540  senza  cifra. 

Di  Girolamo  Zane  un  dispaccio  4  dicem.  1541  senza  cifra. 

Di  Domenico  Trevisan  il  primo  dispaccio  del  6  ottobre 
1552  con  cifra;  il  secondo  pure  con  cifra  16  marzo  1554  e 
di  seguito  fino  al  19  febb.  1557  (ra.  v.)  ossia  1558,  dei  baili 
Antonio  Erizzo,  Alvise  Renicr  e  Antonio  Barbarigo. 

Filzu  IL  dal  6  marzo  1558  (Andrinopoli)  al  5  febb.  15G0 
m.  V.  baili  Agostino  Barbarigo,  Marin  di  Cavalli  e  Girolamo 
Ferro. 

Dispacci  90  quasi  tutti  in  cifra. 

Filza  III.  dal  3.  marzo  1561  al  17  febbraio  1562  (in.  v.) 
baili  Girolamo  P'erro,  Andrea  Dandolo  e  Daniel  Barbarigo. 

'  Come  abbiam  detto  i  segni  di  cifra  usati  in  questi  dispacci  sono  molto 
differenti  dagli  altri  adoperati  in  quelli  di  Inghilterra,  Francia  e  Spagna. 

Il  Cons.  dei  X  di  sovente  raccomandava,  che  pel  bailaggio  di  Costantino- 
poli fosse  usata  una  cifra,  anche  nell'apparenza  più  difficile;  e  fino  dall'anno 
1587.  26  agosto  (P.  S.  C.  X.)  disponeva  che  «  convenendosi  al  buon  servizio 
■>  delle  cose  nostre,  nelT  importantissimo  carico  del  Bailaggio  di  Co.stantino- 
•>  poli,  che  siano  usate  zifre  di  tal  qualità  che  siano  lontane  da  ogni  sospetto 
^  di  poter  divenir  comuni,  trovarsi  grandemente  a  proposito,  che  por  ogni 
»  caso  d'inquisizione  o  di  violenza,  che  fosse  fatta  da  Turchi  per  intendere  il 
V  contenuto  delle  zifre  nostre,  restasse  celata  sempre  la  vera  intelligenza. 

-  Se  ne  vegga  un  saggio  nella  tavola  W . 


Dispacci  97  in  più  di  due  terzi  dei  quali  si  trovano  cifre. 

Film  IV.  dal  1  marzo  1563  al  17  febbraio  1504;  baili 
Daniel  Barbarigo,  e  Vettor  Bragadin.  (La  cifra  di  quest"  ulti- 
mo è  eguale  a  quella  usata  da  Michiel  Sunan  in  Inghiltcrrra 
(1557-1558)  e  da  Marcantonio  Da-Mula  e  Federico  Badoer  in 
Spagna). 

Dispacci  89,  piii  della  metà  scritti  in  cifra. 

Per  maggior  intelligenza  del  saggio  di  cifra  (Tavola  IV) 
viene  qui  trascritto  il  periodo  intiero  del  dispaccio  7  giugno 
1554  nel  quale  sì  trova  la  cifra. 
«  Serenissimo  Principe, 

»  Questo  Magnifico  Governatore  ba  consegnato  in  pre- 
»  sentia  del  mio  segretario  al  scvivan,  et  chiecagia  de  Sa- 
»  label  la  borsa  con  li  doi  comandamenti  del  Ser.'""  Signore 
»  per  la  missione  de  qui  delle  robbe  et  bomeni  tolti  sopra  la 
»  nave  Barbara,  et  impostogli,  die  gli  debbi  presentar  ad  esso 
»  Salahei,  referendogli  a  bocca,  cbe  gli  babbi  ad  esseguire, 
»  perchè  cosi  è  l' intentione  dei  Ser.'""  Signore,  et  oltra  di  ciò 
»  ba  commesso  in  presentia  di  detto  scrivano  a  Cara  MustaSa 
»  rais  eletto  capo  delle  sopradette  cinque  galee,  destinate  per 
»  Barbaria,  che  debbi  sollecitar  V  esecutione  del  comandamento 
»  et  portar  la  risposta  di  esso,  commettendo  a  l'uno  et  l'al- 
»  tro  che  in  questo  suo  viaggio,  non  debbino  per  quanto  hanno 
»  cara  la  vita  loro  inferir  alcun  danno  alle  cose  della  Ser.' 
»  Vostra,  r  uno  et  V  altro  delli  qual  ordeni  gli  sopradetti  han- 
»  no  risposto,  che  eseguiranno  con  ogni  diligcntia;  (cifre):  la 
q%al  cmsiynatime  della  ditta  borsa  a  me  è  parso  di  teiiir  mezzo 
cwi  il  ditto  magnijìco  Governatore  che  sia /atta  nei  modo  che 
ho  ditto  di  sopra,  acciò  che  itavendo  questi  udito  le  parole  di  sva 
'magnificeniia  passino  rcferir  al  ditto  SalaÒeì  esser  necessario  die 
egli  obbedisca  a  ditti  comandamenti  et  appresso  mi  è  parso  di  far 
prometter  ai  ditto  Cara  Musta/à  che  secondo  la  risposta  che  egli 
»  riporterà  così  sarà  riconosciuto  di  dona  cortesia.  Il  comanda- 
))  mento  del  magnifico  governatore  ecc.  » 

T.a  cifra  dei  dispacci  di  Costantinopoli  si  può  annovorari' 
fra  \v.  cifre  di  segni.  La  cifra  di  soli  segni  o  figure,  è  la  piìi 


-  316  - 

difficile,  la  più  laboriosa  e  lunga  da  scrivere,  per  la  difficoltà 
di  avvezzar  la  mano  e  la  memoria  a  formar  segni  diversi  da 
quelli  ai  quali  siamo  abituati.  Le  cifre  costituite  di  iimmeri 
e  di  Utl^re  dell'  alfabeto  esigono  la  sola  fatica  della  memoria  ; 
ma  la  cifTa  di  segni  insoliti,  domanda  anche  la  flessibilità  e 
r  educazione  della  mano,  ad  un  lavoro  non  ordinario  La  cifra 
inoltre  di  soli  segni  non  ammette  che  sole  sillabe  isolate,  e 
la  significazione  di  alcuni  pochi  nomi  proprii;  onde  genera 
molta  lentezza,  occupa  il  maggior  spazio,  e  costringe  il  cifri- 
sta a  tener  di  continuo  sott'  occhio,  e  visitare  con  frequenza 
lo  Scontro.  Circostanze  tutte  molto  incomode  per  eseguire 
anche  la  traduzione. 

vn. 

Ultimo  metodo  di  cifra  sotto  la  Repubblica  Veneta  —  Cu- 
stodia della  cifra  e  luogo  in  cui  si  scriveva  —  Ultimi 
Cifristi 

La  cifra  coi  numeri  corsivi,  od  arabi,  alla  figura  dei  quali 
sono  già  assuefatti  rocchio  e  la  mano,  somministra  più  di  ogni 
altra,  abbondanza  di  modi  per  esprimere  con  prontezza  le  sil- 
labe, per  comporre  e  variare  tutte  le  parole,  per  chiudere  in 
uno  due  e  tre  numeri  un  nome  proprio,  por  occultare  il  princi- 
pio e  il  fine  di  ogni  periodo.  L'uso  pertanto  di  questa  fu  rico- 
nosciuto il  pili  sicuro  e  il  più  frequente,  per  la  facilità  di  pre- 
parare e  moltiplicare  a  così  dire  i  nascondigli  delle  parole,  e 
per  la  difficoltà  ad  altri  di  conoscerne  Tartificio. 

Alla  fine  del  secolo  XVII  veniva  usata  una  cifra  di  nu- 
meri a  tre  a  tre,  presentata  da  Ottaviano  Medici  e  da  Antonio 
Padavin.  Riveduta  dagli  Inquisitori  di  Stato  venne  approvata 
e  mandata  a  tutti  gli  Ambasciatori  e  Secretarj  residenti.  Que- 
sta cifra  contiene  i  due  principali  requisiti,  la  sicurezza  cioè 
e  la  facilità  delP  uso.  È  formata  tutta  di  numeri  i  quali  scri- 
vendosi con  pari  distanza  Tuno  dall'altro  e  con  stile  conti- 
nuato  e   unito,   impedisce   affatto  la  cognizione,  non  poten- 


dosi  sapere  se  siano  i  numeri  ad  uno,  a  due,  a  tre,  o  a  più  ; 
m  essi  siguificbino  una  parola  iutiera,  una  sillaba,  una  con- 
sonante, ovvero  un  semplice  numero.  L'alfabeto  è  variato 
in  tre  modi,  ed  è  composto  di  parole  iutiere,  di  sillabe,  conso- 
nanti e  numeri.  È  anche  alterata  rial  solito  ordine  delle  parole  ' 
così  per  l'aggiunta  di  molte  come  per  la  diversità  dell'ordine. 
Vi  sono  inserite  delle  nulle  o  superflue^  che  poste  nel  principio 
e  nel  fine  delle  linee,  tolgono  assolutamente  la  possibilità  di  con- 
ghietture  prossime  al  vero. 

l.a  detta  cifra  venne  consegnata  agli  Ambasciatori  e  re- 
sidenti di  Milano,  Torino,  Francia,  Inghilterra,  Haya,  Spagna, 
Miinster  ecc. 

Saggio  della  suddetta  cifra  tratto  dal  dispaccio  da  Miinster 
25  gennaro  1647  m.  v.  di  Alvise  Contarini  Cav.'  Amb.' 

«  Tutto  ciò  non  ostante  ho  travagliato  questi  giorni  per 
»  un  verso  et  per  l'altro  et  con  gli  Olandesi  '     1690  147 

SUPERFLUE         che 

331  lOI  316  230  335  432  109  31G  125  230  500  113 
se  be  n  la  Pranza  vi  e  n  al  la  pace  co 
241  230  102  330  125  438  110  316  413  96  .^^^  ^^ 
me  la  bi  sa  al  in  ca  n  to  kdllb.  ^ 
ben  la  Franza  vien  alla  pace  come  la  bissa  all'incanto),  Longa- 
»  villa  essibirà  domani  l'instrumento  intiero  della  pace  agli 
»  Olandesi  li  quali  all'  incontro  lianno  promesso  che  Spagnoli 
»  risponderanno  prontamente  a  tutti  gli  articoli,  »  ecc. 

Nei  secoli  XVII  e  XVIII,  e  principalmente  negli  ultimi 
anni  della  Repubblica,  l'uso  di  scrivere  in  cifra  sì  nei  dispacci 
che  nelle  risposte  ad  essi,  era  meno  frequente,  che  pei  tempi 
addietro.  In  qualche  circostanza  straordinaria  veniva  piìi  spesso 
scritto  in  cifra.  Nel  dispaccio  da  Praga  13  marzo  1617  Gior- 
gio Giuatiniau  '  così  scrive:  «  Uso  la  zifra  più  dell'ordinario, 
»  perchè  trovandosi  questo  Arciduca  qui,  non  saria  gran  cosa 
»  nelle  mie  lettere  di  qualche  trabalzo  ». 

<  Si  niliiile  bI  sistema  del  DÌEÌonarÌo  di  cui  abbiamo  data  la  ropia. 
1  81  noti  (!he  tutti  I  oDnieri  sono  scritti   di  aerilo  aeunk  ftlaun  apaxi» 
fra  l'uno  e  l'altro. 

'  FilM  N.  58  DlBirficci  Germania. 


-  820  - 

I  Segretari  cifristi  scrivevano  le  cifre  e  le  traduoevano, 
in  una  stanza  del  palazzo  Ducale  sopra  la  Secreta,  e  se  dove- 
vano lavorare  di  notte,  i  Deputati  alla  cifra  dovevano  stare 
nell' anti-segreta ,  sempre  a  porte  chiuse. 

Riguardo  alle  traduzioni  era  avvertito  e  ripetuto  negli 
ultimi  anni,  di  non  porle  mai  sopra  le  righe  della  cifra  *,  né 
sopra  la  carta  medesima  in  cui  era  scritta;  e  negli  ultimi 
tempi  i  fogli  originali  contenenti  la  cifra^  dopo  eseguita  la  tra- 
duzione, venivano  lacerati  e  bruciati  ^. 

Quando  capitavano  da  qualunque  luogo  dispacci  in  cifra 
questi  venivano  immediatamente  tradotti,  e  durante  le  decife- 
razioni  non  era  permesso  l'ingresso  nel  locale  in  cui  stava  il 
decifratore,  neppure  a  quelli  che  entravano  in  Senato  ;  quando 
poi  avevano  finita  la  traduzione,  i  Cifristi  la  portavano  subito 
alla  Signoria  o  ai  Savj  del  Collegio,  perchè  fossero  letti  corren- 
temente i  dispacci  al  Collegio  medesimo. 

Le  risposte  che  dal  Senato  o  dai  Capi  del  Consiglio  dei  X 
0  dal  Consiglio  medesimo  venivano  date  agli  Ambasciatori  e  ad 
altri  rappresentanti  da  terra  e  da  mare,  se  per  la  loro  impor- 
tanza 0  secretezza  erano  da  scriversi  in  cifra^  lo  si  indicava 
nel  margine  del  foglio  dove  era  scritta  in  minuta  la  lettera  re- 
sponsiva, col  motto  «  in  zifra  » ,  con  che  il  documento  veniva 
0  in  una  parte,  che  era  contrassegnata,  o  per  intiero,  esteso 
in  cifra  dai  Deputati  a  quest'  ufficio. 

Tale  importante  e  gelosa  materia  era  affidata  alla  cura 
e  alla  vigilanza  degli  Inquisitori  di  Stato,  ai  quali  doveva  ogni 
due  mesi  almeno  il  Magnifico  Cancellier  grande  riferire  come 
essa  procedeva.  Gli  Inquisitori  custodivano  nel  loro  Archivio 
tutte  le  carte  risguardanti  le  cifre  ^. 

'  Quest'ordine  non  era  talvolta  strettamente  osservato;  trovansi  nei  di- 
spacci alcune  volte  sopra  le  righe  della  cifra  posta  la  traduzione. 

-  In  molte  filze  di  dispacci  degli  ultimi  anni  della  Repubblica  di  diverse 
ambascierie  si  riscontra  la  esistenza  della  sola  traduzione  in  luogo  dei  fogli 
di  cifra.  Molti  di  questi  fogli  furono  trovati  confusi  colle  chiavi  e  con  earte 
relative  alle  cifre. 

•'  In  un  registro  alfabetato  appartenente  air  Archivio  dogli  Inquisitori  di 
Stato  dove  sono  inventariate  le  varie  serie  di  carte  di  quel  Tribunale  si  legge: 
Armare  settimo. 
Zifre  moltissime  e  affatto  diverse,  e  istruzioni  per  scriverle  e  tradurle. 


I  Cifristi  della  Repubblica  nell'  ultimo  decennio  furono  : 

Filippo  Giblanzoni. 

Domenico  Càlliari  Fantinelli  (destinato  cifrista  in  aspet- 
tativa culla  parte  11  dicembre  1788  degli  Inquisi- 
tori di  Stato)  '. 

Antonio  Santobio. 

Antonio  Pebazzo. 

Francesco  Alberti. 

Rocco  Sanfrhmo,  Cifrista  sopranumerario. 

Giovanni  Dolfin  '. 

Tutti  avevano  il  salario  di  Ducati  12  v.  e.  al  mese  che 
veniva  loro  pagato  di  semestre  iu  semestre. 


VIU. 
Come  fu  osservata  da  alcuni  la  secretezza  della  cifra. 

Se  il  Consiglio  dei  X  con  decreto  27  settembre  1577 
rifiguardò  le  éfre  come  materia  impoHantissìma  di  Stato,  e  ne 
ordinò  di  sovente  la  più  gelosa  e  secreta  custodia,  trovò  pure 
chi  ne  comprese  tutta  la  gravità,  e  curò  la  più  stretta  osser- 
vanza dei  suoi  ordini. 

Come  accennò  il  Cicogna^  nelle  sue  Iscrizioni  Veneziane 
(Voi.  VI,  pag.  382)  abbiamo  molti  esempii  di  segretarii  fodelis- 
sipii  i  quali  in  qualche  critica  circostanza  saltarono  la  zifra: 
p,  e.  nel  1521  Girolamo  Alberti  segretario  di  Andrea  Grìtti 
essendo  stato  fatto  prigioniero  del  Marchese  di  Mantova  «  biitsò 
svèito  lettere,  registri  et  zi/re  »  (Sanuto  Diarii,  T.  32,  p.  117). 
Del  152G  «  Piero  de  Franceschi  q.""  Bortolo  secretarlo  a  Roma 
al  tempo  del  sacco  fra  tanti  pericoli  preservò  la  publica  ni/era. 
Del  1630  Marcantonio  Busenello  residente  della  Repubblica  iu 
Mantova  svaleggiato  o  trattenuto  prigione  dalli  Alemanni,  con 
denti  mangiò  la  pubblica  zifera  acciò  non  fosse  ritrovata  da  ne- 

'  Registro  Annolaiioni  1785  —  1793. 

^  Ultimo  decreto  di  nomina  di  cifrista  1796       15  ottobre.  Vedi  ultima  re- 
ginKto  AHnvtaiiont  C.   102  tergo, 


mici  »  L^aimo  ayanti,  cioè  nel  1629,  Girolamo 
rio,  essendo  stato  inYiato  con  dispacci  di  segato  a  Gnobutt  Sor 
raiuBO  straordinado  ambasciatore  al  Be  di  Fraxusia  4e  tenendo  Im 
via  del  mare  e  passando  appresso  Monaco  di  Genova,  fa  /da 
mia  galea  di  quel  principe  fermata  la  sna  felacca  et  ^U  trat- 
tenuto e  condotto  al  Marchese  di  Castagneda  ambiscsiador  4i 
Spagna  in  Genova;  ma  conosduto  il  soggetto  ministro  deÓt 
Repubblica,  lo  rispettomo,  e  riveriti  i  dispacci  lo  rilamioma 
libero,  havendo  egli  ad  ogni  buon  fine  e  con  la  solita  sua  pra- 
denra,  lacerata  prima  la  cifra,  e  poi  gettata  in  mare  »,  Martin 
nioni,  lib.  XIII,  p.  668). 

IX. 

Trattati  sulle  dfre,  stampati  e  manoscrltli 

* 

Possediamo  parecchi  trattati  stampati  e  manoscritti  sulla 
scrittura  per  mezzo  dì  cifre. 

Ne  citeremo  i  principali. 
•   Il  celebre  abate  Tritemio  ^  il  quale  scriveva  nel  secolo  XV, 
se  ne  occupò  nella  sua  i^^y^n^pAtiff,  hi  quale  ebbe  parecchie  edi- 
zioni; e  propose  varii  modi  di  scrivere  con  cifre  nel  suo  brattato 
di  stmografia^  più  volte  ristampato. 

Si  attribuisce  al  Duca  di  Brunswich  un  libro  raro  sullo 
stesso  argomento,  intitolato  :  Chustaoi  Seleni  enodatio  stenoffra- 
phitB  J.  Trithemi  1624  in  foglio. 

Citeremo  pure  il  libro  di  G,  B.  Porta  '  stampato  a  Napoli 
nel  1563  col  titolo  :  Defurtivis  litterarum  Notis  vulgo  de  ziferis 
f  libri  IV J  nel  quale  Tautore  napoletano  somministra  più  di  120 
modi  onde  nascondere  il  proprio  pensiero  nella  scrittura»  Questo 
libro  fu  ristampato  in  Strasburgo  nel  1626  col  titolo  :  De  occul- 
tis  liUerarum  notis. 

Il  trattato  delle  cifre,  ossia  secreti  modi  di  scrivere  per 
Biagio  di  Vigenère  *  1586  in  4.  «  La  criptografia  racchiudente 

*  È  il  primo  autore  che  abbia  trattato  ex  professo  e  particolarmente  del- 
l'arte  di  scrivere  in  cifra.  Morì  nel  1516. 

*  PosseduU)  dair  Archivio  Generale  dì  Venezia. 
3  Morto  nell'anno  1596. 


la  maniera  di  scrivere  secretam&nte  per  G.  R.  dn  Carici,  1644, 
in  12. 

L'interpretazione  delie  cifre  tratta  daWitaHano  di  A.  M. 
Cospi,  dal  padre  Nicéron  in  8. 

Opus  notìimi,  praefeclis  arcìum,  Imperatoribtis  exercituum, 
earploratoriòus,  palriae  defetisorièiis,Pereffrinis,  Mercatoribìis,  mi- 
HUhus,  Architectis,  ac  omnis  industrizie,  et  Htteratvrae  studiosis, 
Pritiàpibus  numme  ìitih'ssimum  prò  ctplmris  lingua  latina,  Greca, 
Italica  et  quavis  alia  multiformiter  descriòentiòus  interpretan- 
disqw.  Impressuiu  Rumae  Anno  MDXXVI  in  8.,  carte  44  '. 

Trattato  (ms.)  delle  cifre  diviso  in  otto  (sic)  libri  di  Ago- 
stino Amadi.  Secolo  XVI  '. 

11  seguente  decreto  dà  una  esatta  descrizione  del  libro  del- 
l'Amadi, 

1588  10  marzo  in  C.  X. 

«  Li  sette  volumi  del  fedelissimo  cittadin  missier  Agostin 
'>  Amadi  mancato  ultimamente  di  vita,  che  insegnano  il  scriver 
»  in  zifre  semplici,  doppie  et  di  piìi  alfabetti  et  Parte  di  cavar  le 
'■>  zifre  aliene  senza  scontro,  tanto  de  nostra  lingua  quanto  de 
«  straniera  con  regole  così  belle,  ctiare  et  reali  cbe  se  può 
i>  esser  sicuri  che  ognuno  cbe  con  qualche  diligenza  si  eser- 
»  citerà  anco  per  breve  tempo  farà  certo  profitto,  oltre  il  modo 
"  di  far  saper  i  suoi  pensieri  secretamente  in  diverse  maniere 

<  PoBseduto  dall' AichìTÌo  generale, 

^  li  CicopnB  ne!  Voi.  VI,  pag.  382  delle  lacrinioni  Veneziane  dice  :  >■  Biasoi- 
foat)  inutili  te  indagini  da  me  rutle  per  rìa-venire  lale  Opera  nell'Archivio 
i^enerale.  Che  ci  fOBse  non  c'è  dubbio,  trovandosi  indicata  in  un  Bleoco  ili 
Codici  dell'Archivio  copiato  dal  Bossi  nel  volume  XII  de' documenti  alla  sua 
opera  inedita  sui  eoitumi  e  svile  >egg{  de'Veneiiani  a  p.  34*7  wwl:  «  Tarli 
trattati  e<d  esemplati  differenti  di  rifre  d!  Agostino  Amadi  1588  In  4.°  coperto 
di  inatochiu.  Di  più:  Nella  nuova  serie  de' codici  mandati  a  VìeuDa  dalla  Di- 
reifone  delia  Biblioteca  di  Brera  il  22  febbr^o  1842  insorita  a  pag.  471  del 
Voi.  Y  dell'Archivio  storico  Italiano  iFirenw  18431  si  legge  a  pag.  474.  Co- 
dice 313:  Tratlnti  varii  tulio  lerivin  in  cifra  di  Agostino  Amadi,  membra- 
naceo del  secolo  XIV  (recte  XVI)  ain  verso  U  fine,  dove  la  carta  è  ordinaria 
legalo  in  pelle  rossa  eoo  fregi  In  oro.  •> 

Qu<^Bla  opera  pre^vole  e  curiosa  era  a  Vienna  e  fu  restituita  all'Aichì- 
vio  di  Veuetia  nell'anno  1868  dal  Governo  Austriaco  con  altr«  carte  e  scontri 
di  cilire. 


Tassìourar  et  fortificar  lo  zifi-e  in  modo  chS^ 
»  esser  intese,  li  modi  di  scriver  zifre  invisibili,  non  suspette,  I 
»  vivificar  lettere  caduche  et  altri  secreti  di  momento,  conte-  ' 
»  nuti  in  detti  volumi  et  espresse  nelle  informationi  che  hanno  i 
»  sopra  essi  di  ordine  delli  Capi  dato  li  circ.  et  fedeli  secr. 
»  Milledonne  di  questo  Cons.  e  Viaaello  del  Senato  hora  lette, 
»  sono  di  tanta  importanza  et  così  singolari  che  non  è  bene  per 
»  servizio  del  stato  nostro,  lassar  che  stando  in  casa  de  par- 
»  ticolari  pOEsino  passar  in  altra   mano  anco   estera  ;   ricom- 
»  pensando  però  secondo  il  solito  della  MuniC  della  S.  N.  li 
»  figlioli  di  così  benemerito  cittadin  nostro  rimasti  in  estrema 
»  povertà»  ecc.  (viene  decretato  che  due  tìgli  dell' Amadi  rag- 
giunta l'età  prescritta  entrino  in  Cancelleria  e  sieno  loro  con- 
cessi in  vita  ducati  10  al  mese). 

Di  Pietro  Partenio  si  conserva  in  questo  Archivio  un  esteso 
trattato  ms.  relativo  a  varie  cifre,  offerto  alla  Repubblica  in  , 
principio  del  secolo  XVI.  * 

Dello  scrivere  in  ci/ra.  Trattato  di  Crio.  Nicolò  Doglitmi, 
(Col  decreto  20  settembre  1621  venne  accettata  la  suddetta 
opera  ms.  di  carte  78  con  tavole,  e  carte  9  fra  la  dedica  al 
doge  di  Venezia,  e  l' indice  dei  capìtoli  contenati  nell^opera). 

Gìo.  Dotfin  amh.  in  Germania  col  suo  dispaccio  datato  da 
Praga  10  dicembre  1591  diretto  al  Senato,  rimette  una  lettera 
di  certo  Abraham.  Cohnà  Ferrarese  provigionato  dall'  impera- 
tore, colla  quale  domandaya  un  privilegio  che  per  25  anni  non 
si  potesse  stampare  né  vendere  negli  Stati  della  Repubblica 
Veneta  un  Ihrattato  pertinente  allo  scrivere  oscuro  sotto  il  tìtolo 
di  Scotogn^hia  in  cui  erano  ideati  «  alcuni  nuovi  e  fecili 
»  modi  che  potessero  servire  universalmente  in  ogni  lingua 
»  senza  temer  che  gli  altri  che  se  ne  facessero  esperti,  ancor- 


'  Pietn  Partenio  era  an  valente  cifrìste.  Nelle  memorie  de'Clttadini  Ve- 
neti ove  parlasi  delle  leggi  sulle  cifre  de' Segretari!  si  ba:  Ottaviano  Medici 
/u  aUteato  nel  difficile  studio  delle  zi/ere  da  Pietro  Partenio  di  grido  cele- 
bre, onde  ne  inventò  e  ne  scoprì,  penetrando  eeoreti  di  principi.  Col  decreto 
1605,  30  gennaro  m.  v.  fli  permesso  allo  stesso  Partenio  di  insegnar  le  sue  inven- 
lioiii  nella  cifra  a  Qio.  Francesco  Pinardi  Nodaro  ordinario  della  CanoeUeria. 


»  elle  periti  in  ogni  -soi-tc  di  cifra,  possano  fiioi-  che  con  la  cor- 
»  rispontleiite  intelligenza  in  alcun  modo  mai  spiegare  quello 
»  che  con  tal  mezzo  sarà  scritto  » 

Opere  moderne. 

«.  La  Cryptographie  dévoilée  cu  art  de  traduire  ou  de  dé- 
»  chiffrer  toutes  les  écritures  ea  quelque  caractèro  et  en  quel- 
»  que  langue  que  ce  soÌt  quoiqu'  on  ne  connaisse  ni  ce  cara- 
»  etère  ni  cette  langue  applique  aux  langues  francaise,  alle- 
»  mando,  angìaise,  latine,  italìenne,  espagnole,  suivi  d'un  pré- 
»  cis  analytique  des  langucs  écrites  an  moyen  duquel  on  peut 
»  lc8  traduire  sans  on  avoir  aucune  connaiesance  préalable; 
»  par  C.  F.   Vesin  de  Romanini. 

Paris  1857,  un  voL  in  8.  di  carte  259. 

La  crj'ptographie  ou  V  art  d' ecrire  en  chifFres.  Paris,  De- 
lahays,  1858. 

Un  volumetto  in  39."  di  carte  251. 


Persone  che  si  occuparono  dì  cifre  nel  presente  secolo. 

Da  quanto  sappiamo  nessun  nostro  contemporaneo  si  oc- 
cupò della  materia  delle  cifro  se  non  come  ricorda  il  Cicogna 
a  pag.  583  del  Voi.  VI  dello  Inscrizioni  Venerane  *  un  illustro 
patrizio  veneziano  Ìl  conte  Domenico  Morosini  già  podestà  di 
Venezia  il  quale  diedo  alle  stampe  1'  operetta  : 

«  Lettere  del  conte  Domenico  Mcrrosini  Noè.  Vene:iano  al 
signor  Abate  Francesco  CoTiceUien  di  Roma  e  di  questo  a  qveUo^ 
intomo  ad  alcune  cifre  spettanti  all'  accadeinia  di  Lincei.  Ve- 
nezia, Picotti  1829.  »  Egli  infatti,  mercè  la  prontezza  dell'in- 
gegno e  la  pratica  noli'  arte  di  leggere  le  cifre,  giunse  a  ri- 

'  Aor^he  il  Co.  Girolamo  Dandolo  nella  sua  pregi&ta  opera  La  caduta 
dilla  Repubblica  di  Teitetia  ed  i  suoi  ultimi  cinquanta  anni  (Veneiia,  Na- 
ratovicb  18^)  ricorda  il  Uoroslni  Domenico  (pag.  159  del  Voi.  I). 


levare  il  seneo  loro  o  ne  mandava  al  Cancellieri  la  spiega- 
zione. Ma,  cosa  sorprendente,  il  MorOBini  non  giunse  mai  a 
saper  interpretare  i  dispacci  dei  veneti  ambasciatori  scrìtti 
nella  cifra,  di  cui  parliamo,  ritenendoli,  come  più  fiate  a  me  di- 
ceva, ÌTiespliraÒili.  Ma  l' altro  eultissimo  sig.  Domenico  Tessari 
già  segretario  della  Delegazione  provinciale  di  Belluno,  vi  riu- 
scì. In  effetto,  avendogli  fino  dal  1835- 1836  Giacomo  Capi- 
tanio,già  vicedelegato,  spediti  varii  dispacci  originali  renen'aw 
scritti  in  cifra  del  1630  in  data  2-11-15-23-30  marzo  e  18 
maggio,  16  e  18  novembre,  diretti  agli  ambasciatori  in  Fran- 
cia Alvise Contarini,  Girolamo  Soranzo,  Giorgio  Giorgi,  pregan- 
do il  Tessari  di  decifrarli,  questi  studiò  in  modo  la  cifra  che 
giunse  a  tradurla,  come  dalle  lettere  di  esso  al  Capitanio  1835- 
1836-1837  esistenti  nella  raccolta  mss.  di  quest'ultimo,  passata 
poscia  alla  Biblioteca  della  R.  Città  di  Treviso.  Anzi  nella  let- 
tera 11  agosto  1835  il  Ttìssari  soggiunse  al  Capitanio  ^  Ella 
»  vedrebbe  allora  una  curiosa  invenzione  degli  antichi  veneti, 
»  una  cifra  diplomatica  ben  più  ingegnosa  di  quella  de' Lincei 
»  tradotta  dal  conte  Morosini,  una  chiave  nuova  e  sorprendente, 
»  a  dir  vero ,  e  che  io  mi  chiamo  assai  contento  di  avere 
»  scoperto.  Aggiungerò  la  chiave  perfetta  e  la  tradnziODe.  » 
Della  valentìa  del  Tessari,  nello  interpretare  le  cifre  parlò  a 
lungo  il  conte  Gio.  Francesco  Ferrari  Moreni  in  una  sua  ijtó- 
tem  ai  Conte  M<mo  Dottore  Vàldrighd^  intorno  all'arte  d'inter- 
pretare fe  cifre  (Modena  tip.  Camerale  1832,  8.').  Ma  in  quel 
libretto  non  v'ha  nulla  della  cifra  diplomatico- veneta,  la  quale, 
come  vedesi  dalle  date,  fa  dal  Tessari  posteriormente  studiata 
e  scoperta.  » 

n  Sig.  cav.  ab.  Pietro  GabòrielU^  ufficiale  nel  R.  Archi- 
vio di  Stato  in  Firenze,  come  leggesi  nell'  Archivio  storico 
lùtUavu)  [Serie  Terza,  T.  XIV;  Firenze,  tipograjia  Galileiana 
1811)  incominciò  a  studiare  quasi  genialmente  sulle  cifre 
d^li  ambasciatori  toscani.  Sono  già  oltre  le  milletrecento  le 
cifre  di  cui  il  Gabbrielli  ha  trovato  la  chiave,  percorrendo  da 
quasi  tre  mila  filze  degli  archivi  della  Repubblica  Fiorentina, 
e  del  Principato  mediceo  dal  secolo  XV  al  XVII,  precisamente 


-  327  - 

dal  1414-1730.  —  Ben  tredici  grosse  filze  di  queste  chiavi 
ha  fatto  fin  qui  il  Gabbrielli,  per  milletrecentoundici  scrittori 
diversi,  e  circa  un  terzo  di  esse,  cioè  quattrocento,  furono 
trovate  dal  primo  all^  ultimo  elemento  e  senza  soccorso  di 
sorta. 


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VII. 


FONTI  PER  LA  STORIA 


DELLE  PROVINCIE  DELL'  EX  STATO  VENETO. 


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SULLE  FONTI  PER  LA  STORIA 

DELLE  PROVINCIE  DELL'  EX  STATO  VENETO. 
IH   GENERALE. 


Quali  tesori  per  la  storia  patria  si  serbino  negli  Archivi 
dell'antica  Repubblica  di  Venezia,  è  noto  a  tutte  le  nazioni 
civili,  e  per  la  grande  fama  che  essi  hanno,  e  pel  largo  uso 
che  ne  hanno  fatto  i  dotti  nazionali  e  stranieri.  Fra  i  quali  ul- 
timi basterà  ricordare  i  nomi  dei  Ranke,  degli  Arncth,  dei  Ga- 
chard,  Baschct,  Mas-Latrie,  Brovra,  Cérésole,  perchè  ricorra  alla 
mente  una  serie  di  libri  che  nel  recar  nuova  luce  alla  storia, 
illuetrarono  anche  i  nostri  archivi. 

Tuttavia  essendo  invitati  a  far  conoscere  quali  sicno  le 
fonti  pili  ricche  di  pregevoli  documenti,  con  riguardo  speciale 
alla  storia  delle  provincie  e  dei  terrìtorii  che  formavano  parte 
dell'ex-Stato  Veneto,  diremo  che  alle  collezioni  dei  Patti,  dei 
Commemoriali,  delle  diverse  serie  degli  atti  diplomatici,  dei 
MisH  e  dei  Secreti  del  Senato,  poi  delle  deliberazioni  del  Senato 
Rettori,  devesi  far  ricorso  nelle  ricerche  di  scritture  che  abbiano 
interesse  politico.  Alle^rft"  del  Maggior  Consiglio  e  del  Senato 
Terra  e  Mar,  per  quelle  che  risguardano  l'amministrazione  ge- 
nerale ;  per  la  politica  più  secreta,  e  di  preferenza  per  l'alta 
polizia,  ai  Misti,  e  ai  Secreti  del  Consiglio  dei  Dieci,  e  in  via 
subalterna  ai  Comuni  ed  ai  Crtminah',  per  gli  affari  compresi 
nello  stesso  titolo  delle  due  serie.  Le  lettere  dei  Capi  del  Con- 


—  833  - 

siglio  dei  Dieci  ordinarie  e  secrete^  quelle  del  Collegio  scerete^ 
sono  altre  fonti  della  storia  politica  ;  mentre  le  lettere  del  Col- 
legio comtmi^  le  suppliche  ad  esso  presentate,  toccano  più  di 
frequente  casi  di  grazie,  privilegi  e  di  aflfari  contenziosi 

Le  serie  cronologiche  dei  diversi  rettori,  si  formano  colle 
note  contemporanee  nei  registri  del  Secretario  alle  voci. 

Le  effemeridi  amministrative  di  minor  importanza  sì  tro- 
vano nelle  lettere  dirette  dai  rettori  al  Senato,  e  i  £sttti  più  note- 
voli accaduti  nel  loro  reggimento,  sono  raccolti  nelle  relazioni 
da  essi  presentate  al  Collegio,  alla  fine  della  carica.  A  que- 
ste stanno  spesso  uniti  alcuni  dati  statistici.  Meriterebbero  di 
esser  conosciute,  ma  forse  non  varrebbe  la  pena  di  pubblicarle 
per  esteso,  perchè  sono  parolaie  e  di  poca  sostanza. 

Le  vertenze  conjlnarie^  nell'archivio  della  Camera  dei  Con- 
fini ;  gli  afiari  di  beni  commudi  e  beni  inculti,  negli  archivi  ri- 
spettivi ;  disegni  e  scritture  relative  ad  alcimi  fiumi,  nell'archi- 
vio dei  savii  ed  esecutori  alle  acque. 

Dei  rettori  manca  il  carteggio  più  antico  ;  e  sono  perciò  di 
qualche  pregio  poche  lettere  che  se  ne  conservano,  del  sec.  XIV. 

Gli  archivi  speciali  a  ciascuno  restarono  in  parte  nelle 
città  ;  e  nei  Comuni  quelli  dei  rappresentanti  subalterni  da  loro 
nominati.  Fa  eccezione  rarchivio  del  Duca  e  del  reggimento 
di  Candia,  assai  incompleto,  qui  trasferito  quando  quel  regno 
fu  abbandonato  dai  Veneziani.  Esso  non  ha  Fimportanza  che  gli 
si  è  attribuita  ;  piuttosto  sono  interessanti  le  lettere  dei  rettori 
durante  il  lunghissimo  assedio. 

Dallo  studio  di  queste  fonti  non  è  da  credere  che  possano  ve- 
nire in  luce  fatti  nuovi  ;  ma  bensì  nuovi  particolari,  anzi  i  dotta- 
gli più  minuti,  specialmente  sulla  vera  tempra  degli  uomini 
e  sul  carattere  regionale  delle  diverse  genti  italiane,  nel  cui 
giudizio  i  veneziani,  "  dotati  d'un  senso  pratico  finissimo,  erano 
maestri. 

E  naturale  che  accenni  a  diversi  paesi,  che  ora  diciamo 
del  Veneto^  della  Lombardia^  del  Levante,  di  Oltremai^,  della 
Dalmazia^  à(^VIstna  e  del  Trentino^  si  trovino  in  quasi  tutti 
gli  archivi,  per  motivi  di  amministrazione.  Ma  i  materiali  che 


—  833  — 

vi  si  potrebbero  raccogliere  servirebbero  di  rado  alla  storia 
propriamente  detta.  Se  ne  possono  giovare  gli  eruditi  per 
qualche  episodio  storico,  o  per  la  storia  delle  instituzioni 
medio  evali. 

Chi  si  accinge  a  studiare  negli  Archivi  veneti,  non  isperi 
di  trovarvi  documenti  di  grande  antichità  ;  in  cambio,  giunto 
a  tempi  meno  remoti,  troverà  materiali  copiosissimi.  Per  ogni 
soggetto  isterico,  d'importanza  anche  secondaria,  si  può  metter 
assieme  tal  cumulo  di  documenti  da  renderne  difficile  la  illu- 
strazione; poiché  nella  immensa  copia  è  facile  divagare,  e 
render  impossibile,  nonché  un'opera,  un  libro  di  modeste  pro- 
porzioni. 

Negli  archivi  dei  Governi  rade  volte  si  trovano  scritture 
propriamente  scientifiche;  né  i  minuti  particolari  della  cronaca 
locale  dei  paesi  sudditi.  Il  Governo  é  disciplina  anche  della 
scienza,  non  è  una  instituzione  di  scienza  o  di  lettere. 

A  mostrare  la  specie  e  la  ricchezza  delle  fonti  per  la  storia 
delle  città  e  dei  luoghi,  che  furono  compresi  nel  dominio  della 
Repubblica  Veneta,  facciamo  qui  luogo  a  due  illustrazioni, 
prendendo  anche  occasione  dal  fatto  onorevolissimo  che  il  Mvr- 
nicipio  di  Trento  e  la  Giunta  Provinciale  delF Istria  volevano  che 
fossero  raccolti  negli  archivi  di  Venezia  tutti  i  documenti  ri- 
sguardanti  la  loro  storia,  esempio  che,  imitato  o  preceduto  da 
quello  dei  Comuni  di  Bergamo  e  Verona,  e  da  alcuni  Municipi 
della  Sicilia  e  del  Napoletano,  speriamo  porterà  frutto  anche 
per  gli  altri  del  Veneto,  e  delle  provincie  Lombarde. 


n. 


FONTI  PER  LA  STORIA  DELL'ISTRIA 

NEGLI  ARCHIVII  DI  VENEZIA, 

-       • 

mi  T— §■•  urcuja 


Le  rdaiioni  tra  la  Venezia  e  Tlstrìa  sotia  antìduni- 
ma  —  La  storia  deU^Istria  sì  confixQde  con  quella  ddk  Ve- 
nezia in  modo  che  non  sarebbe  possibile  di  separarne  i  èxh 
cumenti  —  Non  t'  ha  archivio  veneto  antico,  concentrato  in 
questo  Archivio  generale,  nel  quale  non  sMncontrino  di^load, 
documenti,  o  notizie  che  riguardino  Plstria,  come  noti  vita  di- 
ploma 0  documento  istriano,  che  non  si  riferisca,  più  o  mem^ 
anche  alla  Venezia.  Quindi  lo  studio  delle  cose  istriane  nell^  Ar- 
chivio veneto  interessa  alla  Venezia  non  meno  che  airistria, 
ossia  non  è  a  riguardarsi  come  interesse  separato  ed  estraneo,  ma 
è  veramente  interesse  nazionale,  storico,  statistico,  etnografico, 
economico;  è  interesse  delle  scienze  storico-politiche  in  generale. 

La  storia  delFIstria  è  stata  studiata  finora,  o  a  troppo  lar- 
ghi tratti,  0,  per  certi  periodi,  in  troppo  minuti  particolari, 
mentre  altri  periodi  rimasero  quasi  inesplorati.  Con  uno  studio 
attento  e  paziente  in  questo  Archivio  si  potrebbero  riempire 
molte  lacune,  e  dar  migliore  proporzione  ad  alcune  parti. 

La  Venezia  e  l'Istria  sotto  Tantico  impero  romano  furono 
Provincie  abbinate,  ed  ebbero  lungamente  Presidi  e  Correttori 
comuni. 

La  tempesta  delle  scorribande  barbariche  non  le  disgiunse. 
Sotto  la  breve  signoria  dei  Goti,  che  in  Istria  durò  soltanto 


dal  489  al  539,  le  storie  ce  le  mostrano  ancora  in  istretta 
relazione  tra  loro.  Di  ciò  fanno  fede  le  lettere  di  Cassiodoro, 
Prefetto  del  Pretorio  di  Re  Vitige,  ai  Provinciali  dell'Istria  e 
ai  Tribuni  marittimi  della  Venezia  (538). 

Riconquistata  Tlstria  da  Belisario  per  conto  di  Giustiniano 
(539),  essa  fu  poi  di  nuovo  congiunta  alla  Venezia  marittima, 
e  vi  stette  ben  a  lungo. 

I  Longobardi,  che  occuparono  stabilmente  tanta  parte 
d'Italia,  non  ebbero  l'Istria  che  assai  tardi  (753)  e  non  l'ebbero 
tutta;  perciò  non  furono  in  tempo  di  innovare  là  come  altrove, 
ma  abbastanza  in  tempo  di  sconvolgere. 

I  documenti  più  antichi  di  questo  Archivio  li  accusano  di 
aver  sconvolto  le  cose  di  chiesa. 

A  questo  punto  incominciano  i  documenti  veneti  che  ri- 
guardano l'Istria. 

I  più  antichi  sono  riuniti  nel  famoso  Codice  trbvisaneo 
del  quale,  secondo  ogni  apparenza,  l' Archivio  possiede  l'esem- 
plare primitivo  che  appartenne  alla  preziosa  collezione  del  nobil 
«omo  Bernardo  Trevisao. 

E  un  codice  cartaceo,  in  fogli  di  centimetri  33  sopra  22, 
intonso,  di  oltre  400  carte  non  tutte  scritte,  e  contiene  280 
diplomi  d'  argomenti  svariati,  disposti  in  ordine  cronologico, 
non  rigoroso,  dal  (530  al  1395.  —  È  copia  della  fine  del  secolo 
XV  0  del  principio  del  XVI,  tutta  d'una  mano,  di  carattere 
fitto,  con  poco  margine,  abbastanza  leggibile,  e  corretta,  anzi 
più  che  qualche  copia  posteriore  esistente  altrove. 

Ai  dotti  di  tutte  le  nazioni  è  notissimo.  Dei  nostri  vi  at- 
tinsero largamente  l'Ughelli,  il  Muratori,  il  Fantuzzi,  il  De 
Rubeis,  il  Bini,  lo  Zanetti,  il  Carli,  il  Marin,  il  Romanin,  il 
Cappelletti,  il  Kandler  ed  altri,  come  vi  attinsero  Du  Mont, 
Btìhmer,  Lebret,  Tafel  e  Thomas,  Lunig,  Hormayr  ed  altri  dotti 
stranieri.  NuUostante  è  un  campo  così  ricco  e  fecondo,  che 
restano  ancora  alcune  parti  intatte,  e  nelle  parti  già  corse  c'è 
tuttora  da  mietere.  E  in  queste  ed  in  quelle  poi  la  critica  sto- 
■       rica  ha  copiosa  materia  d'esercitarsi. 


I  diplomi  nei  quali  è  parola,  piii  o  meno,  delllstria  sono 
57,  e  l'Archivio  ne  possedè  speciale  regesto.  Sono  bolle  e  brevi 
pontifici,  privilegi,  precetti,  decreti  imperiali,  compromessi  e 
sentenze,  memorie,  lettere,  promissioni,  patti  e  capitolari,  atti 
d'investitura,  di  giuramento,  ecc. 

I!  pili  antico  diploma  è  trascritto  a  carte  2  :  lo  bì  vuole 
dell'anno  630.  È  una  bolla  di  Onorio  (I),  colla  quale  partecipa 
ai  vescovi  della  Venezia  e  dell'Istria  la  seconda  definitiva  con- 
danna di  Fortunato,  e  li  eccita  a  raDegrarsi,  che  sia  stato  sma- 
scherato il  lupo  e  salvata  la  gregge. 

Prima  di  questo,  a  carte  1.',  e'  è  una  bolla  di  papa  Grego- 
l'ìi)  II,  dell'anno  725  o  26,  ai  vescovi  e  al  popolo  della  Venezia 
e  dell'  Istria  :  parla  di  Pietro  vescovo  di  Pela,  il  quale  aveva 
arbitrariamente  occupato  la  sede  maggiore  di  Grado.  Dal  tenore 
di  questa  bolla  risulta,  che  ai  vescovi  e  al  popolo  della  Venezia 
insieme  e  dell'  Istria,  spettava  il  diritto  di  eleggere  i  vescovi 
metropoliti  di  Grado. 

A  carte  13  e  14  è  uua  lamentazione  di  Giovanni  patriarca 
di  Grado  a  papa  Stefano  Ili  [anno  764),  contro  le  indebite  inge- 
renze e  le  usurpazioni  reali  dei  Longobardi  in  Istria  a  danno  di 
quei  fedeli  e  della  sua  chiesa  ;  e  a  carte  25,  è  il  diploma  o  privi- 
legio col  quale  Grado,  chiamata  kuùm  Aqiàleia^  yeniva  creata 
metropoli  di  tutta  la  Venezia  e  dell'Istria.  Quest'ultimo  diploma 
è  assegnato  nel  codice  all'anno  806,  ma  dal  suo  testo  risolta  di 
epoca  assai  anteriore.  Molti  lo  sospettano  apocrifo,  e  potrebbe 
esserlo  quanto  alla  forma;  quanto  alla  sostanza  però  contiene 
cose  vere  e  confermate  da  fatti  posteriori. 

Ma  importantissimo  &a  tutti  i  diplomi  più  antichi  per  la 
storia  dell'Istria,  è  quello  a  carte  21,  22  e  23,  che  si  conosce 
comunemente  col  nome  di  — placito  oparlainento  di  Ristmo  — ■, 
dell'anno  804.  Nel  testo  è  detto  Dijudicatus  e  Ornvenieìntia^  nelle 
sottoscrizioni  repromissionis  cartula.  È  conosciutissimo  perchè 
stampato  più  volte,  specialmente  dall'Ughelli  nell'  Italia  sacra, 
dal  Carli  nelle  Antichità  italiche,  e  dal  Kandler  néìYIsin'a  e,  con 
più  ampio  commento,  nel  Codice  diplomatico  istriano.  È  im- 
portantissimo, perchè,  enumerando  le  novità  introdotte  dai 


I 


Franchi,  mostra  il  vecchio  e  nuovo  sistema  di  governo  della 
provincia,  la  costituzione  romano-bizantina  e  la  franca,  e  de- 
termina, quasi  direbbesi,  col  calendario  e  coirorologio  alla  mano 
la  prima  introduzione  stabilo  degli  sciavi  (slavi)  in  Istria,  contro 
la  quale  reclamarono  vigorosamente  i  vecchi  abitanti.  —  Co- 
desto diploma  è  uno  splendido  faro  nel  buio  di  un'  epoca  ne- 
fasta per  l'Istria,  epoca  di  radicali  innovazioni  a  tutto  danno 
della  sua  libertà  ;  cliÈ  l'Istria  fino  allora  aveva  goduto  in  fatto 
estese  libertà  municipali  ed  era  vissuta  romanamente, 

A  misura  che  avanzano  i  tempi,  i  diplomi  divengono  più 
frequenti,  e  quindi  non  mancano  documenti  per  riconoscere  la 
condizione,  se  non  l' origine  prima,  di  molte  possessioni,  di 
molti  feudi,  di  molti  diritti  ecclesiastici  appartenenti  in  Istria 
ai  patriarchi  di  Grado,  ai  vescovi  di  Torcello  e  ai  vescovi  della 
Venezia  in  generale.  Di  epoche  così  lontane  tutto  è  prezioso. 
Potendo  accertare  la  condizione  di  singole  terre,  si  hanno 
buone  norme  per  stabilire  la  condizione  delle  terre  e  delle 
persone  del  paese  in  generale.  A  questo  titolo  sono  importan- 
tissimi i  diplomi  dell'  803  od  804  a  carte  16,  del  974  a  carte 
83  e  84,  e  del  1177  a  carte  220. 

Altri  diplomi  portano  luce  sulle  contenzioni,  o,  a  dir  più 
giusto,  sulle  lotte  a  fuoco  ed  a  sangue  durate  a  lungo  tra  i 
patriarchi  di  Aquileia  e  di  Grado  pel  diritto  metropolitico  del- 
l'Istria, ed  altri  ricordano  le  velleità  d'indipendenza  dei  vescovi 
istriani,  —  C'è  poi  la  famosa  promissione  di  re  Pipino  a  papa 
Gregorio  o  Stefano  II  (carte  7  ed  8),  nella  quale,  dopo  indicate 
varie  Provincie  dell'  Italia  media  e  superiore  prosegue,  et  p&r 
bitufieas  ducatV'S  Venetiarum  et  Istriae  integriter,  nim  omniòìt-s 
dvitatibus^  caslris,  oppidts,  vicis,  parocMis,  ecclesiis  eis  suòsisten- 
tiòtis. 

Ci  sono  quindi  privilegi  ed  immunità  accordate  da  Carlo 
Magno  ai  patriarchi,  alle  chiese  ed  ai  vescovi,  e  una  serie  di 
tredici  decreti  o  precetti  Imperiali,  veri  patti  o  trattati  di 
buona  vicinanza,  di  navigazione,  di  commercio,  di  reciproca 
garanzia,  con  stipulazioni  per  la  consegna  dei  malfattori,  per 
la  retta  applicazione  della  giustizia  in  civile  ed  in  criminale 


—  ass- 
ai sudditi  delle  due  parti,  e  accordo  fconcordioj  per  impedire 
atti  che  allora  pure  si  stimavano  contrari  a  giustizia  e  ad  uma- 
nità, il  commercio  dei  cristiani,  e  la  evirazione.  In  tutti  questi 
diplomi  si  pattuiscono  per  gP  Istriani  immxmità,  parità  e  pri- 
vilegi ut  prò  ctmctis  pcpulis  italici  regni.  Il  più  antico  di  questi  * 
patti  nel  Chdice  TVevisaneo  è  deir840,  conchiuso  tra  il  dc^e  Pie- 
tro Tradonico  e  l'imperatore  Lotario,  ed  è  segnato  a  Pavia  ;  ma, 
specialmente  pei  confini  tra  le  terre  del  ducato  veneto  e  quelle 
dell'impero,  si  allude  a  patti  anteriori  segnati  a  Ravenna,  ai 
tempi,  come  è  detto,  di  Paoluccio  doge,  di  Marcello  maestro 
dei  militi  e  di  Aistolfo  re.  Il  testo  di  questi  non  esisteva  più 
al  tempo  del  Trevisan  ;  altrimenti  sarebbe  stato  riportato  nella 
sua  copia.  Gli  altri  patti  sono  degli  anni  879  od  80.  948  o  955. 
967.  983.  1002.  1094. 1111. 1136. 1177. 1197.  1209.  e  1220, 
e  appariscono  stipulati  tra  Carlo  il  grosso  e  Orso  (Partecipazio), 
Berengario  e  Pietro  (Candiano  III),  Ottone  I  e  Pietro  Can- 
diano  IV,  Ottone  II  e  Memmo  tribimo,  Enrico  II  e  Pietro  Or- 
seolo  II,  Enrico  IV  e  Vitale  Falier,  Enrico  V  e  Ordelafo  Fa- 
lier,  Lotario  HI  e  Pietro  Polani,  Federico  I  Barbarossa  e 
Sebastiano  Ziani,  Enrico  VI  ed  Enrico  Dandolo,  Ottone  IV  (» 
Pietro  Ziani,  e  Federico  II  Barbarossa  e  Pietro  Ziani. 

Colla  occupazione  Franca  (789)  l'Istria  aveva  perduto, 
come  si  disse,  la  sua  libertà,  e  quasi  la  sua  indipendenza, 
che  i  Bizantini  lontani,  salvo  a  percepire  il  tributo  ed  il  do- 
nativo, [ea^enia]^  come  apparisce  dal  placito  di  Risano,  prende- 
vano ben  poca  ingerenza  nel  governo  pubblico,  lasciata  libertà 
ai  Comuni  di  eleggersi  tribuni,  vicari,  ìocopositi  ecc.  ecc. 

Alcune  terre  al  mare,  Capodistria,  Pirano,  Umago,  e  qual- 
che altra,  erano  rimaste  ancora  ai  Bizantini,  ma  tutto  il  resto 
della  provincia  aveva  dovuto  subire  i  nuovi  ordinamenti  tanto 
contrari  alle  antiche  sue  consuetudini,  e  sottostare  all'  alto  do- 
minio di  principi,  che  non  seppero  fare  di  meglio,  che  mercan- 
teggiare la  provincia  pw  remedio  anirnae^  largheggiando  pri- 
vilegi, immunità,  diritti,  giurisdizioni  a  vescovi  e  prelati  d'o- 
gni ordine,  divenuti  iu  breve  veri  baroni  e  padroni.   I    più 


beneficati  furono,  dopo  i  patriarchi  di  Aquileia  e  dì  Grado, 
i  vescovi  di  Trieste,  di  Parenzo  e  di  Cittanova.  Passata  la 
corona  imperiale  ai  re  di  Germania,  (961),  continuò  dal  più  al 
meno  lo  stesso  giuoco;  era  il  mal  andazzo  dell'  epoca.  Le  Pro- 
vincie lontane  erano  terre  da  sfruttarsi,  più  che  popolazioni  da 
governarsi,  e,  se  non  venivano  adoperate  prò  remedio  animai^ 
servivano  ad  arricchire  congiunti,  o  a  premiare  compagni  d'ar- 
mi e  servitori  fedeli. 

In  mezzo  a  queste  tristi  vicende,  alterata  intieramente  la 
condizione  della  proprietà  e  del  possesso,  diminuita  la  libertà 
personale,  l'Istria  ebbe  tìtolo  di  Contea,  e  venne  dichiarata 
Contea  di  confine  fMarksckaftJ .  Il  Comes  Imitaneus  divenne 
Marckgraf,  margravio,  marchese.  Nel  secolo  X  non  fu  che 
titolo  e  officio,  ma  nel  XI  e  XII  divenne  successivamente 
beneficio  personale,  a  vita,  ereditario,  e  nel  XIII  (1230)  passù 
definitivamente  in  balia  dei  patriarchi  di  Aquileia. 

Minacciata  perpetuamente  dagli  Slavi  che  pirateggiavano 
sul  mare,  espilata  da  baroni  maggiori  e  minori,  ecclesiastici  e 
militari,  abbandonata  d'ogni  protezione  dai  Bizantini  lontani, 
deboli ,  parolai ,  la  condizione  dell'  Istria  divenne  in  cotesto 
tempo  più  e  più  infelice.  La  popolazione  vecchia,  fiera  delle 
sue  origini  e  della  sua  storia,  fortificatasi  nelle  terre  mag- 
giori, non  si  perdette  d' animo,  è  vero,  ma  dopo  le  incur- 
sioni barbariche  era  troppo  debole  e  scarsa  por  sostenere  sola 
r  urto  e  le  insidie  di  tanti  nemici  :  epperciò  ella,  che  già  da 
tempo  teneasi  in  buona  relazione  con  Venezia,  stese  a  questa 
ambe  le  braccia.  E  Venezia  che  s'era  qui  già  sostituita  intie- 
ramente ai  Bizantini,  le  corse  incontro  e  le  si  strinse  alleata, 
ma  guidata  dalla  sua  buona  fortuna  (che  è  a  diro  dalla  sua 
solerzia,  dal  suo  coraggio,  dalla  sua  saviezza),  le  divenne  pre- 
sto protettrice,  per  larle^i  padrona  più  tardi,  cioè  quando  una 
nuova  potenza  d'oltremente  accennava  di  spingersi  al  mare. — 
L' opporvisi  era  più  che  interesse,  necessità  per  Venezia.  Que- 
sta necessità  è  la  ragiono  di  tutto  le  lotte,  che  Venezia  ha 
poi  sostenuto  in  Istria  e  per  l'Istria  coi  patriarchi,  coi  re  dlln- 
ghei'ia  loro  alleati,  coi  duchi   e  arciduchi  d'Austria,  cogli 


-  S40  - 

Uscocchi,  cogli  imperatori;  lotte  delle  quali  dovremo  toccare 
pili  sotto,  per  dire  dei  documenti  che  intorno  alle  stesse  abbon- 
dano in  questo  Archivio. 

Intanto  prima  di  staccarci  dai  secoli  intorno  il  mille 
giova  far  osservare,  che  se  i  Bizantini  lontani  contentavansi 
del  tributo  e  dei  donativi,  i  Veneziani  vicini  vollero  firuire 
tutti  i  vantaggi  della  vicinanza  e  delP  alleanza,  vollero  aver 
libere  le  acque,  i  ponti,  le  strade,  usufruttare  i  porti  e  le  piaz- 
ze. Entrati  in  un  luogo  colle  loro  navi  e  coi  loro  banchi,  e  im- 
pegnativi una  volta  i  loro  interessi^  i  Veneziani  non  tollera- 
rono d^  essere  giudicati  da  leggi  e  da  giudici  stranieri  dipen- 
denti da  altro  signore,  ma  vollero  per  se  e  per  le  cose  loro  Fap- 
plicazione  delle  leggi  patrie,  e  giudici  indipendenti,  della  pro- 
pria nazione.  Quindi  la  instituzione  di  Consoli  veneti  in  Pola, 
prima  che  Pola  divenisse  veneta,  e  altri  Consoli  o  Vicedomini 
in  Aquileia,  a  Segna  ed  altrove.  —  Noteremo  ancora  che  i  Ve- 
neziani col  loro  contegno,  presto  destarono  in  Istria  stima  e 
desiderio  di  se,  tanto  che  prima  che  si  formasse  partito  per 
sostituirli  in  tutto  ai  patriarchi,  venivano  consultati  nelle  mag- 
giori contingenze,  fatti  arbitri  nelle  differenze  private  e  pub- 
bliche, eletti  alla  carica  di  podestà.  Questo  naturalmente  spia- 
ceva ai  vecchi  signori,  i  patriarchi,  ma  la  logica  inesorabile 
dei  fatti  s' imponeva,  e  non  e'  era  più  tempo  di  opporsi  airo- 
pinione  pubblica,  alla  volontà  del  popolo,  che  riacquistava 
coscienza  di  se. 

Coi  diplomi  sparsi  nel  Codice  Trevisaneo,  nei  Patti,  nei 
Commemoriali,  e  nelle  Miscellanee  di  ducali,  di  codici,  di  atti 
diplomatici,  di  pergamene  sciolte,  si  può  tener  dietro  a  molte, 
se  non  a  tutte,  coteste  evoluzioni  della  storia  dell'  Istria  e 
della  politica  di  Venezia,  accertarle,  chiarirle,  illustrarle. 
Dar  qui  distintamente  la  serie  di  tali  diplomi,  sarebbe  super- 
fluo ed  inopportuno,  ma  gioverà  certo  additarne  alcuni  dei 
principali. 

A  carte  67  e  68  e'  è  un  diploma  del  932  o  33,  col  quale 
Wintkcro  marcliese  d'Istria,  messo  alle  ultimo  strette  da  Pie- 
tro (Candiano  li)  doge   dei    Wueziaiii    confessa   apevtanieute 


lo  sue  troppe  tristizìi.'  e  i  troppi  (kiiui  recati  a  Pola  ed 
altrove  alle  terre,  agli  uomini  ed  alle  navi  dei  Veneziani,  dei 
patriarchi,  dei  vescovi;  li  confessa,  e  colla  interposizione  di 
Marino  (Contarini)  patriarca  di  Grado,  chiede  ed  ottiene  sia 
fatta  la  pace  e  ristabilito  il  commercio.  —  Ci  6ono  quindi 
altri  diplomi  che  contengono  accordi  cogli  istriani,  special- 
mente con  Capodistria  e  con  Fola,  per  far  assieme  Io  stoh^ 
ossia  per  tener  purgato  il  mare  dai  pirati  slavi,  (detti  «  ne- 
mici dei  Veneziani  »  già  nel  diploma  di  Lotario,  840,  carte 
:ì9,  40,  41),  ed  altri  che  contengono  le  offerte  degli  Istriani 
al  doge  e  a  S.  Marco,  d'  olio,  di  vino,  di  canape,  di  marinai 
e  di  soldati  ;  gli  impegni  di  retmere  honorem  beati  Marci,  di 
avvertirli  dei  pericoli,  e  di  difenderli  anche  colle  armi,  aòsgiie 
Jussione  D.  Imperatorìs.  —  È  rimarchevole  il  diploma  del  932 
(Cod.  trevis,  carte  65),  col  quale  Capodistria  si  obbligava 
verso  il  doge  Pietro  di  Pietro  Candiano  a  contribuirgli  an- 
uualmente  cento  anfore  di  buon  vino  prodotto  dalle  sue  terre; 
0  non  meno  notevole  è  l'altro  del  1145,  col  quale  Capodi- 
stria ed  Isola  giurando  fedeltà  a  S.  Marco,  al  doge  e  a' suoi 
successori,  s' impegnavano  di  armare  una  galera  o  di  andare 
in  fazione  coi  Veneziani  ogni  qualvolta  il  bisogno  della  co- 
mune sicurezza  lo  esigesse.  —  Seguono  quindi  i  patti  o  con- 
cordi! del  1150,  coi  quali  giurano  fedeltà  al  doge,  a  S.  Marco, 
al  Comune  di  Venezia  una  dopo  1'  altra  le  città  e  terre  dì 
Pola,  {e  sue  ville)  di  Parenzo,  di  Cittanova,  di  Rovigno,  di 
Umago.  Si  direbbe  che  Venezia  e  l' Istria  presentissero  il 
Barbarossa  e  si  preparassero  a  resistergli  sulla  terra  e  sul 
mare.  —  Seguono  atti  di  fedeltà,  giuramenti  ed  offerte  piii 
formali  tid  esplicito  quando  i  ^'eneziani  condotti  da  Enrico 
Dandolo  partirono  in  crociata  cum,  magno  exerdtu  gaimnim  et 
l'scerinmm,  ac  tnuliitudvie  mtliium  et  pedttum,  a  ricuperar  Zara 
e  conquistare  Costantinopoli.  Ci  sono  particolarmente  gli  atti 
di  omaggio  e  dì  sommissione  di  Trieste  e  di  Moggia  del- 
l'anno 1202  a  carte  266.  —  Nello  stesso  Codice  Trevisaneo 
sono  pure  registrati  i  primi  patti  seguiti  tra  il  doge  Ottone 
(Orseolo)  e  i  vescovi,  il  clero,  il  priore  e  gli  abitanti  di  Os- 


-  342  — 

sero,  di  Veglia  e  di  Cafisole  (anno  1018  carte  143  e  45); 
rinvestitura  della  contea  di  Ossero  data  dal  doge  Giovanni 
Dandolo  al  nob.  uomo  Marino  Morosini,  e  il  giuramento  di 
fedeltà  da  questi  prestato  (anno  1280,  carte  364  */  ),  nonché 
il  concordio  seguito  tra  lo  stesso  Morosini  e  gli  uomini  di 
Ossero  e  Cherso  nel  1284  (carte  364  *"")  a  tacere  di  molti 
altri. 

Parecchi  di  questi  diplomi  sono,  come  si  disse,  stampati  ; 
ma  ciò  non  scema  V  importanza  del  Codice,  né  dispensa  dal 
consultarlo.  In  fatto  di  antichi  diplomi  attingendo  all^origine 
c^  è  sempre  da  guadagnare.  Parecchi  altri  esistenti  nel  Tre- 
yisaneo  sono  ripetuti  nel  liòer  aUms^  nel  òlanctis  e  in  altri 
dei  Pacta^  e  perfino  nei  Qmmemoriali;  ma  questo  pure  non  è 
che  a  vantaggio  della  scienza.  Nei  casi  più  incerti  ed  oscnri, 
il  confronto  di  vari  esemplari  vale  meglio  di  molti  commenti. 

Prima  ancora  che  i  patriarchi  di  Aquileia  divenissero  mar- 
chesi d^  Istria,  si  trovarono  a  contatto  coi  Veneziani  su  quel 
terreno,  perchè  possessori,  come  fii  avvertito,  di  predi,  di 
castella,  di  feudi.  Superbi  poi  del  doppio  carattere  di  prin- 
cipi ecclesiastici  e  temporali,  giuocando  sul  doppio  appoggio 
del  Papa  e  dell'  Imperatore,  due  potenze  che  allora  per  titoli 
diversi,  s'imponevano  a  tutto  il  mondo,  pare  non  rispettas- 
sero gl'interessi  e  la  dignità  dei  Veneziani  quanto  questi 
esigevano.  L' Istria  aveva  àmbito  troppo  ristretto  per  conte- 
nere in  pace  due  potentati.  Quindi  lotte  prima  latenti  poi 
palesi  per  superarsi,  per  soppiantarsi  ;  compromessi  nel  Papa 
e  nell'  Imperatore,  accettati,  sospesi,  ripigliati,  riesciti  e  non 
riesciti  ;  e  ostilità  e  rappresaglie,  e  patti  violati,  e  tregue  e 
paci  non  fide  ;  quindi  tratti  nella  lotta  altri  principi  congiunti 
0  alleati,  i  re  d'  Ungheria,  le  città  di  Treviso  e  di  Padova, 
i  conti  di  Gorizia,  e  vescovi  e  baroni  minori,  e  travolte  nel 
vortice  delle  ostilità  sempre  rinascenti  lo  città  di  Trieste  e 
di  Capodistria  e  altre  terre  delFIstria.  Per  colmo  di  sciagura 
entrarono  in  mezzo  anche  i  Genovesi  inveleniti  contro  i  Ve- 
neziani, laonde  la  lotta  fu  lunga  e  fiera,  e  della  lotta  fu  troppo 


spesso  campo  e  teatro  la  po\(.'i'a  Istria,  uscita  appena  da  altre 
calamità.  I  patriarchi  insigniti  della  doppia  potestà  come  i 
papi,  imitarono  il  mal'  esempio  di  questi:  deposero  piii  d'una 
volta  la  mitra,  la  stola  e  la  croce,  per  coprirsi  d'elmo  e  lorica, 
e  impugnare  la  spada.  La  lotta  incominciata  nel  1211  dall'im- 
prudente patriarca  Volchero  di  Loubrechtekirchen,  che  pretese 
impedire  la  navigazione  e  il  commercio  ai  Veneziani  nel- 
l'Istria, non  cessò  di  fatto  che  coli' esclusione  totale  dei  pa- 
triarchi da  tutta  quella  provincia  (1420). 

Numerosissimi  sono  nell'Archivio  i  codici,  i  diplomi  e  i 
documenti  che  narrano  e  illustrano  i  tanti  fatti  ed  episodii  di 
una  lotta  così  lunga  e  tenace,  tanto  numerosi  che  il  solo  elenco 
ci  trarrebbe  fuori  dai  limiti  convenienti  a  questo  scritto.  — 
Oltre  cinque  codici  (volumi)  speciali  sui  diritti  del  patriarcato, 
oltre  i  diplomi  che  sono  nel  Codice  Trevisaneo,  altri  se  ne  tro- 
vano nei  Patti,  nei  Commemoriali,  nelle  Pergamem  smlie,  nelle 
Miscellanee;  e  moltissimo  parti  e  decreti  nei  Secreta  Cmstlii 
^(^fltorHffl  (volumi  4  dall'anno  1345  all'anno  1397)  nei  primi 
40  dei  Misti,  nei  primi  7  dei  Secreti  del  Senato,  nei  primi  17 
del  Maggior  Consiglio,  e  nei  primi  12  Misti  del  Consiglio  dei  X, 
con  di  più  un  codicetto  del  1335  segnato  ^tm/acA*  Sistrìae. 

I  fatti  dell'Istria  si  confondono  con  quelli  del  Friuli,  e  scru- 
tando questi  e  quelli  si  raccolgono  notizie  interessanti  per  la 
"storia  di  Trieste  e  di  Gorizia.  —  Senza  allontanarci  dal  Codice 
Trevisaneo,  citeremo  i  due  documenti  riportati  a  carte  383-385, 
nel  primo  dei  quali  ritenuto  del  1303,  sono  enumerati  i  di- 
ritti, le  possessioni  ed  i  feudi  che  il  patriarca  aveva  allora  in 
Istria,  enei  secondo,  pure  del  1303,Iedomaude  che  avrebbe  fatto 
a  Venezia  come  correspettivo  degli  stessi.  Prima  di  questi  (Hpe- 
tiiti  anche  altrove)  si  leggono  a  carte  340-41.  365-67,  e  370 
.subnumori  1.  a  8.  inclusivo,  parecchi  atti  di  concordia  e  dì  com- 
promesso con  informazioni  e  deduzioni,  degli  anni  1248-1286  e 
1289.  Nel  VI  dei  Patti  e'  è  poi  l'intiero  lunghissimo  testo  della 
famosa  pace  di  Torino  (1381)  con  un  bel  corredo  di  atti  da 
essa  dipendenti,  e  nell'Xl  dei  Commemoriali  a  carte  118  e  119. 
.  reinvestitura  data  dal  doge  Francesco   Foscari  nel   1424 


-  844  - 

1.  novembre  ad  Enrico  CJonte  di  Gorizia,  e  il  giuramento  di 
fedeltà  da  esso,  per  se  e  pel  fratello  Gio.  Mainardo,  solenne- 
mente prestato  nella  piazza  di  S.  Marco. 

Come  fu  avvertito,  la  lotta  durata  sì  a  lungo  tra  Ve- 
nezia e  i  Patriarchi  per  superarsi  ed  escludersi  a  vicenda, 
pose  in  moto  le  passioni  degli  abitanti  dell'Istria,  e  travolse 
le  città  principali.  Fola  e  Capodistria,  e  qualche  terra  mi- 
nore; sicché  dopo  i  patti,  le  alleanze,  le  dediche,  i  giuramenti 
di  fedeltà,  schizza  fuori  qualche  velleità  di  sottrarsi  ai  pro- 
messi tributi,  qualche  atto  di  debolezza,  e  forse  di  connivenza 
coi  Pisani  e  coi  Genovesi,  qualche  amoruccio  coi  vecchi  pa- 
droni, i  Patriarchi,  larghi  di  promesse  temporali  e  spirituali; 
e  perfino  qualche  atto  gravemente  ostile  a'  rappresentanti 
veneti  ;  errori,  debolezze,  imprudenze  o  anche  slanci  generosi 
comuni  a  tutte  le  epoche  di  grandi  rivoluzioni  o  trasforma- 
zioni politiche.  Sono  faitti  che  talvolta  possono  perdonarsi 
anche  dalla  parte  lesa  ;  ma  Venezia,  per  la  quale  ormai  il  pos- 
sesso dell^  Istria  era  divenuto  una  necessità,  lungi  dal  perdo- 
nare, fii  rapida  e  terribile  nel  castigare  e  reprimere.  Capo- 
distria ,e  Pola  ebbero  lezioni  da  dover  poi  ricordarsene  a  lungo. 

Anche  circa  a  questi  fatti  ci  sono  nell'Archivio  speciali 
memorie  ;  nel  II  dei  Commemoriali  ed  altrove  per  Pola,  nel  V 
dei  Patti  carte  99  a  102,  e  più  ancora  nel  volume  B  Secreta 
Ccmsiln  rogatorum^  per  Capodistria. 

Intanto,  caduta  Costantinopoli  in  potere  dei  Turchi  (1453), 
Venezia  si  trovò  presto  impegnata  sulla  terra  e  sul  mare  in 
una  lotta  gigante  che  durò  circa  tre  secoli.  Donde  nuova  serie 
di  vicende  anche  per  T  Istria,  che  divenuta  ormai  parte  inte- 
grante e  importante  dello  Stato  veneto,  ne  divideva  gli  affetti 
e  gli  entusiasmi. 

Alcime  bande  di  Turchi,  tra  il  1470  e  il  1501,  si  spinsero 
sette  od  otto  volte  fino  ai  monti  e  alle  marine  dciristria,  sul 
Carso,  intorno  Trieste;  incendiarono  ville  dol  Goriziano,  pre- 
sero ripetutamente  Monfalcone  e  Duino,  sacclief^fi;iarono  Rozzo. 
I  nuovi  pericoli  consigliarono  l'erezione  o  ripristino  di  alcune 
torri  0  castella  nel  territorio  di  Capodistria,  che  sono  Rosarol, 


Lonche,  Valmorasa,  Monte,  Cristovis,  Custabona,  Geme,  Gra- 
dina, Antignano,  Ospo,  Covedo,  Popecchio,  delle  quali  è  ceuno 
frequente  nelle  relazioni  di  quei  Podestà-Capitani.  —  In  ge- 
nerale poi  la  guerra  coi  Turchi  diede  occasione  a  molti  istriani 
di  distinguersi  per  abnegazione  e  valore  nell'Istria,  nella  Dal- 
mazia, e  in  tutto  il  Levante.  Basti  per  tutti  quel  Biagio  Zu- 
liani  il  quale,  anziché  cedere  un  forte  a  lui  affidato  (il  forte  di 
S.  Teodoro,  a  due  miglia  da  Canèa),  dopo  valorosissima  resi- 
stenza, quando  i  nemici  prevalenti  di  numero  entravano  già 
da  più  parti  alla  sciabola,  diede  fuoco  alle  polveri,  prece- 
dendo d' oltre  mezzo  secolo  il  Mica. 

Altra  consegueuza  di  questa  guerra  per  l'Istria  fu  la  in- 
troduzione di  nuove  genti  {Aibanesi,  Bossinesi,  Montenegrini, 
Dalmati,  Jonii),  alle  quali  vennero  successivamente  assegnate 
vaste  estensioni  di  terreni  ch'erano  rimasti  inculti,  specialmente 
in  colpa  delle  pesti  che  avevano  disertato  e  continuavano  a  diser- 
tare la  sfortunata  provincia.  L'essere  sulla  linea  di  navigazione 
coll'oriente,  l'avere  una  costa  ricca  di  ancoraggi  e  di  porti,  è 
stata  a  questo  riguardo  per  essa  un  i/wio  infelice  che  le  apportò 
infiniti  giiai.  Le  nuove  colonie  che' incominciarono  poco  dopo  la 
metà  del  secolo  X'V'  e  continuarono  fin  oltre  la  metà  del  secolo 
XVII,  apportarono  all'Istria  beni  e  mali  sui  quali  non  è  questo 
il  luogo  di  ragionare.  Ma  importa  avvertire  che,  sebbene  l'Ar- 
chivio veneto  non  possieda  un  prospetto  generale  dei  nuovi 
abitanti  dell'Istria,  né  un  catastico  completo  dei  terreni  inculti 
loro  affidati  [non  ponendoli  in  buona  coltura  entro  tempo  de- 
terminato, 0  cangiando  domicilio,  decadevano  dal  beneficio), 
documenti  che  dovevano  esistere  nell'Archivio  del  Capitano 
di  Raspo,  tuttavia  sono  tanti  gli  atti,  i  processi,  i  carteggi 
ai  quali  diedero  motivo,  che  se  ne  potrebbe  ricostituire  la 
cronaca  abbastanza  particolareggiata  ed  interessante.  Cotesti 
documenti  0  cotesto  notizie  sono  da  attingersi  nelle  serie  dei 
Dispacci  e  delle  Relazioni  dei  Provveditori  della  Dalmazia,  dei 
Provveditori  generali  da  mar.  e  particolari  del  Golfo,  nelle  de- 
liberazioni del  Senato  rmr,  nelle  Lett.ore  dei  Conti  di  Pola,  dei 
Capitani  di  Raspo,  dei  Podestà  Capitani  di  Capodistria,  nei  de- 


a 


-  846  - 

creti  del  Senato  Rettori^  nel  Collegio,  nell'Avogaria,  in  tutte 
quasi  le  serie  della  Cancelleria  Ducale  e  della  Secreta. 

Le  sciagure  cominciate  a  danno  d^un  paese,  solitamente 
sì  attirano  e  seguono.  Così  toccò  all^Istria.  Alle  minaccie  dei 
Turchi,  alla  desolazione  delle  pesti,  ai  danni  delle  g'uerre 
lontane  si  aggiunsero  presto  guerre  vicine  e  presenti.  Non 
era  appena  stato  eliminato  dall'  Istria  V  elemento  eterogeneo 
dei  Patriarchi,  che  alle  loro  spalle  erano  già  sorti  i  Duchi 
d'Austria  col  fermo  proposito  di  spingere  fino  al  mare  i  loro 
domini. 

Avuto  nel  1336  il  Carnio,  nel  1364  strinsero  patti  di  re- 
ciproca successione  coi  Conti  dlstria.  Nel  1367  s'ingrasdosi- 
rono  Trieste,  che  allora  era  più  che  mai  in  lotta  d*  interessi 
con  Capodistria,  e  in  guerra  aperta  con  Venezia.  I  patti  coi 
Conti  d'Istria,  in  capo  a  dieci  anni  (1374)  le  avevano  fruttato 
il  possesso  di  quella  Contea,  il  cui  territorio  si  spingeva  come 
un  cuneo,  giii  pei  monti,  nel  cuore  della  provincia.  Le  prati- 
che aperte  con  Trieste  nel  1367,  diedero  il  loro  frutto  nel  1382, 
epoca  appunto  nella  quale  Trieste  si  è  data  definitivamente  ai 
duchi  d'Austria.  Incoraggiati  essi  da  questi  successi  strinsero 
nel  1436,  altri  patti  di  mutua  successione  coi  conti  di  Gorizia, 
li  rinnovarono  nel  1474,  e  tornarono  a  confermarli  nel  1490  ; 
uè  valsero  le  proteste  di  Venezia  dalla  quale,  come  abbiamo 
detto,  i  Conti  di  Gorizia  avevano  avuto  V  investitura  dei  loro 
feudi.  —  Alcuni  dissapori  sorti  in  Istria,  tra  Veneti  e  Austriaci 
nel  1374  e  nel  1451,  avevano  potuto  facilmente  quetarsi,  ma 
quando  si  aperse  il  caso  della  successione  alla  Contea  di  Go- 
rizia, Massimiliano,  senza  por  tempo  in  mezzo,  la  occupò  mili- 
tarmente. Venezia  era  troppo  impegnata  coi  Turchi  per  get- 
tarsi all'impazzata  in  una  nuova  guerra.  Ma  la  sua  prudenza 
non  le  valse.  La  guerra  scoppiò,  e  prese  proporzioni  va.stis- 
simo.  In  mezzo  ai  grandi  avvcninìonti  (F  Europa  V  Istria  an- 
ch'essa sofferse  pericoli  e  danni  gravissimi.  Molti  luoghi  della 
provincia  furono  presi,  ripresi,    saccheggiati,   incendiati,   di- 
strutti. Già  nel  primo  impeto  (1506)  le  truppe  di  Massimiliano 


presero  Pola,  e  nel  corso  delle  ostilità  riistnissepo  Raspo  (1510) 
e  occuparono  Castelnovo  del  Carso.  Poi,  a  tacer  di  Aquileia, 
di  Gradisca,  di  Tolmino,  di  Ampezzo  Goriziano,  il  Conte  Cri- 
stoforo Frangipane  fece  scorrerie  dannosissime  nell'Istria  su- 
periore. D'altra  parte  Venezia  occupò  Adelsberg,  Duino,  Trie- 
ste, Pisino,  e  le  terre  di  Piemonte,  di  Visinada,  di  Castagna, 
di  Momiano,  e  Barbana,  e  Carsano,  o  Racize,  e  Draguccio,  e 
Verh.  e  Sovignacco  e  Lindaro.  —  Si  fecero  e  si  rinnovarono 
tregue  nel  1512,  1516,  1518,  si  fecero  paci  perfino  nel  1523 
e  20,  ma  vera  paco  in  Istria  non  fu  cbe  nel  1535  in  seguito 
alla  Sentenza  di  Trento. 

Di  questo  famoso  arbitrato,  che  poso  termine  alle  diffe- 
renze di  confine  e  di  giurisdizione  tra  la  Republica  e  V  Impero 
in  Istria,  nel  Friuli,  nel  Trentino  e  lì  presso,  e  che  regolò  mi- 
nutamente moltissimi  privati  diritti  turbati  dalla  recente  guer- 
ra, arbitrato  pronunciato  dai  tre  Giureconsulti  italiani  cava- 
lier  Matteo  dogli  Avvocati,  dottor  Antonio  Quatta  e  senatore 
Lodovico  Porro,  l'Archivio  serba  un  originale  fra  gli  atti  diplo- 
matici, II  Serie,  n.  33,  come  serba,  trascritti  nei  volumi  XX  e 
XXI  dei  Commemoriali,  i  testi  della  tregua  di  Andegavia 
(1518).  dei  capitoli  di  Worms  (1521),  della  pace  di  Venezia 
(1523)  del  trattato  di  Bologna  (1529)  e  di  altri  atti  che  a  que- 
sto importante  negozio  si  riferiscono. 

Ad  onta  della  pace  materiale  però,  le  parti  contendenti 
non  rinunziarono  all'  idea  tì.ssa  di  escludersi,  T  Austria  per 
aver  pienamente  libero  il  mare  sul  quale  teneva  già  Fiume 
e  Trieste,  Venezia  per  afforzare  il  suo  confine  colla  naturale 
barriera  dell'  Alpe. 

Entrarono  allora  in  scena  gli  Uscocchì,  i  quali  diedero 
travagli  grandissimi  alle  navi  commerciali,  alle  pubbliche 
galee,  alle  isole  del  Quamcro,  a  tutte  le  terre  che  siedono  su 
quel  golfo,  e  ad  altre.  Soffersero  sopratutte  Veglia,  Aìbona, 
Fianona  e  Rovigno.  —  E  di  tutto  coteste  tristi  vicende  si 
trovano  ampie  notizie,  memorie,  documenti  nei  dispacci  e 
nelle  relazioni  dei  Provveditori  generali  da  mar  in  golfo,  e 
in  quelle  dei  Capitani  alle  Fuste  e  contro  Uscocchi,  nelle  let- 


—  848  — 

tere  dei  Podestà,  e  come  al  solito,  nel  Senato  mar  e  nelle 
serie  che  lo  completano.  Sui  fatti  di  Albona  che  li  respìnse, 
abbenchè  in  numero  di  più  centinaia,  e  di  Fianona  che  ne  fu 
quasi  distrutta,  ci  sono  informazioni  assai  dettagliate  nelle  Ltt- 
tere  dirette  da  Nicolò  Donato  provveditor  general  da  nutr  in  golfo. 
1598-99,  al  Senato  (Cancell.  Secreta). 

Coli'  affare  gravissimo  degli  Uscocchi,  che  mascherava 
la  questione  vitale  sul  dominio  dell'Adriatico,  s'incrociarono 
le  gelosie  di  Trieste  e  di  Capodistria,  i  contrasti  per  la  fabbri- 
cazione e  il  commercio  dei  sali,  per  le  strade,  per  le  fiere  fran- 
che e  molti  altri  afiari,  tanto  che  accumulatasi  nuova  esca 
scoppiò  nuovo  incendio  di  guerra.  —  Questa -volta  la  prima 
sciagura  è  toccata  a  Bogliuno  (1600)  assalita^  anzi  posta  a 
sacco,  dai  Veneti  che  spaziavano  già  in  tutta  la  contea  di  Pi- 
sino.  Nel  1609   distrussero  le  saline  di  Trieste,  e  nel    1612 
sorpersero  il  Castello  di  Moschienizze,  poi  tennero  occupati 
Antignana  e  Gimino.  —  Questi  i  casi  più  noti,  a  tacer  d'altri 
minori,  tutti  rovinosi  per  la  provincia,  tanto  nella  parte  veneta 
che  nella  austriaca.  —  Nel  1618,  fii  conclusa  la  pace,  in  con- 
seguenza della  quale  i  Veneti  restituirono  Antignana  e  Gimino 
all'Arciduca  Ferdinando  II,  che  noli'  anno  successivo  fu  eletto 
imperatore.  —  Per  i  casi  di  questa  guerra  oltre  le  solite  fonti 
del  Senato  Collegio  e  Rettori,  si  può  consultare  nella  Misceli  a- 
nea  codici  in  Jilze  la  busta  118,  nella  quale  e'  è  una  relazione 
del  vice  gerente  del  Generalato  in  Istria,  successore  al  Gene- 
rale Michiel  (1617)  ed  altra  di  Bernardo  Tiepolo  Capitano  a 
Raspo  e  poi  vice  Generale  in  Istria  (1618)  relazioni  che  con- 
tengono particolarità  molto  interessanti. 

Durante  la  penultima  guerra,  nel  1528,  erano  stato  insti- 
tuite  anche  in  Istria  lo  Ordinanze  o  Ce^mide  (milizia  provinciale), 
0  pili  tardi  molte  Cernide  istriane  passarono  in  Dalmazia  pei 
bisogni  di  guerra. 

I  pericoli  sempre  rinascenti  dei  nemici  vicini  e  lontani 
avevano  suggerito  allora,  e  piii  tardi,  di  erigere  opere  fortifi- 


catorie  a  Pola  e  anche  a  Capodistria,  opere  che  ebbero  eflFetto 
io  parto  soltanto. 

Durante  le  stesse  lunghissime  guerre  cogli  Arciducali, 
cogli  Uscocchi,  e  coi  Turchi,  i  boschi  dell'Istria  somministra- 
rono molto  e  prezioso  legname  alla  Casa  dell'  Arsenal,  e  per 
le  costruzioni  navali  o  a  servigio  dell'  artiglieria.  Nel  1616, 
23  gennaio  m,  v.  (Cons.  X)  fu  instituita  stabilmente  in  provin- 
cia apposita  magistratura  detta  dei  Pìwveditori  poi  DejJutati 
sopra  la  valle  e  al  bosco  di  Montana. 

Coleste  ed  altrettali  operazioni  occasionarono  sindicati, 
inquisizioni,  perizie,  conteggi,  carteggi,  che  sono  conservati 
in  gran  numero  nei  varii  archivii,  e  che,  esaminati  paziente- 
mente, svelerebbero  l'orditura  d'  un  lavoro  sapiente,  il  movi- 
mento d' una  vita  operosissima  nel  Governo  ed  insieme  qual- 
che lato  nuovo  nella  vita  della  provincia. 

Non  v'ha  ramo  di  pubblica  amministrazione,  non  interesee 
appunto  nella  vita  della  provincia,  dei  quali  T  Archivio  Gene- 
rale non  sorbi  traccie  e  ricordi. 

n  Secretano  alle  voci  ci  ah.  il  nome  dei  pubblici  rappre- 
sentanti che  tennero  per  secoli  il  governo  dell'Istria.  Indipen- 
dentemente poi  da  questa  serie,  che  incomincia  soltanto  nel- 
l'anno 1349  ed  ha  alcune  interruzioni,  sappiamo  che  in  sul  ca- 
dere del  secolo  XIII  è  stato  Capitano  del  Paisenatico  aS.  Lorenzo 
un  Marino  Falier  forse  lo  stesso  che  poi  come  doge  ebbe  in- 
felicissima fine.  Sappiamo  pure  che  Andrea  Dandolo,  lo  sto- 
rico, prima  di  esser  doge  a  Venezia,  fu  podestà  di  Trieste 
(1334)  e  che  il  doge  Pietro  Gradenigo,  famoso  per  la  Ser- 
rata del  Maggior  Consiglio,  è  stato  podestà  e  capitanio  di  Capo- 
distria due  volte  (1280  e  1289),  a  tacere  dei  dogi  Giovanni  e 
Francosco  Dandolo,  Bertuccio  e  Giovanni  Gradenigo  che  fti- 
rono  anch'  essi  podestà  e  capitani  dì  Capodistria  negli  anni 
1279, 1321, 1325, 1328, 1336  e  1352.  —  Il  Sardo  alla  scrittimi  e 
^Inquisitori  alP  amministraziwie  dei  pubblici  ruoli  serbano  i 
nomi  di  quelli  che  trattarono  le  armi  per  la  difesa  e  1'  onore 
della  repubblica;  —  i  Deputati  ed  Aggiunti  aila  procvision  del 
denaro  e  i  ProPteditori  sopra  Camere  ci  danno  conto  specializ- 


-  850  - 

zato  e  localizzato  del  denaro  pubblico,  delle  imposte  e  deUe 
spese,  e  sono  ricchi  di  dati  statistici  in  molti  rami  della  pub- 
blica amministrazione  anche  per  T Istria;  —  i   ProvvedHori 
sopra  fefudi  ci  spiegano  Torigine,  V  estensione,  la  natura  varia 
dei  feudi  istriani  e  dei  titoli  annessivi  ;  i  Deputati  ed  Aggiunti 
sopra  Monasteri  ci  svelano  gPinteressi  e  la  vita  di  molte  comu* 
nità  religiose  della  provincia;  i  Proweditori  alla  sanità  c^ìnse- 
gnano  provvedimenti  che  meritano  studio  ;  —  i  Profweditofi 
alla  Camera  dei  con/Ini  ci  fanno  assistere  a  lunghe  e   sottiU 
contestazioni  per  boschi,  acque,  pesche  e  confini  a  Trieste  e 
Muggia,  nel  territorio  di  Capodistria,  a  Castelnovo  dal  Carso, 
a  S.  Servolo^  a  Popecchio,  nel  territorio  di  Raspo,  a  Zumesco, 
a  Grimalda,  a  Grisignana,  a  Pisino,  in  Antignana,  a  S.  Lo- 
renzo, a  Carsano  e  Sumber  di  Àlbona,  nella  valle  dell^Arsa, 
a  Barbana  e  Castel  Rachelle,  e  ci  mettono  sott^occhio  docu- 
menti antichissimi,  ricchi  di  nozioni  storico-locali  ed  etnogra- 
fiche :  fra  questi,  il  testo  latino,  e  la  vecchia  traduzione  italiana 
della  ricognizione  dei  confini  solennemente  faitta  in  tutta  la 
provincia  durante  il  secolo  XIII  tra  il  patriarca  Raimondo,  e 
il  Conte  d'Istria  Alberto.  —  I  Provveditori  aUe  legne  e  ai  boschi 
in  generale,  e  i  Deputati  atta  vaile  e  bosco  di  Montana  in  par- 
ticolare ci  mostrano  V  importanza   dei  boschi  e  del  legname 
dell'Istria  ;  —  I  Provveditori  alle  biave  ci  dicono  dei  fondachi 
e  delle  pubbliche  sovvenzioni  e  prestanze  fatte  all'Istria  nelle 
frequenti  sue  calamità;  —  i  Provveditori  al  sai  ci  danno  lo 
stato  delle  saline  di  Pirano ,  di  Capodistria ,  di  Muggia,  il 
prodotto  e  il  commercio  dei  sali;  i  Provveditori  sopra  agli  ci 
mostrano  il  prodotto,  il  consumo,  e  il  commercio  dell^olio,  e 
lo  stato  degli  oliveti.  Nelle  Relavmii  dei  pubblici  rappresentanti 
troviamo  la  corografia  e  la  popolazione  della  provincia,  e  lo 
stato  della  laguna  di  Capodistria,  come  troviamo  nozioni  sulle 
scuole  laiche,  sui  fondachi,  sui  monti  di  pietà,  sulla  pubblica 
istruzione,  sui  dazi,  sulle  camere  fiscali,  sui  banditi,  sui  con- 
trabbaudi,  sulle  ceraide^  sulle  gelosio  e  gare  con  Trieste,  e  su 
molte  e  molte  altre  particolarità.  La  serie  dei  Slndicati  giova 
a  confermare  e  chiarire  molte  delle  vicende  già  enumerate  di 


guerre,  paci,  trattati;  le  Commissioni,  specialmente  le  prime 
che  sono  del  secolo  XIII  e  del  principio  del  XIY,  ci  illumi- 
nano intorno  alla  trasformazione  e  al  passaggio  dal  sistema  pa- 
triarchino  al  veneto.  Gl'Inquisitori  e  Provveditori  straordinari 
colle  loro  Terminazioni,  e  Redole,  sparse  specialmente  nelle 
Filze  de!  Senato  mar  e  Rettori,  ci  mettono  sott'occbio  abusi 
e  disordini  che  si  riproducevano  troppo  spesso  nell'ammini- 
strazione dei  Comuni,  degli  Ospitali,  delle  Scuole  laiche,  dei 
Fondachi,  dei  Monti,  e  i  rimedii  che  vi  si  applicavano.  Nei 
Consultori  in  jure ,  si  trovano  non  pochi  consulti  sulle  cose 
dell'  Istria,  toccanti  a  chiese,  scuole,  beneficii  e  simili.  Molte 
cose  riguardanti  il  commercio,  le  strade,  le  industrie,  la  navi- 
gazione, le  arti,  si  trovano  nel  vasto  e  importante  archivio 
dei  Cinque  Savii  alla  mercanzia.  L'Archivio  del  S.  Ufficio  ci 
dà  ben  161  processi,  molti  dei  quali  appena  iniziati  e  di  po- 
chissima entità,  ma  alcuni  completi,  e  meritevoli  di  attenta 
meditazione.  Porremo  tra  questi  il  processo  contro  Baldo  Lu- 
petino  di  Albona  parente  del  famoso  Mattia  Flacio,  per  lutera- 
nismo, e  una  ben  copiosa  raccolta  di  memorie  e  costituti  ap- 
parecchiati contro  il  Vescovo  Pietro  Paolo  Vergerlo  di  Capo- 
distria,  e  contro  quelli  che  si  sospettavano  suoi  aderenti  e  affi- 
gliati di  Capodistria  e  di  Pirano  specialmente.  Nella  Procura- 
Ha  de  sìtpra  si  trovano  carte  di  amministrazione  dell'Abbazia 
di  S,  Maria  di  Cannetto  di  Pula,  beneficio  dipendente  dalla  ba- 
silica di  S.  Marco.  Nella  serie  Serenissima  Signoria  Fisco-pro- 
cessi trovansi  antichi  e  preziosi  documenti  circa  le  contee  di 
Orsera,  di  S.  Michele  di  Leme  e  di  altri  feudi.  Nella  Cancel- 
leria inferiore  si  trova  il  catastico  delle  chiese,  delle  scuole 
dei  benefici  dell'isola  di  Veglia,  nonché  processi  e  notizie  re- 
lative a  iuspatronati  ecclesiastici,  monasteri,  conventi,  monti 
di  pietà  ecc.  Esiste  poi  separato  un  codice  del  1471  de  le  an- 
tiqv4  jurisdiction  de  la  isola  de  Vegla,  nel  quale  sono  assai  mi- 
nutamente narrati  i  casi  della  città  e  dell'isola  sotto  il  dominio 
dei  Frangipani,  e  la  loro  esautorazione.  —  Negli  Archivi  dei 
Monasteri  di  S.  Giorgio  maggiore,  di  S.  Nicolò  del  Lido,  di 
S.  Matteo  di    Murano  e   dì  altri,  trovansi  le  indicazioni  dei 


terreni  e  dei  diritti  che  avevano  in  Istria,  coi  relativi  istro- 
menti  ed  altri  atti  antichissimi.  Nell'archivio  del  Ckmstglio  dei  X 
esistono  molte  buste  di  processi  criminali  trattati  per  delega- 
zione dai  Conti  provveditori  di  Fola,  dai  Capitani  di  Raspo,  e 
dai  Podestà  e  Capitani  di  Capodistria ,  a  tacere  delle  molte 
notizie  importanti  e  peregrine  che  potrebbersi  ricavare  dal- 
I  l'esame  paziente  delle  lunghissime  serie  delle  comumcmimi 
\  lette  al  Seiiafo,  e  non  ktte^  e  dalle  LeUere  del  Consig-lio  e  dei 
Capi  0  a  loro  dirette  —  nelle  serie  comuni,  sotUìScritte,  non  sot- 
toscritte, sex^rete,  criminali,  ecc. 

Non  procediamo  piìi  oltre,  perchè  quanto  abbiamo  espo- 
sto 6n  qui  intorno  alle  fonti  delle  cose  istriane,  sarà  sufficiente, 
speriamo,  e  a  mostrare  anche  da  questo  lato  la  ricchezza  del- 
l'Archivio  Generale  Veneto,  e  a  guidare  le  ricerche  di  chi 
vorrà  addentrarsi  nella  storia  interessante  di  cotesta  provincia 


4 


MmiMf^ 


m. 


DELLE  FONTI  PER  LA  STORIA  DEL  TRENTINO 


NEGLI    ARCHIVI    DI   VENEZIA, 


BI  MIC  CARDO  PREBBlilil. 


Ristretto  per  confini,  ma  importante  in  ogni  tempo  per 
la  sua  posizione  fd  quell^  alpestre  paese  che  come  cono  s^  a- 
vanza  a  dividere  a  settentrione  la  veneta  dalla  pianura  lom- 
barda, il  Trentino,  chiave  fortissima  d^  Italia,  serrato  al  nord 
dalla  naturai  barriera  dell^Alpi,  e  per  esse  diviso  dalla  Ger- 
mania. 

La  sua  posizione  doveva  in  ogni  tempo  eccitare  i  desiderii 
di  chiunque  aspirasse  ad  un  sicuro  dominio  dell^  ampia  valle 
del  Po,  e  quindi  specialmente  di  Venezia. 

Donde  rari  e  dì  poca  entità  dovettero  essere  i  rapporti  fra 
la  Republica,  i  vescovi  ed  altri  signori,  che  quali  grandi  e 
piccoli  feudatari  dell'  Impero  Romano  Germanico  dominarono 
nell'  attuale  provincia  di  Trento,  finché  i  territori  della  prima 
e  dei  secondi  furono  separati  da  vaste  regioni  soggette  ad 
altri  principi,  e  finché  Venezia,  quasi  estranea  alle  cose  dell'I- 
talia superiore,  aveva  diretto  la  sua  politica  a  rendersi  padrona 
deir  acque  estendentisi  fra  le  coste  dell'Adriatico,  del  mar  d'A- 
zow,  della  Siria  e  dell'Africa. 

Esaminando  invero  i  documenti  di  que'  tempi  non  trovia- 
mo che  fuggevoli  menzioni  di  Trento  e  delle  terre  da  quella 

città  dipendenti,  e  tutte  relative  a  faccende  che  concernono  il 

d8 


aocu- 

iwtAnM     I 
'ìttìÓl 

ciliare^ 
orse 

309" 


diritto  e  gli  affari  dei  privati,  anziché  il  vero  diritto  di  Sta 
lì  LiÒer  plegifMiiM,  (il  più  antico  registro  d'atti  uffiziali  "veiu 
che  sia  giunto  fino  a  noi),  nota,  ad  esempio,  due  concessioni  i 
Trentini  per  esportazione  di  merci  [1223  e  1^6,  carte  3  e  47Ì 
il  diritto  di  rappresaglia  decretato  a  favore  di  un  Miani  contv 
i  sudditi  dei  vescovo  Gerardo  I,  debitore  di  quello  (1226,  cai 
47  t);  ed  a  favore  di  un  altro  veneziano  che  non  aveva  potete 
ottenere  giustizia  dallo  stesso  prelato  (1228,  carte  97),  docu- 
mento quest'  ultimo  non  privo  d' interesse  per  cii'costa 
locali. 

Ma  quando  Venezia,  conseguita  quella  potenza  marittìffl 
che  fii  la  sua  più  fulgida  gloria,  cominciai  ad  immiscliiarBi 
negli  affari  dei  vicini  Stati  di  terraferma,  e  ad  aspirare  forse 
per  necessità  a  grandezza  di  potenza  terrestre,  i  rapporti  di  1* 
col  Trentino  divennero  ognora  più  frequenti,  quantunqa 
restassero  ancor  a  lungo  in  un  ordine  inferiore. 

Troviamo  infatti  che  il  Governo  Veneto  nel  luglio  1309' 
(lettere  di  Collegio  1308-10  carte  65-66)  impetrava  dai  Ri- 
tenti signorotti  della  Val  Lagarina  il  permesso  pe!  passaggio 
di  truppe  arruolate  per  la  guerra  di  Ferrara  ;  nel  IL  volume  dei 
Commemoriali  ci  occorrono  parecchi  documenti  relativi  ad  un 
deposito  di  danaro  fatto  nella  Procuratia  di  S.  Marco  da  Gu- 
glielmo di  Caetelbarco,  (1317-1321,  carte  7,  64,  100,  109); 
nel  IV.  volume  della  stessa  collezione  altri  atti  concernenti 
l'abrogazione  di  rappresaglie  decretate  contro  i  Trentini  (1357, 
carte  108-110);  nelle  Smthm  secreie  del  Collegio  1354r«4, 
(carte  101  t.)  una  lettera  del  febbraio  1363  con  cui  Bod(^  ' 
duca  d'Austria  chiede  soccorsi  contro  Francesco  da  Carran, 
usurpatore  di  beni  delle  chiese  d' Àquileia  e  di  Trento,  delle 
quali  il  duca  era  avvocato. 

Venuta  poi  la  Repubblica,  prima  per  le  guerre  M^li  Sca- 
ligeri e  poscia  coi  Carraresi,  in  possesso  dei  territori  limitrofi 
al  Vescovado,  e  spinta  dalla  fortuna  a  bramar  di  allargare 
ognor  più  il  proprio  Stato,  le  sue  relazioni  con  quello  si 
fecero  più  intime  e  più  seguite.  Già  nel  febbraio  1405  essa 
concludeva  un  trattato  coi  Signori  delle   Valli  Lagarina  e 


I 


I 


Sugana  affine  dì  esserne  coadiuvata  neir  acquisto  di  Verona 
(Commem.  X,  1)  ;  e  presa  quella  cittìi,  il  Vescovo  tridentino 
chiedeva  per  legati  risarcimento  di  danni  che  asseriva  deri- 
vatigli dalla  veneta  conquista  (16  luglio  1405;  deliberazioni 
secrete  del  Senato,  II,  125  t.].  Noi  1406  Venezia  domandava 
al  Vescovo  stesso  e  al  duca  d' Austria  conte  del  Tirolo,  che 
tenessero  aperte  e  sicure  le  strade  conducenti  in  Germania 
(dette,  m,  1). 

Intanto  sorgeva  nel  Tirolo  un  emulo  formidabile  ai  futuri 
ingrandimenti  di  Venezia  da  quella  parte.  Federico  duca  d'Au- 
stria, aspirava  alla  signoria  del  Trentino,  e  per  giungervi  co- 
minciava collo  ecalzare  il  potere  del  vescovo,  ribellandogli  il 
paese.  Questo  prelato,  forse  prevedendo  la  tempesta,  procurò  di 
tutelarsi  da  ogni  atto  ostile  da  parte  (li  Venezia,  ma  con  poco 
successo,  che  il  Senato  rispose  con  buone  parole  ai  suoi  messi 
(1406,  luglio  e  settembre;  dette  ITI,  31  e  38),  probabilmente 
per  mantenersi  libera  azione  a  conseguire  i  propri  fini.  I 
quali  appariscono  chiaramente  dalle  istruzioni  segrete  che  si 
diedero  a  Paolo  Lion,  mandato  in  Valsugana  presso  Siccone 
di  Caldonazzo,  onde  d' accordo  con  costui  mantenesse  viva 
la  rivolta  seguita  in  Trento  contro  il  Vescovo;  dagli  ordini 
dati  ai  rettori  di  Padova,  Vicenza  e  Verona  di  tener  pronte 
truppe  ai  cenni  del  Lion  ;  e  dalla  deputazione  al  Collegio  degli 
ulteriori  relativi  provvedimenti  (1407,  febbraio  e  marzo;  dette 
m,  38  e  53  t). 

D'altra  parte  Venezia  intavolava  negoziazioni  coi  conti 
d'Arco  per  l'acquisto  di  Riva  (dette  III,  64).  riceveva  sotto 
la  sua  protezione  Azzoue,  Francesco  e  Guglielmo  di  Castel- 
barco,  signori  nella  Valle  Lagarina  (17  marzo;  Commem.  X, 
39  t,),  e  nel  maggio  seguente  stringevasi  in  lega  col  duca 
Federico,  col  quale  aveva  comuni  gli  scopi  (Del  Secr.  HL, 
65  t.  e  Commem.  X,  39). 

Questa  comunanza  però  doveva  tosto  o  tardi  rompere 
la  male  assortita  unione;  infitti  postosi  sotto  la  protezione 
della  Repubblica  Vinciguerra  d'Arco  (Commem.  X.  45),  essa 
chiose  tosto  al  duca  la  restituzione  d'un  castello  da  lui  occu- 


■Bb. 


-  366  — 

pato  a  quello  (Del.  Secr.  Ili,  67  ;  giugno  9)  ;  e  nel  settembre 
spediva  aiuti  d' armati  al  suo  protetto  per  ricuperare  il  ca- 
stello di  Drena  (Senato  Misti  XLYII,  141  t.).  Ben  mostraya 
Venezia  di  star  ligia  ai  trattati,  e  spediva  a  Trento  oratori 
per  comporre  le  liti  fra  i  ducali  ed  i  signori  delle  Valli  La- 
garina  e  Sugana  (detti,  146  :  e  Del.  secr.  Ili,  83}}  ma  abor- 
tivano i  tentativi  di  conciliazione,  il  duca  pretendeva  sotto- 
mettere i  baroni,  e  voleva  gli  prestassero  giuramento  di  fedeltà 
in  onta  ai  legami  che  li  stringevano  alla  Republìca;  onde 
questa  per  proteggerli  spediva  nella  Val  Lagarina  im  amba- 
sciatore con  ufficio  di  provveditore  (22  gennaio  1408}. 

Trento  in  questo  mezzo,  imprigionato  il  vescovo,  s'era 
eretta  in  municipio  sotto  il  governo  d^  un  suo  cittadino,  Ro- 
dolfo Bellenzani,  il  quale,  vedendo  forse  di  non  potersi  soste- 
nere a  lungo,  offriva  la  sua  patria  a  Venezia;  e  il  Senato, 
sperando  di  avere  con  più  vantaggio  e  più  sicuramente  la 
città  da  Federigo,  che  pare  avesse  saputo  lusingamelo,  tenne 
a  bada  il  Bellenzani  (Del.  Secr.  IV,  36;  luglio  1409);  e  il 
duca  poi  sorti  con  tali  pretese  cbe  non  poterono  essere  ac- 
colte (dette,  86;  dicembre). 

Federigo  non  rinunziava  alle  sue  esigenze  verso  i  signo- 
rotti del  Trentino,  e  moveva  guerra  a  quelli  di  Caldonazzo. 
pretendendo  più  che  mai  il  voluto  giuramento.  Venezia  spe- 
diva da  una  parte  al  duca  per  rimovcrlo  dallo  sue  intraprese 
(Commissioni  secr.  di  Collegio  1408-13,  passim  ;  e  Sen.  Misti 
XLVIII,  148)  ;  dair  altra  mandava  ai  baroni  perchè  stessero 
fermi  nei  loro  propositi  (1410  marzo  e  dicembre,  Sen.  Misti 
XLVIII,  131  e  199,  e  Commiss.  cit.  36);  cercava  di  dissua- 
dere i  conti  d'  Arco  dall'  accostarsi  al  duca,  al  che  mostra- 
vano inclinazione,  e  persistendo  poi  quest'  ultimo  nelle  sue 
pretese,  inviava  aiuti  d'  armi  a  coloro  che  seguivano  i  di  lei 
consigli  (Sen.  Misti  XLIX,  25;  giugno  1411),  protestandosi 
però  sempre  amica  dell'Austriaco,  ma  persistendo  nel  voler 
rispettati  i  propri  aderenti. 

Uno  dei  più  fidi  fra  questi,  Azzone  Francesco  di  Castel- 
barco,  moriva  nel  1410,  raccomandando  alla  Ropublica    V  u- 


riico  suo  figlio  EttLirc,  e  sostilueiidula  nella  succi^ssioue  a  co- 
stui nel  caso  eh'  ei  venisse  a  mancare  senza  prole  (Comracm. 
XX,  32  t.);  ciò  accadde  infatti  nel  1411,  e  Venezia  occupò 
tosto  i  beni  così  ereditati,  cioè  lo  terre  di  Ala,  Avis  e  Bren- 
tonico  con  altri  luoghi  minori,  e  li  occupò  tanto  più  volen- 
tieri in  quanto  che  col  mezzo  di  essi  poteva  opporre  valido 
argine  alla  politica  di  Federico  ed  alle  eventuali  incnrsioni 
nel  Veneto  di  Sigismondo  re  d'  Ungheria,  col  quale  allora 
ardeva  la  guerra  pei  possedimenti  della  Dalmazia.  Al  governo 
delle  terre  ereditate  si  spediva  Frignano  da  Sesso  (Commiss, 
cit.,  19  settembre  1411);  si  confermarono  ad  esse  gli  statuti 
e  si  accordarono  privilegi  (Pacta  VII,  22  t.);  si  provviddo  al 
riattamento  dello  fortificazioni  (Seii.  Misti  XLIX,  64),  e  si 
decretò  onorifico  trattamento  alla  vedova  del  benefattore  {Pacta 
VII,  23  t). 

Allo  scopo  perft  di  proteggere  dalle  offese  dell' Austriaco 
gli  altri  raccomandati,  si  spedirono  loro  aiuti  di  armati,  e  si 
mandò  provveditore  a  Beseno  Andrea  Gradenigo  onde  ve- 
gliasse alla  difesa  dei  luoghi  senza  immischiarsi  nell'  ammi- 
nistrazione (Commiss,  cit.  92).  E  così  le  nimistà,  or  latenti  or 
palesi,  fra  Venezia  e  il  duca,  durarono  fino  all'agosto  del  1413, 
nel  quale  furono  concluse  fra  i  due  le  tregue  quinquennali 
(Commem.  X,  131). 

Fra  i  castellani  della  Valle  Lagarina  invitati  a  riceverò 
ne'  loro  possedimenti  i  soccorsi  veneti,  Aldrighetto  di  Castel- 
barco  signore  di  Lizzana  e  di  Rovereto  si  mostrò  recalcitrante 
alla  protezione  che  gli  si  voleva  imporre;  anzi  dava  ricetto 
ai  ribelli  della  Repubblica,  chiudeva  i  passi,  e  imponeva  dazii 
sull'Adige  ai  legnami  cbc  si  conducevano  a  Verona;  laonde 
Venezia  decretava  (11  sett,  1414,  Del.  Sec.  VI,  Il  t.)  ìl  seque- 
stro dei  di  Ini  beni  nel  Veronese  ;  ma  per  allora  non  si  pro- 
cedette più  in  là,  probabilmente  perete  accarczzavasi  il  pen- 
siero d'una  lega  con  Federigo,  presso  il  quale  la  Repubblica 
si  giustificava  dell'accusa  di  aver  soccorso  gli  assediati  di  Ca- 
stel Ivano  (dette  20  t) 

In  questo  frattempo  si  rinnovò  il  trattato  di  aderenza  con 


Guglielmo  di  Castclbarco  (fcbb.  1415  ;  dtrtU',  30  t..)  ;  si  cercò  d 
ottenere  luoghi  e  fortilizi,  tenuti  dagli  austriaci  nel  Trentino, 
in  pegno  di  prestiti  in  danaro  (dotte,  55,  5r>,  61  e  69)  ;  si  rinno- 
varono i  patti  di  raccomandazione  coi  signori  di  Ivano  e  Castel- 
nuovo  ed  i  fedeli  di  Castelbarco  (Commem.  X,  189  t,  ;  febb. 
1416)  ;  si  cominciò  ad  immischiarsi  negli  affari  dei  signori  delle 
valli  occidentali,  i  Lodron  e  gli  Arco  (Del.Secr.  VI,  88  t.);  e  ei 
intavolarono  pratiche  per  un'alleanza  con  Federico  (dette,  96  t.), 
le  quali  però  abortirono. 

Quest'  ultimo  mandava  a  Venezia  un  suo  oratore  per  aver 
soccorsi  contro  il  duca  Ernesto  ed  il  re  dei  Romani,  a  per  la- 
gnarsi di  danni  recati  ad  Aldrighetfo  di  Rovereto  da  Mar( 
bruno  dì  Beseno,  protetto  della  Signoria,  la  quale  offriva  la  e 
mediazione  per  comporre  le  cose  tra'  principi,  o  giustifica» 
Marcabruno  promettendo  di  tenerlo  entro  i  limiti  della  semplice 
difesa  de'  suoi  diritti  {dette,  110  t.  ;  luglio  1416).  Aldrigh« 
però  non  si  chetava,  ed  il  Senato  ordinava  ai  rettori  di  Veroni 
di  spedir  genti  al  signore  di  Beseno  per  aintarlo  a  riacquistai 
le  terre  occupategli  dal  primo  (15  sett.  e  6  ott.,  dette  116  e  118)^^ 
e  pensava  ad  afforzare  la  Val  Lagarina,  avendo  saputo  che 
il  duca  assisterebbe  di  buon  nerbo  il  suo  protetto  {dette,  118  t), 
mentre  rispondeva  agli  oratori  ducali  esst'r  Venezia  disposta 
alla  pace,  ma  volere  che  il  turbolento  signorotto  desistesse  dalle 
sue  intraprese  {dette,  119  t.  e  121 1.). 

S^piiroDO  movimenti  di  truppe,  scaramuccie  e  trattative 
(dette  122 1^  133, 124,  e  Commem.  X,  204)  che  finirono  colla 
cone^Da  del  castello  di  Rovereto  ai  veneti,  restando  ad  Aldri- 
ghetto  la  terra  (DeLSecr.  VI,  125,1, 128, 129, 136;  dio.  1416. 
marzo  1417)  e  dopo  varie  negoziazioni  si  riconfermaroDo  le  tre- 
gne  quinquennali  col  Duca  (Commem.  X,  215;  18  marzo). 

Aldrighetto  però  subiva  a  malincuore  le  condizioni  impo- 
stegli, si  arrabbattava  per  riavere  il  suo  castello,  e  conduce- 
vasi  a  Federigo  ed  al  re  d'Ungheria  per  ottenerne  l'appoggio. 
La  veneta  Signoria  poneva  in  buon  assetto  la  rocca  occu- 
pata e  vi  mandava  rinforzi  ;  stabiliva  d' impadronirsi  di  Ro- 
vereto colla  forza  {Del.  Secr.  VI,  138  t.  e  140;  marzo-aprile 


—   359    - 

1417),  inamlaiido  truppe  a  darò  il  guasto  allu  terre  del  barone 
nemico,  a  prendere  i  luoglii  di  Frataglia  e  di  Nomi  (  dette 
151  t.  e  152  t.  ;  luglio)  ;  o  respingeva  le  proposte  di  accomoda- 
mento messe  innanzi  dal  vescovo  tridentino  (dette,  153).  E  qui 
nuovi  combattimenti  e  negoziazioni  [dette,  177  e  177  t.);  Ve- 
nezia conseguiva  Rovereto,  vi  mandava  proprio  podestà  (Com- 
missioni VI,  6),  e  così  piantava  saldamente  la  sua  dominazione 
nel  Trentino. 

Troppo  maggior  spazio  e  tempo  occuperebbe  la  rassegna 
dei  fatti  posteriori  risguardanti  quella  provincia,  ai  quali  vien 
luce  dai  documenti  veneti,  se  volessimo  continuarla  nella  pro- 
porzione fin  qui  seguita.  Reputammo  opportuno  il  diffonderci 
per  dimostrare  quanto  profitto  possa  trarsi  dalle  sole  carte  ve- 
neziane, per  la  storia  di  quell'estremo  lembo  d'Italia,  e  come  dal 
loro  esame  possano  risultare  notizie  nuove  e  schiarimenti  allo 
cose  già  conosciute. 

Ora  ci  limiteremo  ad  indicare  quali  serie  di  atti  degli  Ar- 
chivi veneti  possano  giovare  ad  una  più  larga  ed  intima  cono- 
scenza dei  l'atti  principali  della  storia  trentina. 

Come  ^^enezia  abbia  stabilito  il  suo  governo  nel  paese, 
i-iaulta  dal  seguito  dei  registri  del  Senato  Misti  e  delle  Deli- 
berazioni Beerete;  dalle  quali  serie,  dai  Commemofìali  e  dai  Sin- 
dicati  apprendiamo  la  politica  tenuta  dalla  Repubblica  per  an- 
nettersi quanto  ancora  restava  in  potere  dei  piccoli  signori  nella 
valle  Lagarina;  le  pratiche  di  essa  per  raggiungere,  se  le 
fosse  riuscito,  il  dominio  della  stessa  Trento,  opponendosi  al 
jKicifico  ritorno  dei  vescovi,  e  co!  cercar  di  renderli  in  qualche 
modo  dipendenti.  Lo  medesime  Deliberazioni,  e  le  Lettere  del 
Collegio  ci  conservarono  il  principio  dei  rapporti  della  Signo- 
ria colla  potente  casa  dei  Lodron,  dominatrice  delle  Giudicane 
inferiori,  sì  benemerita  della  Repubblica  nella  guerra  contro 
le  truppe  di  Filippo  Maria  Visconti  guidato  dallo  Sforza  ;  ed  in 
esse  e  in  tutte  lo  altre  serie  che  hanno  rapporto  cogli  affari  di 
Stato,  troviamo  numerosi  particolari  di  quella  guerra  di  cui  si 
gran  parte  fu  combattuta  nel  Trentino,  e  l' esito  della  quale, 
oltre  ad  aver  raffermato  la  veneta  signoria  sulla  valle  Lagarina, 


rese  sudditi  di  S.  Marco  nel  1440,  Riva,  Turbole,  Nago,  Penede 
e  la  Val  di  Ledro. 

Seguì  a  questi  rivolgimenti  un  periodo  pacifico  abbastanzi 
lungo,  sfruttato  nelFultimare  raccomodamento  col  vescovo  di 
Trento,  che  aveva  parteggiato  pel  Visconti  e  che  pretendeva 
la  restituzione  di  Riva,  e  nel  regolare  V  amministrazione  dei 
paesi  conseguiti  di  fresco  (serie  citate,  specialmente  Còmmemo- 
rialti  Senato  Terra^  e  Misti  del  Consiglio  dei  X). 

Lunghe  contese  arsero  in  que'  tempi  fra  le  case  d'Arco  e 
Lodron,  e  questi  ultimi,  sempre  accarezzati  dalla  Repubblica, 
n'ebbero  valido  appoggio;  come  pure  altra  lite  insorse  fra 
Riva  e  i  d'Arco  per  questioni  di  confine,  acquetate,  non  defi- 
nite dalle  convenzioni  4  agosto  1480  e  27  sett.  1481  {Cammem. 
XVI  e  XVII). 

Non  ci  fermeremo  al  fatto  privato  di  un'  uccisione  perpe- 
trata in  Bergamo  da  famigliari  di  Paride  di  Lodron,  il  cui  pro- 
cesso fii  trattato  dal  Consiglio  dei  Dieci  [Misti^  XXII);  né 
alla  parte  avuta  da  Venezia  nel  comporre  le  vertenze  fra  Si- 
gismondo d'Austria  e  il  vescovo  di  Bressanone  (1462)  ;  né  al 
trattato  di  estradizione  concluso  col  medesimo  duca  ed  esteso 
al  principato  di  Trento  (1466).  Ma  passeremo  all'avvenimento 
forse  più  clamoroso  nei  fasti  della  storia  veneta  nel  Trentino. 

I  duchi  d'Austria,  conti  del  Tirolo,  non  potevano  voder  di 
buon  occhio  il  progresso  di  una  potenza  solida  ed  indipen- 
dente in  paesi  alla  cui  dominazione  essi  aspiravano,  e  sui  quali 
vantavano,  a  torto  o  a  ragione,  diritti,  osercitandovi  da  tempo 
una  certa  influenza.  In  onta  quindi  ai  trattati,  alle  paci  giurate, 
alle  proteste  d'amicizia,  covava  fra  lo  due  potenze  una  sorda 
ruggine  che  lo  induceva  a  pigliare  qualunque  pretesto  por 
danneggiarsi  a  vicenda.  Le  contose  per  ragion  di  confini»  fra 
Riva  e  Torbolo,  e  i  conti  d'Arco,  le  liti  di  questi  coi  Lodron, 
non  ebbero  termine  dalle  convoiizioni;  durava  il  livori*  nogli 
animi,  e  gli  Archosi  sicuri  di  trovar  appoggio  noi  duca  au- 
striaco, a  cui  avevano  giurato  omaggio,  facevano  scorrorio  a 
danno  dei  loro  avversari;  d'  altra  parte  Sigismondo  d'  Austria 
che  allora  governava  in  Tirolo,  sequestrava,  sotto  futili  pretesti. 


certe  mioierp  tenuto  da  cittadini  veneti  nella  valle  di  Pritnioro 
{1484  ;  Collegio  Lettere,  e  Sen.  Del.  secr.),  ed  i  reclami  della 
Repubblica  contro  tali  arbitrii  a  nulla  approdavano.  Per  colino 
lo  stesso  principe  faceva  arrestare  in  Bolzano,  13  aprile  1487, 
tutti  i  mercanti  veneziani  che  si  erano  recati  a  quella  fiera, 
confiscando  loro  le  merci. 

Questo  fatto  die  il  tracollo  alla  bilancia,  e  scoppiò  laguerra. 
Abbondanti  materiali  per  la  storia  di  essa  ci  sono  apprestati 
dal  registro  XXXIII  delle  Deliberazioni  del  Senato  secrete, 
dalle  Lettere  e  dalle  Commissioni  del  Collegio,  dagli  Atti  della 
Curia  Romana,  dalle  Lettere  dei  Capi,  e  dai  Misti  del  Con- 
siglio dei  Dieci,  dal  Registro  X  del  Senato  Terra  e  dal  Voi.  XVII 
dei  Commemoriali.La.  battaglia  di Caliiano,  vinta  dagli  austriaci, 
0  meglio  dai  trentini,  colla  morte  del  condottiero  veneto  Ro- 
berto di  Sanseverino,  pose  fine  alle  ostilità  ;  s'intromisero  il  re 
dei  Romani  fPaUi  snolti^  b.  II,  n.  22)  ed  il  papa.  Sigismondo, 
la  cui  condotta  in  questo  affare  ebbe  la  disapprovazione  im- 
periale, mandava  suoi  commissari  a  Venezia,  la  quale,  consi- 
gliatavi da  affari  più  importanti  che  chiamavano  altrove  la  sua 
attenzione,  segnava  ai  13  novembre  la  pace,  rimettendo  le  que- 
ptioni  pendenti  al  giudizio  di  arbitri,  e  dando  nelle  mani  del 
papa  i  luoghi  in  questione;  i  negoziati  per  l'esecuzione  del  trat- 
tato si  prolungarono  per  qualche  tempo. 

A  titolo  di  curiosità  ci  pare  interessante  un  processo 
per  trattato  dal  Consiglio  dei  Dieci  [Misti,  XXIV)  nel  1489  con- 
tro Mattea  e  Giambattista  di  Collalto,  i  quali  poterono  informare 
Odorico  d'Arco,  partigiano  dell'Austriaco,  delle  più  segrete  de- 
cisioni prese  dalla  RepubbUca  in  occasione  della  guerra. 

Nel  1489  sorgevano  contese  fra  Venezia  e  gli  Austriaci  per 
confini  nel  tenore  di  Lavarone,  e  ne  abbiamo  gli  atti  nei  registri 
XXXIV  e  XXXV  delle  Deliberazioni  del  Senato  Secrete,  nelle 
Lettere  dei  Capi  del  Cons.  dei  X,  e  nelle  Dvcali  ed  Atti  Diploìna- 
tici.  Nelle  quali  serie,  e  in  quelle  del  Senato  Terra  e  dei  Afisti  del 
Cons.  X  si  riscontrano  altri  minori  documenti  relativi  all'  am- 
ministrazione ed  agli  affari  estori,  fino  alla  lega  stretta  nel  1495 
fra  il  papa,  il  re  dei  Romani,  quello  di  Spagna,  Veneaia  e  Mi- 


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laao,  alla  quale  ebbe  gran  parte  Udalrico  vescovo  di  Trento 
come  principale  commissario  di  Massimiliano  (gli  atti  che  la 
concernono  sono  contenuti  nel  voi.  XVIII  dei  Commemoriali), 
e  progressivamente  fino  agli  sforzi  fatti  dalla  Repubblica  per 
impedire  la  discesa  di  Cesare  in  Italia,  da  lei  prima  invocata, 
per  la  qual  cosa  era  specialmente  demandata  ai  rettori  di  Ro- 
vereto la  sorveglianza  sui  movimenti  degli  imperiali  nel 
Trentino. 

Nel  1507  Massimiliano  disponevasi  ad  invadere  il  Milanese 
sotto  colore  di  andar  a  Roma  a  prender  la  corona;  Venezia 
se  ne  adombrò,  donde  provvedimenti,  maneggi,  ordini,  lettere, 
decreti,  istruzioni  non  poche  per  la  provincia  tridentina  (se- 
lie  citate)  ;  poi  venne  la  guerra  combattuta  nel  Friuli  e  nel 
Trentino,  a  cui  seguì  la  tregua  (durata  poco)  combinata  dal  ve- 
scovo di  Trento  e  firmata  presso  Arco  (6  giugno  1508  ;  Com- 
mem.  XIX,  112  t.)  ;  ed  anche  qui  le  scritture  sono  numerose. 

Frattanto  su  Venezia  s^  addensava  la  procella  :  V  infausta 
lega  di  Cambrai  colle  sue  conseguenze  a  tutti  note.  Riva 
ora  ceduta  al  vescovo  di  Trento  (1  giugno  1509,  Del.  secr. 
XLVIl)  e  Rovereto  agli  imperiali  (4  giugno  ;  ibid.).  Le  truppe 
0  i  magistrati  veneti  abbandonavano  il  Trentino,  e  finiva  così 
I)er  sempre  V  ingerenza  diretta  della  Republica  nelle  cose  di 
(juella  provincia. 

Tornando  indietro,  non  tralascieremo  di  accennare  agli 
speciali  riguardi  usati  sempre  dalla  signoria  veneta  alle  fami- 
glie dei  Lodron  e  dei  Castelbarco  che  le  furono  fedeli.  Oltre  le 
provvigioni,  i  privilegi,  le  onorificenze  loro  largite,  che  si  leg- 
gono in  molti  luoghi  dei  Commemoriali  e  delle  diverse  serie 
del  Senato,  ne  troviamo  fatta  menzione  come  di  raccomandati 
e  confederati,  nei  vari  istrumenti  di  leghe,  di  paci  ecc.  stipu- 
late con  potenze  estere  fino  al  1500. 

Non  ommottoremo  di  ricordare  a  questo  proposito  i  repri- 
stri  dei  privilegi  noi  quali  si  annotavano  le  conc(\«5sioni  della 
cittadinanza  veneta  a  forestieri,  sia  per  diritto,  sia  per  onoro, 
nei  quali  registri  dal  1377  troviamo  memoria  di  non  pochi 
trentini. 


Dal  principio  dol  secolo  XVI  in  s(.'fj;uito  i  rapporti  diretti 
della  Republica  Vtìneta  col  Trentino  in  cose  di  Stato  cessarono; 
le  facendo  risguardantì  quel  paese  vennero  quind'  innanzi  trat- 
tate alla  Corte  imperiale  dagli  ambasciatori  veneti,  oppure  a 
(|Ufllla  degli  Arciduchi  d'  Austria,  che  come  conti  de!  Tirolo 
avevano  l' avvocazia  temporale  della  cbiesa  Trentina  ;  e  dalle 
serie  :  Senato  deliberazioni  Scerete, — Corti  e  Rettori^  Esposizifmi 
principi,  e  dispacci  degli  ambasciatori  in  Germania,  si  potreb- 
bero trarre  copiose  notizie  su  personaggi,  su  afiàri  publici,  o 
su  avvenimenti  locali. 

Molte  cose  relative  alla  guerra  rustica,  che  arse  nella  pri- 
ma metà  di  quel  secolo,  si  leggono  nelle  lettere  dirette  dai  ret- 
tori delle  città  venete  confinanti,  ai  capi  del  Consiglio  dei  Dieci  ; 
come  pure  si  trovano  nell'Archivio  Veneto  molti  dispacci,  scrit- 
ture e  documenti  relativi  al  congresso  tenuto  in  Trento  nel 
1534-35,  colla  sentenza  finale  che  sotto  il  nome  di  Senlentia 
tridentina  (17  giugno  1535}  decise  molte  controversie  di  giu- 
risdizione e  di  confine  pel  Tirolo,  pel  Friuli  e  per  l'Istria. 

A  proposito  di  confini  noteremo  cbe  l' archivio  dei  Prov- 
veditori e  Sopraintendente  alla  Camera  dei  confini,  special- 
mente nelle  serie  Belluno,  Brescia,  Verùìia  e  Vicenza,  contiene 
non  picciol  numero  di  scritture  di  varia  importanza,  per  la  sto- 
ria di  Trento;  però  anche  quelle  di  lieve  momento  possono  ser- 
virò alla  storia  di  piccolo  località,  a  stabilire  diritti  territoriali, 
a  spargere  luce  sulla  corografia;  le  carte  risguardantì  i  confini 
sono  coronate  dalle  solenni  ratificazioni,  portanti  la  firma  auto- 
grafa di  Maria  Teresa,  e  dai  trattati  di  Rovereto  del  HSl,  coi 
quali  si  determinarono  i  confini  fra  il  Trentino,  il  Tirolo  e  la 
Republìca.  Questi  documenti  si  trovano  nella  serie  dei  Patti 
sciolti. 

Nel  1545  aprivasi  in  Trento  il  Concilio  ecumenico  che 
ne  prese  il  nome;  Venezia  ebbe  parte  ai  negoziati  diplomatici 
che  lo  precedettero,  e  vi  tenne  suoi  amhasciatori,  e  le  serie  delle 
deliberazioni  dei  corpi  governanti  la  cosa  publica  ci  conserva- 
rono molte  cose  ad  esso  relative.  Tali  scritture  però,  per  quanto 
crediamo,  nulla  possono  apprendere  di  nuovo  su  quella  celebre 


assemblea;  forse  meglio  servirebbero  i  dispacci  degli  amba- 
sciatori stossi,  per  isventura  perduti  '. 

Di  poco  interesse  sono  due  filze  di  lettere  autografe  di  ve- 
scovi trentini  dirette  alla  Signoria  (1623-1796),  conservate 
nella  serie  Lettere  Principi.  Qualche  altra,  precedente  per  epoca 
alle  suddette  è  compresa  nella  serie  delle  Lettere  ai  Capi  dd^ 
Consiglio  dei  X,  e  fra  queste  alcune  dei  celebri  prelati  Clesio 
Madrnzzo. 

Per  ci6  che  riguarda  il  commercio  di  Venezia  col  Tren- 
tino e  colla  Germania  per  la  via  di  Trento  nei  tre  ultimi  secoli^ 
larga  messe  ci  offrono  Tarcbivio  dei  Cinque  Savi  alla  mercan- 
zia, e  quello  dei  Provveditori  alle  biave.  Nei  notatorii  del  Col- 
legio sono  registrate  non  infrequenti  concessioni  fatte  ai  Ve- 
scovi di  Trento  per  esportazioni  di  merci  dal  Veneto. 

Sono  questi  i  principali  (atti  della  storia  antica  di  una  pro- 
vìncia che  può  trovare  negli  Archivi  Veneti  nuova  illustrazione. 
Lo  desideriamo  vivamente  pel  progresso  degli  studii  e  per  onore 
della  patria  italiana. 


-^^VUUVVX/UIJIJVIA* 


<  V.  U  libro  del  Big.  Cav.  Armando  Bascbet:  Journal  du  Coneite  de  Trettte 
redige  par  un  Secrétaire  VénltioD  présent  sux  seBslona  de  1562  à  1563,  et 
pablié  avec  d' antres  documenta  dlplomatlquea  relatjb  à  la  misBÌoa  dea  Am- 
baasadeurs  de  France  au  Concile.  Paris,  Henri  Plon  1B70. 


PARTE  SECONDA. 


I. 


ANDAMENTO  DELL'UFFICIO 


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ANDAMENTO  DELL'  UFFICIO. 


1.  L'UflScio  si  regge  tuttora  mediante  uno  Statuto  o  Re- 
golamento publicato  dal  Governo  Austriaco  *  sulla  fine  del- 
l' anno  1 864  —  e  alcune  norme  od  ordini  interni,  fatti  cono- 
scere dalla  Direzione  agli  officiali,  da  essi  sottoscritti,  e  copiati 
in  un  registro  detto  delle  Normali^  custodito  nella  Sezione  I. 
slorico-dtplomaiica. 

2.  Il  personale  deir Archivio  è  ripartito  come  segue  : 

Direttore  ; 
Caposezione. 
Sezione     I.  Storico-diplomatica; 
»         IL  Amministrativa; 

»       HI.  Protocollo,  Ufficio  di  Spedizione  ed  Economato. 
Spettano  al  Caposezione  la  sorveglianza  disciplinare  del 
personale  ;  il  provvedere  allo  Studio  ;  la  subdirezione  dei  lavori 
di  ordinamento  ;  e  la  prima  revisione  degli  atti  di  Ufficio. 

3.  Esistono  neir  Ufficio  quattro  protocolli  : 

aj  della  Direzione  o  Presidenza  ; 
hj  dell'  Ufficio  propriamente  detto  ; 
cj  della  Sezione  I. 
dj     »         »     II. 

4.  Le  lettere  che  pervengono  air  Archivio  da  parte  degli 


*  Il  Regolamento  e  P  organizzazione  deir  Archivio  Generale  furono  ap- 
provati con  Risoluzione  dell'  Imperatore  d'Austria  Francesco  Giuseppe  I.  4 
ottobre  1864,  comunicata  alla  ex  I.  R.  Luogotenenza  con  dispaccio  80  detto, 

K.  6927  del  Ministero  di  Stato. 

24 


-  370  - 

Uffici  Regi,  dai  Municipi,  dai  Corpi  morali  e  da  persone  pri- 
vate, aperte  dal  Direttore,  o  da  chi  ne  fa  le  veci,  si  fanno  regi- 
strare secondo  la  loro  qualità  nel  protocollo  presidenziale^  o  in 
quello  generale^  e  vengono  consegnate  ai  dirigenti  le  due  Se- 
zioni, che  le  distribuiscono  agli  officiali  ;  o  sono  affidate  dal 
Direttore  ad  alcun  altro  di  essi. 

5.  Le  regole  che  si  osservano  nella  registrazione  degli 
atti  fprotocollazionej  nelle  note  di  esaurimento^  nella  classifica- 
zione archiviale,  nella  cùpia  e  spedizione  di  essi,  sono  quelle  me- 
desime che  vigevano  sotto  il  Governo  Austriaco,  comuni  anche 
adesso  a  tutti  gli  Uffici  delle  provincic  venete. 

In  una  rubrica  o  registro  delle  materie,  si  notano  il  tìtolo 
deir  Ufficio,  0  il  cognome  e  il  nome  delle  persone  che  hanno 
diretto  o  presentato  una  lettera  o  una  istanza  ;  V  oggetto  di  essa; 
il  numero  del  protocollo  generak  assunto  dalF^^  od  esibito;  e  la 
cifra  àQÌ  fascicolo^  o  marca  di  Archivio  che  gli  venne  assegnata. 

6.  Le  istanze  presentate  al  Direttore  da  persone  studiose 
affine  di  venir  ammesse  nella  Sala  di  Studio  a  leggere  o  a  fcr 
copia  od  estratto  di  alcuni  determinati  volumi,  filze  o  carte 
sciolte,  —  vengono  registrate  nel  protocollo  della  Direzione, 
passate  al  visto  delP  Ispettore^  che  ne  prende  nota,  e  che  am- 
mette alla  Sala  di  Studio  la  persona  che  ne  abbia  ricevuto 
licenza. 

7.  L' ispezione  nella  Saia  di  Studio  (per  la  quale  fu  stabi- 
lito un  regolamento  particolare  qui  unito)  viene  eseguita  a 
turno,  dagli  officiali  della  Sezione  L  II  Caposezione  o,  in  di  lui 
mancanza,  il  dirigente  la  Sezione  L  provvede  alle  domando 
degli  studiosi. 

I  volumi,  filze,  ruotoli,  carte  ecc.  vengono  da  esso  conse- 
fonate  a\V  Ispettore^  che  le  registra  in  un  foglio,  al  quale  il  Di- 
rettore appone  il  suo  mfo,  e  lo  studioso  la  propria  firma,  in 
prova  di  ricevuta.  In  altro  registro  T  Ispettore  scrivo  il  cogno- 
mi^ degli  studiosi  che  frequentarono  la  Sa/<r^  o  V'  ])resen:e. 

8.  NcirArcliivlo  si  tengono,  a  cura  di  un  officiale,  Ie:ioììi 
di paìeogrqfìa^  e  (juando  il  ninnerò  degli  allievi  lo  comporta, 
anche  Letlvre  di  Storia  Veneta, 


-  871  - 

In  un  Regolamento  speciale  sono  indicate  le  discipline 
colle  quali  deve  reggersi  la  Scuola,  e  il  modo  dell'  insegna- 
mento. 

9. 1  dirigenti  le  Sezioni  L  e  IL  presentano  al  Caposezione 
in  ciascuna  settimana  una  relazione  dei  lavori  eseguiti  da  essi, 
dagli  officiali,  dagli  allievi  e  dai  volontari  della  Sezione  rispet- 
tiva ;  una  relazione  mensile  è  presentata  al  Direttore  dal  Ca- 
posezione; ed  una  complessiva  alla  fine  del  1.  a  2.  semestre  di 
ogni  anno,  dal  Direttore  al  Ministero. 


n. 


Statistica  delle  domande  per  trasmissione  o  copia  di  carte 
antiche  e  moderne,  dirette  al  R.  Archivio  Generale  di  Venezia 
dagli  Uffici  Regi  o  da  persone  private. 

AVVERTENZA. 

I  numeri  delle  domande  od  atti  di  materia  amministrativa 
regiirtrati  nei  protocolli  della  Direzione  e  delle  due  Sezioni,  non 
possono  fornire  un  concetto  esatto  della  quantità  reale  delle 
ricerche. 

Un  atto  0  un'  istanza  in  generale,  comprende  la  domanda 
di  molti  documenti  :  quasi  mai  di  una  carta  sola.  Le  istanze 
per  oggetto  di  studio,  rappresentano  Tatto  di  domanda  e  di 
ammissione  d'una  persona  alla  Saia  di  studio.  Le  ricerche  fatte 
dallo  studioso  sono  molteplici,  talvolta  giornaliere,  e  costanti 
per  qualche  anno. 

Alle  donumde  e  risposte  scritte,  sono  da  aggiungere  quelle 
dirette  a  voce  al  Direttore,  al  Caposezione  o  ai  Dirigenti  le 
Sezioni,  per  averne  notizie  storiche  o  indicazioni  amministra- 
tive, affine  di  poter  determinare,  in  seguito,  la  domanda  in  una 
istanza  speciale;  e  non  sono  da  ommettere  le  richieste  prelimi- 
nari di  notizie  e  di  documenti,  rivolte  al  Direttore  o  a  qual- 
che ufficiale  (che  glie  ne  dà  tosto  parte)  da  persone  non  abi- 
tanti in  Venezia. 


La  f[ualìtà,  in  fine,  delle  domande  cLe  vengono  presentate, 
dagli  Uffici  1)  da  privati,  danno  all' Archivio  Generale  di  Vene- 
zia un  carattere  sciefniijìfo  assai  prevalente  su  quello  ammvt- 
strativo.  Infatti  le  note,  lettei-e  od  istanze,  non  comprendono  sem- 
pre la  sola  domanda  di  copia  o  di  trascrizione  di  carte  antieltr 
0  moderne  custodite  negli  Archivi  ;  ma  notizie  storiche  intorno 
un  ramo  di  amministrazione  in  un  periodo  di  tempo  detenne 
nato,  e  spesso  di  parecchi  anni  o  di  alcuni  secoli. 

Or  ecco  alcune  note  statistiche: 

Furono  ammesse  alla  Sala  di  studio  nel  1868,  —  91  pc^ 
sona;  le  presenze  furono  1302; 
nel  1869,  ammessi  116;  presenze  1394; 
nel  1870        »  95;        »         842. 

Documenti  copiati  nel  1868  pag.    9429; 
»  »        »     1869     »     13826; 

»  »       »    1870    »    15138, 

volumi  e  filze  entrate  nella  Sala  di  studio:  18G8  n.   3500 

1869  »   3200 

1870  »   8837, 
La  Direzione  fa  voti  che  il  Governo  Nazionale,  compreso 

dell'importanza  dell'Archivio  di  Venezia,  per  l'amministrazioiie 
e  per  gli  studii,  ne  voglia  accrescer  il  personale  tosto  eie  lo 
permettano  le  condizioni  economiche  del  Regno;  del  che  ha 
già  dato  promessa. 


ÌSOO^       I 
1200;        I 


REGOLAMENTO 


per  lo  stadio  nel  R.  Archìvio  generale  di  Venezia. 


1.  È  libero  ad  ogni  onesta  persona  lo  studio  di  tutti  i  docu- 
menti degli  Archivi  speciali  dell'  ex  Repubblica  Veneta. 

2.  Non  è  del  pari  vietato  lo  etudio  dello  scritture  custodite  ne- 
gli Archivi  moderni,  che  ai  possano  considerare  come  saieotiSche  e 
di  universale  interesse. 

3.  A  poter  intraprendere  un  determinato  studio  sui  documenti 
conservati  nell'Archivio  generale,  occorre  che  lo  studioso  presenti 
alla  Direzione  un'  istanza,  e  ne  ottenga  il  permesso. 

4.  Nella  domanda,  lo  studioso  dovrà  esprimere  con  precisione  la 
materia  istorica  e  amministrativa,  di  cui  sì  vuole  occupare,  indicare 
il  periodo  delle  sue  ricerche,  e  l'uso  che  intende  di  fare  degli  estratti 
e  delle  copie  dei  documenti. 

5.  A  sorvegliare  gli  studiosi  e  ad  agevolar  loro  le  ricerche  e  le 
copie  è  destinato  dalla  Dìredone  un  impiegato  col  titolo  i^ Ispettore. 

6.  L'Ispettore  ammetter  alla  Sala  di  studio  le  persone  che  gli  con- 
sta averne  riportato  il  permesso  —  riceve  dal  Dirigente  la  Sezione  I. 
1l>  filze,  i  registri,  i  documenti  eco.  richieeti  dallo  studioso  ;  fa  perve- 
nire alla  Direzione  it/offìio  di  ricerca  in  cui  lo  studioso  ha  indicato  i 
documenti  che  desidera  di  studiare  —  raccoglie  in  apposito  scaffale  i 
documenti  in  corso  di  studio  e  le  copie  e  le  note  eseguito  dagli  stu- 
diosi. 

Trattandosi  di  copio  di  documenti  paleografici,  o  oacografici, 
esse  dovranno  venir  attentamente  collazionate  cogli  originati  da 
ufficiali  delegati  a  tal  uopo. 

L'Ispettore  devo  trovarsi  nella  Sala  di  studio  prima  che  sia 
aperta  agli  studiosi;  né  può  allontanarsene  se  non  gli  sarà  stato  sosti- 
tuito Un  altro  impiegato;  e  ciò  d'intelligenza  col  Dirigente  la  Sezione 
I.,  il  quale  poi  sarà  da  lui  informato  di  tutto  le  infrazioni  al  presente 
regolamento,  onde  possa  averne  pronta  conoscenza  il  Direttore. 


È  obbligo  dell'Ispettore  di  tenere  in  buon  ordine  i  registri  ddla 
Sala  di  studio,  e  di  curare  che  tutto  proceda  coir  ordine  e  col  de- 
coro richiesti  dalF  istituzione,  e  dal  carattere  civile  dei  frequentatori 

Di  tatti  i  registri  è  tenuto  a  dare  ispezione  al  Direttore  ogni  set- 
timana, 

7.  La  Sala  di  studio  è  aperta  in  tutti  i  giorni  dalle  ore  9  V«  ani 
alle  3  V^  pom.  eccettuati  i  festivi;  e  durante  Tanno  scolastico  d'inse- 
gnamento della  Paleografia,  e  Storia  Veneta,  la  Sala  è  chiusa  il 
lunedi  fino  alle  ore  12  e  mezza  pom.,  e  tutto  il  giovedì. 

8.  La  trascrizione  dei  documenti  può  esser  fatta  o  dallo  studioso, 
0  da  un  amapuense  da  lui  incaricato  e  di  piena  fiducia  della  Di- 
rezione. 

È  raccomandato  però  all'uno  e  all'altro  di  dar  in  nota  all'Ispet- 
tore la  data  e  il  titolo  dei  documenti  trascritti  per  intiero  o  nella  loro 
parte  sostanziale,  delle  miniature  lucidate  ecc.;  e  ciò  air  unico  scopo 
di  evitare  che  due  o  più  studiosi,  ignari  l' uno  dell'altro,  facciano  uso 
forse  pubblico  di  uno  stesso  documento,  e  affinchè  torni  anche  possi- 
bile in  avvenire  di  compilare  cogli  elementi  raccolti  una  statistica  in- 
tellettuale. 

Sono  del  pari  pregati  tutti  quelli  che  pubblicano  documenti  izatti 
dall'Archivio  generale  di  consegnare  alla  Direzione  per  la  libreria 
d'Ufficio,  un  esemplare  del  libro  od  opuscolo  da  essi  stampato. 

9.  In  caso  di  dubbio  sulla  lezione  di  qualche  documento,  FI- 
spettoro  farà  che  lo  studioso  si  rivolga  al  Dirigente  la  Sezione  I,  e  dò 
pure  nel  caso  che  lo  studioso  desideri  di  trar  copia  mediante  lucido 
da  essere  trasportato  in  litografia  o  a  mezzo  dell' apparecchio  /ò^o^ra- 
Jìco^  di  qualche  lettera  o  figura  alluminata,  o  di  parte,  o  di  tutto  intero 
uno  scritto. 

10.  Il  nome  e  cognome  degli  ammessi  alla  Sala  di  studio,  e 
degli  amanuensi  vengono  inscritti  in  due  separati  registri  ;  e  in  ud 
giornale  i  nomi  di  coloro  che  vi  si  presentano  in  ciascun  giorno. 

11.  Lo  studioso  0  l'amanuense  deve  rilasciare  ricevuta  in  ap- 
posito registro  dei  documenti,  filze  ecc.,  che  gli  si  consegnano  a  stu- 
dio; deve  curarne  la  più  diligente  conservazione,  non  appoggiandovi 
oggetti  che  possano  insudiciarli  o  nuocere  in  qualunque  modo  alla 
loro  integrità,  né  facendovi  annotazioni,  cancellature  ecc.,  o  portan- 
doli fuori  della  stanza  destinata  allo  studio. 

12.  Per  ogni  caso  di  violazione  delle  presenti  disposizioni  la 
Direzione  procederà  nelle  vie  di  legge. 

Venezia  6  settembre  1867. 

Firmalo:  T.  GAR. 


IL 


ORDINAMENTO  MATERIALE  E  SCIENTIFICO 


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DELL'  ORDINAMENTO  MATERIALE  E  SCIENTIFICO 


DEGLI  ARCHIVn  VENETI  ANTICHI. 


L 


Le  carte  di  una  collezione  o  di  un  archivio  si  possono  or- 
dinare in  varii  modi  :  o  secondo  un  ordine  stabilito,  di  specie  e 
di  tempo  ;  o  soltanto  di  tempo  ;  o  in  categorie  corrispondenti  ai 
diversi  rami  della  scienza  di  Goverrvo^  o  deiramministrazione. 

Il  primo,  che  è  Vordinamento  materiale^  è  possibile  quasi 
sempre,  e  spesso  anzi  è  il  solo  attuabile  ;  quello  sdentijico  può 
applicarsi  molto  raramente,  cioè  quando  le  diverse  scritture  di 
un  archivio  siano  sciolte  e  indipendenti  fra  loro. 

Negli  archivi  veneti  antichi  può  aver  luogo  il  solo  ordi- 
namento materiale^  essendo  costituiti  di  documenti  legati  in 
filze,  e  di  volumi  che  si  possono  disporre  soltanto  per  ispecie 
e  per  epoca. 

Questo  ordinamento  fu  seguito  sempre  scrupolosamente 
dagli  uflSciali  addetti  a  questo  R.  Archivio,  anche  se  in  qualche 
caso  fosse  stato  possibile  allontanarsene.  Si  ebbe  costantemente 
in  mira  di  ricostituire  gli  archivi  speciali  quali  erano  presso  i 
magistrati  della  RepubbUca  Veneta. 

Potrebbesi  discutere  a  lungo  sui  pregi  e  sulle  difficoltà  che 
presenta  l'ordinamento  scienti/ico-reale^  cioè  la  disposizione  delle 
scritture  provenienti  dagli  Uffici  del  Governo  nelle  classi  dello 
scibile  assoluto,  e  delle  materie  dell'amministrazione;  ma  ci 
difenderemmo  inutilmente  in  ricerche,  le  quali  pel  nostro  Ar- 
chivio non  possono  avere  alcuna  applicazione. 


-  318  — 

Bensì,  lasciando  iutatto  l'ordine  materiale  delle  carte  nef 
ArohlTi,  si  può  ottenere  il  risultato  medesimo,  e  forse  migliort^ 
Qstoaoido  da  ciascun  documento  di  qualche  interesse,  la  b 
stanza  ed  il  succo,  coordinando  poi  i  regesti  per  maceria,  p 
^oeie,  e  per  alfaieto  ;  infine  facendoli  trascrìvere  in  grandi  h 
DMtan't  sisiemaiici. 

Sono  ben  note  le  operaKÌoni  di  ordinamento  eseguite  sotto 
3  dominio  austriaco  negli  Archivi  antichi,  fra  i  quali  ricordo? 
remo  le  serie  costituenti  le  due  grandi  collezioni  della  Canrd- 
lena  Secreta  e  Ducale  propriamente  detta,  del  Consiglio  à^ 
Dietim  gli  archivi  dei  magistrati  alle  acqve^  ai  h^  inculti^  alte 
•wwme,  ai  òent  comunali  ;  quelli  della  Zecca,  AbW  Arsena2,  dd 
Savio  Cassier,  del  Savio  alla  Scrittura,  dGÌVIw/uisitoraio  sopì 
SwH^  del  3Iagistrato  alla  Sanità,  della  Camera  dei  Omfini,  doK 
^Avoguria  di  Coìnun,  degli  Sstimi,  dei  Feudi,  dei  Prorvedtiai 
èopra  Camere,  delle  Scuole  Grandi  e  piccole,  e  di  alcuni  conventi. 

L'opera,  più  che  incominciata,  poteva  dirsi  assai  h&Uji 
inoltrata,  quando  Venezia  fu  restituita  all'  Italia. 

Le  difficoltà  dei  lavori  d'  ordinamento  son  note  a  tutti. 
Spesso,  superate  queste,  altro  se  ne  incontrano  nella  man- 
canza dei  mezzi  materiali,  lentamente  concessi  dalle  scane 
finanze.  Perfino  i  locali  nei  quali  può  compiersi  l'ordinamento 
non  sono  sempre  acconci,  né  le  stagioni  sempre  miti  Prima 
adunque  di  accusare  gli  archivisti  di  lentezza  [se  qnest^  ac- 
cusa fa  mai  loro  diretta)  bisognerebbe  veder  da  vicino  cose,  e 
condizioni,  e  giudicar  poi 

Aumentato  alcun  poco  il  ruolo  personale  del  nostro  Ar- 
chivio, si  potè  proseguire  con  alacrità  nell'  ordinameitto  realtà 
sebbene  fossero  anche  cresciute  in  numero  ed  importanza  le 
domande  degli  studiosi,  e  la  quantità  delle  copie. 

Accenneremo  i  risultati  di  un  sessennio. 

Non  era  difficile,  ma  poderoso,  l'ordinamento  degli  archivi 
dei  magistrati  veneti  che  giudicavano  in  prima  istanza.  Tali 
quelli  del  Moòile,  Forestier,  Peiizion,  tre  delle  sei  Corti;  contano 
in  complesso  buste  1777,  e  pergamene  2598. 

Copiosissima  è  la  collezione  degli  archivi  dei  conventi  e 


-  379  - 

manusteri  (come  denominavansi  dai  veneziani  i  conventi    di 
monache)  delle  Sctiole  o  Confraternite  Grandi^  delle  piccole  ^ 
delle  fraterne  (buste  168)  e  di  una,  detta  Grande^  in  S.  Antonin 
(buste  261,  e  52  dell'  archivio  privato  PerulU). 
Vennero  ordinati  gli  archivi  di  : 

Ss.  Nazaro  e  Celso  di  Verona buste  152 

S.    Zeno                          » »  41 

S.    Zaccaria  di  Venezia »  218 

S.    Maria  Maggiore     » »  38 

S.    Maria  della  Salute  » »  179 

S.    Maria  dei  Servi      » »  66 

Ss.  Marco  e  Andrea  di  Murano »  25 

S.    Pietro  Martire             »         »  31 

S.    Michele                      »         »  106 

S.    Nicolò  del  Lido »  58 

S.   Nicolò  dei  Frari  (della  lattuga).    ...»  26 
S.    Mattia  di  Murano  con  S.  Giovanni  della 

Giudecca »  38 

Carmelitani  Scalzi,  con  S.  Maria  in  Nazaret, 

Venezia »  65 

Ss.  Salvatore  in  Venezia »  112 

S.  Sebastiano         » »  91 

S.  Stefano              » »  74 

S.  Secondo »  10 

S.  Francesco  di  Chioggia »  14 

Le  Vergini  in           Venezia »  98 

S.  Alvise                       » »  42 

S.  Andrea  de  zirada      »       »  66 

Nell'ordinamento  di  questi  archivi  molto  tempo  doman- 
darono le  pergamene,  talvolta  non  registrate  nei  Catastici  o 
inventarii. 

Si  è  stimato,  dalla  Direzione,  acconcio  all'indirizzo  pre- 
sente degli  studi,  il  far  precedere  l'ordinamento  degli  archivi 
pili  importanti  alla  politica,  e  alle  scienze  economiche. 

<  Sono  306  piccoli  archivi  che  oontaiio  buste  670. 


Quello  degV/iujì'-ÌS)loTÌ  di  Siaio,  del  quale  si  è  già  fatto  ctìi- 
no,  presentava  molte  difEcoltìi.  Ed  è  con  vera  soddisfazìOEfl  rit 
si  scorge  assai  proseimo  il  termine  dell'ordinamento  di  essa 

L' archivio  del  Saìito  Uffis'tQ^  clic  comprende  il  perìodo  dtl 
1541  al  1794,  in  sole  buste  158  ha  processi  2910,  risguardanti' 
persone  3540,  scritti  su  fogli  44177.  Non  minori  cure  di  que- 
sto, ricliiese  l'archivio  del  Dv£a  e  del  reggimento  di  Cattata,  rao- 
colto  a  frammenti  da  ima  miscellanea  di  processi  avogaresclù' 
e  d'altre  carte  di  minor  conto.  È  di  100  buste,  e  non  giustifia 
la  sperata  importanza. 

Volge  quasi  al  fine  l'ordinamento  delirarchivio  dei  Cin^ 
Sad  alia  mercanzia  (bust^  1000)  nel  quale  vennero  disposte  pet 
alfabeto  (ciò  che  ò  possibile  assai  di  rado  negli  archivi  veneti) 
1600  puntate  di  scritture,  relative  a  470  materie  di  com- 
mercio. 

In  queir  archivio  troveranno  posto  le  lettere  dirette  dii 
Consoli  veneti  al  Magistrato  alla  mercanzia,  che  frattanto,  per 
ragione  di  tempo,  si  stanno  ordinando  separatamente. 

Tre  archivi  annouarìi  :  dei  Provveditori  alle  ieccarie  (hu^ 
71);  ani  provveditori  alle  òiare  (con  5  volumi  degli  onciali  J' 
frumento]  buste  119  ;  e  ùei  pwcvedilori  sopra  olii  (buste  200) 
furono  in  breve  giro  di  mesi  disposti  nel  miglior  ordine,  mentre 
ben  poco  manca  a  che  si  possa  dir  compiuta  la  sistemazione. 
oltre  che  d'  una  breve  serie  di  registri  e  carte  d'  un  Inquisito- 
rato  alle  scuole  Grandi  (busto  84)  degli  archivi  dei  Provreditori 
(buste  450)  e  deli  Aggiunto  sopra  monasteri  (buste  200). 

Non  si  dimentica  la  reintegrazione  degli  archivi  già  ordi- 
nati, colle  filze  e  coi  volumi  che  si  trovino  sparsi  nella  congerie 
degli  altri  ai  quali  non  si  poso  ancor  mano.  All'archivio  del 
Savio  Cassier  si  poterono  aggiungere,  dopo  averle  ordinate 
e  compilatone  l' elenco,  230  nuove  buste.  E  facendo  valere 
presso  altre  Direzioni  la  convenienza  che  le  carte  spettanti  a 
questi  Archivi  ci  vengano  restituite,  potemmo  ottenere  325 
filze  di  lettere  dei  rettori  veneti  a  Bergamo,  Brescia,  e  Crema, 
dal  1602  al  1737,  che  si  serbavano  presso  la  Direzione  degh 
Archivi  governativi  in  Milano. 


Altri  documenti  furono  restituiti  o  donati  a  questo  Archi- 
vio, e  se  ne  è  già  fatto  cenno  nelle  Crmacìie  publìlicate  nel- 
l'ottimo periodico  «  L'  Archivio  Veneto  »  fondato  e  diretto  dai 
professori  cav.  Fulin  e  cav.  Bortoli  e  che  vivo  floridamente, 


II. 


Comprendiamo  uòiV Ordinamento  scientifico  i  regesti  dei  do- 
cumenti pel  grande  Inventario  sistematico,  e  quelle  operazioni 
di  ordinamento,  le  quali  richieggono  perfetta  conoscenza  delle 
scritture  antiche  e  dell' oggetto  dei  documenti,  od  una  spe- 
ciale erudizione. 

Hanno  primo  luogo  fra  questi  lavori  il  regesto  dei  Com- 
metnoriali,  compiuto  pei  tre  primi  volumi  (I,  dal  1081  al  1318 
regesti  660  ;  II.  1220-1326  regesti  500  ;  III.  dal  1243  al  1358 
regesti  681);  e  del  liber  PkgÌOT>m.  Comvnis,  1223-1253, 
compilato  dal  sìg.  Riccardo  Predolli,  officiale  in  questo  Archi- 
vio, al  quale  la  Direzione  permise  di  renderlo  pubblico  nel  pe- 
riodico succitato. 

Approvate  nel  1869  dal  fu  comm.  Tommaso  Gar  direttore 
di  questo  Archivio  alcune  norme  per  V  Ordinamento  scientifico 
generale,  si  cominciarono  i  regesti  dei  decreti  del  Senato  di  una 
serio  numerosa.  Sei  registri  delle  deliberazioni  dette  Senato- 
Terra  dal  1440  al  1473  fornirono  materia  o  richiami  per  schede 
7000.  Novecentoventidue  se  ne  trassero  da  due  volumi  di  stn- 
dicati,  0  procure  diplomatiche,  1329-1507. 

Le  prime  furono  disposte  in  sei  classi  :  Culto  (e  beuefi- 
cenza)  ;  Economia  (agricoltura,  commercio,  edilizia,  finanze)  ; 
Giustizia;  Istruzione puòlica;  Militare  {e  m&TÌn&)  Politica  (di- 
plomatica, polizia,  e  sanità). 

Venne  intrapreso  il  regesto  dei  Misti  del  Consiglio  dei 
Dieci.  Un  solo  volumetto  dal  1325  al  1331  forni  schede  375. 

Delle  pergamene  provenienti  da  conventi  soppressi  fu- 
rono ordinate  finora  busto  356,  le  quali  man  mano  che  gli 
.archivi  rispettivi  entrano  nell'ordinamento,  si  collocano  uella 
loro  serie. 


-  882  - 

Parte  importante  è  la  decìferazione  dei  dispacci  degli  am- 
basciatori veneti  presso  le  diverse  Corti,  diretti  al  Senato  e 
scritti  in  cifre,  delle  quali  non  si  possedè  la  spiegaziona  U 
sig.  Luigi  Pasini,  che  da  alcuni  anni  se  ne  occupa,  ordinò 
anche  708  chiavi  ufficiali  di  cifre,  o  sistemi  per  scrivere  e  per 
spiegare  quelle  crittografie. 

Qualche  persona  privata  dovendo  esaminare,  per  oggetto 
di  studio,  collezioni  di  documenti,  offerse  per  lo  passato  alk 
Direzione  di  coordinarli.  E  nelle  strettezze  del  personale,  si  è 
creduto  utile  di  dover  accogliere  Tofferta  gentile.  Ebbero  eoa 
ordinamento  e  regesto,  ad  opera  del  sig.  ab.  Giuseppe  Nicoletti, 
1200  bolle  pontificie  dal  1053  al  1773  ;  l'archivio  dell'ex-Hìon- 
vento  di  s.  Giorgio  maggiore  ;  e  per  cura  del  sig.  cav.  Fede- 
rigo Stefani  molte  lettere  dirette  da  ambasciatori  e  rettori  ai 
Capi  del  Consiglio  dei  X  nel  secolo  XVI  e  nei  successivi. 

Per  ragione  di  Ufficio,  e  per  corrispondere  alle  domande 
di  studiosi  e  di  magistrati,  s' ebbe  occasione  di  redigere  un 
elenco  di  cognomi  veneziani  a  tutto  il  secolo  XII,  di  testamenti 
che  formano  parte  degli  archivi  dei  Procuratori  di  S.  Marco  de 
citra  (N.  1222)  e  de  ultra  (N.  282),  e  dei  principali  documenti 
risguardanti  l'Istria. 

Si  è  bene  inoltrata  la  ricerca  delle  relazioni  dei  rettori  che 
si  trovano  unite  alle  deliberazioni  del  Senato,  del  medesimo 
titolo  (1630-1797). 

A  tenore  della  convenzione  internazionale  14  luglio  1868 
furono  cedute  al  Governo  Austro-Ungarico  le  filze  dei  dispacci 
originali  degli  ambasciatori  veneti  alla  Corte  di  Vienna,  delle 
quali  il  nostro  Governo  Nazionale  si  è  obbligato  a  far  eseguire 
una  copia,  a  vantaggio  degli  studii. 

La  Direzione  di  quest'Archivio  ha  curato  che  la  trascri- 
zione procedesse  con  sollecitudine  ed  esattezza.  E  in  quattro 
anni  furono  copiate  71  filze  dal  1541  al  1629. 

A  (jncste  copie  sono  da  aggiungere  quelle  commesso  con 
nobile  intendimento  dai  Municipi  di  Verona,  Bergamo,  Trento. 
Otranto,  Monopoli,  Gallipoli,  ecc.  di  tutte  le  scritturo  cbo  ri- 
sguardano  la  loro  storia,  e  quelle  di  documenti  p<*r  oggetto  di 
amministrazione. 


Non  ei  trascura  la  trascrizione  di  documenti  corrosi  e 
prossimi  a  deperire;  e  il  ravvivamento  di  essi  con  agenti  chi- 
mici innocui. 

L' ordinamento  scientifico  delle  carte  si  può  applicare, 
anche  Tnaiertalmente  (cioè  disponcndoLe  in  speciali  categorie) 
negli  archivi  moderni.  Anzi  in  qualche  Archivio,  distrutto 
l'ordine  dei  fascicob'  e  dei  numen  di  protocollo  secondo  il 
quale  gli  atti  dei  diversi  Ufficii  furono  disposti  a  principio 
nelle  Registrature  ed  Archivii  particolari,  vi  si  costituisce 
r  ordinamento  seienUJtco  :  onde  in  una  categoria  si  trovano 
raccoltetutte  le  carte  relative  p.  es.alle  acque^  aìVagì-icoltura  occ 
in  ordine  di  epoca,  e  sotto  ì  suh-titoli,  ammessi  dal  titolo  della 
materia  principale.  Questo  metodo,  già  seguito,  riguardo  alle 
voci  dominanti  sotto  il  primo  Regno  d'Italia,  è  osservato  p.  es. 
dalla  Direzione  dogli  Archivi  Governativi  in  Milano. 

Chi  consideri  la  immensa  mole  degli  archivii  moderni 
custoditi  in  questo  Generale;  il  buon  ordine  in  cui  si  tro- 
vano per  la  maggior  parte;  i  mezzi,  di  protocolli,  numeriche 
e  mòricJie  delle  materie,  dei  quali  sono  muniti,  dovrà  rico- 
noscere che  l'applicarvi  V ordinatntnto  scieìUiJicQ,  sarebbe  opera 
non  necessaria,  e  cosi  lunga  da  non  potersene  prevedere  la 
fine  anche  in  un  gran  numero  d'anni,  anche  con  un  personale 
numeroso,  intelligente  e  addestrato  in  questa  maniera  di  lavori. 

La  Direzione  adunque,  respingendo  recisamente  quell'  or- 
dinamento, non  può  invece  che  incoraggiare  la  compilazione 
di  regesti,  e  tutti  (juei  mezzi  secondarii,  i  quali  senza  alterare 
menomamente  la  disposizione  delle  carte,  contribuiscono  a 
mettere  in  maggior  luce  le  materie  amministrative,  e  ad 
agevolar  quindi  le  ricerche,  come  per  via  di  un  grande  caia- 
%o  sistematico,  o  a  dir  meglio,  come  dell'  indice  di  vn'  opera. 

E  somiglianti  cataloghi  stimerebbe  utilissimi  per  la  legi- 
slazione universale  di  uno  Stato;  onde  si  potesse  conoscere  in 
breve,  la  serie  delle  leggi  publicate  nei  diversi  tempi  intorno 
una  materia  d'amministrazione,  e  quelle  abolite;  lo  stato 
insomma  della  legislazione  circa  un  ramo  in  generale  e  tutti 
i  suoi  membri. 


-  384  - 

Perciò  ha  permesso  con  piacere>«l  suo  ef&ciale  signor  Fi- 
lippo Legnani,  di  raccogliere  in  schede  (il  cui  numero  sorpis- 
sa  già  le  40,000)  secondo  glie  ne  offrivano  occasione  le  neo- 
che  d^  Ufficio,  gli  appunti  delle  leggi  e  degli  atti  di  alcune  ma- 
terie d^  amministrazione  importanti  specialmente  per  Venezit; 
quali  le  acqmy  V  istruzione  publica^  la  pesca^  e  le  miniere.  Quelle 
schede  sono  ad  uso  deir  Ufficio.  Ed  ecco  il  metodo  di  classifi- 
cazione adottato  negli  Archivi  Governativi  per  ordinarle. 

Titoli:  1.  acque;  2.  agricoltura;  3.  albinag^io;  4.  annona; 
5.  araldica;  6.  censo;  7.  commercio;  8.  confini;  9.  culto;  10. 
feudi;  11.  finanza;  12.  fondi  camerali;  13.  giustizia  civile;  14 
giustizia  punitiva  ;  15.  luoghi  pii  (beneficenza);  16.  militare; 
17.  polizia;  18.  sanità;  19.  spettacoli  publici;  20.  strade;  21. 
studii;  22.  tesoreria;  23.  trattati;  24.  tribunali. 

Circa  poi  al  Repertorio  delle  leggi  dello  Stato  ecco  le  idee 
del  signor  Legnani  : 

Un  repertorio  vmversale  delle  leggio  dei  decreti  ecc.  —  pu- 
blicati  nella  Gazzetta  del  Regno^  e  nel  Bollettino^  porterebbe  alla 
conoscenza  di  tutti,  i  diritti  e  i  doveri  dei  sudditi,  le  norme  e  le 
vicende  dell'  amministrazione,  i  principii  fondamentali  dei  co- 
dici civile  e  penale,  di  quelli  per  la  rispettiva  procedura,  e  dei 
codici  di  commercio  e  militare.  In  queiropcra  si  troverebbero 
raccolti  i  materiali  per  una  storia  ragionata  di  tutte  le  leggi  ed 
ordini,  disposti  crouologicamcute  e  per  materie. 

Sei  sono  i  Codici  finora  publicati  ;  34  i  volumi  del  Bolkt- 
tÌ7io^  e  dodici  quelli  del  Supplemento,  La  connessione  che  in 
alcuno  materie  hanno  le  prescrizioni  dei  codici  colle  leggi  <' 
coi  decreti,  inducono  nella  persuasione  che  un  Grande  Re- 
pertono  ìiniversale  ^  per  materia,  di  tutto  il  complesso  legisla- 

*  Il  sip;Tior  cav.  Giuseppe  Pastori  ha  raccolto  in  un  <v  Rammentatore  alfa- 
betico popolare  >^  (Venezia,  tip.  Naratovich  1872,  un  voi.  di  p.  380),  le  lepTiri. 
i  decreti  ll(»ali  e  Ministeriali,  le  notificazioni  pubblicate  nel  1871  dalla  Gù:- 
zcttd  Uj/ìciale  del  Rei) no  (V  Italia.  a(j:{j:innf^endovi  notizie  aprricolo,  commer- 
ciali,  statistiche  ecc.  secondo  il  sistomii  (le;rli  Stati  Uniti  d'  America  11  vohi- 
nie  del  sip:.  consipr.  intendente  Pastori,  va  lodato  p(*r  1"  utilità  cln*  può  recar^ 
s}»ecialnìeiite  alle  persone  non  L-s[)erte  depili  affari,  alla  cui  portata  io  pone  il 
j»rezzo  niitissimo,  e  sarebbe  ancora  più  utile  se  il  cc>nipilatore  avei?se  se^ruit.' 
mi  sistema  di  titoli  più  scientitl(;o,  e  soppresse  quelle  voci  ^'•onerali  che  tol- 
gono alla  chiarezza,  alla  facilità  e  i)recisione  dell'uso  di  cosi  tatti  repertori  i 


~  385  - 

tivo  sparso  nei  diflferenti  testi  sarebbe  di  somma  utilità,  al  che 
non  provveggono  i  diversi  indici  finora  pubblicati,  i  quali  sono 
ben  lontani  dal  presentar  riunite  le  parti  di  ciascun  ramo  della 
materia  legislativa. 

—  E  qui  il  sig.  Legnani  procede  ad  enumerare  le  norme  che 
dovrebbe  seguire  chi  mettesse  mano  a  quell'  opera,  di  maggior 
vantaggio  per  V  Italia,  a  preferenza  d'altre  nazioni,  chi  conside- 
ri lo  stato  di  divisione  politica  in  cui  essa  giacque  per  secoli, 
che  produsse  legislazioni  ed  abitudini  amministrative  sì  diver- 
se, le  quali  abbisognano  di  esser  fuse  ed  unificate. 

Affine  di  procurare  a  sé  e  agli  studiosi  la  conoscenza  dei 
documenti  che  si  trovano  in  collezioni  non  appartenenti  allo 
Stato,  e  che  hanno  rapporto  con  quelli  pubblici  custoditi  negli 
Archivii,  0  furono  da  questi  distratti  in  altri  tempi,  la  Dire- 
zione ha  raccolto  dai  Municipii,  dalle  Curie  Vescovili,  e  da 
Corpi  morali,  dell'  ex  Stato  Veneto,  (nel  quale  sono  quindi 
comprese  anche  la  Dalmazia,  l' Istria  e  Corfii)  alcune  notizie 
intorno  gli  archivii  rispettivi,  che  furono  già  pubblicate.  In 
seguito  ha  fatto  raccogliere  dalle  schede  e  dagli  inventarii 
del  Museo  Civico  Correr  e  della  Collezione  Cicogna  ed  altre 
ad  esso  incorporate,  appunti  di  codici  a  penna  e  di  altri  mano- 
scritti che  risguardano  la  storia  veneta,  e  le  cui  indicazioni 
possono  servire  a  completare  la  serie  dei  materiali,  ad  illustra- 
zione dei  diversi  soggetti  storici. 

Ha  in  animo,  finalmente,  quando  potrà  disporre  dell'  opera 
di  qualche  officiale,  di  fef  compilare  una  Bibliografia  dei  docu- 
menti veneti  sinora  publicati,  —  la  cui  utilità  non  occorre  qui 
rilevare. 


25 


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PERSONE  AMMESSE  ALLA  SALA  DI  STUDIO, 
UAL  1862  AL  1872. 


Acinn  Dalbcrg;  John  1868  —  Rapporti  politici  e  religiosi 
tra  la  Repubblica  Veneta  e  la  Corte  Romana  —  1871  —  Concitto  di 
Trento. 

Adami  ab.  (Vienna)  1872  —  Notizie  eull'antica  famìglia  Ciera. 

Aiiwfldnl  ab.  1871  —  Relazioni  di  Padova  dei  Podestà  Giulio 
Giuetinian,  1626;  Benedetto  Giustinian,  1630;  e  del  Capitano  Vincen- 
zo GuBsoni,  1626. 

Albanme  prof.  Francesco  1868  — Prooeasi  fatti  dall'Ufficio 
doirinquiaizione  in  Venezia.  —  Detto  o  Camuffo  prof.  Stanislao,  1869 
—  Nuove  ricerche  di  processi  del  S.  Ufficio. 

AllAnelll  prof.  1871  —  Appunti  intorno  allo  statuto  dello  navi 
della  Bi^pubblica  Veneta,  e  a  quello  delle  tarrele,  1255. 

AllKtaan  ab.  Leone  18T1  - 1872  (Direttore  del  collegio  Raphael 
dei  P.  P,  Armeni  Mechìtaristi,  in  Venezia).  Documenti  spettanti  al- 
l'Armenia. 

Allain  Emilio,  Lejean  Guglielmo  1870  —  Catastìco  di  Napoli 
di  Romania,  sec.  XVIII. 

AIkcHr  ing.  Luigi  1862-63  —  Scritture  diplomatiche  relative 
s  Trieste  nel  sec.  XVIII,  cioè  dispacci  dei  patrizi  veneti  Corner  e  Ca- 
pello, ambasc.  etraord.  a  Carlo  VIU,  1728. 

Adcoon  (R  Direzione  del  Registro)  1868  —  Notizie  storiche 
della  famiglia  Vulpio. 

Andrei*  de,  dott.  Silvio  1869  —  Guerre  dei  Veneziani  nel  Tren- 
tino 1480-  1509. 

Angelini  Angelo  1862  —  Carte  araldiche. 

Antonini  Conto  Prospero  senatore  del  Regno  1870  —  Docu- 
menti in  estratto,  e  notizie  circa  le  principali  questioni  di  confine 
del  Friuli  Veneto  coli' Impero  Austriaco  (Friuli:  confìtti  gmeratiy 
Istria,  Marano).  1871  — Investitura  dei  feudi  Aquilejeai,  data  dalla 
Rep.  Veo.  al  co.  Enrico  di  Gorizia  nel  novembre  del  1424.  —  Rinun- 


-  390  - 

zia  18  giugno  1445  fatta  dal  Patriarca  di  Aquiloja  Lodovico  Ham- 
rota,  del  dominio  temporale  a  favore  della  Rep.  Veneta. 

Arblb  Alessandro  1868  —  Esistenza  politica  del  Gh>venio  T^ 
neto  neir  ultimo  suo  decennio  1872  — -  Leggi  venete  in  matem 
suntuaria* 

Armliiffawd  (d^)  1863  —  Rapporti  politici  e  commerciali  delk 
Bop.  Yen.  coll'Orìente,  fino  al  sec.  XIII. 

Ascoli  avv.  1872  —  Ricerca  sul  porto  franco  della  Bep.  Yen.,  e 
Bull'  abolizione  di  esso  (1683). 

Aseoll  prof.  Graziadio  Isaia  1871  —  72  —  Saggi  dì  dialetti  antidiL 

AMMilly  1865  —  Cavalieri  teutonici. 

Baew  ^azio,  di  Petervaradino  1870  —  Documenti  in  lingoi 
rumena,  ed  altri  per  dimostrare  T  origine  latina  dei  BumenL 

Badoer  Edoardo  1869  —  Storia  della  famiglia  JBadoer  e  del 
suo  diritto  di  priorato  nell'ospizio  di  S.  Oio.  Evangelista. 

BaralM  (de)  Mircse  1868  -  72  —  Documenti  relativi  all'Un- 
gheria, alla  Transilvania  e  a  molti  altri  studii. 

Barleliella  Yittorio  1863  -^  Documenti  risguardanti  le  fortìfiet- 
zioni  di  Yiccnza  (1630),  ed  altre  memorie  storiche  di  quella  città. 

BarosBl  cav.  Nicolò,  Direttore  del  Museo  civico  di  Yeneni, 
1869  —  Ricerche  delle  pitture  di  proprietà  del  Governo,  consegnate 
a  chiese  di  Yenezia  dal  1797  al  1844.  —  1872  —  Scrittura  di  Berfca^ 
ciò  Contarini  ritornato  di  provv.  sopra  i  canapi,  nel  1592.  —  Detto, 
Gastellazzi  ing.  Giuseppe,  Mikelli  dott.  Yincenzo.  1870  —  Sulla  log- 
getta  eretta  dal  Sansovino  alia  base  del  campanile  di  S.  Marco,  e  co- 
struzione antica  di  questo. 

BarozKl  nob.  Angelo  Mario  1865  —  Intorno  Gregorio  Yalsa- 
machi  di  Cefalonia  1765  -  66. 

Bazzoni  cav.  Augusto  1869  —  Estratti  dai  registri  dello  Anno- 
tazioni degli  Inquisitori  di  Stato,  ed  altre  informazioni  storiche  —  Let- 
tere di  Francesco  Bembo  a  Bianca  Capello  —  Processo  contro  i  sicari 
di  fra'P.  Sarpi.  1872  —  Congresso  di  Cambrai  1720.  Dispacci  deiram- 
basciatore  in  Savoja  Francesco  Michiel,  1669  —  1670.  —  Notizia 
d'un' opera  dell' ab.  Pedrini  intitolata  la  "  Nobiltà  „  fatta  sequestrare 
dagli  Inquisitori  di  Stato  nel  1791. 

Banehct  cav.  Armando  1868-71  —  Carte  diplomatiche  rela- 
tive alla  Francia,  dal  secolo  XIII  a  tutto  il  XVI  —  Storia  dei  magi- 
strati veneti  antichi,  costituzione  dei  loro  archivi,  quesiti  di  materia 
archivistica,  specialmente  intorno  gl'Inquisitori  di  Stato  e  il  Consiglio 
dei  X.,  e  in  generale  intorno  la  serie  di  carte  che  costituiscono  la  Can- 
celleria secreta,  e  molti  altri  lavori  sussidiarii  pel  suo  libro  :  «  Les  Ar- 


chiveB  de  Venìse,  «  etc.  Paris,  l'ion,  1 870.  —  Dispacci  diretti  da  diversi 
amb.  al  Cwns.  dei  X.,  pel  U.  voi.  della  eua  Storia  della  Diplomazia  Ve- 
neziana. —  Documenti  e  notizie  intoruo  il  Concilio  di  Trento.  1872  — 
seguito  del  regesto  di  tutti  i  documeuii  relativi  alla  Francia  sino  al 
1550. 

Bnttagllnl  ing.  1871  —  Ricerche  storiche  su  Torcello. 

Beaolani  prof.  Paolino  1867  —  Pergamene  venete  antiche 
1869  —  Esame  dei  dispacci  dogli  amb.  veneti  alla  Corte  di  Francia, 
relativi  alla  Rivoluzione  1789. 

Bvdeudo  dott.  Pietro  1864  —  Intorno  il  co.  Francesco  Marti- 
nengo  (  1 609  -  50).  —  Prima  investitura  feudale  dei  conti  di  Polcenigo. 

neKmnlBcalia  Martino  1865  —  Legislazione  carceraria  veneta 
antica. 

Berchcl  cav.  Gu;^lieImo  1862  —  Rapporti  di  Venezia  col  Mo- 
gol, col  Giappone,  e  colla  Persia.  1863  —  Ricerche  sull'India,  sulla 
Persia,  (iuH'Egitto,  sull'Abissinia.  —  Notizie  concernenti  Marco  Polo 
e  la  sua  famìglia  —  Illustri  personaggi  della  famiglia  Persico.  1869  — 
Carta  private  della  famiglia  di  Marco  Polo.  1871  —  Ricerche  intorno 
Farisiita  di  MalateBta,mDg]iodt]NÌcolò  d'Alberto  d'Este,ducadÌ  Ferra- 
ra, decapitata  nel  1425.  —  1872  —  Ricerca  del  modello  di  Jacopo  San- 
aovino,  1536,  pel  fabbricato  della  Zecca  in  Venezia,  e  aulla  esistenza 
primitiva  in  essa  delle  inferriate. 

Brrehet  ing.  Federico  1863  —  Leggi  del  Governo  Veneto  rela- 
tive alla  conservazione  dei  monumenti.  (Sen.  13  settembre  1661). 

nergniuo  (archivista  di)  1870  -~  Serie  dei  podestà,  oapitani, 
castellani,  e  camerlenghi  di  Bergamo. 

BerK«nio  (Municipio)  18G8  —  Collezione  di  tutti  i  documenti 
storici  relativi  alla  città  ed  al  territorio  di  Bergamo  dal  sec.  XII  al 
SIX.  1869.  Seguito  della  copia  e  del  regesto  di  carte  storiche  risgiiar- 
danti  il  territorio  di  Bergamo,  e  ricerca  di  documenti  intorno  al  di- 
ritto di  proprietà  di  quel  Comune  sui  fiumi  tierio  e  Brembo.  1870  — 
Documenti  storici  tratti  dai  Puf/i  e  dai  C ornine mor iati,  relazioni  dei 
Provved.  generali  in  Terraferma;  Senato  Terra  e  Secretila  al  1600. 

UcrlHu  prof.  Francesco  1867  —  Origini  e  vicende  delle  botte- 
ghe da  caflJ  nella  Piazza  di  S.  Marco  iu  Venezia  —  Testamento  poli- 
tico attribuito  al  doge  Marco  Foscarìnì,'  e  scritti  di  lui,  quale  Riforma- 
tore dello  studio  dì  Padova,  e  ambasciatore  a  Roma.  1868  -  70  — 
Decreti  del  Sen.  veneto  d'approvazione  di  statuti  dì  città  del  Dominio  ; 
documenti  diplomatici  relativi  ai  Visconti. 

Bernardi  mons.  Jacopo  1868  —  Le  antiche  carte  da  giuoco  in- 
cise in  legno. 


—  392  — 

Berti  profl  Domenico^  Errerà  profl  Alberto,  Villari  prof.  Fi- 
squalo  1868  —  Documenti  relativi  al  S.  Uffizio,  a  G-iordano  Bruno,  i 
Galileo  Galilei  ecc.  ~  Consulti  di  fra'  Paolo  Sarpi. 

Bertoldi  dott  Ant.  1870  -  72  —  Scritture  del  Sammioheli. 

Bertoni  Stefano  1872  —  lUcerca  d'un  testamento  di  Baririi- 
meo  Tataro  1815,  e  della  moglie  di  lui,  1335,  in  parte  a  faTore  dsDì 
chiesa  di  S.  Stefano  di  Murano. 

Biaal  dott.  Pietro  1863  —  Storia  della  prostituzione  in  Yeneai 

Blancliliil  co.  Antonio  1863  —  Relazione  di  FranceBOo  Pialli 
proYV.  a  Zara. 

Bianchini  cav.  Domenico  1872  —  Appuntì  biogprafici  di  indi- 
viduì  della  famiglia  di  Ugo  Foscolo  —  Ufficii  di  Ugo  Foscolo  orili 
Mimicipalità  proyyisoria  di  Venezia  (1797),  e  parte  da  lui  presa  ndli 
^  Società  letteraria  „. 

Bial  Quirino  1863  —  Intorno  ai  Signori  di  Correggio. 

Biadami  Enea  1872  —  Storia  amministratila  ed  aneddoGci 
della  Riviera  di  Salò. 

Blxlo  generale  Nino  1868  —  Documenti  e  memorie  sui  queliti: 
Come  andavano  le  squadre  Veneziane  nel  mar  Rosso;  rimonti- 
vano  il  Nilo,  avevano  colonie  e  cantieri?  —  Prospetto  sinottico  degfi 
armamenti  straordinarii  della  Repubblica  —  Nota  sul  materiale  mi- 
ri ttimo  dei  Veneziani  p  rima  del  dogado  di  Francesco  Foscarì,  e  sul  p6^ 
sonale  occupato  allora  nelle  costruzioni  navali  —  Nota  delle  colonie 
che  aveva  Venezia  durante  la  sua  floridezza,  cenno  storico  di  eae, 
orìgine  e  decadenza  —  Strade  militari  romane  nel  Veneto  —  Colonie 
romane  nel  Veneto  —  Inventario  del  materiale  da  guerra  trovato  dii 
Francesi  alla  caduta  della  Rep.  Vcn.  —  Sul  divario  fra  le  opinioni 
intorno  il  commercio  veneto,  dell' ing.  Casoni,  e  del  bar.  Vacani. 

Bizio  prof.  Gio.  1870  —  Introduzione  del  caffè  in  Venezia,  e 
prima  bottega  per  la  vendita  di  esso. 

BlKKarrlnl  mons.  1872  —  Ricerche  intorno  il  beato  Bernardino 
Tornitane. 

Bocchi  dott.  Francesco  1868  —  Documenti  intomo  questioni 
idrografiche  del  Polesine. 

Boalleli  Giacomo  1863  —  Storia  di  Lesina. 
Bologna  ab.  Giacomo  1872  —  Documenti  relativi  a'  condottieri 
d'  arme  Manfron  —  Documenti  della  soppressione  dell'  abbazia  di  S. 
Maria  in  Monto  Summano  prov.  di  Vicenza. 

Bonniartiiil  (de)  Silvio  1870  —  Confronti  fra  le  note  tironiane 
e  la  stenografia  moderna. 

BoomaMari  ab.  Antonio  1863  —  Rapporti  della  Rep.  Ven.  col 
principato  ecclesiastico  di  Trento. 


Bonlarinl  coDs.  Giuseppe  18T0  —  Scritturi.'  politiche  dei  l'oq- 
BUltori  ili  jiire  per  la  llep.  Veneta. 

Bordlgnonl  QuiriiiP  1869  —  Storia  della  fortezza  e  dei  terrìtori» 
di  Palma  Duova. 

Borro  prof.  Luigi  1870  — Intorno  Tautore  delie  statue  collocate 
nella  sala  supcriore  dulia  Hcuola  di  S.  Rocco  in  Venezia. 

Broam  cav.  Carlo,  Direttore  della  Biblioteca  di  Copenaghen. 
1870  —  Servigi  prostati  alla  Rep.  di  Ven.  da  Curt  Àdelaer  Siversen, 
capitano  danese  (1643-60)  come  viceammiraglio  nell'armata  navale 
Veneta  ai  Dardanelli,  a  Candia,  e  altrove.  Onori  a  lui  conferiti  —  No- 
tizie ed  illustrazioni  intorno  ai  cavalieri  di  8.  Marco,  e  alla  battaglia 
dei  Dardanelli. 

Bresanie  cav.  de  O.  B.  1868  —  Storia  di  Tunisi,  Algeri,  Ma- 
rocco e  Tripoli  dal  sec.  XVI  al  XVIII. 

Brcsflttn  prof.  Bartolameo  1867  —  Serie  dei  podestà  renetì  di 
Marostica  e  Lonigo. 

Brevern  bar.  senatore  1872  ~  Ispezione  dei  dispacci  dei  nobili 
veneti  a  Pietroburgo,  Foscari,  Grìmani,  Venier. 

Broci  dì  Plater  co.  Vladimiro  Stanislao  1862  —  Stona  della 
Polonia. 

Brown  Rawdon  1862  -  72  ^  Prima  CommiaaioDe  ducale  al 
bailo  di  Costantinopoli  —  Documenti  intorno  all'Inghilterra,  nei  suoi 
rapporti  col  Governo  Veneto,  dai  tempi  più  antichi  alla  metà  del 
Kcc.  XVI. 

Ballo  dott.  Carlo  1862-68  —  Storia  fisica  di  Chioggia  e  Ca- 
varzere  —  Origini  e  nobillà  di  alcuno  famiglie  di  Chioggia  {  Biillot 
Vianello,  ecc.).  —  Dispacci  degli  ambasc.  a  Roma  e  a  Costantinopoli 
(1586),  circa  un  canale  fra  il  mar  Rosso  ed  il  Mediferraneo, 

BndRHonl  dott.  Carlo,  redattore  AisW  Archeografo  Triestino 
1870  —  Documenti  antichi  relativi  a  Trieste  —  Atti  diplomatici  rela- 
tivi all'Istria —  Documenti  circa  l'assedio  di  Trieste  fatto  dai  Vene- 
ziani nel  1468. 

Cablnnca  Giacomo  1868  —  Notizie  au  Gian  Giorgio  Trissìno. 

CnUonà  Qio.  1863 — Genealogia  di  alcune  famiglio  nobili  di 
Candia. 

Calxn  prof.  Carlo  1864  —  Legislazione  veneta  intomo  l'igiene  — 
Leggi  venete  sulle  meretrici. 

c'hIzodI  dott.  Demetrio  1869  —  Ricerche  sulla  famiglia  VoUcfa 
di  Dalmazia.  1870  —  Storia  dei  professori  di  scienze  giuridiche  nel- 
l'Università di  Padova. 

Gameronl  Frane.  1872  —  Fiera  dell' ascensione  in  Venezia. 


—  394  - 

Campana,  marcbeBa  di  Cayelli  1869  — Storia  delle  vicende  degS 
ultimi  Stewart  nel  sec.  XYII  e  nei  primi  anni  del  XVIII,  in  Inghil- 
terra e  in  Francia. 

Capasse  ....  1871  —Patti  tra  Federico  di  Sicilia  eia  Bep. 
Yen.  1257  -  59. 

capoiresve  Nicolò  1863  —  Atti  araldici  della  famiglia  Capo- 
grosBO. 

Cappelletti  canon.  Giuseppe  1872  —  Gesuiti. 

Cappelli  march.  Gino  1869  —  Lettere  dei  suoi  antenati. 

Carminati  nob.  Costantino  1867  —  Storia  della  congiura  ISe- 
polo  -  Quirini. 

Carminati  P.  Giuseppe  1870  —  Commercio  fra  Venezia  e  li 
Germania  per  la  strada  della  Pontebba. 

Carneinttl  Giuseppe  1865  —  Legislazione  veneta  mineraria. 

Caresantl  Alessandro  1866  —  Fraterna  dei  prigioni  in  Veneù 

Casati  C.  C.  1869  —  Dispacci  di  amb.  veneti  alla  Corte  di  Fran- 
cia, diretti  al  Consiglio  de^X. 

Caume  dott.  Giuseppe  1872  —  Studi  sulle  antiche  relazioni  ddk 
città  di  Terraferma  colla  Rep.  Veneta. 

Cawrlani  Corradino  18  63  —  Lettere  di  S.  Luigi  Gonzaga. 

Ceeehetti  Bartolomeo  1865  —  Scritture  private  venete  fino 
al  sec.  XII.  1867  — Storia  delFarte  vetraria  muranese  —  Storia 
delle  scuole  pie  laiche  dette  'piccole,  sotto  la  Rep.  Ven.  1869  —  Ap- 
))unti  di  tutti  i  documenti  veneti  fino  al  sec.  XIU.  —  Appunti  per  uà 
lavoro  storico  intorno  le  rivoluzioni  in  Oriente  dal  sec.  XV  a  tutto  il 
XVI  (Albanesi,  Bulgari^  Elioni)^  e  degli  stabilimenti  dei  Veneziani 
iieir  Albania,  ora  turca,  dal  secolo  XIV  a  tutto  il  XV  -  1872  —  Delle 
tonti  della  statistica  negli  Archivi  di  Vonozia  Nuove  ricerche  intorno 
alle  origini  ed  allo  svolgimento  dclFarte  vetraria  muranese. 

Ceeehetti  B.  e  PaMni  Li.  1870  —  rrimordi  della  lingua  ita- 
liana e  del  dialetto  in  Venezia  sec.  XI  —  XV. 

Cérétfole  Vittorio  1870  —  Lega  fra  Venezia  e  la  Francia  per 
gli  affari  della  Valtellina,  162:J  -  24  1872  —  Vertenze  fra  la  llep. 
Ven.  ed  il  Cantone  di  Garona  (C-larona)  nell  a  Svizzera  (1619). 

Chirico  signore ISOO  —  Notizie  sulla  famiglia  Chirico 

di  Ragusi. 

1  hilariiiy  Enrico  1872  —  Copia  di  lettere  originali  di  inonarclii 
inglesi  e  spagnuoli,  al  Collegio  della  Kep.  Veneta. 

Choloin!>«kl  co.  Ladislao  18(iì)  —  Storia  deMa  Polonia. 

Ciccliiinowezki  Gregorio  1870  -  -  Storia  della  Polonia. 

Cicz!>»kowski  co.  xVugusto  1871  -  -  Documenti  relativi  alla  Po- 


—  395  - 

Ionia,  1872  —  Dispncci  tlegli  ambage,  veneti  iti  Polonia  nel  sec,  XVIL 
—  Noti/Je  i!i  tentativi  antichi  per  lo  scaTO  di  minerali  in  alcuni  luo- 
ghi <!l'I  Vicentino  (Civillina,  monte  Frisa  ece). 

cimar»  G.  M.  1868  —  Notizie  sulla  famiglia  Cimara  e  Vaivi  di 
Cefalonia. 

CKIndrllH  Napoleone  1868  —  Appuntì  su  alcuni  pittori  italiani 
nel  sec.  XVI. 

cladA  G.  Giorgio  1863  ~  Notizie  della  famiglia  Cladà. 

Clarjr  princ.  Edmomlo  1869  —  Documenti  di  un  barone  Clary 
A.ldringer,  suo  antenato  —  1872  —  Documenti  di  Mattia  Clario  del 
Bcc.  XM. 

c»d«ma  cav.  Gio.  1872  —  Lo  scuole  in  Venezia  eotto  la  Rep. 
Ven.  e  fino  al  1818. 

Codemo  GiTRtenbrand  Luigia  1867  —  Condanna  capitale  di 
Giulio  Barisano  dì  Treviso,  Marco  Calvi,  e  Andrea  Matto  giuBti/.iati 
in  Asolo  nel  1510  per  fellouia. 

cologna  Veneta  (Municipio)  1871  — Toglimonto  d'un  interdetto 
dafd  dal  Vicario  capitolare,  nella  sede  vacante  del  vose,  di  Vicenza, 
all'esercizio  della  religione  cristiana  cattolica  nelle  chiese  di  Cologna 
nel  1602. 

collofto  Giacomo  IS71  —  Documenti  commerciali  relativi  alla 
strada  della  Pontebba,  1872  —  Intorno  la  instituzione  delle  Accade- 
mie Agrarie  nella  Rep.  Veneta  —  Introduzione,  viceriile  ed  abolizione 
ii^M'impoata  sul  macinato  sotto  la  Rep.  Veneta,  od  altri  documenti  e 
ricerche  in  materia  finanziaria. 

Comb»  prof.  Kmilio  1872  —  Processi  de!  8.  Uffizio  contro  pa- 
rceclii  cittadini  di  Cittadella  fprov.  di  Vicenza)  e  il  vescovo  P.  P.  Ver- 
gerin  di  Capodiefrìa. 

•  Combl  prof,  Carlo  1870  —  Carte  relative  al  8.  Ufficio  ;  processo 
di  eresia  contro  il  vescovo  di  Capodistria  P.  P.  Vergerio. 

CongrrBMlone  dei  p.  p.  Filippini  in  Venezia  1872  —  Decreto 
del  3»nato  1764,  9  febb.  m.  v.  che  dichiarfi  protettore  di  Venezia  s, 
Filippo  Neri. 

cantln  cav.  Emanuele  1867  —  Ricerche  storielle  circa  la  no- 
biltà di  varie  famiglie  —  Dispacci  di  nmb.  veneti  in  Ungheria  1456-91. 

€ora«t  Enrico  1872  —  Lettere  Af\  Rettori  di  Brescia  1603,  al 
Consiglio  dei  X,  circa  Annibale  Gambara. 

CoMmn  ....  1867  —  Cittadini  originari  e  forestieri  abitanti  nei 
domini  della  Rep.  --  loro  diritti  rispettivi. 

CrUtofblrdl  Luigi  cancelliere  nell'Archivio  notarile  di  Vicenza 
1869  -   Notizie  genealogiche  sugli  antirhi  possessori  del  feudo  Velo 


-^   - 


-  »96  - 

nel  Vicentino  1406-1796  — Bando,  sentenza  ed  altre  carte d«lt''« 
de'  X  relative  a  un  De  Roma  e  ad  altri  vìcentim  del  seo.  X\l.  - 
Carte  spettanti  alla  chiesa  di  8.  Michele  di  Vicenza. 

Crivcllarl  dott.  Giulio  1869  -  70  —  Diritto  penale  veneto. 

Crovato  Natale  1870  —  Procesao  fatto  dal  3.  Ufficio  di  Veneài 
a  Giulio  Trias  ino. 

Cueva (mediante  ilK.  Ministero  degli  Esteri  d'Itala) 

1871  ~  Copie  di  documenti  rieguardanti  Marocco  di  Barbano. 

Cumanu  dott.  Costantino  1872  —  Documenti  risgitardautì  fi- 
stria  liei  secoli  X  e  XI. 

Dalla  Libera  ab.  Osvaldo  1872  ~  Relazione  dì  Giulio  Gftbdcl, 
ritornato  da  capitano  dì  Vicenza,  27  ottobre  1558. 

Barmano  Domenico  1872  —  Processo  fatto  dagli  Inquisilwi  £ 
Stato  ad  Alvise  Zenobio. 

Deslmooi ....  1872  —  Documenti  relativi  a  Genova  dgà 

xmexiv. 

Domlré  de  Ferèt  1865  —  Corrispondenza  di  Napoleone  L 

Dora  d' Istria  1868  -~  Documenti  su  Mahmud  pascià  di  I 
tari,  su  Alt  pascià  di  Giannina  e  sugli  Albanesi.  1871  — Notizie  a. 
docum.  relativi  ai  princìpi  Ghika  e  al  loro  regno  in  Moldavia  e  Va- 
lacchia nei  seo,  XVII  e  XVIII.  1872  —  Appunti  di  documenti  risgua^ 
danti  la  famiglia  Rasponi  ravennate  —  Documenti  relativi  al  doiuiDÌft 
in  Rumenia  dei  principi  albanesi  Ghika. 

Orajthl  Giuseppe  1872  —  Relazione  del  podestà  e  capitano  di 
Rongo  Paolo  Michiel,  12  aprile  1725. 

Drake  Guglielmo  Riccardo  1869  —  Scritture  sulle  fabbriahe  li 
porcellana  in  Venezia. 

Drlso,  Kamlas  e  Slcbnl  notaio  1868  —  Origine,  conststeint 
ed  atteodibilìtà  di  un  legalo  (Typaldi  -  Thierry)  di  circa  40  milioii! 
di  lire. 

nammel  prof.  Ernesto  di  Halle  1869  —  Diplomi  dei  Re  d'Italia 
Berengario  ed  Ugo.  « 

Duraxxo  Giovanni  1862  —  Cessione  del  polesine  agli  Eat«aBÌ. 
acquisto  di  Rovigo  fatto  dalla  Rep.  Ven.  —  Documeoti  relatìvi  al  P»> 
lesine,  e  relazioni  dei  rettori  veneti  a  Rovigo  e  Peschiera.  I8T2 
Processi  fatti  dal  S.  Uffìzio  di  Venezia  a  rodigini  dal  1540  al  1600. 

Erixxo  dott.  Nicolò  1862  —  Fabbrica  dì  porcellane  in  Venezia 
ad  uso  di  Sassonia.  -    Relazioni  della  Rep.  Ven.  col  Portogallo. 

Krrcra  prof.  Alberto  1865  —  Storia  dell'arte  vetraria  muranew. 
1867  —  Processo  del  S.  Uffizio  di  Venezia  a  Giordano  Bruno.  IK 
Commercio  della  Rep.  Ven.  negli  ultimi  anni  del  suo  domìnio.  1870 — 


larte  relativo  alle  costruzioni  navali  nell'Arsenale,  e  &\  porto/ranco 
di  Venezia. 

Fnbrh  dott.  Liberale  1862  —  Miniere  d'Agordo. 

Fabbro  Eugenio  1872  — Dedizione  di  Coneglìano  alla  Republioa 
Veneta. 

Fnmbrl  Paulo  1869  —  Carte  relative  a  sfide  e  duelli.  1870  — 
Ultime  vicende  del  èancojtro/  batterie  galleggianti  usate  nel  i785 
da  Angelo  Emo,  capitano  Btraordinarìo  delle  navi  venete.  1872  —Do- 
cumenti relativi  al  lavoro  e  al  commercio  di  merletti  e  cappelli  di 
truciolo  in  Burano. 

Federigo  Federico  1871  —  Storia  del  Comune  di  Venezia  e 
costituzione  del  Municipio  di  easa,  nella  prima  epoca  del  dominio 
austriaco  nelle  provincie  venete  1798  -  1806. 

Ferrarli  comra,  Francesco  1870  -  71  —  Storia  dei  banchi  di 
scrìtta  e  del  banco  pubblico  o  baticogiro. 

Ferralo  prof.  Pietro  1867  —  Scritture  di  Marc' Antonio  Fosca- 
tini  nell'archivio  dei  Riformatori  dello  Studio  di  Padova  —  Scritture 
di  Gaspare  Gozzi  in  materia  di  scuole  e  di  Stampa.  Scuola  dì  nautica 
Botto  la  Rep,  Veneta. 

Ferraxsl  Roberto  1872  —  Ricerche  Bull' epoca  dell' invenzione 
dell'  avventurina  artificiale. 

VìnKMMl  canonico  Gio.  1869  —  Atti  diplomatici  antichi  relativi 
alla  Lombardia. 

Flneoil  Luigi  1870  --  Sulla  Marina  della  Rep.  Yen.,  special- 
mente nell'ultimo  secolo,  e  sulle  eostruzioni  navali. 

Forcloll  -Colili  (de).  1872  ~~  Indagini  storiche  nei  dispacci 
degli  ambage,  veneti  a  Roma,  circa  i  rapporti  politici  della  Corte  dì 
Trancia  colla  Curia  Romana  nel  1662. 

Forila  Eugenia  1870  —  Intorno  una  proposta  ohe  avrebbero  fatto 
Veneziani  al  Soldano  di  Egitto  (1502)  pel  taglio  dell'  istmo  di  Suex. 

Foneord  prof.  Cesare  1870  —  Copie  di  capitolari  antichi  di 
corpoFazioni  industriali  venete;  di  parti  dello  statuto  veneto;  di  de- 
creti del  Magg.  Consiglio,  del  Senato  e  del  Cons.  de'X  in  materia 
dell'Arsenale,  di  commissioni  del  Senato  e  del  Collegio  a  Rettori. 

Frank  dott.  Guglielmo  1868  —  Dispacci  degli  ambasc.  veneti  e 
deliberazioni  del  Senato,  sulle  condizioni  polìtiche  dell'Ungheria 
nella  guerra  dei  XXX  anni. 

FreMenra  prof.  Luigi  1870  —  Scritture  venete  in  materia  mi- 
litare. 

Frlcdmann  dott.  Paolo  1868-69  —  Dispacci  in  cifra  degli 
ambasciatori  veneti  in  Inghilterra  1553-57. 


-  898  - 

Fracco  Antonio  1867  —  Leggi  venete  intorno  gli  biìtati  di  le 
nefioenza  e  di  culto. 

Fnlln  prof.  Rinaldo  1863— Dispacci  di  Paolo  Parata  da  Rodul- 

1865  e  segg.  —  Storia  degli  Inquisitori  di  Stato.  1867  —  Rapporti  co» 
merciali  di  Venezia  con  Trieste  nel  see.  XYIII  1868  —  Stadi  sa  nri 
soggetti  di  storia  ven.  —  Inquisitori  di  Stato  —  Dispacci  di  ambiM. 
yen.  a  varie  corti  —  Vicende  di  alcune  opere  artistiche  io  Venem 
1869  —  Dazio  macina  sotto  la  Rep.  Ven.  —  Studt  sulla  neotnBi 
di  Venezia  nelF ultimo  secolo.  1871  —Documenti  relativi  alla  bil- 
taglia  di  Lepanto.  1872  —  Copie  e  studt  sui  dooum.  più  aaikk 
del  Gens.  de^X,  sul  porto  franco,  e  su  altri  soggetti  di  storia  pi- 
tria  —  Confronti  tra  le  relazioni  degli  Ambasc.  yen.  del  sec  XVI 
stampate  dall'  Alberi,  cogli  originali  custoditi  nelF  Aroh.  Gtenenk. 

«abelll . . .  1870  —  Cittadinanza  veneta  originaria  della  fiuni- 
glia  Stefani. 

«aehard  L.  P.  1868  —  Dispacci  di  ambasc.  yen.  all' ija  e 
a  Madrid.  —  Ricerche  intorno  alle  imprese  di  don  Giovanni  d'Au- 
stria. 

Galaliti  prof.  Ferdinando  1872  —  Dimora  dell'  Aretino  in  Ye- 
nezia  e  scritture  di  luì  inedite. 

«alaiitliio  co.  Frane.  1867  —  Storia  del  Comune  di  Sondno, 
sec.  XV. 

«alatco  Gio.  1872  ~  Ricerche  araldiche  e  storiche  dell^  ikim- 
glia  Galateo,  e  specialmente  d'un  Coriolano  (1741).  —  Detto  e  Scai^ 
dalli,  1872  —  Ricerche  (nell'Archivio  dell'i,  r.  Luogotenenza  in  Zara. 
mediante  il  Consolato  austriaco)  di  documenti  araldici  delle  famiglie 
rispettive. 

Gallipoli  (Comune  di)  1871  —  Documenti  spettanti  a  quel  Co- 
mune, nella  fine  del  sec.  XV. 

Ciar  comm.  Tommaso  1868  —  Esempj  di  antiche  denomina- 
zioni di  magistrati  veneti  e  di  voci  amministrative  in  lingua  ita- 
liana e  in  dialetto. 

Ganparlnl  Cesare  pel  cav.  Ninni  1870  —  Leggi  venete  sulli 
pesca  nella  Lacuna,  e  specialmente  sul  roto  tecnico  che  il  Governo 
chiedeva  ai  pescatori,  in  materia  dell' arte  loro. 

<Maffpero  (de)  Antonio  18()9  —  Carte  storiche  del  sec.  Xlll  re- 
lative all'abbazia  di  Moggio  nel  Friuli. 

4;aPilaldÌN  avv.  Ant.  1872  —  Documenti  relativi  all'  arto  dell.i 
lana. 

Ciieiiiona  (Friuli)  Municipio  di,  1870  —  Notizie  intorno  i  pos- 
sessi di  monti  e  boschi  di  quel  Comune. 


Giacomelli  comm.  Giuseppe  1869  -  Informazione  sui  documenti 
rcstituili  dal  Governo  Austriaco  all'Italia  nel  J868,  sulle  copie  au- 
tentiche trasmoBsegU  dal  Governo  Nazionale,  d  au  altre  questioni 
nella  materia  stessa,  1870  —  Documenti  storici  e  statistici  relativi  alla 
Carnia  1420  -  1797. 

nlginel  magg.  del  Genio  1870  ~  Costruzioni  nell'Arsenale  di 
Venezia. 

«liberi  I8T2  —  Processi  ad  Antonio  Foscarini;  documenti  della 
storia  inglese  —  Leggi  venete  suntuarie. 

GloTanellI  principe  Giuseppe  1869  —  Carte  di  personaggi  an- 
tichi della  famiglia  Chigi. 

«lovannl  Pranceae»  (fra')  di  Venezia  1868  —  Storia  di  alcuni 
ordini  religiosi  regolari  di  Venezia. 

C>luria<o  avT.  187 1  —  Modi  di  esazione  delle  decime  e  dei  quar- 
tesi  sotto  la  Eep.  Veneta.  1872  —  Leggi  venete  antiche  in  materia 
di  beni  comunali  —  Investitura  delle  acque  minerali  di  Civillina  alla 
ditta  Catullo. 

«Inrlato  avv.  Giuseppe  1872  —  Riscontri  di  un  ma.  con  una 
copia  di  un  Diario  dell'assedio  di  Corffi.  (Marciana  CI.  VII.,  cod. 
MDCXES.) 

«osai  Gaspare  1872  —  Scrìtti  di  Gaspare  Gozzi, 
«rei^alln  Francesco  1865  —  Storia  delle  due  Avogarie  dì  Co- 
mmi nella  Rep.   Ven.  secoli  XIII  -  XIV. 

Crlmanl  co.  Gio.  Pietro  1868  ~  Uffici  publicì  sostenuti  da 
Lodovico  Manin  prima  del  dogado.  1870  —  Relazioni  de'rettori  di 
Bergamo.  1871  —  Relazioni  di  ambasc.  e  rettori  veneti  della  famì- 
glia Grimani. 

«nbernatls  prof.  Angelo  1871  —  Ricerche  su  Cervantes  e  il 
don  Chisciotte. 

Hopf  dott.  Carlo  1871  — Notizie  genealogiche  dei  possessori 
antichi  e  moderni  di  alcune  baronie  in  Corfili. 

Babner  (di)  barone  1863  —  Dispacci  degli  ambasciatori  venetj 
da  Roma  1585  -  98. 

Oaberl  Luigi  1869  —  Documenti  risguardanti  la  condotta  e  i 
eervigj  prestati  alla  Rep.  Ven,  da  Enrico  Goutficr,  marchese  di  Bon- 
nivert  sulla  fine  del  sec.  XVI  e  XVII. 

iHtrla  Giunta  provinciale  1873 -- Documenti  risguardanti  l'I* 
stria  in  generalo. 

Jaehin  Salvatore  1872  —  Confronti  di  documenti  riferiti  nel 
discorso  sul  Governo  della  Rep.  di  G.  A,  Muazzo,  cogli  originali 
dell'Archivio. 


—  400  — 

Jarre  Carlo  1865  —  Storia  della  Francia  nel    1780  —  Lrite 

dei  generali  francesi  ai  tempi  di  Bonaparte  —  Storia  deiTempU 

Jean  cav.  Guglielmo  1869  —  Esame  di  earte  topografiche  ddi 
Ghrecia  antica,  della  Dalmazia,  della  Erzegovina,  del  Montenegro, e 
di  scritture  degli  Inquisitori  di   Stato  spettanti  a  quei  paesL 

Jesi  (Municipio  di)  prov.  di  Ancona  1870  —  Notizie  intorno  i 
Sultano  lachia,  della  prima  metà   del  sec.  XVII,  i  suoi  rappoiti  pi* 
litici  colla  Bep.  e  il  suo  agente  Muzio  Marcelli 

Joly  1862  —  Crociata  del  1217. 

Joppl  dott  Vincenzo  1868  —  Documenti  storioi  sul  Friuli  18!! 
Carte  d' Aquileja.  1872  —  Documenti  relativi  al  Friuli  Beo.  XIY. 

Jastl  dott  Carlo  1868  —  Storia  dei  Conclavi  degli  anni  1721. 
24, 30,  40,  58, 69. 

Kandler  dott.  Pietro  1868  —  Serie  dei  provv.  veneti  in  Fob 
nei  secoli  XIV  e  XY.  Notizie  sull'Istria.  1871  —  Antichità  del  Go- 
verno di  Fola  —  Intorno  un  Annibale  Amerio  di  Spalato. 

Kapnlat  1868  —  Memorie  araldiche  della  famiglia  KiqiniiL 

Klplakl  nob.  dott.  Alberto  Stellio  1866  —  Storia  delie  bok 
Ionie.  1870  —  Rapporti  giuridici  fra  gli  abitanti  dei  Comuni  Yeneli 
e  Lombardi  ex  veneti,  originarli,  coi  moderni. 

Kiackolm  1865  —  Ricerche  sulla  corrispondenza  dei  prineip 
dì  Wittelsbach,  1550  —  1650. 

Koblenx  Oio.  i.  r.  consig.  minist.  ungarico.  1872  —  Dooumeirti 
storici  risguardanti  la  città  dì  Fiume. 

Kope  madama  1872  —  Memorie  del  conclave  raccoltosi  nel 
l'isola  di  S.  Giorgio  in  Venezia,  per  reiezione  di  papa  Pio  VII  (180»)). 

Eiaborde  Giulio  1868  —  Scritture  diplomatiche  fra  la  Rep. 
Ven.  e  la  Francia,  1541  —  1572. 

liBf^rlère  Ettore  1865  —  Lettere  di  Caterina  de  Medici,  e 
dispacci  di  Francia  1554  —  59. 

tiHMo  cons.  Valentino  1869  -  71  —  Memorie  e  documenti  ante- 
riori al  sec.  XV  per  le  sue  Memorie  storiche  della  Dalmazia. 

tiSkmtknhÌLy  Vladimiro  1868  -  70  —  Documenti  relativi  agli 
Uscocchi  —  vita  politica  e  sociale  delle  nazioni  Greca,  Slava  e  Al- 
banese suddite  della  Rep.  Ven.;  sulla  Porta  Ottomana  e  sull'attuale 
Impero  Austriaco  cis  e  trandeitano]  sui  rapporti  politici  della  Rt*i'. 
Ven.  colla  Turchia  coli' Ungheria,  coirimpero  ecc.  —  documenti 
spettanti  all'Albania  ex  Veneta  --  casi  di  avvelenamenti  por  motivi 
politici.  A'otizic  intorno  il  card.  Oio.  Michiel,  morto  a  Roma  con 
sospetto  di  veleno,  1503  10  aprile. 

Lianiperdeo  comm.  Fedele  1802  —  Ricerche  intorno  i  beni  di 


uanomorta  nello  Stato  Veneto  sec.  XVIII.  1864  —  Legislazione  cri- 
minale veneta.  1869  —  Commercio  veneto  antico  dei  cereali,  e  ma- 
[iatrati  della  Rep.  Yen.  eopra  l'amministrazione  del  Frumento  e 
delle  biade.  1S72  —  Ricerche  storiche  sul  castello  di  Montegalda  nel 
Vicentino.  —  Lettere  di  rettori  di  Vicenza  del  sec.  XVI,  dirette  ai 
capi  del  Cena,  dei  X.  in  materia  eidesiastica  —  ricerche  di  notizie 
sulle  Accademie  vicentine  Olimpica,  Agraria  ecc.  definizione  della 
voce  e  del  diritto  di  piarda. 

Lanfranclilnl  Giacomo  1867  —  Documenti  storici  relativi  a 
Verona.  1868  —  Processo  del  8.  Uffizio  di  Venezia  contro  Andrea 
Ugoni  bresciano,  sec.  XVI.  • 

L.a(ltMii  pro£  Elia  1868  e  1869  —  Banchi  veneti  di  scritta  e  banco 
publicu;  prestiti  pubblici,  amministrazione  della  Zecca  veneta  come 
banco  —  Appunti  di  documenti  in  dialetto  veneziano. 

l^allea  Moisè  ISTO  -  72  —  Condizione  degli  Ebrei  sotto  la 
Bepub.  Veneta,  dal  seo.  XIII  al  XVIH,  specialmente  nei  riguardi 
del  commercio. 

Lclrbt  dott.  Michele  1S68  —  Dialetti  antichi  di  Venezia  e  del 
Friuli  —  Rift-rma  degli  Statuti  di  Cividale  ne!  sec.  XVI. 

■.«•tn  (de)  prof.  Giuseppe  1872^  Santo  Uffizio  e  dispacci  diam- 
basc.  veneti  a  Roma,  diretti  ai  capi  del  Cons.  de'X,  nel  principio  del 
secolo  XVI. 

litCler  dott.  1865  —  Corrispondenza  dei  Principi  di  Vittelsbach. 

lijnlilé  ab  Simeone  1868  —  Documenti  relativi  al  dominio 
veneto  in  Dalmazia.  1869-72  —  Documenti  pel  voi  II.  dell'  opera 
Monumenta  sjìectanlia  ad  historiam  Slatorum  meridionalium. 

LorenKl  G.  B.  1868  —  Costruzione  e  rìstaurì  del  Palazzo  ducale 
di  Venezia.  1870  —  Documoutì  intorno  alle  cortigiane  antiche. 

l<aelnDl  Tomaso  1869  —  Processi  fatti  ad  istriani  per  accusa 
d'eroda  1872 —  Appunti  sulle  scuole  pie,  sugli  istitutì  d'istruzione 
pubblica  e  su  altre  materie  di  erudizione  storica  dell'Istria. 

Mae«lri  comm.  Pietro  1869  —  Istituzioni  di  beaeticeuza  della 
Repubblica  Veneta. 

HiMtsIvnl  dott,  Antonio  1869  —  Scritture  del  proto  veneto  Crì- 
Btofuro  Sabbailiuo  intorno  alle  acque  della  laguna  di  Venezia. 

■■Itnancanrt  (de) . . .  1863  —  Guerra  dei  XXX  anni. 

Masrlnl  ab.  prof.  Antonio  1866  —  Costruzione  del  ponte  di 
Rialto.  1870  —  Relazione  della  fortezza  di  Bergamo  del  cav.  Oro- 
logi 1661. 

Malnardl  avT.  Sofoleone  1869  —  Notizie  della  sua  famiglia 
originaria  di  Cavarzere. 


—  402    - 

llakaM>ew  prof.  Vincenzo  1868  —  Storia  dei  rappoiti  dipk* 
matici  fra  Venezia  e  Ragusa,  documenti  risguardanti  Cattare  e  TìnIi 
di  Lagosta^  la  Polonia.  1870  —  Dispacci  dei  residenti  veneti  aPieto» 
burgo  —  Storia  degli  stabilimenti  dei  Veneziani  in  Albania,  e  drit» 
tativi  dMndipendenza  degli  Albanesi. 

Malvenl  avY.  Gius.  1864  —  Dispacci  relativi  ad  Enrico  V  Ca- 
notto. 1871  —  Dispacci  degli  ambasc.  veneti  a  Madrid  diretti  ai  cafi 
del  Cons.  de'  X. 

MalTesal  ing. . . .  1869  —  Fabbrica  della  chiesa  di  S.  Salvatole 
in  Venezia. 

ManfirMIiil  Camillo  1872  —  Documenti  risguardanti  il  Pok- 
sine  di  Rovigo  nel  1482. 

Manfipeii  Gio.  1872  —  Ricerche  sulle  relazioni  di  Venezia  coDe 
Provincie  dopo  la  battaglia  di  Agnadello. 

Manin  co.  Gio.  1869  e  1870  —  Elenco  cronologico  di  tatti  i 
massari  della  Zecca  Veneta  sec.  XVI-XVIII. 

Manin  e  Bottacln  cav.  Nicolò  1870  —  Sigle  dei  massari  co- 
niate su  antiche  monete  venete  di  rame. 

ManiiaetI  Mansueto  1872  —  Scritture  di  Miohcde  Sammich^ 

Mann  Nicolò,  direttore  generale  degli  archivi  di  Yalaccliite 
Moldavia.  1868  —  Costituzione  e  consistenza  degli  Archivi  Veoetì 
antichi;  scienza  archivistica  in  generalo  (conferenze). 

Manzini  ing.  Vincenzo  1868  -—Acque  potabili  di  Venezia  8e«. 
XV,  e  preferenza  data  dalla  Rep.  Ven.  all'  acqua  del  Brenta,  per 
approvvigionare  la  città. 

Manzutti  Demefrio  1802     -  Storia  del  Cadore. 

Mareolini.  dott.  A.  M.  1807  -  Decn^ti  del  Ven.  Senato  perle 
spulsionc?  dei  Gesuiti  da  Venezia  (iOOG)  e  la  riammissione  di  essi(lt>5tl|. 
1868.  —  Occupazione  od  evacua/iono  di  Ariano  da  parte  dei  soldati 
della  R'^p.  Von.  1043  e  1044.  —  1871  -  -  (Jopia  di  documenti  diploma- 
tici relativi  alla-pace  (1  maggio  1044)  fra  la  Rrp.  Ven.,  il  duca  di  Mo- 
dena, il  gramliu'a  di  Toscana  e  il  Papa,  colla  mediazione  della  Fran- 
cia, in  seguito  alla  guerra  mossa  da  Ottavio  Farnese  contro  Urbano 
Vili.  1872    -  Loggi  venete  in  materia  notarile. 

llaroiil  avv.  cav.  G.  1870.—  Maso  di  Prechele,  dal  quale  scn- 
turisce  r  acqua  detta  di  Recoaro,  ed  uso  di  essa. 

llaroiil  Alichrl(3  1872  Rcla/ioni  comnieroiali  tra  lo  antiche 
Repubbliche  di  Venezia  o  di  Ancona. 

MHrMiflk  al),  \ngelo  1870      Documenti  storici  relativi  a  Trieste. 

.HarMlcli  ing.  Pietro  1870  Appunti  per  una  pianta  dì  Vt^ne/ii 
prima  del  secolo  XVI. 


-  -103    - 

Marlcl  Carlo  1862  —  Notizie  sopra  Martel  o  Martello  bandito 
ppr  alto  tradimento  dalla  Rep,  Ven,  nel  ecc.  XVI. 

Hn«-Lntrlc  (de)  cav.  Luigi  1S68  --  Atti  internazionali  fra  la 
£ep.  Ven.  e  gli  Stati  Barhareschi  —  Dispacci  di  ambage,  yen.  in 
Francia.  —  Carte  venete  relative  a  Cipro.  1869  —  Documenti  sulla 
storia  delle  Crociate,  sui  possedimenti  dei  Veneziani  in  Terrasanta, 
dei  Lusignani  nel  reame  di  Cipro  seo.  XU-XVI.  1871  —  Trattato 
fra  la  Rep.  Ven.  e  Marsiglia  1325.  —  Documento  dei  danni  recati 
dallo  galere  veneziane  a  un  mercante  dì  Cipro  1355.  —  1872  —  Nuovi 
documenti  intorno  a  Cipro.  A 

Miistal  co.  Luigi  1872  —  Consulte  di  fra'  Paolo  Sarpi. 

Mateovle'  prof.  —  1869  —  Portolani  ed  itinerari  dal  sec.  XIV 
Ri  svili.  —  Notizie  di  viaggi  e  delle  antiche  vie  commarciali  dei 
Veneziani. 

iMtNcheg;  prof.  Ànt.  1872.  —  Dispacci  dogli  ambasc.  veneti  a 
Roma  e  ad  altre  Corti,  1740—  1757. 

i<(«l,  colonnello  1870  —  Artìglierio  venete  antiche. 

tra.  Achille  1869  —  Leggi  venete  per  la  soppreseiono 
delle  corporazioni  religiose. 

HaKlère  (de)  1870  —  Rapporti  della  Curia  Romana  colla  Sflo- 
ida,  coir  Irlanda  e  colla  Rep.  Ven.  —  Carte  relative  a  Goncistori,  a  car 
dinali  ecc.  1492-1600. 

Mnxxexa  Gio.  1868  —Costituzione  fisica  dei  Tre-porti  aelV  v- 
Btuario  veneto. 

HAxxnoll  ing.  di  miniera,  capo  dell'ulEcIo  montanistico  di  Vi- 
cenza 18G9  —  Investiture  del  Governo  Veneto  anteriori  all'istituzione 
del  magistrato  sulle  miniere,  1488,  e  documenti  relativi  a  questioni 
giuridiche  minerali. 

Medici  (de)  Pietro  1667-69  ~  Titolo  comitale  e  notizie  della 
famiglia  De-Medki  —  Decreto  del  Senato  Veneto  1764,  7  settembre 
aui  cittadini  originari. 

ing.  Tommaso  1871  —  Scandagli  della  laguna  di  Ve- 
nezia di  Angelo  Emo,  1762. 

MelKanor  prof,  a  Pietroburgo  1870 — Storia  della  Persia. 

Hrrll  A.  1869  —  Appunti  da  lettere  di  O.  A.  Dona,  e  da  altre 
^ei  deputati  della  Nohillù  vecchia  di  Genova  alla  Rep.  Veneta. 

Hppt  dott.  Luigi  1863  —  Carte  storiche  relative  alla  Dalmazia 
sec.  XV.-SVni. 

Herrywentber  1868  —  Leggi  venete  circa  gli  incendi 

mehel  Augusto  1870  —  Esame  dei  necrologi  del  magùtrato 
alla  Sanità. 


101    - 

Mlchlel  CO.  Luigi  1863  —  Relazione  dell'  ambasc.  a  Napoli  & 
vige  Oio.  lY  Mocenigo  1739, 17  dicembre  —  Relazione  dell' amimi 
in  Francia  Lorenzo  II.  Morosini  1752,  2  maggio. 

Milano.  Direzione  degli  Archivi  Governativi  1871  —  Cenni  deb 
prigionia  e  della  morte  di  don  Duarte  (Edoardo),  fratello  delreGk^ 
IV.  di  Portogallo. 

Ministero  delF  Istruzione  publica  1870-72  —  Estratti  di  don- 
menti  relativi  alla  Polonia,  dalle  serie  particolari  e  dai  dispacci  ded 
ambasc.  a  Vienna,  e  a  Pietroburgo  —  Copie  e  sunti  di  dispasci  i 
Antonio  Qilytinian  ambasc.  a  Roma  1502-1505,  diretti  al  Senti 
Veneto. 

Mlnotto  prof.  Antonio  Stefano  1864  —  Rapporti  della  Rep.  Tee. 
colla  Corte  di  Firenze  sec.  XVI.  1869 — Regesto  delle  carte  raccdieoB 
volumi  dei  Commemoriali.  1870-71  — Documenti  veneti  per  nn  re- 
gesto generale  delle  carte  deir  Archivio  veneto  —  Atti  diplomtiid 
spettanti  al  Friuli  e  air  antica  Marca  Trivigiana. 

Modena  Direzione  del  R.  Archivio  di  Stato  e  degli  Arduri 
Governativi.  1872  —  Notizie  e  documenti  risguardanti  Lodovico  An- 
tonio Muratori. 

Monopoli  (Municipio  di)  —  1868.  Documenti  storici  relativi  i 
Monopoli  durante  il  dominio  veneto,  sec.  XV -XVI. 

Morando  dei  Rizzoni  co.  Francesco  1867  —  ]!7otìzie  araldide 
della  famiglia  Morando  di  Verona. 

Morelli  dott.  Alberto  1872  —  Ricerche  intomo  il  confine  italiiM 
alla  Pontebba. 

Morowinl  CO.  Andrea  18G3  —  Leggi  sulla  pesca  nelle  valli  del- 
l'estuario  veneto. 

Morwolln  prof.  B  1869  —  Notizie  su  G.  Giorgio  Trissino.  ISTO 
—  Cart(?  relative  a  Giuseppe  Pigafetta  e  a  Leonardo,  Alessandro  t 
Giulio  Trissino,  nelF  archivio  del  S.  Uffizio.  1872  —  Processo  fatti» 
dal  S.  uffizio  a  Giovanni  Chocozzi. 

Motta  Antonio  1872  -Documenti  turchi. 

Maonl  Damiano  1868  —  Podestà  o  ca}>itani  veneti  in  Romano. 
(*  documenti  storici  su  quel  Comune.  1860  —  Estratti  dello  statuto 
di  Romano  in  Lombardia. 

Mulinelli  prof.  1«G7  — Lnlustrie  venete  antiche. 

Miitiiit^ill  cons.  Giuseppe  IMOT  —  Vendita  publiea  di  beni  i:i 
i^agnolo,  di  Luchino  dal  Verme,  al  co.  .Noi^arohj,  1  l.Vi,  S  a:^osto. 

.liaiiiin.4»  (iott.  Giacinto  ISTO  -  Sulla  ])rop(>sia  d'  un  Tiia^i-strat- 
veneto  di  proibire  il  tabacco  per  l'iinio  fscc.  XV II).  liS72  —  Instici- 
zione  di  uno  stabilimento  vaccinitero  in  Venezia   bS.Vi-oS    -  -  Kirori  i 


-    105  — 

di  licenze  accordate  dalla  Rep.  Yen.  a  donne  per  V  esercizio  della 
medicina  o  della  bassa  chirurgia. 

IVanI  nob.  Giacomo  1870  —  Notizie  sulla  famiglia  Nani,  sec. 
XVI-XIX. 

IVaiil-ll€»cenl|K^o  co.  Filippo  1872  —  Fabbrica  della  Zecca  in 
Venezia. 

nfapoll  Sopraintendonza  generale  dei  regi  Archivi  1868  —  Docu- 
menti del  sec.  XV  per  corredo  al  Codice  Aragonese]  appunti  di  carte 
diplomatiche  per  la  storia  di  Napoli. 

nfaratoFlch  cav.  Pietro  1870  — Ricerche  sui  primi  proprietari 
del  Palazzo  Bernardi  a  S.  Aponal,  e  sui  traslati  di  esso  in  varie 
ditte. 

nfardo  dott.  G.  D.  1868-71  —  Documenti  veneti  dal  sec.  XI  al 
XIU,  contenenti  voci  di  bassa  latinità  e  italiane. 

nfebosklonoir  Alessandro  1872  —  Rapporti  della  Rep.  Veneta 
coir  Ungheria. 

nfe^rl  Augusto  1867  —  Archivio  della  Scuola  grande  di  8.  Gio. 
Evangelista  in  Venezia.  1870  —  Dispacci  dell'  ambasciator  veneto 
Daniele  Dolfin  sul  volo  aereostatico  eseguito  a  Parigi  dai  fratelli  Mont- 
golfier  alla  fine  del  secolo  scorso. 

[Vlcolettl  ab.  Giuseppe  1864  —  Ricerche  sulle  miniere  di  A- 
gordo.  1869  —  Memorie  sulla  famiglia  Cimar  a  di  Gefalonia.  1871  — 
Documenti  dell'  ex  scuola  di  S.  Rocco  in  Venezia.  1872  ~  Relazione 
del  nobile  Mario  Soranzo  podestà  ritornato  di  Belluno  1735,  5 
marzo. 

nftniil  co.  Alessandro  1872  —  Leggi  venete  in  materia  di  pe- 
sca —  Regesto  generale  delle  leggi  antiche  e  moderne  nella  ma- 
teria stessa  (compilato  dal  signor  Filippo  Legnani,  officiale  nel- 
r  Archivio  Generale).  —  Quesiti  circa  alle  fonti  isteriche  intorno  la 
pesca. 

IVomI  cav.  Tommaso  1872  —  Circa  la  nobiltà  concessa  dal  Con- 
siglio di  Cividale  del  Friuli  alla  famiglia  Nussi. 

Odhner  dott  Teodoro  1870 — Storia  della  Scozia  prima  del  1654. 

odorlel  cav.  Federico  1871  —  Statuti  dei  Comuni  di  Cimmo  e 
Tavernole  nella  Valtrompia  1372. 

Oste  (dair)  ab.  Giacomo  1869  —  Relazione  della  città  e  terri- 
torio di  Verona,  fatta  da  Alessandro  Barbo  al  Senato  Veneto. 

Otranto  (Municipio  di)  —  Notizie  storìco-politico-commerciali 
intorno  Otranto  sotto  il  dominio  della  Republica  Veneta,  e  dopo. 

Padovan  Vincenzo  1866  —  Notizie  intorno  Marc'Antònio  Bra- 
gadin.  1869  —  Origini  e  svolgimento  politico,  tecnico  ed  economioo 


—  406  — 

della  Zecca  veneta  •—  Falsificasioni  di  mo  nete  venete  negli  Staà 
della  Republica  Veneta,  loro  imitazioni,  e  falsificazioni  altroTe- 
Valore  della  moneta  veneziana  fino  al  sec.  XIII.  1870  —  Doci- 
menti  e  notizie  relativi  alla  numismatica  veneta  —  Appunti  di  doct- 
menti  per  la  storia  della  Zecca  Veneta. 

Palassi  cons.  Giuseppe  1 872.  -  Intorno  la  cassa  deijwnue^ 
in  Padova. 

Palassi  Pio  Giuseppe  1870.  —  Dispacci  di  Barbon  Morosiu 
relativi  al  sistema  finanziario   di  Giovanni  Law  1723-24. 

Palnanao^a  (Municipio  di)  1870—  Vicende  del  cimitero  h 
quella  città  e  fortezza  sec.  XVII  e  XIX. 

Parenso  dott  Emilio  1867  —  Assedio  di  Candia  sec.  XVU 

Parenso  Giunta  prov.  deir  Istria.  1872  —  Documenti  storiti 
deir  Istria. 

Pasini  Antonio  1872 — Nuovi  docum.  intomo  la  famigliaRamusio 

Pasini  Luigi  1866-72  —  Scritture  in  cifra  usate  dai  rappre- 
sentanti diplomatici  della  Republica  Veneta  all'  Estero  —  Iiutìto- 
zione  di  un  Albergo  dei  poveri  in  Venezia. 

Pasolini  co.  Pietro  Desiderio  1867  —  Relazioni  di  Venezia  eoo 
Ravenna.  1871  —  Scritture  venete  dei  sec.  XIV -XVI  relative  a  Ra- 
venna. 1872  — Ducale  del  Senato  Veneto  1407,  9  aprile  relativa  a 
papa  Gregorio  XII. 

Passerini  Carlo  1869  —  Richiesta  d' impronte  di  sigilli  italiaoi 

Panlovieh  co.  Antonio   1862  —  Storia  di  Macarsca. 

Pazienti  dott.  Pietro  1869  -  Storia  delle  terme  di  Aban^ 
Monte -Ortone,  cJ  altre  nella  provincia  <li  Padova,  dal  1554  al  1765. 

Pedrint  ab.  Bartolomeo  1863  —  Istituzione  di  un  Consolato 
in  Marsiglia. 

Pennato  Papinio  1872  —  Ricerche  intorno  ad  Andrea  Nava- 
gero  e  a  Daniele  Barbaro. 

Peri  ing.  P.  1862  —  Mappamondo  di  Agi-Hamed.  1869- 
Studì  d'idraulica  venc'ta. 

Pii;orini  Luigi,  direttore  del  Museo  di  Panna  1870  —  Valore 
delle  monete  estere  in  Venezia  1871  —  Ricerche  su  Pompeo  Tri- 
vul/io  capitano  di  cavalleria  della  Republica  Veneta  nella  prima 
metà  del  sec.  XVI. 

Pilat  (de)  cav.  Federico,  i.  r.  coii'^olo  generalo  d'  Austria  in 
Venezia  1871  -  Relazioni  d'ainbusciatori  veneti  in  Inghilterra  (Ai- 
viso  Mocenigo  1706  ecc.). 

E^HlMj^Sii  dott.  Taddeo  1863  —  Documenti  relativi  alla  storia 
della  Polonia  nei  sec.  XV  e  XVI. 


l*o|tl«l  |jrol",  A.  lHi)9  —  Notizie  su  Giovanni  Zainoy»ki,  gran 
rauielliere  dì  l'olonia  nel  sec.  XVI  e  sulie  sud  rclazioDÌ  colla  Rep, 
Veneta. 

Predelll  Riccardo  186S  —  Relaziono  di  Andrea  da  Mula  tor- 
nato dal  reggimento  di  Zara  nel  15tì.  —  1872  Regesto  del  Liber 
phgiormi  Comunis  (1223-53). 

Proli  dott.  Gio.  di  Danzica  1S70  —  Su  Fedmco  Barbarossn. 

Prsexdclckl  co.  Alessandro  1870  —  Lettera  di  Sigismondo 
Ke  di  Polonia  1489,  26  luglio  —  Documenti  riaguardanti  la  Polonia 
(1440-1562). 

R»nke  Ernesto  1872 —  Liturgia  delP  antica  Chiesa  di  AquJIoja. 

Rnvaliraa  1803  -  Storia  della  ma.irhera  di  ferro  e  carceraU 
Teneziani  nella  Bastiglia  al  tempo  di  Luigi  XIV. 

nawivoa  Ciardlner  Samuele  1865  —  Storia  d'Inghilterra  ai 
tempi  di  Giacomo  l. 

KebeNCtalal  1872  —  Privilegio  di  nobiltà  a  Stefano  da  Narni 
(Qattamelata),  1439,  10  luglio. 

Reconro  (Municipio  di)  1870  Dazio  sulle  acquo  minerali  dt 
Recoaro;  origine  ed  uso  di  esso, 

R«xB<ieo  avv.  comm.  Giulio,  capo  divisione  nel  B.  Ministero  del- 
l'Istruzione Publica  1868-72  -  Esemi-i  italiani  dell'uso  piil  antico 
di  alcuno  voci  spettanti  agli  Ufficìi  <.'  all'amministrazione  dello  Stato 
durante  la  Republica  Veneta. 

RIeoMI  sonatore  1867  —  Documenti  per  la  sua  opera:  "Storia 
della  monarchia  piemontese.  „ 

nidolO  G.  B.  1863  -  Relazione  di  Antonio  Maria  Friuli  po- 
destà e  capitano  di  Verona  nel  179C. 

Hlsobon  Alessandro  1872  —  Ricerca  di  documenti  relativi  al 
p.  Vincenzo  Coronelli. 

Rlnibotd  Giuseppe  1871  —  Servigli  prestati  alla  Republica  ve- 
neta dal  colonnello  lletro  BaldaBsare  di  Scipione  Rìmbotti  nobile 
degli  Accarigi,  nel  principio  del  aec.  XVT. 

Robcrtelll  avv.  Giuseppe  1872  —  Circa  la  nobiltà  veneta  di 
individui  della  Casa  d'Este. 

HoMk  Gabriele  1868  —  Elenco  delle  relazioni  dei  rettori  veneti 
a  Brescia. 

RolKrhlld  (de)  barone  Giacomo  1864  —  Dispacci  degli  amba- 
sciatori veneti  iu  Francia  1760-1770, 

RnlBnlavv.  cnv.  G.  B.  1868  —  Documenti  sull'uso  dell'acqua  del 
Brenta  come  potabile  1870  —  Stato  delle  carceri  criminali  in  Ve- 
nezia alla  caduta  della  Republica. 


^' 


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Raneoiil  march.  Alberto  1871  —  Appunti  sui  rapporti  ià 
famiglia  Rmca-Rmcln- Rusconi  e  la  Republica  Veneta. 

Haeeardo  dott.  Pietro  1864  —  Mosaici  di  San  Marco. 

flaffredo  co.  Agostino  1870  —  Documenti  antichi  e  recenti,  i^ 
lativi  al  diritto  di  vagantivo  da  parte  di  quelli  di  Cavanere-lb 
daglia  al  colonnello  Cicavo  per  sopraintendenza  alla  lìne«  ici 
taria  dalmata. 

Sardairna  (de)  nob.  Giambattista  1869  —  Documenti  pene 
viro  alla  storia  delle  milizie  venete  nei  sec.  XIY,  XV  e  domteì 
guerra  di  Yonezia  contro  i  collegati  a  Cambrai.  1871  —  DodUBeD 
storici  relativi  a  Trieste.  —  1872.  Altri  documenti  del  sec.  XIV: 
materia  militare  veneta. 

Sathas  prof.  Costantino.  1872  —  Documenti  risg^ardanli 
Grecia. 

SaTorn^an  co.  Giuseppe  1868  —  Carte  storiche  e  conteuk 
intorno  confini  e  feudi  del  Friuli. 

Seandalll  Angelo  1862— Notizie  storiche  della  famiglia  Sd 
dalli  di  Dalmazia  e  d'Albania,  dal  1630  in  seguito. 

^Sehlechta  (de)  barone  Ottocaro,  direttore  deirAccademia  Orv 
tale  in  Vienna  e  consigliere  di  legazione  1869  —  Notizie  e  fao-fiia 
(1446-1514)  di  documenti  con  /tìi^ra  turco. 

Jlellenati  cons.  Carlo  1872  —  Confini  Veneto  -  austriaci  (Fé 
Aquilcja,  Friuli -Istria)  —  Ricerca  di  lettere  di  Stellio  Mastraca  ce 
miHsario  della  Rop.  veneta  alla  Corte  di  Vienna  per  affari  di  con 
(1778).  —  Pretesa  congiura  di  alcuni  feudatari  Friulani  (Asqu 
Partistagno)  per  consegnare  il  Friuli  a  casa  d'Austria  (1742- 70J 

Nel¥atico  cav.  Pietro  1871  —  Notizie  sul  Collegio  veneto 
pittori,  e  su  Pietro  Liberi. 

s^emper  Giovanni  1867  —  Lavori  di  Donatello  e  di  scultoi 
fonditori  in  Venezia. 

Nerattiil  dott.  Giuseppe  1872  — Sulla  trasmissibilità  del  dir 
ad  assegni  di  provvigione  o  di  graziale  nei  posteri  di  persone 
nemerite  che  ne  ottennero  primitivamente  l'assegno. 

Siiiiony  Ernesto  1866  —  Documenti  storici  relativi  alPUnghe 

Mkoliino^v«ki  doti.  Ladislao  1870  —  Dispacci  di  Polonia 
XVI-XVU. 

^ioave  p.  Gian -Francesco  1864  —  Missioni  nei  luoghi  ve 
d' oltremare. 

^oraiKii^r'i  march.  Raimondo  Melilu])i,  dei  principi  di  187( 
intorno  la  famiglia  dei  Meli  e  MeUlupi. 

Sorger  Ettore  1868  —  Relazione  1602;  diG.B.  Coutarini,  p: 


ttdilore  alle  cento  (falere,  e  ricerche  eiilla  storia  dell' areensle  di 
Venezia. 

Spinelli  GiuBcppe  Ant,  1868  —  Processo  d'un  prete  condaD- 
nato  alla  chthba  (gabbia). 

Spinelli  Luigi  Giiiseppe  1867  —  RelaKioni  del)' ambasciator 
Tencto  in  Francia  t  a  Roma  Praaceaco  Venier. 

Spltxer  oons.  SigismoDdo  1865  —  Ricerche  storiche  euU'impero 
ottomano. 

Slcftonl  cav.  Federigo  1865  —  Cavalieri  di  S.  Marco,  e  Aral- 
idica  veneta.  I8T2  —  Ricerche  di  un  procesBo,  1608,  per  monachiamo, 
tt  dei  decreti  relativi  del  Consiglio  dei  Dieci. 

Sfcitenl  cav.  Federigo,  Ceochetti  Bart.  1869  -  Scritture  intorno 
al  commercio  dei  Veneziani  nelle  Indio,  della  Gne  del  seo.  XVI. 

Stlriluff  William  (lord)  1867  —  Documenti  relativi  a  minia- 
tutc,  e  lucidi  di  alcune  dì  esse,  1261-1513. 

Storeh  Federico  1869  —  Ceremoniale  per  la  venuta  a  Vene- 
zia di  Federico  III,  Re  dì  Danimarca,  1708. 

Tacchi  nob.  Carlo  1867  —  Documenti  relativi  al  Trentino,  e 
epecialmentc  ai  conti  di  Lodrone. 

Tnlamlal  Àntonin  1862  —  Ricerche  storiche  sul  Cadore.  1872  — 
Documenti  della  dedizione  del  Cadore  alla  Republica  veneta,  e  oa- 
pìtuli  di  eBBa  dedizione. 

TttMlnl  Giuseppe  1868  —  Condanne  capitali  pivi  clamorose 
della  Republica  veneca.  1872  —  Studi  dì  erudizione  veneta  per  la 
sua  opera:  "  Curiosità  Veneziane.  , 

TcMler  Andrea  1867  —  Licenze  e  prìvìlegli  concessi  dalla 
Republica  veneta  a  stampatori  nei  sec.  XV  e  XVI.  1870-72  Scrit- 
ture del  Matematico  Anton -Marco  Lorgna  —  Notizia  di  un  incendio, 
1769,  nell'ex  convento  di  8.  M.  dei  Servi  in  Venezia. 

TcHiCollnl  Marco  1872  —  Nuovi  documenti  intomo  Alessandro 
Leopardi. 

Tesa  prof.  Emilio  1863  —  Promissione  del  maleficio  del  doge 
Orio  Malipiero, 

Tbanslg  dott.  1870  — Intorno  Alberto  Durer  e- il  Fondaco  dei 
Tedeschi. 

Thomns  dott.  1864      Storia  del  Fondaco  dei  Tedeschi. 

Toderlnl  nob.  oav.  Teodoro,  Direttore  del  R.  Archivio  Ge- 
nerale di  Venezia  1862  e  segg.  —  Studii  sui  cittadini  veneti  origi- 
narii  per  un'  opera  manoscritta  intitolata  *  Genealogìe  dei  cittadini 
veneti  originarìi  „  donata  all'Archivio  stesso  —  1862-1872  Mirano  e 
il  suo  distretto  memoria  storica   ~  1865  Cercmoniali  per  la  venuta 


—  410  — 

in  Veneziajdi  principi  di  Baviera  —  1866  idem  di  Sassonia  —  idem  dà 
prìncipi  di  Gasa  Savoia^  ed  aggregazioni  di  essi  al  patrìsiato  ddi 
Republica  Veneta —  1871  Studii  di  prossima  publicazione  intorno  il 
finto  re  di  Portogallo  don  Sebastiano. 

Toni  (de)  Luigi  1870  -'-  Notìzie  storiche  intorno  il  fiume  Zm 
(proY.  di  Treviso)  —  Statuti  delle  IX  congregazioni  del  clero  veiietD, 
e  natura  dì  tali  associazioni. 

Trabaadl  -  Fosoarini,  vicecons.  italiano  a  Corfft  1868  —  Bapp(ff- 
ti  diplomatici  e  commerciali  di  Venezia  colla  Danimarca  e  colla  Svem. 

Traili  (Municipio)  1871  —  Documenti  spettanti  alla  città  d 
al  territorio  di  Trani  nei  secoli  XTTT-XVI. 

Trento  (Municipio)  1869-70  —  Carte  illustrative  la  storia  del 
Trentino  durante  il  dominio  yeneto  (1400-1514). 

Trieste,  Direzione  dell' Archivio  diplomatico  1863  —  Dispacci 
degli  ambasciatori  straordinarii  a  Carlo  V  in  Trieste  Corner  e  Ca^ 
pelle  1528.  —  1869  —  Nuovi  documenti  diplomatici  relativi  a  Trieste 
e  air  Istria.  1870  —  Documenti  storici  antichi  relativi  a  Trieste. 

Urbani  oav.  Domenico  1870  —  Relazione  di  Padova  fatta  al  Se- 
nato da  Correr  Angelo  nel  1611. 

Ijslsll  dott.  Ermanno  1863  —  Costituzione  storica  della  legisU- 
zione  yeneta  antica. 

Vallerl  Gorasimo  1870  —  C  apostìpitì  della  famiglia  Yalier  di 
Venezia,  ed  intorno  un  ramo  di  essa  tramutato  in  Candia. 

Valiieeclil  prof.  Antonio  1862  —  Privilegi  di  Loreo.  1865  —  ffi- 
cerche  di  codici  di  statuti  italiani.  1869  —  Informazione  bibliografica 
su  alcuni  codici  degli  statuti  veneti  conservati  nel  R.  Archivio  Gene- 
rale di  Venezia.  1872  —  Esame  di  leggi  venete  manoscritte  e  a  stampa. 

¥anuaeei  prof.  Atto  1869  --  Notizie  su  Gallipoli  nel  sec.  XM. 

Vanzo  Celeste  1870 —  Intorno  la  famiglia  Vieri  ^  toscana,  tra- 
sferitasi nel  territorio  vicentino. 

¥eeehl  (de)  Giuseppe  1868  -  Genealogia  della  famiglia  vene- 
ziana Badoer, 

Veludo  prof.  Giovanni  1867  —  Cenni  storici  sull'isola  di  Cerigo 
nel  sec.  XV.  1871  —  Copia  di  documenti  sulFistituzione  del  Collegio 
Flangini  in  Padova.  1872  —  Fabbrica  della  Zecca  di  Venezia. 

Venezia,  Direzione  del  Museo  dell'Arsenale  1872  —  Ricerca  di 
piante  di  fortezze  veneto  anticlu^,  e  confronti  coi  inodt^lli  in  legno  cu- 
stoditi nell'Arsenale. 

Venezia  (Municipio)  1872  —  Giurisdizione  territorial(3  e  lagu- 
nare dei  Comuni  di  Venezia  e  Mur  ano,  sotto  la  Kcpublica  Veneta  e  i 
Governi  ad  essa  succeduti. 


l'encsl»  (l'refettiira)  —  Leggi  ariti  tu  ieratiche  venete,  g  giudizi 
sulla  cHladinama  originaria  e  sulla  nobiltà  -veneta  del  M.  C.  e  dei  Con- 
ligli  nobili  dello  Stato.  1869  —  Note  statistiche  ed  informazioni  sugli 
archivi  veneti  antichi.  1872  —  Consistenza  giuridica  e  tuateriale  della 
Comunità  greca  di  8.'  Giorgio  e  della  evangelica  augustana  —  Leggi 
veneto  circa  lo  processioni  religiose  pubbliche  —  Sulla  pesca  àelpesce 
novello. 

Venexia,  Procura  di  Stato  e  Tribunal«  Criminale  —  Sulla  pro- 
venti;nza  di  alcuni  libri  con  marche  particolari  sospette  —  Vicende  dì 
codici  e  libri  già  esìstcnii  nella  biblioteca  dei  padri  Domenicani  pre- 
dicatori ilei  convento  doi  Sh.  Giovanni  e  Paolo  in  Venezia. 

VencclN,  Tribanale  d'Appello  1870  —  Notizie  intorno  alcuni 
cannoni  veneti  a  retrocarica  (aec.  XV)  testé  scoperti  nelle  acque  di 
Tripoli,  fra  Dernah  e  Benghazy. 

V«rdlvr  Armano  1868  —  Edilizia  antica  in  Venezia  e  lavori  dei 
Lombardi. 

Verona  (Municipio)  1869  —  Copia  e  regesto  dì  tutte  le  carte 
storiche,  riaguardauti  la  città  e  territorio  di  Verona,  pel  periodo  ante- 
riore al  dominio  della  Republica  Veneta  —  Confronto  di  motte  copie 
di  documenti  storici  posaeduW  dalla  Direziono  di  quoll'Arcbivio  Co- 
munale, cogli  originali  esistenti  nel  R.  Archìvio  Generale  Veneto. 

Vervnese  dott.  Carlo  1864  —  Relazione  di  Francesco  Soranzo 
podestà  e  capitano  <tì  Belluno. 

Vlllnrl  prof.  Pasquale  1872  —  Sunto  e  copia  dei  dispacci  di 
Ant.  Oiustinian  amb.  veneto  a  Roma  (15U2-I505)  relativi  ad  Ales- 
sandro VI  ed  al  Valentino. 

Vllanovleli  pro£  1872  —  Relaziono  di  Gio.  Pisani  ritornato 
da  Podestà  di  Padova,  9  novembre  1638.  Dispacci  di  Antonio  e  Al- 
vise Pisani  1669,  ambasciatori  per  la  Rcp.  veneta  in  Germania. 

Viterbo  k.  1863  —  Rapporti  fra  la  Repubblica  veneta  e  quella 
di  S.  Marino. 

Volpi  Luigi  18T2  —  Scrittura  al  Senato  1717,  22  settembre, 
dei  V  Savt  alla  Mercanzia  e  deputali  al  commercio,  intorno  il  com- 
mercio  della  Republica  Veneta. 

Trlnrte  Carlo  —  Dispacci  dell' ambasciator  in  Francia  n.  u. 
Marc'Antonio  Barbaro  1562-64. 

Zatan  (de)  Gio.,  direttore  degli  arcbìvi  provinciali  della  Sti- 
ria  1870  —  Copia  ili  documenti  aquileiensi  antichi,  e  ricerche  sulle 
relazioni  politiche  e  commerciali  tra  la  Stiria  e  il  Friuli,  durante  la 
Repubblica  Veneta.  1872  —  Documenti  relativi  ad  Aquileja. 

Kambelll  Antonio   1802  —  Arte  delle  conteric. 


Zanetti  cav.  ab.  Vincenzo,  direttore  dell'Archivio  e  del  ìbm 
civico  di  Murano  1863  e  eegg.  Studii  storici  risguardanti  Mora 
1868  —  l'Cggi  venete  relative  all'arto  vetraria  e  alla  fabbrìeùa 
delle  porcellane  in  Murano.  —  Venuta  di  principi  di  Polonia  in  Vi 
neria  nel  aec.  XVII.  1869  Arte  vetraria  —  Storia  della  famijfi 
Badoer  e  del  diritto  di  priorato  nell'Ospizio  di  San  Giovanni  Eni 
gelista  in  Venezia.  1871  —  Documenfi  dell'arte  vetraria  rnnran» 
1872  —  Suppliche  e  decreti  del  Conaiglio  dei  Dieci  a  favore  diQÌi 
seppe  Briati,  pel  trasferimento  della  sua  fornace  di  uristallt  a  Veou 
(1736,  23  gennajo  m.  v.,  1739,  4  oiai-zo). 

Eanled«HehI  prof.  Francesco  1864  —  Condotte  dì  Galileo  Qt 
lilei,  per  legger  matematioa  in  Padova  (1592-1610). 


IV. 


SCUOLA  DI  PALEOGRAFIA 


-<i'C^-C5^»<ì 


in 


I 


NOTIZIA  DELLA  R.  SCUOLA  DI  PALEOGRAFIA 


ANNESSA  ALL'  ARCHIVIO  GENERALE  DI  VENEZIA. 


L 


Questa  Scuola  fu  instituita  per  decreto  del  Ministero  del- 
rinterno  Austriaco,  del  luglio  1854,  a  somiglianza  di  quella  di 
Milano  fondata  nel  1842. 

Si  regge  in  base  al  Regolamento  Austriaco  8  marzo 
1855  ^ 

L^  insegnamento  è  diviso  in  due  Corsi. 

«  Ha  per  iscopo  di  preparare  esperti  candidati  agli  uffici 
»  degli  Archivi  diplomatici  e  notarili,  alle  Biblioteche  publi- 
»  che  e  Comimali,  ai  Musei  ed  agli  Istituti  che  provvedono 
»  alla  conservazione  ed  airillustrazione  dei  monumenti  storici  ». 

Neir  anno  scolastico  1863-64  vi  fu  introdotto  V  insegna- 
mento della  storia  veneziana^  mediante  letture,  quando  lo  com- 
porti il  numero  degli  allievi  e  degli  uditori,  e  con  indicazioni 
orali  di  erudizione,  secondo  che  ne  oflEre  occasione  V  esame  dei 
documenti. 

Vi  esercitarono  l'ufficio  di  docenti  dal  1855  a  tutto  il  primo 
semestre  delPanno  scolastico  1859-1860,  il  sig.  cav.  Cesare 
Foucard;  e  dal  secondo  semestre  1860  a  tutto  il  1872,  il  comm. 
Bartolomeo  Cecchetti,  caposezione  del  R.  Archivio  Generale. 


'  RoUettino  delle  ìeg^ì  e  degli  atti  ufficiali  per  le  provincie  venete  anno 
1855,  parte  II.  Àntonelli,  p.  37. 


Neir  Vili  Congresso  Pedagogico  riunitosi  in  Venezia  jA 
gettcmbre  1872,  fa  aggiudicata  alla  Scuola  una  menzioue  odo- 
revole;  e  per  la  direzione  nella  esecuzione  di  alcuni  fac-fiimiii, 
pubblicati  nel  18G2  e  negli  anni  successivi,  fu  aggiudicatali 
prof.  Cecchetti  una  medaglia  di  bronzo,  nella  Esposizione  re- 
gionale di  Treviso,  1872. 

a 

La  Scuola  possedè  buon  numero  di  modelli  di  scrittuH 
del  tipo  romano  (capitale^  onciale,  minuscolo,  corsivo  antico!' 
e  dei  saggi  corrispondenti  ;  fac-simili  in  litografia  o  in  fóto 
grafia  di  documenti  distinti  per  bellezza  tipica,  per  straorzi 
narietà  di  abbreviazioni,  difficoltà  di  deciferazione  e  cau 
grafia. 

È  scarsamente  provveduta  di  opere  speciali.  . 

L' insegnamento  amministrato  a  voce,  e   colla   comunic» 
zione  di  svnii  delle  lezioni,  è  diviso  in  tre  parti  : 
A.  Mezzi  e  modi  allo  scrìvere. 
I.  Materie  sulle  quali  fu  scritto; 
II.  Scrittura  e  suoi  accessori; 

III.  Stenografia  degli  antichi  ;  , 

IV.  Sfragistica;  | 
V.  Illustrazione  paleografica  di  un  documento. 

3.  Specie  dei  documentì. 
I.  Diplomi  d^li  imperatori  romani  ; 
IL      Id.    '  dei  re  barbari  ; 

III.  Lingua  e  stile  dei  diplomi; 

IV.  Ducali; 
V.  Bolle. 

C.  Crowloffia. 
—  Si  ha  specialmente  in  mira  di  render  gli  allievi  esper 
nella  deciferazione,  nel  giudizio  critico  dei  documenti  ;  e  nel! 


—   117   - 

conoscenza  delle  fonti  della  storia  patria,  affinchè  acquistino 
quello  cognizioni  che  sono  pili  acconcie  alla  specie  ed  al  numero 
dei  documenti  de'  nostri  Archivi. 

IV. 

Tra  i  mezzi  di  studio  meritano  menzione  i  fac-simili  fatti 
eseguire  per  cura  e  a  spese  del  comm.  B.  Cecchetti,  in  fotogrnfia 
e  litografia. 

V. 

Statistica  di  un  quinquefiimo. 

Neir  anno  scolastico  1867-68  sostennero  gli  esami  n(»lla 
Scuola  3  allievi  del  I.  Corso,  2  del  IL  ;  e  10  la  frequentarono 
come  allievi  ed  uditori  ; 
nel  1868-69, 1.  Corso,  allievi  11  ;  —  II.  Corso,  9;  —  uditori  5; 

»    1869-70,  »     »  »        5;       »       »        6;  »       5; 

»    1870-71,  »     »  »         3;       »       »       2;  »      8; 

^>    1871-72,  »     »  »         4;        »       »        2;  >n      11. 


27 


V. 


QUESITI 


r 


%i 


QUESITI  CONCERNENTI  GLI  ARCHIVII. 

proposti  dalla  Giunta  per  la  Esposizione  Universale 
di  Vienna  del  1873. 

1.  «  Come  ha  ordinato  l'Archivio  le  sue  collezioni,  per 
for  conoscere  di  ciascnna  il  cai-attore  ufficiale  ?  » 

«  È  distinta  la  parte  civile  dall'  ecclesiastica?  » 

—  Il  Regio  Archivio  Generale  di  Venezia  comprende  gli 
archivi  dei  magistrati  del  governo  centrale  della  ex-Rcpublica 
Veneta  ;  quelli  delle  abolite  corporazioni  religiose  di  Venezia  ftd 
estuario,  e  di  alcune  dello  Stato,  delle  associazioni  d' arti,  di 
scuole  pie,  di  fraterne,  di  siifragi  ;  e  degli  Ufticii  della  Muni- 
cipalità provvisoria  (1797-98)  del  Governo  Austriaco  (1798- 
1800),  del  primo  Regno  d'Italia  (1806-1815),  del  Governo  Au- 
striaco nella  seconda  epoca  del  suo  dominio  nel  Veneto 
(1815-48),  del  Governo  Provvisorio  (1848-1849),  e  ancora  del 
Governo  Austriaco  (1849-1866). 

Queste  collezioni,  e  le  carte  di  archivi  speciali,  sono  (o  ver- 
ranno in  seguito)  disposte  secondo  l'ordine  stabilito  nella  loro 
primitiva  costituzione. 

Quest'ordine  per  gli  archivi  antichi  (cioè  fino  al  1797)  è 
4i  serie  speciali^  e  di  epoca;  per  gli  archivi  moderni,  di  materia 
burocratica,  sulle  basi  delle  vecchie  Registrature  Austriache. 

Negli  archivi  veneti  antichi  la  parte  cimle  non  è  stretta- 
mente distinta  da  qtiella  ecclesiastica  ;  sebbene  v'abbiano  intiere 
e  copiose  collezioni  di  carte  affatto  ecclesiastiche,  o  clie  in  di- 
versi modi  hanno  rapporto  alle  cose  della  religione  {Senato 
Roma,  Dispacci  da  Roma  ecc.) 

2.  «  Ha  inventari,  registri,  cataloghi  che  facilitino  le 
»  ricerche  ?  Sono  stampati  e  pubblicati  ?  » 


Lo  stato  degli  Archivi  Veneti  antichi,  rispetto  all'  or^at 
mento,  è  questo  : 

aj  alcuni  sono  ordinati  e  muniti  di  ruòriche  (od  indiai 
materia,  di  cognomi,  od  altri  registri  sussidiari),  d' inTentari 
moderni  e  di  regesti  ; 

bj  altri  non  sono  ordinati,  ma  hanno  ruòriche  ed  eltndi'^ 
di  consegna  fatta  dai  Magistrati  moderni  all'  Archino  G^' 
nerale; 

cj  altri  non  sono  ordinati  e  non  hanno  alcuD  india  \ 
guida  per  la  ricerca  dei  docuniftnti. 

Nessun  inventario  e  n    s    la  collezione  di  rcg-eeti 
mai  dati  alla  stampa. 

3.  «  Sono  ammessi  nell'Archivio  i  dotti  a  fare  studi,  *'• 
con  quali  condizioni?  » 

4.  «  Che  regolamento  si  osserva  nella  comanicazioDedB 
documenti?» 


A  queste  domande  risponde  il  «Regolamento  per  lo 
publicAto  nel  1865  e  modificato  nel  1867,  altrove  riferita  (1{ 
Parte  Seconda,  I.  Andamento  delTUffiào  a  pag.  373). 

5.  «  Dove  ha  sede  T  Archivio,  e  quale  è  la  sua  condi- 
zione edile?  » 

Nel  fabbricato  dell'ex-convento  di  S.  Maria  Gloriosa  da 
Frari,  un'ala  del  quale  è  occupata  dal  R.  Archivio  Notarile; 
in  duecentosessantaquattro  ampi  locali  (tra  sale,  stanze  per  gli 
impiegati  e  luoghi  accessori).  Non  ha  grande  soUditì^  ed  è 
bisc^oso  di  restauro. 

6.  «  Quali  ufficiali  vi  sono,  e  come  si  conferiscono  i 
posti?  » 

Un  direttore  con  annue  lire       6000 

un  caposezione  »  »         4000 

un  s^retario  di  1.'  ci.      »  »         3500 


-  423  — 

un  segretario  di  2.'   ci.  con  annue  lire  3000  ; 
un  applicato   »  1.*    »      »  »         2200; 

tre  applicati   »  2.'    »      »  »         1800  ciascuno; 

un  applicato  »  3.'    »      »  »  1500; 

sei  applicati    »  4*    »      »  »         1200  ciascuno; 

un  custode  con  L  it.  900  ;  un  usciere  con  1.  it.  800  :  tre  ser- 
venti con  L  it.  760  ciascuno. 
In  complesso  1.  itaL  36780. 

I  posti  si  conferiscono  da  S.  M.  il  Re,  su  proposta  del  Mi- 
nistero della  Istruzione  publica,  sentito  il  parere  del  Direttore 
deir  Ufficio,  il  quale  fa  valere  l'anzianità  quando  sia  congiunta 
al  merito,  o  preferisce  il  merito  all'anzianità  che  manchi  di  esso. 

Finora  nel  personale  non  v'  ha  alcuna  distinzione  di  classi 
di  concetto  o  d^  ordine. 

7.  «  Che  dotazione  ha  V  Archivio  ?  » 
Lire  italiane  15,287 .  85. 


u 


VI. 


NOTE  E  DOCUMENTI 


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ti 


^ 


NOTE   E   DOCUMENTI 


APPUNTI  DI  DOCUMENTI 
relativi  alla  instituzione  di  alcune  serie  di  carte  publiche. 

Armar  1740,  10  sett.  Ben.  {Roano  XVUI,  14  t.)  Il  Magistrato  al- 
l'armar ha  compiuto,  in  ordine  al  decreto  24  agosto  1737,  la 
compilazione  di  tntte  le  materie  relative  alle  sue  ispezioni. 

Aifisi  alle  Corti  1639,  28  sett.  Sen.  (Verde  lU,  125  t.)  11  Senato 
incarica  uno  de'  suoi  segretarii  "  a  formar  un  foglio  ogni  set- 
timana (come  già  si  costuma  di  fare)  delli  avvisi  che  si  sti- 
merà bene  di  mandare,  per  leggerli  al  medesimo  Conseglio, 
per  inscriryene  uno  per  cadauna  delle  lettere  che  occorrerà 
quella  settimana  scrivere  alle  Corti.  „ 

Bancogiro  e  Zecca,  registri  in  Secreta  1664,  13  marzo  Sen.  {Roano 
VI,  3)  Il  registro  dei  decreti  in  materia  di  Zecca  e  Banco  fa 
sempre  utile.  Ma  dal  1645  in  qua  ai  è  intermesso  quest'uso. 
Il  Cancellier  grande  adunque  incarichi  due  notai  della  Can- 
celleria Ducale,  uno  del  registro  dei  decreti  passati,  l'altro  di 
quelli  che  si  andranno  formando. 

Bo/ìa  Duca!  1563,28  marzo  M.C.  {D'Oro  XHI,  161).  Si  insHtnisca 
un  libro  alfabetato  in  cui  si  notino  le  famìglie  di  quelli  cho 
dal  1530  in  seguito  avranno  avuto  ufficii,  aspettative  od  altri 
beneficii  dal  Maggior  Consìglio  e  dal  Senato. 

Cariche,  Catastico  1662,  7  ottobre  Sen.  {Roano  V,  189).  Il  Doge  no- 
mini uno  dei  tre  presidenti  del  Consiglio  dì  XL  al  Criminal 
per  la  compilazione  dei  catasfirì  delle  cariche  ed  oFficii  ap- 
presi per  grazia  in  Venezia  e  nella  Terraferma.  Una  copia 
dei  catastici  sia  consegnata  al  magistrato  dei  presidenti  sopra 
l'esazione  del  danaro  publico. 

Carifhe  (rifiuto  di)  1530,  12  gennaro  C.  X  (D'Oro  XI,  117  t.).  II 
notaio  di  Seualo  deputato  alle  voci  tenga  un  libro  separato 


nel  quale  faccia  Bcriver  a  tempo  debito,  il    rifiuto  «  ì'ta 
tazionc  dell' ofBcio  al  quale  i  patrizii  saranno  stati  cititi 

Caiastico  dei  benejic]  1765,  8  giugno  8cn.  (Roano  XVIU,  172).  Si 
rUfGcio  del  Caiicollier  grande  bì  custodiva  un  catastieo  H 
beneticii  vacanti  e  dei  poaseBBÌ  temporali.  Con  queato  deens 
fu  stabilito  di  regolarlo. 

Ceremoniale  di  H.  Marco   1759,28  aprile,  Signorìa  (VerdeY^y 
Commifisione  a  don  Giovanni  Verdura  di  formar  la  {Ht^ 
comptlaziono  e  registro  Jelle  cercmonie   della  Chìraa  ii  i. 
Marco  e  fuori  di  casa. 

1759,  31  maggio  {Verde  V,  90  t.).  —  I  tre  unifonni  lilr; 
rcrìmoniali,  prodotti  dal  maostro  di  coro  e  di  ceremonii',  dell» 
chiesa  ducal  di  S.  Marco,  in  ordine  alla  terminaxione  ddli 
Serenissima  Signoria  27  aprilo  1759,  siano  riposti,  uno  ii 
creta,  uno  nella  procuratia  de  su/ira,  il  terzo  presso  LI 
stro  delle  ceremonie  prò  tempore. 

"  Esseudosi  dalla  Serenissima  Signoria  per  le  fatte  » 
sorvazioni  e  riscontri  rilevato  necessario  il  dare  un  miglia, 
l'iù  chiaro  e  facile  metodo  alli  comandati  registri  de'pubi)^ 
ccremoniali,  prescrisBe  con  sua  lenninazione  27  aprile  ITM, 
d'aversi  ad  osservare  nel  nuovo  impianto  de' libri,  e  la 
nologia  de'  tempi,  e  la  distinzione  de'  ceremoniali  medesimi 
onde  levare  ogni  confusione  e  fai:ilitare  con  la  divisione  Mt 
categorie  l'incontro  degli  esempii  e  pratiche  corse,  a  Iuik, 
documento  e  norma  delle  occasioni;  incontrato  con  benemi- 
rita  e  sollecita  attenzione  dall'  attimi  maestro  di  coro  e  di  «■ 
rcmonie  don  Zuanne  Verdura,  agli  oggetti  sopraderti,  pre- 
sentò anche  tre  gran  volumi  affatto  simili,  di  sopra  cartr 
400  in  fofi;lio  reale  per  cadauno,  da  essere  conservati,  eonw 
fu  prescrittn,  l'uno  nella  Cancelleria  Secreta,  l'altro  nelli 
Procurada  de  suitra  ed  Ìl  terbio  da  lui  medesimo,  come  ni  fece 
degli  altri,  con  altro  metodo  compilati  dal  di  luì  preccssort 
Qavazzi.  „ 

CiUadinanze  centte  originarie.  Registro  inatituito  io  seguito  alll 
leggo  del  Maggior  Consiglio  ij  luglio  1569  e  tenuto  dall'Aviv 
gariit  di  ComuD  fiao  alla  oadatA  della  Republica. 

Commissioni  di  Collegio  1566,  2  marzo  M.  C.  {D'Oro  Vili,  94). U 
commiBsioni  della  Signoria  agli  Avogadori,  siano  registrate 
da  un  Cancelliere  io  un  volume  {memoriale)  apposito. 

Confini  1712,  23  giugno  9en.  (fioatto  XI,  157  t.).  La  Camera  dei 
confini  sia  trasferita  in  un  luogo  vicino  alla  Segreta.  —  lee- 


—  429 

gretariì  di  Senato  e  i  Coosultori  in  jure  cooBegnino  al  Se- 
gretario deputato  alla  Uaiiiera  dei  Confini  qualunque  decreto 
e  scrittura  che  sarà  da  loro  esteso,  in  materia  di  confini. 

Conti  1690,  12  agosto.  8en.  (Hoam  IX,  83).  1  ristretti  dì  Levante 
e  di  Dalmazia  e  i  disegni,  siano  conservati  dai  Segretarii 
deputati  alla  Segreta,  i  quali  dovranno  inscriverli  in  un  libro, 
e  custodirli  in  un  aito  appartato  della  Segreta. 

Da  Ilio'  17-12,  5  aprile  Sen.  {Verdi;  V,  63).  Libro  alfabetato  nel  quale 
si  registrino  gli  atti  di  consegna  dei  da  "to' ai  magistrati. 

1756,  20  nov.  Sen.  (Roano  XVUI,  1 10).  Il  Cancellier  grande 
invigili  affinchè  i  notai  della  Cancelleria  ducale  adempiano 
le  loro  incumbenze.  Accadeva  confusione  ufi  libri  di  conse- 
gna dei  da  mo'  ai  magiiìtrati,  con  altri. 

Esposizioni  jirincipì  1574,  6  nov.  JI.  C.  [Roano  II,  139)  Le  esposi' 
zioni  di  ambasciatori  dei  principi,  siano  registrate  e  lette  al 
Collegio  e  al  Senato. 

Oovemadori  alle  Intrade  1646,  14  sett.  Sen.  (Roano  III,  34  t.)  — 
Disordini  nella  custodia  dei  libri  dei  Governadori  delle  in- 
trade publiche  "  sicché  oltre  li  miniutri,  li  fanti  et  ogni  altro 
a  sua  libertà  li  può  vedere  et  maneggiare:  affare  di  molto 
conseguenze.  , 

Lfffi/i,  Sommarii  1662,  15  sett,  Sen.  {Roano  V,  185).  Si  eleggono 
due  nobili  del  corpo  del  Senato,  che  hanno  voto  in  eeeo, 
esclusi  quelli  di  Collegio,  con  titolo  di  soprain  tendenti  alla 
formazione  del  Sommario  delle  Leggi.  "  Siccome  dal  buon 
„  ordine  delle  leggi  ricevono  il  suo  buon  essere  li  Governi 
»  le  Bepubliche  particolarmente,  nelle  quali  si  conosoe  mag- 
li giormente  necessaria  la  sua  puntual  osservanza,  cosi  dalla 
„  loro  oonfusione  et  varietà  nascono  prcgiudizìi  gravissimi 
„  all'ora  massime  che  non  possono  aversi  così  pronti  e  di- 
n  stintamente  sotto  gli  occhi  di  ohi  presiedono.  Con  questo 
ir  rifiesso  si  vedono  da,  maggiori  nostri  instituiti  li  tre  libri 
n  d'Oro,  Roan  e  Verde,  dopo  la  formazione  de' quali  essendo 
„  stati  fatti  nuovi  decreti  et  più  leggi,  molti  de' quali  resi 
„  inutili  per  esser  andate  in  dissuetudine,  et  altre  per  esser 
„  state  alterate  secondo  le  vicÌBaitudint  che  porta  eeco  neces- 
„  sariameute  il  tempo  ecc.  „ 
,ellfre  1631,  8  aprile  M.  C.  (D'Oro  XVI,  107).  I  segretari  non  la- 
scino le  lettere  publiche  in  mano  di  sua  Serenità,  ma  dopo 
lettegli,  siano  ricuperate  e  riposte  a  luogo  (in  Collegio). 

Lettere  contro  giudici  1627,  11  giugno  Sen.  {Roano  U,  216).  "  Le  let- 


che  non  rimangono  ad  alcuno  precluse,  delle  a 
realdizioni  et  altre,  alli  magistrati  a  chi  spettano 

LUtro  d'oro  delle  nascite  dei  nobili  inetitnito  1506  31  ag 
Misti  reg.  31,  e.  62  t.). 

Idem  dei  matrimonii  1526,  26  aprile  (G.  X,  Partì  Com 
e.  16  t.). 

Libro  dei  tiobili  1549,  14  lugUo  U.  G.  {D'Oro  XII,  201 
nohù  principali  dell' Avogaria,  fra  20  giorni  notino 
alfabetato  i  nomi  dei  nobili  che  hanno  30  anni,  e  < 
sia  consegnato  al  deputato  ai  debitori,  cootumacii 

Libro  d' oro  di  Candia  1553, 28  gennaro  m.  v.  C.  X  (/>'  Or- 
Regolarità  necessaria  nella  registrazione  dei  no 
nati  in  Candia. 

Note  marginali  ai  docuinenli  1509,  20  dicembre  C.  X  (Soa. 
1683  11  sett.  Sen.  (Roano  TUI,  117  (.)•  I  segreta 
legio  debbano  notar  al  margine  d'ogni  parte  ci 
loro  letta,  a  nome  por  nome,  tutti  i  aaTÌÌ  del  Consi 
di  T.  F.  o  Barii  agli  ordini,  e  di  più  aia  fatta  es] 
del  savio  di  settimana. 

Promissione  ducale  1658,  6  aprile.  M.  C.  (V.  1595,  8  ap 
D'Oro  XVII,  HO  t).  "  Gonoscendosi  d'ottimo  se 
tosto  che  diffonderà  in  ordinazioni  quoto  che  col 
degli  anni  passano  in  dissuetudine  et  in  dimentic 
sistere  in  meglio  assicurarsi  della  puntualità  dell' 
di  quelle  già  decretate  „  s'incarica  il  Ganoellier 
far  approntare  sei  libri  della  promissione  ducale, 
dare  alli  segretarìi  deputati  alle  leggi,  perchè,    i 


-  431  - 

72).  È  instituito  un  libro  delle  provvieioni  per  l'Armata,  Can- 
dia  e  Dalmazia;  si  cuetodiaca  in  Collegio;  sia  tenuto  da  un 
ministro,  per  incarico  dei  due  esecutori  alle  spedizioni  pub- 
bliche (V.  anche  1696,  26  settembre  Sen.  Roano  IX,  186  t.)- 
limoni.  Fra  le  molte  leggi  che  obbligavano  gli  ambasciatori  e 
rettori  di  far  le  relazioni  al  termine  della  loro  carica,  citeremo  : 
1524,  15  novembre  Sen.  (Roano  I,  234)  obbligo  ai  rettori 
di  scriverle  fra  giorni   15   dappoi  che  le  averanno  fatte  in 

voce,  e  consegnarle  assieme  ai  ricordi,  consigli 

I5flO,  29   giugno  Sen.  (Roano  II,    106  t.).  Le  relazioni 
dopo  consegnate  dai  rettori  ed  altri  rappresentanti  nel  loro 
ritorno  dai  reggimenti,  al  segretario  della  Canoelleria  inca- 
ricato di  registrarle,  esso  segretario  "  immediate,  sotto  pena 
„  di  privation  del   loco  suo,   aia  tenuto   far   saper   di   aver 
I,  avuto  la  detta  relazione,  et  darla  ad  uno  delli  savìi  nostri 
„  da  esser  eletto  per  questo  effetto,  et  a  questo  di  tempo  in 
„  tempo  deputato  per  ballottazione  del  Collegio  nostro  n  —  esso, 
ben  considerata  la  relazione,  fra  tre  giorni  metterà  in  consulta 
nel  Collegio  quei  capi  di  essa  che  meritano  provvedimento. 
tlttzioni  ÌQ20,  11  agosto  Sen.  (Roano  II,  211).  Le  relazioni  siano 
fatte  subito  che  Ì  rettori  sono  tornati. 
r    —  1654,  8  agosto  Sen.  (Roano  IV,  65  t.).  I  rettori  e  rappre- 
sentanti portino  al  Collegio,  nel  loro  ritorno,  le  relazioni. 
n    — 1651,5  gennaro  m.  v.  Sen.  (Roano  III,  198  t.).  —  Gli  ambascia- 
tori ed  altri  rappresentanti  debbano  far  le  loro  relazioni.  "  Si 
T  vedo  in  alcuni  passato  in  disuso  così  buon  istituto,  con  pre- 
n  giudizio   notabile  delle  cose  pubbliche,  in  questi  tempi  par- 
^  tìcolarmente   che  le  notizie  e  le  relazioni  pl£i  esatte  si  coso- 
„  scoQo  supremamente  bisognose  per  la  buona  direzione  degli 
a  affari.  „ 
3choulembourg.  Inventario  delle  earte  del  fu  maresciallo  di  Schoulem- 
hourg  3  giugno  1747;  Comunicate  del  C.  X  lette,  da  marzo 
1T39  sino  tutto  febbraio  1769. 
ìmaio  Secreti  registro  42. 

A  tergo  di  un   foglio  intitolato  Confronto  di  libri  anliehi 
esistenti  neW  Archivio  C.  X.  segreto,  leggesi: 

"  Arraer  segreto  in  faccia  la  scala  C.  X.  1783,  22  settem- 
bre —  Facta  reiatione. 

8.  Registro  42  secreto  del  Progadi  con  indice  a  principio. 
Ila  carte  n.  135  —  comincia  de  giugno  sino  febbraio  1509. 

Fu  posto  in  questo  luogo  perchè   contiene  a  carte  12^  li 


-  -18»  — 

eiodaCati  o  BÌsn  mandati  proouratorìi  agli  amb.  v«u6  ft 
riconci  lìarai  con  papa  Giulio  2.  In  essi  mandati  ri  mV 
formula  lìella  convonzione  da  farsi;  la  qnal  pri  (.«ic)  noti 
fatta  almeno  per  scritto,  x^bbirns  li  Romani  ed  il  OniMs- 
dinì  la  BuppoDgano.  Godevano  i  Veneziani  all' appellaci!! 
futuro  Concilio,  alle  decime,  al  benefizi],  e  ad  alooni  tea 
ani  Golfo.  Lì  sindacati  sono  in  data  15  febbraio.  Che  >«  Im» 
seguita  la  capitolazione,  molti  pregiudizii  sarebbero  rhuài 
alla  Rep.  né  bì  avrebbe  dotto  in  più  occasioni  ai  dudbo  i^ 
la  capitolazione  non  esiate  „. 

(Da  una  filza  dì  frammenti  di   carte    archÌTÌBtiobe 
dita  presso  la  Se/icne  I.  del  R.  Ardi.  Qen.) 

Spetlhione  di  effetti  1652,  27  luglio  Sen.  (Roano  TU,  238  t). 

t'ormato  e  tenuto  in  Collegio  un  libro  a  catti,  sul  qualt 
Bccretariì  debbano  notare  ì  decreti  relativi  a  spcdiùi>iiià 
effetti  in  Levante,  Dalmazia  ecc. 

Teslaiimtti  1535,  29  mar-io  M.  C.  (Libro  d'Oro   XI,    210  t.) 

ìnstituìsce  un  libro  in  pergamena  alfabetato,  da  serbarsi  «Hh 
Cancelleria  inferiore  per  notarvi  i  testamenti  relatiri 
bili,  poHBessionì  o  n  fondi  condizionati  a  Sdui-commw^ 
1653,  15  marzo  Sen.  (Roatio  IT,  3).  Sì  regola  la  formani 
dei  protocolli,  delle  rubriche  e  dei  minutarii  dei  testanKci 
I  priori  del  Collegio  dei  notai  tengano  un  libro  alfabcUa. 
col  nome  di  tutti  i  notai,  e  di  sei  in  sei  mesi  rivcgguoqiR 
protocolli,  riferendo  dopo  quel  periodo  ai  Conservatori  dell' 
leggi  quali  siano  i  trascurati,  affinchè  possano  venir  puniti 


-  483  - 


I. 


DOCUMENTI  citati  a  pag.  /*,  nota  1. 


Capitolari  dì  magistrature  venete  riformate  nel  1376. 

«  Gapitulare  De  foris  advocatorum  Comunis. 

^  De  intus  n  » 

«  Ifotarii  ^  ff         puerorum  (sic). 

jf  Dominorum  de  noote 
«  ^  de  contrabannis  (1288). 

„  Advocatorum  per  omnes  ourias. 

^  Judicum  per  omnes  ourias. 

jt  Advocatorum  Proprii  (1284,  17  settembre). 

j,  De  rebus  portatis  ultra  sigillum  (1280,  29  agosto). 

ri  De  advocatoribus  de  intus,  pertinens  offioialibus  de  Ca- 

tavere. 

jt  Judicum  petitionum  (1229-1249). 

«        de  magno  salario  (1272,  3  dicembre). 

„  Notarii  judicum  de  magno  salario. 
„  Judicuni  de  proprio. 

„  „         examinatorum. 

ff  Massariorum  monete  argenti  (1278  marzo). 

»  Advocatorum  petitionum. 

n  Notarli  judicum  petitionum. 

„  Salinariorum  Gingie  (1284,  17  settembre). 

yt  Supraconsulum  (1271^  8  marzo). 

„  Super  patarenos  et  usurarios  (1281, 29  agosto). 

„  Super  canales,  rìvos  et  piscinas  (1272,  28  agosto). 

„  Super  pontibus  et  viis  civitatis  rivoalti  (1271,  2  maggio). 

„  Publicorum  Comunis  (1297,  7  settembre). 

„  Procuratoris  sancti  Marci  super  commissariis  de  ultra 
canale.  „ 

(Miscellanea  Codici  Arch.  Oen.  n.  133). 


28 


•>  Capitulare  ulccUonum  Maioria  Gonsilii  in  capitulari 

primo Gap.      I 

fl         Advocatornm  ptoprii ,  51 

n         ludicum  propri! „  77 

B          Salinariorum  Clugiae «  "S 

„         Supra  consulutn »  HS 

H          Procitratorum  super  comniissariis  .     .  ,  131,1! 
Capi  talare  Secitnduiii. 

Capitulare  notariorum  Yenetiarum ^  52 

«          Gaetaldìonum ,  01 

„          Preconum n  61 

„           Illorum  super  laborerijs  litorìs ...  «  63 

f          Electorum '....  ,  96 

,          Capitani  contractarum „  146. 

Tertium. 

De  XL „  1 

n           C&pitum  do  XL v  7 

^          Maioris  Cooailii .  ,  3 

f,         Coneulis  Tbeealonice „  13 

n          Kotariorum  Cancellarie „  18 

De  XL „  27 

„          Capitum  de  XL „  30 

„           Navigantìum „  32 

„  Maioris  consilii 

„  extraordinariorum  rationum  .... 

B  Capitum  contractarum 

„                  „        aexteriorum  in  facto  exetcitu?  „  39 

„           eiectorum  acni       „  101 

„          Notariorum  Curie  Diaiorìs „  112 

Juramentum  Cancellarij       »  1 13 

Capitulare  procuratorum  operia  S.  Marci     ...  „  137 

„          Kotariorum  Venetiarum „  127 

»          Super  foleo  aurì  et  argenti    ....  „  150 

,          Illorum  qui  sunt  super  armis ....  „  160 

f         Novem  electorum „  160 

„          Qettì  raminis „  125  ^ 

'  Queste  indicazioni  sono  tratte   da  una  rubrica  de]  sec.    XV  esiat«fit( 
nell'Archivio  del  Ma^rglor  Consiglio  le  cui  carte  non  sono  numerate. 


-  435  - 

Capitolari  che  esistevano  anticamente  negli  Archivi 

della  ex  RepubUca  Veneta  \ 

N.  Ili  Registro  intitolato  Capltalarlo,  come  segue: 
«  Capitolar  della  Quarantia. 

jt        dei  Capi  di  Quaranta. 

^        del  Maggior  Consiglio. 

«  dei  Vice  domini  alla  Ternaria,  al  qual  luogo  manca  un 
quinternetto  delle  parti  relative,  e  poi  infine  si  legge; 
Cancellato  questo  Capitolare,  o  sia  parte  di  esso  dei 
Vice  domini  alla  Ternaria  nel  1876,  8  novembre,  e 
poi  riformato. 

„       dei  Consoli  di  Tessalonioa. 

„        dei  Nodarì  Veneti  Ducali. 

„        dei  Naviganti. 

„        dei  Signori  sopra  le  estraordinarie  ragioni. 

j,        dei  Capi  di  Contrada  in  facto  exercitus. 

„        dei  Capi  dei  Sestieri  in  facto  exercitus. 

„        dei  Avogadori  di  Comun. 

„  dei  Vicedomini  alla  Tavola  da  Mar.  Cancellato  nel  1876 
8  novembre  e  poi  riformato. 

ji  dei  Vicedomini  alla  Ternaria.  Cancellato  1376  8  novem- 
bre e  poi  riformato. 

„        dei  Avogadori  di  Comun. 

„  dei  Vicedomini  alla  Tavola  di  Lombardia.  Cancellato  1876 
22  gennaro  e  poi  riformato. 

„        degli  Elettori  di  mezzo  anno. 

„  dei  Nodari  della  Corte  Maggior  col  giuramento  dei  Can- 
cellieri. 

„  dei  Camerlenghi  di  Comun.  Cancellato  1376,  al  penultimo, 
di  Ottobre,  e  poi  riformato. 

„         dei  Stimadori  dell'  oro.  Cancellato  1377, 11  maggio  e  poi 
riformato. 

„         dei  Signori  al  getto  del   rame  de  Isolana  e  Ragusi.  Can- 
cellato nel  1377,  15  aprile,  e  poi  riformato. 

jv  delPoffizio  dei  Consoli    Veneti  ed  in  estero.  Cancellato 

1376,  17  ottobre,  e  poi  riformato. 

„         dei  Procuratori  sopra  la  Chiesa  di  B.  Marco. 

*  Questo  elenco  è  tratto  da  un  mss.  del  secolo  presente  che  si  conserva 
in   una  busta  di  carte  archivistiche  presso  la  Sezione  I  del  R.  Arch   Geo. 


,  Capitulare  eeoundum  Notarìorum  Veneloram  I>DcsliaiiL 
Capitolare  dei  Signori  alla  Mesaetaria.  Cancellato  1376  e  p^  frj 
formato. 
„  dei  Patroni  all'Arsenal. 

„         dei  UfSzìali  alla  foglia  e  getto  dell'oro-  Cancellatola 

17  ottobre,  e  poi  rìformato. 
„         dì  quelli  che  houd  stati  sopra  l'ArmameDto  ■. 

N.  112.  Registro  intitolato  Capllnlarlo,   come  se^e: 

"  Capitolare  dei  Avogaiiori  di  Comun,  Cancellato  1376,  22  Betteoiil 

e  poi  riformato. 
„  dei  Signori  ai  Contrabaudi    scritto  nel    1288.  CaDcell* 

nel  1376  16  agosto  e  poi  riformato. 
n  degli  Avogadori  pur  tutte  le  curie  ;  caacullato  I3TB,  i' 

timo  maggio,  e  poi  riformato. 
„  dei  Signori  di  Notte.  Canoellato  1376,  26  agosto,  e  fi 

riformato. 
„         dei  Giudici  per  tutte  le   Corti.  Cancellato  1376,  ulbai 

maggio,  e  poi  riformato. 
n  dei  Avvocati  del  proprio. 

H  dei  Giudici  al  Cattaver.  Cancellato  1376,  e  poi  riformilfc 

„  d<ù  Giudici  del  Pttizion.  Cancellato  1376,  e  poi  riformila 

„         dei  Giudici  del  gran  salario.  Cancellato   1376,  22  agodit 

e  poi  riformato. 
„  dei  Giudici  del  Proprio. 

„         dei  Giudici  dell' esaminador.  Cancellato  1376   ulL  taif 

gio  e  poi  rìformato. 
n  dei  Signori  sopra  ia  moneta  d'orgeato.   CaaoellatO  ISiii 

25  sett  e  poi  riformato. 
I*         degli  Avvocati  alla  Corte  del  Petiùon.  CaDcellato  ISK 

ultimo  maggio  e  poi  riformato. 
„         dei  Nodari  delli  giudici  del  Petizion.  Canoellato  ISA 

ultimo  maggio  e  poi  riformato. 
„         dei  Salinieri  di  Chiozza. 
„  dei  Sopra  Consoli. 

„         dei  Signori  sopra  canali,  rivi  e  piscine.  Cancellato  137t!, 

2  agosto  e  poi  riformato. 
„  dei  Signori  sopra  li  ponti  e  rivi  di  Rialto. 

n         dei  Procuratori  di  S.  Marco  sopra  le  commissarie  ». 


Jl 


~  437   - 

N.  1 13.  Registro  intitolato  Capitolare  dei  5  alla  pace  ed  altri  come 

segue  : 
*^  Capitolare  antico  dei  5  alla  pace.  Cancellato  1376,  4  ottobre  e  poi 

riformato. 
^         dei  Giustizieri  vecchi.  Cancellato  1377,  23  maggio,  e  poi 

riformato. 
„         dei  Giustizieri  novi.  Cancellato  1376,  22  genbaro  e  poi 

riformato. 
yt         dei  Signori  sopra  le  Rason  de  Intus.  Cancellato  1376, 

8  dicembre  e  poi  riformato. 
„         dei  Signori  sopra  l'Imprestiti.  Cancellato  1377,  18  giu- 
gno e  poi  riformato. 
„         dei  Nodari  Veneti. 
„         dei  Signori  sopra  danari.  Cancellato  1376,  8  dicembre 

e  poi  riformato. 

^  Commissione  a  ser  Marco  Giustinian  eletto  Rettore  in  Puja. 

Capitolare  dei  Gastaldi  del  Doge. 

„         dei  Signori  sopra  i  lavori  del  Lido. 

„  dei  Signori  sopra  Rialto.  Cancellato  1376,  25  febbraro, 
e  poi  riformato. 

„  Dei  Capitani  delle  Poste.  Cancellato  1376,  28  gennaro  e 
poi  riformato. 

„  dei  Signori  sopra  il  Sai  da  mare.  Cancellato  1376  e  poi 
riformato. 

n         dei  9  Elettori. 

yt  delli  uditori  delle  Sentenze.  Cancellato  1376,  1  agosto  e 
poi  riformato. 

^  dei  Signori  al  Dazio  del  Vin.  Cancellato  1376,  7  feb- 
braro e  poi  riformato. 

„  Degli  UiBziali  sopra  il  Fermento.  Cancellato  1377, 3  marzo 
0  poi  riformato. 

n         dei  Vice  Domini  al  Fontico  dei  Tedeschi. 

ff         dei  Procuratori  di  S.  Marco  sopra  le  Commissario. 

^         dei  Capi  di  Contrada. 

^  dei  U£5zìali  sopra  le  credenze  (?). 

n         del  Fontico  delle  Biave. 


Capitolari  di  alcuni  Magistrati  della  Repiilìhiica  Veaeftl 
conservati  nel  R.  Archivio  Generale  di  Venezia.  ' 

Acque  (savii  ed  esecutori  allo),  1415-1797,  nnm.  26. 
Armar  (provveditori  aU'J  dal  2.  al  IO.  (1312),  1&42-1797,  il  7.  bf. 
riibrieho  dei  capitolari  1,2,3,  e  parte  del  4;  4-5;  fi -7:  iti 
Arsenal,  provveditori  e  patroni  ....  1276- 1797,  num.  55. 
Avogadori  dì   Comun  (1200  .  .  .  .  )    1259-1750;    1264- 1676, 2  ii 
indice. 
„  "di  Comun  de  inttta  1244-1295. 

„  ■  •  dei  notai  degli  avogadori,  secolo  ÌCTTy.  ^1 

n  di  Comun  dei  pucri  (allievi  F)  sec.  XIII.  ^^H 

deforis,  1259.  ^H 

1299.  ^B 

Auditori  Dovo  e  novissimo  ....  1266-1744.  ; 

,        vecchi  (1202)  1260-1777.  ; 

Avvocati  del  Proprio,  *  sec.  XIII  (il  capitolare  è  del  XIT).  ■ 

»        del  petizioo,*  sec.  XIIT. 

„        •  per  tutte  le  curie,  sec.  XIV.  | 

Banchi  (provv.  sopra),  1318-1799. 

Beccane  (provved,  allo),  1398-1494;  1662-1768,  e  teportorìo. 
Beni  comunali  (provved.  aopra),  1488 -1768, 
„     inoultì  (ptowed,  sopra),  1556-1765,  3. 

„        „        capitolari:  Agricoltura,  Acque  Ritratti  e  Consorzii, sn 
XVI -XVm,  4  e  nibr. 
Bestemmia  (esecutori  contro  la)  1523-1794,  2. 
Biave  (provv.  alle),  1328-1752. 

Bolla  ducale  (casBÌore  alla] -raccolta  decreti  e  scritture- I308-1T9I1 
Camerlenghi  di  Comun,  J200,  1324. 
•  Canali,  rivi  e  pisciae  (officiali  sopra)  sec.  XIII. 
Capi  contrada,  sec.  XIV  8  (porgara.  sciolte). 
Capiaostieri  .  .  .  1287  —  sec.  XIV. 
Cattaver  (officiali  al),  1240-1758  m.  v. 

„        compendio  del  capitol.  degli   avogadori   de    infuSf   ^ndit 
dei  contrabbandi  e  cattaver,  1299-1744. 

1  Si  ommettono  in  questo  catalog-o  alcuna  Collezioni  di  decreti  che,  spf 
cialraente  nei  secoli  men  remoti,  equivalevano  »  «ipit/jla^l. 

'  QueBto  e  tutti  gii  altri  capitolari  contrassegnati  da  '  Airono  rìronn*' 
nel  IS1&,  e  ai  trovano  uniti  nei  codice  133,  della  MisceltaDea  Codici  dt  qaert 
Archivio  Generale,  Serie  I. 


-   439  — 

Censori,  1517-1762;  1541-1797. 
ri  Collegio,  1324-1788. 

..  Comun  (provv.  di),   1272-1676; 1303-1661;   1610-1790,  2; 

"  (delle  tasse  degli  ufficii  1490-1716). 

Consiglieri  di  Venezia  (Consiglio  minore)  1292-1396;  scc.  XYI  n.  3; 
>  XVn;  1720;  1749;  1776. 

*i  Consiglio  dei  X,  1568-1625;   1550  m.  v.—  1763;  1607-1653  m.  v.; 
W  '      1575  m.  V.-1743. 

»         ,,        dei  X  (Capi  del)  1607-1717. 

Il         „        di  XL  (o  Quarantia)  civil  nova  1272-1796  ni.  v.  8  (il  1."  bis) 

e  sommario. 
Consiglio  di  XL  civil  vecchio,  1275-1797,  3  e  sommari!, 
di  XL  criminal,  1272-1769. 
„  „      (presidenti  al);  capitolar  3.,  1769-96  m.  v. 

„  „      capi  ....  1306-1758;  1306-1588;  indice  del  ca- 

pitolar 2.'' 
Consiglio  maggiore,  1271-1533. 

Consoli  e  sopraconsoli  dei  mercanti,  1240-1700;*  sec.  XTTT-XIV. 
l    Conti  (Savii  sopra),  1607-1796,  4. 

"^  Contrabbandi  (Signori)  giudici  ai  (capitolare  del  1288)  1248-1298. 
Cottimo  (provveditori  al)  :  d'Alessandria  1498  m.  v.  — 1688  m.  v.,  2. 
„        (prow. al)  di  Damasco,  1498-1610;  1493-1677;  1569-1684. 
y    Danaro  publico  (provveditori  sopra)  1571-1779,  4. 

Dazi]  (provveditori  ed  inquisitori    sopra)    1268-1571;  1271-1512; 

1398-1728;  1716  m.  v.  —  1762,  2. 
Decime  (dieci  Savii  sopra  le)  1463-1796,  6. 
Doge,  1229-1612. 

Esaminador,  1204;  *  1279-1298;  1781-1797,  2. 
Entrade  publiche  governadori  delle),  1443  m.  v.— 1507;  1598-1717. 
„        *  publiche  ed  uscite  del  Comune  (Stato)  inquisitori  allo, 
1262-1291  (intitolato:  de  rebus  portatis  ultra  siffilluw). 
„        publiche  (revisori  e  regolatori  delle),  1653-1715  m.  v. 
Fontego  dei  tedeschi  (ufficiali  al),  1329-1797. 
Fermento  (provv.  al)  —  in  S.  Marco  e  Rialto  - 1233  - 1 766  ;  1402  - 1 762, 

10,  1518-1753. 
Giudici  de  magno  salano,*  1269-1295;  *  (notai  dei),  1284-1295. 
*     „       per  tutte  le  curie,  sec.  XIV. 
Giustìzia  nova  (officiali  alla),  1269-1795;  1354-1646. 

^  Collegio  dei  VII  Savii  alla  1263  - 1774  m.  v. 

Giustizia  vecchia,  1565-1794,  3. 
Imprestìdi  (officiali  agli)  ....  1254-1533  7. 


Leggi  (conservatori  ed  meealorì  alle),  1399  •  1790  in.  i 
Huiegole  e  meBtieri  (cinque  eavii  sopra  le),  15-11 -16( 
Mercanzia  (cinque  Savii  alla),  1298-1589;  1306-1719,  14  e  rriml 

(manca  il  2."). 
HeBBetari&  e  qnintello  (officiali  alla)  1292-1716,  2. 
HUiaa  da  mar  (collegio  della),  1237-1574. 
Miniere,  1488-1525. 
Mobile  (giudici  del),  1288-1399. 
Monasteri  (provveditori  sopra),  1514-1681. 

„         (aggiunlo  Bopra),  1768-1791  ni.  t.,  5. 

•  Moneta  d"  argento,  Intagliatori,  maaeeri,  aec.  XIH. 
Notù  ducali  estraordinarìì,  per  gli  ufficii,  e  segretanì  ( 

del  Senato,  1479-1589. 
Offici!  (presidenti  sopra)  1364-1797,  5  (il  1.°  con  indici  2). 
Offici!,  prOTToditori  (capì  superiori  nel  Coos.   di   XL   al  ( 

1481  - 1793. 
Ospitali  e  luoghi  pil  (provr.  sopra),  1561-1793. 
Pace  (ciuqne  anziani  alla)  1240-1793. 
Petìzion  (giudici  del)  1244;  *  sec.  XIII; 

*  (notai  dei  giudici  del),  sec.  XIII. 
Fiovego  (officiali  al)  1254-1568:  (Codice  1234.  ivi  atti  del  bbc^ 

•  flec.  XIII. 
pompe,  1562-1786,  5. 

*  Ponti  e  strade  della  città  di  Rialto,  sec.  XllL 
poste  e  corrieri  (matricola  corrieri),   1489-1743,  2;    1525-I?8I,T 

1503-1743. 

Proeuraior  (giudici  del),  1269-1794. 

Proonratori  di  s.  Marco  de  etìra;  1257-1699;  1265-1751. 

n  dì  B.  Marco  de  supra,  1258-1592;  1258-8eo.  XVUL 

„  di  B.  Marco  de  ultra,  1249-1712;    1248-1772;  *  M 

xm-xiv. 

Proprio  (giudici  del),  seo.  Xm-XIV;*  1279  (1279-1384). 
Baso»  Bore,  1514-1569,  2  e  sommario  1295-1612. 

„      Teochie,  1260-1796,  3. 
Sai  (prOTTed.  al),  1277-1792  e  repertorio. 
•Salinieri  di  Chioggia,  sec.  XIII -XIV. 
Sanità  (provveditori  alla),  1485  m.  v.  —  1726,  3  ed  indice. 
Scansadori  alle  spese  superflue,  1576-1742,  m.  v.,  2. 
Scrittura  (regolatori   e   revisori    alla),    1549-1708,    4;    1581-1596 

1678-1707  m.  t. 
Scuole  grandi  (revisori  e  regolatori  alle)  1312-1778,  2. 


2)- 

il  Clinivli 

lelHcX}; 

5-lMr,T 


—  441  — 

fi  Senato  (X  1461-1765  poi   XX  savii  del   corpo  del),    1411-1741; 
'4  1492-1723;  XII  poi  XV   (raccolte  decreti)   1525-1789| 

1  1675.-1796  m.  v.;  XX  poi  XXV  del,  1272-1785. 

Signori  di  Notte  al  Civil,  1270-1586;  1325-1720. 

»      di  Notte  al  Criminal,  1232-1797;  1254-1523;  *  1266-1299... 
Sindico  (sindici,  giudici)  1369-1773. 
Straordinarii,  ufficiali  (al  Lido  ecc.),  1302-1528,  2. 
Ternaria  nova,  1271-1628. 
*  Usurai  ed  eretici,  officiali  contro,  sec.  XIII. 
Valli  Veronesi  (proyved.  e  deputati  alle  (compilazione  leggi)  1411- 
1700,  3  e  rubriche. 
I    Zecca,  provveditori  ecc.,  1358-1556;  1590-1594  m.  v. 
„      soprastanti  alla  foglia  d^oro,  1519-1583. 


Capitolari  di  magistrati  della  ex  Republica  Veneta 
restituiti  dal  Governo  Austriaco  ali* Italia  nel  1868. 

XL."  Civile  vecchia  e  ntMva.  Capitolare  degU  Ecc.  Consigli  di  XL 
Civil  Vecchio  e  iNuovo.  Precedono  una  tavola  dei  capitoli  e 
un  calendario  delle  festività  nelle  quali  la  Quarantia  non  si 
congregava. 

U  codice  scritto  nel  1533,  è  in  4.,  di  circa  75  carte,  ben 
conservato,  coir  arma  Svajer.  —  Anni  1306,  16  dicembre  — 
1531,  7  febb.  m.  v. 

XL."  Criminale.  Indice  delle  leggi  spettanti  al  Consiglio  della  Qua- 
rantia al  Criminal^  disposto  secondo  T  ordine  dei  tempi,  ab- 
braccia un  centinaio  di  carte,  scritte  nel  secolo  scorso  e  ben 
conservate  ;  —  1272,  12  aprile  —  1769,  31  maggio. 

XL."  Cimi  vecchia^  ntMva  e  criminale.  Rubriche  dei  capitolari  dei 
Consigli  Serenissimi  dei  XL  Civil  Nuovo,  CivU  Vecchio,  Cri- 
minale;- 1453  al  1744. 

XL."  Criminal.  Capitularium  Dominorum  Quadraginta;  —  1306,  al  7 
die.  1393. 

Cons.  X.  Sommario  del  capitolare  del  Consiglio  dei  X.  1314,  12 
giugno  —  YllQ^  4  novembre. 

Cons.  X.  Sommario  deUe  leggi  del  ConsigUo  dei  X.  1309,  3  febb. 
(Maggior  Cons.)  1310, 10  luglio  (Istituzione  del  Cons,  dei  X)  — 
al  1748  22  settembre. 


Consiglio  X.  OapitoUn  che  n  legge  il  primo  d'ogià  meee  al  1 

nftlo  degli  Eoo.  Cqii  del  Cona,  de'  ^— 1575 11  ffmmmh  «.*,■( 
1794,2  tmv^ 

CoHS.  X.  C^itolwe  dell' Eci).  Comig^o  di  X;  —  167S,  38  éJBamtn 
al  1605,  18  margù. 

Maggior  GonsigUo.  Babrìca  del  Oftpttolara  del  IL  Coih.  ItfS,  ì»jm. 
m.v.el  1V3S,  18  gennaio  m.  v. 

Cmu^ieri.  G^iitakre  Oonrilierionuo  ante  anonm  1386.  Sapol»  XIV. 

ingmkHori  di  Staio.  Ce^tdue  per  gl'Inqninteii  È  preteiato  Ak 
nn  indice'  delle  materie;  eoiwnda  1411,  4  mano,  tardità  SI 
girile  1798.  Buona  copia  del  0ee.JLVUi  dipag.  96ÌBfiigli*. 

Saaon  Ttfedl».  Oqdtolare  delle  BatOH  Vteékie.  HembnnMeo  éà 
•eeolo  XTL;  1868,  17  dJc  of  1567,  b  jOb.  m.  e. 

OattoKar.  Oa|tttolare  del  Magistrato  del  Cattavtr;  I960, 13  ^oefo  — 
1376,  2  dieemire. 

Senato.  Capìtdare  del  Conaiglio  ài  Pre^;  1260  al  1634, 19  oOoiri.  • 

Peeatori  dj  Coma».  *■  Caintolare  Fonderatorom  per  Sobilem  virm 
Hiootanm  FaHer  ambaaatorera  et  bdnlani  TeDetomm  in  Oo- 
■tantinopoU  et  N.  M.  Y.  T.  HermoUnm  Yalanaao  at  SIt»* 
atrom  Narìpetni  Conailìarioa  qua  ,\  —  1361,  8  gentuii»  «.  m 
al  1546,  17  luglio. 

Aeogadori  di  Comun.  Ca[ntoIare  degli' ÀTOgadorì  dì  Comna;  Iff^ 
6  dicembre  al  1694,  23  novembre. 

Avogadori  di  Oomun.  Capìtulare  Advocatorum.  È  an  indice  o  «o»- 
marìo  del  Capitolare  degli  Avogadori  con  un'appendice,  in 
fronte  alla  quale  bì  legge  :  *  Summario  del  libro  d'Oro  serre 
al  Mag^or  Confleglio  „  ;  1376, 1.  agosto  al  1426,  18  luglio. 

Avogadori  di  Comun.  Capitulare  Advooatorum.  È  od  ìndioe  o  sotoma- 
rìo  del  capitolare  degli  avogadori  con  un'  appendice,  in  fronte 
alla  qnale  si  legge:  "  Summario  del  libro  d'Oro  Sec.  XVI  ,. 

Auditori  Vecchi.  Capitolare  D.  D.  Anditomm  veterum  ab  Alexandre 
ingeniarìo  scriptum;  1374,  20  agosto — 1547,  20  maggio. 

Auditori  Nuovi.  Auditori  Nuovi,  leggi  raccolte  da  Alessandro  inge> 
gner  figlio  di  Francesco;  1410,  11  ottobre  al  1520,  13  agosto^ 

Provveditori  al  Bai.  Capitolare  dei  Provveditori  al  9al  ;  1306,  17  ago. 
sto  al  1520,  28/è66.  m.  t. 

Procuratori  di  S.  Marco  de  ultra.  Capitulare  clarissimoruni  viro- 
rum  procuratorum  sancti  Marci  super  commisaariia  de  ultra 
Canale  constitutorura ;  1265,  T  giugno  al  ]577, 15gennaio  m.  r. 

Procuratori  di  S.  Marco  de  ultra.  Capitulare  commiBs.  procurato- 
rum  sancti  Marci  de  ultra;  1258, 23  seti,  al  1563,  3  luglio. 


-   443  .- 

Notai.  Capitolare  dei  notai  di  Venezia;  1359^  7  ottobre  al  1542,  29 
marzo* 

Offici  del  Levante.  Capitolare  Officii  del  Levante  ;  1271,  20  ottobre 
al  1374,  26  giugno. 

Officiali  al  Sai.  Capitolare  pegli  Impiegati  sul  sale  ed  altri  Magi- 
strati; 1281  al  1416,  28  luglio. 

Officiali  al  Sai.  ^  Summario  et  repertorio  di  tutte  le  leze,  ordini, 
terminationi  et  mandati  spoetanti  et  pertinenti  alFof&tio  del 
Sai,  facto  per  me  Antonio  Bosso  Kodaro  coadiutore  del  ditto 
uffitio  „  ;  1286,  23  novembre  al  1521. 

XL:'  Criminal  e  Censori.  Sommario  dei  Capitolari  dei  Signori  al  Cri- 
minale e  Censori  (sec.  XYI). 


II. 


DOCUMENTO  citato  a  pag.  23,  Nota  1. 

Libri  secretorum  ex  papyro,  et  Senatns,  et  Gapitum  de  XL, 

et  CoUegii  *. 

*  In  primo  armario: 

Liber  negociorum  Histrie.  caret  millesimo 

Liber  inter  Paduam  et  Montem  Sìlicis  incipit.  1157-1308  esiste 
Liber  partium  CoUegii  prò  rebus  Bomaniae.  •  315-1318  18  ^ 
Liber  ordinamentorum  et  partium  captarum 

in  Consilio  Bogatorum.  1322-1323     B 

*  Dalle  dcnomiD azioni  non  sembrano  compresi  fra  questi,  i  volami  che 
ora  esistono: 

Liber  secretorum  CoUegii  1373-85  F. 

Scripturae  secretae  consilii  sapientum  1354-63  rogatorum  (Secreti)  prò 
factis  Istriae  A.  MCCCXXXV.  Lettere  del  Collegio  1308-10  (liber  dccimus 
iionus)  liber  secretorum  (del  dogado  di  Lorenzo  Celai)  o  lettere  del  collegio 
1363,  del  quale  esiste  l'originalo  nella  libreria  di  Gino  Capponi  a  Firenze  ; 
una  copia  poco  corretta  nella  «  Raccolta  Cicogna  »  presso  il  Museo  Correr,  e 
parte  di  altro  esemplare  tratto  da  essa,  neirArchivio  Generale  di  Venezia.  Li- 
ber literarum  secrctarum  CoUegii  et  aliquarum  C.  X,  1436-37. 

^  Alcuni  di  questi  codici  erano  contrasseg^iati  da  numeri,  lettere,  o  figu- 
rine di  torri  ed  altre,  convenzionali. 


1332-ia^^H 

Liber  partium  sapientum  prò  factis  domioo 

^B 

rum  ()(!  la  Schala. 

1336-1337 

CommiesioQCs  ambasiatornm. 

ÌM3 

Liber  secundus  actorum  quaestionia,  inter  do 

minum  Patriareham  Aquìleiensem  et  Do- 

minum   EpUcopuni   et  Capitulum    Cene- 

tensem   aa   Dominos  Proouratores   San- 

cii   de  CoToluno 

1345  (t««k 

Imbaxiatorea.  Capilanei. 

1347 

Imbaxia  torca.  Capita  nei 

ISSO      K 

CommiesioDes. 

1363      l 

Commissioues. 

1367      11 

Secreta  Rogatorum. 

1368     ^ 

Ijiber  prò  factis  Paduae. 

I372^^l 

Collegium  prò  factis  Paduae. 

137S-1S7^H 

Motatorium  sapientum  ordinimi  de 

1375  ^H 

Liber  Secundue  Begistrì  Secreti  Guerre  terre 

■ 

et  maria. 

1381  ^H 

Liber  Gollegii    Seoreti  ìnoocptus  apeoialiter 

prò  factis  Mantuae  vigore  libortatis  Con- 

silii  Rogatorum. 

1397 

Litterae  et  commisaionea  Collegii. 

1400-1404   Q« 

Propofltarum  maioria  Consilii. 

1404        31 

Maius  Consilium,  (sic). 

Libri  Secrelorum  ex  pajiyro  Coiiailii  X  e 

Collegii. 

Littere  Collegii. 

1405-1406    ? 

Liber  petitionum  conaultarum  per  conailiarios. 

1405        8 

Liber  ìittcrarum  secrctarum. 

1406-1411  8  ' 

Liber  Commissìonun  sceretarura. 

1408-1413Scms 

Partea  Collegii. 

1411-1414 

Regiatrum  Ìittcrarum. 

1412 

Commissiones  secretae. 

1413-1425  CS 

Regiatrum  Ìittcrarum  accretanim. 

1416-1419 

Scutari  Yillae. 

1416-1417  €«* 

Littore  Beerete 

1416     12,  1) 

Liber  parlium  Collegii. 

1418-1424 

Regiatrum. 

1421-1424 

Jjibri  Secretorum  ex  papyro  Conailii  X  et  Col- 

—  445  — 


Begittrom  16. 
Commissiones. 
Begìstrum  17  in  quo  libelli  sunt  prò  illis  de 

PoUentia  D.  Bauennea,  et  de  Cotignola 

et  de  Argenta  et  Lugo. 
Begìstrum  seoretum  17. 
làber  18. 

Liber  litterarum  seoretarum  19  de 
Liber  seoretarum  litterarum  et  guerre  ordi- 

natarum  perDominium^CoUegium  et  ple- 

rumque  per  Consilium  de  X. 
liber  secretarum  litterarum  Collegii  20. 
Liber  secretarum  litterarum  Collegii  et  aliqua- 

rum  Consili  de  X,  21. 
Liber  secretarum  litterarum  Collegii  et  ali- 

quamm  Consilii  X  22. 

n  111  armario. 

Liber  secretarum  litterarum  Collegii  et  ali- 

quarum  Consilii  X  23. 
Liber  secretarum  litterarum  Collegii  et  ali- 

quarum  Consilii  X  23. 
Liber  secretarum  litterarum  Collegii  et  ali- 

quarum  Consilii  X  12. 
Liber  litterarum  secretarum  Collegii  24. 
Collegium  idest  partium. 
Littore  25. 

Liber  litterarum  secretarum  26. 
Littore  secreto.  27. 

Littore  Collegii  27. 

Littore  28. 

Littore  Collegii  29. 

I»  n  29. 

Liber  litterarum  secretarum  30. 
0  (sic) 

Commissiones. 
Liber  litterarum  secretarum  Collegii  30. 


1425        N 
1425-1435 


1426-1427 
1427-1428 
1427-1428 
1432 


1431 
1434 

1434-1435 

1436-1437  esiste 


5» 

n 
r» 
n 

V 


lì 
» 
lì 

TI 


ti 
T» 
lì 
Jì 

H 


31. 
32. 
33. 
34. 
85. 


1438 
1438 

1440         S 

1441 
1441-1455 
1442-1443 
1443-1444 
1444-1445 
1445-1446 

1447 

1448 
1448-1449 
1450-1451 
1450-1463 
1450-1465  .Y. 
1451-1452 
1452-1453 
1453-1454 
1455-1456 
1457-1459 
1460-1462 


-  u&  - 

^ 

Partea. 

1464-IW    ■ 

Litiere  Collcgii  38. 

H6T-1«» 

™     sa. 

1470-1*73 

Liber  partium  et  conimÌBBÌonura  CoHegii. 

U71-U79 

Registrum  litteraruin  CoHegii  41. 

1475 

In  quarto  Armario. 

Regietnuu  litteranim  Uollegìi  42. 

1476^ 

V                        n 

1476^ 

•>                         « 

U78^H 

•                        « 

1478  ^H 

Littore  ot  partea  et  commissioneB. 

■ 

Libri  seeretorum  CoHegii  ex  papyro.            ^^ 

CoHegii. 

1480 

, 

1480-I4SS 

Collegium. 

1481 

Per  CoIIegium. 

1482 

1482 

Commissione»  CoHegii. 

1482-1489  ni* 

Per  CoIIegium. 

1483 

Collogìum  (littóre). 

1484-1485  eàa 

Partee  CoUegii. 

1485-1483 

1487 

Per  CoIIegium. 

1488 

„ 

1490-1493 

Registrum  litterarum  Bocrctarum  CoHegii. 

1494-1496 

Littere  CoHegii. 

I49S-I499 

CoUegium. 

1503-1504 

Rubricarum. 

P  Continet  libros  XI  eecretorum  Senatus. 

1401-1429 

II  Complectuntiir  IX  libroa  eiusdem  Senatus. 

1431-1453 

Liber  Sontentiarum  Conventua  Tridentini.  1535 

Liber  iurìum  Ceaetae  civitatis.  1546 

Altri  volumi. 
Indices  legum  Uaiorìa  Consilii  Placenfinae  appellati: 


Primus. 

Secundus. 

Tertius. 

Libri  officiorum  regim 
(Ini versimi  vetun. 
.  novum. 


1232-1383 

1384-1602 

1503-1537 
(  ef  connitiorum. 

1456-1474 
1475-1492 


—  447  — 


Officiorum  vetus. 

1492-1523 

,         norum. 

1523-1536 

Balletinorum    I. 

1472-1490 

II. 

1491-1524 

ni. 

1524-1536 

Regiminum  vetus. 

1492-1523 

n          noTum. 

1524-1536 

Introitus  regiminum 

vetuB  I. 

1437-1491 

» 

vetus  II. 

1491-1524 

» 

novum. 

1524-1536 

Consiliorum  vetos. 

1492-1521 

,          noTum. 

1522-1536 

ìiees  Senatus  consultorum  tutu  terrestrium,  tum  tnaritimorum, 

Mixti  nuiieupati. 

Prìmus. 

1332-1367 

n. 

1368-1388 

m. 

1389-1412 

IV. 

1413-1440 

Libri  mixii  Consilii 

f  RogatùTum  continentes  res  terrestres 

et  marititìuts. 

% 

I. 

1293 

n. 

1302 

m. 

1307 

IV. 

1313 

V. 

1317 

VI. 

1320 

vn. 

1322 

vili. 

1324 

TX. 

1325 

X. 

1326 

XT. 

1328 

xn. 

1329 

XTTT. 

1330 

XTV. 

■ 

1331 

XV. 

1332-1334  esiste. 

Armario   I,  II,  III,  prooeasi  antichi. 

„  IV,  colto  primo.  Libri  dei  patti  originali,  psadeUe. 

B  „    colto  secoado.  Libri  dei  patti,  copie. 

n  V,  Miati  (Senato)  registri  ed  ìndioì. 

n  VI,  colto  primo  e  secondo.  Commemorialì,  origini 

e  copie. 

,  TU,  colto  I.  e  2,  Deliberazioni  del    Senato  (Secn 

registri  dal  1401. 

«  Vm,  colto  l.e2.  id.  1477. 

IX,  colto  I.  2.  3.  id.  1548. 

„  X,  colto  L  e  2  id.  e  registri  Senato  Corti  e  fie 

tori  1621-1630. 

„  XI,  colto  1.  2.  3.  1636  Corti  e  Rettori. 

„  XU,  colto  I.  e  2.  id.  1657. 

„  XIII,  coito  l.e2.  Grazie. 

B  XIV,  colto  1.  Grazie  e  privilegi,  sindacati. 

n  colto  2.  Deliberazioni  del  Mag.  Cons.  esemplu 
contemporanei. 

B  XV,  colto  1.  Commissioni;  filze  e  registri, 

„  colto  2.  Deliberazioni  del  Senato  (Secreta)  de 
Collegio,  del  Cena,  di  XL  al  Crimìiiaìj 
Pieggerie,  registri  e  filze  segnate  coi 
lettere  d'  alfabeto.  Capitolari  dell'  0£S 
zio  di  Levante,  e  dei  Conaigiieri  i 
Venezia. 

■  Dall'  «  Indice  della  Secreta  fatto  in  tempo  del  SerenisBimo  Prmcipe  Do 
minico  Contarini,  e  delli  illuBtrissimi  et  eccellentiasiniì  signori  Battista  Nu 
kav.  e  procurator  Boprainten dente  alla  medesima,  e  Dominico  Ballarin  CSD 
cellier  grande,  dal  circospetto  secretarlo  Antonio  di  Negri  q.  Alberto,  rana 
MDCLX Villi,  scritlti  dal  fed.  Zuanne  GaBparini,  serittur  delle  cose  antiche,  > 
Le  indicazioni  degli  armadli  aono  riprodotte  nell'ordine  in  cut  sono  nell'imM 
tario. 


..^r\. 


-  449  ~ 

Armario  XYI,  colto  1.  e  2  Senato  Zecca,  filze. 

^  XVn,  colto  1. 2. 3-  n 

j,  XVm,  colto  1. 2, 3.  ^ 

^  XIX,  colto  1. 2.  n 

^  XX,  colto  1.  „ 

„  XXI,  colto  1.  Zecca,  registri. 

„  y,     colto  2.  Bancogiro^  filze,  e  1  registro. 

ji  n         ^     3.  Partiti  di  denaro,  prestanze  e  crediti 

per  nobiltà. 
«  XXn,  colto   1.  2.  Deliberazioni  del  Senato  Secreto, 

filze  dal  1510. 
„  XXm,  colto  1.  2. 3.  id.  dal  1591. 

„  XXIV,  colto  1. 2. 3.  Corti  e  Rettori. 

„  XXV,  colto  1. 2.  id.  dal  1650. 

XXVI,  colto  1.  2.  3.  id.  dal  1663. 
j,  XXVU,  colto  2. 3,  filze  di  Collegio,  lettere  1487. 

rf  XXVIII,  colto  1.  e  2.  lettere  dei  provv.  generali,  com- 

missarii  ed  altri  pubblici  rappresentanti 
in  Terraferma. 
y,  XXIX,  colto  1.  ^ 

colto  2.  Proyyeditori  oltre  il  Mincio, 
colto  3.  proYT.  sopra  la  fabbrica  di  Udine. 

Altre  lettere  dei  pubblici  rappresen- 
tanti (  coinmissariL  pagatori  in  campo, 
proYY.  ai  confini,  govemador  dell'e- 
sercito, proYT.  a  Cividal  del  Friuli 
Cadore,  Peschiera,  Orzi,  Asolo,  proTV. 
della  Cavalleria  in  Croazia  ed  Alba- 
nia, proYV.  sopra  boschi,  sopra  l'e- 
stimo ecc.). 
n  XXX,  colto  1.  e  2.  Lettere  dei  provy.  generali  a  Palma. 

j,  XXXI. Avvisi  (Genova,  Scutari,  Napoli,  Germania, 

Fiandra,   Milano,   Polonia,   Ancona, 
Genova,  Palermo,  Scria,  Alessandria, 
Brusselles,  Palermo,  Serraglio  di  Bos- 
sina,  Aleppo). 
„  jt       colto  1.  Consoli  di  Genova,  sommarj  d'avvisi. 

n  ,)       colto  2.  id. 

^  XXXn,  colto  1.  Provveditori  e  provveditori  generali 

ed  altri  rappresentanti  in  Istria,  lettere. 
y,  y,       colto  2.  Lettere  dei  prow.  generali  ed  inquisi- 

tori allo  tre  isole  del  Levante. 

29 


?    ■        ■■'■■■     .:'y.;v 


Jrmofio    XXXni)  Oevemoniili^  fflxe  e  r^giiirL  ;  ; 

«  XXXIY,  oolto.  Le  2. Espomoni  priii^ragblrL 


11 


XXXY,  eolto  1.2.8-  ^, 

^  XXXVI,  colto.  1.  f    ^ 

if        XXXVn,  colto  1.  Lettere  replicate  vecdiie  Ijormabò  ((S- 

1^,  Oandin,  ciq^Kiiaiii  gjtaierali  àm  wuKy 
$mbé  ia  Frìmda,  Poriogalloy  Seggi* 
mento  di  Oaadia.  Sentenae  dei  «odici 
in  Iienuite;  id.  in  Dftlfflasi%  pforr.  « 
Za»H  proTT.  gmerale  a.Oorft)  eoe. 

9  j»        colto  1.  (^)  Lettere  dei  proYT.  generali  da 

in  Golfi))  cariche  eetraoi^diiupeie  de 

«  9      *  colto  2.  Oandia  lettere  dei.  ptOTT.  geaenK  e 

rettoiìi  scritte  al  Senato. 

9  »       colto  3.  Frprreditori  generali  e  pnmreditei  li 

Oaneai  lettore. 

9  >f.       colto  4.  InqnÌBÌtorì  m  Lovanip,  IMbi.  e  CtaA; 

proYT.  gen.  da  m«r,  cpmmieMiio  tupn 
i  Tiireri;  rassegne  in  armate  e  Gaafi^ 
capitani  estraord.  déDe  galeaoe  edcHs 
nari,  capitani,  delle  navi,  pfOTr.  eafi» 
narii  e  straordinaiii  dell'amieie. 

«       XXXYin,  colto  1.  Capitani  generali 

^  ,         colto  2.8. 4.  Lettere  dei  provreditori  e  Oo» 

missarii  in  Dalmazia  ed  Albania. 

^  XXXDC,  colto  1.2.3.4.  Lettere  di  ambasciatori,  baili  e 

segretari  in  Costantinopoli. 

^  XXXX,  colto  1.  2.  id. 

yt  XXXXI,  colto  1.  Registro  di  lettere  dei  baili  da  Costao- 

tinopoli.  Lettere,  comandamenti  e  scrit- 
ture turchesche. 

«         XXXXn,  colto  l.e2.  Deliberazioni  del  Senato  relatiyea 

Costantinopoli,  registri. 

j,  „        colto  3.  Costantinopoli,  deliberazioni  del  Senato, 

filze. 

n        XXXXTTT,  colto  1.  2.  3.  Dominorum  (Lettere  di  papi,  cardi- 
nali principi  al  Collegio). 

„        XXXXIV,  colto  1.  2.  3.   Materie   ecclesiastiche   (Consulte 

Sarpi,  fra' Fulgenzio,  Lonigo,  pri^ilegii 
della  chiesa  di  S.  Marco,  mandati  di 
retenzioni  e  liberazioni,  rescritti  a  bolle 
ed  altro). 


-  461  — 

Armario  XXXXY,  colto  1.  2.  Roma.  Esposizioni  dei  nunzii  del  pon- 
tefice ed  altri  ecclesiastici,  filze. 

9  IP        colto  3.  e  4.  id.  registri. 

ff       XXXXVI,  colto  3.  2. 1.  Deliberazioni  del  Senato  risguàr- 

danti  Roma,  registri. 

,,       XKXXVII,  colto  1.  Roma  materie  expulsis  papalistis  circa 

confini;  provveditori  e  commissarii^  inqui- 
sitori in  campo,  pagatori,  prò wediton  in 

campo. 

i»  n        colto  2. 3.  4.  Roma,  deliberazioni  del  Senato,  filze. 

„     XXXXVUI,  colto  1.  id. 

j,       XXXXIX,  colto  1.  e  2.  Inghilterra,  lettere  d'ambasciatori 

e  secretarii  residenti. 

jt  ^       colto  3.  e  4.  Fiorenza  id. 

j,  L,  colto  1.  Mantova  id. 

„  ^  colto  4.  3.  2.  Savoja  id. 

ji  LI,  colto  1.  2. 3.  Spagna  id. 

„  XjII,  colto  4.  Francia  id.  1. 2. 3.  Napoli  id. 

n  LIII,  colto  1. 2.  3.  Milano  id. 

ji  LIY,  colto  4. 2. 1.  Francia  id. 

li  LV,  colto  1. 2. 3. 4.  Qermania  id. 

ji  hYIj  colto  1.  Signori  Stati  id. 

rt  ff    colto  3.  2.  Svizzeri  id. 

„  „    colto  4.  Valtellina,  Qrisoni,  Mùnster,  Polonia. 

ff  LVULL;  colto  1.  2.  Annali. 

ff  lilX,  colto  1.2.3.  Roma  ambasciatori:  lettere. 

„  LX,  colto  1.  2.  3.  id. 

9  LXI,  colto  1.  2. 3.  Esposizioni  principi  (filze). 

«  LXH,  colto  1.  id. 

„  LXIY,  colto  1.  Consultori. 

n  LXV,  colto  1. 2. 3.       id. 

n  LXVI,  colto  1. 2. 3.       id. 

j,  LXVU,  Scritture  spettanti  agli  Avogadori  di  Comun. 

„  LXYIII,         id.      spettanti  ai  Riformatori  dello  studio  di 

Padova. 

ff  LXIX,  Scritture  antiche  di  ninno  valore. 

ff  LXX,  Libro  de' primi  abitanti  di  Yenetia. 

„  LXXIU,  colto  1.  Relazioni  d'ambasciatori,  capitani  ge- 

nerali ed  altri  pubblici  rappresentanti 
al  Senato  (registri). 

^  „         colto  2.  3.  4.  registri,  relazioni  da  mar^  da 

terra  eoe. 


-4»  -- 

Armario    LXXIY,  ooliò  1.  Bebudoni  CostantìnopaU»  Bma%  8«r. 

masia^    Grisoni,  Sarcja,  P^kaSm^  ht 

{^tena. 
'9  j»     oolfto  8.  id.  FEaaoil^  Spagnai  O^pifam  genefiS 

da  mar» 
'9  ,     colto  3.  Oaiaaiim  di  dttà,  monaiieri  e  CSàum. 

9^  «     odto  1.  (4J0)  Signori  Stati,  iéUun0vi  d^antah 

sdatori  Mfinater;  vAmm  àéFJ^mmì 

(éA  sarii  agli  òi^i); 
9  LXXIi  colto  1.  e  2.  Materie  miste  impcrtaiiii:  eeofe* 

aaatici,  fertesBe,,  annai»i  ^BiMtii  dal 

SaTOEgnra,  del  Pallattoiacit  éà  Ifvfr 

HMgo;  confini. 
9  9      colto  3.  libri  e  di8^  di  fortonfe mm^Ommà 

faitomo  le  medésime. 
9  LXSIXy  colto  1.  Altre  materie  notabilL 

«  9     <H^  3.  Oomnnìcaiioni  deirSceclM» 

diX(ÌBlie). 
9  LYH,  colto^  1.  Inghilterra,  Signori  Stati, 

V  Ionia,  niMcarii  éA  diflpae^ 

»  9      colto  2*  Francia,  Spagna,  UL  .«- 

9  9      colto  S.  Sisf^a,  Qermania  id. 

n  9      odte  4  ScDito  deliboraatoni  secreto  raMohe  gii' 

nerali. 
)7  XXXX,  colto  3.  Costantinopoli  dispacci,  rubriche. 

„  XLVni,  colto  3.  Roma,  id.  rubriche. 

ff  LVni,  colto  3.  Armata,  rubrìcarli  dei  capitani  gene- 

rali, id.  dei  provveditori   generali  ei 

altri  capi  da  mar. 
,)  „      colto  4.  Candia,  rubriche  di  lettore  dei  {Hrcrre- 

ditori  generali. 
f9  ji       colto  3.  Dalmazia,  rubriche  di  lettere  dei  prò?- 

yeditorì  generali. 
„  yf        colto  4.  Tre   isole,  rubriche  dei  provveditori 

generali  ed  inquisitori. 
y,  n        colto  4.  Terraferma,  rubriche  dei   provveditori 

generali,    inquisitori    ed   altri   pubblici 

rappresentanti. 
„  LXXIV,  colto  3.  Paci,  (trattati). 

n  LXXV,  Luoco  et  armario   delPEcc.   Signor   Cancellier 

grande,  appresso  il  quale  si   ritrovano 

le  materie  spettanti  alla  sua  carica. 


DOCUMENTO  citato  a  pan.  4o.  mia.  i. 


Norme  per  l'esame  e  per  lo  studio  dei  documenti  custoditi 
nella  Cancelleria  Secreta  della  Republica  Veneta. 

/7/6'  —  20  w/osk)  in  Cons.  X  fSec.retiJ. 

Ha  in  ogni  tempo  la  maturità  di  questo  Consiglio  avuta  parti- 
eolar  attenzione  alla  Cancelleria  Secreta  nella  quale  si  conservano 
le  lettere,  Bcritture  e  registri,  che  contengono  le  cose  della  maggior 
gelosia  ed  importanza,  provedendo  con  pronte  e  salutari  ordina- 
zioni, rinovando  queste,  e  aggiungendone  di  nuove  a  misura  che  Bon 
nati  li  disordini,  o  che  di  esse  si  è  veduto  trascurarsi  l'essecuzìone. 
Osservandosi  però,  non  senza  il  sentimento  che  si  conviene  alla  gra- 
vità dt:lla  materia,  ricadute  presentemente  le  cose  nell'  abuso  altre 
volte  corretto,  e  dovendosi  accorrere  prontamente  al  riparo,  rinfor- 
zando li  decreti  preBÌ  con  quelle  maggiori  cautelle  ohe  valer  possano 
ad  assicurare  quell'esatta  regolazione  b)  necesBarìa: 

L'anderà  parte,  che  ravvivandosi  tutte  le  leggi  in  tal  materia 
disponiti,  e  alla  presento  non  repngnanti,  per  vigore  de  quali  è  già 
permesso  in  detta  Secreta  l'ingresso  a  quelli  soli  che  lo  hanno  in  He- 
nato,  et  a  Consultori,  e  vietato  a  qualunque  altro,  come  effettiva- 
mente si  osserva,  sia  fermamente  stabilito,  che  tutti  li  armari  di 
ì.  Secreta  debbano  star  sempre  chiusi,  e  le  chiavi  loro  sem]ire 
appresso  li  Segretari  deputati  alla  ena  custodia,  cnsichè  chiunque  vi 
lia  r  ingresso,  come  sopra,  niuno  eccettuato,  et  avesse  bisogno  di  al- 
cuna filza,  registro  o  altro,  senza  poner  caso  la  mano  in  detti  armari, 
debba  ricercare  alli  Segretari  deputati  quanto  gì'  occorresse  e  questi 
debbano  nel  medesimo  tempo  far  nota  in  un  libro  a  ciò  destinato, 
non  solo  dol  nome  della  persona,  ma  anco  ra  della  precisa  filza,  re- 
gistro, o  altro,  niuua  cosa  eccettuata,  che  consegnassero  et  essere 
attenti  alla  restituzione,  come  pure  impedire,  che  da  alcuno  sia  che 
si  voglia,  non  siano  estratte  copie,  o  note  imagtnabili  con  inchiosiro 
0  lapis*  o  in  qualunque  escogitato  modo,  come  più  volte  è  stato  de- 
cretato, e  ciò  sotto  tutte  pene  statuite  a"  trasgressori  in  materia  di 
Stato,  restando  gli  Inquisitori  strettamente  incaricati  ad  invigilare 
all'  esecuzione. 


—  454  — 

Sia  per  vigore  del  presente  a'  Segretarii  ingionto  V  oUigo  di  po- 
tare ogni  primo  giorno  di  mese  il  libro  predetto  al  loro  Trìbunile 
perle  necessarie  osservazioni,  e  sia  in  arbitrio  di  esai  Inquisitori  i 
farselo  presentare  qualunque  volta  a  loro  parerà,  al  che  anzi  ne  re- 
stino vivamente  eccitati,  onde  dalla  frequenza  deirosservazioni,  ricen 
ogn'  uno  più  pressanti  gP  impulsi  all'uso  della  dovuta  pontualità. 

E  perchè  le  filze  correnti,  sempre  alla  mano  de  Segretain  U 
Senato,  e  de  Savij  ancora  non  possono  tenersi  ohiose  nelli  armiri, 
et  il  luogo  ove  ora  si  tengono  è  fuori  dell'osservazione  de'  enstodi, 
sia  per  esse  destinato  il  banco  in  faccia  alla  porta  sopra  coi  scri- 
vono li  Segretarii  deputati,  così  che  ninno  possa  toccarle  senza  estm 
da  loro  veduto,  et  annotato. 

Mentre  poi  ben  si  comprende,  che  la  situazione  dì  esso  bimo 
per  altro  necessaria  dirimpetto  a  detta  porta  impedisce  alToedik» 
del  Segretario  la  scoperta  di  tutta  la  Secreta,  deverà  un  di  l(ffo 
sedere  nella  parte  più  interna  di  essa  in  vicinanza  delli  armari  di 
Roma.  Per  quest'  importante  motivo,  e  per  quello  della  nuova  Sfr* 
creta,  ultimamente  fabricata,  come  pure  a  riguardo  di  vedeni  di 
qualche  tempo  cresciuto  il  concorso  de  soggetti  ohe  cercano  d^erodinii 
scorgendosi  insufficiente  il  numero  di  due  Segretarii  deputati,  li  qui 
non  possono  esser  sempre  assidui  egualmente  con  la  persona,  o  per 
il  difetto  dell'età,  o  di  qualche  indisposizione,  è  necessario  piofe- 
dervi  in  modo  che  sussistano  sempre  in  eguale  osservanza  le  dispo- 
sizioni estese  nel  presente  decreto,  e  non  abbi  a  diminuirsi  la  vigi- 
lante custodia  eh'  è  desiderabile,  però: 

Sia  ricercata  la  prudenza  della  Signoria  Nostra  a  de  venire  all'ele- 
zione d'un  altro  Segretario  deputato  alla  Secreta,  sicché  in  avvenire 
siano  tre,  e  questo  pure  con  tutti  gli  obblighi,  et  assegnamento  che 
viene  agli  altri  corrisposto.  Uno  dei  tre  Segretarii  suddetti  dovere 
esser  destinato  alla  Rubrica  generale,  opera  sommamente  necessaria, 
e  da  qualche  tempo  in  difetto,  e  che  dal  Segretario  medesimo,  doo 
distratto  da  altre  occupazioni  et  obbligato  a  fermarsi  nella  Secreta, 
potrà  colla  diligenza  dovuta  restar  perfezionata,  anzi  che  quella  for- 
mata nel  secolo  presente,  non  potendo  veramente  dirsi  generale  per 
essere  mancante  di  tutte  le  gravi  et  importanti  deliberazioni  conte- 
nute nella  Filza  militare  (.s/f)di  Terra  Ferma,  sarà  parte  del  Magnifici- 
Cancellier  grande  il  far  rimediare  a  .sì  rimarcabile  difetto  per  il  pas- 
sato, e  per  Tavvenire,  restando  egli  parimenti  incaricato,  tanto  in 
questa  parte,  quanto  in  qui  Ila  degli  Annali,  a  non  rilasciare  le  fedi  por 
il  lieve  de  soliti  mandati  a  chi  avesse  operato,  se  prima  non  jittì 
fatto  un  diligente  esame  delle  opere  fatte,  e  se  non  le  avrà  trovate 


nella  dovuta  perfezione  anco  a  tenore  del  presente  decreto  del  quale 
sia  commessa  l'eRsecuzione  egualmente  al  Sopraintendente  alla  Se* 
creta  per  quanto  al  raedeaimo  incombe  anco  in  tate  propoeito.  Qua- 
lunque volta  giungano  lettere  in  cifra,  non  possa  di  queste  farai  da 
Deputati  alla  cifra  stessa  la  traduzione  in  qualunque  altro  luogo, 
fuorcbò  nella  soia  Secreta,  né  posaa  durante  la  traduzione  medeBÌma 
entrarvi  chi  si  sia  fuorché  quelli  del  Collegio,  il  Sopraintendente 
suddetto,  e  li  Segretarii,  non  dovendo  11  cifristi  por  mano  al  lavoro,  se 
non  Bara  uscito  chiunque  altro  vi  fosse. 

Le  lettere  pubbliche,  siano  in  cifra,  o  senza,  non  possano  da 
eegretarii  essere  date  da  leggere  ad  alcuno,  né  portate  fuori  di 
Collegio,  se  non  dopo  che  sarauno  titate  lette  al  Senato,  et  allora 
solamente,  e  quando  sia  consumata  la  materia  ne  faran  la  conse- 
gna a  quelli  Deputati  alla  Secreta,  e  non  possano  né  meno  esser 
date  da  leggere  a  parte  ad  alcuno,  oè  anco  dello  stesso  Collegio, 
ee  prima  nou  saranno  state  lette  nel  Collegio  medesimo,  overo  alla 
S.  N.,  o  alla  Consulta  de  Savi,  come  in  molt' altre  deliberazioni, 
ma  particolarmente  in  quella  dei  23  marzo  1 7  II ,  è  statuito,  la  quale 
rimaner  debba  in  questa  et  in  ogn'  altra  parte  nel  suo  intiero  vigore. 

Fuori  del  Collegio  e  della  Secreta  respettive  non  possano  da  segre- 
tarii,  né  da  chiunque  esser  si  voglia,  sia  nel  corpo  del  Collegio  stesso, 
0  del  Senato,  essere  in  modo  alcuno  portate  lettere  inserte,  o  altre 
carte  secrete,  sotto  tutte  le  pene,  a  chiunque  lon  tra  venisse,  ohe  sono 
statuite  contro  propalatori  del  secreto,  e  contro  rei  in  materia  di 
Stato. 

Egualmente  necessario  poi  essendo  il  regolare  la  libertà  con 
ohe  talvolta  viene  ecceduto  dagl'  eletti  nell'  ambasciate,  o  altri  mi- 
nisteri, nel  far  estrarre  quantità  grande  di  copie  dalla  Secreta,  pir  la 
restituzione  delle  quali  non  si  vede  esscquìto  il  decreto  24  aprile  ItKK)  ; 

Sia  in  avvenire  prohibito  a  chi  si  sia  il  far  tali  copie  eccettuato  il 
segretario,  che  sarà  eletto  con  quell'ambasciatore  o  altro  rappresen- 
tante, che  dal  Senato  colle  forme  solite  ne  avesse  la  permissioae. 
Debbano  però  li  segretari!  deputati  alla  Secreta  tenere  altro  libro 
parte,  e  notare  in  esso  all'occasioni  tutte  le  copie,  che  della  na- 
tura suddetta  veniranno  de  caetero  estratte,  dando  debito  in  esso 
libro  di  restituzione  a  quel  segretario  che  le  avrà  estratto,  il  quale 
al  ritorno  sia  tenuto  restituirle,  e  ritrarne  la  ricevuta  dai  deputato. 

Obligo  del  segretario  medesimo  sia  in  oltre  in  avvenire  l'an- 
dar nel  corso  del  suo  impiego  fmendo  la  rubrica  di  tutti  li  dispacci, 
che  anderà  scrivendo  al  Senato  l'ambasciatore,  o  altro  rappresen- 
tante presso  al  quale  servisse,  per  consegnar  questa  pure  in  Secreta 


-  456  - 

ni  Buo  ritorno,  senza  la  fede  delln.  quale  consegna,  tanto  d«IU  n- 
brìca,  quanto  delle  copie,  non  possano  essere  al  Begretarìo  prodotte 
proposto  parti  per  alcuna  delle  provrisioni  solite  darsi  a  ehi  rìtont 
dagl'impieghi  di  fuori,  nò  possa  il  magnifioo  Cancellier  Orando  ni»- 
sciare  a  tate  oggetto  le  necessarie  informazioni,  né  laaciarli  poi  bil- 
lottare  ai  gradi  ai  quali  aspirassero. 

'  (Essendo  poi  nelle  prime  istituzioni  dei  quattro  deputati  aUe  bdiÌ»- 
rie  eecrete,  e  particolarmente  nel  1636  e  1639  stato  decretato  da  qt» 
sto  Consiglio,  che  per  aoruttinio  di  esso  fossero  a  tale  incombeon 
eletti  quattro  degli  ordinari!  della  Cancelleria  Bucai  per  anni  ìm, 
il  che  non  viene  presentemente  osservato,  non  facendosi  nuova  tW 
zione,  se  non  quando  nasce  la  vacanza  per  la  mancanza  d'alcnoo 
degl'  attualij 

Sia  preso  che  il  primo  giorno  che  si  ridurrà  questo  Conu^ 
sia  per  scruttinio  di  esso  fatta  elezione  di  quattro  deputati  oofl» 
sopra,  previa  la  lettura  della  nota  dei  Nodari  ordìnarii,  che  du 
eooo  impiegati  nei  scrvigii  di  fuori,  dai  quali  soli  ordinari]  debbi» 
esser  trascielti,  o  così  di  due  in  due  anni  in  avvenire,  escluù  sem- 
pre lì  Kodari  al  Criminal  all'Ofticio  de  capi,  che  non  devono  p<f 
qualunque  causa  esser  distratti  da  tale  impiego,  che  richiede  tuia 
la  personale  giornaliera  assistenza.  Possano  per  altro  esser  prOTaì 
anco  quelli  che  avessero  altre  volte  servito  in  detto  carico,  «con- 
tata che  abbìan  la  contumacia  di  anni  due,  e  quelli  che  di  tempt 
in  tempo  saranno  eletti  debbano  il  giorno  dopo  la  loro  eleti«M 
prestare  at  Tribunale  de  capi  il  giuramento  dai  soprnnominati  de- 
creti prescritto). 

11  presente  sia  registrato  nella  Secreta,  e  fattone  un  summario 
di  tutto  ciò  che  la  riguarda,  sia  in  caratteri  cospicui  esposto  in  mm 
in  sito  visibile  air  occhio  di  chiunque  v'  entra,  come  pure  nella  patte 
che  concerne  il  Collegio  sia  affisso  all'armare  dello  lettere,  aedo 
debba  essere  da  ogn'  uno  essequito. 

Sia  pur  dato  intierament«  in  copia  al  Sopraintendente  alli 
Secreta,  et  al  Magnìfico  Canceilier  grande,  li  quali  sian  vivamente 
eccitati  ad  accudire  perchè  siano  perfezionati  li  registri  che  mancu- 
sero,  dovendo  esso  Canceilier  Grande  riferire  a  questo  Consiglio  nei- 
l'annuali  ballottazioni  degli  ordinarii,  li  difetti  eh'  in  questa  parte  >i 
fossero  nell'  adempimento  di  tale  incombenza. 

Sopra  tutto  ne  sia  raccomandata  l'essecuzione  agli  Inquisitori  di 
Stato,  li  quali  sian  strettamente  obligati  in  tale  importantissima  m»- 


settcmbre,  C 


La  [larte  eoiujiresa  tra    le   parentesi,  fu    sospesa   con   decreto   1717  ^ 
yhPB    e.    \ 


terìa  andare  estondendn  di  tempo  in  tempo  lo  più  diligenti  inquisizioni, 
loprendo  reità,  o  trasgressioni  in  qualunque  ordine  di  pereoue, 
portare  sollecitamente  le  relazioni  a  questo  Consiglio  per  gli  effetti 
della  più  rigorosa,  esemplare  giustizia. 

1719,  28  aprile  in  Consigìio  di  Dicci. 

La  prudenza  dì  questo  Consiglio  ha  prestata  ia  ogni  tempo  una 
particolare  attenzione  alla  Cancellerìa  Secreta  per  la  grave  qualità, 
et  importanza  delle  materie  che  in  essa  vengono  riposte.  A  misura 
anche  del  bisogno  sono  pure  etate  prescritte  quelle  ordinezìODÌ  che 
furono  credute  più  conferenti  et  adattate  alti  riguardi  del  pubblico  ser- 
vitÌo,alla  cautela,  et  alla  gelosa  osservanza  del  segreto  per  tutti  quelli 
che  sono  capaci  dell'  ingresso  nella  medesima. 

Fra  questi, ritrovandosi  abilitati  per  l'esercizio  della  loro  carica 
lì  Consultori  in  jure,  conviene  parimenti  per  essi  stabilirsi  quello 
81  reputa  più  proprio,  o  che  può  rendersi  uniforme  alla  mente  publica, 
aenza  che  sia  loro  difficoltato  il  modo  di  supplire  colla  propria  virtù 
alle  particolari  incombenze,  che  di  tempo  in  tempo  vengono  loro 
ingionfe;  però  l'anderà  parte,  che  salve,  e  riservate  tutte  le  leggi 
questa  materia  disponenti,  et  alla  presente  non  repuguanti,  e  parti- 
colarmente quella  di  26  agosto  1716,  sia  à  consultori  in  jure  prohibito 
di  poter  leggere,  o  far  alcuna  osservazione  sopra  registri,  lettere,  e 
filze,  che  in  detta  Cancelleria  Secreta  vengono  riposte,  e  quando  na- 
scesse qualche  necessità  di  vederne,  non  possano,  né  debbano  Farlo  se 
non  colla  ricerca  ad  uno  dei  Segretarii  Deputati,  li  quali  habbino 
l'obligo  di  far  nota  sopra  il  libro,  già  a  tal  effetto  ìnstituito  col  bo> 
pr'  accennato  decreto,  della  filza,  lettera  o  registro  che  fosse  stato  ri- 
cercato, e  nel  modo  stesso  che  si  pratica  colli  nobili  nostri  ohe  vi 
hanno  l' ingresso. 

Anche  del  presente  decreto,  ne  aia  raccomandata  1'  esecuzione 
agi'  Inquisitori  di  Stato,  e  ne  sia  data  copia  alli  aegretariì  Deputati 
perchè  sia  esaequito  e  fatto  il  registro  sopra  il  detto  libro. 

(Tratta  dal  "  registro  de  soggetti  à  quali  si  somministrano  fiht 
o  altre  pubbliche  carte  da  leggere  „  custodito  nelV  Archivio  del  Con- 
siglio dei  Dieci), 


^  468  - 


V. 


DOCUMENTO  citato  apag.  57  nota  1. 

Spiegazione  del  titolo  di  alcune  serie  dell'  archlTÌo  dd 
Consiglio  dei  Dieci  e  dei  Capi  di  esso  ^ 


MisH  -—  Partì  ìd  materia  civile,  criminale,  e  politioa  (re^stri  e  fibe.) 

Criminali  •—  Partì  relatìve  a  crimini,  (filze  e  registri). 

Comuni  —  Decretì  in  materia  civile,  e  criminale  di  massima,  (fibs 
e  registri). 

Secreti  —  Materie  politiche  importanti  (filze  e  registri). 

Lettere  —  Commissioni,  mandati,  ed  altri  ordini  del  Tribunale  dà 
Capi:  Lettere  (con  questo  solo  titolo)  lettere  criminali^  U- 
tere  secrete^  lettere  sottoscritte  o  filze  fanti  contenenti  afin 
civili  contenziosi 

Notatone  —  Ordini  dei  Capi,  intromissioni,  appellazioni,  oostìtnii 
annotati  da  privati,  fedi  di  ministri,  polizze  (f.  e  r.). 

Proclami  —  Sentenze  criminali  emanate  dal  Consiglio  dei  X  (filie). 

Rettori  —  Sentenze  dei  rettori  sui  processi  loro  delegati  coU'  auto- 
rità del  C.  X.  —  Note  dei  processi  consumati,  o  rimasti  ioe- 
spediti  al  termine  della  carica  (filze). 

Bolla  Clementina  —  Parti  dei  Capi  e  del  Cons.  X  in  materia  di  di- 
sciplina ecclesiastica. 

Diarii  —  Note  giornaliere  di  partì  del  C.  X;  e  in  altra  serie,  dei 
Capi. 

Mazzetti — Del  Tribunale  dei  Capi.  JkfcmoWe  delle  decisioni  verbali 
dei  Capi  del  C.  X,  estese  a  tergo  dei  memoriali,  dai  Segre- 
tari (filze). 

Cariche  —  Note  delle  votazioni  dei  magistrati  eletti  dal  C.  X  (filz«). 

Offizii  —  (libri  degli).  Note  degli  eletti  alle  cariche  suddette. 

Lettere  —  alle  quali  non  si  ri  sponde  (poste  a  parte).  —  Lettere  dei 
rappresentanti  ed  altre  alle  quali  non  si  dà  riscontro  (filze). 


o   u 


'  Per  maggiori  cognizioni  si  può  vedere  il  «  Catalogo  uiss.  raprionato 
tutti  i  registri,  filze,  e  carte  che  si  trovano  nelT  Archivio  dell' Ecct-lso  (  ol- 
siglio  dei  Dieci,  1786,  con  l' aggiunta  di  quanto  si  andava  in  seg-uito  t\\\>- 
nendo  in  esso  sino  a  maggio  1797  «  nel  quale  sono  indicati  anche  alcuni  de- 
aumenti  più  importanti,  e  i  rticu>  che  si  trovano  nelle  serie. 


Co/i'  contrada  —  Rìferte  giornalier*^  in  materia  dì  polizia  (filze). 

ì^'edi  di  pioFani  —  Attestati  dei  parrochi  aull'  esattezza  del  servìgio 
dei  sacerdoti  dipendenti  da  essi  (filze). 

Titoli  di  Chiesa  —  Fedi  del  Conaervatore  della  bolla  Clementina 
sulla  promozione  ai  posti  capitolari  nelle  parrocchie,  Eecondo 
le  leggi  canoniche  e  civili  (filze). 

Chierici  —  Memoriali  dei   parroohi   per    la   Bostituzione   di   nuovi 

ohierici  nel  caso  di  vacanze  (filze). 
~     a  '  ~  P*'*!  d^l  ConB.  dei  X,  in  queste  materie. 

Processi  delegati  ai  Rettori  —  EBeguiti  dai  rettori  col  rito  del  Con- 
siglio d<!Ì  Dieci. 

Processi  —  dei  Capi  del  C.  X. 

Bicordi  e  denunzie  —  proposti.'  economiche  e  scientifiche  al  Gover- 
no; denuncie  di  abusi,  di  pericoli  finanziari,  e  della  sicurezza 
pubblica. 

Consulti  e  memorie  sui  divorsii. 

Giudizii  dei  Capi  del  Consiglio  dei  X. 

Costituti  . 


Stanno  ora  in  principio  dell'Archivio,  e  sono  capitolari,  rubri- 
die  di  leggi,  ed  altri  volumi  d' istruzioni  del  Consiglio  dei  X,  e  dei 
Capi  di  esso. 


VI. 
DOCUMENTO  citalo  apat^.  S3  mia  I. 

Asporti  dagli  Archivii  veneti  antichi. 


Sebbene  sia  stato  più  volte  (veggaeì  per  esempio.  "  Le  resti- 
tuzioni scientifiche  ed  artistiche  fatte  dal  Governo  Austriaco  nel  1868  „ 
Venezia,  Cecchini  1870,  memoria  letta  all'Ateneo  Veneto  nelTadu- 
oanza  del  1.  aprile  1869)  indicata  la  serie  delle  asportazioni  ese- 
gnite  negli  Archivii  veneti  dai  commissari!  doUa  Republica  Frao- 
oeee  e  dagli  agenti  del  OoTemo  Anstrìac»,  tuttavia  non  ci  pare 
inutile  di  (jnì  riepilogarle,  e  di  aggiungervi  qualche  documento. 


-  460  — 

La  storia  adunque  di  quelle  asportazioni  è  questa: 

I.  1797.  La  Municipalità  provvisoria  di  Venezia   distrugge  nwk 

carte  degli  Inquisitori  di  Stato,  del  Consiglio  dei  Dieci,  el 
altre  dell' aristocratica  tirannide. 

II.  1797  13  maggio  —  1798,  17  gennajo. 

Bassal,  commissario  francese  a  tutte  le  carte  della  Bepok- 
blìca,  per  incarico  del  generale  Serrurier,  estrae  dagli  Ardiin 
veneti  molti  documenti.  (Yeggasi  la  relazione  di  GKoyuó 
Dolfin,  1798,  21  gennaro,  pubblicata  negli  Atti  dell' Ateoeo 
Veneto  delF  anno  1866  :  ^  Una  vbita  agli  archivii  della  Repub- 
blica di  Venezia  „  e  Bomanin  :  ^  Storia  documentata  H  Te- 
nezia  „  IX,  114,  520;  X,  220. 

—  Un  Brunetti  (che  francesò  il  suo  cognome  in  quello  di 
Brunet),  e  un  Pavan^  negli  ultimi  giorni  del  GoYemo  deei»- 
cratico  di  Venezia,  guidati  dal  co.  cav.  Luigi  Giuseppe  Boia 
che  fu  poi  prefetto  generale  degli  '  archivi!  sotto  il  Beg» 
d'Italia,  raccolsero  nei  conventi  molti  libri  a  penna  e  a  stampi 

—  Parecchie  scritture  fece  asportare  lo  stesso  Bossi  dagi 
Archivi],  sotto  pretesto  di  toglier  motivo  a  vendette  priTsl? 
(Vedi  Governo  Austriaco,  Presidio  III  Vii   del  1816). 

—  Dopo  i  preliminari  di  Leoben  (1797, 12  maggio)  e  il  trat- 
tato di  Gampoformio  (17  ottobre  successivo),  Venezia  pu» 
sotto  il  dominio  dell'Austria. 

III.  1798, 17  dicembre.  Alessandro  de  Traux,  capitano   degli  in|^ 

gneri  di  S.  M.  Austriaca,  d'  ordine  del  principe  di  Grange, 
comandante  generale  in  capo  dell'  armata  austriaca  in  Italia. 
asporta  dair  archivio  dei  provveditori  e  soprintendenti  alla  Ca- 
meradei  Confini  molti  disegni  e  piani  dì  fortezze  (Magistrato  Ca- 
merale, busta  1.  18  ottobre  1798  —  21  febbr.  1799,  fascic.  4S). 

IV.  1804,  nov.—  1805,  1.  maggio.  —  Francesco    Sebastiano  Gassler. 

archivista  aulico,  estrae  molti  documenti  dagli  Archi  vii  veneri, 
che  invia  in  44  casse  a  Vienna. 

L'Austria^  nel  1807,  ne  restituisce  all' Ambasciata  francese 
in  Vienna  45,  e  vengono  spedite  a  Venezia. 

Restano  colà  circa  5000  fra  volumi  e  filze  di  scritture  di 
materia  diplomatica  ed  amministrativa. 

V.  1804.  11  Capitanato  eli  Verona  manda  al  Commissario    pleiiij"" 

tenziario  co.  di  Bissingen,  alcune  mappe  e  parecchi  i!«"U- 
menti  relativi  ai  confini  dello  Stato  veneto  col  Tirolo. 

VI.  1830.  La  I  R.  Direzione  dell' Archivio  Generale  di  Venezia  i^ix"- 

disce  alla  I.  R.  Biblioteca  di  Cort(^  e  Stato  in  Vienna,  aleuD: 
autografi  d'illustri  veneziani. 


1836,  iaS7,  IS42.  Dalla  Direzione  della  Biblioteca  di  Brera  in 
Milano  Sì  spediscono  a  quella  di  Corto  e  Stato  in  Vienna 
molti  codici  a  penna  spettanti  agli  Archivii  veneti,  colà  man- 
dati dai  Commiasarii  francesi  nel  1 797. 
Vili,  186(i.  Il  dottor  Beda  Diidick  asporta  dall'Archivio  Generale  di 
Venezia  e  dalla  Biblioteca  Marciana  pifl  ohe  1300  tra  filze  e 
volumi. 

L'Imperatore  d'Austria  FranceBOO  I,  con  risoluzione  del  15  feb. 
1816,   decretava    la  reatìtazione  a  Venezia   delle  carte  esistenti  a 

UÌISDO. 

Fu  incaricato  di  ricuperarle  il  conte  Giuseppe  Oiacomazzi.  Egli 
non  potè  però  riavere  molti  documenti  diplomatici  od  amministra- 
fivi  che  l'Imperatore  Francesco  I  aveva  ilicliiarato  che  formavano 
parte  delia  Collezione  Fo^carini  da  lui  acquistata. 

Quellu  carte,  trasferite  nella  Biblioteca  di  Brera,  vennero  poi 
Spedito  a  Vienna  negli  anni  1836,  1837  o  1842. 

Erano  veramente  di  provenienza  dell'  asporto  eseguito  dai  fran- 
cesi nel  1797  '.  Infatti  i  codici  che  Ìl  Governo  Austriaco  aveva 
ricevuto  nel  1799,  in  compenso  del  debito  complessivo  di  lice  ve- 
nete 10,880  montare  di  tasse  ed  altro  gravezze  delle  quali  erano 
debitrici  alcune  ditte  rappresentato  dagli  eredi  di  Marco  Foscarini  '■', 
furono  nel  1800  inviati  a  Vienna,  e  ne  rilasciava  atto  di  ricevi- 
mento il  barone  di  Thugut  addi  2  aprile   1800. 

Non  potevano  quindi  essere  gli  stessi  che  il  Governo  Austriaco 
Tolle  gli  fossero  spediti  dalla  Direziono  della  Biblioteca  di  Brera  negli 
anni  suddetti  'K 

A  far  poi  conoscere  in  qual  modo  furono  eseguite  le  asporta- 
cioai  degli  agenti  francesi,  riferirò  la  descrizione  che  ne  fece  al  Go- 
Temo  Austriaco  nel  180a  l'archivista  Stefano  Andrea  Guerra  che 
ri  aveva  avuto  parte  assieme  a  Giovanni  Dol&i. 

Rimasero  nel  K.  Archivio  di  Finanie  ed  Uniti  in  Milano  alcuni  regi- 
stri di  cassa  dei  Provveditori  e  depositario  al  Bancogiro,  e  dell'archivio 
di  Zecca,  spediti  nel  1808  da  Veneiia  alla  Commisaione  per  la  liquidacione 
del  debito  iiubblico  io  Milano,  dovu  si  custodiscono  per  motlTÌ  di  amministra- 
■loca. 

Giacomo  e   Nicolò    fratelli    q.  Alvise,   zìi,   e   Gl&como   q. 
eav.  nipote. 

,*  VegrganBl  ^H  Btti  del  Governo  Aoatriaoo  1800,  busta  0,  N,  5 
SfiSS:    b.  79,  N.  6938:  —  del  Magistrato  CainerBle,  1149,  busta  Con  Ubi  11  là 
N.  9999:  e  del  Governo  ■uddettu.  1840-1844  Auoic    XXIll  'l,-,- 


:  b.  66. 


-  4«2  - 

^  Regio  Consiglio  di  Governo. 

Chiamato  V  archivista  Stefano  Andrea  Guerra  a  dar  conto  deb 
ricevute,  ossia  certificati^  che  furono  rilasciati  dal  oommissario  fast 
cesa  Bassal  al  momento  che  fu  a  visitare  tutti  gli  Archivii  deli 
Bepublica,in  unione  ai  Commissari  eletti  dalla  cosi  detta  Hiu»- 
palità,  8Ì  trova  in  necessità  di  dichiarare  come  ha  procedalo  ii 
allora  T  affare.  Si  son  chiamati  tutti  gli  archivisti  dal  Baddettoeoih 
missario  francese,  e  si  è  fatto  deporre  da  essi  medesimi  il  coote- 
nuto  del  loro  Archivio,  onde  rilevare  se  in  esso  yi  fossero  cose  £ 
politico  argomento,  oppure  documenti  relativi  a  quella  parte  di  Stato 
Veneto  che,  dietro  il  trattato  di  Campo  Formio,  doveva  rimaner  sog- 
getta ad  altro  dominio. 

Dietro  un  tal  esame  il  giorno  16  dicembre  1797  fu  ordinatili 
consegna  di  quegli  Archivii,  dove  se  ne  trovarono,  e  fa  rilascialo 
ai  rispettivi  archivisti  il  relativo  atto  cauzionale  di  ricevuta,  come 
pure  sotto  allo  stesso  giorno  anche  in  quegli  Archivii  dove  niente 
fu  tolto  si  rilasciò  un  certificato  di  averlo  lasciato  intero,  e  nel  suo 
primiero  stato.  Di  tutti  questi  certificati,  tre  esemplari  si  fecero,  al- 
l'oggetto  che  uno  rimanesse  presso  il  commissario  francese,  F altro 
appresso  i  commissari  veneti,  ed  il  terzo  finalmente  nelle  mani  del 
custode  deir  archivio,  cui  apparteneva.  Rimasta  adunque  la  raccolta 
di  questi,  cioè  di  quelli  che  rimasero  presso  i  commissari  veneti, 
presso  il  deputato  agli  Archivi  d^  allora  sig.  conte  Giovanni  Bnjo- 
vich,  resta  ignoto  al  Guerra  se  questa  si  trovi  fra  le  carte  della 
Democrazia,  o  se  sia  stata  passata  al  successore  del  Bujovich  n.  u. 
ser  Francesco  Dona  presidente  della  cessata  Commissione  Came- 
rale, e  deputato  agli  Archivi.  Il  Guerra,  unitamente  al  suo  collega 
Zuanne  Dolfin  cessarono  dalle  respottive  incombenze  al  cessare  del- 
l'Aulico  Governo,  né  vi  furono  richiamati  che  nell'aprile  del  179S. 
Gli  archivii  però  che  soffrirono  lo  spoglio  maggiore  sono  quelli 
della  Cancelleria  Secreta^  donde  si  asportò  tutta  la  corrispondenza 
ossia  il  carteggio  coi  ministri  alle  Corti,  fin  dal  nascere  della  Re- 
pubblica (!?),  e  quello  degli  Inquii^itori  di  Stato,  dove  pure  fu  tolto  il 
carteggio  coi  ministri  esteri,  e  coi  rettori  interni  dello  Stato;  oltre 
un  numero  considerabile  di  manoscritti  di  letteratura  e  di  storia. 
Gli  altri  Archivi  dove  si  sono  tolti  i  documenti,  come  fu  detto  di 
sopra,  erano  relativi  alle  provincìe  venete  destinate  per  il  parteg- 
gio Cisalpino,  e  sono  quelli  del  Maghtrato  alle  Ac(juv^  dell'  Advj*^ 
dei  Confini^  dei  De/mtafi  ed  Aygiuìiti  alla  prorrision  clt^/  dinaro,  »' 


-  469  - 

dei  Feudi]  i  certificati  relativi  giacciono  in  mano  dei  rispettivi  ar- 
ohivisti.  Ecco  perchè  non  può  il  Querra  dar  conto  di  quello  che  ri- 
goarda  all'archivio  degli  Inquisitori  di  Stato,  poiché  fu  esso  rila- 
sciato air  ora  q.  Signor  Gasparo  Sederini  ch'era  il  segretario  di 
quel  Tribunale  al  cader  della  Republica  .... 

26  Ottobre  1803. 


STEFANO  ANDBEA  GUERRA 
£.  Archivista.  ^ 


VII. 


BIBLIOGRAFIA 


SO 


BIBLIOGRAFIA  DEGLI  AROHIVII 

DELL'  EX  STATO  VENETO. 


[«ddler   dott.    Pietro.    —    U  archivio   di   Capodistrta.    (Qiornale 
l' hlria,  Trieste  1852,  n.  38  e  39). 

Ivnwnò  prof.  -  Dell' archivio  di  Corfù  (Atti  dell'Istituto  Veneto, 

1868). 


atlvrl»  dott.  Andrea.  —  Dell'  archivio  civico  antico  dì  Padova, 
memoria  storica.  Padova,  tip.  del  Setniaario,  1855. 
Pensieri  intorno  ad  un  migliore  regolamento  degli  Archivi 
delle  Venete  Provincie.  (Rivista  dei  lavori  dAVl,  R.  Accademia 
di  Scienze  in  Padova  —3.  e  4.  trini.  18fi2-63).  Padova,  tip. 
Bandi,  1863. 

•elvatleo  Pietro.  —  Guida  di  Padova  (ivi  degli  archivi  unÌTersitario 
e  municipale,  a  pag.  370  e  397).  Padova,  Sacchetto,  1869. 

CMcelanlsa  A.  —  Due  documenti  tratti    dall'Archivio  del  civico 
ospitale  di  Treviso  (ivi  di  quell'Archivio.  ^^atfcoZ/o  Veneta, 
t.  I,  disp.  Ili,  pag.  57;  Venezia,  Actoneili,  1867). 
■ella  dott.  Pietro.  —  Dell'archivio   notarile  di  Treviso.  (iiHi 
dell'Istituto  Veneto;  Venezia,  Antonelli,  1869). 

XTdJLue  e  xr<x-l-ull. 

pi  dott.  Yiocenzo.  Notizie  sopra  alcuni  manoecritti  dì  cose 
veneziane  che  trovansi  nella  Biblioteca  arcivescovile  di  Udine. 
{Raccolta  Veneta^  1. 1,  dìsp.  Ili,  p.  81,  Venezia,  Antonelli,  1867). 

■•ni  BonaMbna  Qiuseppe.  —  Notizie  dell'archivio  privato  del 
comm.  Lodovico  della  Torre  Valsassina,  ia  Friuli.  {Archivio 
storico  italiano,  t.  XI,  p.  II,  disp.  2,  pag.  260). 


-  468   - 


»9S±4 


Asporti  di  documenti  e  di  oggetti  d'arte^  eseguiti  dag^ii  agenti  del 
Qoverno  Austriaco  nelle  varie  epoohe  del  suo  dominio  in 
Italia;  relazione  della  Commissione  incaricata  di  verificarlL 
(  Gazzetta  di  Venezia  n.  37  e  45  del  1867,  255  del  24  settembre 
1868;  —  Journal  des  Débats^  27  genn.  1867). 

—  Spogliazioni  austriache  nella  città  di  Venezia  {Archivio  storico 
italiano^  t.  lY,  p.  n,  pag.  164  Firenze,  Cellini  1866). 

—  Sugli  asporti  di  codici  dalla  Marciana  (giorn.  //  RinnotameniOj 
Venezia,  1.  ott.  1868,  n.  271). 

Bartoll  pro£  Adolfo,  Follo  prof.  Rinaldo.  —  Archivio  Veneto  (or- 
gano del  B.  Archivio  Generale  di  Venezia,  della  Biblioteca 
Marciana  e  del  Civico  Museo  Correr).  Venezia,  tip.  del  Com- 
mercio di  Marco  Visentini,  1871,  1872,  volumi  due. 

Baschet  Armando.  —  Les  archives  de  la  Serenissime  Bépofaliqae 
de  Venise.  Parb,  Amiot  (Venezia,  Antonelli),  1857. 

—  Les  archives  de  Venise  dans  T  ancien  monastòre  de  Sania 
Maria  Gloriosa  dei  Frari  (  Parigi  Le  monde  illustre  29  ago- 
sto 1868,  n.  594). 

—  Les  archives  de  Venise ,  histoire  de  la  Chancellerie  Socra- 
te etc.  Paris,  Plon,  1870. 

Bernardi  ab.  Jacopo.  —  Del  Veneto  Archivio  e  di  alcuni  sum 
visitatori  (Il  Genio  letterario^  a.  I,  27  mag.  1858,  n.  13). 

Broirn  Rairdon  —  Calendar  of  state  papers  and  manuscripts, 
relating  to  cnglish  affairs  existing  in  the  archives  and  colle- 
ctions  of  Venice,  and  in  other  libraries  of  Northern  Italy 
(preface).  London,  1864,  voi.  1-4. 

—  L'Archivio  di  Venezia,  con  riguardo  speciale  alla  storia  in- 
glese, saggio  di  Rawdon  Brown,  con  una  nota  preliminare 
del  conte  Agostino  Sagredo  ;  prima  versione  italiana  di  V. 
Cérésole  e  R.  Fulin.  Venezia,  Antonelli,  1865. 

Cadorin  ab.  Giuseppe.  —  I  miei  studi  negli  Archivi.  (Esercitazioni 
delV Ateneo  Veneto,  voi.  V,  1846). 

—  Degli  Archivi  veneti  generali  ecc.  {Venezia  e  le  sue  lagune^  volu- 
me II,  parte  II;  appendice  pag.  3-74).  Venezia  Antonelli,  1847. 

Cantù  Cesure  —  Scorsa  di  un  lombardo  negli  Archivii  di  Venezia. 
Milano  e  Verona  —  Ci  velli,  1856. 

Cecchetti  Bartolomeo.  —  Dell'  Archivio  Notarile  di  Venezia  e  di 
alcuni  importanti  documenti  in  esso  custoditi  (Atti  delVl.  Il 
Istituto  Veneto,  voi.  Vili,  serie  III,  Venezia,  Antonelli,  1863). 


-  469  - 

—  Oli  Archivii  della  Republica  Veneta  e  it  Notarile;  sohema  dì 
un'opera.  Venezia,  tip.  del  Commemo,  1864. 

—  Gli  Archirii  della  Republica  dì  Venezia,  dal  Beo.  XIU  al  TTY. 
Venezia,  tip.  del  Commercio,  1865. 

—  Delia  dispersione  di  documenti  veneziani  e  di  alcuni  arcbivii 
del  Veneto  (Alti  deU'l.  R.  Istituto  Veneto,  voi.  XI,  serie  III). 
Venezia,  Antonelli,  1866. 

Ce«elietU  B.  e  Cregolln  Fpnnccaea  —  Prospetto  degli  Archi- 
vii  della  ex -Repubblica  Veneta  e  dei  Governi  succewai vi.  Vene- 
zia, Naratovich,  1866,  sediceBÌmo  e  foglio  massimo,  tre  prosp. 

—  Una  visita  agli  Archivii  della  Republica  di  Venezia.  (Alli  del- 
V Atento  Veneto,  serie  II,  voi  III,  punt.  UI.  1866;  V.  Quzzftta 
di  Venezia,  1867,  n.  3.). 

Ceechelll  Barlotomeo.  —  Del  metodo  e  dei  bisogni  degli  Archi- 
tìì  veneti  antichi.  (.4ff/  dell'  Ateneo  Veneto  Venezia,  tip.  del 
Commercio,  1867). 

—  Della  necessità  della  conservazione  degli  Archivii  notarili  d'  I- 
talia,  e  nuovi  documenti  scoperti  in  queilo  ai  Prari.  {Atti  del' 
l'Istituto  Veneto,  Venezia,  Antonelli,  1867). 

—  Delle  fonti  della  storia  veneziana  fino  al  aec.  XIII  (ivi  degli 
archivii  e  dei  regesti),  Venezia,  Naratovich.  1867. 

—  Sulla  restituzione  dei  documenti  e  degli  oggetti  d'arte  asportati 
dal  Governo  Austriaco,  nei  vari!  periodi  del  suo  dominio  in 
Italia.  {Arcliivio  storico  italiano  1868). 

—  Gli  archivii  comunali  del  Veneto  (Comuni  di  Asolo,  Belluno, 
Ceneda,  Chioggia,  Montagnaua,  Padova,  Rovigo,  Udine,  Ve- 
rona, Vicenza;  e  su  (juelli  di  Capodiatrìa,  Corffi,  Pinguente, 
Pisino,  Raspo  e  Zara.—  Alti  dell'  Istituto  Veneto  Venezia, 
Antonelli,  1868). 

—  Appendice  alla  memoria  :  '^  Gli  arcliivii  comunali  del  Veneto  „ 
Comuni  di  Forno  di  Canale,  Feltrp,  Mei,  Pieye  di  Cadore  e 
Vallada,  nella  prov.  Ai  SfWxmo.  {Atti dell'  Istituto  Veneto,\e- 
nezia,  Antonelli,  1868). 

—  Oli  studiosi  negli  Archivii  Veneti,  dal  1812  al  1868.  (Memoria 
letta  all'Ateneo  Veneto  nel   1868  inedita). 

—  Della  importanza  degli  Archivii  notarili  d'Italia,  e  prima  sta- 
tistica di  quelli  del  Veneto.  {Atti  dell'Istituto  Veneto  Venema, 
Antonelli,  1868). 

-  Appunti  per  )a  storia  degli  Archivi!  Voueli.  (Letti  nella  inaugu- 
razione delle  lezioni  di  paleografia  e  storia  veneta  nel  R.  Ar- 
chivio Generale  di  Venezia,  1868;  inediti.) 


—  Gli  Arohivii  Veneti,  oiJijt<Ìderay.iorii.  Venezia,  NoratoTÌch,  18raLfl 

—  Appunti  (li  storia  veneta.  (Meuiorta  letta  all'Ateneo  Veneto,! 
nel  1869;  nedìta). 

—  Delle  reetihizioni  ecientificho  ed  artipticho  fatte  dal  Governo  J 
Austriaco  nel  1868.  [Atti  dell' Ateneo  Veneto  1869). 

—  Delle  scritture  occulte  nella  diploraaiiia  Teneziana.  (Atti  dell'I- 
stituto Veneto,  Venezia,  Antonelli,  1869). 

—  Appunti  intorno  l'Arehivio  del  Municipio  di  Venezia;  msa  ' 
Cérèaole  VUtorlo.  —  La  vérité  sur  les  déprédations  autriohienncA  ' 

àVenisG,  troia  lettrea  alt.  ArniandBaachet,  deus  edit;  Veoisp,  1 
Antonelli,  1867. 

—  La  République  de  Venìae  et  Ics  Suisses;  premier  réleve  dea  ! 
principaux  manuscrits  inédits  de»  Arcliives  de  Veuine,  so  rap* , 
portant  à  la  Suisse.  Venise,  Antonelli,  1864. 

11  Comune  di  Venezia  negli  ultimi  otto  mesi  della  doniinazìonv  \ar  1 

etrìaca.  Venezia,  Viaentini,  1807. 
Dandolo  eonle  Clrolamo.  —  Il  benedettino  lifda  Dudik  alV  Ar>  ] 

eluvio  generale  di  Venezia,  Venezia,  .\ntonellÌ,  1866. 
Ponenrlnl  Hhfco.  ~  Dei   veneeiani  raccoglitori  dì  codici,  moti»'] 

grafìa.  Gattei,  1854. 
Cacfaord.  —  Li's  monuments  de  la  diplomatie  vénìtienne  coiuìdi^rà 

S0U8  le  point  de  vuc  de  l'histoìre  moderne  en  génóral   et  di' 

l'histoire  de  la  Belgique  en  pnrticulier.  il/e/rtor/e  dell' Accwlt- 

mia  Beale  del  Belgio  t.  XXVU,  p.  7  eco.  1^3). 
dar  TommaKo.  —  Elenco   dei  codici  politico-diplomatici   vene* 

zianì,  trasmessi  a  Vienna  dalla  Biblioteca  di  Brera  in  Milano, 

negli  anni  1836,  1837,  1842.  {Archivio  storico  italiaìw,  1.  serie 

Tol.  V.  Firenze,  Vieusseux,  184.3). 

—  Cenno  Dui  documenti  restituiti  doU'AusMa  ali'Archirio  Q«ae- 
rale  di  Venezia.  {Aiti  dell' IsUttito  Veneto,  t  XIV,  serie  m, 
disp.  I.pag.  190-197). 

Gli  ArahiTii  di  Venezia.  {L' Illustrazione  popolare  7  aprile  1872, 

n.  46,  tip.  TreveB,  Milano). 
Hardy  DalTaa-  Tbomaa.   —  Beport  to  the  right  honorable  tbe 

master  of  the  rolla  upon  the  documenta  in  the  archivea  end 

public  lìbraries  of  Venioe,  —  London,  Longmana,  etc.,  1866. 
Lattea  Molaè.  —  Cenni  sull' Archivio  della  Comunità  israelitica  in 

Venezia  (mss.  presso  B.  Cecchetti), 
lijnble'  prof.  Simeone.— -MonumentaspectantiahistoriamBlavonim 

meridionalium,  voi.  L  anno  960-1335.  Zagabria  1869.  (V.  la 

prefazione). 


LovlBnl  TotuniaMo.  —  L'Archìvio  dei  Frarì,  Tonte  ricchissima  di 
cose  Istriane  dait'800  al  1800.  (Giornale  la  Provincia,  Capodi- 
8tria,  16  giugno  lH72,n.  12). 

Ma*  •  lenirle  cher,  «te  Lttnla.  —  Rapport  sur  le  recueil  dcs  Ar- 
chives  de  Venise,  intitulé:  Libri  fiartontm  ou  Po'fi.  (Archivcs 
des  mit^ioDs  scientitiqiieB  et  littérairea  etc.  VI  e  TU  caliiers 
Parie;  impr.  nationale,  1851  ;  1852,  inipr.  impér.}. 

Mlpotlv  prof  Ani.  Stefbno  —  I  Oonimemoriali  dell'Archivio  Oe- 
noralo  di  Venezia,  g  aag^io  di  un  regesto  di  tutti  i  documenti 
fino  alla  metà  del  aec.  XVI.  {Aiti  delV Ateneo  Veneto,  voi.  Ili, 
serie  II,  punt.  Ili  Hp.  Visentini,  1867). 

N««rcilo  caule  AKoatln».  —  Oell' Archivio  pubblico  di  Venezia  e 
della  Scuola  di  Paleografia  {Archiiio  storico  ifaliano,  nuova 
sGfÌG,  t.  II,  p.  I,  p.  175-192).  —  Pofiiritto  alla  lettera  suddetta, 
12  febbr.  1856;  ivi  p.  272-273.  Firensie,  1855. 

—  Spogliazioni  austriache  nella  città  di  Veuexia  {Archivio  storico 
italiano,  t  IV,  p.  n,  1866). 

—  Scioglimoato  e  termino  della  vertenza  sulla  restituzione  dei 
monumenti  storici  e  artistici  italiani  {Archivio  storico  italiano 
voi.  VIII,  1868). 

iPtcgaiio  Larenso  —  Delle  depredazioni  austriache  negli  Archivìi 

di  Venezia,  —  Venezia,  Sonzogno,  1866. 
Taltere  ThomM.  —  Indici   dei  libri   Paola   I  -  VII,  ed   Athits  e 

Bianca.'',  (Der  Doge  Atidroae  Dandolo  ;  Monaco,  1855). 

CmwBttaui  ab.  Cesare.  —  CaniiuBonl  dott.  c8v.  Giulio.  —  Nell'i- 
naugurazione fatta  ai  15  di  aprile  1869,  della  Biblioteca  Comu- 
nale e  degli  antichi  Archivi!  veronesi.  —  Verona  Civelli,   1869. 

CrlrtafbleKI  iiulsl.  —  Memorie  intorno  al  Collegio  dei   nodari, 
ed  all'Archivio  notarile  di  Vicenza.  Vicenza,  Paroni,  1867. 


i^ 


PARTE  TERZA 


TAVOLE. 


I.  Prospetto  dei  R.  Archivio  Generale  di  Venezia. 

II.  Cliloetro  detto  deiia  Trinità. 

III.  Saie  deli'  Archivio. 

IV.  Planimetria  : 

1   Pianta  terrena  ;  —  2.  Mezutdi  del  pianterreno;  —  3.  Primo  piano  ; 
4.  Secondo  piano. 


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